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Spiriti: Tradizioni, Tipologie e Significati

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Frequentemente, sia in ambito cristiano che accademico, il dibattito sull’esistenza degli Spiriti parte dal presupposto che essi non siano reali. Il teologo evangelico tedesco Rudolf Karl Bultmann (1884- 1976), noto studioso del Nuovo Testamento biblico, in collaborazione con Schubert Miles Ogden (1928-2019), ha affermato:

«Non possiamo utilizzare la luce elettrica, la radio, o ricorrere alla medicina moderna in caso di malattia, e contemporaneamente credere nel mondo spirituale e nelle meraviglie del Nuovo Testamento.»

Nuovo Testamento e mitologia e altri scritti di base (1984) di Rudolf Bultmann e Schubert Miles Ogden

Tuttavia, come evidenziato da recenti studi sociologici, la dicotomia netta proposta da Bultmann tra l’uso delle tecnologie moderne e la fede in un “mondo di spiriti e meraviglie” può effettivamente coesistere, e in modi sempre più innovativi. Uno di questi studi, citato dal filosofo contemporaneo Jason Josephson-Storm nel suo libro The Myth of Disinchantment, sostiene che almeno il 73% degli americani crede in almeno un concetto paranormale o soprannaturale (in Italia sono di più), e la maggior parte di questi concetti riguarda l’esistenza degli spiriti.

ATTENZIONE! Le informazioni presentate in questo articolo sono attualmente oggetto di dibattito. Per garantire una maggiore comprensione del testo e una presentazione delle linee di pensiero più accreditate dalle società internazionali di ricerca sul paranormale e dagli studiosi storici, il testo non sarà redatto utilizzando il modo condizionale d’obbligo.

Cosa sono gli Spiriti

Nella tradizione religiosa e filosofica, lo spirito è spesso associato a un principio immateriale che anima il corpo umano e conferisce coscienza, volontà e intelligenza. Gli spiriti, essenze disincarnate o forze soprannaturali della natura, sono un elemento fondamentale in molte credenze e tradizioni. Queste entità possono rappresentare non solo esseri viventi, ma anche luoghi come laghi, alberi, montagne e luoghi considerati sacri.

Nel contesto dell’esistenza umana, lo spirito è visto come l’essenza divina, una componente inscindibile del trinomio mente, corpo e spirito. In molte credenze, si sostiene che lo spirito sopravviva alla morte fisica e possa essere contattato da un medium nel nostro piano di esistenza.

La parola spirito è spesso usata per descrivere tutte le entità non fisiche, compresi i fantasmi. Tuttavia, uno spirito non è strettamente la stessa cosa di un fantasma, anche se la distinzione tra i due può essere sfumata. Lo Spiritismo, ad esempio, si riferisce alla fede nell’immortalità dell’anima e alla comunicazione con gli spiriti dei morti.

Il parapsicologo britannico Frederic WH Myers (1843-1901) suggerì nel suo libro Human Personality and Its Survival After Death (1903) che lo spirito è «quella frazione sconosciuta della personalità di un uomo che discerniamo come operante prima o dopo la morte nell’ambiente meteoritico». Questa definizione mette in luce la complessità e la profondità del concetto di spirito, che va oltre la semplice idea di anima o fantasma.

Cosa significa Spirito

Il termine SPIRITO, derivato dal latino spiritus, fa riferimento al “soffio”. Questa definizione evoca un parallelismo evidente con il soffio vitale che Dio infuse nel corpo del primo uomo creato. Sebbene sia noto che lo Spirito rappresenti qualcosa di spirituale nel senso più stretto e religioso, spiritus si riferisce al respiro o all’aria in generale, non necessariamente al soffio divino.

Busto di Zenone di Cizio conservata al Museo Archeologico di Napoli. (Foto del 1969 di Paolo Monti, 1908-1969).
Busto di Zenone di Cizio conservata al Museo Archeologico di Napoli. (Foto del 1969 di Paolo Monti, 1908-1969).

In ambito filosofico, la nozione di spirito fu introdotta dagli Stoici, una scuola filosofica fondata da Zenone di Cizio (ca 336-263 a.C.) ad Atene nel 300 a.C., che sosteneva la virtù come il bene supremo e l’indifferenza verso il piacere e il dolore. Per gli Stoici, lo spirito era la forza animatrice che permea l’universo conferendogli movimento e ordine. Tale concezione influenzò anche la medicina antica e medievale, che considerava lo spirito come una sostanza materiale essenziale alla vita organica.

Nel contesto del greco antico, il termine corrispondente a spirito è πνεῦμα (pnevma), che si ritrova sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, i testi sacri e spirituali del Cristianesimo. Secondo la traduzione greca dei Settanta, una versione della Bibbia tradotta dall’ebraico al greco, SPIRITO viene interpretato come il soffio animatore di Dio. In traduzioni successive, viene descritto come la “sapienza di Dio”, chiamata πνεῦμα ἅγιον (pnevma ágion), ovvero lo Spirito Santo, un concetto molto diverso dal popolare concetto di spirito del defunto. Ne è un esempio la citazione negli Atti degli apostoli del Nuovo Testamento.

Durante il Medioevo e il Rinascimento, lo spirito era associato alla trascendenza, in particolare allo Spirito della Trinità, ma anche a un concetto medico-naturalistico. Questo concetto si estendeva fino all’alchimia, dove lo spirito era associato all’acqua solvente e allo zolfo.

