Spettri
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Spettri, l’evoluzione dei fantasmi

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Nel vasto universo dello Spiritismo, l’anima è considerata come l’essenza metafisica, un’entità eterna e unica che risiede all’interno dell’essere umano. Questa essenza trascende la vita terrena, esistendo oltre la morte fisica. Parallelamente, lo spirito è visto come un’entità che va oltre la materia, un’entità che esiste al di là del piano fisico. Questo spirito può manifestarsi in vari modi, uno dei quali è attraverso la forma di un fantasma. Un fantasma, in questo contesto, è lo “spirito” di un individuo che, per ragioni sconosciute, rimane legato a un luogo specifico anche dopo la morte fisica. Ma cosa rappresentano esattamente gli spettri in questo contesto?

ATTENZIONE! Le informazioni presentate in questo articolo sono attualmente oggetto di dibattito. Per garantire una maggiore comprensione del testo e una presentazione delle linee di pensiero più accreditate dalle società internazionali di ricerca sul paranormale e dagli studiosi storici, il testo non sarà redatto utilizzando il modo condizionale d’obbligo.

Cosa sono gli Spettri

Uno spettro, nel campo dello Spiritismo, si riferisce all’insieme di fenomeni fisici che possono essere prodotti dalla manifestazione di un fantasma. Se consideriamo un fantasma come l’immagine di una figura spirituale che si manifesta ai vivi nel mondo fisico, allora uno spettro è l’insieme di azioni o effetti che questo fantasma è in grado di produrre nel mondo fisico. Per esempio, uno spettro potrebbe essere in grado di muovere oggetti, produrre suoni o creare variazioni di temperatura. Questi fenomeni, benché inspiegabili secondo le leggi della fisica convenzionale, sono considerati come la prova della presenza dei fantasmi. In altre parole, mentre i fantasmi sono entità spirituali che appaiono ai vivi, gli spettri sono la manifestazione fisica di queste entità nel mondo terreno.

Caratteristiche degli Spettri

Una rappresentazione artistica di uno spettro
Una rappresentazione artistica di uno spettro

Gli spettri sono spesso descritti come apparizioni nebbiose o trasparenti, a volte con una forma umana riconoscibile, altre volte come semplici masse di energia. Alcuni racconti narrano di spettri in grado di interagire con il mondo fisico, mentre altri li ritraggono come entità completamente intangibili, esistenti solo nel piano spirituale. È fondamentale sottolineare che la percezione e l’interpretazione degli spettri variano notevolmente a seconda delle diverse culture e dei diversi periodi storici. In alcune tradizioni, gli spettri sono considerati come messaggeri o guide spirituali, portatori di saggezza e conoscenza dall’aldilà. In altre culture, invece, sono visti come presagi di sventura o come entità malevole, da temere e da evitare.

La parola spettro è spesso utilizzato nel contesto della caccia ai fantasmi, o ghost haunting, per indicare fenomeni di infestazione che spesso si rivelano come spiegabili scientificamente o intenzionalmente ingannevoli. Questo termine viene utilizzato per descrivere una vasta gamma di fenomeni, che vanno dalle semplici illusioni ottiche ai casi più complessi di attività paranormale.

Cosa significa Spettro

Il termine SPETTRO ha radici profonde nella lingua latina, derivando precisamente dal termine spectrum. Quest’ultimo, nel contesto latino, porta con sé significati affascinanti come visione o fantasma. La sua nascita linguistica può essere fatta risalire alla fine del XVII secolo, un periodo storico che lo vede emergere poco prima del suo sinonimo più noto e diffuso, ovvero fantasma.

Una rappresentazione artistica di spettro nello specchio
Una rappresentazione artistica di spettro nello specchio

La parola spectrum ha origine dalla radice spec del verbo latino specere, che si traduce in vedere o guardare. Questa connessione linguistica non è casuale, ma svela un legame interessante con un altro termine latino: speculum, che significa specchio. E questo collegamento non è casuale. Nell’antichità, infatti, si riteneva che lo specchio avesse un ruolo chiave nel mondo spirituale. Era considerato un portale attraverso il quale l’anima del defunto potesse manifestarsi, riflettendosi dall’aldilà. Questa credenza ha contribuito a consolidare il significato di spettro come apparizione o manifestazione di un’anima defunta. Questa caratteristica li rende strumenti di grande interesse per i cacciatori di fantasmi (o ghost hunters), che li utilizzano per stabilire un contatto con le entità ultraterrene.

