L'Esorcismo di Anneliese Michel
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Anneliese Michel: la vera storia de L’Esorcismo di Emily Rose

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Le trasposizioni cimematografiche

La storia di Anneliese Michel ha ispirato diversi film nel corso degli anni. Tra questi, troviamo L’Esorcismo di Emily Rose del 2005, diretto da Scott Derrickson, che ha offerto una rielaborazione cinematografica del dramma. Successivamente, nel 2006, è stato prodotto il film tedesco Requiem, diretto da Hans-Christian Schmid, che ha esplorato a sua volta questa vicenda. Nel 2011, Anneliese: The Exorcist Tapes (o Paranormal Entity 3: The Exorcist Tapes), diretto da Jude Gerard Prest e distribuito da The Asylum, ha fornito un ulteriore adattamento cinematografico di questo tragico evento.

L’Esorcismo di Emily Rose

Il poster del film L'Esorcismo di Emily Rose (The Exorcism of Emily Rose)

Nel caso di Anneliese Michel, due domande fondamentali emergono: la natura della sua condizione – se di natura medica o spirituale – e la responsabilità dei genitori e dei sacerdoti per la sua morte. Tuttavia, queste questioni spesso si intrecciano, portando a confusioni: assolvere i genitori viene confuso con la negazione della possibile possessione, e negare la stessa viene confuso con la prova della negligenza dei genitori.

Il film L’Esorcismo di Emily Rose merita lode poiché distingue tali questioni, mantenendo un’ambigua conclusione sulla veridicità della presunta possessione, ma sottolineando inequivocabilmente le buone intenzioni del sacerdote e dei genitori.

Per la maggioranza degli spettatori, il dibattito sulla possessione prevale su quello della responsabilità legale. Tuttavia, le discussioni sulla possessione raramente portano a una chiara comprensione, in parte a causa di malintesi come la netta divisione tra il medico e lo spirituale. Questa dicotomia tende a far sembrare che la realtà dei fenomeni medici escluda automaticamente la possibilità di una possessione e viceversa. Inoltre, nelle conversazioni popolari sulla base dei dati medici, i sintomi spesso vengono fraintesi come indicatori diretti di una patologia. Questa problematica è evidente soprattutto in psichiatria, dove le ampie definizioni di disturbi come la schizofrenia e la psicosi racchiudono una vasta gamma di sintomi derivanti da molteplici cause. Invece di concentrarsi su cause meccanicistiche, sarebbe più proficuo esplorare i diversi fattori contribuenti alla situazione.

Il film segue la vicenda di un avvocato agnostico incaricato di difendere un sacerdote accusato di omicidio colposo a causa di un esorcismo da lui eseguito. L’interessante dualità dei punti di vista è riflesso nella sceneggiatura, frutto della collaborazione tra Scott Derrickson, che si considera credente, e Paul Harris Boardman, più scettico riguardo a tali tematiche. L’intenzione di coniugare queste prospettive contrastanti ha reso la trama del film particolarmente dinamica.

Sebbene ispirato alla vita di Anneliese Michel, il film assume una considerevole licenza creativa nella sua narrazione, permettendosi di allontanarsi dalla storia reale per ragioni di impatto drammatico.

Un fotogramma del film L'Esorcismo di Emily Rose
Un fotogramma del film L’Esorcismo di Emily Rose

Il nome di Anneliese Michel diventa Emily Rose in quanto Anna Michel non acconsentì all’uso del vero nome della figlia. Il film propone un contrasto tra le prove visive che sembrano confermare l’esistenza del soprannaturale e le prove presentate in tribunale, ambigue o basate solo sulla testimonianza personale del sacerdote Moore (personaggio del film). Questa discrepanza consente al film di adottare un approccio antropologico alternativo.

L’antropologa testimone del caso, Felicitas Goodman, ha studiato i fenomeni di possessione in varie culture e ha rilevato che metodi simili all’esorcismo, sebbene non implicassero necessariamente presenze ultraterrene, potevano essere efficaci nel trattamento di stati alterati di coscienza. Il film ipotizza che Emily fosse estremamente sensibile a stati di coscienza alternativi, rendendola suscettibile al fenomeno conosciuto come possessione. L’uso di farmaci psicoattivi avrebbe compromesso l’efficacia dell’esorcismo, interferendo con lo shock psico-spirituale necessario per tale pratica. Questa visione contrasta con quella della dottoressa Goodman nella realtà, che suggeriva invece che tali farmaci avrebbero reso le presunte personalità demoniache inattive e sottomesse, rendendo impossibile qualsiasi confronto.

