Questo articolo è stato aggiornato al 2023
Perché la scienza non crede nel paranormale
I credenti nei fenomeni paranormali, quali testimoni o semplicemente per empatia, si fanno spesso questa domanda: perché la Scienza non crede nel Paranormale e nell’esistenza dei fantasmi? Scienza e Paranormale non vanno a braccetto, questo oramai credo sia assodato. Ma vediamo perché…
“Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem” (dal latino “Non moltiplicare gli elementi più del necessario”), è questo il primo motivo per cui la Scienza si oppone in maniera preventiva e distaccata ai fenomeni paranormali, che siano essi legati alla parapsicologia da cui ne deriva il termine o più specificatamente allo spiritismo. E’ una massima che deriva da una frase di William of Ockham (1285-1347), meglio conosciuto da noi come Guglielmo di Occam, anzi restiamo nel latino e quindi Gulielmus Occamus, che dice: “A parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire”.
Cos’è il Rasoio di Occam?

William di Ockham era un teologo e filosofo francescano inglese, poi accusato di eresia, che divenne famoso per il suo Novacula Occami (dal latino Rasoio di Occam), un principio metodologico che è ancora alla base del principio scientifico moderno e che in parole brevi recita: per una teoria fisica occorre ridurne al minimo la complessità. Basti pensare all’idea della creazione dell’Universo: una divinità sarebbe troppo complessa, quindi meglio credere che si sia evoluto da sé.
Penso sia già palese da questo punto che la Scienza non si spinga troppo al di là dei suoi principi e delle sue teorie. Non per niente le teorie scientifiche esistono e resistono fino a prova contraria; lo dimostrano le varie epoche scientifiche, in cui si è preferito passare al pensiero di Galileo Galilei (1564-1642) e dimenticare quello di Aristotele (ca 384-322 a.C.): chiaro, Aristotele credeva che il fine ultimo è Dio verso il quale tutto tende.
Penserete che io creda in Dio con questa affermazione: NO!
Io penso che da millenni sia nella religione che nella ricerca scientifica e pseudoscientifica (come la chiamano quelli che credono fermamente nella Madre Scienza), tutti stiano tirando acqua al proprio mulino facendone una fede assoluta, quindi finendo tutti con lo sbagliare.
Spiegazioni naturali per il soprannaturale
Circa l’85% della popolazione mondiale si identifica con una religione o un’altra fede. Pertanto, la stragrande maggioranza degli esseri umani, miliardi di persone, crede nell’esistenza del soprannaturale, una realtà che non corrisponde alle leggi della natura. E una volta aperta la porta del mondo degli spiriti, molte cose diventano possibili: anime che viaggiano nell’aldilà, che tornano nel regno terreno o che vi rimangono intrappolate, e che possono intromettersi nel nostro mondo fisico attraverso apparizioni, voci o altre manifestazioni.
La scienza non può dimostrare l’inesistenza di tutto questo; anche se spesso si discute se il metodo scientifico possa o meno dimostrare un’affermazione negativa, in ogni caso la definizione stessa di soprannaturale esclude questa possibilità. Tuttavia, c’è una cosa che la scienza può fare e ha fatto: fornire spiegazioni naturali a presunti fenomeni soprannaturali.

Gli anni Sessanta e Settanta sono stati un’epoca d’oro per i fenomeni paranormali, un periodo in cui questo campo stava cercando di trovare una “casa scientifica”. Prestigiose università ospitavano laboratori di parapsicologia e persino una delle più antiche e importanti riviste scientifiche esistenti, Nature, diede spazio a un’indagine sui presunti poteri mentali del mago Uri Geller, divenuto popolare negli anni Settanta per la sua presunta capacità psichica di piegare i cucchiai che si piegano con la forza della mente, insieme a un editoriale che ne giustificava la pubblicazione.
Ma se è discutibile che l’interesse popolare per il paranormale sia veramente scemato, in assenza di risultati convincenti gran parte dell’impegno scientifico in questo campo si è affievolito. Allo stesso tempo, la scienza ha trovato possibili spiegazioni normali per il paranormale.
Il problema tra Scienza e Paranormale
Scambiare lucciole per lanterne
Il vero problema tra Scienza e Paranormale, è che, purtroppo, una buona parte dei presunti fenomeni paranormali può rientrare in due categorie molto normali: frode o suggestione. Per quanto riguarda la prima, i cosiddetti debunkers, dal mago Harry Houdini (1874-1926) al suo collega scettico James Randi (1928-2020), sono stati responsabili di aver svelato gli inganni di numerosi truffatori. Ma anche la mente umana gioca un ruolo: alcuni studi hanno dimostrato che, ad esempio, i visitatori di un luogo misterioso sono più propensi a riferire eventi strani se in precedenza è stato detto loro che la casa è infestata, o che i credenti nel paranormale sono più inclini ad affermare che un tavolo si è mosso durante una seduta spiritica fittizia se il falso medium glielo ha detto.




