Clara Germana Cele © Archeus
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L’esorcismo di Clara Germana Cele

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Chi era padre Erasmus Hörner

Padre Erasmus Hörner, originario della Renania-Palatinato in Germania, ha abbracciato la vita monastica unendosi al monastero di Mariannhill, ubicato appena fuori Pinetown, Natal, nel 1892. Era un fervente missionario e dopo il completamento del suo noviziato biennale, è stato destinato a diverse stazioni di Mariannhill prima di dedicarsi come missionario a St. Michael dal 1906 al 1920. Non vi sono immagini di quel periodo, ma il sacerdote viene ricordato come un uomo dal viso ferreo, con un naso appuntito e grandi orecchie che ne sottolineavano la magrezza.

Immagine generata da AI © Archaeus
Immagine solo rappresentativa generata da AI © Archaeus

«Negli anni 1906-1907, nella stazione della missione di St. Michael, situata a metà strada tra Umzinto e Ixopo (Stuartstown), nel Natal, accaddero cose molto strane e meravigliose. Io – lo scrivente – ho lavorato lì come missionario dal 1906 al 1920. La mia carriera missionaria iniziò quando nel novembre 1891 lasciai la mia casa nel Reno-Palatinato, in Germania. Arrivai a Mariannhill nel 1892. Dopo due anni di noviziato – durante i quali ho imparato la lingua zulu – sono stato inviato a Mariazell, ai piedi del Drakensberg. Lì rimasi fino al 1906. Nell’aprile di quell’anno fui richiamato dall’abate Edmund Obrecht, allora amministratore di Mariannhill. Fui mandato a St. Michael. Lì ero un estraneo e non conoscevo nessuno.
Ora alcuni fatti…»

Positive Facts Of Mysterious Occurrences Of Demoniacal Possession (1920) di padre Erasmus Hörner

Così inizia il resoconto di padre Hörner sui fatti accaduti a Clara Germana Cele. Non è stato facile reperire tutte queste informazioni e per questo voglio ringraziare gli archivi diocesani di Durban, quelli di Mariannhill, la Killie Campbell Africana Library e, per poter comprendere meglio la comprensione della politica ecclesiastica dietro le possessioni demoniache, devo ringraziare la Staats und Stadtbibliothek di Augsburg, in special modo un archivista che mi ha inviato tre pagine di microfilm contenenti le “Litanie delle Terribili Affermazioni”, completamente soppressa in Sudafrica, menzionata ma non rivelata negli Esorcismi e infine pubblicata sul quotidiano Augsberger Postzeitung il 17 agosto 1907. Infine gli archivi della rivista The Catholic Digest.

Il resoconto pubblicato sulla rivista cattolica nel 1947

«Che vagano attraverso il mondo». Così esordisce questo riassunto condensato di un opuscolo vagante di cui si accenna solamente nella rivista cattolica The Catholic Digest Vol.12 N.1, scritto nel novembre 1947 (a pagina 54)2.

Prima di raccontare la storia di Clara Germana Cele, l’articolo sulla rivista (dal titolo Germana and the Devil, “Germana e il Diavolo”), introduce la possessione demoniaca e la pratica dell’esorcismo, avvertendo che «esistono spiriti buoni e malvagi, e che Cristo ha conferito alla Sua Chiesa il potere di scacciare i demoni nel Suo nome. Questo presuppone l’esistenza di casi di possessione diabolica, come ci racconta la Sacra Scrittura, e che tali eventi possono verificarsi in qualsiasi epoca.»

Dopo aver elencato alcuni sintomi della possessione, The Catholic Digest introduce così Clara Germana Cele:

«Clara Germana Cele, una ragazza kaffir (scritto anche cafri, è un esonimo e un insulto etnico – il suo uso in riferimento ai neri è particolarmente comune in Sud Africa), era stata battezzata quando era ancora un’infante e, all’età di quattro o cinque anni, era stata iscritta alla scuola missionaria. I suoi genitori erano pagani al momento della sua nascita, e anche dopo la loro conversione la loro reputazione non era delle migliori. Inoltre, il kraal in cui vivevano era noto in tutta la regione per le continue discordie.»

Da notare come già si palesasse il fatto che i genitori non fossero cristiani e che la loro reputazione fosse messa in discussione. Erano dei peccatori, questo è il contesto a cui si riferiscono.

