Clara Germana Cele © Archeus
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L’esorcismo di Clara Germana Cele

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Il primo esorcismo di Clara Germana Cele

I rituali e le procedure adottati seguirono il Titulus X (che cinematograficamente nel film Dracula di Bram Stoker di Francis Ford Coppola del 1992, viene letto dal personaggio di Van Helsing) e il Rituale Romanum, la cui prima edizione risale al papato di Paolo V (nato Camillo Borghese, 1550-1621) nel 1619. Questi sembravano adatti poiché Germana manifestava tutte e tre le principali indicazioni di possessione stabilite nella sezione “Sull’Esorcismo dei Demoni Possessori”: l’uso di una lingua sconosciuta, la conoscenza di cose nascoste e una forza fisica molto al di sopra delle aspettative.

Per approfondire i rituali di esorcismo: Il potere dei Rituali di Esorcismo: come liberarsi dalle energie negative

Sopra, Van Helsing interpretato da Anthony Hopkins nel film Dracula di Bram Stoker. Sotto, il Titulus X che il personaggio sta leggendo.
Sopra, Van Helsing interpretato da Anthony Hopkins nel film Dracula di Bram Stoker. Sotto, il Titulus X che il personaggio sta leggendo.

Ma padre Hörner dimenticava alcuni aspetti. Ad esempio, l’indiki nuisance non viene menzionato. Si tratta di un fenomeno di possessione spiritica che si diffuse nelle comunità Zulu tra il 1894 e il 1914, in cui alcune giovani donne si dichiararono «possedute dallo spirito di una persona defunta». Le conoscenze sulle prospettive africane riguardo alla malattia mentale tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo erano limitate, ma ci fu un approfondimento nella ricerca sulla storia sociale della salute mentale nel Natal e nello “Zululand”, focalizzato su un fenomeno specifico, ovvero “l’epidemia” di possessione spiritica, che avvenne proprio durante quel periodo, rivelando che le concezioni africane sulla malattia mentale stavano attraversando cambiamenti significativi, adattandosi alle nuove realtà imposte dal colonialismo, dal cristianesimo e dall’introduzione dell’economia monetaria. Inoltre, emergeva che le strategie africane per affrontare la salute mentale non erano sempre così aperte ed inclusive come talvolta suggerito da alcuni studiosi.

Invariabilmente, lo spirito possessore in questi casi di rilievo era quello di qualcuno della comunità, solitamente un parente, mentre i demoni a St. Michael si conformavano in ogni aspetto agli angeli caduti o agli spiriti maligni satelliti di Satana, come comunemente concepito nella storia della Chiesa cattolica.

La possessione di Germana mostrava tutte e tre le principali indicazioni di possessione descritte nella sezione del Rituale “Sullo Scongiuro dei Demoni Possidenti”. Queste sono l’uso di una lingua sconosciuta; la conoscenza di fatti o cose sconosciute; e una forza fisica molto al di sopra di quanto ci si potrebbe aspettare.

Esempi del primo tipo abbondano nel resoconto di padre Hörner. Infatti, poco prima che si eseguisse l’esorcismo, il sacerdote ricorda che:

«all’improvviso, Germana iniziò a cantare una canzone tedesca scherzosa, “Ach wennesnur immer so bliebe hier unter dem wechselndem Mond…”. Dopo il primo verso ne aggiunse altri due di sua composizione, pieni di spirito e umorismo, in perfetto tedesco. Apparentemente conosceva solo poche parole di tedesco apprese dalle suore e dai fratelli, e durante tutto ciò che seguì comprese altre lingue che non aveva mai imparato, incluso il polacco. E continua: Era ovvio che comprendeva tutte le preghiere in latino e l’esorcismo nel Rituale Romano, veniva studiato a scuola. Rispondeva correttamente in zulu (la sua lingua madre) a tutte le domande poste in latino; correggeva la pronuncia difettosa in latino e altri errori; recitava intere frasi in latino, dicendo: So tutto quello che state leggendo nel vostro libro, non ho bisogno di alcun libro.»

Immagine rappresentativa di una missione di evangelizzazine in Africa nei primi del Novecento
Immagine rappresentativa di una missione di evangelizzazione in Africa nei primi del Novecento

Riguardo la chiaroveggenza, Clara Germana Cele avrebbe affermato che il Vescovo Vicario Generale fosse seduto al suo tavolo a Durban scrivendo una lettera per il Baba di St. Michael (Baba è un termine colloquiale che significa “padre” o “anziano”), concedendo il permesso e il pieno potere per gli esorcismi. E quando, durante l’esorcismo, uno dei sacerdoti fu chiamato ad andare via, non solo confermò che ciò avveniva per assistere un bambino malato (di cui padre Hörner negò di sapere), ma fu in grado di nominare il nome del bambino ragazzo e il suo kraal (una comunità rurale).

Come faceva Clara Germana Cele a sapere queste cose? La risposta è molto semplice. Glielo avevano riferito altre due ragazze considerate possedute e, pensate un po’, anche loro a causa di un patto con il Diavolo. Una di queste si chiamava Monika Mdhledshe, diciannovenne o ventenne che, come Germana, fu posseduta due volte, per aver nuovamente stretto un nuovo patto con il Diavolo nel marzo 1907. Questa storia dei patti con il Diavolo assumeva sempre di più una connotazione giocosa, come se le ragazze, sicuramente con problemi psicologici evidenti, fossero affascinate dalla figura di Satana appresa durante l’evangelizzazione. Ma vi era anche una terza ragazza posseduta, si chiamava Engelberta, anche lei affermava di aver stretto un patto con il Diavolo.

