Prima di addentrarmi a spiegare cosa fosse la Stanza degli Spiriti, vorrei fare una doverosa premessa. Durante il periodo di massimo splendore dello spiritismo, i circoli familiari erano di gran moda tra coloro che erano affascinati dal misterioso funzionamento del mondo degli spiriti. In questi piccoli gruppi affiatati di familiari e amici, i membri si riunivano attorno al tavolo della sala da pranzo e, incuriositi dai racconti di colpi provenienti da altri luoghi, cercavano di vedere se anche loro potevano ricevere comunicazioni dagli spiriti. Abbastanza spesso sembava che lo facessero, potevano sentire un leggero colpetto, seguito da rumori più forti e presto rumori assordanti che potevano essere uditi in tutta la casa. Sarebbero state poste domande, ideati codici e presto le informazioni sarebbero fluite dall’altra parte.

In molti casi, specialmente con famiglie socialmente importanti, tali manifestazioni sarebbero state mantenute private, per salvarsi dal ridicolo. Tuttavia, in altri casi, quando la posizione sociale non era un problema, i contatti con gli spiriti sarebbero stati ampiamente pubblicizzati e i vicini sarebbero stati chiamati per spettacoli gratuiti. Ciò a volte portava i membri della cerchia domestica a diventare medium professionisti, come se fosse successo con le sorelle Fox.
Un’altra famiglia, di cui si sa molto meno rispetto alle Fox, era la famiglia Koons della contea di Athens, in Ohio. Sebbene non ottenessero molti profitti materiali dalla loro impresa, la Stanza degli Spiriti divenne, per un breve periodo nel 1850, una destinazione spiritualista che attirò centinaia di credenti da tutto il paese.
Ciò che è stato sorprendente quasi quanto il fatto che così tante persone siano arrivate nella contea di Athens, è stato il calvario che hanno dovuto affrontare per arrivarci. Anche se oggi è ancora un luogo un po’ remoto, a metrà dell’Ottocento era un po’ azzardato avventurarsi da quelle parti. Si trovava in una zona accidentata e collinare non lontana dalla linea Virginia (ora West Virginia). Per raggiungerlo, bisognava viaggiare in diligenza da Colombus su strade dissestate e spesso sbiadite. Quindi, per raggiungere la fattoria dei Koons, i visitatori dovevano ancora percorrerepiù di tre chilometri un sentiero boscoso. Tuttavia, pochi pellegrini si sono pentiti del loro viaggio e si sono sentiti completamente ricompensati dalle manifestazioni che li attendevano.
La famiglia Koons

Jonathan Koons (1811-1893) nacque in Pennsylvania e rinunciò al suo presbiterianesimo, trasferendosi ad Athens, Ohio, nel 1835, per diventare, come lui stesso lo descrisse, “un infedele”. Anche se non aveva rinunciato alla religione organizzata, non aveva però abbandonato la ricerca delle risposte che la fede fornisce, rendendolo il candidato perfetto per lo spiritualismo. Viveva con la moglie Abigail Tuck Bishop (1811-1864) e i loro ben nove figli. Erano contadini autodidatti, ma esperti di politica e filosofia del tempo. Si stabilirono e coltivarono un’area nella contea di Athens, chiamata Monte Nebo, una collina che sovrasta la città che ora si trova nelle vicinanze.
La contea è ancora oggi un luogo suggestivo soprattutto noto per il paranormale. Da oltre un secolo e mezzo, molte persone curiose vi si recano per testare il soprannaturale. A causa del suo manicomio chiuso e dei cimiteri ritenuti maledetti, la contea di Athens era già ampiamente nota agli spiritisti in quel periodo, ma la proprietà dei Koons ha fatto sì che alcuni di loro ritornassero.
Nel 1852, Jonathan era sempre alla ricerca di qualcosa di spirituale. Per questo motivo iniziò ad interessarsi di fenomeni spiritici dopo aver letto articoli che raccontavano le comunicazioni via colpi (raps) delle sorelle Fox. Si era convinto che lo spiritualismo e le sedute spiritiche fossero false e nel 1852, per curiosità, andò a una seduta spiritica determinato a smascherare la frode, ma invece il sensitivo a quella seduta gli disse che aveva un grande potenziale come medium. Questo lo destabilizzò, e tornato a casa, iniziò a meditare. Nel giro di poco tempo iniziò a praticare la scrittura automatica, cambiando completamente idea sullo spiritualismo.
Il movimento spiritista era in ascesa. Rapping da tavolo, oggetti levitanti e fenomeni vocali diretti: tutti questi punti fermi delle sedute spiritiche tradizionali hanno fatto la loro prima apparizione durante questa prima era. Così, Jonathan, iniziò così a partecipare a diverse sedute in tutta l’Ohio e si convinse che anche sua moglie Abigail e due dei loro figli maggiori, Nahum e Quintilla, fossero dotati di capacità psichiche.
La Macchina Spirituale di Jonathan Koons

