Fantasmi nell'Antica Roma
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Fantasmi nell’antica Roma

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Parentes, gli Spiriti degli antenati

Un’altra categoria spirituale erano i Parentes. Questi erano gli spiriti degli antenati, spesso venerati in modo particolare, con riferimento alla madre (Parentes Materni) e al padre (Parentes Paterni). Questi spiriti degli antenati rappresentavano un ponte tra le generazioni passate e presenti, e le famiglie li onoravano per ricevere la loro guida, la benedizione e il sostegno nelle sfide della vita quotidiana.

L’etimologia del termine Parentes deriva dal latino parere, che significa apparire o manifestarsi. Questo nome riflette la credenza romana che gli spiriti dei defunti apparissero e interagissero con i vivi, specialmente con i membri della loro famiglia. La presenza dei Parentes era considerata benefica per la famiglia e il suo benessere, e quindi doveva essere onorata e rispettata. Erano erano considerati spiriti benevoli che continuavano a vegliare sulla famiglia dopo la morte. Erano gli antenati, i genitori, i nonni e gli altri membri della famiglia che erano deceduti.

La venerazione dei Parentes aveva luogo principalmente all’interno della casa. Ogni famiglia romana aveva un piccolo altare domestico o uno spazio dedicato agli spiriti degli antenati, noto come lararium. Questo spazio sacro ospitava piccole statue o ritratti dei Parentes defunti. Durante questi rituali, i membri della famiglia potevano rendere omaggio ai Parentes attraverso preghiere, canti, offerte di cibo, vino e incenso. L’obiettivo era mantenere una connessione spirituale con gli antenati e chiedere la loro protezione e la loro guida nella vita quotidiana. Questi rituali erano spesso condotti dal capofamiglia, che fungeva da ponte tra i vivi e i Parentes.

Raffigurazione di Parentalia
Raffigurazione di Parentalia

Inoltre, vi erano feste dedicate ai Parentes che rappresentavano momenti di particolare importanza nella vita familiare. Si chiamavano Parentalia, durante le quali le famiglie commemoravano e onoravano i loro defunti, e i caristia, in cui si celebrava l’unità familiare e si offrivano ringraziamenti agli spiriti degli antenati.

Parentalia, la venerazione degli antenati

Come già accennato, la Parentalia era una festa romana dedicata alla venerazione degli antenati e dei defunti, rappresentando uno degli aspetti più significativi della religione e delle credenze romane nell’antichità. Questa festività aveva una durata di nove giorni e aveva lo scopo di commemorare e onorare gli spiriti dei defunti, sia come individui che come parte di una comunità familiare più ampia. La Parentalia era un periodo di profonda riflessione sulla vita e sulla morte, e rappresentava il legame tra le generazioni passate e presenti. Questo culto degli antenati si rifletteva nel termine latino manes, che si riferiva agli spiriti dei defunti.

La Parentalia iniziava il 13 febbraio e durava fino al 21 febbraio, con un’importante interruzione il 21 febbraio quando si celebravano le Feralia, una festa dedicata a tutti i defunti in generale. Durante la Parentalia, le famiglie romane si dedicavano a una serie di pratiche religiose, tra cui visite ai sepolcri degli antenati, offerte di cibo, bevande e fiori, e cerimonie di purificazione.

Feralia

Uno dei rituali principali della Parentalia era la visita ai sepolcri degli antenati. Le famiglie portavano sui sepolcri o in altri luoghi sacri, le offerte e libagioni per gli spiriti dei defunti, perché si credeva che spiriti si nutrissero delle essenze spirituali delle offerte. Le cerimonie di purificazione, con acqua e incenso, avevano invece lo scopo di assicurare che gli spiriti dei defunti fossero accolti con rispetto e buona volontà. Si usavano per purificare il luogo sacro. I sepolcri erano illumnati da lampade e decorati con i fiori, motivo per cui ancora oggi ci sono lampade votive sulle lapidi ed esiste l’usanza di portare omaggi floreali sulle tombe dei nostri cari defunti. In epoca romana, lampade e fiori, avevano lo scopo di creare un ambiente di rispetto e onore per gli spiriti dei defunti.

Ma Parentalia era molto più di un semplice rito religioso, perché era anche un momento di riflessione sulla continuità delle generazioni, un’occasione per riconoscere i contributi degli antenati e per ringraziarli per il bene che avevano portato alle famiglie. Era anche un momento in cui i legami familiari e comunitari venivano rafforzati attraverso la condivisione di cibi e di traduzuibu.

La differenza tra Parentalia e Feralia è che se la prima aveva lo scopo principale di venerare gli antenati e di rafforzare il legame tra i vivi e i manes della propria famiglia, la seconda era principalmente dedicata alla venerazione dei manes, gli spiriti dei defunti in generale, per placare e onorare tutti gli spiriti dei defunti, non necessariamente quelli legati a quella specifica famiglia.

Silvanali e Silvani, gli spiriti della natura

I Silvanali sono spiriti legati alla foresta e alla natura nell’antica mitologia romana. Essi sono spesso confusi con i Silvani, spiriti protettori delle foreste, ma i Silvanali sono un gruppo di divinità minori che rappresentano aspetti specifici della vita nella natura selvaggia. Il loro nome deriva da Silva, che in latino significa foresta, sottolineando la loro connessione con gli ambienti boscosi.

