L’atto di allontanare demoni e altre entità spirituali indesiderate da un individuo o da un luogo è noto come esorcismo. Questi rituali hanno una lunga storia, praticati sin dall’antichità come rimedi contro influenze negative o maligne attribuite agli spiriti, ritenuti la causa di malattie, sfortune, problemi personali, ossessioni e possedimenti. Il termine “esorcismo” ha origini nel greco exousia, che significa giuramento, traslato in latino come adjuro (io sconsgiuro). Contrariamente alla concezione comune, esorcizzare non implica semplicemente “scacciare i demoni”, bensì mettere il Diavolo sotto un giuramento o rivolgersi a un’autorità superiore per imporgli di agire in modo contrario ai suoi desideri.

Nel contesto del Cattolicesimo, l’esorcismo è condotto quando la Chiesa, agendo pubblicamente e con autorità nel nome di Gesù Cristo, richiede che una persona o un oggetto siano protetti dal potere maligno e liberati dal suo dominio. In alcune tradizioni culturali, i demoni vengono esorcizzati attraverso metodi che includono rumori forti come gong e campane, e anche attraverso il contatto fisico con la vittima al fine di costringere i demoni ad abbandonare il corpo. In altri casi, i rituali esorcistici implicano l’uso di oggetti sacri, preghiere e comandi, senza ricorrere a misure così estreme.
L’esorcismo è considerato pericoloso per la vittima, per l’esorcista e per gli spettatori, poiché i demoni espulsi possono cercare immediatamente un nuovo ospite, a meno che non siano adeguatamente legati e allontanati.
Riferimenti storici e biblici

Nella tradizione ebraica, i demoni venivano spesso espulsi confinandoli in oggetti o animali. In un passaggio del Talmud, viene descritta una formula di esorcismo utilizzata per guarire la cecità causata dai demoni, che prevede l’uscita del demone (rappresentato dalla cecità) dalla vittima e il suo ingresso negli occhi di un cane specifico. Tra i riferimenti storici, lo storico ebreo Giuseppe Flavio (in latino Titus Flavius Iosephus) nato Yosef ben Matityahu (ca 37-ca 100 d.C.), nato poco dopo la crocifissione di Gesù, narra le gesta di un famoso esorcista di nome Eliezar (ca 70-79 d.C.). Questo esorcista, secondo Flavio, utilizzava un anello incantato con radici prescritte dal leggendario re Salomone (ca 1011-931 a.C.), tra cui la radice chiamata Baaras, presumibilmente una varietà di radice altamente tossica che emetteva una luce simile alla fiamma e raggi simili a fulmini. Eliezar usava questo anello per scongiurare i demoni, costringendoli ad uscire attraverso il respiro soffiato nelle narici della persona posseduta. Successivamente, i demoni venivano confinati in una ciotola d’acqua e dispersi con il lancio della stessa. Questa pratica rifletteva le credenze dell’epoca, secondo cui molte malattie erano attribuite all’inalazione di demoni.
Nel Nuovo Testamento, Gesù e i suoi discepoli eseguono numerosi esorcismi, come ad esempio la famosa espulsione dei demoni conosciuti come la Legione, i quali vengono inviati da Gesù in un branco di maiali.
30Gesù gli domandò: “Qual è il tuo nome?”. Rispose: “Legione”, perché molti demòni erano entrati in lui.
Luca 8:30 (CEI 2008)
Secondo i Vangeli e gli Atti degli Apostoli, gli esorcismi erano spesso descritti come pratiche di facile esecuzione: Gesù o i suoi apostoli ordinavano semplicemente allo spirito maligno di andarsene, e il demone obbediva immediatamente. Tuttavia, in un passo del Vangelo di Luca, si narra di un caso in cui i discepoli non riuscirono ad esorcizzare un ragazzo, e solo Gesù riuscì a farlo, rimproverando lo spirito maligno.
38A un tratto, dalla folla un uomo si mise a gridare: “Maestro, ti prego, volgi lo sguardo a mio figlio, perché è l’unico che ho! 39Ecco, uno spirito lo afferra e improvvisamente si mette a gridare, lo scuote, provocandogli bava alla bocca, se ne allontana a stento e lo lascia sfinito. 40Ho pregato i tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti”. 41Gesù rispose: “O generazione incredula e perversa, fino a quando sarò con voi e vi sopporterò? Conduci qui tuo figlio”. 42Mentre questi si avvicinava, il demonio lo gettò a terra scuotendolo con convulsioni. Gesù minacciò lo spirito impuro, guarì il fanciullo e lo consegnò a suo padre. 43E tutti restavano stupiti di fronte alla grandezza di Dio.
Luca 9:38-43 (CEI 2008)
Gesù raccomandò in un’altra occasione che la preghiera e il digiuno fossero necessari per espellere alcuni demoni.
18Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti”.
Marco 9:18 (CEI 2008)
Anche dopo la crocifissione di Gesù, gli apostoli eseguirono esorcismi in nome suo. Tuttavia, Atti 19:13–16 descrive un episodio in cui sette esorcisti ebrei non riuscirono ad espellere i demoni invocando il nome di Gesù e di Paolo, finendo per essere malmenati dall’uomo posseduto. Paolo, in particolare, fu noto per il suo successo come esorcista, tanto che i capi di abbigliamento da lui toccati potevano essere usati per guarire gli afflitti. Inoltre, Atti degli Apostoli al capitolo 16 racconta come Paolo esorcizzò una schiava dotata di uno spirito di divinazione.
16Mentre andavamo alla preghiera, venne verso di noi una schiava che aveva uno spirito di divinazione: costei, facendo l’indovina, procurava molto guadagno ai suoi padroni. 17Ella si mise a seguire Paolo e noi, gridando: “Questi uomini sono servi del Dio altissimo e vi annunciano la via della salvezza”. 18Così fece per molti giorni, finché Paolo, mal sopportando la cosa, si rivolse allo spirito e disse: “In nome di Gesù Cristo ti ordino di uscire da lei”. E all’istante lo spirito uscì. 19Ma i padroni di lei, vedendo che era svanita la speranza del loro guadagno, presero Paolo e Sila e li trascinarono nella piazza principale davanti ai capi della città.
Atti degli Apostoli 16:16-19 (CEI 2008)
Nella Chiesa primitiva, tutti i credenti erano considerati capaci di eseguire esorcismi, senza la necessità di una classe speciale di esorcisti o ministri di liberazione. Gli apostoli praticavano esorcismi per coloro che li richiedevano, e dopo la loro partenza, altri continuarono tale pratica. Tuttavia, per avere successo, si riteneva che fosse essenziale essere veri credenti nella fede. Origene, un padre della chiesa, sottolineò che anche le persone più semplici, comprese quelle analfabete, potevano compiere esorcismi.

Nel corso del III secolo d.C., la Chiesa iniziò a riconoscere i rischi associati all’esorcismo e cominciò a selezionare e approvare specifici individui per l’incarico di espellere gli spiriti maligni e di guarire attraverso l’imposizione delle mani. Fu in questo secolo che Papa Cornelio (ca 180-253 d.C.) introdusse il termine esorcista come un ordine specifico del clero romano.
Con il passare del tempo, il ministero di liberazione divenne sempre più ristretto e nel periodo medievale, l’esorcismo è stato praticato più come un rituale formale piuttosto che come una preghiera spontanea in risposta a circostanze individuali. I sacerdoti hanno iniziato a fare affidamento su preghiere e procedure standardizzate, spostando l’attenzione principalmente sulla possessione demoniaca.
Il ruolo dell’esorcista è diventato una prerogativa dei preti. L’esorcismo solenne, o esorcismo formale, è diventato un rito liturgico che poteva essere eseguito solo da un sacerdote, e solo su una persona posseduta, con il permesso di un vescovo. Gli esorcismi privati, eseguiti da ministri e laici per affrontare vari problemi legati ai demoni, sono tuttora permessi nella tradizione cattolica.
D’altra parte, le chiese protestanti hanno ridotto o eliminato completamente l’esorcismo. Alcune denominazioni, come i calvinisti, sostengono che l’esorcismo fosse pertinente solo ai primi anni del Cristianesimo. Tuttavia, l’esorcismo viene ancora praticato da alcuni gruppi protestanti, ma sotto il nome di Liberazione.
L’Esorcismo ai tempi dell’inquisizione
L’esorcismo, una pratica antica e diffusa in molte culture e religioni, ha assunto un ruolo particolare durante il periodo dell’Inquisizione, soprattutto in relazione alla persecuzione delle streghe. La pratica dell’esorcismo è presente in molte religioni, ma è particolarmente associata al Cristianesimo. Nel 1614, la Chiesa cattolica autorizzò il primo rito ufficiale di esorcismo, istituendo il Rituale Romano. Questo rito era usato per scacciare i demoni che erano causa di malattie e caos.

