Fratelli Davenport
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Fratelli Davenport: i pionieri degli spettacoli spiritici

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Introduzione

I fratelli Davenport hanno giocato un ruolo cruciale nell’ascesa della popolarità del movimento spiritualista americano, soprattutto prima dell’inizio della Guerra Civile. Le loro attività suscitarono un profondo scalpore sia negli Stati Uniti che in Europa, e per anni mantennero il pubblico in uno stato di costante meraviglia e confusione.

Ira Erastus Davenport (1839-1911) e William Henry Davenport (1841-1877), noti come i fratelli Davenport, furono i pionieri dell’uso dell’Armadietto degli Spiriti come parte delle sedute spiritiche. Questi armadietti, spesso chiamati anche involucri, erano progettati per isolare il medium dalla vista dei presenti mentre si manifestavano fenomeni inspiegabili e paranormali. Questa innovazione si rivelò incredibilmente popolare e affascinante per il pubblico dell’epoca.

Uno degli aspetti più stupefacenti delle loro performance era che i medium venivano solitamente legati mani e piedi all’interno dell’armadietto, rendendo così ancor più incomprensibili i fenomeni che si manifestavano attorno a loro. Spettri, suoni misteriosi e oggetti in movimento apparentemente da soli facevano parte delle esperienze che il pubblico poteva osservare, alimentando la credenza nella possibilità di comunicare con il mondo degli spiriti.

Gli esordi

I fratelli Davenport hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia del movimento spirituale, iniziando la loro carriera nel 1854, meno di dieci anni dopo l’inizio del fenomeno spiritista negli Stati Uniti. Le loro vicende hanno origine dalle storie delle celebri sorelle Fox, ma i Davenport hanno aggiunto un nuovo capitolo affascinante a questo mondo misterioso.

Sotto la guida del padre, un poliziotto locale incuriosito dai rapping degli spiriti segnalati nella vicina Rochester, i due fratelli iniziarono ad affermare di essere testimoni di fenomeni simili a quelli manifestati dalle sorelle Fox. Assieme ai fratelli Davenport si unì anche William Fay (1840-1921), un residente di Buffalo con un profondo interesse per l’arte della magia che, successivamente, prese le redini del signor Davenport per gestire i tour di William e Ira.

Da sinistra: Ira E. Davenport, William Fay (il loro manager), l'autore Robert Cooper e William H. Daveport. Per gentile concessione dell'Aldus Archive
Da sinistra: Ira E. Davenport, William Fay (il loro manager), l’autore Robert Cooper e William H. Daveport

Durante il periodo delle prime sperimentazioni dei fratelli Davenport per mettersi in contatto con gli spiriti, era già diventata una prassi utilizzare una tromba spiritica. E così una sera i due fratelli si riunirono assieme alla sorella e al padre attorno ad un tavolo per eseguire una seduta spiritica. La stanza venne oscurata mediante la chiusura delle persiane e sul tavolo vi era una tromba spiritca, un campanello e altre cose. Dopo la prima seduta spiritica, il signor Davenport raccontò agli amici che i suoi figli assieme alla loro sorellina minore, Elizabeth, sembravano essere in grado di sollevarsi in aria, spesso fluttuando per la stanza. Questo attirò l’attenzione di «un venerabile vecchio di nome Albro, che all’epoca pubblicava un giornale spirituale a Buffalo, divenne profondamente interessato ai giovani medium».

Purtroppo, però, Stephen Albro si accorse che le manifestazioni spirituali erano manifestate con l’inganno e divenne molto prevenuto nei confronti dei fratelli Davenport, nonostante fosse convinto che avessero delle doti medianiche non espresse. Si convinse, ad esempio, che le frodi fossero opera del padre dei ragazzi e che, se allontanato, i fratelli Davenport avrebbero potuto esprimere e dimostrare i loro doni medianici. Fu in una di queste occasioni che, grazie al signor Albro e ad un certo signor D., i fratelli Davenport avrebbero dimostrato le proprie capacità.

