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Esorcismo: tra Folclore e Verità, alla Ricerca del Confine tra Reale e Immaginario

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Introduzione

L’atto di allontanare demoni e altre entità spirituali indesiderate da un individuo o da un luogo è noto come esorcismo. Questi rituali hanno una lunga storia, praticati sin dall’antichità come rimedi contro influenze negative o maligne attribuite agli spiriti, ritenuti la causa di malattie, sfortune, problemi personali, ossessioni e possedimenti. Il termine “esorcismo” ha origini nel greco exousia, che significa giuramento, traslato in latino come adjuro (io sconsgiuro). Contrariamente alla concezione comune, esorcizzare non implica semplicemente “scacciare i demoni”, bensì mettere il Diavolo sotto un giuramento o rivolgersi a un’autorità superiore per imporgli di agire in modo contrario ai suoi desideri.

Gesù esorcizza un posseduto
Gesù esorcizza un posseduto

Nel contesto del Cattolicesimo, l’esorcismo è condotto quando la Chiesa, agendo pubblicamente e con autorità nel nome di Gesù Cristo, richiede che una persona o un oggetto siano protetti dal potere maligno e liberati dal suo dominio. In alcune tradizioni culturali, i demoni vengono esorcizzati attraverso metodi che includono rumori forti come gong e campane, e anche attraverso il contatto fisico con la vittima al fine di costringere i demoni ad abbandonare il corpo. In altri casi, i rituali esorcistici implicano l’uso di oggetti sacri, preghiere e comandi, senza ricorrere a misure così estreme.

L’esorcismo è considerato pericoloso per la vittima, per l’esorcista e per gli spettatori, poiché i demoni espulsi possono cercare immediatamente un nuovo ospite, a meno che non siano adeguatamente legati e allontanati.

Riferimenti storici e biblici

Giuseppe Flavio
Giuseppe Flavio

Nella tradizione ebraica, i demoni venivano spesso espulsi confinandoli in oggetti o animali. In un passaggio del Talmud, viene descritta una formula di esorcismo utilizzata per guarire la cecità causata dai demoni, che prevede l’uscita del demone (rappresentato dalla cecità) dalla vittima e il suo ingresso negli occhi di un cane specifico. Tra i riferimenti storici, lo storico ebreo Giuseppe Flavio (in latino Titus Flavius Iosephus) nato Yosef ben Matityahu (ca 37-ca 100 d.C.), nato poco dopo la crocifissione di Gesù, narra le gesta di un famoso esorcista di nome Eliezar (ca 70-79 d.C.). Questo esorcista, secondo Flavio, utilizzava un anello incantato con radici prescritte dal leggendario re Salomone (ca 1011-931 a.C.), tra cui la radice chiamata Baaras, presumibilmente una varietà di radice altamente tossica che emetteva una luce simile alla fiamma e raggi simili a fulmini. Eliezar usava questo anello per scongiurare i demoni, costringendoli ad uscire attraverso il respiro soffiato nelle narici della persona posseduta. Successivamente, i demoni venivano confinati in una ciotola d’acqua e dispersi con il lancio della stessa. Questa pratica rifletteva le credenze dell’epoca, secondo cui molte malattie erano attribuite all’inalazione di demoni.

Nel Nuovo Testamento, Gesù e i suoi discepoli eseguono numerosi esorcismi, come ad esempio la famosa espulsione dei demoni conosciuti come la Legione, i quali vengono inviati da Gesù in un branco di maiali.

30Gesù gli domandò: “Qual è il tuo nome?”. Rispose: “Legione”, perché molti demòni erano entrati in lui.

– Luca 8:30 (CEI 2008)

Secondo i Vangeli e gli Atti degli Apostoli, gli esorcismi erano spesso descritti come pratiche di facile esecuzione: Gesù o i suoi apostoli ordinavano semplicemente allo spirito maligno di andarsene, e il demone obbediva immediatamente. Tuttavia, in un passo del Vangelo di Luca, si narra di un caso in cui i discepoli non riuscirono ad esorcizzare un ragazzo, e solo Gesù riuscì a farlo, rimproverando lo spirito maligno.

38A un tratto, dalla folla un uomo si mise a gridare: “Maestro, ti prego, volgi lo sguardo a mio figlio, perché è l’unico che ho! 39Ecco, uno spirito lo afferra e improvvisamente si mette a gridare, lo scuote, provocandogli bava alla bocca, se ne allontana a stento e lo lascia sfinito. 40Ho pregato i tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti”. 41Gesù rispose: “O generazione incredula e perversa, fino a quando sarò con voi e vi sopporterò? Conduci qui tuo figlio”. 42Mentre questi si avvicinava, il demonio lo gettò a terra scuotendolo con convulsioni. Gesù minacciò lo spirito impuro, guarì il fanciullo e lo consegnò a suo padre. 43E tutti restavano stupiti di fronte alla grandezza di Dio.

– Luca 9:38-43 (CEI 2008)

Gesù raccomandò in un’altra occasione che la preghiera e il digiuno fossero necessari per espellere alcuni demoni.

18Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti”. 

– Marco 9:18 (CEI 2008)

Anche dopo la crocifissione di Gesù, gli apostoli eseguirono esorcismi in nome suo. Tuttavia, Atti 19:13–16 descrive un episodio in cui sette esorcisti ebrei non riuscirono ad espellere i demoni invocando il nome di Gesù e di Paolo, finendo per essere malmenati dall’uomo posseduto. Paolo, in particolare, fu noto per il suo successo come esorcista, tanto che i capi di abbigliamento da lui toccati potevano essere usati per guarire gli afflitti. Inoltre, Atti degli Apostoli al capitolo 16 racconta come Paolo esorcizzò una schiava dotata di uno spirito di divinazione.

16Mentre andavamo alla preghiera, venne verso di noi una schiava che aveva uno spirito di divinazione: costei, facendo l’indovina, procurava molto guadagno ai suoi padroni. 17Ella si mise a seguire Paolo e noi, gridando: “Questi uomini sono servi del Dio altissimo e vi annunciano la via della salvezza”. 18Così fece per molti giorni, finché Paolo, mal sopportando la cosa, si rivolse allo spirito e disse: “In nome di Gesù Cristo ti ordino di uscire da lei”. E all’istante lo spirito uscì. 19Ma i padroni di lei, vedendo che era svanita la speranza del loro guadagno, presero Paolo e Sila e li trascinarono nella piazza principale davanti ai capi della città. 

– Atti degli Apostoli 16:16-19 (CEI 2008)

Nella Chiesa primitiva, tutti i credenti erano considerati capaci di eseguire esorcismi, senza la necessità di una classe speciale di esorcisti o ministri di liberazione. Gli apostoli praticavano esorcismi per coloro che li richiedevano, e dopo la loro partenza, altri continuarono tale pratica. Tuttavia, per avere successo, si riteneva che fosse essenziale essere veri credenti nella fede. Origene, un padre della chiesa, sottolineò che anche le persone più semplici, comprese quelle analfabete, potevano compiere esorcismi.

Mosaico del papa Cornelio nella basilica di Santa Maria in Trastevere (Hugo De Keersmaecker, XII secolo circa)
Mosaico del papa Cornelio nella basilica di Santa Maria in Trastevere

Nel corso del III secolo d.C., la Chiesa iniziò a riconoscere i rischi associati all’esorcismo e cominciò a selezionare e approvare specifici individui per l’incarico di espellere gli spiriti maligni e di guarire attraverso l’imposizione delle mani. Fu in questo secolo che Papa Cornelio (ca 180-253 d.C.) introdusse il termine esorcista come un ordine specifico del clero romano.

Con il passare del tempo, il ministero di liberazione divenne sempre più ristretto e nel periodo medievale, l’esorcismo è stato praticato più come un rituale formale piuttosto che come una preghiera spontanea in risposta a circostanze individuali. I sacerdoti hanno iniziato a fare affidamento su preghiere e procedure standardizzate, spostando l’attenzione principalmente sulla possessione demoniaca.

Il ruolo dell’esorcista è diventato una prerogativa dei preti. L’esorcismo solenne, o esorcismo formale, è diventato un rito liturgico che poteva essere eseguito solo da un sacerdote, e solo su una persona posseduta, con il permesso di un vescovo. Gli esorcismi privati, eseguiti da ministri e laici per affrontare vari problemi legati ai demoni, sono tuttora permessi nella tradizione cattolica.

D’altra parte, le chiese protestanti hanno ridotto o eliminato completamente l’esorcismo. Alcune denominazioni, come i calvinisti, sostengono che l’esorcismo fosse pertinente solo ai primi anni del Cristianesimo. Tuttavia, l’esorcismo viene ancora praticato da alcuni gruppi protestanti, ma sotto il nome di Liberazione.

L’esorcismo ai tempi dell’inquisizione

L’esorcismo, una pratica antica e diffusa in molte culture e religioni, ha assunto un ruolo particolare durante il periodo dell’Inquisizione, soprattutto in relazione alla persecuzione delle streghe. La pratica dell’esorcismo è presente in molte religioni, ma è particolarmente associata al Cristianesimo. Nel 1614, la Chiesa cattolica autorizzò il primo rito ufficiale di esorcismo, istituendo il Rituale Romano. Questo rito era usato per scacciare i demoni che erano causa di malattie e caos.

Una raffigurazione delle pratiche dell'inquisizione spagnola
Una raffigurazione delle pratiche dell’inquisizione spagnola

L’Inquisizione, istituita nel XII secolo, era un’istituzione ecclesiastica fondata dalla Chiesa cattolica. Mediante un apposito tribunale, si indagava per scovare e punire i sostenitori di teorie considerate contrarie al culto cattolico. Tutto quello che andava contro la dottrina cattolica veniva considerato eretico, e quindi punibile.