Tutto questo è vero. Basta curiosare nei vari gruppi di qualche social network per imbattersi in cialtroni che cercano quindici minuti di gloria ed essere al centro dell’attenzione o di persone invasate che scambiano qualsiasi cosa non riescono a spiegare, ma solo perché non riflettono neppure un’istante arrivando alla conclusione più gradita: fantasmi!
Quello che queste persone non sanno è che invece di dare un contributo alla possibilità che non esista una spiegazione per qualche fenomeno insolito, affossano sempre di più il paranormale in una sciocchezza per visionari e persone senza raziocinio. Quelle famose e fantomatiche percentuali in cui lo 0,1%, o lo 0,01% o, ancora, l’1% sono fenomeni paranormali, ne è un esempio. Non esiste nessuna percentuale credibile, in quanto, ciascun fenomeno paranormale descritto da queste persone, non è attendibile per mancanza di prove.
Questo non significa che i fenomeni insoliti e fuori dall’ordinario non esistono. Quello che più mi sorprende è vedere molti ricercatori sul campo giocare a fare Zak Bagans (ghost hunter di una serie TV di intrattenimento), senza poi portare una minima relazione tecnica a prova della loro scoperta.
Alla fine, la maggior parte delle indagini della stragrande maggioranza di questi cacciatori di fantasmi, finisce con un video di intrattenimento e qualche suono o voce spacciata per fantasma, quando potrebbero essere le loro stesse voci per un’indagine approssimativa o semplicemente pareidolia (e, purtroppo, talvolta anche frode). Ovviamente sto generalizzando, ci sono investigatori del paranormale più seri. Il problema però rientra sempre sul credere o meno ai fenomeni.
Un ricercatore dovrebbe essere imparziale. Il filosofo e matematico francese René Descartes, noto come Cartesio (1596-1650) diceva:
«Se vuoi diventare un vero cercatore della verità, almeno una volta nella tua vita devi dubitare, il più profondamente possibile, di tutte le cose.»
Ed è proprio così, perché se credi troppo, finisci solo con il cercare conferme a ciò in cui credi ed è più facile commettere l’errore di tanti ricercatori del passato, come Arthur Conan Doyle o Allan Kardec (1804-1869).
Tratti psichiatrici e sensibilità spirituale

Una delle spiegazioni su apparizioni e voci sono le allucinazioni. Secondo un dato, il 3% delle persone sperimenta almeno un episodio psicotico nel corso della vita, che può includere false percezioni visive o uditive, ma anche tattili. Ad esempio, nel 2021, uno studio dell’Università di Leicester condotto su un gruppo di pazienti psicotici ha rilevato che, oltre a voci e visioni, queste persone sperimentano spesso sensazioni di tatto, calore, tensione o dolore: la mano di un fantasma?
Un anno prima, un altro studio ha riportato che coloro che si auto-identificano come medium spesso mostrano un tratto della personalità chiamato assorbimento, una propensione a immergersi in fantasie o stati alterati di coscienza, che potrebbe essere legata al fatto che queste persone percepiscono la loro esperienza come spirituale piuttosto che come un disturbo mentale.
Tuttavia, sono state segnalate allucinazioni occasionali anche in persone senza alcuna diagnosi psichiatrica per una serie di cause, tra cui una stimolazione sensoriale eccessiva o insufficiente o suoni ripetitivi come quelli di una lavatrice, e in situazioni di lutto le allucinazioni sono spesso legate alla presenza del defunto.

Eppure ci sono persone che hanno detto cose di cui siamo sicuri non potessero conoscere nel dettaglio. Potere sensitivo? La difficoltà a rispondere a questa domada è semplice: chi spesso ha a che fare con persone che si definiscono medium o sensitivi, ne entrano in contatto per curiosità o per sentirsi rispondere a domande irrisolte.
Qual’è l’aspettativa di queste persone che si rivolgono ad un medium? La maggior parte delle volte c’è un pregiudizio positivo: vai da quel/quella medium che è brava per questi motivi, elencando una serie di avvenimenti che il o la medium hanno azzeccato e che non potevano esserne a conoscenza. Ma è davvero così? Siamo sicuri che non abbiamo dato alcun indizio e non abbiamo dedotto noi l’esito? Siamo davvero certi che non abbia curiosato nel nostro profilo facebook attraverso un account sotto mentite spoglie?
Purtroppo, la maggior parte delle volte c’è una spiegazione che finisce nella frode e anche questo va a inficiare gli sforzi fatti da ricercatori seri o sulla credibilità di persone che potrebbero avere intuizioni dovute per ragioni a noi sconosciute. Nel senso che se anche ci fosse la possibilità che qualcuno possa avere un dono, si troverebbe in mezzo ad un oceano di furbetti e frodi.
L’influenza di elementi esterni
A tutto quello scritto nei paragrafi precedenti, si aggiungono disturbi come la paralisi del sonno, spesso associata ad allucinazioni che, a seconda della cultura, sono state interpretate come demoni o rapimenti alieni. Inoltre, l’avvelenamento da monossido di carbonio o l’esposizione alle spore di alcuni funghi, presenti in case abbandonate o persino in vecchi libri, sono stati collegati ad allucinazioni spettrali, e alcuni esperimenti hanno persino dimostrato che stimoli fisici, come infrasuoni o campi elettromagnetici, possono innescare le tipiche esperienze spettrali. In poche parole, la scienza non è a corto di spiegazioni per i fenomeni paranormali. La fede, ovviamente, non ha vincoli.
Una ricerca imparziale fra Scienza e Paranormale
L’ascesa e la caduta della parapsicologia
Nel XIX secolo le sedute spiritiche erano un argomento di tendenza tra le classi più abbienti. Lo spiritismo seduceva personaggi come il sedicesimo presidente degli Stati Uniti d’America Abraham Lincoln (1809-1865), l’autore di Shelock Holmes Sir Arthur Conan Doyle (1859-1930), il fisico francese Pierre Curie (1859-1906), il naturalista Alfred Russel Wallace (1823-1913), quel genio di Thomas Edison (1847-1931), e molti altri.