Una scena dal film L'Esorcismo di Emily Rose
Una scena dal film L’Esorcismo di Emily Rose

Il film non si concentra tanto sulla verità della possessione demoniaca quanto sul diritto degli operatori sanitari di trattare i problemi spirituali secondo le proprie credenze. Il caso di Anneliese Michel, nel contesto giudiziario tedesco, riflette questo conflitto tra le credenze tradizionali e l’ideologia secolare. La legge e la stampa, percepivano la credenza nei demoni come ignoranza, invalidando la testimonianza di coloro che sostenevano l’esorcismo.

Questa mancanza di considerazione del soprannaturale solleva dubbi sull’approccio scientifico basato sul materialismo. Anche decenni dopo, la discussione sul film L’Esorcismo di Emily Rose continua a riflettere questi stereotipi, spingendo spiegazioni scientifiche che a volte negano la possibilità di realtà al di fuori dei confini materialisti.

Requiem

La locandina di Requiem

Similmente, in quel periodo, Hans-Christian Schmid realizzò una versione tedesca della vicenda, intitolata Requiem. Sebbene più fedele agli eventi reali rispetto a L’Esorcismo di Emily Rose, anch’essa richiede una certa dose di libertà creativa per adattare la storia alla forma cinematografica. Anche in questo caso fu vietato l’uso del nome originale.

La storia affronta il tema dell’ossessione religiosa e dell’esorcismo attraverso il personaggio di Anneliese, una giovane donna cattolica che credeva di essere posseduta dal demonio e che subì esorcismi autorizzati dalla Chiesa cattolica. Il film si concentra sulla sua battaglia personale tra fede e razionalità, evidenziando anche il contesto familiare e sociale in cui viveva.

Requiem è noto per la sua rappresentazione cruda e realistica della storia di Anneliese Michel, mettendo in evidenza le sue esperienze, la lotta interiore e il coinvolgimento dei suoi genitori e del clero locale. Il film non è solo un dramma sulla possessione e sull’esorcismo, ma anche un ritratto delle tensioni tra fede, ragione e istituzioni religiose.

La pellicola è stata acclamata dalla critica per le intense interpretazioni degli attori, in particolare Sandra Hüller nel ruolo di Anneliese Michel. È un film che affronta temi profondi e controversi, lasciando spazio a molte riflessioni sulla fede, sulla salute mentale e sul potere delle credenze religiose.

Anneliese: The Exorcist Tapes

La locandina di Anneliese: The Exorcist Tapes (o Paranormal Entity 3: The Exorcist Tapes)

Anneliese: The Exorcist Tapes (o Paranormal Entity 3: The Exorcist Tapes) è un film del 2011 ispirato alla storia di Anneliese Michel, che narra la vicenda attraverso il falso documentario e lo stile del found footage. Per questo motivo la distribuzione tentò di gocare su due titoli che avrebbero attirato attenzione: quello legato all’esorcismo di Anneliese Michel reso più famoso con L’Esorcismo di Emily Rose e sfruttare il titolo del franchise Paranormal Activity, nonostante sia completamente slegato dalla saga originale.

Questo film segue il genere horror e, a differenza di molti altri adattamenti della storia di Anneliese Michel, si presenta come un falso documentario che mira a ricreare la sensazione di realtà attraverso filmati presunti, come fossero reali registrazioni dell’esorcismo.

In termini di successo al botteghino, non ha avuto lo stesso impatto commerciale come L’Esorcismo di Emily Rose. Le recensioni sono state contrastanti e non ha raggiunto una notorietà ampia come altri film sul tema dell’esorcismo.

Le differenze principali tra questo film e altri adattamenti di Anneliese Michel risiedono nel modo in cui la storia viene raccontata e presentata. Mentre alcuni film tendono a seguire una narrazione più fedele agli eventi reali, cercando di raccontare la vicenda seguendo il contesto storico e i fatti accaduti, Anneliese: The Exorcist Tapes prende una strada differente, adottando uno stile finto-documentaristico e l’utilizzo del found footage per creare un senso di realismo. Praticamente, al di là della possibilità di usare i veri nomi della storia originale, la storia prende una piega molto fantasiosa.

