L'Esorcismo di Anneliese Michel
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Anneliese Michel: la vera storia de L’Esorcismo di Emily Rose

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Una tranquillità apparente

Anneliese Michel alla fine tornò a scuola più tardi nel 1970. Ma ora era una persona completamente diversa. I suoi amici dicevano che fosse depressa e riservata e sembrava avere un’oscurità dentro di lei. La gente cominciò a parlare di Anneliese alle sue spalle.

Ma cosa ha causato questo cambiamento di personalità? Era forse la vergogna dei ripetuti blackout e degli episodi di enuresi notturna? Forse perché ostracizzata e ridicolizzata durante la permanenza in ospedale?

Casa Michel
Casa dei Michel

Le crisi epilettiche erano la sua costante compagnia, manifestandosi sempre più spesso nel tempo. Nonostante i numerosi medici consultati, nessuno riuscì a individuarne con certezza la causa principale. Questa mancanza di chiarezza non fece che alimentare la frustrazione della famiglia di fronte a tale situazione portandoli sempre di più a pensare alla possessione demoniaca.

Anneliese Michel non si arrese. Trovò nella fede un modo per affrontare il problema. Mentre completava gli studi al liceo, si immerse nello studio del cattolicesimo. Nel 1973, decise di iscriversi all’Università di Würzburg con l’obiettivo di diventare insegnante. Nonostante continuasse a seguire il trattamento prescritto, le sue condizioni si deteriorarono costantemente. Tant’è che, pensando fosse colpa dei farmaci, ne sospese bruscamente la somministrazione.

A metà del 1973, mentre pregava, Anneliese iniziò ad avere allucinazioni e sviluppò anche lei la convinzione di essere posseduta, tormentata dall’idea che il maligno fosse dentro di lei. La preghiera divenne il suo rifugio; ogni notte, in lacrime, si addormentava stringendo con forza le perle del rosario. Anna portò la figlia nuovamente dal dottor Luthy. Stando al racconto dei genitori, fu il medico a raccomandare loro di consultare un prete gesuita. Più tardi, dopo la morte di Anneliese Michel, il dottor Lithy negherà, affermando che avrebbe consigliato solo un altro professionista medico.

Nonostante le sue malattie e la letargia attribuita ai farmaci anticonvulsivanti, Anneliese riuscì a superare i difficili esami e a laurearsi.

Josef Michel aveva partecipato ad un pellegrinaggio al santuario mariano non ufficiale di San Damiano organizzato dalla signora Thea Hein, la madre di Peter, il ragazzo di Anneliese Michel. Josef riferì a Thea che Anneliese non stava bene e non capivano cosa avesse. La donna propose una gita a San Damiano e poco tempo dopo suggerì che forse Anneliese stava soffrendo di possessione demoniaca. Così i Michel abbracciarono questa idea con fervente dedizione.

Anneliese Michel e Peter Hein
Anneliese Michel e Peter Hein

Quando Anneliese Michel arrivò al santuario, si trovò ad affrontare una serie di esperienze straordinarie. Le sensazioni che provava erano così intense che sembravano fisiche: il terreno sotto i suoi piedi era come fuoco ardente, mentre i pellegrini in preghiera sembravano avere reazioni inquietanti, digrignando i denti. La presenza dell’immagine di Cristo le creava disagio, mentre le rappresentazioni dei santi brillavano talmente intensamente che era impossibile guardarle. Non si sentì incline a bere dall’acqua del pozzo, considerata miracolosa. Le sue reazioni attirarono l’attenzione della signora Hein e di altri pellegrini, che la considerarono in uno stato di squilibrio mentale. Questo comportamento, fuori dall’ordinario anche nel contesto della sua cultura religiosa, suscitò sconcerto e preoccupazione tra coloro che l’osservavano.

Anneliese Michel e la Vergine Maria

La salute di Anneliese Michel peggiorò notevolmente, le visioni di volti demoniaci la tormentavano sempre di più. A questo si aggiunsero odori sgradevoli, come carne bruciata o decomposta, fetore di feci, etc.
Nella sua camera da letto si udirono strani rumori, sebbene sua madre le attribuisse a sogni. Tuttavia, Anna iniziò a sospettare che sua figlia fosse assillata dai demoni.

Raccontò al marito scettico di aver visto Anneliese fissare intensamente una statua della Vergine Maria, descrivendo i suoi occhi neri come l’ebano e le sue mani simili a artigli. Così, Josef suggerì la preghiera e pianificò di portarla al santuario della Madre di Dio di San Damiano. Anneliese Michel sembrò divertirsi molto al santuario, ma non poté entrare nella cappella, lamentando che il terreno le bruciava i piedi. Accusò bruciori anche dopo aver toccato l’acqua santa.