Durante il periodo dell’Inquisizione, l’esorcismo assunse un ruolo particolare nella persecuzione delle streghe. Le streghe erano spesso accusate di essere possedute dal diavolo e l’esorcismo era visto come un mezzo per liberarle da questa possessione. Tuttavia, la realtà era molto più complessa e spesso brutale.

Le donne accusate di stregoneria erano spesso vittime di tortura e abusi. L’esorcismo era usato come pretesto per giustificare queste azioni. In molti casi, le donne erano costrette a confessare di essere streghe sotto tortura. Una volta confessato, venivano sottoposte a esorcismi violenti e spesso mortali.

Mentre l’esorcismo può avere un ruolo legittimo in alcune tradizioni religiose, l’uso che ne è stato fatto durante l’Inquisizione rappresenta uno dei periodi più oscuri della storia della Chiesa. Oggi, è importante ricordare queste atrocità per garantire che non si ripetano mai più.

In seguito agli abusi dell’Inquisizione, nel 1709 il Vaticano bandì cinque manuali di esorcismo e nel 1725 istituì ulteriori controlli. Alla fine del XIX secolo, papa Leone XIII (Vincenzo G. R. L. Pecci 1810-1903), avrebbe avuto una visione di spiriti demoniaci che cercavano di attaccare Roma. Scrisse una preghiera che oggi è inclusa nel Rituale Romanum e recitò in molte messe, la preghiera a San Michele Arcangelo, in cui si chiede di difenderci nella battaglia e che sia il nostro protettore contro la malvagità e le insidie ​​del demonio. I funzionari della Chiesa divennero scettici sul fatto che la possessione fosse autentica e nei tempi moderni preferirono spiegazioni psicologiche a quelle demoniache. Tuttavia, nel 1972, Papa Paolo VI (Giovanni Battista E. A. M. Montini, 1897-1978) affermò l’esistenza di Satana e i suoi tentativi di pervertire l’umanità.

Gli esorcismi di Papa Giovanni Paolo II

Papa Giovanni Paolo II
Papa Giovanni Paolo II

Papa Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1920-2005) dichiarò nel 1987 che «il diavolo è ancora vivo e attivo nel mondo» e sostenne l’esorcismo. Secondo quanto riferito, eseguì lui stesso tre esorcismi. Il primo risalirebbe al 1978 e si conoscono pochi dettagli. Il secondo fu eseguito il 4 aprile 1982 su una giovane donna di nome Francesca F., che ebbe convulsioni sul pavimento quando fu portata davanti al papa. Wojtyła avrebbe detto: «Domani dirò la Messa per te», e lei sarebbe stata liberata dai demoni. Ho usato il condizionale perché questa storia è stata resa nota solo da padre Gabriele Amorth (1925-2016) per il libro del 2012 Así se vence al demonio (Così si vince il demonio) del giornalista José Maria Zavala. Padre Amorth è noto per i suoi racconti di possessioni ed esorcismi che sbucano dal nulla e di cui non vi è alcuna traccia, ma molti credono che sia tutto realmente avvenuto perché nessuno afferma e nessuno smentisce.

Anche il terzo esorcismo è stato rivelato da Amorth in un’intervista rilasciata a TV2000, un’emittente televisiva italiana controllata dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Questo racconto ha però più dati e nomi di partecipanti. Il noto esorcista ricordò che nel mese di settembre del 2000, una giovane donna di diciannove anni, proveniente da una località vicina a Monza, nel nord dell’Italia, si recò a Roma per una settimana per sottoporsi a un esorcismo condotto da Padre Amorth e dal suo collega e “fratello”, padre Giancarlo Gramolazzo (1945-2010). Le sessioni di esorcismo si svolgevano nelle prime ore del pomeriggio, dal lunedì al giovedì. Così, il mercoledì pomeriggio, la ragazza era impegnata con loro, ma la mattina era libera. Decise quindi di partecipare all’udienza generale con il Papa in Piazza San Pietro.

Quando arrivò, le guardie notarono che il suo comportamento era insolito e la posizionarono in prima fila, vicino ai malati. Poco dopo, mentre il Papa stava impartendo la sua benedizione a una folla di oltre quarantamila pellegrini, la giovane donna iniziò a urlare, manifestando i segni tipici della possessione. Venne così condotta nell’Arco delle Campane, un elemento architettonico significativo situato sul lato sinistro della facciata della Basilica di San Pietro. Il luogo prende il nome dalla sua posizione sotto la cella campanaria della basilica. Questo arco, custodito dalla Guardia Svizzera, funge da ingresso principale alla Città del Vaticano e ai suoi Giardini. L’accesso attraverso questo arco è strettamente regolamentato e richiede l’autorizzazione delle autorità vaticane. L’Arco delle Campane è anche il punto di partenza del Papa quando si dirige all’udienza del mercoledì in a bordo della papamobile. Il Papa esorcizzò la ragazza alla presenza dei suoi genitori, del vescovo Gianni Danzi (Giovanni Danzi, 1940-2007) e di vari uomini della sicurezza che a malapena riuscivano a tenerla.

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