Stanza degli Spiriti
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Stanza degli Spiriti e la Macchina Spirituale in grado di dare energia ai morti

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Il declino dei Koons

Nahum e Annie Koons nel 1885
Nahum e Annie Koons nel 1885

Cosa è successo veramente nella Stanza degli Spiriti dei Koons e dei Tippie? Beh, credo sia chiaro a tutti, un’enorme bufala ben “orchestrata“; e quale termine migliore di quest’ultimo per descrivere il concertino spettrale? Anche se tutti i resoconti sono stati fatti da spiritualisti dichiarati, che hanno visitato la Stanza degli Spiriti solo per confermare le loro convinzioni, l’accordo generale dei resoconti separati sembra invece offrire prove che indichino il fatto che i Koons stavano solo mettendo in scena uno spettacolo fraudolento.

Ma se era la fama che stavano cercando, allora perché svanire senza lasciare traccia dopo soli sei anni da medium? E cosa è successo loro dopo aver lasciato la contea di Athens?

Solo apparentemente i Koons hanno rinunciato alle loro prestazioni da medium da quando si trasferirono in Illinois. Facendo qualche meticolosa ricerca, scopro che il primogenito della famiglia, Nahum Ward Koons (1837-1921), si sposò con Anna Bates (1838-1899) e si trasferì con la sua famiglia nella contea di Franklin, nell’Illinois, dove avevano portato con loro anche il padre Jonathan. La madre, Abigail, era già morta nel 1864. Lasciarono lì Jonathan per poi trasferirsi nella contea di Perry nel Missouri dove vi abitarono fino al 1880 per poi ritornare in Illinois.

Nahum Koons nel 1915
Nahum Koons nel 1915

Anna Bates (in Koons), morì nel 1899, mentre Nahum nel 1921 all’età di ottantaquattro anni. Dal necrologio parrebbe che Nahum continuò in sordina a fare lo spiritista nelle varie contee, ma solo in forma strettamente privata. Chi come me studia la storia del paranormale, riconoscerà che la famiglia Koons sia stata senza dubbio rivoluzionaria per quanto riguarda le manifestazioni. Molti degli avvenimenti delle loro sedute nella Stanza degli Spiriti furono riportati anche in sedute successive, sotto il controllo di medium del tutto estranei.

Tant’è che anche gli strumenti musicali che “svolazzavano” facevano parte delle attrazioni offerte dai fratelli Davenport e le mani spettrali sono state viste in molte sedute spiritiche, comprese quelle di Daniel Dunglas Home (1833-1886). Le mani che si materializzavano durante le sue sedute somigliavano in tutto e per tutto alle mani che si vedevano e si toccavano nella Stanza degli Spiriti. Se quelle dei Koons e dei Tippie appartenevano ai loro rispettivi figli, chissà di chi erano quelle nelle sedute di DD Home. Ma poco importa, perché queste manifestazioni furono denunciate come fraudolente, anche se non in tutti i casi.

I Koons secondo la spiritualista Emma Hardinge Britten

«Nella vita dei mortali, i giorni migliori sono i primi a fuggire», osservò una volta il poeta Virgilio (Publio Virgilio Marone, 70 a.C.-19 a.C.) e penso che lo stesso valga per i movimenti religiosi, come lo Spiritualismo. In un libro della sostenitrice inglese del primo movimento spiritista moderno, Emma Hardinge Britten (1823-1899), dal titolo Modern American Spiritualism e pubblicato nel 1870, ben quindici anni dopo la fine della moda “Stanza degli Spiriti”, l’autrice scrive:

«Premesso che le manifestazioni che traspirano nella Stanze degli Spiriti dei Koons e dei Tippie, sono
speciale e notevole per chiarezza e forza, ci si chiede: perché non vengono più in questo modo? Stanno scomparendo o stanno diminuendo in eccellenza? E se così altamente istruttivo e utile come li abbiamo rappresentati, perché non continuano con forza e bellezza ancora crescenti?