La loro funzione non si limita alla comunicazione con gli spiriti benigni. Alcune credenze sostengono infatti che possano essere utilizzati anche da entità malevole, come i demoni, per attraversare i confini tra i mondi. Questo legame tra specchi e mondo spirituale, insieme all’aura di mistero che lo circonda, li rende oggetti di fascino e timore, stimolando la riflessione sulla natura del nostro mondo e su ciò che potrebbe esistere oltre i confini della nostra percezione.

Nel tardo XVII secolo, il termine spectrum ha acquisito due significati distinti in due contesti molto diversi. A Salem, una città situata nello stato del Massachusetts, il termine spectrum è stato utilizzato in un contesto inquietante. È stato impiegato come strumento di accusa nei confronti di numerose persone, che sono state incolpate di praticare la stregoneria durante la caccia alle streghe (inquisizione).

Parallelamente, nel 1671, il termine ha trovato applicazione in un ambito completamente diverso. Il celebre matematico inglese Isaac Newton (1642-1726) ha utilizzato il termine spectrum nel suo trattato del 1704 intitolato Opticks (in italiano si trova col titolo Scritti di ottica). In questo lavoro, Newton ha descritto in dettaglio i suoi esperimenti rivoluzionari nel campo dell’ottica.

Tuttavia, è stato solo successivamente che il termine spectrum è stato adottato con precisione per descrivere un’immagine ottica spettrale. Due figure di spicco hanno contribuito a questo sviluppo. Il primo è Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832), che nel suo saggio del 1810, Teoria dei colori (Zur Farbenlehre), ha utilizzato il termine spectrum. Il secondo è il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer (1788-1860), che nel suo trattato Sulla vista e i colori (Über das Sehen und die Farben, 1816), ha anch’egli adottato il termine spectrum. Entrambi hanno contribuito a consolidare l’uso del termine spectrum nel linguaggio scientifico e filosofico.

Gli Spettri e il Romanticismo

Nel 1834, il rinomato teologo inglese Richard Baxter (1615-1691) ha dato alla luce un’opera significativa intitolata The Certainty Of The World Of Spirit (in italiano: La certezza del mondo dello spirito, 1691). In questo libro, Baxter ha presentato una visione rivoluzionaria degli spettri, considerandoli come entità autentiche e reali. Questo trattato ha avuto un impatto profondo sulla cultura dell’epoca, tanto da essere considerato una delle cause scatenanti della nascita del Romanticismo, un movimento culturale e artistico che ha avuto origine alla fine del XVIII secolo in Europa, soprattutto in Germania e nel Regno Unito, e ha raggiunto il suo apice nel XIX secolo. Si è poi diffuso in tutto il mondo occidentale, influenzando letteratura, musica, arte, filosofia e pensiero politico.

Il Romanticismo si nutre di elementi soprannaturali, folclore ed esotismo, intraprendendo un viaggio attraverso storie di spettri, leggende e miti per esplorare i territori della morte, dell’ignoto e della psiche umana. C’è una chiara idealizzazione del passato, soprattutto del Medioevo, che viene considerato un’epoca più autentica e spiritualmente profonda rispetto alla modernità.

Un esempio tangibile di questa intersezione tra Romanticismo e il regno degli spettri (ma anche dei fantasmi) si ritrova nelle opere del poeta e scrittore spagnolo Gustavo Adolfo Bécquer (1836-1870), il preminente rappresentante del Romanticismo spagnolo. La sua vita, le sue opere, i suoi versi commoventi e le influenze magiche, insieme alla bellezza delicata dei suoi lavori, hanno affascinato l’immaginazione di milioni di persone nel corso dei secoli. Bécquer era profondamente attratto dal mistero e dall’occulto, temi che avrebbero permeato tutte le sue successive creazioni.

Il Romanticismo ha svolto un ruolo cruciale nell’incarnare la figura degli spettri nella letteratura e nella cultura popolare, contribuendo a generare un’atmosfera di mistero e fascino che continua a permeare le opere letterarie e artistiche fino ai giorni nostri. Con il suo forte moto spirituale che ha pervaso l’Europa, ha giocato un ruolo fondamentale nel consacrare definitivamente gli spettri come una delle leggende e credenze popolari ancora in auge. Queste entità spettrali hanno terrorizzato i lettori nei romanzi neo-gotici dell’epoca.