Il primo esorcismo di Clara Germana Cele si svolse nella cappella della missione dal mattino fino a mezzogiorno, poi dalle tre del pomeriggio fino a tarda notte. Alla fine rimasero presenti tre sacerdoti, tre monaci, quattordici suore e centocinquanta abitanti della stazione missionaria che pregavano anche fuori dalla cappella. Germana si riprese nei giorni seguenti e tornò a frequentare la scuola.

La seconda possessione di Clara Germana Cele

Nonostante Clara Germana Cele sembrava essere tornata in sé, dopo poco mesi ricominciò a comportarsi in maniera sospetta. Durante una confessione con padre Hörner, la ragazza rivelò di aver nuovamente stretto un patto con il Diavolo. Ora capite che la storia è abbastanza bizzarra: o questa ragazza aveva qualche serio problema o il sacerdote le inculcava idee discutibili.

Ma proprio gli avvenimenti della seconda possessione, padre Hörner sottolinea che il suo resoconto si basa su “Appunti Originali” ottenuti da testimoniaze e che non era stato partecipe a nessuno dei fatti raccontati. Né specifica chi li abbia redatti. Ci ricorda piuttosto che ha avuto l’opportunità per altri dodici anni (fino al 1920), di vedere e parlare con centinaia e centinaia di testimoni oculari e uditivi, sacerdoti, frati, suore, bambini, adulti e cristiani provenienti anche da fuori zona. Essendo simili agli avvenimenti della prima possessione, ritiene che differiscono principalmente nell’intensità, un’intensità creata, si lascia sospettare, da ciò che si celava dietro quei strani silenzi nel primo esorcismo, imposti dal prete, o dal demone, o dallo stesso padre Hörner nel suo racconto.

Immagine solo rappresentativa generata da AI © Archaeus
Immagine solo rappresentativa generata da AI © Archaeus

E ancora una volta, Germana levitò, questa volta a dieci piedi d’altezza (tre metri),anche di fronte ai suoi compagni di classe. Il suo viso si gonfiava, poi il petto, poi lo stomaco. Il suo collo diventava lungo come quello di un cigno, i suoi occhi brillavano come fuoco. Ringhiava, digrignava i denti, grugniva, abbaiava, emetteva un suono continuo basso ma forte, un ruggito simile a una bestia selvaggia. Spesso tutti questi suoni si facevano udire insieme, in un concerto diabolico proveniente dall’inferno.

La seconda possessione coinvolse Germana e la sua stretta amica Monika Mdhledshe. E fu proprio Monika a fornire i primi indizi riguardo alle “cose nascoste” che Germana rivelava. La diciannovenne Monika era «di corporatura robusta, laboriosa e obbediente, ma molto riservata». Pochi giorni prima che padre Hörner lasciasse la missione, non aveva detto quasi nulla. Poi, «all’improvviso la taciturna Monika cominciò a ridere forte e disse in zulu: “O nina zilima (oh semplici), pensate che il Baba sia andato a Himmelberg e tornerà domani. Non tornerà per molto tempo; domani andrà a Umzindo e Durban, poi salirà a bordo della nave e il giorno seguente partirà navigando oltremare diretto a Roma». Urlava così forte che Germana l’avrebbe sicuramente sentita. Non a caso quest’ultima divenne più specifica nelle “cose nascoste” che riferiva.

Parlava in nome di Satana

Edmund Obrecht
Edmund Obrecht

Quello che mi ha colpito del resoconto di padre Hörner è che man mano che passava il tempo e più il racconto si arricchiva di demoni molto precisi nelle loro previsioni. Monika disse: «Proprio ora il Baba (padre Hörner) è arrivato a Roma. Ha nominato una strada e il numero di una casa in cui è entrato. Un altro si unirà a lui lì, e stanno facendo un buon lavoro». Poi Germana, avendo udito il vociare di Monika, iniziò anche lei a parlare con voce alta come fosse un predicatore, iniziando a ripetere le “Affermazioni Terribili”, ma prima parlò di molte cose riguardanti la missione di St. Michel e di altri luoghi lontani.

Nominò persone, sia nativi che europei, e usò i nomi di altri luoghi, dicendo che anche lì i diavoli stavano lavorando, ma i preti non lo sapevano. Era come se fra i “demoni” e padre Hörner si fosse instaurato un dialogo. Germana incalza furiosamente contro l’Abate Edmund Obrecht (1852-1935), che era l’Amministratore Apostolico, chiamandolo con rabbia e sarcasticamente, Edmundi, e chiedendo che venisse lì perché lei aveva molte cose da riferirgli. «Il Vescovo Edmundi, perché non viene? Lo voglio. Non è Germana che parla e fa queste cose, sono io, Satana! Siyozana (ci conosciamo). Lo conosco dall’America, ah, ah, ah, ah. Devo dirgli cose apertamente. Ora è il nostro tempo, mi è permesso da Dio – che odio – di rendere pubbliche certe cose.»

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