Sebbene all’epoca alcuni scienziati iniziassero timidamente ad approfondire lo studio di questi fenomeni, fu nel XX secolo che la scienza del paranormale conobbe il suo massimo splendore. Nel 1930, lo psicologo britannico William McDougall (1871-1938) della Duke University, invitò il botanico Joseph Banks Rhine (1895-1980) e sua moglie Louisa Ella Weckesser (1891-1983) a fondare il Parapsychology Laboratory, il primo grande centro per questo tipo di ricerche.
La Duke non è stata l’unica università prestigiosa ad avere un proprio laboratorio sul paranormale. All’Università della California di Los Angeles, l’attrice e parapsicologa Thelma Moss (1918-1997) ha diretto un laboratorio simile dal 1968 al 1978, e anche l’Università di Stanford in California aveva il suo.
Tuttavia, tutto questo ha cominciato a scemare quando gli esperimenti non hanno dato i risultati sperati. Oggi il laboratorio della Duke University si chiama Rhine Research Center, e non è più affiliato all’università. Queste storie di laboratori universitari che hanno chiuso i battenti per gli scarsi risultati a sostegno dell’attività paranormale, sono state d’ispirazione per il film Ghostbusters – Acchiappafantasmi di Ivan Reitman (1946-2022) del 1984, in cui il laboratorio del dottor Venkman (Bill Murray) è costretto a chiudere, riflettendo il modo in cui la parapsicologia è vista nella cultura popolare.
Tuttavia, nella vita reale, a differenza della finzione, i fantasmi non hanno finito per dare ragione ai ricercatori, almeno finora. E se l’hanno data è stato solamente perché si vuole credere che alcuni risultati siano degni di nota, ma è raro oggi vedere invstigatori del paranormale presentare risultati ai propri debunkers e dibattere a difesa dei risultati.
Almeno si tenga viva la memoria

Come ricercatore ho deciso di dedicarmi allo studio dei fenomeni sul piano storico e antropologico, per preservare una memoria. Non credo che tutti gli studi svolti nell’arco degli ultimi secoli siano totalmente da cestinare. Forse hanno bisogno di una nuova chiave di lettura ed essere ripresi in mano per valutare nuove strade. Ma quanti ricercatori sul campo studiano e si acculturano sull’argomento? Pochissimi, ve lo posso garantire. Esiste una sorta di allergia ai libri e si legge solo un po’ qua e là notizie condivise in rete portandoli completamente a credere in cose non confermate o addirittura inventate da qualche bontempone. O, peggio, si fidano quasi ciecamente del primo che sembra loro molto sicuro di sé portando esempi storici o prove del tutto non attendibili.
La Scienza, sia chiaro, non è una religione, non è la Verità assoluta e non ha certezze. E’ invece fondata su teorie che vengono formulate su altre teorie, in un susseguirsi di costruzioni dinamiche che hanno portato a quello che viene considerata la Scienza classica, quella moderna, tanto moderna che viene chiamata newtoniana, da Isaac Newton (1642-1727), un modello che si basa su cinque colonne: la Semplicità, l’Universalità, la Certezza, il Determinismo e l’Evoluzionismo.
Una Scienza, quella newtoniana, che si basa appunto sulla semplicità dei fenomeni naturali, tralasciando dettagli troppo complessi considerati inutili e fuorvianti. Una Scienza che si basa sulla ripetibilità, sulla riproducibilità e sulla prevedibilità dei fenomeni per essere considerati attendibili.
Credere o non credere?
Il braccio di ferro tra Scienza e Paranormale
La visione del mondo paranormale che sembra emergere è in contrasto con il modello di universo derivato dalle scienze fisiche e comportamentali. È alimentata dai mass media: libri, articoli, TV, quasi-documentari e film che annunciano le nuove “frontiere” della conoscenza paranormale. Innumerevoli milioni di persone sono incuriosite da questo regno del paranormale: sono convinte che l’ESP sia un fatto provato, che ci siano prove inconfutabili della vita dopo la morte o della vita prima della vita, che la guarigione psichica possa curare i disturbi fisici, che ci siano stati incontri ravvicinati del terzo tipo con esseri intelligenti provenienti dallo spazio.
Quale dovrebbe essere la risposta degli scienziati all’attuale esplosione di credenze irrazionali? Fino a poco tempo fa, molti scienziati hanno scelto di ignorarle, attribuendo la loro persistenza alla credulità e alla superstizione, sperando che alla fine si sarebbero dissolte. Altri, invece, sono turbati dalla loro continua crescita. Si chiedono se questo presagisca la fine dell’Illuminismo e dell’Età della Scienza, iniziata nel XVI e nel XVIII secolo.