«Germana era snella e alta, piuttosto attraente per una zulu, dotata di talento, un’ottima cantante, abile nel lavoro a maglia e nel cucito. Il suo carattere mancava di calma e stabilità. Un giorno poteva essere allegra, il giorno successivo umorale e malinconica, ma in ogni momento era vivace, facilmente eccitabile e incline all’ira. A volte amava fare scherzi. Dotata di una buona memoria, sapeva tutto ciò che accadeva nella scuola e nella missione, e il suo giudizio sugli altri era generalmente corretto. Per quanto riguarda il suo comportamento pubblico, era ben disposta e agiva in modo onesto e schietto nei confronti dei sacerdoti e della Suora Superiora.»

— The Catholic Digest Vol.12 N.1, novembre 1947

Dopodiché, la rivista inizia a parlare dei sintomi di Germana che urlava: «Sono perduta! Ho fatto una confessione e Comunione indegne. Devo impiccarmi. Satana mi sta chiamando.» Inoltre scrive che il 20 agosto 1906, dopo la messa, suor Juliana e suor Luitgardis stavano discutendo del fatto che Germana era stata improvvisamente sbattuta contro il muro da una forza invisibile nel momento della Consacrazione.

La copertina di The Catholic Digest Vol.12 N.1, novembre 1947

Nel resoconto di padre Hörner non vi è traccia dei dialoghi e dei fatti qui riportati. Ecco perché si presume che la rivista cattolica abbia attinto in parte dal resoconto del sacerdote confessore della di Germana e poi abbia aggiunto del proprio per enfatizzare l’articolo ai fini di sensibilizzare i lettori sulla pratica dell’esorcismo e mettendoli in guardia dalle insidie del Diavolo.

La rivista continua: «La sua testa veniva continuamente scossa a sinistra quando faceva domande o rispondeva. Piangeva abbondantemente ed esclamava:Mi hai ingannato! Mi hai promesso giorni belli e ora sei così crudele con me!
La ragazza venne distesa sul letto. Delirava, strappava il vestito in pezzi e scuoteva il letto fino a farlo scricchiolare. Nel frattempo, digrignava i denti, ringhiava e abbaiava come un cane, grugniva come un maiale e gridava: “Sorella, chiama Padre Erasmus. Devo confessarmi e dirò tutto. Ma sii veloce, altrimenti Satana mi ucciderà.” La terrorizzata Suor Luitgardis la cosparse di acqua santa. A questo, Germana urlò: “Oh, sorella, mi bruci! Lascia che venga Padre Erasmus; solo lui può aiutare.“»

Ed è a questo punto che entra in scena padre Erasmus Hörner.

La possessione di Clara Germana Cele secondo padre Hörner

Clara Germana Cele frequentava la scuola gestita da Suor Humbelina e si trovava all’interno della stazione missionaria di St. Michael. La suora scoprì che nessuno dei venti ragazzini appena arrivati era battezzato, e c’era una marcata animosità da parte loro. Neppure al primo incontro mostrarono il timido rispetto verso qualcuno al servizio della Chiesa, ma era una caratteristica dei bambini indigeni secondo varie testimonianze di quel periodo. Erano, al contrario, persistentemente disobbedienti e ostinati, e i più grandi mantenevano una distanza cauta da tutto ciò che riguardava la missione. Una delle prime cronache del convento afferma: «Saranno necessari molti sacrifici prima che queste anime siano liberate dalle insidie di Satana.» Ora capite cosa intendevo con campagna di “esorcizzazione coloniale”?

Immagine solo rappresentativa generata da AI © Archaeus
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Entro il 1895, dopo un quinquennio di gestione trappista, la proprietà contava sessanta cristiani, mentre ventisei ragazzi e settantatré ragazze frequentavano regolarmente la scuola e si stava costruendo una chiesa. Otto monaci e nove suore risiedevano nelle terre globali, dedicandosi con zelo e determinazione, guadagnandosi presto l’accesso a una riserva missionaria ben popolata. Un anno più tardi, durante la visita del vescovo Charles Jolivet a St. Michael, la chiesa era completata e settanta nativi della missione si presentarono per la conferma. Nel 1906, quando padre Erasmus Hörner giunse alla stazione missionaria, erano registrati ottocentosessantadue battesimi e quaranta catecumeni.

Padre Hörner inizia il suo resoconto osservando che, nonostante fosse un “campo missionario difficile”, era anche molto proficuo, simile a come “lotte ardue portano vittorie e trionfi gloriosi”. Poi descrive brevemente il suo predecessore, padre Mansuet Poll, un sacerdote pio e zelante che era stato alla stazione missionaria di St. Michael per soli nove o dieci mesi. Secondo Hörner, padre Poll svolse il suo lavoro con energia e zelo, ma trascorreva anche lunghe ore nella chiesa davanti all’altare e seduto nella sua piccola stanza piangendo. Era sicuramente depresso. Inoltre, padre Poll raccontò a padre Hörner ciò che riteneva dovesse sapere prima di partire per la missione di Himmelberg, a dieci miglia da St. Michael. Praticamente padre Hörner divenne il sostituto di padre Poll.

