Possessione Spiritica
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Possessione Spiritica

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Performance e incarnazione

Cerimonia Theyyam (fonte: Wikimedia Commons)
Cerimonia Theyyam

La dimensione performatica della possessione spiritica è stata oggetto di un’ampia indagine nell’ambito dell’antropologia e delle scienze sociali. I rituali di possessione spiritica si collocano in una sorta di confine tra l’esperienza soggettiva della trance e una rappresentazione pubblica. Questa dinamica può manifestarsi attraverso complesse drammatizzazioni di eventi cosmici, come avviene nelle cerimonie Theyyam del sud dell’India, o in rituali complessi di auto-mortificazione, presenti nelle forme tradizionali di mediumship taiwanese. Talvolta, si manifesta attraverso sottili modifiche corporee per distinguere le diverse personalità durante la medianità spirituale dei seguaci del movimento spiritista.

Paul Stoller ha posto enfasi sul concetto di incarnazione per comprendere la possessione spiritica, sottolineando come il corpo sia il fulcro di questo fenomeno e come la possessione sia un rito commemorativo che si avvale di gestualità, suoni, posture e movimenti. Nei Songhai, oggetto delle ricerche approfondite di Stoller, la possessione coinvolge l’incorporazione di spiriti appartenenti a sei diverse famiglie spirituali, ciascuna rappresentante un’epoca distintiva della storia Songhai.

Michael Joshua Lambek
Michael Joshua Lambek

Michael Joshua Lambek, professore di antropologia presso l’Università di Toronto Scarborough, d’altra parte, ha osservato l’uso della possessione tra i Sakalava del Madagascar come strumento per preservare la loro storia. Gli spiriti, che rappresentano periodi diversi della storia Sakalava, prendono possesso dei corpi dei medium per offrire consigli sulle decisioni attuali. Questi dialoghi con gli antenati offrono vantaggi significativi, consentendo di fornire risposte informate storicamente a situazioni moderne in modo pragmatico, rispettando le preoccupazioni delle generazioni precedenti. Mediante l’incarnazione, gli antenati mantengono un ruolo centrale nella vita sociale e politica. Questi stessi principi sono stati osservati anche nel popolo del Nord delle Isole Molucche (o Maluku), dove gli spiriti ancestrali continuano a influenzare le decisioni politiche, manifestandosi attraverso i medium.

Transculturalmente, le pratiche di possessione spiritica presentano un elemento somatico distintivo. Il corpo diventa il veicolo fisico attraverso cui entità non materiali si esprimono e, di conseguenza, l’utilizzo del corpo assume modalità e ritualità specifiche. I metodi di riconoscimento della presenza degli spiriti all’interno dei medium variano da cultura a cultura, ciascuna dotata di propri strumenti distinti per discernere questa manifestazione.

Stato Alterati di Coscienza

Lo stato di coscienza diverso dal consueto, comunemente definito come alterato, si distingue per le sue caratteristiche e dinamiche differenti dalla veglia lucida, che consideriamo come lo stato comune e ordinario. Quest’ultimo è quello al quale il soggetto attribuisce il marchio della normalità, essendo conformi alle sue consuete esperienze psichiche e fisiche di pensieri, sensazioni e sentimenti, vissuti nel corso della sua vita. L’impiego del termine “alterato” potrebbe erroneamente suggerire uno stato patologico, ma ciò è valido solamente in alcune circostanze. Per evitare malintesi, è stato suggerito l’uso di espressioni come “non ordinario” per indicare questo particolare stato di coscienza.

Un uomo esegue una danza di guerra mentre è posseduto dallo spirito Gomna
Un uomo esegue una danza di guerra mentre è posseduto dallo spirito Gomna

Dato che gli stati di coscienza alterata (ASC) sono fondamentali in molte tradizioni medianiche, è opportuno analizzare brevemente il concetto di coscienza in generale per comprendere meglio il significato di alterarla. Se definire cosa intendiamo per coscienza è complesso, lo è ancora di più definire la sua modifica.

Gli stati diversi dalla consueta coscienza, influenzati da molteplici fattori, possono derivare da numerose cause o combinazioni di cause e, come lo stato di veglia, presentare una vasta gamma di aspetti.

Tra questi stati troviamo:

  • L’esperienza dell’innamoramento;
  • L’ipnosi;
  • Il sonnambulismo;
  • Lo stato onirico o dei sogni;
  • Lo stato di coma;
  • Le crisi parziali complesse nell’epilessia;
  • La pratica della meditazione;
  • Le alterazioni psichedeliche indotte da sostanze allucinogene, note come trip;

Le cause possono essere sia volontarie, come nel caso della meditazione o dell’utilizzo consapevole di sostanze psicoattive, o indotte o passive, come nel caso del coma derivato da un trauma, lo stato onirico durante il sonno, l’ipnosi non consenziente, la privazione sensoriale o l’isolamento forzato. L’intenzionale induzione di uno stato di coscienza diverso è pratica comune in numerose culture. Questa pratica permette di considerare lo stato di veglia in una prospettiva più ampia, non necessariamente identificandolo come “normale”, ma piuttosto come l’esperienza abituale durante la veglia.