Lo spirito guida di John King

Durante una seduta spiritica nel lontano 1850, gli spiriti dettarono a Ira di impugnare una pistola e sparare in un angolo della stanza. Nel momento in cui l’arma esplose, nell’istante del lampo, l’onnipresente figura di controllo, Johnny King (ovvero, John King), si manifestò.

Inizialmente, queste sedute si svolgevano nella modesta dimora dei fratelli Davenport, ma la guida spirituale, John King, ordinò presto alla famiglia di trasferire le loro manifestazioni in luoghi più ampi e pubblici. Nel 1855, i due ragazzi, di soli 16 e 14 anni, fecero il loro ingresso sul palco. Le prime performance comprendevano le consuete dimostrazioni come il ribaltamento del tavolo e il rapping (comunicazione spiritica con i colpi), ma presentavano anche giochi spiritosi con mani incorporee che giocavano con i partecipanti, suonavano strumenti musicali e facevano volteggiare ombrelli sopra le teste degli spettatori.

Chi era John King e perché si manifestò come spirito guida?

Nel contesto delle credenze spiritiste dell’epoca, si credeva che gli spiriti guida fossero entità o esseri superiori che comunicavano con i medium umani per trasmettere messaggi, offrire consigli o istruzioni, o guidarli nel loro lavoro spirituale (non diversamente da oggi).

Secondo quanto hanno riportato i fratelli Davenport, John King era era lo pseudonimo usato dallo spirito che in vita era Henry Owen Morgan (1635-1688), pirata inglese che saccheggiò la Giamaica nel XVII secolo e poi divenne governatore dell’isola dopo essere stato nominato cavaliere dal re Carlo II. Ciò nonostante, nelle mie ricerche mi sono imbattuto in un giovane pirata che si chiamava proprio John King (1706/09-1717) vissuto nel XVIII secolo e morto durante il naufragio della nave il 26 aprile 1717, i quali resti furono provvisoriamente identificati nel 2006 grazie ad un progetto di recupero di parti del relitto e di alcuni resti umani.

A quanto pare, però, lo spirito di John King disse ai fratelli Davenport che il suo vero nome era Henry O. Morgan e di essere un bucaniere vissuto nel 1600, figlio unico, che perse il padre quando aveva solo quattro anni. Lo spirito raccontò molto di sé, come ad esempio, di aver visto distintamente il suo cadavere una volta diventato spirito, che «vide che l’ignoranza, soprattutto quella dell’immortalità, abbondava dovunque, e che ha deciso di fare del suo meglio per dissipare il buio» e che «presto scoprì la possibilità di manifestarsi, e rapidamente determinato a scoprire un metodo per farlo con potenza ed effetto.»

Per saperne di più potete leggere l’articolo dedicato a questo spirito e a quello di sua figlia Katie: Gli Spiriti di John e Katie King: I Fantasmi più Popolari dell’Epoca Vittoriana

Oppure potete leggere due favolosi libri sui fratelli Davenport da cui ho tratto alcune informazioni:

  • la biografia scritta dagli stessi fratelli: The Davenport Brothers (1869);
  • Spiritual Experiences with The Brothers Davenport (1867) di Robert Cooper.

Solo in quest’ultimo libro, antecedente la biografia dei fratelli Davenport, lo spirito di John King (a loro manifestato col nome di Johnny King), si parla del fantasma di Kate (o Katie) King come la moglie del pirata. Solo dalle manifestazioni spiritiche attraverso la medium inglese Florece Cook (1856-1904), lo spirito di Katie King fosse quello di Annie Owen Morgan, la figlia del bucaniere.

L’Armadietto degli Spiriti

Il ruolo di John King come guida spirituale persisteva, mentre Katie (o Kate) King, anch’essa un famoso controllo spirituale, faceva la sua comparsa nelle sedute dei fratelli Davenport, sebbene in una manifestazione differente rispetto all’adorabile signora presente nelle sessioni medium di Florence Cook (1856-1904). Alla fine di quell’anno, i fratelli fecero il loro ingresso a New York City, ampliando la portata delle loro performance. Introdussero elementi distintivi nel loro spettacolo, quali fughe rapide da intricati legami e nodi di corda, rendendo il loro atto ancor più intrigante e sorprendente per il pubblico.