L’Inquisizione, istituita nel XII secolo, era un’istituzione ecclesiastica fondata dalla Chiesa cattolica. Mediante un apposito tribunale, si indagava per scovare e punire i sostenitori di teorie considerate contrarie al culto cattolico. Tutto quello che andava contro la dottrina cattolica veniva considerato eretico, e quindi punibile.
Durante il periodo dell’Inquisizione, l’esorcismo assunse un ruolo particolare nella persecuzione delle streghe. Le streghe erano spesso accusate di essere possedute dal diavolo e l’esorcismo era visto come un mezzo per liberarle da questa possessione. Tuttavia, la realtà era molto più complessa e spesso brutale.
Le donne accusate di stregoneria erano spesso vittime di tortura e abusi. L’esorcismo era usato come pretesto per giustificare queste azioni. In molti casi, le donne erano costrette a confessare di essere streghe sotto tortura. Una volta confessato, venivano sottoposte a esorcismi violenti e spesso mortali.
Mentre l’esorcismo può avere un ruolo legittimo in alcune tradizioni religiose, l’uso che ne è stato fatto durante l’Inquisizione rappresenta uno dei periodi più oscuri della storia della Chiesa. Oggi, è importante ricordare queste atrocità per garantire che non si ripetano mai più.




In seguito agli abusi dell’Inquisizione, nel 1709 il Vaticano bandì cinque manuali di esorcismo e nel 1725 istituì ulteriori controlli. Alla fine del XIX secolo, papa Leone XIII (Vincenzo G. R. L. Pecci 1810-1903), avrebbe avuto una visione di spiriti demoniaci che cercavano di attaccare Roma. Scrisse una preghiera che oggi è inclusa nel Rituale Romanum e recitò in molte messe, la preghiera a San Michele Arcangelo, in cui si chiede di difenderci nella battaglia e che sia il nostro protettore contro la malvagità e le insidie del demonio. I funzionari della Chiesa divennero scettici sul fatto che la possessione fosse autentica e nei tempi moderni preferirono spiegazioni psicologiche a quelle demoniache. Tuttavia, nel 1972, Papa Paolo VI (Giovanni Battista E. A. M. Montini, 1897-1978) affermò l’esistenza di Satana e i suoi tentativi di pervertire l’umanità.
Gli esorcismi di Papa Giovanni Paolo II
Papa Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1920-2005) dichiarò nel 1987 che «il diavolo è ancora vivo e attivo nel mondo» e sostenne l’esorcismo. Secondo quanto riferito, eseguì lui stesso tre esorcismi. Il primo risalirebbe al 1978 e si conoscono pochi dettagli. Il secondo fu eseguito il 4 aprile 1982 su una giovane donna di nome Francesca F., che ebbe convulsioni sul pavimento quando fu portata davanti al papa. Wojtyła avrebbe detto: «Domani dirò la Messa per te», e lei sarebbe stata liberata dai demoni. Ho usato il condizionale perché questa storia è stata resa nota solo da padre Gabriele Amorth (1925-2016) per il libro del 2012 Así se vence al demonio (Così si vince il demonio) del giornalista José Maria Zavala. Padre Amorth è noto per i suoi racconti di possessioni ed esorcismi che sbucano dal nulla e di cui non vi è alcuna traccia, ma molti credono che sia tutto realmente avvenuto perché nessuno afferma e nessuno smentisce.




Anche il terzo esorcismo è stato rivelato da Amorth in un’intervista rilasciata a TV2000, un’emittente televisiva italiana controllata dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Questo racconto ha però più dati e nomi di partecipanti. Il noto esorcista ricordò che nel mese di settembre del 2000, una giovane donna di diciannove anni, proveniente da una località vicina a Monza, nel nord dell’Italia, si recò a Roma per una settimana per sottoporsi a un esorcismo condotto da Padre Amorth e dal suo collega e “fratello”, padre Giancarlo Gramolazzo (1945-2010). Le sessioni di esorcismo si svolgevano nelle prime ore del pomeriggio, dal lunedì al giovedì. Così, il mercoledì pomeriggio, la ragazza era impegnata con loro, ma la mattina era libera. Decise quindi di partecipare all’udienza generale con il Papa in Piazza San Pietro.
Quando arrivò, le guardie notarono che il suo comportamento era insolito e la posizionarono in prima fila, vicino ai malati. Poco dopo, mentre il Papa stava impartendo la sua benedizione a una folla di oltre quarantamila pellegrini, la giovane donna iniziò a urlare, manifestando i segni tipici della possessione. Venne così condotta nell’Arco delle Campane, un elemento architettonico significativo situato sul lato sinistro della facciata della Basilica di San Pietro. Il luogo prende il nome dalla sua posizione sotto la cella campanaria della basilica. Questo arco, custodito dalla Guardia Svizzera, funge da ingresso principale alla Città del Vaticano e ai suoi Giardini. L’accesso attraverso questo arco è strettamente regolamentato e richiede l’autorizzazione delle autorità vaticane. L’Arco delle Campane è anche il punto di partenza del Papa quando si dirige all’udienza del mercoledì in a bordo della papamobile. Il Papa esorcizzò la ragazza alla presenza dei suoi genitori, del vescovo Gianni Danzi (Giovanni Danzi, 1940-2007) e di vari uomini della sicurezza che a malapena riuscivano a tenerla.




Il Diavolo e i recenti pontefici
Papa Benedetto XVI (Joseph Aloisius Ratzinger, 1927-2022), che assunse il soglio pontificio nell’aprile 2005, fu più conservatore, ma elogiò gli esorcisti incoraggiandoli a perseguire il loro ministero. Papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio) ha rivelato in un’intervista contenuta nel libro Esorcisti contro Satana. Faccia a faccia col demonio (2023) del giornalista Fabio Marchese Ragona, che il diavolo prova sempre ad attaccare tutti e semina zizzania, anche nella Chiesa, cercando di mettere gli uni contro gli altri.




Nella tradizione cattolica moderna, vengono eseguiti importanti riti di esorcismo in cui a un demone viene ordinato, in nome di Cristo, di lasciare il corpo di una persona posseduta. I riti minori di esorcismo espellono i demoni da un luogo e danno sollievo a una persona che soffre di oppressione demoniaca. Per quanto potente possa essere il demone, alla fine dovrà cedere al potere del Signore. L’esorcista invoca anche tutti i santi, la Vergine Maria e gli angeli, soprattutto l’arcangelo Michele, antico nemico del Diavolo.
Chi sono gli Esorcisti cattolici
Ad eccezione di qualche esorcista solitario, la maggior parte degli esorcisti può eseguire un esorcismo solo previo consenso da parte del vescovo. Nella Chiesa cattolica, la maggior parte dei sacercoti esorcisti fa parte dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti (AIE), fondata nel 1990 da un gruppo di sei sacerdoti, tra i quali padre Gabriele Amorth, padre René Chenesseau (1924-2010), e da padre Jeremy Ponson di Meredyth Davies, conosciuto meglio come padre Jeremy Davies (1935-2022). L’AIE è l’unica ad essere riconosciuta dalla Chiesa. Il riconoscimento, a differenza di quello che si può credere, non riguarda il riconoscimento dell’esistenza della possessione demoniaca, ma perché l’associazione si è finalmente adoperata di psicologi, pischiatri e altre figure mediche che devono essere interpellati prima di decretare una possessione, mentre in precedenza spesso (troppo spesso) l’esorcismo avveniva senza un consulto medico. Ecco il motivo perché i racconti di padre Amorth non si possono prendere tutti in considerazione.
Riti minori di esorcismo, come la liberazione, possono essere condotti da un sacerdote o da un esperto laico di demonologia, previo adeguato addestramento da parte di un sacerdote. Tuttavia, il rito solenne di esorcismo per la possessione può essere effettuato solo da un sacerdote con l’approvazione di un vescovo. Questo rito è parte del Rituale Romanum, originariamente compilato nel 1614 e soggetto a revisioni successive, specialmente dopo il Concilio Vaticano II (1962-1965). Dal 1999, la parte riguardante gli esorcismi è stata inclusa in un nuovo documento di novanta pagine intitolato De Exorcismis et Supplicationibus Quibusdam (Riguardo agli esorcismi e ad alcune suppliche), che include preghiere e passaggi biblici, invocando i demoni a partire nel nome di Gesù Cristo, senza utilizzare il linguaggio medievalmente rozzo per descrivere il Diavolo. Inoltre, anziché chiedere direttamente all’esorcista di comandare ai demoni di lasciare la vittima, ora l’esorcista prega affinché Dio comandi ai demoni di andarsene.