Anneliese col padre Josef
Anneliese col padre Josef

Si strappò il suo rosario di dosso rifiutando di indossare una medaglia santa comprata da suo padre, dicendo che la soffocava. Iniziò a parlava con voce roca, quasi maschile ed emanava fetore. Almeno è quello che affermarono i suoi genitori. Gli attacchi di Anneliese Michel peggiorarono. Aveva periodi in cui sembrava sentirsi bene e poi all’improvviso aveva convulsioni, visioni o profonda depressione. Si convinse che i demoni fossero dentro di lei e si sentì vuota, divisa in due, o credette di essere qualcun altro. 

Più volte pensò di suicidarsi, anche perché il suo fidanzato, Peter, non fu in grado di aiutarla. Anneliese disse di non essere più sessualmente reattiva nei suoi confronti, anche per la forte debolezza. Sia che fosse vista come posseduta da forze demoniache o afflitta da disturbi mentali, la situazione di Anneliese si sviluppò gradualmente nel corso degli anni, deteriorandosi progressivamente.

Un cambiamento preoccupante

Alla fine del 1973, il comportamento di Anneliese Michel diventò completamente imprevedibile, segnalando una spirale in cui sembrava sprofondare nell’oscurità della sua mente. La situazione peggiorò quando i suoi sintomi, irregolari e incontrollabili, presero il sopravvento. I genitori, costretti a intervenire, furono costretti a una decisione difficile: ritirarla dal college.

Tegretol (fonte: Wikimedia Commons)
Tegretol

Da quel momento, la sua esistenza si restringeva alla sua camera, confinata come in una prigione domiciliare. Fu in questo periodo che iniziò a assumere Tegretol, un farmaco con carbamazepina, principalmente utilizzato come anticonvulsivante per il trattamento dell’epilessia. Inoltre, viene impiegato nel trattamento del disturbo bipolare per stabilizzare l’umore, riducendo gli alti e i bassi emotivi. La carbamazepina agisce nel cervello per regolare l’attività elettrica, riducendo l’eccessiva eccitazione neuronale che può causare le crisi epilettiche o i sintomi maniacali nel disturbo bipolare.

Durante questo periodo, Anneliese Michel affermò di aver udito strani colpi provenire dalla sua stanza, un’esperienza confermata anche dalle sue sorelle. Raccontò di voci che la condannavano all’inferno. Nonostante l’assunzione regolare di farmaci neurolettici, i sintomi di Anneliese peggiorarono in modo spaventoso e inspiegabile. Manifestò comportamenti animali, avvertì presenze demoniache, mostrò una forza sorprendente, al punto di lanciare la sorella come una bambola di pezza. Durante un litigio con i genitori, urinò sul pavimento e si comportò come un cane.

Si cibava di carbone, strappava i vestiti e mangiava insetti trovati in casa. La sua furia, la sua irrazionalità, la rendevano quasi inavvicinabile per la sua famiglia. Anche oggetti religiosi come crocifissi e acqua santa la mandavano in uno stato di agitazione estrema.

Mentre i Michel cercavano aiuto da vari medici, consultarono anche diversi sacerdoti, tra cui padre Roth della parrocchia di San Damiano, che la indirizzò a padre Ernst Alt. Inoltre, il Rev. Adolf Rodewyk di Francoforte, esperto di fenomeni legati alla possessione, scrisse in una lettera che Anneliese Michel mostrava segni di possessione, ma rifiutò di incontrarla di persona, citando la sua anziana età e la distanza.

Nonostante le richieste alla chiesa locale per un esorcismo, i sacerdoti rifiutarono e suggerirono di continuare con le terapie mediche. Contrariamente a quanto mostrato nei film L’Esorcismo di Emily Rose, ottenere un esorcismo cattolico richiede il consenso di un vescovo, un permesso che la famiglia Michel non riuscì a ottenere.

monsignor Josef Stangl
monsignor Josef Stangl

Così fu lo stesso padre Alt ad essere direttamente coinvolto nel caso, dimostrando una certa sensibilità psichica e sviluppando un legame empatico con Anneliese Michel ancor prima di conoscerla. Egli tendeva a considerarla almeno circondata da forze oscure e forse addirittura posseduta. Anneliese ebbe delle sedute con padre Alt durante le quali conversavano e pregavano insieme; sembrava migliorare temporaneamente dopo questi incontri. Tuttavia, il 30 settembre 1974, padre Alt scrisse all’arcivescovo di Würzburg, monsignor Josef Stangl, chiedendo il permesso di eseguire un esorcismo su Anneliese. Stangl rifiutò, suggerendo ad Alt di continuare a monitorarla. Il vescovo era convinto che avesse bisogno di ulteriore assistenza medica.