La differenza tra Silvanali e Silvani è che i primi erano spiriti minori o divinità minori che avevano ruoli specifici e specializzati all’interno dell’ambito delle foreste. Ogni Silvanale era associato a un aspetto particolare della vita nella foresta o delle attività umane legate ad essa (ad esempio, c’erano Silvanali legati alla caccia, alla raccolta di erbe medicinali e ad altri aspetti della vita selvaggia); mentre i secondi erano spesso descritti come spiriti eterei o divinità della natura che incarnavano lo spirito della foresta.

Queste entità erano venerate principalmente nelle aree rurali, dove la dipendenza dalla foresta per risorse come legna da ardere, caccia e raccolta di cibo era significativa. La gente faceva loro offerte e preghiere per garantirsi una caccia abbondante, il successo nella raccolta di erbe medicinali o la protezione contro i pericoli della foresta. Le offerte potevano includere libagioni di vino, cibi o oggetti simbolici legati agli attributi specifici di ciascuno spirito.

Una Naiade o Hylas con una ninfa di John William Waterhouse (1893) - Pubblico dominio
Una Naiade di John William Waterhouse (1893)

Oltre ai Silvani che proteggevano le foreste, c’erano anche altri spiriti a protezione di specifiche aree naturali, come ad esempio le Naiadi (ninfe delle acque) e le Camene (ninfe delle sorgenti). Questi spiriti e divinità formavano un pantheon complesso che incanalava la sacralità della natura in vari aspetti della vita quotidiana.

Con l’ascesa del cristianesimo nell’Impero Romano e la successiva conversione della popolazione, la venerazione dei Silvanali e degli altri spiriti legati alla natura diminuì progressivamente. La cristianizzazione portò a una sostituzione delle antiche credenze e pratiche religiose con quelle cristiane.

Strigi, gli Spiriti demoniaci della notte

Le Strigi erano creature leggendarie dell’antica Roma, spesso associate a credenze sulla magia nera, il male e l’occultismo. Questi esseri misteriosi avevano una reputazione oscura e incutevano timore nella società romana. Il termine Strigi è stato utilizzato per designare creature notturne, spesso demoniache, che si dicevano divorassero bambini e animali e si nutrissero del sangue delle loro vittime. La parola Strige potrebbe derivare dalla parola latina striga, che significa gufo o uccello notturno. Questo collegamento tra le creature notturne e gli uccelli notturni potrebbe spiegare l’associazione con creature simili a streghe o vampiri.

Ercole uccide gli uccelli di Stinfalo di Albrecht Dürer (c. 1600) - Wikimedia Commons
Ercole uccide gli uccelli di Stinfalo di Albrecht Dürer (c. 1600)

Ho deciso di includere queste creature tra i fantasmi dell’antica Roma, perché la loro manifestazione si diceva fosse spiritica prima che fisica. Erano spesso descritte come esseri femminili, anche se la loro forma esatta variava nelle leggende. Potevano apparire come donne vecchie e brutte, ma potevano anche trasformarsi in uccelli rapaci, come gufi o avvoltoi. Questa abilità di cambiare forma era tipica di molte credenze legate alle Strigi. Il cambiamento in un uccello notturno era visto come un segno distintivo delle Strigi, spesso utilizzato per spaventare le persone.

Si credeva che queste entità si nascondessero nell’oscurità e usassero i loro poteri malefici durante la notte. A causa del terrore associato a queste creature, la società romana aveva diverse pratiche e rituali per proteggersi, come l’uso di amuleti, incantesimi e preghiere per allontanarle. Indubbiamente la credenza in questo tipo di entità ha influenze dai miti e dalle leggende greche, in particolare dalle Lamie, che erano anche considerate esseri demoniaci notturni.

Umbrae, i Fantasmi affamati

Le Umbrae, conosciute anche come ombre, rappresentavano gli spiriti dei defunti che, per vari motivi, ritornavano al mondo dei vivi, soprattutto quelli che erano morti di fame. Questi fantasmi potevano anche essere chiamati con altri nomi: imagines, species, e immanes (senza forma). Gli Umbrae non erano né benevoli né malevoli, ma la loro interpretazione poteva variare a seconda di come si manifestavano a una persona.

Se uno spirito appariva in sogno, era solitamente considerato di buon auspicio. Questo era particolarmente vero se lo spirito apparteneva a una persona cara e, soprattutto, se trasmetteva informazioni importanti, come la posizione di un testamento o la collocazione di oggetti di valore che la famiglia riteneva persi. Al contrario, se lo spirito di uno sconosciuto appariva in sogno, questo era considerato un segno di cattivo auspicio.

Esempio di Umbrae

Peggio ancora, se uno spirito appariva a una persona mentre era sveglia, ciò veniva interpretato come una sorta di ossessione o punizione per qualche atto errato compiuto dalla persona in vita. In tali casi, era necessario esaminare le azioni passate, come trascurare un rito funebre, e cercare di fare ammenda.

Gli Umbrae venivano onorati durante le festività dei Feralia e delle Lemuria, ma per garantire la propria protezione, le persone indossavano amuleti e ciondoli o li posizionavano sugli stipiti delle porte o nelle stanze al fine di placare questi spiriti e tenerli a distanza.

Oltre ai sogni, le Umbrae potevano manifestarsi quando le torce venivano accese durante la serata o quando venivano spente al mattino. La forma più comune di apparizione era quella di un essere umano, che potesse essere un parente o uno sconosciuto, in cerca di assistenza per risolvere questioni irrisolte o vendicare torti subiti. Queste richieste potevano includere la localizzazione del proprio cadavere e la sua degna sepoltura, la manutenzione della tomba o la consegna dell’assassino alla giustizia.

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