Nel novembre del 1852, quattro anni e mezzo dopo gli scioccanti eventi di Hydesville (New York) delle sorelle Fox, Jonathan Koons era in una pausa, in quanto per alcuni mesi il terreno dei suoi campi era duro e non poteva arare. Proprio in quel periodo ebbe la rivelazione di costruire una Macchina Spirituale, il “mezzo più potente del mondo” per contattare gli spiriti.
Per capire come fosse fatta questa macchina spirituale, dato che non ci sono fotografie, ho trovato una ristampa di una parte dell’edizione di Scientific American del 3 febbraio 1855.
«…alla fine ci fu una promessa estesa a me attraverso la medianità di mio figlio maggiore, (di sedici anni) [Nahum Ward Koons] che se avessi costruito un tavolo secondo un progetto disegnato dagli spiriti attraverso mio figlio come medium, e collocarlo in una stanza privata [la Stanza degli Spiriti] per proprio uso, avrei poi avuto la prova incontrovertibile dell’esistenza degli spiriti, alla quale ho immediatamente aderito, e la stessa è stata costruita e collocata in una stanza privata, e arredata con carta e matite, come richiesto tramite il medium agente, quando gli spiriti cominciarono a scrivere senza alcun medium agente, in detta stanza; il che fatto tolse dalla mia mente ogni dubbio persistente, poiché la stanza era tenuta costantemente chiusa contro l’ingresso della mia famiglia, o di qualsiasi altra persona durante il tempo in cui fu eseguita la scrittura.»
Jonathan Koons
La descrizione della macchina spirituale è stata possibile grazie ad alcuni articoli pubblicati, tra cui quello del principale quotidiano di Cleveland The Plain Dealer e una lettera che apparve, in due parti, nella pubblicazione canadese The Anglo-American Magazine di aprile e maggio 1855, citata da un articolo scritto da un certo E.V. Wilson. Misurava circa 76 cm ed era sostenuta da sei gambe. Conteneva quattro cassetti (all’interno solo alcuni piatti laccati, matite e pennelli, carta, etc., che sarebbero serviti agli spiriti).
Sul ripiano c’era una struttura in legno alta poco più di 10 cm e sostenuta da un palo verticale con in cima un pomello in vetro decorato.
La struttura aveva un telaio incurvato e attaccati al suo esterno vi erano due tamburi, uno grande con un suono accordato in DO basso, e uno più piccolo accordato in un SI tenore. Questi tamburi erano «saldamente fissati ai macchinari e al tavolo tramite fili di rame». Gli spiriti potevano battere sui tamburi per annunciare il loro arrivo, oppure suonarli per accompagnare Jonathan Koons mentre suonava il suo violino. I «fili di rame avvolti con zinco» erano moltoi importanti, non solo per tenere assemblato il tutto, perché servivano come una sorta di batteria per alimentare la loro macchina dall’altra parte, nell’Aldilà.

Serviva a questo la macchina spirituale: «raccogliere e trattenere l’elettricità» in modo che gli spiriti potessero usare l’energia per manifestarsi. ttraverso questa energia potessero manifestarsi nei confini carichi della Stanza degli Spiriti. Le doppie piastre (di stagno e rame) avrebbero avuto la gunzione di una pila voltaica, pur mancando però della componente elettrolitica.
La descrizione di queste piastre viene dal medium H. B. Champion, proveniente da Nashville, Tennessee, considerato da un suo ammiratore presente alla seduta del 2 settembre 1855, come «uno dei più straordinari medium dell’epoca». Champion e Koons avrebbero avuto molte cose di cui parlare. Il mesmerista Joseph Barthet, che aveva sentito parlare della Stanza degli Spiriti dei Koons, vi si recò con molta curiosità. Barthet si era appassionato allo spiritismo e pur di vedere la stanza e, soprattutto, la macchina spirituale, viaggiò per oltre 1600 Km dalla “sua” New Orleans.
Barthet fu introdotto nella Stanza degli Spiriti che descriverò nel prossimo paragrafo e vide la macchina spirituale, che descrisse come una una tavola di legno come una profusione di fili, sbarre metalliche, piatti di latta, pezzi di vetro e campanelle. Barthet aveva sentito che il dispositivo era stato costruito sotto la guida degli spiriti per dare energia alla Stanza degli Spiriti e aiutare le entità a focalizzare la loro essenza. Nei cassetti della macchina ci vide della carta da lettere, una matita, un libro e due fogli di carta vetrata patinata con il fosforo.
H. B. Champion invece descrisse «due tamburi fissati con fili di rame su supporti di legno in cima al tavolo. Questa tavola è intersecata con fili di rame avvolti con zinco. Alla croce superiore pendono delle placche di rame, tagliate a forma di colombe, alle quali sono sospese alcune campanelle, che talvolta suonano gli spiriti.» La macchina spirituale ingombrava il tavolo già colmo di altri oggetti, come un violino, due coppie di bacchette da batteria (drum sticks), un triangolo, una campana, un’armonica, un tamburello, una tromba di latta e una fisarmonica.
La cosa bizzarra che più mi ha colpito è che ho sempre letto articoli e libri in cui si dava molta più importanza alla Stanza degli Spiriti piuttosto che alla Macchina Spirituale. Non ho mai capito perché, ma forse per lo stesso motivo che mi ha spinto a titolare questo articolo Stanza degli Spiriti e non Macchina Spirituale: quello che accadeva per mezzo della macchina, necessitava anche di una struttura per lo spettacolo e, dato che ho scritto anche dell’Armadietto degli Spiriti dei fratelli Davenport, non potevo scostarmi da questa analogia.
La Stanza degli Spiriti della famiglia Koons

Fu la macchina spirituale a fungere da strumento per le manifestazioni degli spiriti nella fattoria dei Koons e grazie a questa Jonathan iniziò a ricevere istruzioni, da uno degli spiriti, per costruire quella che fu soprannominata la loro Stanza degli Spiriti. Quello spirito si chiamava John King. Si proclamava il capo dei 165 spiriti presenti e si diceva che fosse la forma spirituale del bucaniere gallese Henry Owen Morgan, morto nel 1688. John e sua figlia Katie King, erani due spiriti molto famosi in epoca vittoriana, un appuntamento fisso durante le sedute spiritiche dei Koons e più tardi, con anche i famosi fratelli Davenport. Tra l’altro, Katie King era nota essersi “unita” alla medium Florence Cook (1856-1904).
Ai Koons furono date le precise indicazioni su come costruirla, le dimensioni, gli arredi e le attrezzature da utilizzare. Così la famiglia si mise immediatamente al lavoro e costruì una capanna di legno che misurava 3,6 x 4,3 metri, con tre finestre chiuse, una sola porta e un soffitto alto 2,13 metri.
La Stanza degli Spiriti fu arredata con panchine che potevano contenere circa venti persone. Le richieste degli spiriti furono più dettagliate: la stanza doveva contenere alcuni strumenti musicali come una chitarra, una fisarmonica, una tromba, un tamburo tenore, una grancassa, due violini, un corno di latta, una campana del tè, un triangolo e un tamburello. Koons non era un uomo ricco e non poteva permettersi tutti gli strumenti, fra l’altro difficili da trovare in quella zona remota dell’Ohio, ma grazie ad aiuti da parte di vicini, riuscì a recuperare quelli necessari.
Dopo un’altra seduta spiritica, gli spiriti chiesero anche due tavoli, una rastrelliera per gli strumenti musicali e del filo con cui sospendere alcuni campanellini e alcune immagini di colombe ritagliate da lastre di rame.