Il Mistero di Sleepy Hollow

Un esempio di romanzo neo-gotico con gli spettri lo è sicuramente La leggenda di Sleepy Hollow (The Legend of Sleepy Hollow), conosciuta anche come La leggenda della valle addormentata o La valle del sonno, un affascinante racconto scritto dal rinomato autore statunitense Washington Irving (1783-1859). Questa storia è una delle gemme raccolte nell’antologia Il libro degli schizzi di Geoffrey Crayon (The Sketch Book of Geoffrey Crayon) dello stesso Irving, una raccolta di oltre trenta saggi e racconti brevi edita per la prima volta nel 1819.

La trama si svolge intorno al 1787 nella colonia olandese di Tarrytown, che nel 1997 è stata ribattezzata Sleepy Hollow, situata nella Contea di Westchester, New York, Stati Uniti. La storia è ambientata in una valle isolata nota come Sleepy Hollow, o Valle addormentata.

Il protagonista della storia è Ichabod Crane, un eccentrico maestro di scuola proveniente dal Connecticut. Crane si trova in competizione con Abraham “Brom Bones” Van Brunt per il cuore di Kathrina Van Tassel, una giovane di diciotto anni, figlia di Baltus Van Tassel, un colono di origine olandese. Un elemento chiave della storia è la leggenda del Cavaliere senza testa. Questo spettro è il fantasma di un cavaliere dell’Assia che perse la testa a causa di un colpo di cannone durante una battaglia non specificata della Guerra d’indipendenza americana. Si dice che il fantasma cavalchi di notte, alla ricerca di una nuova testa nei pressi della chiesa olandese e del cimitero della Valle addormentata.

Ichabod Crane inseguito dallo spettro, 1899, di Frederick Simpson Coburn (1871-1960) - Pubblico dominio
Ichabod Crane inseguito dallo spettro, 1899, di Frederick Simpson Coburn (1871-1960)

Questa storia di spettri ha avuto un impatto così profondo sulla cultura popolare che è stata adattata in numerosi film e spettacoli televisivi a partire dal 1908. Sleepy Hollow è sicuramente associato al Romanticismo, specialmente per il modo in cui esplora temi di mistero, suggestione e soprannaturale.

Anche se Sleepy Hollow non si concentra esclusivamente sui fantasmi o sugli spettri nel senso tradizionale, la presenza del Cavaliere senza testa e l’atmosfera generale di mistero e fascino soprannaturale sono elementi tipici del Romanticismo, che celebra l’immaginazione, la suggestione e l’explorazione dei confini tra il reale e l’irreale.

Oggi, l’influenza di queste storie di spettri persiste e continua a permeare la cultura popolare, in particolare nel genere cinematografico dell’horror. Gli spettri, con la loro presenza inquietante e misteriosa, continuano a terrorizzare il pubblico, dimostrando la loro capacità di resistere al passare del tempo e di adattarsi alle nuove forme di narrazione.

Lo Spettro del Brocken

Un esempio noto di tale utilizzo è lo Spettro del Brocken in Germania. Questo fenomeno, che prende il nome da una montagna tedesca, è un’illusione ottica causata dalla proiezione dell’ombra di un osservatore sulla nebbia o sulle nuvole. Nonostante la sua spiegazione scientifica, lo Spettro del Brocken è spesso associato al mondo del paranormale, contribuendo alla ricchezza e alla complessità del folclore legato agli spettri.

Per un lungo periodo di tempo, l’ascesa dei Monti Brocken in Germania è stata temuta da molti, per la paura di incontrare una figura spettrale imponente che si diceva emergesse dalla nebbia, sorprendendo i viaggiatori incauti. Questa paura si intensificò quando furono prodotte fotografie che presumibilmente ritraevano lo spettro di un monaco. Tuttavia, queste immagini si rivelarono in seguito come fraudolente.