Alcuni esorcisti contemporanei preferiscono utilizzare l’esorcismo come mezzo di diagnosi della possessione, adottando versioni più tradizionali dei riti. Al di fuori del cattolicesimo, sia preti che ministri eseguono la maggior parte degli esorcismi, mentre anche chiaroveggenti e spiritisti a volte si occupano dell’espulsione degli spiriti maligni.
In altre tradizioni religiose e culturali, come quelle non occidentali, gli esorcismi sono condotti da sciamani, adepti e altri figure sacerdotali. Nelle pratiche occulte, gli esorcismi seguono rituali magici. Mentre nel passato europeo era comune utilizzare la violenza fisica, come picchiare o frustare i posseduti, per espellere i demoni, oggi questa pratica è considerata inaccettabile e, sebbene possa ancora avvenire privatamente, è altamente sconsigliata.
Dove avviene l’Esorcismo
Conformemente al Rituale Romanum, l’esorcismo dovrebbe avere luogo in un oratorio, una cappella o una stanza riservata per le preghiere devozionali all’interno di una chiesa. La presenza di testimoni dovrebbe essere limitata. L’ambiente dovrebbe essere dominato dalle immagini del crocifisso e della Vergine Maria. L’esorcista dovrebbe vestire una tonaca, una cotta sacerdotale (un paramento liturgico indossato dai sacerdoti e dai ministranti durante le celebrazioni liturgiche) e una stola viola. Il rito inizia con la benedizione dell’acqua santa e la presentazione del crocifisso alla persona posseduta.
Nel corso della storia, gli esorcismi sono stati condotti in vari contesti e alcuni dei casi più noti, come le possessioni di Loudun, sono stati osservati da un gran numero di persone. Nell’era moderna, gli esorcisti potrebbero condurre i riti nella casa della persona posseduta.

Ci sarebbe un legame particolare tra il demone e il luogo in cui risiede la vittima, spesso la camera da letto o uno spazio personale della casa. Qualsiasi oggetto mobile viene rimosso, come tappeti, lampade, cassettiere, tende, tavoli e bauli, per minimizzare la possibilità di oggetti che il posseduto (o il demone tramite la telecinesi) possa scagliare sui partecipanti all’esorcismo. Solitamente, nella stanza rimarrebbe solo un letto o un divano, accompagnato da un piccolo tavolo per ospitare un crocifisso, una candela, l’acqua santa e un libro di preghiere. Le porte e le finestre vengono chiuse, ma non possono essere bloccate perché l’aria deve poter circolare nella stanza. Le porte devono essere tenute coperte, anche se aperte, per impedire alle forze maligne all’interno della stanza di influenzare l’area circostante. Gli esorcisti moderni utilizzano anche un piccolo registratore per documentare la procedura, ma la Chiesa proibisce la registrazione video degli esorcismi per proteggere la privacy.
Personalmente non credo che il veto sulle registrazioni video sia esclusivamente per proteggere la privacy delle famiglie perché, soprattutto oggi, è possibile celare i volti e alterare le voci. Non sarebbe più efficace sugli scettici per far ricredere sulla reale possessione e sul potere di Gesù Cristo? Ma sicuramente sto dimenticando l’atto di fede.

L’esorcista è coadiuvato da uno o due altri sacerdoti, che vigilano sull’esecutore dell’esorcismo, cercando di mantenerlo concentrato sul compito e di non lasciarsi distrarre dalle eventuali manipolazioni dei demoni. Se necessario, i supporters forniscono anche assistenza fisica, come ad esempio nel caso in cui il prete esorcista si dovesse sentire poco bene o sentirsi stanco e debole o, addirittura, se dovesse morire durante il rituale; in questo caso un assistente prenderebbe il suo posto. Ma la morte durante un esorcismo l’abbiamo vista solo nel capostipite del genere cinematografico, L’Esorcista (The Exorcist) del 1973, diretto da William Friedkin (1935-2023) e sceneggiato e prodotto dall’autore del romanzo da cui è tratto il film, William Peter Blatty (1928-2017).
Altri aiutanti possono includere un medico e membri della famiglia. Ognuno deve essere fisicamente robusto e relativamente puro al momento dell’esorcismo, in modo che il Diavolo non possa sfruttare i loro peccati nascosti come arma contro l’esorcismo. Gli assistenti non devono essere indeboliti o sopraffatti da comportamenti e linguaggio volgare, dall’a’eventuale presenza di sangue, feci e urina. Devono essere in grado di ignorare gli insulti personali ed essere pronti a rivelare i loro segreti personali più intimi che il demone potrebbe sapere. Negli esorcismi non cattolici, i rituali possono essere condotti nella casa della vittima, in una chiesa o in un luogo sacro. In alcuni esorcismi pentecostali e carismatici, intere congregazioni partecipano all’espulsione dei demoni.

Come avviene un esorcismo
La preghiera e le direttive sono elementi fondamentali dell’esorcismo. I rituali cattolici sono tra i più strutturati. Altri rituali possono includere l’imposizione delle mani e l’uso di fumi intensi per allontanare i demoni. I sacerdoti indù, ad esempio, possono utilizzare tecniche come soffiare fumo di sterco di mucca, bruciare escrementi di maiale, strappare i capelli a se stessi o alla vittima, premere sale tra le dita, usare monete di rame, recitare mantra o preghiere, tagliare i capelli della vittima e bruciarli, o mettere una fascia blu intorno al collo della vittima per esorcizzare gli spiriti maligni. In alternativa, l’esorcista può offrire dolci o altri regali se lo spirito abbandona la vittima. I primi puritani si affidavano unicamente alla preghiera e al digiuno.
Nel passato, così come oggi, gli esorcismi possono includere il maltrattamento fisico di una persona malata per costringere il demone a lasciare il corpo, o il lancio di pietre contro la persona posseduta. Nel 1966, i membri di una setta estremista a Zurigo, in Svizzera, uccisero ritualmente una giovane ragazza perché era considerata “la sposa del diavolo”.
Conoscere i nomi dei demoni
Gli esorcismi cattolici implicano solo l’uso della preghiera e dei sacramenti. L’esorcista chiede di conoscere il nome del demone e il momento della sua partenza. I demoni raramente agirebbero da soli, quindi una persona può essere posseduta da uno o più demoni. Inizialmente resistono e la resistenza può durare mesi o addirittura anni, richiedendo più rituali di esorcismo. Raramente un individuo viene liberato dall’influenza demoniaca con un singolo esorcismo, ma nei tanti racconti di padre Amorth troviamo sia liberazioni da un singolo esorcismo, sia esorcismi duranti anni, addirittura uno sarebbe durato più di sedici anni.