Nella Stanza degli Spiriti, al buio, con la sola illuminazione di candele, le persone si accalcavano sui posti sperando di vedere e sentire l’impensabile. Quando l’ultima candela veniva spenta, si avverte una presenza che entra nella stanza e una voce senza corpo parla attraverso una tromba. Per i medium seduti nel circolo domestico, questo è un evento comune.
Persone curiose si recano nella contea di Atene per testare il soprannaturale da oltre 160 anni, prima della guerra civile. La famiglia di Jonathan e Abigail Koons fu la prima a tenere sedute spiritiche pubbliche nel 1852 nella loro Stanza degli Spiriti, che operò fino al 1858. Spiritualisti e scettici viaggiarono da tutta l’America per testimoniare la famiglia dei medium e i loro talenti.
Le prime sedute spiritiche nella Stanza degli Spiriti

Dopo aver seguito fedelmente tutte queste istruzioni, i Koons iniziarono a tenere sedute spiritiche pubbliche. Jonathan, Abigail e Nahum fungevano da medium e nella cabina oscurata gli spiriti iniziarono a dare lunghe comunicazioni su vari argomenti spirituali, oltre a concerti sugli strumenti musicali. I vicini provenienti da tutta la regione iniziarono ad essere attratti, non solo dalle voci su ciò che stava accadendo lì, ma anche perché il baccano prodotto dagli spiriti poteva essere sentito per chilometri in qualsiasi direzione.
Ho scoperto che Abigail era discendente di Bridget Bishop (1632-1692), la prima donna condannata a morte per stregoneria durante i processi alle streghe di Salem nel 1692.
Non passò molto tempo prima che cominciassero ad arrivare anche visitatori da altre parti del paese. Charles Partridge, un noto editore di New York, ne scrisse anche un articolo sul Spiritual Telegraph, un quotidiano spiritualista di New York City pubblicato dal 1852 al 1860. Descrisse di aver trovato almeno una trentina di persone riunite per la prima rappresentazione a cui assistette. Jonathan Koons, su consiglio degli spiriti, preferiva gli spettatori che venivano da lontano. Non c’erano ammissioni o altri oneri per partecipare alle sedute spiritiche, ma coloro che passavano la notte a casa dei Koons, di solito contribuivano con qualche offerta.
Durante tutto questo, Koons continuava a lavorare e mantenere la fattoria della sua famiglia. A volte era così esausto che si addormentava durante le sedute spiritiche e, sempre secondo Partridge, vi erano poche ragioni per credere che la Stanza degli Spiriti fosse un progetto per fare soldi.
La lite tra il fantasma e Jonathan Koons
La sera di domenica 27 maggio 1855, Charles Partridge e il suo compagno di viaggio, erano ospiti alla seduta spiritica dei Koons, ma accadde un fatto curioso. Come consueto, prima della seduta spiritica, Jonathan e il figlio Nahum entrarono nella Stanza degli Spiriti per consultarsi con gli spiriti guida. Fuori c’erano i due giornalisti. Lo spirito di John King si mise a parlare alla tromba in modo da farsi sentire ai presenti e, dopo aver elogiato il lavoro di Partridge e del suo giornale con termini lusinghieri, ha annunciato che lui (King) non avrebbe partecipato alla seduta spiritica di quella sera perché sarebbe stato altrove. Quello che ne seguì sembrò un imbarazzante litigio familiare tra Jonathan e il fantasma.
Partridge ne scrisse quanto segue:
«Il signor Koons ha espresso molto rammarico per questo annuncio e ha detto di sentirsi in imbarazzo e
mortificato, perché c’erano diverse persone che venivano da molta lontano: alcuni da New York,
Pennsylvania, Virginia, Canada e altri luoghi lontani. Lo Spirito disse che gli dispiaceva, ma era così
impegnato a frequentare un circolo altrove (dando il nome al luogo: molto lontano), e deve essere là tra quindici minuti.Il signor Koons non si accontentava di nessuna scusa, ma insisteva (nei confronti di King)
che aveva accettato di presiedere il circolo e di incontrare la compagnia che era venuta lì; e piuttosto
che farsi strumento di scusa verso gli altri per la delusione nelle performance, lui (King) lo abbandonò definitivamente».

Jonathan sembrò andare nel panico e fu disposto a spostare i presenti in un altro luogo scelto dallo spirito di John King, ma questi era preoccupato del risultato in un posto non conosciuto dai Koons.
Quella stessa sera c’era un’altra persona importante tra il pubblico, Selah Van Sickle (1812-1880), una pittrice autodidatta con tendenze mistiche che aveva trovato uno spirito affine in Jonathan Koons. Lei aveva vissuto in Ohio, per poi trasferirsi, ma era tornata da circa un anno e in questo periodo di permanenza dipinse una delle sue opere principali, Il panorama della vita di Cristo, che terminò nel 1854.
La pittrice trovò fonte di ispirazione nella fattoria dei Koons, forse per la collazione sul Monte Nebo, forse per la storia del fantasma pirata di John King, forse per i colori che la natura le offriva in quei luoghi. E così decise di fare affidamento sugli spiriti delle sedute spiritiche dei Koons per dirigere il suo lavoro; gli spiriti l’avrebbero guidata su cosa dipingere. Divenne così un’assidua frequentatrice della Stanza degli Spiriti.
Come si svolgeva una seduta dei Koons