Con l’avvento del filosofo francese Cartesio (René Descartes, 1596-1650) il concetto di spirito ha subito una trasformazione significativa, assumendo il ruolo predominante di sostanza pensante nel pensiero filosofico moderno e contemporaneo. Lo spirito è divenuto sinonimo di intelletto, razionalità e coscienza, contrapposto alla materia (intesa come sostanza estesa).

Origini dello Spirito in senso Spiritico

Allan Kardec
Allan Kardec

I suoi albori sono nella Francia del 1857, in quel periodo, chiamato Spiritismo moderno, lo spirito fu studiato da molti ricercatori, fra cui il pioniere pedagogista e filosofo francese Hippolyte Léon Denizard Rivail conosciuto meglio con il suo pseudonimo: Allan Kardec (1804-1869). Pensate che il suo epitaffio al cimitero di Pére Lachaise di Parigi riporta quello che è la sintesi della sua stessa filosofia:

«Nascere, morire, rinascere per progredire sempre: questa è la legge

Kardec, cristiano fino all’osso, ha probabilmente attribuito il significato di anima allo spirito di un defunto prendendo spunto dallo spirito biblico. Nonostante gli studi di Kardec siano molto importanti, se non addirittura fondamentali, per comprendere appieno lo Spiritismo moderno, non bisogna cadere nello stesso errore del filosofo francese. A prescindere dal fatto che i fantasmi, quali spiriti disincarnati di persone defunte esistano o meno, bisogna tener conto della traduzione testuale dei termini scritti nei libri biblici.

Per saperne di più potete leggere gli articoli dedicati ai Fantasmi nella Bibbia:

Lo Spirito nella varie culture

Gli spiriti sono presenti in molte religioni e tradizioni folcloristiche in tutto il mondo, manifestandosi in una varietà di forme e figure, tra cui fate, elfi, demoni e angeli. In alcune culture, si ritiene che queste entità personifichino caratteristiche e forze della natura, che vengono venerate. Si ritiene che gli spiriti esistano in un regno invisibile, ma possono essere percepiti da persone dotate di chiaroveggenza. Si pensa anche che intervengano negli affari umani, sia per il bene che per il male.

In molte società, comprese quelle animistiche, gli spiriti ancestrali dei morti sono particolarmente venerati e onorati. Questi spiriti risiedono in una casa, dove hanno il loro speciale altare (o casa degli spiriti). Vengono nutriti con offerte, riconosciuti nei rituali e ricercati per il loro consiglio e protezione. Ne ho ampiamente scritto nei seguenti articoli:

Secondo le affermazioni del sensitivo Arthur Ford (1896-1971), lo spirito non sarebbe altro che il flusso di coscienza di una personalità, un aspetto familiare presente in ogni essere umano. Ford, riconosciuto come uno dei medium più influenti del XX secolo, osservò che, nel corso dei suoi quarant’anni di attività, la maggior parte delle interrogazioni che gli venivano costantemente poste riguardavano l’esistenza post-mortem.

Le domande più comuni erano:

  • Che aspetto avrà il nostro corpo dopo la morte?
  • Ricorderemo gli eventi della nostra vita terrena?
  • Come percepiremo questo mondo?
  • Riconosceremo le persone che abbiamo conosciuto e amato?
  • Quali saranno i nostri rapporti con loro?
  • Avremo l’opportunità di incontrare figure storiche di rilievo?
  • Che attività svolgeremo nell’aldilà?
  • Avremo compiti specifici o non faremo nulla?
  • Avremo la possibilità di vedere Dio?
  • Se lo avremo meritato, dovremo subire una punizione?
  • Sarà eterna o temporanea?

Queste sono i quesiti che l’uomo si chiede, anche il più scettico in fondo spera di sbagliarsi e che ci sia un dopo, perché negarlo a priori non è umano. A tutte queste domande e a molte altre, Ford risponde nel suo libro E dopo la morte? (titolo originale: The Life Beyond Death, 1971), offre spiegazioni attraverso le differenze di vibrazioni.

Il libro è molto interessante perché cita illustri personaggi della ricerca sugli spiriti (a cui ho dedicato articoli), fra cui un capitolo dedicato a Frederic WH Myers.

Ecco alcune possibili spiegazioni del perché l’essere umano crede (anche se alcuni non vogliono ammetterlo) o spera che ci sia un dopo alla morte, anzi no, un dopo alla vita (terrestre):

  1. Conforto e speranza: La credenza in un dopo la vita può offrire conforto e speranza, specialmente durante i periodi di lutto o di malattia. Può aiutare le persone a far fronte alla perdita dei propri cari, dando loro la speranza di un possibile ricongiungimento.
  2. Senso della giustizia: Alcuni credono in un dopo la vita perché sentono che ci deve essere una sorta di giustizia cosmica, dove le buone azioni vengono ricompensate e le cattive azioni vengono punite.
  3. Paura della morte: La paura della morte e dell’ignoto può spingere le persone a credere in un’esistenza dopo la morte. Questa credenza può aiutare a mitigare l’ansia associata alla fine della vita.
  4. Tradizioni culturali o religiose: Molte persone crescono con la credenza in un dopo la vita come parte delle loro tradizioni culturali o religiose. Queste credenze possono essere radicate nelle loro comunità e famiglie, e possono essere difficili da cambiare.
  5. Ricerca di significato: Alcuni possono trovare un senso di scopo o di significato nella vita attraverso la credenza in un’esistenza dopo la morte.

È importante notare che queste sono solo alcune delle possibili ragioni e che le credenze individuali possono variare notevolmente. Ogni individuo ha le proprie convinzioni personali basate sulla propria esperienza di vita, cultura, religione e filosofia personale.

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