Forse non indica la fine della tecnologia, ma solo della prospettiva scientifica in cui la conoscenza si basa su metodi accurati di indagine e verifica. Alcuni hanno ipotizzato che una nuova Apocalisse dell’irragionevolezza stia per abbattersi su di noi. I sintomi di questo fenomeno, secondo loro, si possono vedere anche nella proliferazione di numerosi culti e sette che offrono la salvezza, abbandonano gli standard oggettivi di verità e manifestano una paura della tecnologia e della scienza. Se in epoche passate si guardava alla scienza e alla ragione come alla grande promessa del futuro, oggi si ha spesso una grande paura della scienza e della tecnologia come dannose e distruttive.
I periodi classici della civiltà greca e romana, in cui fiorirono la filosofia e le arti, furono piuttosto brevi e alla fine furono inghiottiti dal Medioevo. Alcuni avvertono che lo stesso “fallimento dei nervi” potrebbe ripetersi, con uno shock futuro e un crollo culturale che ci travolgeranno. Queste previsioni sono probabilmente troppo speculative, perché ci sono ancora milioni di persone istruite che credono nell’uso della scienza e che hanno bisogno di prove concrete per stabilire la verità.
Fortunatamente, ci sono anche alcuni scienziati che hanno riconosciuto di avere una responsabilità che va al di là delle loro specialità: applicare i metodi della scienza all’esame delle affermazioni sul paranormale e contribuire così all’informazione e all’educazione del pubblico.
Lo scietticismo a priori
A mio parere, gli scienziati non dovrebbero semplicemente respingere di punto in bianco le affermazioni non ortodosse, per quanto fantasiose possano apparire, ma dovrebbero piuttosto sottoporle a un’attenta indagine. Sebbene al giorno d’oggi ci sia un forte spirito antiscientifico e antitecnologico che rifugge dal metodo di indagine scientifica, ci sono anche molti sostenitori del paranormale che tentano di cooptare il mantello della scienza, affermando che il loro lavoro è supportato dalla scienza stessa.
Il termine pseudoscienza è stato talvolta applicato a molti campi di questo tipo: campi di indagine che affermano di basarsi sulla ricerca scientifica, ma che non hanno teorie coerenti o consistenti, non hanno un quadro concettuale chiaramente definibile, non usano metodi rigorosi per verificare le loro ipotesi e fanno affermazioni su scoperte che non sono suffragate da prove. Questo è il caso oggi della teoria del bioritmo e dell’astrologia, per esempio, come lo era della frenologia nel XIX secolo, secondo cui dalla conformazione del cranio è possibile risalire allo sviluppo di certe zone del cervello, sedi di particolari funzioni psichiche.

Il problema è che alcuni scienziati commettono la fallacia del negazionismo a priori, cioè rifiutano nuove aree di conoscenza prima dell’indagine. La storia della scienza è piena di rotture radicali con teorie consolidate, per quanto inaspettate: la modifica “einsteiniana” della fisica classica, la teoria dei germi e la battaglia di Simmelweiss1 con la confraternita medica, il concetto di spostamento dei continenti e così via. D’altra parte, non tutte le pretese di verità, da qualsiasi fonte provengano, sono responsabili o meritano di essere ascoltate. I concetti e le ipotesi introdotte devono essere significativi e devono prestarsi a qualche test verificabile.
Alcune aree del paranormale sono state esaminate in passato da investigatori scientifici. Questo è particolarmente vero per la “ricerca psichica”. La Society for Psychical Research (SPR), ad esempio, fondata nel 1882 da alcuni illustri scienziati e filosofi, era dedicata all’indagine dei fenomeni “spirituali” e “psichici”. A questa attività si è sostituita la nascita della parapsicologia negli anni Venti e Trenta, che ha segnato lo sforzo di utilizzare metodi sperimentali per indagare i fenomeni psi. Sfortunatamente, attorno a questi campi c’è un gran numero di affermazioni non provate, estrapolate al di là degli stretti confini del laboratorio.
Molti investigatori in questi campi sono condizionati da un impegno a priori nella convinzione che un determinato fenomeno esista e possa avere solo una spiegazione paranormale. Contro di loro si schierano spesso gli scettici intransigenti che rifiutano proprio la PSI come una presunta capacità psichica generale che si manifesta in precognizione, psicocinesi, chiaroveggenza, telepatia e altri presunti fenomeni paranormali come l’ESP, sostenendo che sono in contrasto con i principi scientifici esistenti.
Purtroppo, entrambe le posizioni sono sbagliate! La scienza deve sempre essere aperta a nuove deviazioni di pensiero e ricettiva nei confronti di nuove teorie, anche se queste possono rovesciare il quadro esistente. E forse è proprio il rovesciamento di questa medaglia ad essere temuta dagli scientisti più fedeli, perché si sa, la scienza è come una religione, solo che non si basa su concezioni teologiche.
La maggior parte delle affermazioni secondo cui sono stati scoperti nuovi modelli paradigmatici nel regno paranormale non sono state suffragate da prove. La semplice proclamazione di una “scoperta” non la valuta; c’è una differenza tra uno scetticismo costruttivo, che si basa su un’attenta indagine e analisi e che sospende le credenze finché non vengono confermate sperimentalmente, e uno che pregiudica un argomento senza indagare. Solo il primo è difendibile e contribuisce al progresso scientifico.
E non avete idea di quati scientisti pieni di pregiudizio si scagliano contro il paranormale. Sono due i problemi che si pongono oggi alla scienza sono particolarmente gravi.