Il programma nella Stanza degli Spiriti di solito seguiva una routine prestabilita. Il pubblico veniva fatto sedere e, una volta chiuse porte finestre, si spegnevano le luci. L’inizio della seduta spiritica era solitamente annunciato dal suono della grancassa, che un testimone lo ha paragonato allo sparo di un cannone a distanza ravvicinata. Allora Koons, che sedeva a un tavolo con sua moglie e suo figlio Nahum accanto a lui, iniziava a suonare una melodia vivace con il suo violino. In pochi istanti, tutti gli altri strumenti si sarebbero uniti, mantenendo un tempo perfetto anche se suonato da “mani invisibili”.
La cosa più sbalorditiva, secondo i vari report che ho letto, era che gli strumenti non rimanevano fermi sospesi in aria, ma giravano intorno alla Stanza degli Spiriti, suonando selvaggiamente mentre danzavano sopra le teste degli spettatori. Durante una seduta spiritica, il dottor George Swan di Cincinnati, professore di latino e storia alla Hamline University di St. Paul, Minnesota, scrisse in seguito di un tamburello volante: «Un momento lo sentivo sulla mia testa o mi spettinava i capelli, e il momento successivo, sarebbe stato dall’altra parte della stanza».
Un testimone che veniva dall’Illinois, John Gage, ha riferito di un altro strumento musicale, un triangolo, che si è schiantato sopra le teste dei visitatori ed è stato «occasionalmente spinto quasi in faccia, così che avevo paura che mi colpisse». In uno dei suoi voli, il triangolo cadde in grembo a sua moglie e poi lo colpì su un lato della testa. Entrambi hanno convenuto che pesava quasi un chilogrammo. Sempre Cage affermò che il frastuono musicale aveva una certa melodia, seppure strana, e si potevano udire delle voci come fossero umane, ma che erano ultraterrene. Come avrebbe fatto a dare quest’ultima definizione rimane un mistero, ma tutti concordarono su un fatto: non parlavano inglese.
La mani spiritiche
La Stanza degli Spiriti era la principale attrazione, seguita dalla macchina spirituale. Ma quello che i partecipanti attendevano di più, era la parte musicale della serata, solitamente seguita dall’apparizione di mani spirituali, talvolta luminose, o meglio, illuminate da fogli di carta fosforescenti preparati dai Koons. Visibili poco sopra il polso, le mani sembravano in carne e ossa e, secondo i testimoni, a volte erano calde o fredde. Secondo il dottor Swan, che chiese di poter far poggiare una mano sulla sua, riferì che «erano come le mani dei soggetti che ho maneggiato nella sala di dissezione». Anche Partridge tese una mano chiedendo agli spiriti di afferrarla; riferì che «non sembrava la mano di una persona vivente».

Queste “mani fantasma” che apparivano nella Stanza degli Spiriti, hanno avuto un ruolo anche nell’ultima impresa della serata, quando avrebbero scritto messaggi su pezzi di carta. Tutti i testimoni descrissero le mani come capaci di scrivere messaggi ad una velocità incredibile. Lo spirito guida, King, affermò che si trattava di spiriti appartenenti a creature antiche che hanno preceduto addirittura Adamo ed Eva. Uno spettatore, affascinato da queste mani, si avvicinò forse troppo e una mano gli colpì il naso con la punta di una matita.
Ci furono ben sei testimoni che giunsero nella Stanza degli Spiriti da quattro stati diversi e affermarono di aver visto una mano senza braccio scrivere con una matita. Scriveva piano e allora fu sollecitata a scrivere più velocemente. A quel punto la mano con la matita, iniziò a scarabocchiare così rapidamente sul foglio che, secondo loro, riuscivano a malapena a vederla andare via e in cinque minuti aveva riempito una pagina, che passò a uno dei testimoni, un certo signor Pierce di Filadelfia, a cui è stata quindi data l’opportunità di esaminare la mano misteriosa.
Riferì che era umano sotto tutti gli aspetti, anche per le unghie, ma era leggermente più fresca della sua. Pierce quindi prese, da uno dei cassetti della macchina spirituale, un altro foglio di carta e una matita e iniziò a tracciare un contorno della mano sulla carta fino al polso, ma secondo il rapporto, «non trovò nulla oltre quel punto». La mano poi gli strinse la sua e subito svanì nella Stanza degli Spiriti.
La famiglia Koons accusata di frode
Jonathan Koons divenne rapidamente una figura di spicco nel movimento spiritista (o spiritualista) e viaggiò fino a New York per promuovere la Stanza degli Spiriti e le sedute spiritiche per folle entusiaste, ma questa attenzione portò anche a un maggiore controllo. La famiglia Koons affrontò i tentativi di screditarli durante le sedute spiritiche quando gli scettici tentarono di dimostrare che la famiglia commetterva frodi, pubblicando lettere ai periodici spiritualisti che li dipingevano come impostori.
Questi testimoni erano così sicuri delle proprie affermazioni che una volta esaminati gli scritti da alcuni ricercatori, la calligrafia era simile a quella di alcuni dei bambini della famiglia Koons. Come se non bastasse, una “mano disincarnata” che fece la sua “apparizione” durante una seduta spiritica, si rivelò essere quella di uno dei figli dei Koons.
Quando si vuole credere a priori non si ragiona con lucidità, ma ci si lascia ingannare facilmente per un positivo pregiudizio sui fenomeni paranormali. E questo, purtroppo, accade ancora oggi.