Il primo testo che ha citato lo Spettro di Brocken sembra essere il trattato di geologia e teologia del pastore luterano e scienziato tedesco Johann Esaias Silberschlag (1721-1791), Geogenie Oder Erklärung Der Mosaischen Erderschaffung Nach Physikalischen Und Mathematischen Grundsätzen (1780). Tuttavia, la descrizione tedesca più rilevante dello Spettro di Brocken, per il pubblico letterario inglese, è un articolo di J. Lud. Jordan che include un ulteriore racconto di M. Haue pubblicato nel Göttingisches Journal der Naturwissenschaften (1798), in italiano, Giornale di Gottinga delle Scienze Naturali, una pubblicazione scientifica dell’epoca che si occupava di vari argomenti nel campo delle scienze naturali, a cura del biologo Johann Friedrich Gmelin (1748-1804).

Jordan e Haue forniscono la maggior parte degli elementi per le successive descrizioni fantasiose dello spettro. Jordan introduce un elemento religioso nel suo racconto. Vede per la prima volta un enorme spettro durante la Pentecoste e suggerisce che la figura potrebbe avere associazioni demoniache, vedendo inizialmente «una figura gigante di un uomo come su un grande piedistallo» mentre si trova su una roccia chiamata altare delle streghe o pulpito del diavolo, oggi facente parte del Harz National Park, in Germania. Jordan enfatizza la natura mutevole delle condizioni atmosferiche e la natura effimera dell’ombra. Anche Haue è impressionato dalle dimensioni dell’ombra, ma adotta un approccio più sperimentale, descrivendo come lui e un oste locale abbiano fatto una serie di gesti e osservato come queste “figure colossali” li abbiano imitati.

Sir David Brewster (foto di autore sconosciuto), 1850
Sir David Brewster (foto di autore sconosciuto), 1850

Lo scienziato scozzese, Sir David Brewster (1781-1868), ha fornito il resoconto scientifico più popolare dello Spettro di Brocken per il pubblico dello Spectre for an Anglophone nel periodo delle sue Letters on Natural Magic Addressed to Sir Walter Scott Bart (ci sono nove edizioni e ristampe tra il 1832 e il 1883).

Brewster menziona Jordan, e fornisce un riassunto completo del resoconto di Haue che può facilmente spiegare le cause naturali dello Spettro di Brocken, ma il fenomeno presenta a Brewster una difficoltà interpretativa, che ha una relazione con il suo uso letterario. Egli afferma che l’obiettivo principale del suo libro era l’illuminazione e l’emancipazione sociale nelle epoche precedenti, a sostegno del fatto che l’umanità era tiranneggiata dalle oscure cospirazioni dei saggi e dei sacerdoti, la scienza aveva quindi portato queste apparizioni «entro la cerchia del suo servitore» rendendo impossibile la sottomissione dei tempi passati.

Jordan intraprese numerosi viaggi al Brocken e giunse alla conclusione che i presunti avvistamenti di spettri potevano essere facilmente attribuiti a un effetto ottico causato dall’alba e dal tramonto del sole. Nonostante questa spiegazione scientifica, la leggenda dello Spettro del Brocken persiste ancora oggi in Germania, attirando un gran numero di turisti verso le montagne dell’Harz. Questa persistenza della leggenda, nonostante le prove scientifiche, è un esempio affascinante di come le storie e le credenze popolari possano resistere nel tempo e influenzare le percezioni e le azioni delle persone.

Gli spettri scozzesi

Restando in tema di romanzi neo-gotici del Romanticismo e spettri, il collegamento tra spettri e Wraith è pressoché immediato. I Wraith fanno la loro prima comparsa nella letteratura romantica scozzese, assumendo poi un significato più ampio o figurato di presagio o portento. Durante i secoli XVIII e XIX, nella letteratura scozzese, veniva inoltre utilizzata per indicare gli spiriti dell’acqua.

Una rappresentazione artistica di uno Wraith
Una rappresentazione artistica di uno Wraith

I Wraith sono considerati più comunemente come il doppio di una persona che si avvicina alla fine della vita. Secondo la tradizione, questa spettri assumono l’aspetto identico della loro controparte umana e solitamente si manifestano agli amici e ai familiari del soggetto prossimo alla morte. Coloro che hanno la sventura di vedere il proprio doppio (vedi anche il Doppelgänger) si ritiene che annunci la morte entro due settimane. Questa credenza sembra derivare dall’antica idea che l’anima di una persona sia una replica esatta della sua forma fisica e che si separi dal corpo quando la morte è imminente.