Primo, c’è stata una certa confusione nella mente della gente nel distinguere tra fantascienza e verità. Questa è l’era della fantascienza, dove l’immaginazione umana supera la realtà attuale. Isaac Asimov (1920-1992) è stato un brillante autore di fantascienza, ma molto scettico sulla verità del paranormale, ben consapevole che la plausibilità o la possibilità di un’idea non la rendono necessariamente vera. La creatività umana può costruire mondi ideali, ma non dovremmo accettarli come veri finché non ci sono conferme indipendenti.
In secondo luogo, si è verificata un’evidente rottura del consenso riguardo agli standard o ai criteri per giudicare le affermazioni di verità. In parte ciò può avere origine nella recente filosofia della scienza, dove sono stati messi in discussione i criteri positivistici di convalida e conferma scientifica. In parte può anche derivare dalle nuove frontiere della fisica e dell’astronomia, spesso difficili da comprendere o da tradurre in termini di senso comune per i non addetti ai lavori. Purtroppo, molte persone hanno apparentemente concluso (e questo vale soprattutto per numerosi studenti universitari di oggi) che non esistono standard di conoscenza, che tutta la conoscenza è soggettiva e che ogni credenza è vera quanto l’altra.
Il soggettivismo contesta le basi epistemologiche della scienza: l’uso controllato di metodi di indagine oggettivi, i criteri della logica e l’uso di test sperimentali per verificare le ipotesi. In ultima analisi, è l’evidenza che può decidere la verità di un’affermazione piuttosto che di un’altra (e questa evidenza deve essere disponibile all’esame di osservatori indipendenti e in grado di essere replicata in condizioni di prova in qualsiasi laboratorio del mondo).
Purtroppo, la maggior parte di ciò che va sotto il nome di paranormale è pseudoscienza, poiché non soddisfa questi standard rigorosi e troppi format televisivi discutibili recenti hanno esaltato il paranormale facendolo sfociare nel ridicolo.
Chi è lo scettico?

Gli scettici sono persone che credono che tutte le pretese di conoscenza o certezza possano e debbano essere contestate. Per quanto riguarda il paranormale, gli scettici moderni generalmente assumono una posizione di “scienza sulla fede”, suggerendo che, a meno che qualcosa non sia stato dimostrato dalla scienza, non può essere vero. In effetti, molti di questi scettici non accettano nemmeno la possibilità che i fenomeni paranormali possano essere reali, respingendo qualsiasi prova scientifica contraria come viziata. Tale è stato il caso, ad esempio, quando il noto scettico Ray Hyman ha respinto i dati raccolti nel corso di diversi anni in esperimenti scientifici sponsorizzati dal governo sulla visione a distanza.
Nonostante l’argomentazione di un esperto di statistica secondo cui i dati mostravano risultati statisticamente significativi, Hyman fu così energico nel sostenere la posizione dello scettico che convinse il governo degli Stati Uniti a smettere di finanziare questi esperimenti. Alcuni scettici sono così zelanti nel loro rifiuto delle affermazioni relative al paranormale che lanciano attacchi personali contro i credenti. Ad esempio, Lee Nisbet, professore di filosofia al Medaille College di Buffalo a New York Lee Nisbet, durante era direttore esecutivo del CSICOP, ha accusato tutte le persone che credono nel paranormale di essere malate di mente. Tali attacchi sono sgradevoli non solo per i credenti, ma anche per molti scettici, che hanno criticato coloro che respingono così sommariamente tutte le affermazioni paranormali.
Queste voci di moderazione hanno sostenuto che il dubbio, non la negazione, dovrebbe essere la base dello scetticismo e che invece di impegnarsi in attività intese a porre fine alla ricerca scientifica sul paranormale, gli scettici, in quanto persone razionali e con una mentalità scientifica, dovrebbero incoraggiarla.
Gli attacchi degli scettici a coloro che credono nel paranormale, tuttavia, non sono una novità. Hanno avuto luogo almeno dal V secolo a.C. nel mondo occidentale, e anche prima altrove. In effetti, gli scettici hanno attaccato i presupposti accettati relativi a tutti gli aspetti del pensiero umano. A volte lo scetticismo ha persino assunto una posizione decisamente non scientifica. Ad esempio, quando fu introdotto per la prima volta il concetto di evoluzione, molti scettici contestarono l’idea che la scienza potesse fornire agli esseri umani più informazioni di quanto potesse fare la fede religiosa.