Conoscere i nomi dei demoni è utile ma non è essenziale per la riuscita di un esorcismo. I demoni sono noti per essere bugiardi e si prevede che forniscano nomi falsi. A volte verrebbero dati i nomi di demoni potenti e importanti, persino Satana e Lucifero. Alcuni nomi sembrano privi di senso e talvolta i demoni potrebbero dare nomi di persone famose per la loro malvagità, come Hitler. Questo riferimento è all’esorcismo di Anneliese Michel (1952-1976), noto anche come caso Klingenberg, diventato famoso con il film The Exorcism of Emily Rose del 2005 diretto da Scott Derrickson.
La violenza spesso domina un esorcismo su possessione demoniaca. Si racconta di mobili che sbattono, si rompono, oppure levitano; ondate di caldo e freddo che si riverserebbero nella stanza; e grida terribili provenire dalla vittima, che potrebbe anche levitare. Spesso la vittima soffre di vero dolore fisico e angoscia e deve essere trattenuta da assistenti, che sono altri esorcisti e laici. I “demoni” sputano, vomitano e svolgono anche altre funzioni corporee più disgustose. Si ritraggono quando vengono aspersi con acqua santa o toccati da un crocifisso. Spiritualmente, il demone e l’esorcista si impegnano in battaglia. Mentre il demone scaglia invettive, l’esorcista ribatte con le più forti richieste di allontanamento dell’essere immondo, giurando dolore e punizione se non dovesse ottemperare. I demoni, tuttavia, non verrebbero mai insultati perché sono angeli caduti e possiedono grande intelligenza e saggezza.
Le fasi dell’Esorcismo
Secondo il presbitero e teologo irlandese (naturalizzato statunitense) Malachi Brendan Martin, talvolta noto con lo pseudonimo di Michael Serafian (1921-1999), non ci sono due esorcismi identici, ma in generale tendono a seguire le seguenti fasi:
- Rilevamento: L’esorcista e gli assistenti percepiscono la presenza di un’entità o sensazione estranea.
- Mascheramento: Lo spirito maligno tenta di presentarsi e comportarsi come la vittima, cercando di essere percepito come la stessa persona. Il primo compito dell’esorcista è rompere questo mascheramento e scoprire la vera identità del demone. Identificare il demone è il primo passo cruciale.
- Punto di svolta: Il momento in cui il mascheramento del demone crolla finalmente in una scena di panico e confusione estrema, accompagnata da un crescendo di abusi, visioni terrificanti, rumori e odori. Il demone inizia a parlare della vittima posseduta in terza persona invece che come se stesso.
- La voce: Anche questo è un segno del punto di svolta, la voce è babelica, e deve essere silenziata affinché l’esorcismo possa procedere.
- Conflitto: Quando la voce si spegne, c’è una pressione enorme, sia spirituale che fisica, mentre il demone si scontra con la “volontà del Regno”. L’esorcista, impegnato nella lotta con il demone, esorta l’entità a rivelare ulteriori informazioni su se stessa mentre la sacra volontà dell’esorcista inizia a prevalere. Esiste un legame diretto tra l’entità e il luogo, poiché ogni spirito desidera avere un luogo. Per tali spiriti, l’abitazione di una vittima vivente è preferibile all’Inferno.
- Espulsione: In un supremo trionfo della volontà di Dio, lo spirito se ne va nel nome di Gesù e la vittima viene guarita. Tutti i presenti sentono la Presenza dissiparsi, a volte con rumori o voci che si allontanano. La vittima potrebbe ricordare l’esperienza o non avere alcuna memoria di cosa sia successo.

I demoni vengono allontanati quando scelgono di partire volontariamente o sono obbligati a farlo attraverso la potenza del rituale. Sperimentano il tormento delle preghiere e dei sacramenti. A volte, i demoni di alto livello si rifiutano di partire a meno che non siano espulsi da un arcangelo. Se Dio invia un angelo, si svolge una battaglia invisibile tra l’angelo e il demone, causando grande disagio alla vittima fino alla sua conclusione. Il successo dell’esorcismo dipende anche dal cambiamento della vittima, in termini di frequenza di partecipazione alla Chiesa e di condotta appropriata. Una volta espulsi, i demoni non possono ritornare a meno che la vittima non li inviti espressamente a farlo (come nel caso di Clara Germana Cele, ca 1890-1913), anche in modo inconsapevole.
Leggi anche:
L’Esorcismo di Clara Germana Cele
L’Esorcismo nel Cristianesimo
Nelle tradizioni cristiane, l’esorcismo è un rituale progettato per espellere demoni, spiriti maligni o il diavolo da un corpo umano, basato sulla convinzione che queste entità possano prendere possesso di un corpo e rimanere al suo interno fino a quando non sono costrette a lasciarlo. Tuttavia, la maggior parte degli esorcisti sono membri del clero cattolico romano; la Chiesa ha stabilito procedure, aggiornate nel 1999, per esorcizzare i demoni. Secondo queste procedure, gli esorcisti iniziano il loro lavoro con preghiere, una benedizione e il segno della croce; poi aspergono l’acqua santa sulla persona presumibilmente posseduta e, mentre denunciano Satana e gli ordinano di lasciare il corpo, impongono le mani sulla persona.
L’intero rituale viene insegnato in un’università vaticana, la Pontificia Università Regina Apostolorum a Roma, utilizzando un libro vaticano intitolato Rito degli esorcismi e preghiere per circonstanze particolari (Rituale romano riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico vaticano II e promulgato da Papa Giovanni Paolo II) nella sua più recente versione pubblicata nel 2001.

A partire dal 2004, circa centoventi studenti all’anno hanno ricevuto questa istruzione. I primi esorcisti cristiani ufficiali apparvero intorno al 250 d.C., quando il rituale di esorcismo veniva regolarmente condotto prima di battezzare qualcuno. Ben presto, però, venne utilizzato solo in quelli che i cristiani ritenevano fossero chiari casi di possessione demoniaca. Prima del XV secolo, alle streghe e agli ecclesiastici veniva talvolta chiesto di eseguire tali rituali, ma tra il XV e il XVII secolo, le streghe venivano spesso accusate di causare possessioni demoniache invece di chiederle di porvi fine. Durante questo periodo, i preti cattolici romani iniziarono a essere visti come gli unici in grado di porre fine alla sofferenza delle vittime eseguendo esorcismi, e la Chiesa, quindi, sviluppò un rito ufficiale per la procedura.
Nel XVI secolo anche la Chiesa d’Inghilterra usò questo rito, ma nel 1603 decise di vietare ai suoi sacerdoti di agire come esorcisti. Questa decisione è stata presa perché diversi sacerdoti sono stati sorpresi a inscenare falsi esorcismi nel tentativo di guadagnare fama e/o ricevere doni dalle famiglie riconoscenti dei propri cari esorcizzati. Uno di questi era il pastore anglicano John Darrell (1562-1602), i cui esorcismi fraudolenti furono infine smascherati e venne mandato in prigione, ma rilasciato nel 1599.

Allo stesso modo, alcune “vittime” di possessione demoniaca hanno simulato i loro sintomi per attirare l’attenzione. Una di queste vittime fraudolente più noto fu un ragazzo inglese del XVII secolo di nome William Perry, comunemente noto come il ragazzo di Bilson. Questa storia si può trovare nel libro Credulità, superstizione e fanatismo del 1762 di William Hogarth (1697-1764), un pittore che si dedicò anche alle stampe satiriche inglesi. Insieme al fantasma di Cock Lane, al batterista di Tedworth (vedi Il Tamburo di Tedworth), al fantasma di Giulio Cesare (100-44 a.C.) e a Mary Toft (1703- 1763), la donna nel 1726 fece credere ai medici di aver dato alla luce una cucciolata di conigli, viene raffigurato un ragazzino rannicchiato sotto il pulpito, che vomita chiodi e graffette di ferro. Il giovane confessò l’8 ottobre 1620 di aver imbrogliato i sacerdoti.
In altri casi, invece, l’esorcismo appariva, secondo la Chiesa, come autentico. Ad esempio, all’inizio del XX secolo, Anna Ecklund pseudonimo di Emma Schmidt (1882-1941), subì una possessione demoniaca ed un esorcismo apparentemente senza alcuna prova di frode. Questo caso ben documentato viene spesso citato dai credenti nella possessione demoniaca come prova della realtà del fenomeno. Tuttavia gli scettici sostengono che tutti i casi apparentemente autentici di possessione demoniaca sono causati da gravi problemi mentali e che, in questi casi, l’esorcismo funziona perché il paziente crede che funzionerà. Ne ho ampiamente scritto nell’articolo La battaglia dell’anima: Possessione o malattia mentale?
L’Esorcismo nell’Ebraismo
Nella Cabala ebraica (Kabbalah) e nella tradizione ebraica europea, si parla della possibile possessione da parte di uno spirito maligno noto come dybbuk, che sarebbe l’anima di un peccatore defunto alla ricerca di pace nell’Aldilà, rifugiandosi nel corpo di un individuo vivente. L’esorcismo, in questo contesto, mira a liberare il soggetto posseduto dal dybbuk.
L’esorcismo nella tradizione ebraica non si limita a un mero atto religioso, ma è anche un fenomeno culturale e sociale, con manifestazioni che variano da una comunità all’altra, riflesso delle credenze e delle pratiche spirituali proprie di ciascuna società. In alcune comunità, è considerato un rituale di purificazione per liberare individui o intere comunità da forze maligne, mentre in altre è visto come un mezzo per guarire malattie mentali o fisiche.
Nel corso dei secoli, l’esorcismo ha assunto molteplici forme, dalle preghiere e i rituali formali delle grandi religioni mondiali, ai metodi più informali delle tradizioni popolari e indigene. Nonostante le variazioni nei metodi e nelle interpretazioni, l’obiettivo principale resta lo stesso: liberare individui o comunità da influenze spirituali indesiderate o dannose.

