Sorelle Fox
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Sorelle Fox: i segreti delle medium più famose della storia

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La leggenda di John Bell

Prima di raccontarvi la storia del giovane ambulante, vi ricordo che ci sono molte leggende su John Bell, tre delle quali riconducono alla leggenda della Strega di Bell.

La storia del giovane ambulante

Lucretia Pulver confidò anni prima, di aver lavorato per la famiglia Bell. Un giorno, un giovane venditore ambulante si presentò alla porta di casa. Era amichevole e portò con sé una cassa di merce. Questi beni erano costituiti da pentole, padelle e altri oggetti utili per la casa. Rimase con la famiglia per diversi giorni ed è stato suggerito che forse godeva di un rapporto più stretto del dovuto con la signora Bell. Poco tempo dopo, Lucrezia si ritrovò licenziata dalla sua posizione in casa.

Nessuna spiegazione le fu mai data, ma a quanto pare non ci erano stati rancori per il suo licenziamento. La signora Bell accompagnò la ragazza a casa sua con il proprio carro e prima che uscisse di casa, Lucretia acquistò un piccolo coltello da cucina dalla selezione del venditore ambulante, lasciando all’uomo l’indirizzo e le istruzioni per consegnare l’oggetto alla fattoria di suo padre, ma il coltello arrivò mai.

Appena una settimana dopo, Lucretia fu sorpresa di scoprire che la signora Bell avesse nuovamente bisogno dei suoi servizi. Grata di riavere il suo lavoro, si presentò in servizio la mattina dopo. Il venditore ambulante che aveva lasciato in casa dei Bell, se n’era andato. Notò però che un numero spropositato di oggetti che il venditore teneva nella sua valigia, erano in possesso della signora Bell. La prima cosa che pensò è che la signora li avesse acquistati dal venditore ambulante prima che partisse e tutto sembrò normale. Ma col passare del tempo, Lucrezia iniziò a notare che stavano accadendo cose particolarmente strane.

Rumori inspiegabili, come bussare e picchiettare, e che provenivano dalla stanza che un tempo aveva occupato il venditore ambulante, si susseguirono per giorni e in diverse occasioni. La domestica udì anche dei passi che attraversavano la casa e poi scendevano le scale fino alla cantina. Non sorprende che Lucrezia abbia iniziato a sentirsi spaventata e nervosa quando un giorno rimase sola in casa. Suggestionata, spesso mandava a chiamare suo fratello, o un amico, per venire a stare con lei e farle compagnia e, solitamente i sinistri suoni cessavano. Tuttavia, in un’occasione, continuarono per ore e spaventarono così tanto il fratello di Lucrezia che se ne andò declinando ulteriori inviti.

E ora attenzione a questo particolare evento.

Un pomeriggio, mentre si trovava in cantina, Lucrezia inciampò e cadde su un pezzo di terra che era stata appena spianata. Si fece leggermente male e il signor John Bell le spiegò che il cumulo di terra era stato gettato per coprire le “buche dei topi”.

I nuovi proprietari della casa

Quando i Bell si trasferirono e subentrarono i Weekman, con loro c’era inizialmente una parente, una certa signora Lafe. Lucretia Pulver non poteva spostarsi nella città in cui si trasferirono i Bell, perché era troppo lontana da casa sua. Così, quando subentrarono i Weekman, Lucretia si presentò come domestica e venne assunta.

Durante la sua permanenza nella casa, la signora Lafe vide l’apparizione di un uomo con una redingote nera in piedi, dall’altra parte della stanza. Urlò di terrore e la figura svanì. Presto, tutti iniziarono a sentire i colpi e i passi in casa. Spesso erano di notte, ma era possibile sentire quei rumori anche di giorno. Alla fine, gli strani avvenimenti si rivelarono troppo inquietanti e disturbanti e i Weekman pensarono di trasferirsi.

La case delle sorelle Fox - Archaeus, studio e ricerca sul paranormale
La casa dei Fox oggi

E la casa rimase vuota fino al 1848, quando la famiglia Fox si trasferì nella casa. John Fox era un contadino canadese che andò a New York per aver acquistato un terreno nelle vicinanze. La casa era ancora in costruzione e, quindi, pensò di trattenersi temporaneamente nel cottage fino a quando l’altra casa non fosse completata. Pochi giorni dopo il trasloco, iniziarono i rumori. E cosa successe poi lo sappiamo già. C’è solo un piccolo particolare: la storia di Lucretia Pulver, dei Weekman e dei Bell, è totalmente di fantasia, una leggenda che si è arricchita col passare del tempo e dopo gli eventi delle sorelle Fox. Come facciamo ad esserne sicuri?