Il patto con il Diavolo

«Eventi strani coinvolsero Klara Germana Cele, una ragazza nativa di 16-17 anni». Così padre Erasmus Hörner introduce la protagonista di questa storia. «Era una studentessa alla scuola di St Michael, abbastanza dotata, il suo carattere allegro e vivace, ironica. Tuttavia, poco dopo aver ricevuto la sua Prima Comunione, diventò cupa e triste. Pur rimanendo obbediente e onesta, divenne sempre più passiva.»

Padre Hörner parla di se stesso in terza persona, come se a scrivere questa storia non fosse lui.
«Il 5 luglio 1906, Germana consegnò a padre Erasmus – come suo confessore – un pezzo di carta che non era nient’altro che una promessa scritta di vendersi al Diavolo.»

Da questo punto in poi, le prove di “Possessione Demonica” che costituiscono la maggior parte del documento di padre Erasmus Hörner aumentano costantemente. La possessione di Germana inizia con furiosi scatti aggressivi e lo strappo dei suoi vestiti, insieme al digrignare dei denti e a suoni simili ad animali, come ringhiare, abbaiare e grugnire.

I primi segni di possessione

Germana parlava con un amico immaginario e spesso lo faceva con veemenza, cambiava tono della voce come se a rispondere fossero altre entità che negano di essere Germana stessa. Queste “voci” esigevano la rimozione delle immagini sacre, si lamentavano della Stola Benedetta che premeva su di “loro” e dell’Acqua Santa che le provocava bruciore.

Durante la Messa del 26 agosto 1906, Germana si mostrò particolarmente disturbante, nonostante la sorveglianza attenta delle Suore e dei compagni di classe più robusti.

«Gridava a squarciagola, urlando e strepitando con tutte le sue forze, battendo le mani e digrignando i denti, schiumando, insultando, infuriandosi. Rifiutava di sedersi o inginocchiarsi, ordinando ai suoi compagni di classe di non confessarsi o di mentire durante la confessione, insultava Dio e poi, durante l’Offertorio, davanti a tutti si sollevò di circa quattro o cinque piedi in aria (pari a circa un metro e mezzo). Galleggiò verso il Presbiterio e scese ridendo dietro agli accoliti. Poi si voltò dando le spalle all’Altare e disse, “Ungikuleku mina – adorami.” La Messa terminò con Germana che pronunciava blasfemie irripetibili.»

Questi eventi continuarono e si intensificarono nei giorni successivi: in un’occasione, Germana sembrò essere avvolta dalle fiamme e si lamentò di soffrire di ustioni, anche se tutto ciò che fu trovato era «un grande buco bruciato attraverso la sua gonna». Anche l’area circostante a St. Michael subì effetti.

Immagine solo rappresentativa generata da AI © Archaeus
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«Rane oscure e grandi con occhi spalancati come carboni ardenti comparvero e un grande recipiente pieno di rane si riempì nuovamente ogni volta che veniva svuotato. Si udirono risate diaboliche in lontananza e un potente e misterioso colpo si abbatteva su porte e finestre di notte.»

Al che padre Hörner e un altro sacerdote cercarono di dar loro la caccia con fucili, suscitando grande divertimento e scherno da parte di Germana, anche se erano certi che lei non potesse essere a conoscenza di ciò che stavano facendo perché rinchiusa in una stanza.

Ma padre Hörner che scrive questi eventi, era davvero presente? No. Più volte nel documento, soprattutto nella versione redatta nel 1932, ricorda che gli avvenimenti erano raccontati dai testimoni e che alcune di queste testimonianze furono raccolte negli anni seguenti. Tant’è che egli stesso racconta di sacerdoti e suore di St. Michael che decisero di redigere rapporti dettagliati al Vescovo di Durban su questi straordinari eventi. Poiché il Vescovo era in Europa, l’Ordinario Episcopale inviò una lettera conferendo a padre Hörner il pieno potere per un Solenne Esorcismo pubblico. Sacerdoti da altre stazioni giunsero per prestare soccorso, e l’esorcismo fu programmato per mercoledì 12 settembre 1906. Si tenne pubblicamente, con la presenza di tutti i sacerdoti, delle suore e di “altri cristiani esterni” e alcuni bambini e ragazzi della scuola.

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