nella Cabala



In epoche più recenti, Rabbi Yehuda Fetaya (1859-1942) compì un’opera significativa nel campo dell’esorcismo ebraico attraverso il Minchat Yahuda del 1912. Quest’opera offre un’ampia trattazione sull’esorcismo, basata sulla sua esperienza con individui posseduti e su altri temi del pensiero ebraico. Scritto originariamente in ebraico, il libro è stato poi tradotto anche in altre lingue inglese, permettendo una più ampia diffusione e comprensione delle pratiche esorcistiche ebraiche.
Il rituale di esorcismo ebraico è presieduto da un rabbino esperto nella Kabbalah, la mistica ebraica. Accanto a lui si raduna un minyan, un gruppo composto da dieci maschi adulti, che si dispongono in cerchio attorno alla persona posseduta. Questo cerimoniale prevede che il gruppo reciti tre volte il Salmo 91, una preghiera nota per la sua potenza protettiva, mentre il rabbino suona lo shofar, un antico strumento musicale e rituale utilizzato nella tradizione ebraica. Si tratta di un corno di ariete, generalmente ottenuto da un corno naturale, che viene suonato in occasioni speciali e cerimonie religiose. Il suono dello shofar ha un significato simbolico profondo.

Lo shofar non viene suonato casualmente, ma seguendo uno specifico schema di note e toni. Si crede che il suono dello shofar abbia l’effetto di “frantumare il corpo”, permettendo alla forza che lo possiede di essere liberata. Successivamente alla liberazione, il rabbino inizia a comunicare con lo spirito liberato, ponendogli domande sul perché abbia posseduto il corpo della persona. Nel frattempo, il minyan prega per lo spirito liberato e compie una cerimonia volta a garantire la sua sicurezza e a permettergli di abbandonare pacificamente il corpo dell’individuo posseduto. Questo processo è intriso di spiritualità e di una profonda comprensione delle dinamiche esorcistiche, volte a ristabilire l’equilibrio e la pace per tutti gli individui coinvolti.
L’Esorcimo nell’Islam
L’Islam vede l’esorcismo dei Jinn (o Djinn) come un’impresa degna, praticata nel corso dei secoli dai profeti e dai giusti. Secondo il Corano, il testo sacro dell’Islam, i credenti hanno il dovere di assistere gli oppressi, inclusi coloro che sono tormentati dai Jinn. Ai Jinn piace particolarmente interrompere la Salaah, o preghiera formale; invadere le case e sottrarre l’essenza del cibo; e causare disturbi mentali e malattie fisiche. Non esistono riti islamici formali analoghi a quelli del cattolicesimo, ma gli esorcismi devono seguire linee guida rigorose. Il Jinn deve essere rimproverato, avvertito, svergognato e maledetto negli stessi modi consentiti contro gli esseri umani. Ai Jinn si possono applicare misure appropriate contro gli infedeli. È permesso agli esorcisti ascoltare ciò che hanno da dire i Jinn possessori, ma è proibito credere a loro, perché sono ingannatori. I Jinn non danneggeranno gli esorcisti che agiscono correttamente secondo il Corano, ma ci sono alcuni pericoli per gli esorcisti che affrontano Jinn particolarmente potenti, poiché potrebbero subire danni.

Un esempio sono gli Afrit (o Ifrit), una specie di demone molto potente nel contesto culturale islamico. Questi esseri sovrannaturali sono riconosciuti per la loro straordinaria forza e la loro bellezza. Gli Afrit sono frequentemente descritti come spiriti infuocati e tendono ad avere un comportamento malizioso e sarcastico. Sono famosi per la loro tenacia nel rifiutare di abbandonare una persona una volta che l’hanno posseduta e per il loro senso di superiorità, derivante dalla convinzione della loro creazione primordiale.
Nel Corano, si narra di un Afrit che si offrì di trasportare il trono della regina di Saba al re Salomone prima che il re avesse avuto l’opportunità di lasciare il suo palazzo. Tuttavia, un uomo di fede riuscì a far apparire il trono dietro al Re in un batter d’occhio, dimostrando che un miracolo era stato compiuto grazie alla grazia di Dio.
Vengono utilizzate preghiere e versetti specifici del Corano; è proibito l’uso di amuleti e talismani. Una delle armi più potenti è l’Ayatal-kursi, conosciuto anche come il Verso del Trono, che nel seguente versetto della Sura Al-Baqara, la seconda Sura del Corano, descrive numerose caratteristiche di Allah.
255 Allah! Non c’è altro dio che Lui, il Vivente, l’Assoluto. Non Lo prendon mai sopore né sonno. A Lui appartiene tutto quello che è nei cieli e sulla terra. Chi può intercedere presso di Lui senza il Suo permesso? Egli conosce quello che è davanti a loro e quello che è dietro di loro e, della Sua scienza, essi apprendono solo ciò che Egli vuole. Il Suo Trono è più vasto dei cieli e della terra, e custodirli non Gli costa sforzo alcuno. Egli è l’Altissimo, l’Immenso.
Sura 2:255 (da la Surat Al-Baqara (La Giovenca) – Corano
Coloro che recitano l’Ayatal-kursi ogni sera prima di andare a letto riceveranno un guardiano da parte di Allah che terrà lontano i Jinn.
Un’altra arma di esorcismo coranico sono i versetti conclusivi della seguente Sura:
285 Il Messaggero crede in quello che è stato fatto scendere su di lui da parte del suo Signore, come del resto i credenti: tutti credono in Allah, nei Suoi Angeli, nei Suoi Libri e nei Suoi Messaggeri. «Non facciamo differenza alcuna tra i Suoi Messaggeri.» E dicono: «Abbiamo ascoltato e obbediamo. Perdono, Signore! È a Te che tutto ritorna». 286 Allah non impone a nessun’anima un carico al di là delle sue capacità. Quello che ognuno avrà guadagnato sarà a suo favore e ciò che avrà demeritato sarà a suo danno. «Signore, non ci punire per le nostre dimenticanze e i nostri sbagli. Signore, non caricarci di un peso grave come quello che imponesti a coloro che furono prima di noi. Signore, non imporci ciò per cui non abbiamo la forza. Assolvici, perdonaci, abbi misericordia di noi. Tu sei il nostro patrono, dacci la vittoria sui miscredenti.»
Sura 2:285-286 (da la Surat Al-Baqara (La Giovenca) – Corano
A volte i Jinn devono essere cacciati via dalle persone. I colpi non vengono avvertiti dalla persona posseduta ma vengono avvertiti dai Jinn, che ululano e urlano in agonia. Un’altra tecnica utilizzata dagli esorcisti è quella di soffiare tre volte nelle loro mani prima di recitare dei versi, invocando così una benedizione dell’umidità o dell’aria toccata dalle parole divine che ricordano Allah.
Parole e frasi tratte dai versetti coranici propri possono essere scritte con inchiostro ottenuto da sostanze consentite su vasi usati per lavarsi e bere dai posseduti; l’acqua può anche essere spruzzata sul corpo. Allo stesso modo, l’essenza dei versi può essere ingerita mangiando cibo preparato con iscrizioni scritte sopra (come ad esempio sul pane).