Conclusione e riflessioni personali sulle sorelle Fox

Ancora una volta, la storia e l’antropologia ci tornano in aiuto, per capire meglio questo intricato caso.
Ebbene, per gli americani del 1840, qualunque fosse la loro religione o classe sociale, gli spiriti erano una credenza popolare, sia quelli spettrali che quelli beati. Alcuni spiriti erano creduti come entità indipendenti, altri come la manifestazione di una persona deceduta. Sebbene la maggior parte degli abitanti dei giovani Stati Uniti si vantasse della propria razionalità e si vantasse di vivere in un’epoca di progresso materiale, in realtà una ricchezza di credenze sul soprannaturale, derivate da tradizioni cristiane e non cristiane, permeava la religione tradizionale e il folclore popolare.

John Bell, un nome frequente nelle Ghost Stories

Indipendentemente dal fatto che uno sfortunato vagabondo giacesse sepolto sotto la cantina della famiglia Fox o meno, i venditori ambulanti non erano solo figure familiari nello Stato di New York, ma anche fantasmi ben noti nel folclore locale. Arrivando in carrozza o a piedi, questi venditori ambulanti erano perenni outsider e quindi candidati ideali per racconti di arrivi inaspettati e partenze misteriose, avidità e punizione. In molti racconti, i venditori ambulanti minacciavano di maledire un’acquirente, in altri, erano essi stessi vittime innocenti.

Una storia, ad esempio, lamentava la sorte di un venditore ambulante in una locanda del villaggio: «Alle tre del mattino, una mezza dozzina di festaioli trascinarono il venditore ambulante fino alla cantina, lo uccisero e gettarono il suo corpo nel pozzo.»

Non è che prima delle sorelle Fox non si parlasse di fantasmi e fenomeni poltergeist, seppur venissero chiamati diversamente, anzi, le ghost stories viaggiavano in lungo e in largo col passaparola e sui giornali che prendevano liberamente in prestito una storia l’uno dall’altro. Perfino John Bell non era l’unico uomo con quel nome, per quanto comune fosse, ad aver lottato con il soprannaturale.

Nel Tennessee all’inizio del 1800, si diceva che una strega avesse spinto a morte un certo John Bell. I suoi travagli, iniziati con i raps, potrebbero essere stati conosciuti nel nord negli anni Quaranta dell’Ottocento. E da quel momento in poi, il fantasma del venditore ambulante ha cercato di guadagnarsi un posto di rilievo a Hydesville.

Non furono le sorelle Fox a inventare il rapping

E anche il rapping non fu inventato dalle sorelle Fox, perché il fondatore del metodismo John Wesley (1703-1791), aveva a lungo riflettuto sulla questione della stregoneria quando la sua stessa famiglia aveva sperimentato quella che poteva essere una visita soprannaturale.

Nel 1726, infatti, Wesley scrisse che la famiglia di suo padre era stata sconvolta da colpi, passi, gemiti e boati. Il comportamento era caratteristico di un poltergeist, uno spirito distinto per la sua malizia da altri tipi di spettri più dolenti e passivi. I genitori di Wesley e le sue sorelle avevano chiamato l’invisibile piantagrane Old Jeffrey, il vecchio Jeffrey. Questo episodio è riportato nelle Memoirs of the Wesley Family, un libro pubblicato nel 1823 e più volte ristampato. Una nuova edizione fu recensita per il New York Tribune negli anni Quaranta dell’Ottocento dalla critica Sarah Margaret Fuller Ossoli (1810-1850), e presumibilmente provocò vivaci discussioni nei circoli e nei salotti metodisti.

Il grave errore nell’indagine sulle sorelle Fox

John Wesley e Sarah Margaret Fuller Ossoli - Sorelle Fox - Archaeus, studio e ricerca sul paranormale
John Wesley e Sarah Margaret Fuller Ossoli

Per quanto l’opuscolo di Lewis includa le testimonianze di oltre quaranta persone sui fenomeni in casa Fox, lo stesso autore commise un grave errore… che poi è lo stesso che commisero tanti giornalisti che si occuparono del caso: nessuno era riuscito a raccogliere le dichiarazioni di Kate e Maggie!
Forse le ragazze avevano evitato di essere intervistate, oppure, i loro genitori le avevano scoraggiate a farne parte. O, forse, nessuno ha pensato di intervistare qualcuno così giovane. In tutto quel trambusto è davvero singolare e sospetto che proprio le protagoniste abbiamo taciuto sui primi eventi.

Che avessero undici o dodici anni Kate e quattordici o quindici Maggie (poco importa se la madre sbagliò nelle varie dichiarazioni sulla loro età), erano comunque in quella fascia d’età in cui l’infanzia si fonde con l’età adulta, un periodo che i romantici avevano dipinto come una linea di confine tra innocenza ed esperienza e un tempo in cui le paure e le fantasie infantili coesistono con la realtà delle mestruazioni e dei sentimenti sessuali.

Maggie aveva quasi la stessa età di Leah quando questa rimase incinta di Lizzie, ma stava anche crescendo in un ambiente diverso. La società signorile della metà del XIX secolo incoraggiava le ragazze a rimanere bambine molto più a lungo che in passato e, almeno in apparenza, era più pudica in materia di sesso.

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