Questo approccio, tuttavia, ha portato a delle critiche, poiché alcuni spettatori potrebbero non aver gradito l’uso di una narrazione troppo sensazionalistica o lontana dalla realtà dei fatti.

Come viene ricordata oggi Anneliese Michel

Un frammento dal diario di Anneliese
Un frammento dal diario di Anneliese

Il caso di Anneliese Michel è intrigante proprio perché non è semplice. Non è né chiaramente un caso di possessione vero né chiaramente un falso. Pur presentando molti elementi tipici dei casi di possessione, vi sono anche prove di una preesistente condizione neurologica. Vi è uno strano intreccio di fattori neurologici e farmacologici con le personalità alternative, esplorato dalla dottoressa Goodman in connessione con la sua ricerca sugli stati alterati di coscienza. I sinistri parallelismi tra le successivi vocalizzazioni meccaniche di Anneliese e quelle riscontrate negli stati di trance rituale supportano l’ipotesi che la possessione sia uno stato alterato di coscienza religiosa, ossia un altro modo di percezione distinto dal nostro sé vigile come lo è lo stato dei sogni. La dottoressa Goodman è ambigua sulla natura naturalistica di tale stato, in linea con i fatti ambigui di questo caso.

Il giornalista ed editore Franz Barthel, che ha seguito il processo per il quotidiano regionale Main-Post si è così espresso:

«Oltre alla sua ispirazione per un film horror, Anneliese Michel è diventata un’icona per alcuni cattolici che sentivano che le interpretazioni moderne e secolari della Bibbia stavano distortendo l’antica verità soprannaturale che essa contiene. La cosa sorprendente era che le persone legate a Michel erano tutte completamente convinte che fosse veramente posseduta. I bus, spesso dall’Olanda, ancora arrivano alla tomba di Michel”, dice Barthel. “La tomba è un punto di incontro per gli estranei religiosi. Scrivono note con richieste e ringraziamenti per il suo aiuto e le lasciano sulla tomba. Pregano, cantano e poi se ne vanno.»

Sebbene possa essere fonte di ispirazione per alcuni credenti, la storia di Anneliese Michel non è quella di un trionfo della spiritualità sulla scienza, ma di persone che avrebbero dovuto sapere meglio e non permettere a una donna malata di mente di morire. È la storia di persone che proiettano le proprie convinzioni, speranze e fede sulle allucinazioni di una donna, e del prezzo che è stato pagato per quelle credenze.

In entrambi i sensi, l’accusa di incoerenza è problematica: genitori cattolici tradizionali non possono essere facilmente giustificati nel permettere alla figlia di suicidarsi rifiutando il cibo. Il caso presentato ne L’Esorcismo di Emily Rose solleva la questione di quanto le convinzioni di una famiglia debbano prevalere sulle cure mediche. Non è chiaro se i Michel avessero obiezioni etiche all’alimentazione forzata. Nonostante abbiano fatto ogni sforzo per far mangiare Anneliese, non hanno accettato i suoi rifiuti con una semplice rassegnazione religiosa. Tutte le prove suggeriscono che non credevano che fosse in imminente pericolo di morire di fame, una convinzione ragionevole confermata dall’autopsia.

Le accuse di negligenza ignorano il ruolo principale di Anneliese stessa, una persona generalmente lucida e intelligente, che ha rifiutato il supporto medico per paura che la sua condizione demoniaca fosse scoperta, portando a un ricovero coatto. È stata la delusione iniziale della psichiatria a spingerla verso l’esorcismo. Il verdetto del tribunale tedesco ha scagionato gli esperti laici senza considerare le proprie mancanze. La mancanza di rispetto per visioni non materialiste e l’ignoranza della limitatezza delle diagnosi e trattamenti psichiatrici hanno indirettamente contribuito alla morte di Anneliese Michel. Trattare l’essere umano come una mera combinazione chimica o un sistema da riparare fallisce nel comprendere l’umanità stessa.


Fonti principali per questo articolo:

  • The Exorcism of Anneliese Michel (2005) di Felicitas D. Goodman;
  • Lessons Learned: The Anneliese Michel Exorcism. The Implementation of a Safe and Thorough Examination, Determination, and Exorcism of Demonic Possession (2011) del Reverendo Mons. John M. Duffey;
  • Anneliese Michel: A true story of a case of demonic possession (2012) di Jose Antonio Fortea e Lawrence E.U. LeBlanc.
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