Il profeta Muhammad, noto in Occidente come Maometto (ca 570-632), considerato il fondatore e il profeta dell’Islam, ha agito in modo aggressivo contro i Jinn. Una volta, mentre era impegnato nella Salaah, o preghiera, uno dei cinque fondamenti dell’Islam, Iblis, noto anche come Shaytan (il nome con cui nell’Islam viene indicato il Diavolo) andò da lui e lo turbò. Maometto lo afferrò, lo fece cadere a terra e lo soffocò e disse: «L’ho soffocato finché non ho sentito il freddo della sua lingua sulla mia mano. E se non fosse stato per la preghiera di Sulaymaan, sarebbe stato legato in modo che potessero vederlo». La menzione di Sulaymaan (Re Salomone) si riferisce alla preghiera di Salomone ad Allah per un potere unico sui Jinn, posseduto da nessun altro. Se non fosse stato per questo, Maometto avrebbe avuto l’autorità di vincolare lo stesso Iblis. Maometto esorcizzò anche i Jinn maledicendoli tre volte: «Mi rifugio in Allah da te! Ti maledico con la perfetta maledizione di Allah!” La stessa Maledizione viene usata contro gli infedeli.»
Muhammad praticava l’esorcismo sui Jinn colpendo coloro che erano posseduti e comandando al Jinn di andarsene. Un uomo portò suo nipote da Maometto perché il ragazzo era impazzito a causa della possessione di un Jinn. Il Profeta percosse il ragazzo sulla schiena dicendo: «Allontanati, avversario di Allah! Avversario di Allah, sparisci!». Il Jinn se ne andò e il ragazzo fu curato. In un altro episodio, un ragazzo afflitto da convulsioni fu portato da Maometto. Il Profeta soffiò in bocca tre volte e disse: «In nome di Allah, sono il servo di Allah, allontanati, avversario di Allah» e il ragazzo fu guarito o, meglio, liberato.
L’Esorcismo nel Taoismo

L’esorcismo è una pratica che si riscontra anche in altre tradizioni e culture, tra cui il Taoismo, un sistema di pensiero e una religione nati in Cina, caratterizzato da una diversificata gamma di interpretazioni. Nel contesto taoista, gli esorcismi vengono eseguiti quando un individuo viene posseduto da uno spirito maligno per due motivi principali: o la persona ha disturbato un fantasma, anche involontariamente, il quale ora cerca vendetta, oppure è stata vittima di un incantesimo di magia nera, utilizzato per evocare un fantasma che lo possieda.
I Fashi, che sono sia specialisti rituali cinesi che sacerdoti taoisti, sono in grado di condurre specifici rituali esorcistici. Tuttavia, questi rituali possono variare considerevolmente tra le numerose sette taoiste, ognuna delle quali è influenzata dalla regione geografica di provenienza. Ad esempio, un taoista della setta Zheng Yi a Pechino può praticare un rituale completamente diverso rispetto a un membro della stessa setta proveniente da un’area meridionale come Hong Kong.
Tra i rituali di esorcismo, troviamo quelli guidati dai tangki, leader che invocano i poteri divini delle divinità e conducono uno spettacolo drammatico per sconfiggere i demoni e ripristinare la pace nel villaggio. Durante tali rituali, i tangki si colpiscono con varie armi affilate per dimostrare la loro invincibilità e allontanare i demoni, spesso facendo scorrere il proprio sangue. Questo sangue viene considerato sacro e potente, pertanto dopo il rituale viene utilizzato per ungere talismani che vengono poi appesi sulle porte delle case, a scopo di protezione spirituale contro gli spiriti maligni. È importante notare che questa pratica che coinvolge il sangue è più comune tra le sette popolari come LuShan, e non è tipica delle sette più ortodosse come QuanZhen o Zheng Yi, le quali tendono ad avere una natura più monastica. Tuttavia, è possibile che i taoisti popolari nelle aree rurali, discendenti da sette ortodosse, possano essere influenzati dalle religioni popolari locali e adottare tali pratiche.
Storicamente, tutti gli esorcismi taoisti comprendono l’uso di canti, la preghiera, gesti fisici come i mudra e simboli magici come i Fulu.
- I mudra sono antichi gesti rituali e simbolici utilizzati nelle tradizioni spirituali e religiose, in particolare nel buddismo e nell’induismo. Questi gesti coinvolgono posizioni specifiche delle mani e delle dita, che possono essere eseguite in modo statico o dinamico durante la meditazione, la preghiera o la pratica rituale. Ogni mudra ha un significato simbolico unico e può essere utilizzato per rappresentare concetti spirituali, stati mentali o invocare l’energia divina. Ad esempio, il Mudra della Benedizione (o Abhaya Mudra) viene eseguito con la mano destra sollevata, il palmo rivolto verso l’esterno, simboleggiando la protezione e la rimozione della paura. I mudra sono parte integrante della pratica spirituale in molte tradizioni e sono considerati veicoli per trasmettere e canalizzare l’energia spirituale.
- I Fulu (符籙), rappresentano simboli magici e incantesimi nel contesto taoista, costituendo una sorta di scrittura talismanica. Questa pratica è tipicamente eseguita da praticanti noti come fúlù pài (符籙派), appartenenti a un gruppo informale comprendente sacerdoti di varie scuole di taoismo. È importante sottolineare che l’utilizzo di questi talismani non si limita al taoismo, ma si estende anche a diverse forme di buddismo cinese. Inoltre, essi hanno influenzato la creazione di oggetti simili come l’ofuda nel buddismo giapponese e nello shintoismo, e il bujeok nello sciamanesimo coreano.
L’Esorcismo nell’Induismo

L’esorcismo nell’Induismo è una pratica che risale a tempi antichi e si basa su una serie di rituali e credenze profondamente radicate nella spiritualità induista. Questa pratica viene considerata un’azione estrema e viene attuata solamente quando uno spirito maligno, che si è insediato nel corpo di un individuo, persiste nel suo possesso nonostante il passare del tempo.
In questa visione, l’individuo posseduto non viene visto come un mero recipiente per lo spirito maligno, ma piuttosto come una figura sacra meritevole di attenzione speciale. Questo punto di vista riflette l’approccio olistico dell’Induismo alla vita e alla spiritualità, dove ogni aspetto dell’esistenza è intriso di divinità e merita rispetto e considerazione.
Durante un esorcismo induista, il celebrante, spesso un sacerdote o un praticante spirituale esperto, utilizza foglie di nīm (o neem), una pianta della famiglia delle Meliacee diffuso in India, per percotere il corpo del posseduto. Il nīm è una pianta ritenuta sacra nell’Induismo e le sue foglie sono spesso utilizzate in vari rituali, non solo esorcistici, e anche per pratiche religiose. L’uso del nīm durante l’esorcismo non è solo simbolico, ma si ritiene anche che abbia un effetto purificante e protettivo.
L’esorcismo stesso è un rituale complesso e teatrale, che può includere canti, preghiere, offerte e altre pratiche rituali. Questo rituale non solo serve a espellere lo spirito maligno, ma è anche un’occasione per la comunità di riaffermare la sua fede e la sua devozione. Infine, è importante notare che, sebbene l’esorcismo sia una pratica presente in molte religioni, la sua interpretazione e attuazione nell’Induismo è unica. Questa pratica riflette la ricchezza e la diversità delle tradizioni spirituali induiste e sottolinea l’importanza del rapporto tra l’uomo e il divino nell’Induismo.
L’esorcismo in Africa
L’esorcismo è una pratica antica e diffusa in molte culture e religioni del mondo, compresa l’Africa. In Africa, l’esorcismo è spesso visto come un modo per liberare una persona o un luogo da spiriti maligni o influenze negative. In alcune parti dell’Africa, la pratica dell’esorcismo è ancora molto sentita. Questo può essere attribuito a una serie di fattori, tra cui la forte presenza di credenze spirituali e soprannaturali, la mancanza di accesso all’istruzione e ai servizi sanitari, e la prevalenza di malattie e condizioni mediche non diagnosticate o non trattate.
Un esempio interessante di esorcismo in Africa è raccontato nel libro Esorcista in Africa. Un missionario contro Satana e gli spiriti maligni di Annalisa Colzi. Questo libro racconta la vita vera di un esorcista, un sacerdote missionario, che ha svolto il suo ministero in Congo per quarant’anni. Il libro, molto interessante e davvero ben scritto, sottolinea l’importanza della fede e della comprensione dei fenomeni spirituali, mettendo in luce come molte persone finiscano da maghi, stregoni e gente senza scrupoli a causa della mancanza di istruzione.