Sebbene Jonathan Koons avesse molti strenui difensori, il flusso costante di attacchi mise a dura prova la famiglia e le loro esibizioni pubbliche si interruppero. Non sapevano cosa fare della Stanza degli Spiriti e della macchina spirituale. Per il momento decisero di non smantellarli e continuarono, seppur con meno pubblico, a ricevere ospiti.
Nel 1856 la famiglia Koons fu ufficialmente accusata di frode, cosa che danneggiò la loro reputazione e li fece riflettere sul da farsi. Anche se avessero atteso del tempo mantenendo un profilo basso per poi ritornare a fare sedute spiritiche, la loro fattoria non poteva continuare a funzionare ospitando così tante persone, quasi per sei sere a settimana, poiché la famiglia Koons accettava solo donazioni per assistere alle loro sedute spiritiche e il denaro non sarebbe comunque bastato.
Questo a prova di chi ancora oggi crede che se non c’è scopo di lucro non può esserci la frode.
La famiglia decise così di lasciare la contea di Athens nel 1858 e di trasferirsi nel sud dell’Illinois, dove Jonathan continuò a esplorare questioni spirituali e mantenne l’autenticità della sua medianità. Ma la Stanza degli Spiriti non venne più costruita.
La Stanza degli Spiriti dei Tippie

L’accusa di frode portò i Koons a fare sempre meno sedute, tanto da spostarsi nell’Illinois verso la fine del 1858. Non essendoci più la Stanza degli Spiriti richiesta dalle entità spirituali, le persone non erano più così attratte. La famiglia Tippie, composta dal capofamig John Jr., sua moglie Anna Margaret e otto figli, tra cui il maggiore Ezra, e il nipote, Wesley, abitava a circa cinque chilometri dai Koons. I Tippie parteciparono spesso alle sedute spiritiche dei loro vicini, e una volta che il campo fu libero, tentarono anche loro la strada dello spiritualismo.
John M. Tippie Jr. (1811-1859) era nato nella contea di Athens e aveva condiviso i primi anni con Jonathan Koons. Sia i Tippie che i Koons avevano legami con la Pennsylvania ed erano in un certo modo imparentate, perché la signora Tippie, Anna Margaret Hughes, era la nipote di Jonathan Koons, figlia della sorella di quest’ultimo, Elizabeth Koons. Se agli inizi le due famiglie erano alleate oltre che parenti, dopo il ritiro dei Koons, la famiglia Tippie si diede da fare cercando di non essere smascherati come i loro vicini parenti. Inizialmente, infatti, si scambiavano gli ospiti, ma poi i Tippie godettero del vuoto lasciato dai Koons per prendersi tutta l’attenzione del movimento spiritista.
La somiglianza delle Stanze degli Spiriti
Quando le cose si misero male per i Koons, la famiglia Tippie si precipitò ad aiutarli, come già accadde nel 1853, quando i coniugi, assieme al figlio maggiore Ezra e al nipote Wesley, firmarono una dichiarazione giurata a sostegno di Jonathan Koons che le sedute spiritiche fossero autentiche. Fu in quel periodo che durante una seduta dei Koons nella Stanza degli Spiriti, proprio Ezra Tippie entrò in uno stato di trance e raccontò che gli spiriti lo condussero attraverso le sfere del cielo dove sperimentò la beatitudine.
Dopo che Ezra si svegliò, iniziò a ripetere lo stesso racconto senza rendersi conto di averlo già fatto. Jonathan Koons raccontò di essere rimasto molto impressionato dal racconto, perché il disegno di Ezra sulla disposizione delle sfere viste in trance, corrispondeva al disegno che suo figlio Nahum aveva già preparato «dopo la dichiarazione fatta dagli spiriti, e quelli fatti dai diversi chiaroveggenti in questo luogo.»

Non sorprende che i Tippie abbiano aperto al pubblico la loro Stanza degli Spiriti nel 1854, molti partecipanti notarono le somiglianze tra il circolo originale e quello dei vicini di casa. Proprio il redattore dello Spiritual Telegraph, Charles Partridge, osservò che «le stanze e le manifestazioni [sono] molto simili, ma i tavoli sono leggermente diversi nella costruzione. Entrambi gli spiriti presenti affermano di essere John King». Joseph Barthet, un mesmerista di New Orleans che partecipò alle sedute spiritiche sia dei Koons che dei Tippie, trovò la disposizione dei posti a sedere identici.
Altri osservatori, come un gruppo di eminenti cittadini di Cleveland, dissero che c’erano alcune differenze tra le due stanze: nella Stanza degli Spiriti dei Koons, il capofamiglia Jonathan suonava spesso il violino e poi gli spiriti lo accompagnavano, mentre in quella dei Tippie nessuno della famiglia suonava strumenti musicali e facevano affidamento solo agli spiriti. Inoltre trovarono la musica spiritica dai Tippie «più varia e interessante rispetto a quella suonata dai Koons.»

Gli spiriti avevano bisogno di poche cose per fare la loro apparizione: la macchina spirituale, la tromba spiritica e della Stanza degli Spiriti. Per comunicare e non veniva prodotta alcuna scritta, né si erano “mai” viste mani spettrali. In realtà accadde una sola volta, ma quegli ospiti da Cleveland non erano presenti. Dopotutto la famiglia Tippie sapeva che furono proprio quegli eventi a insospettire gli scettici e dare inizio al declino dei Koons.
Le sedute dei Koons non ispirarono solo i Tippie, ma anche un altro abitante in Ohio di nome John Q. Adams, che abitava a circa ottanta chilometri a ovest del Monte Nebo, nella contea di Ross (non mi riferisco al suo omonimo che divenne presidente degli USA), in una seduta del 1855, disse di aver sentito una voce che lo istruiva a costruire la propria Stanza degli Spiriti.
Come per l’Armadietto degli Spiriti dei fratelli Davenport, anche la Stanza degli Spiriti andava molto forte sul “mercato” degli spiritualisti. Gli spiriti avrebbero anche istruito Adams a costruire una macchina spiritica come quella dei Koons, che fungesse da batteria elettrica per la comunicazione spirituale, però dal disegno non era un granché, forse perché abbozzato a memoria, e comunque se costruita, non sarebbe stata adeguata.
Cercò di costruire la sua Stanza degli Spiriti in uno spazio della sua bottega di ebanisteria. Ma grazie al fantasma di “Jonh King Numero Tre”. Ebbene sì, John King aveva altri due omonimi che lo aiutavano. Grazie all’aiuto di questo spirito, Adams riuscì a produrre un disegno decente, un fac-simile della macchina spirituale della famiglia Koons e di quella dei Tippie.
Secondo Adams, sia lui che suo suocero, ottennero ulteriori istruzioni grazie alla scrittura automatica. Dopo aver acquistato alcuni strumenti, fra cui delle campane e dei tamburi, Adams e suocero, li appesero presumibilmente su un telaio, e li collegarono tra loro tramite dei fili di rame che finivano alla macchina spirituale che fungeva da batteria, così come aveva visto sia nella Stanza degli Spiriti dei Koons che in quella dei Tippie.