Un esempio celebre si ritrova nella storia del poeta britannico Percy Bysshe Shelley (1792-1822), il quale, si narra, vide il proprio doppio poco prima di imbarcarsi su una nave diretta attraverso il Golfo della Spezia in Italia, verso la città di Livorno, dove avrebbe incontrato il suo vecchio amico e collega James Henry Leigh Hunt, meglio noto come Leigh Hunt (1784-1859). Durante il tragitto di ritorno, la nave fu colpita da una tempesta e Shelley annegò, dando adempimento alla tradizione del doppio.

Un’altra storia leggendaria di spettri sul proprio Wraith è senz’altro quella di Abraham Lincoln (1809-1865). Nel 1860, poco dopo essere stato eletto presidente, Lincoln rivelò un’esperienza inquietante: aveva visto il suo sosia riflesso in uno specchio, proprio accanto al suo riflesso. Questo evento premonitore precedette di poco la sua morte, che avvenne solo alcuni mesi dopo l’inizio del suo secondo mandato presidenziale. E il suo fantasma parrebbe aggirarsi ancora tra le mura della Casa Bianca.

Nonostante la sua popolarità, l’etimologia di Wraith rimane oscura. L’Oxford English Dictionary, per esempio, annota che la sua origine è incerta. Tuttavia, lo scrittore e filologo britannico John Ronald Reuel Tolkien (1892-1973) meglio conosciuto come J.R.R. Tolkien, l’autore de Il Signore degli Anelli, proponeva di collegare il termine al verbo inglese writhe, che significa contorcersi. Tolkien ha giocato un ruolo chiave nel plasmare il significato di Wraith nella letteratura fantasy. Ha usato questa parola per descrivere creature note come Spettri dell’Anello, influenzando così il suo utilizzo successivo in questo genere letterario.

Nel contesto moderno, il nome Wraith è stato impiegato in varie sfere. Ad esempio, nel gioco di ruolo Dungeons & Dragons (del 1974 dalla Tactical Studies Rules) di Ernest Gary Gygax (1938-2008), nel quale Wraith è un tipo di non-morto. Inoltre, nella saga videoludica prodotta dalla Crystal Dynamics, Legacy of Kain, narra le vicende di due vampiri nella quale, i Wraith, sono una razza di spettri con un’appetito per le anime.

Conclusioni

Gli spettri, entità misteriose e affascinanti, sono un argomento di grande interesse nel campo del paranormale. Queste presenze, spesso associate a luoghi o eventi specifici, sono state oggetto di innumerevoli storie e ricerche nel corso dei secoli.

Personalmente sono molto legato al concetto degli spettri, forse ancor di più dei fantasmi, perché il primo libro che ha fatto da “apripista” per i miei studi e le mie ricerche sul paranormale, si intitola proprio Spettri. Apparizioni, ectoplasmi e care presenze (titolo originale: Spook: Science Tackles the Afterlife, 2007) di Mary Roach, una scrittrice e divulgatrice scientifica statunitense (anche per il New York Times).

Il libro è un esempio eccellente di come si possa affrontare l’argomento con una prospettiva critica ma rispettosa. L’autrice, attraverso un’indagine accurata e imparziale, esplora vari aspetti del paranormale, tra cui la psicofonia, le esperienze pre-morte (NDE, Near Death Experience), la reincarnazione, fra cui le ricerche in India dello psichiatra Ian Stevenson (1918-2007). Questo approccio equilibrato, che unisce lo scetticismo con un rispetto per le credenze altrui, è ciò che rende questo libro un punto di riferimento per chiunque si avvicini allo studio del paranormale.

Gli spettri, quindi, non sono solo apparizioni spaventose o manifestazioni di eventi passati, ma rappresentano una parte fondamentale della nostra comprensione del paranormale. Sono un ponte tra il mondo fisico e quello spirituale, un fenomeno che, nonostante la sua natura evanescente, continua a suscitare interesse e curiosità.

In conclusione, gli spettri sono molto più di semplici manifestazioni paranormali. Sono un simbolo del nostro desiderio di comprendere l’incomprensibile, di esplorare l’ignoto e di cercare risposte alle domande più profonde sulla vita, la morte e ciò che potrebbe esserci oltre. Come suggerisce l’autrice Mary Roach nel suo libro, è importante affrontare questi temi con un atteggiamento aperto ma critico, mantenendo un piede ben piantato nella realtà mentre l’altro varca la soglia del mistero. E’ un viaggio affascinante e stimolante, che consiglio a tutti coloro che sono interessati al paranormale.

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