L’esorcismo in Africa può assumere molte forme diverse, a seconda della cultura e delle credenze religiose. Può includere preghiere, rituali, danze, sacrifici animali, e l’uso di erbe e altri rimedi naturali. Mentre alcuni esorcismi possono essere pacifici e centrati sulla preghiera, altri possono essere molto intensi e fisicamente esigenti. Nonostante la diffusione dell’esorcismo in Africa, la pratica è spesso circondata da controversie e critiche. Molti sostengono che l’esorcismo può essere dannoso, soprattutto quando viene praticato su individui vulnerabili, come i bambini o le persone con malattie mentali. Inoltre, ci sono preoccupazioni riguardo al fatto che l’esorcismo possa essere usato come giustificazione per l’abuso fisico e psicologico.
L’esorcismo in Africa è un fenomeno complesso e multifacettato che riflette le diverse credenze spirituali e culturali del continente. Mentre la pratica può avere un ruolo importante in molte comunità africane, è importante che venga condotta in modo sicuro e rispettoso, con una considerazione adeguata per il benessere fisico e mentale dell’individuo.
Esorcismo nello Sciamanesimo

L’esorcismo, nel contesto dello Sciamanesimo, può assumere forme diverse rispetto a quelle tradizionalmente associate alle pratiche esorcistiche nelle religioni abramitiche come il cristianesimo. Tuttavia, in molte tradizioni sciamaniche, esistono pratiche simili che coinvolgono la rimozione di influenze negative o spiriti dannosi da individui o comunità.
Nei contesti sciamanici, l’esorcismo spesso implica un processo di guarigione spirituale che mira a rimuovere o a neutralizzare l’influenza degli spiriti maligni o delle entità negative che possono essere considerate responsabili di malattie, sfortuna o problemi psicologici. Lo sciamano, come figura chiave nella pratica sciamanica, svolge un ruolo centrale nell’esecuzione di tali rituali di esorcismo.
Il Complesso Sciamanico è un concetto antropologico introdotto dall’antropologo romeno Mircea Eliade (1907-1986), uno studioso delle religioni, nel suo libro Lo Sciamanesimo e le tecniche dell’estasi (1951). Questo concetto si riferisce a una serie di pratiche, credenze e ruoli culturali associati allo sciamanismo, un sistema di credenze e pratiche spirituali diffuse in molte culture indigene in tutto il mondo.
Le pratiche esorcistiche nello sciamanesimo possono includere:
- Il ruolo dello sciamano: Una figura centrale in molte culture che praticano lo sciamanesimo è lo sciamano, un individuo considerato in grado di comunicare con il mondo degli spiriti e di svolgere ruoli di guaritore, mediatore spirituale, visionario e guida rituale.
- Trance e comunicazione con gli spiriti: Lo sciamano può entrare in uno stato di trance per comunicare con gli spiriti, identificare la fonte del disturbo o dell’energia negativa e negoziare con loro per rimuoverla o neutralizzarla.
- Guarigione rituale: Attraverso l’uso di canti, danze, strumenti musicali, rituali di purificazione o l’offerta di doni agli spiriti, lo sciamano può facilitare il processo di guarigione e liberazione dagli influssi negativi.
- Cerimonie di purificazione: Le cerimonie di purificazione, come il fumo di erbe sacre, il bagno rituale o l’uso di amuleti protettivi, possono essere utilizzate per rimuovere le energie negative e ripristinare l’equilibrio spirituale.
- Viaggi spirituali: Lo sciamano può intraprendere viaggi spirituali nel mondo degli spiriti per affrontare direttamente le entità negative o per ottenere informazioni e aiuto da guide spirituali.
- Consulenza spirituale: Oltre alla pratica dell’esorcismo, lo sciamano può offrire consulenza spirituale e supporto emotivo per aiutare l’individuo a comprendere e affrontare le cause sottostanti dei loro problemi.

Il Complesso Sciamanico offre una spiegazione possibile sull’efficacia degli esorcismi o su ciò che potrebbe aumentarne l’efficacia. Gli esorcismi fanno parte delle pratiche di guarigione culturali, processi sociali influenzati dalle norme sociali. Questo vale per molte altre pratiche di guarigione, comprese quelle per la salute spirituale, psicologica e fisica. Pertanto, i sistemi stabiliti dalle comunità religiose per diagnosticare e combattere la possessione spirituale come malattia sono efficaci solo se c’è una convinzione psicologica in tali aspetti.
Esorcismo sulla possessione spiritica
Secondo alcune interpretazioni, la possessione non è un fenomeno malevolo, ma piuttosto spirituale. L’esorcismo non è un’espulsione religiosa, ma un addio deciso, che rimanda lo spirito al di fuori del suo ospite vivente e nel suo regno. Queste tecniche di persuasione coinvolgono l’uso della forza psichica. Gli esorcisti spirituali possono eseguire diverse partenze persuasive in un giorno, a seconda della loro intuizione e della forza personale. Lavorando con gli spiriti, l’esorcista è in grado di riconoscere le sensazioni associate a queste entità inquietanti, solitamente descritte come vibrazioni o sensazioni di freddo. Alcune entità emettono odori, come fiori appassiti o peggio.
Lo psichiatra e ricercatore psichico svedese-americano Carl August Wickland (1861-1945) e il Reverendo canonico John S. Pearce-Higgins (1905-1985) sono due dei più noti praticanti di esorcismo persuasivo. Wickland sosteneva che la possessione si verificasse quando un’entità umana disincarnata entrava confusamente nell’aura di una persona vivente e rimaneva intrappolata. Utilizzando i servizi di sua moglie, Anna W. Anderson, una medium, Wickland riuscì a convincere lo spirito a lasciare la sua vittima e a entrare in sua moglie, attraverso la quale comunicò con esso.
Il canonico Pearce-Higgins concordava con Wickland sul fatto che la possessione non è demoniaca, ma una manifestazione di spiriti confusi e legati alla terra. Si rifiutò di definirsi un esorcista e ha utilizzato servizi religiosi e semplici conversazioni per persuadere lo spirito a lasciare. Ha affermato che lo spirito possessore ha bisogno di tanta assistenza e conforto quanto la vittima posseduta.
Esorcismo nella magia rituale
Nel vasto ambito della magia rituale, le cerimonie di esorcismo mirano a liberare da influenze indesiderate o negative, quali spiriti, demoni, fantasmi o poltergeist. Queste pratiche, appartenenti alla tradizione dell’Ordine Ermetico della Golden Dawn, un’importante società segreta dell’Occidente, sono documentate nella loro letteratura. Questa confraternita, fiorente tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, ha reso pubblici i suoi riti, che costituiscono una base per molte pratiche magiche contemporanee.
Un esempio di tale pratica è tratto dai testi della Golden Dawn e narra l’esperienza di un iniziato di nome Frater Sub Spe (al secolo John William Brodie-Innes, 1848-1923). Questi, dopo aver avvertito una strana afflizione di stanchezza e vulnerabilità, attribuita a un presunto attacco di influenza, si convinse che lui e sua moglie fossero stati posseduti da un essere elementale vampirizzante. Invece di chiedere aiuto ad altri adepti, Frater Sub Spe fu istruito, in uno stato di profonda concentrazione, da una guida non fisica a eseguire personalmente un esorcismo.
Durante il rituale, Frater Sub Spe fu guidato da un’entità visionaria che si manifestò come un maestoso mago avvolto in vesti nere. Quest’ultimo, fondendosi con il corpo dell’iniziato, impartì istruzioni attraverso parole e impressioni. Seguendo i dettami della guida, Frater Sub Spe eseguì una serie di gesti rituali e incantesimi, tra cui tracciare pentagrammi invocanti e invocare il Nome del Potere. Alla fine del rituale, ordinò allo spirito posseduto di manifestarsi.




Durante il confronto con l’entità, Frater Sub Spe utilizzò nomi sacri e simboli, evocando il potere di Gesù Cristo per respingere l’essere oscuro. Attraverso un’intensa concentrazione e la proiezione di una forza interiore, Frater Sub Spe riuscì infine a liberarsi dall’influenza maligna. Quest’esperienza lasciò un’impressione duratura sull’iniziato, creando una tensione nervosa ma anche un forte desiderio di crescita spirituale.
Inoltre, il noto occultista e mago inglese William S. Gray (1885-1960) elaborò un rituale di esorcismo basato sull’Albero della Vita della Cabala. Questo rituale, sebbene non elimini immediatamente il male, mira a ridurne l’influenza nella vita quotidiana, facilitando così il cammino spirituale e l’illuminazione personale.
Alcune religioni dove non è praticato l’esorcismo

Non tutte le fedi e dottrine religiose adottano la pratica dell’esorcismo. Prendiamo ad esempio lo Sikhismo, che è una delle religioni più recenti e rappresenta la quinta religione più diffusa al mondo. Lo Sikhismo, una religione monoteista, ha avuto origine nel XV secolo nella città di Kartarpur Sahib, in India. I seguaci dello Sikhismo non accettano il concetto di possessione demoniaca. Di conseguenza, l’esorcismo è visto come una violazione del loro codice di condotta.
I Testimoni di Geova, un movimento religioso cristiano noto per le sue pratiche e credenze distinte, non praticano l’esorcismo nel senso tradizionale del termine. A differenza di molte altre denominazioni cristiane, non vedono l’esorcismo come un rituale necessario per espellere gli spiriti maligni da un individuo. Invece, la loro dottrina si basa sull’idea che vivere secondo i principi biblici e mantenere una stretta comunità di fede li protegga dall’influenza maligna.
Questa protezione spirituale è vista come un baluardo contro le forze oscure che possono cercare di deviare i fedeli dal loro cammino. I Testimoni di Geova credono fermamente nell’importanza di vivere una vita che rifletta i loro valori religiosi, e vedono questa dedizione come un modo per resistere alle tentazioni e alle influenze negative.