Mentre Adams iniziava a ricevere i primi ospiti nella propria Stanza degli Spiriti, i Tippie iniziarono ad avere gli stessi problemi dei Koons: alcune sedute furono bollate come frode. Degli spiritisti dell’Indiana avevano condotto le proprie indagini nella Stanza degli Spiriti dei Tippie e avevano afferrato il braccio di uno dei figli dei Tippies mentre suonava un tamburo, ma il braccio si sfilò dalla presa e i Tippie interruppero la seduta.
Quella sera nella Stanza degli Spiriti era presente anche un amico di famiglia dei Tippie e dei Koons, il reverendo James Hackett Fowler, che aveva studiato all’Università di Harvard ed era un ministro spiritualista che, come Jonathan Koons, seguì gli insegnamenti del sensitivo Andrew Jackson Davis (1826-1910).
Fowler aveva sentito il figlio e la figlia dei Tippie suonare gli stessi brani svolti alle sedute spiritiche e non potevano conoscerli perché non erano presenti nella Stanza degli Spiriti. Fowler non mancò di parlarne nella rivista New Era: «Potrei menzionare altri fatti relativi alle manifestazioni del signor Tippie, che distruggono tutta la mia fiducia e quindi tornerò alla Stanza degli Spiriti dei Koons».

I guai per i Tippie non finirono, Joseph Rodes Buchanan (1814-1899), un medico americano e professore di fisiologia presso l’Eclectic Medical Institute di Cincinnati, in Ohio, si unì ad una seduta spiritica nella Stanza degli Spiriti della famiglia. A quella seduta, come da prassi, John Tippie Jr. e i suoi figli Ezra e Lucetta, presero i loro posti a sedere attorno a un tavolino con la famosa macchina spirituale e dei tamburi dietro di loro su un secondo tavolo. Ai tre si unirono due donne medium che erano amiche della signora Tippie.
John ed Ezra sedevano l’uno di fronte all’altro, mentre le tre donne sedevano tra i Tippie e il pubblico. Il dottor Buchanan non poté fare a meno di notare quanto John fosse vicino ad Ezra e ai tamburi e come le posizioni delle tre donne attorno al tavolo proteggevano efficacemente Ezra da qualsiasi interferenza degli spettatori. Una volta spente le luci, un membro del pubblico ha suonato un violino mentre i tamburi e il tamburello scandivano il tempo, suonati da “mani invisibili”.
Una voce parlò attraverso il famoso corno e una “mano spiritica” afferrò quella del dottor Buchanan, ma alla fine della seduta lui se ne andò con l’impressione che tutto ciò avrebbe potuto essere fatto dal ventunenne Ezra. Non solo, ma sospettava che la voce al corno che aprì la seduta alle ore 18, fosse goffamente cammuffata per sembrare quella dello spirito chiamato King, e che fosse proprio quella di Ezra Tippie. Si accorse, infatti, che il suono proveniva proprio da Ezra e lo sentì persino riprendere fiato dopo aver parlato a lungo nel corno.
Così, il dottor Buchanan, ideò un test che portò di nascosto nella Satanza degli Spiriti durante una delle sedute spiritiche che fu programmata poco tempo dopo. Una volta spente le luci e iniziata la musica, il tavolo si inclinò di poco, come se fosse stato aggiunto del peso. Quello era il momento di mettere in atto il test, e così, Buchanan alzò un bastone che gli era stato regalato da amici di Filadelfia, e si allungò sopra il tavolo nell’oscurità per cercare di toccare qualcosa e sentì l’esecutore, così cercò di tastarlo col bastone per capirne le dimensioni, ma gli venne sfilato dalle mani con molta violenza. Così il dottore urlò di accendere le luci perché c’era dell’inganno.

I membri del pubblico sbalorditi iniziarono a discutere sul significato di cosa avevano appena visto. Anche un altro spettatore disse che era tutto falso, aggiungendo che la sera prima aveva sentito una manica del cappotto sulla mano spiritica che lo sfiorò. I Tippie cercarono di stemperare il teso clima che si stava instaurando nella Stanza degli Spiriti, sostenendo che la manica fosse un indumento spirituale e altri credenti dissero che l’uomo “scoperto” sul tavolo era un corpo spirituale creato dagli spiriti per suonare il tamburello.
A questo punto, il dottor Buchanan fece una semplice proposta: rifare la seduta al buio, restando nella Stanza degli Spiriti, ma applicando alle vesti di Ezra Tippie un pezzetto di carta inumidito con olio fosforato, così che al buio il pubblico potesse osservare sempre la sua posizione.
Ovviamente i Tippies non ne volevano sapere, ma non potevano nemmeno giustificare quello che era accaduto, ma mentre Ezra iniziò a discutere in maniera alterata col dottor Buchanan e altri presenti scettici, aggiunse che avrebbe lasciato la città piuttosto che subire ulteriori maltrattamenti e insulti.
Così, poco tempo dopo, i Tippie decisero di spostarsi in Colorado, lasciando anche loro la propria Stanza degli Spiriti. Dopotutto anche le sorelle Fox dovettero spostarsi quando le cose si fecero scottanti. I Tippie non divennero popolari come i Koons, ma riuscirono ad attirare alcuni dei visitatori.
Il declino dei Koons

