Spiriti
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Spiriti: Tradizioni, Tipologie e Significati

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Tipologie di Spiriti

Le credenze riguardanti gli spiriti variano enormemente da cultura a cultura, quindi ci sono molte tipologie diverse di spiriti nelle diverse tradizioni spirituali e religiose in tutto il mondo:

  1. Spiriti Ancestrali: Questi sono gli spiriti dei nostri antenati, venerati e invocati per guida e protezione.
  2. Spiriti Animali: da non confondere con gli spiriti degli animali, questi spiriti sono associati agli animali e spesso rappresentano le qualità e le caratteristiche di un determinato animale.
  3. Spiriti Bizango: Sono tipici della cultura haitiana e si ritiene siano feroci, potenti, veloci ed efficaci ma anche potenzialmente pericolosi. Sono un sottoinsieme degli Spiriti Lwa e più potenti degli Spiriti Petro, entrambi della tradizione haitiana.
  4. Spiriti Bon: Bon è il nome dato alla tradizione spirituale praticata in Tibet prima dell’arrivo del Buddismo. Molti Spiriti Bon sono volatili, imprevedibili e capricciosi, ma esistono rituali per propiziarli, placarli o esorcizzarli. Sono legati a una regione, un terreno o una formazione naturale (roccia, albero, etc.).
  5. Spiriti Ctoni: Chthon è una parola greca che significa Terra ed è usata per indicare gli esseri sotterranei, quegli spiriti che dimorano all’interno della Terra anziché nei Cieli, negli alberi o altrove.
  6. Spiriti Cymbee: Sia in America che in Africa, gli Spiriti Cymbee sono guardiani dell’acqua, piuttosto volatili: qualsiasi disturbo della primavera o mancanza di rispetto nei loro confronti li fa arrabbiare.
  7. Spiriti degli Elementi (o Spiriti Elementali): Oltre agli spiriti naturali, ci sono spiriti specifici associati a elementi come il vento, il sole, la luna, etc.
  8. Spiriti della Luce: Al contrario degli spiriti oscuri, questi sono considerati positivi e portatori di benedizioni, guarigione o protezione.
  9. Spiriti della Malattia (o Spiriti della Sfortuna): In alcune tradizioni, ci sono spiriti che sono associati a malattie, sfortuna o disgrazie e che devono essere placati o allontanati.
  10. Spiriti di Animali: Gli spiriti di animali sono le anime degli animali.
  11. Spiriti Guida: Questi sono spiriti che offrono guida e supporto ai praticanti spirituali durante le loro pratiche e percorsi di crescita personale.
  12. Spiriti Intranquili: Sono spiriti della tradizione spagnola (Spagna e America Latina) e si riferisce a spiriti che vagano irrequieti senza trovare riposo. Questi spiriti non possono né entrare in Paradiso, né all’Inferno, perché non così buoni né così cattivi e, quindi, vengono lasciati vagare sulla Terra. Questa è una classe di spiriti, non un fantasma individuale, quindi la trasgressione specifica che ha causato questo destino può variare da uno spirito intranquilo all’altro.
  13. Spiriti Naturali: Questi spiriti sono legati agli elementi della natura, come gli spiriti dell’acqua, dell’aria, della terra e del fuoco. Possono essere visti come guardiani di luoghi specifici o fenomeni naturali.
  14. Spiriti Olimpici: Sono spiriti che dimorano nel firmamento e nelle stelle che governano le operazioni del mondo. Degli Spiriti Olimpici si parla nell’Arbatel della Magia, un grimorio di origine anonima e di influssi cristiani risalente al XVI secolo.
  15. Spiriti Oscuri: Questi sono spesso considerati spiriti negativi o malvagi che possono portare danni o sfortuna. Possono includere demoni, spettri o entità simili.
  16. Spiriti Tutelari (o Spiriti Guardiani): sono spiriti interiori che forniscono guida e influenza. Gli spiriti tutelari possono essere paragonati all’intuizione o alla saggezza del Sé Superiore. Sono spiriti che offrono anche una protezione personale
  17. Spiriti Volpe: Non sono spiriti delle volpi (animali), ma spiriti seducenti, subdoli e spesso infidi. Un tempo, questi spiriti erano considerati protettori, insegnanti, fornitori e promotori delle arti occulte e alchemiche.

Questi sono solo alcuni esempi generali, e ci sono molte altre categorie e sottocategorie di spiriti che variano da cultura a cultura.

Gli Spiriti secondo Hans Holzer

Hans Holzer (1920-2009), un rinomato studioso di parapsicologia e autore di oltre un centinaio di opere sull’argomento, ha affermato quanto segue:

«I fantasmi possono essere paragonati a individui psicotici, incapaci di pensare autonomamente… Gli spiriti, invece, sono le personalità che sopravvivono di ciascuno di noi, che attraversano il confine della morte in condizioni relativamente normali.»