Tuttavia, esiste una pratica all’interno della comunità dei Testimoni di Geova chiamata ostracismo. Questa pratica consiste nell’evitare il contatto con i membri che hanno lasciato o sono stati espulsi dalla congregazione. L’ostracismo è visto come un modo per mantenere la purezza della comunità e per “espellere” l’influenza negativa che potrebbe essere portata da coloro che hanno scelto di allontanarsi dai principi della fede. L’ostracismo non è un esorcismo nel senso tradizionale, ma può essere visto come un modo per proteggere la comunità da influenze spiritualmente dannose. È una pratica che riflette l’importanza che i Testimoni di Geova attribuiscono alla coesione della comunità e alla fedeltà ai principi biblici.
La visione scientifica e antropologica

Coloro che credono nella possessione demoniaca spesso attribuiscono a essa sintomi che potrebbero essere associati a malattie fisiche o mentali, come isteria, mania, psicosi, sindrome di Tourette, epilessia, schizofrenia o disturbo dissociativo dell’identità. Inoltre, c’è una forma di monomania chiamata demonomania (o demonopatia), in cui il paziente crede di essere posseduto da uno o più demoni. Alcuni ritengono che l’efficacia dell’esorcismo sulle persone che mostrano sintomi di possessione sia attribuibile all’effetto placebo e al potere della suggestione. In alcuni casi, le persone che presumibilmente sono possedute potrebbero in realtà essere narcisiste o avere una bassa autostima, e potrebbero comportarsi come se fossero possedute per attirare l’attenzione.
Nel contesto scientifico, il lavoro dello psichiatra Morgan Scott Peck (1936-2005), che credeva nell’esorcismo, ha generato un dibattito significativo. Il suo collegamento con il controverso Malachi Martin, il gesuita di cui ho scritto nei paragrafi precedenti, ha suscitato molte discussioni, nonostante Peck stesso abbia sempre criticato Martin definendolo un bugiardo e un manipolatore. Altre critiche rivolte a Peck comprendono l’accusa di aver superato i limiti dell’etica professionale cercando di convertire i suoi pazienti al cristianesimo.
La religione ha un’influenza considerevole sulla vita e sul sistema di pensiero delle persone. Le istituzioni religiose influenzano notevolmente le gerarchie sociali all’interno delle comunità. I collettivi religiosi sono impegnati nello sviluppo del potere organizzativo e dell’autorità per proteggere e preservare le loro esperienze religiose dai membri esterni alla comunità. I preti e altri funzionari religiosi di alto rango hanno un’influenza significativa nel determinare le norme all’interno di queste società. Ad esempio, il Papa all’interno del cattolicesimo rappresenta la supremazia papale che gli conferisce potere universale sulla Chiesa. L’insorgenza improvvisa di atteggiamenti e comportamenti insoliti all’interno di queste società viene spesso diagnosticata come influenza demoniaca o, nei casi estremi, possessione demoniaca. Chi segue una pratica religiosa è più incline a rivolgersi a una figura religiosa anziché a un professionista medico per affrontare tali comportamenti, portando a una maggiore incidenza di presunte possessioni demoniache.




La Chiesa cattolica, ad esempio, si impegna in un rapporto con le vittime della possessione simile al Complesso Sciamanico. La vittima rappresenta ciò che l’antropologa statunitense Nancy Scheper-Hughes definirebbe il corpo individuale, cioè il sistema di credenze personali della vittima. La convinzione che un demone risieda nel proprio corpo e possa essere eliminato attraverso il potere di Cristo crea una diagnosi e una cura per questa malattia. Tuttavia, un individuo non cristiano potrebbe rispondere in modo diverso a questo processo di guarigione, non cercando necessariamente un intervento religioso per i propri sintomi.
L’esorcismo cattolico viene eseguito solo da sacerdoti ordinati che hanno ricevuto l’autorizzazione dalla gerarchia più alta della Chiesa. Il sacerdote inizia con un “discernimento”, cercando di individuare spiriti o demoni nella vittima, classificati secondo valori religiosi. Seguono una serie di rituali, e la persona guarisce solo quando tutte le parti coinvolte credono che il demone sia stato rimosso. Le testimonianze delle vittime, dei familiari e dei membri della chiesa influenzano l’efficacia di questi rituali, determinando spesso il loro completamento.
Conclusioni
Alla fine della fiera, l’esorcismo è uno di quei fenomeni che continuano a incuriosirmi, anche oggi, in un’epoca in cui ci piace pensare di avere spiegazioni per tutto. È una pratica antica, certo, ma ancora oggi assolutamente viva. E non parlo solo dei film con crocifissi che tremano e preti con la fronte sudata — anche se, ammettiamolo, hanno avuto un peso enorme nell’alimentare il mito. Parlo di una pratica che, a suo modo, continua ad avere un ruolo importante in molte culture, religioni… e persino nella nostra società moderna ipertecnologica.
L’esorcismo esiste da sempre, in forme diverse e con nomi diversi. Alcuni lo vedono come un atto sacro, altri come una forma di terapia alternativa, e c’è anche chi lo considera puro folclore. Io, personalmente, lo vedo come un fenomeno complesso, stratificato, che ci racconta molto più di quanto sembri sulla superficie. Dietro a un rito di esorcismo c’è paura, certo, ma anche fede, speranza, bisogno di risposte — e a volte, semplicemente, un modo per dare un nome a qualcosa che non si riesce a spiegare.
Quello che trovo interessante è come ogni cultura abbia il suo modo di “scacciare il male”. Ci sono rituali ufficiali e codificati nelle grandi religioni, come quelli cattolici, ma anche gesti più informali e simbolici nelle tradizioni popolari o indigene: un canto, un’erba bruciata, un amuleto. Cambiano le forme, ma l’idea di fondo è sempre la stessa: liberare qualcuno da un’influenza negativa, da qualcosa che lo sta consumando, dentro o fuori.

E qui, secondo me, entriamo nel punto più delicato. Perché spesso, dietro la possessione, si nascondono problemi profondamente umani: sofferenza mentale, traumi, emarginazione. E mentre la scienza cerca (giustamente) di spiegare questi fenomeni con categorie psichiatriche o neurologiche, l’esorcismo resta lì, come un ponte tra il razionale e l’irrazionale. Non lo sto giustificando acriticamente, anzi — penso che certi “esorcismi” siano stati (e siano ancora) profondamente dannosi. Ma allo stesso tempo, non riesco a liquidarlo del tutto come superstizione. Perché dietro c’è un bisogno reale. E quel bisogno merita attenzione, non derisione.
In fondo, l’esorcismo ci costringe a fare i conti con ciò che non capiamo. È una di quelle pratiche che, volenti o nolenti, mette a nudo la fragilità umana, la nostra paura del male, del dolore, del perdere il controllo. È un fenomeno religioso, sì. Ma è anche sociale, culturale, profondamente antropologico. Un rito di passaggio, a volte. Altre, un grido di aiuto.
Quindi no, l’esorcismo non è solo roba da film o da fanatici. È lo specchio di una parte dell’umanità che non ha mai smesso di cercare risposte — magari nel modo sbagliato, o esagerato, ma con una sincerità disarmante.
E forse, finché continueremo ad avere domande che la scienza non sa ancora del tutto spiegare, finché ci saranno persone che sentono su di sé un peso “inspiegabile”, l’esorcismo — in una forma o nell’altra — continuerà ad esistere. Magari cambierà volto, ma resterà lì, a ricordarci che non tutto è sempre bianco o nero, e che la linea tra ciò che è dentro e ciò che è fuori può essere molto più sottile di quanto crediamo.