Tuttavia, i primi scettici non avevano tanti luoghi per esprimersi come ne hanno oggi, dove molti hanno ruoli di primo piano nei media. Il CICAP ad esempio aveva l’aggancio della RAI come televisione di Stato, pensate solo a Piero Angela e il suo Quark. Inoltre, gli scettici condividono le loro opinioni attraverso il lavoro delle organizzazioni degli scettici, che includono non solo il CSICOP, ma anche la Skeptics Society e la James Randi Educational Foundation, fondata dall’eminente scettico James Randi (1928-2020). Ci sono anche diverse riviste dedicate allo scetticismo, tra cui Skeptical Inquirer del CSICOP.
Cos’è un debunker?
Un debunker è qualcuno che cerca attivamente di screditare chiunque affermi di aver avuto un’esperienza paranormale. Spesso il lavoro di un debunker comporta disinformazione, ovvero la diffusione di informazioni false sull’incidente in questione. Tale disinformazione può essere sotto forma di documenti falsi, fotografie false o altre prove che sembrano supportare un’affermazione paranormale. Il debunker quindi mostra che le prove sono false, raggiungendo così due obiettivi: screditare la persona che fa l’affermazione facendo sembrare che abbia falsificato le prove e far sembrare sciocchi tutti coloro che hanno affermato che le prove erano credibili.
Semplicità, non comune a Scienza e Paranormale
Le leggi alla base dei fenomeni naturali sono semplici. La rappresentazione dettagliata e complessa dei fenomeni naturali è, invece, considerata inutile e fuorviante. Per poter prevedere un evento la Scienza deve appellarsi al riduzionismo, strano ma vero. Una Scienza le cui leggi devono essere applicabili in modo universale e generale in ogni luogo, dalla più piccola parte infinitesimale alla più grande, come appunto la legge di gravità di Newton sulla quale questa Scienza è fondata, applicabile al nostro pianeta Terra come a qualsiasi altro corpo celeste dell’Universo, come se conoscessimo tutto l’Universo… La verità è che conosciamo solo il 5% della materia ma non sappiamo nulla del restante 95%, ovvero la materia oscura, tanto che si sa che esiste ma che come un fantasma si muove nell’Universo senza si possa ancora sapere di cosa sia fatta. Bizzarro vero?

La Scienza newtoniana non ammette l’incertezza, un vero controsenso visto che si poggia a teorie fino a prova contraria. Talmente fondata sulla certezza che una volta individuata la legge naturale, viene formalizzata in modo matematico, così da poterla applicare ovunque con estrema precisione per individuare l’andamento degli eventi futuri. Infatti la comunità scientifica aveva inizialmente deriso la teoria sulla relatività di Albert Einstein, una teoria che porta la data dell’anno 1915 ma che fu concepita ben un decennio prima nella sua mente.
La Scienza era talmente ancorata alle idee newtoniane legate alla materia e alla gravità, che non aveva minimamente pensato ad una possibile curvatura nel continuum spazio-temporale. Sì, perché per la Scienza classica quando accade qualcosa di “impossibile” è sicuramente dovuto all’ignoranza e all’incapacità dell’uomo di poter capire e risalire alle vere cause dei fenomeni naturali. Su questo punto però potrei trovarmi d’accordo: io penso che i fenomeni insoliti e straordinari siano legati alla natura e alle sue leggi, quindi nulla di così sovrannaturale.
Ma la teoria di Einstein nonostante tutto, va a tirare ancora l’acqua al mulino del “tutto è calcolato secondo le leggi fisiche conosciute”. Basti pensare alla stessa battuta di Einstein «Dio non gioca a dadi”» per capire che la Scienza pensa che tutto sia prevedibile una volta scoperte le leggi.