Poco dopo l’incontro con Johnny King (ovvero, John King), che sarebbe diventato il loro punto di riferimento nell’universo spiritista, la famiglia Davenport sperimentò un’evoluzione incredibile. Il fantasma li guidò verso una nuova direzione, spingendoli a condividere i presunti poteri dei fratelli Davenport attraverso spettacoli pubblici, aprendo così le porte a una delle tappe più importanti del loro percorso.

Le sedute spiritiche dei fratelli Davenport venivano tenute inizialmente presso la loro dimora, ma ben presto John King ordinò alla famiglia di affittare una sala per esibirsi in pubblico. E così, i giovanissimi fratelli, iniziarono ad esibirsi unendo le loro forze per presentare spettacoli che inizialmente si basavano su trucchi già noti nel panorama spiritista dell’epoca (come il ribaltamento dei tavoli e fenomeni come il rapping), tecniche utilizzate sia dalle sorelle Fox che da altri medium emergenti, ma con il passare del tempo, la loro performance si trasformò.

I fratelli Davenport introdussero nuovi fenomeni e meraviglie, come strumenti musicali che apparentemente fluttuavano nell’aria, suonando sospesi grazie al loro potere, e manifestazioni di mani spirituali che toccavano e attrarre partecipanti e membri del pubblico. Osavano anche eseguire una seduta spiritica al buio sul palco, coinvolgendo i membri del pubblico per garantire che non ci fosse alcun inganno. I fratelli erano legati saldamente a un tavolo in piena vista e, con le luci spente, misteriose forme spettrali sembravano fluttuare sulla scena. Naturalmente, al ritorno della luce, i fratelli erano ancora trovati legati.

Alcuni testimoni, però, attribuirono l’idea dell’Armadietto degli Spiriti ad un consiglio di uno spettatore durante una delle loro esibizioni. Comunque sia, i fratelli Davenport introdussero sul palco una scatola simile a un armadio, aprendo così nuove possibilità per i loro spettacoli. Operare nell’oscurità più totale significava anche essere al riparo dagli sguardi indiscreti del pubblico. Una parte cruciale della performance dei fratelli consisteva nel selezionare volontari tra gli spettatori per poi essere legati all’interno di questo armadietto. Gli scettici più accaniti si dilettavano a creare nodi intricati e persino dolorosi, a volte causando lievi ferite. Tuttavia, una volta chiusa la porta dell’armadietto, un’incantevole melodia spirituale pervadeva l’aria e mani incorporee apparivano attraverso aperture praticate sulle pareti esterne.

A volte, uno spettatore veniva invitato sul palco e fatto sedere tra i fratelli nell’armadietto. Subito dopo la chiusura delle ante, spesso questo individuo veniva improvvisamente catapultato fuori dal palco, privo del cappotto e con la cravatta annodata alla gamba, mentre un tamburello si posava sulla sua testa. La scena si concludeva con l’apertura delle porte dell’armadio, rivelando i fratelli Davenport ancora saldamente legati, proprio come all’inizio.

I Davenport osavano anche eseguire una seduta spiritica al buio sul palco, coinvolgendo i membri del pubblico per garantire che non ci fosse alcun inganno. I fratelli erano legati saldamente a un tavolo in piena vista e, con le luci spente, misteriose forme spettrali sembravano fluttuare sulla scena. Naturalmente, al ritorno della luce, i fratelli erano ancora trovati legati.

L'Armadietto degli Spiriti dei fratelli Davenport

Entro la fine di quell’anno, la loro fama si estese a New York City, dove, durante le sedute spiritiche, l’oggetto dominante era l’Armadietto degli Spiriti, che divenne la firma distintiva dei loro spettacoli, distinguendoli nel vasto panorama dell’occultismo e del movimento spiritista.

E le loro performance suscitarono clamore: gli spiritisti vedevano in loro una vera dimostrazione del mondo spirituale, mentre i critici li consideravano semplici prestigiatori. Curiosamente, nessuno dei due fratelli rivendicò mai di essere medium, lasciando che fosse il pubblico a trarre le proprie conclusioni. Nonostante ciò, definivano la loro performance una seduta spiritica, cosa che molti spiritisti accettavano come autentica.

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