Nelle scuole di spiritualità ed esoterismo, ad esempio, si cerca di raggiungere un livello di coscienza più elevato, come l’identificazione cosmica con Dio o con l’anima del mondo (atman e brahman nell’induismo), attraverso pratiche come il Samādhi o le esperienze extracorporee (OOBE).

Nelle società occidentali, di solito, l’uso volontario di sostanze per alterare lo stato di coscienza è condannato e perseguito legalmente, considerato in genere negativamente, a differenza di altre culture e popolazioni che possono accettarne o tollerarne l’utilizzo.

Charles T. Tart
Charles T. Tart

Lo psicologo e parapsicologo americano Charles T. Tart, noto per il suo lavoro psicologico sulla natura della coscienza, ci offre un inizio utile, descrivendo gli ASC come stati in cui «chi li sperimenta avverte che la sua coscienza è qualitativamente (e spesso radicalmente) diversa dal suo funzionamento nello stato di base». Per “stato di base”, Tart si riferisce alla nostra coscienza “normale” di tutti i giorni, considerata nella cultura euro-americana la forma dominante e più pratica. Sebbene la cultura occidentale non sia completamente monofasica (a differenza di culture polifasiche), è evidente che attribuisce particolare importanza a una forma specifica di coscienza: quella di veglia quotidiana, mentre altre forme sono considerate inferiori o inutili.

Il nostro concetto di Stato di Coscienza Alterato si basa sulla percezione fondamentale di una coscienza produttiva e generalizzata durante lo stato di veglia ordinario. Gli ASC, in questa prospettiva, rappresentano modalità di percepire il mondo attraverso forme di coscienza diverse dalla consueta veglia quotidiana. Questa gamma di esperienze alternative comprende situazioni come la sonnolenza al mattino, l’effetto della caffeina, i sogni, le trance, gli stati di estasi e le esperienze psichedeliche.

Questa mancanza di precisione ha portato alcuni studiosi a esprimere dubbi sull’utilità del concetto di ASC nell’ambito della comprensione della medianità e della possessione spiritica. Alcuni sostengono che, sebbene gli stati alterati di coscienza siano spesso coinvolti nel processo medianico, il termine include anche una vasta gamma di altre esperienze non correlate alla medianità o alla possessione spiritica.

Inoltre, la medianità coinvolge elementi non strettamente legati agli stati alterati di coscienza. Ad esempio, l’antropologo e psichiatra Robert I. Levy (1924-2003), ha collaborato con gli antropologi Jeannette Marie Mageo (1947-2023) e Alan Howard nel libro Spirits in Culture, History and Mind (Spiriti nella cultura, nella storia e nella mente) del 1996, sottolineando che «il comportamento completo della possessione richiede notevoli competenze, con padronanza del gioco e di forme di comunicazione sottili e specializzate rilevanti per la comunità.». Ma l’antropologa Rebecca Seligman suggerisce che gli stati alterati di coscienza non siano l’aspetto fondamentale delle pratiche medianiche e sottolinea piuttosto la «combinazione di condizioni sociali e predisposizioni fisiche” che porta “alcuni individui a identificarsi con il ruolo del medium». Quindi, la medianità non può essere completamente compresa senza considerare questi altri componenti.

Nonostante ciò, il concetto di stati alterati di coscienza risulta ancora un utile strumento di indagine nello studio della medianità. Grazie ad esso è possibile costruire una scala graduata degli stati di coscienza e collocare gli ASC tipici della medianità spiritica e della possessione spiritica all’interno del panorama più ampio della coscienza umana. Tuttavia, va sottolineato come l’approccio accademico all’uso di questo concetto possa a volte ridurre i fenomeni della possessione spiritica ad una mera questione di «la possessione è solo uno stato di coscienza alterato e non ha fondamenti reali». Questa visione, intrinseca nella cultura occidentale che tende a considerare la coscienza come un fenomeno unico e lineare, non tiene conto della complessità e della varietà delle esperienze umane.

Un’alternativa consiste nell’osservare gli stati alterati di coscienza come una condizione preliminare che precede l’esperienza della possessione spiritica, anziché come la sua causa diretta. Questo approccio suggerisce che «la possessione spiritica coinvolge l’utilizzo degli stati alterati di coscienza, ma non è necessariamente identica ad essi». In questo modo, si evidenzia come gli stati alterati di coscienza costituiscano un contesto favorevole per l’esperienza della possessione, senza limitare la comprensione della possessione stessa solamente a tali stati.

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