La Scienza newtoniana crede fortemente che ogni fenomeno naturale abbia una o più cause determinanti, ovvero che un evento si verifica solo come risposta ad altri eventi o condizioni. Talmente certa questa scienza, che di fronte a fatti non spiegabili li bolla con la prima teoria anche se non si ha un esito dalle analisi effettuate. Della serie: “beh sicuramente la causa potrebbe essere stata questa!”
Quante volte ho sentito e letto frasi simili, e ogni volta sorrido nel vedere gli Scienziati increduli che cercano risposte affannosamente appellandosi a qualche teoria o addirittura a qualche cosa di simile già smascherata in passato. Eh sì, perché se un rabdomante imbroglione è stato smascherato, allora tutti i rabdomanti sono imbroglioni.
Sarebbe come dire: dato che il mio dentista è un macellaio, allora tutti i dentisti sono macellai. Talmente è determinista la Scienza moderna, che sostiene la teoria sull’evoluzione della specie di Charles Darwin (1809-1882) nonostante non siano stati rinvenuti fossili che completassero le linee evolutive degli esseri viventi. Non trovando questi fossili, allora è nata la teoria evolutiva neodarwiniana a giustificare quell’anello mancante, affermando che l’uomo si deve essere evoluto da sé in una forma transazionale.
Non ne siamo certi ma lo passiamo per certo! (Mah)
La scoperta dei fossili dei dinosauri fece crollare nel Settecento l’idea di una realtà eterna e immutabile che derivava dal dogma religioso molto presente nella scienza aristotelica, diffondendo l’idea di una continua evoluzione delle specie verso la perfezione. Qualunque persona con del buon senso può chiaramente constatare che si tratta di una concezione deista della natura, assolutamente priva di qualsiasi prova scientifica tangibile proprio al pari del dogma scientifico.
Chi ha detto che l’evoluzione sia migliorativa?

La nostra evoluzione sta evidentemente portando alla devastazione ecologica dell’ambiente… Per cui se non correremo ai ripari degli errori della scienza e delle sue scoperte, ci scaveremo la fossa sul nostro stesso pianeta. Ma a questo dilemma c’è sempre il nostro Charles Darwin che con la sua teoria dell’evoluzione basata sulla selezione naturale e sulla capacità di adattamento degli esseri viventi all’ambiente dà una risposta plausibile.
Eh sì, perché l’uomo si è talmente adattato all’ambiente che agli Inuit e agli Yupik, quelli che noi simpaticamente chiamiamo Eschimesi (che poi significa “Fabbricanti di racchette da neve”, vabbé), gli sono cresciuti i peli come ad un orso polare o strati di grasso come le foche. Già perché al popolo dei Moken a Sud della Thailandia, che vivono a stretto contatto con l’acqua tanto da prevedere gli Tsunami, così a stretto contatto che iniziano a nuotare prima di imparare a camminare, la cui vista sott’acqua ha il doppio della visibilità che avrebbe un comunissimo nuotatore e che con un solo respiro si inabissano fino a 20 metri nell’oceano… sono spuntate le branchie.
Chiaramente sto facendo dell’ironia, o meglio del sarcasmo, perché questo è a dimostrazione che l’uomo non si è adattato all’ambiente, ma adatta l’ambiente a sé, ed è l’unico essere vivente che lo fa. Evolviamo, ma non ci adattiamo!
Cosa sono i fenomeni detti paranormali?
Sono rari fenomeni molto controversi e non “ripetibili” che non hanno le comuni caratteristiche degli altri fenomeni fisici conosciuti dalla Scienza moderna. Ma è solo poco più di un secolo che la Scienza se ne sta davvero occupando con pareri molto diversi e contrastanti fra loro.

Da una parte ci sono scienziati che riconoscono i propri limiti e le difficoltà ma nonostante tutto ritengono di proseguire le ricerche per poter capire di cosa si tratta; dall’altra ci sono organizzazioni come l’americana CSICOP, conosciuto meglio come CSI (Committee for Skeptical Inquiry, dall’inglese: Comitato per l’inchiesta scettica) e l’europea ECSO (European Council of Skeptical Organisations, cioè il Comitato Europeo di Organizzazioni Scettiche), fra cui anche il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), che ritengono si tratti di suggestione o di frode e il loro scopo è il debunking, ovvero lo smascheramento di tali frodi.
Gli scienziati erano più aperti un secolo fa?
La difficoltà nel dimostrare un fenomeno insolito
Perché è così difficile dimostrare un fenomeno paranormale? Perché si tratta di fenomeni sfuggenti ed elusivi, talvolta pieni di frodi consce o inconsce, in cui bazzicano appunto gli scettici prevenuti, ma anche i credenti prevenuti che ne fanno una questione di fede, ovvero ci credono a priori e perdono di vista la realtà e la razionalità. Inoltre c’è la quasi totale assenza di controlli competenti ed adeguati di ricercatori poco professionali. Spesso poi c’è una commistione fra i fenomeni “paranormali” e le varie credenze religiose. Insomma tutto questo porta ad una scarsità davvero imponente di risorse “ufficiali” e la rete di certo non aiuta in questa risoluzione.