– The Handbook of Parapsychology (1972) e dal libro postumo An Introduction to Ghosts (2012) di Hans Holzer
Hans Holzer
Hans Holzer

Holzer ha sostenuto che i fantasmi sono vincolati al luogo del loro decesso, che è solitamente improvviso o tragico, e spesso non si rendono conto della loro morte. In molti casi, hanno “questioni irrisolte” poiché l’individuo deceduto non accetta le circostanze della sua morte. Esplorando la natura dei fantasmi e degli spiriti in profondità, ha suggerito che i fantasmi, essendo legati al luogo della loro morte, sono spesso intrappolati in un ciclo di ripetizione, rivivendo continuamente gli eventi che hanno portato alla loro fine. Questo può spiegare perché molte apparizioni sembrano seguire uno schema prevedibile o un comportamento ripetitivo. Gli spiriti, d’altra parte, sono descritti come esseri più evoluti. Secondo Holzer, essi hanno superato la fase di confusione post-mortem e hanno raggiunto un livello di esistenza che va oltre i limiti fisici del mondo terreno. Questi spiriti sono liberi di viaggiare e comunicare con i vivi, spesso con l’intento di fornire conforto o guidare i loro cari rimasti nel mondo fisico.

Tutti credono (anche se lo negano) in una vita dopo la morte

«Richard Waverly, un docente di storia di trentasette anni, e un giorno come altri, si stava dirigendo al lavoro. Era esausto per aver passato la notte in bianco e affamato per aver omesso la colazione. Inoltre, era di umore nero a causa di un litigio con la moglie, la quale sospettava stesse avendo un’avventura. Ad un incrocio affollato, ha perso il controllo del veicolo, si è scontrato con un palo del telegrafo ed è stato catapultato contro il parabrezza. Secondo i soccorritori, era già deceduto prima di toccare il suolo.»

Sebbene la storia sia inventata, quando lo psicologo americano Jesse Bering la presentò ai partecipanti, emersero delle risposte sorprendenti. Alla domanda «Credi che Richard sappia di essere morto?» o «Pensi che Richard avrebbe voluto esprimere il suo amore per sua moglie prima di morire?», molti hanno risposto affermativamente. Questo non ha sorpreso coloro che già credevano nell’aldilà. Tuttavia, anche coloro che negavano l’esistenza della vita dopo la morte (gli estintivisti) hanno risposto in modo affermativo. L’esperimento fu condotto nel 2002. Da allora, Bering, ora presso l’Università di Otago a Dunedin, Nuova Zelanda, e altri ricercatori hanno confermato e ampliato queste scoperte.

Di fronte alla certezza della morte, la maggior parte di noi, compresi i razionalisti più convinti, si aggrappa all’idea che non sia la fine. «La maggior parte delle persone crede nella vita dopo la morte», afferma Jamin Halberstadt, collega di Bering all’Università di Otago.

Nel nostro paese, in Italia, secondo alcune inchieste nei decenni, la percentuale di chi non crede in una vita dopo la morte è calata tantissimo. Segno che, nonostante il progresso scientifico e la divulgazione attraverso la rete, l’essere umano crede sempre di più in un’esistenza ultraterrena. Per consultare questi sondaggi vi suggerisco la pagina dell’UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti).
In queste statistiche (svolte da diversi sondaggi) mostra che circa l’80% degli italiani crede in una forma di esistenza dopo la morte, rispetto ad un 65% dei primi anni Ottanta del secolo scorso.

Non è sorprendente? La scienza ha rivoluzionato il nostro modo di pensare a quasi tutti gli aspetti della nostra esistenza, inclusa la morte, ma la fede nell’aldilà rimane inalterata.

Ma perché?

Innanzitutto va spiegato che non siamo gli unici esseri viventi a essere consapevoli della morte. Anche gli elefanti e i delfini mostrano un interesse particolare per i resti dei loro simili, e gli scimpanzé sono stati visti eseguire quello che alcuni primatologi definiscono rituali funerari complessi. Non sappiamo se abbiano un concetto di vita ultraterrena, ma sappiamo con certezza che gli esseri umani lo hanno. Le prove archeologiche delle credenze sull’aldilà risalgono ad almeno dodicimila anni fa, quando i corpi iniziarono ad essere sepolti con oggetti utili per l’oltretomba.

Ma queste convinzioni non sono affatto obsolete. Sondaggi condotti regolarmente dagli anni Quaranta mostrano costantemente che circa il 70% degli occidentali crede in una forma di vita dopo la morte. Inoltre, come ha scoperto Bering, anche il 30% che afferma di non crederci, spesso in realtà lo fa. Quando ha chiesto agli estintivisti se concordassero con l’affermazione «la personalità cosciente sopravvive alla morte del corpo, ma non sono completamente sicuro di cosa accadrà dopo», l’80% ha risposto affermativamente.

L’influenza della religione

Una spiegazione plausibile potrebbe essere che le persone assimilano gli insegnamenti religiosi. In quanto una delle funzioni della religione è alleviare l’ansia della morte, poiché di solito include credenze sull’aldilà. Ma questo non spiega perché la fede nell’aldilà persista anche se la religiosità è in declino, né perché queste credenze siano raramente di natura religiosa. Invece di esprimere concetti come paradiso e inferno, parlano in termini vaghi dell’esistenza di “qualcosa”. Questa mancanza di precisione teologica ha portato gli psicologi a considerare le credenze sull’aldilà come in gran parte intuitive piuttosto che apprese.