Contrariamente a quanto mostrato nei film L’Esorcismo di Emily Rose, ottenere un esorcismo cattolico richiede il consenso di un vescovo, un permesso che la famiglia Michel non riuscì a ottenere.

La brusca sospensione degli psicofarmaci

Anneliese Michel rifiutò l’uso di farmaci antipsicotici poiché anche quelli più leggeri la rendevano letargica, compromettendo la sua capacità di studio. Gli antipsicotici comuni dell’epoca avevano effetti sedativi e, per una persona epilettica come lei, avrebbero potuto indurre convulsioni. Questi farmaci agivano solo sui sintomi senza affrontare la causa sottostante.

Verso la fine della sua vita, Anneliese smise di prendere le medicine, alimentando il deterioramento fisico. Sebbene l’astinenza da Tegretol potesse causare intorpidimento e tremori temporanei, il declino fisico di Anneliese era più legato alla malnutrizione e ai suoi comportamenti compulsivi.

Non ci sono prove certe che Anneliese Michel abbia sofferto di convulsioni negli ultimi mesi, e i suoi comportamenti immobili o violenti sembrano essere stati più frutto di compulsioni psicologiche piuttosto che di problemi neurali. Sebbene il Tegretol avesse successo nel prevenire le convulsioni, non riusciva a sopprimere le sue allucinazioni o a migliorare la grave depressione che ricomparve dopo un breve miglioramento.

Indipendentemente dalla natura della sua malattia, sembra improbabile che rimanere sul Tegretol avrebbe cambiato in modo significativo il suo percorso.

Gli esorcismi in segreto

Padre Alt arrivò l’1 luglio a casa Michel e trovò Anneliese Michel in uno stato di isteria. Interiormente recitò la preghiera di exorcismus probativus, facendola balzare in piedi e strappare il rosario. Dopo la partenza di padre Alt, le condizioni di Anneliese peggiorarono drasticamente. Camminare diventava sempre più un’impresa difficile. Quando riusciva ad alzarsi dal letto, Anneliese camminava come se le sue gambe fossero due bastoni. Una volta esplose in furia, maledicendo, attaccando, ringhiando come un animale e emanando un odore terribile. Josef Michel richiamò padre Roth, testimone di uno di questi episodi.

L'esorcismo di Anneliese Michel
L’esorcismo di Anneliese Michel

Così, padre Alt si rivolse nuovamente a monsignor Stangl per ottenere il permesso di eseguire un esorcismo. Dopo l’ennesima richiesta, il 3 agosto 1974, l’arcivescovo Josef Stangl concesse infine a padre Arnold Renz il permesso di visitare Anneliese Michel e di recitare il rituale Romanum del 1614, ma con un avvertimento molto importante: l’esorcismo doveva essere eseguito in completa segretezza.

Nel frattempo che intervenisse padre Renz, i due sacerdoti, padre Alt e padre Roth, eseguirono il piccolo rito su Anneliese Michel, che gemette, piagnucolò e affermò di sentirsi come se stesse bruciando. Erano convinti di affrontare una vera e propria possessione.

Stando al racconto dei testimoni, Anneliese era fuori controllo. Il suo corpo si gonfiava in modo strano, spesso girava in tondo sul letto come una capra, urlando a squarciagola per poi irrigidirsi e diventare catatonica. A volte manifestava una forza sovrumana, come quella volta che s strappò i vestiti, lamentandosi di bruciare dall’interno e immerse la testa in acqua ghiacciata o nel water. Rifiutava il cibo, ma preferiva mosche e ragni che trovava nella camera. E quando urinava sul pavimento cercava di leccare la sua stessa urina. A volte masticava i suoi stessi indumenti inzuppati di urina. I momenti peggiori erano la domenica e i giorni festivi: attaccava verbalmente e fisicamente i preti che andavano a trovarla, richiedendo un monitoraggio costante dalla sua famiglia.

Stando ai racconti dei familiari, nugoli di mosche apparivano e scomparivano improvvisamente in casa. Si diceva che creature ombrose corressero di qua e di là.

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