Ma una domanda che mi pongo spesso è: se la scienza è meno aperta sull’idea del paranormale riguardo ad esempio ai fantasmi, perché è più disposta ad abbracciare altre possibilità “paranormali” come un multiverso o persino un viaggio nel tempo? Sono ben consapevole che sono teorie legate alla fisica, ma penso che ci siano aspetti nel nostro universo che la scienza semplice o la comprensione umana non possono spiegare o “misurare”. Siamo solo minuscoli puntini su questa roccia fluttuante contro un vasto cosmo in cui esistono pianeti e stelle che ci fanno impallidire.
Ciò che la scienza ha scoperto, coinvolgendo la natura del nostro universo, a mio avviso, sta solo grattando appena la superficie dell’iceberg, quindi per me, i circoli scientifici respingono a priori il paranormale e l’esistenza di una “vita” oltre la morte perché non abbiamo prove tangibili.
«Il mondo fisico è l’unica cosa che esiste e che non esiste nulla di soprannaturale».
George Santayana
Con questa frase provocatoria, i sostenitori del creazionismo (che credono nel Dio creatore di tutte le cose) e del Design Intelligente (sempre una forma di creazionismo in cui non può esistere la selezione naturale, ma solo Dio dietro ogni cosa), il materialismo scientista, volente o dolente, prende una posizione filosofica che postula una definizione di coscienza osservabile e soggetta esclusivamente al metodo scientifico. La frase è attribuita al saggista e filosofo spagnolo naturalizzato statunitense, George Santayana (1863-1952).
Seppur il materialismo vede i suoi albori nel primo millennio a.C. in varie parti del mondo, ha un suo pesante rilancio proprio ne XIX secolo. A cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, molti scienziati cercavano risposte nello Spiritualismo o in qualcosa che avesse a che fare con il regno dei morti e degli spiriti.
E se l’ingegnere e inventore Nikola Tesla (1856-1943) poteva sembrare un visionario nel 1899, quando interpretò in modo provocatorio una serie di strani segnali wireless a lunga distanza per trasmissioni provenienti dallo spazio esterno, forse da Marte, altri illustri inventori cercavano di costruire apparecchi spiritici, indubbiamente le prime forme di Transcomunicazione Strumentale (ITC).
Conclusioni: quando la scienza sfiorò i fantasmi… e poi si tirò indietro
Devo dire che c’è qualcosa di incredibilmente affascinante nel vedere come, per un breve momento nella storia, scienza e spiritualità sembravano andare a braccetto. Non è un caso se la nascita dello Spiritualismo coincise proprio con l’arrivo dei primi cavi telegrafici, tra fine ’40 e inizio ’50 dell’Ottocento. Era come se la tecnologia stessa avesse aperto un varco non solo tra continenti, ma anche tra mondi.
John Watkins Brett (1805-1863), ad esempio, non si accontentò di connettere Londra a Parigi: voleva connettere i vivi ai morti. E non fu l’unico. Sir Oliver Lodge (1851-1940) provò a comunicare con il figlio defunto, mentre Thomas Edison (1847-1931) arrivò addirittura a ipotizzare un apparecchio per parlare con l’aldilà. Idee folli? Forse. Ma erano uomini di scienza, e ci credevano sul serio.
E qualcuno, nel 1931, lo costruì davvero, quel famoso “telefono spirituale”. Peccato che Harry Price (1881-1948), uno dei più noti investigatori del paranormale dell’epoca, lo testò e non funzionò. Ma non è questo il punto. Il punto è che ci fu un tempo in cui la scienza non aveva paura di esplorare anche ciò che non capiva.




Poi, qualcosa è cambiato. Forse per prudenza, forse per paura del ridicolo, la scienza ha deciso di essere solo materialista. Tutto deve essere misurabile, visibile, riproducibile. Anche la coscienza, oggi, deve per forza “nascere dal cervello”, come se fossimo solo un mucchio di reazioni chimiche in croce. Ma chi ha mai assistito agli ultimi momenti di vita di qualcuno — in una casa di cura, in un hospice — sa che c’è qualcosa che non torna. Quelle ondate improvvise di lucidità, quei momenti di piena consapevolezza prima della fine… a volte sorprendono persino i medici.
E allora mi chiedo: possibile che i fantasmi non esistano solo perché usiamo gli strumenti sbagliati per cercarli? Usiamo misuratori elettromagnetici, termocamere, microfoni direzionali… Tutto ciò che funziona per il mondo materiale, lo conosciamo già. Ma se i fantasmi non appartengono solo al fisico, allora perché ci ostiniamo a cercarli come se lo fossero?
La fisica moderna ci parla di multiversi, di realtà sovrapposte, di onde e particelle che si comportano in modo duale. Eppure, proprio quelli che credono in universi paralleli spesso non prendono minimamente in considerazione la possibilità che qualche “presenza” possa attraversare quei confini.
A me sembra un’occasione sprecata. Forse, se tornassimo a guardare il paranormale con occhi curiosi, non pregiudicati, come fecero quegli scienziati dell’Ottocento, potremmo fare davvero qualche passo avanti. E magari scoprire che tra i fili invisibili delle nostre esistenze, qualcosa — o qualcuno — sta davvero cercando di comunicare.