Cosa è successo veramente nella Stanza degli Spiriti dei Koons e dei Tippie? Beh, credo sia chiaro a tutti, un’enorme bufala ben “orchestrata“; e quale termine migliore di quest’ultimo per descrivere il concertino spettrale? Anche se tutti i resoconti sono stati fatti da spiritualisti dichiarati, che hanno visitato la Stanza degli Spiriti solo per confermare le loro convinzioni, l’accordo generale dei resoconti separati sembra invece offrire prove che indichino il fatto che i Koons stavano solo mettendo in scena uno spettacolo fraudolento.
Ma se era la fama che stavano cercando, allora perché svanire senza lasciare traccia dopo soli sei anni da medium? E cosa è successo loro dopo aver lasciato la contea di Athens?
Solo apparentemente i Koons hanno rinunciato alle loro prestazioni da medium da quando si trasferirono in Illinois. Facendo qualche meticolosa ricerca, scopro che il primogenito della famiglia, Nahum Ward Koons (1837-1921), si sposò con Anna Bates (1838-1899) e si trasferì con la sua famiglia nella contea di Franklin, nell’Illinois, dove avevano portato con loro anche il padre Jonathan. La madre, Abigail, era già morta nel 1864. Lasciarono lì Jonathan per poi trasferirsi nella contea di Perry nel Missouri dove vi abitarono fino al 1880 per poi ritornare in Illinois.

Anna Bates (in Koons), morì nel 1899, mentre Nahum nel 1921 all’età di ottantaquattro anni. Dal necrologio parrebbe che Nahum continuò in sordina a fare lo spiritista nelle varie contee, ma solo in forma strettamente privata. Chi come me studia la storia del paranormale, riconoscerà che la famiglia Koons sia stata senza dubbio rivoluzionaria per quanto riguarda le manifestazioni. Molti degli avvenimenti delle loro sedute nella Stanza degli Spiriti furono riportati anche in sedute successive, sotto il controllo di medium del tutto estranei.
Tant’è che anche gli strumenti musicali che “svolazzavano” facevano parte delle attrazioni offerte dai fratelli Davenport e le mani spettrali sono state viste in molte sedute spiritiche, comprese quelle di Daniel Dunglas Home (1833-1886). Le mani che si materializzavano durante le sue sedute somigliavano in tutto e per tutto alle mani che si vedevano e si toccavano nella Stanza degli Spiriti. Se quelle dei Koons e dei Tippie appartenevano ai loro rispettivi figli, chissà di chi erano quelle nelle sedute di DD Home. Ma poco importa, perché queste manifestazioni furono denunciate come fraudolente, anche se non in tutti i casi.
I Koons secondo la spiritualista Emma Hardinge Britten
«Nella vita dei mortali, i giorni migliori sono i primi a fuggire», osservò una volta il poeta Virgilio (Publio Virgilio Marone, 70 a.C.-19 a.C.) e penso che lo stesso valga per i movimenti religiosi, come lo Spiritualismo. In un libro della sostenitrice inglese del primo movimento spiritista moderno, Emma Hardinge Britten (1823-1899), dal titolo Modern American Spiritualism e pubblicato nel 1870, ben quindici anni dopo la fine della moda “Stanza degli Spiriti”, l’autrice scrive:
«Premesso che le manifestazioni che traspirano nella Stanze degli Spiriti dei Koons e dei Tippie, sono
speciale e notevole per chiarezza e forza, ci si chiede: perché non vengono più in questo modo? Stanno scomparendo o stanno diminuendo in eccellenza? E se così altamente istruttivo e utile come li abbiamo rappresentati, perché non continuano con forza e bellezza ancora crescenti?A queste domande rispondiamo in modo generale. Questi fenomeni si sono evoluti in quel particolare periodo quando, all’inizio del movimento, il loro uso era più manifesto ed essenziale. Smettono di farlo
Modern American Spiritualism di Emma Hardinge Britten, 1870
in una certa misura con la cessazione delle condizioni della loro produzione, che erano fervente zelo,
devozione, sincera unità di intenti e generoso dispendio di tempo e mezzi.»
Personalmente, penso che nel caso della Britten, non si possa andare contro a un movimento di cui si è partecipi con devozione, ma mi chiedo: perché gli spiriti non hanno aiutano i Koons e i Tippie a prosperare affinché il lavoro importante potesse continuare? Perché mai gli spiriti li hanno abbandonati?
Secondo alcuni ben pensanti dello spiritualismo, non era né la macchina spirituale né la Stanza degli Spiriti ad essere strettamente necessari all’apparizione delle entià, bensì la stessa contea di Athens, dove si riteneva che ci fosse una sorta di natura elettromagnetica che aiutava nelle manifestazioni e che nel crescere al di fuori di quel luogo, i figli dei Koons dei Tippie hanno perso l’aura medianica.
Sebbene la Britten osannasse Jonathan Koons collocandolo fra i luminari dello spiritismo, un articolo pubblicato nel 1872 su The Weekly, una rivista dell’Ohio, ironizzava attraverso un racconto di fantasia, nel quale un ricercatore di nome Amodeus, si reca alla fattoria di Koons e si impegna in un vivace colloquio con John King, ma viene cacciato e va a dormire nel fienile dove incontrerà un messia che lo vuole com discepolo.
L’ultimo che ebbe notizie di Jonathan Koons fu, secondo la Britten, proprio Charles Partridge dello Spiritual Telegraph, quando ricevette una sua lettera dai “campi minerari” di Pikes Peak, la cima più alta del sud Front Range delle Montagne Rocciose del Missouri, in cui descriveva, in toni drammatici, che era vicino alla fine, che i figli erano stati vittime di pestaggi e che tutto il suo patrimonio nella contea di Athens era andato letteralmente in fumo a causa di un incendio.