Immagine solo rappresentativa di uno spirito
Immagine solo rappresentativa di uno spirito

Secondo il professor Jesse Bering, ciò è in parte dovuto a un fallimento dell’immaginazione. Nonostante fossimo inesistenti per miliardi di anni prima di essere concepiti, non riusciamo a immaginare di ritornare in quello stato dopo la morte. Questo potrebbe aiutare a spiegare una caratteristica comune a molte credenze sull’aldilà. Nell’esperimento di Richard, ad esempio, oltre a chiedere sugli stati mentali post-mortem (desideri, conoscenze e sentimenti), Bering ha anche chiesto informazioni su attributi fisici come la fame, il dolore e la stanchezza, e se Richard potesse ancora vedere, udire e gustare. Le persone accettavano che le capacità biologiche e percettive fossero andate perdute, ma sostenevano che gli stati psicologici persistessero. In altre parole, possiamo concepire che i nostri corpi muoiano, ma non le nostre menti.

Circa un quarto delle persone in procinto di morire descrivono un’esperienza pre-morte (NDE, Near Death Experience). Queste esperienze includono spesso la sensazione di volare attraverso un tunnel verso una luce brillante. In molti casi, le persone rivivono momenti della propria vita e incontrano i propri cari che sono già passati a miglior vita.

Le esperienze pre-morte potrebbero essere causate da una carenza di ossigeno al cervello. Indipendentemente dalla loro origine, non forniscono prove concrete dell’esistenza di un aldilà. Tuttavia, come sottolinea la psicologa Natasha Tassell-Matamua della Massey University in Nuova Zelanda, hanno un impatto psicologico significativo.

Conclusioni

Gli spiriti hanno affascinato l’umanità per millenni, permeando le nostre culture, le nostre credenze e le nostre storie. Sebbene le concezioni di spiriti possano variare enormemente da una cultura all’altra, ciò che rimane costante è la loro influenza sulle vite umane e sulle pratiche spirituali.

Nel corso della storia, gli spiriti sono stati venerati come guardiani dei luoghi, delle persone e delle tradizioni. Sono stati invocati per guida, protezione e saggezza, e spesso rappresentano connessioni profonde con la natura, gli antenati e il divino. Attraverso rituali, preghiere e pratiche spirituali, le persone hanno cercato di entrare in contatto con gli spiriti per ottenere consigli, guarigione o protezione.

Tuttavia, gli spiriti non sono sempre stati considerati benigni. Nelle mitologie e nelle tradizioni di molte culture, ci sono anche spiriti oscuri, demoni o entità malvagie che portano sfortuna o danni. Questi spiriti richiedono spesso propiziazione o esorcismo per allontanare la loro influenza negativa.

Immagine solo rappresentativa di uno spirito
Immagine solo rappresentativa di uno spirito

Oggi, mentre molte persone nelle società moderne si sono allontanate dalle pratiche spirituali tradizionali, l’interesse per gli spiriti persiste. Le pratiche di connessione con gli spiriti possono assumere forme diverse, come la meditazione, il lavoro energetico o la ricerca della spiritualità personale. Alcuni cercano di riconnettersi con gli spiriti della natura, mentre altri esplorano gli spiriti degli antenati o cercano guide spirituali per il loro cammino personale.

Indipendentemente dalle credenze personali, gli spiriti rimangono una parte importante del tessuto della nostra esperienza umana. Possono essere visti come archetipi simbolici, manifestazioni dell’inconscio collettivo o semplicemente come parte integrante dell’esperienza umana della spiritualità. Qualunque sia la nostra comprensione degli spiriti, la loro presenza continua a ispirare meraviglia, riflessione e ricerca di significato nelle nostre vite.

Tuttavia, nonostante gli sforzi di molti ricercatori nel campo del paranormale, la Scienza non è ancora in grado di fornire risposte definitive. La mancanza di prove empiriche riproducibili rende difficile per la comunità scientifica accettare pienamente l’esistenza degli spiriti.

Ma forse, in ultima analisi, la verità sugli spiriti è una questione di fede personale. Per alcuni, credere negli spiriti offre conforto, un senso di continuità oltre la vita terrena, o semplicemente un senso di meraviglia verso l’ignoto. Per altri, il mondo naturale e ciò che può essere compreso attraverso la Scienza e la logica offre abbastanza mistero e meraviglia.

Quindi, mentre la discussione sugli spiriti continua, è importante rispettare le diverse credenze ed esperienze di molti credenti. Che si creda o meno negli spiriti, il dialogo e l’apertura mentale possono solo arricchire la nostra comprensione del mondo e della nostra posizione in esso. In un universo così vasto e misterioso, c’è sicuramente spazio per il mistero degli spiriti.

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