A queste domande rispondiamo in modo generale. Questi fenomeni si sono evoluti in quel particolare periodo quando, all’inizio del movimento, il loro uso era più manifesto ed essenziale. Smettono di farlo
in una certa misura con la cessazione delle condizioni della loro produzione, che erano fervente zelo,
devozione, sincera unità di intenti e generoso dispendio di tempo e mezzi.»

Modern American Spiritualism di Emma Hardinge Britten, 1870
Emma Hardinge Britten

Personalmente, penso che nel caso della Britten, non si possa andare contro a un movimento di cui si è partecipi con devozione, ma mi chiedo: perché gli spiriti non hanno aiutano i Koons e i Tippie a prosperare affinché il lavoro importante potesse continuare? Perché mai gli spiriti li hanno abbandonati?

Secondo alcuni ben pensanti dello spiritualismo, non era né la macchina spirituale né la Stanza degli Spiriti ad essere strettamente necessari all’apparizione delle entià, bensì la stessa contea di Athens, dove si riteneva che ci fosse una sorta di natura elettromagnetica che aiutava nelle manifestazioni e che nel crescere al di fuori di quel luogo, i figli dei Koons dei Tippie hanno perso l’aura medianica.

Sebbene la Britten osannasse Jonathan Koons collocandolo fra i luminari dello spiritismo, un articolo pubblicato nel 1872 su The Weekly, una rivista dell’Ohio, ironizzava attraverso un racconto di fantasia, nel quale un ricercatore di nome Amodeus, si reca alla fattoria di Koons e si impegna in un vivace colloquio con John King, ma viene cacciato e va a dormire nel fienile dove incontrerà un messia che lo vuole com discepolo.

L’ultimo che ebbe notizie di Jonathan Koons fu, secondo la Britten, proprio Charles Partridge dello Spiritual Telegraph, quando ricevette una sua lettera dai “campi minerari” di Pikes Peak, la cima più alta del sud Front Range delle Montagne Rocciose del Missouri, in cui descriveva, in toni drammatici, che era vicino alla fine, che i figli erano stati vittime di pestaggi e che tutto il suo patrimonio nella contea di Athens era andato letteralmente in fumo a causa di un incendio.

Emma Hardinge Britten
Emma H. Britten

Ma questo racconto è sospetto per varie ragioni. Innanzitutto non c’è alcuna conferma da parte dei figli di Jonathan Koons del racconto, poi non lasciò la contea di Athens per un incendio doloso o per persecuzioni, ma perché la sua reputazione era in bilico per le frodi scoperte e tanto chiacchierate. Tant’è che lo stesso Koons scrisse in un documento che l’incendio del suo fienile mandò all’aria solo un anno di lavoro, ma che dopotutto, godevano di pace e sicurezza e che portò avanti le sue indagini spiritiche indisturbato. Tra l’altro, la citazione attribuita al morente Jonathan Koons somiglia molto allo stile di scrittura della Britten.

Per chi non avesse letto i suoi libri, Emma Hardinge Britten aveva l’abitudine di montare le citazioni a suo piacimento. Un esempio è proprio la citazione di Pikes Peak che Jonathan Koons amava molto, ma alla fine andò a stare in Colorado e non nel Missouri. Inoltre, nell’anno in cui scrisse quella fantomatica lettera, Jonathan era vivo e vegeto nell’Illinois, sicuro nella sua vecchiaia e circondato da moglie, figli e nipoti.

Robert Hare
Robert Hare

Ma se la Britten lo sosteneva, altri lo criticavano duramente, come un articolo pubblicato nel 1865 sulla rivista Knickerbocker da un autore anonimo, in cui si prende beffa degli spiritualisti e citando la “triste fine” dell’illustre chimico e inventore Robert Hare (1781-1858) che, secondo l’autore, si convertì allo spiritismo buttando all’aria una brillante carriera scientifica. Questo articolo al vetriolo si riferiva a quando Hare scrisse nel suo libro del 1855, Experimental Investigation of the Spirit Manifestations, i resoconti entusiastici dei testimoni oculari alle manifestazioni dei Koons.

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