Ma questo racconto è sospetto per varie ragioni. Innanzitutto non c’è alcuna conferma da parte dei figli di Jonathan Koons del racconto, poi non lasciò la contea di Athens per un incendio doloso o per persecuzioni, ma perché la sua reputazione era in bilico per le frodi scoperte e tanto chiacchierate. Tant’è che lo stesso Koons scrisse in un documento che l’incendio del suo fienile mandò all’aria solo un anno di lavoro, ma che dopotutto, godevano di pace e sicurezza e che portò avanti le sue indagini spiritiche indisturbato. Tra l’altro, la citazione attribuita al morente Jonathan Koons somiglia molto allo stile di scrittura della Britten.
Per chi non avesse letto i suoi libri, Emma Hardinge Britten aveva l’abitudine di montare le citazioni a suo piacimento. Un esempio è proprio la citazione di Pikes Peak che Jonathan Koons amava molto, ma alla fine andò a stare in Colorado e non nel Missouri. Inoltre, nell’anno in cui scrisse quella fantomatica lettera, Jonathan era vivo e vegeto nell’Illinois, sicuro nella sua vecchiaia e circondato da moglie, figli e nipoti.
Ma se la Britten lo sosteneva, altri lo criticavano duramente, come un articolo pubblicato nel 1865 sulla rivista Knickerbocker da un autore anonimo, in cui si prende beffa degli spiritualisti e citando la “triste fine” dell’illustre chimico e inventore Robert Hare (1781-1858) che, secondo l’autore, si convertì allo spiritismo buttando all’aria una brillante carriera scientifica. Questo articolo al vetriolo si riferiva a quando Hare scrisse nel suo libro del 1855, Experimental Investigation of the Spirit Manifestations, i resoconti entusiastici dei testimoni oculari alle manifestazioni dei Koons.
Conclusioni
Insomma, c’è da dire che la famiglia Koons si muoveva in un periodo in cui la parapsicologia era ancora di là da venire. La Society for Psychical Research (SPR) di Londra sarebbe nata solo nel 1882, quindi non c’erano ancora studi scientifici sui medium. Ma, se Jonathan Koons non faceva tutto questo per soldi, che motivo aveva di tirare su questo “spettacolo”, coinvolgendo addirittura la sua famiglia?

Beh, come dicevo prima, Jonathan era attratto dai riflettori: gli piaceva essere al centro dell’attenzione, amava suonare e queste sedute erano, in un certo senso, il suo palcoscenico. Ha trasformato la sua famiglia in un vero e proprio cast, una specie di troupe teatrale per creare un’esperienza unica e, diciamolo, piuttosto elaborata. Parliamoci chiaro: il suo pubblico era composto da persone benestanti e influenti, da uomini d’affari a giornalisti, artisti e medici. Jonathan cercava una filosofia di vita che gli desse speranza, una visione positiva dell’universo dopo la delusione provata nel Cristianesimo. Lo Spiritualismo, con tutte le sue promesse di un aldilà rassicurante, era la sua ancora di salvezza.
Attraverso queste pratiche, riuscì a liberarsi dalla paura della dannazione e a offrire agli altri una visione di un universo benevolo. Certo, per farlo non si è fatto molti scrupoli e, se necessario, ha scelto l’inganno per sostenere questa visione. Non è il primo a cadere in questa “trappola”: il mago Harry Houdini (1874-1926), ad esempio, ha raccontato di un ex medium che confessò di essersi autoilluso per anni, arrivando a “fare il lavoro degli spiriti” quando questi non si manifestavano. Succede: a volte l’autoillusione diventa così forte che finisci per crederci davvero. Sarà successo anche a Jonathan? Non lo possiamo sapere, ma non è un’ipotesi da scartare.
La verità è che una seduta spiritica può rispondere a motivazioni diverse, sia da parte del medium che di chi vi partecipa. Ma se il medium imbroglia, chi assiste sta venendo truffato o sta comunque ottenendo qualcosa di valore? Una domanda interessante, no?

Pensiamo al caso del 1865: Charles J. Colchester, un medium famoso per le sue sedicenti capacità, come evocare musica o far comparire scritte “col sangue” sul suo corpo, fu smascherato come prestigiatore. Quando cercò di ricattare Mary Todd, la vedova del presidente Abraham Lincoln (1809-1865), fu giudicato colpevole e multato. Nonostante alcuni cercassero di giustificare le sue azioni come parte del suo “credo”, alla fine una truffa resta una truffa e va punita.
Passiamo poi al 1871, quando Eli Curtis (1845-1861), un seguace di Koons, cercò di fondare una comunità utopica vicino alla vecchia fattoria dei Koons, ma senza successo. Il suo tentativo fallì e la maggior parte degli spiritisti lo abbandonò nel 1875. E qui torniamo ai Koons: quello che mi ha sempre colpito non è tanto la costruzione della Stanza degli Spiriti, ma la famosa macchina spirituale. Pare che senza quella non si sarebbe manifestato alcuno spirito. Ma perché tutto questo sforzo per costruire questi macchinari complessi? Non bastava qualche trucco più semplice per stupire i partecipanti?
E qui mi chiedo: e se ci fosse un fondo di verità? Magari le aspettative erano così alte che i Koons, così come altre famiglie, sentivano di dover emulare ciò che gli spiriti non riuscivano a fare. Forse la Stanza degli Spiriti amplificava una sorta di energia invisibile? O forse non funzionava come doveva, costringendo Jonathan e la sua famiglia a simulare le apparizioni per non deludere il pubblico. Chissà.
Forse Jonathan non ha fatto grandi soldi, ma una cosa è certa: ha attirato attenzione e notorietà. A volte, quel momento di gloria vale più del guadagno economico. Non è un caso che le sue sedute siano finite su riviste e giornali spiritualisti. Non erano le solite sedute silenziose e misteriose, ma spettacoli rumorosi e caotici, con strumenti musicali stonati e un frastuono che riempiva l’ambiente. Con una famiglia di undici persone – praticamente una squadra di calcio! – non c’è da stupirsi che riuscissero a mettere in piedi uno show così complesso. Ma erano davvero soli? Questo, forse, resterà un altro dei tanti misteri legati alla famiglia Koons.
Vorrei concludere con una frase dello stesso Jonathan Koons, scritta nel 1856:
«Se queste cose (intende ciò che accadeva alle sedute spiritiche) sono o meno significative per qualsiasi parte della storia della mia vita, è materia che deve essere giudicata e decisa da coloro che la esaminano. Io conosco solo i fatti.»
Jonathan Koons