Premessa
Purtroppo la storia della ricerca del paranormale non brilla di genuinità. Non si tratta di un articolo polemico, ma un’esposizione dei fatti. Vorrei fosse preso seriamente e con onestà intellettuale soprattutto dagli stessi investigatori del paranormale e ghost hunters. Leggo molto spesso di una situazione di stallo che si è venuta a creare in questo tipo di ricerca e la spiegazione credo stia proprio nella storia stessa del ghost hunting. Questo resoconto però, è scritto per il pubblico in genere, non esclusivamente per gli addetti ai lavori, quindi, per quanto già siano a conoscenza di alcuni aspetti, mi pare sensato iniziare dalle basi.
La Ricerca del Paranormale oggi
Oggi si parla molto di ghost hunting, ma raramente si fa chiarezza su cosa significhi davvero. In teoria, andrebbe distinto dalla più ampia e riflessiva investigazione sul paranormale, ma nella pratica – soprattutto in Italia – le differenze si annullano: entrambi i gruppi utilizzano le stesse tecniche, gli stessi strumenti e – spesso – lo stesso linguaggio. Il risultato? Una grande confusione tra chi dovrebbe cercare “prove” e chi, invece, dovrebbe cercare spiegazioni.
Ma andiamo per gradi, e cerchiamo di capire meglio chi fa cosa… e soprattutto come.
Differenza tra ghost hunting e investigazione sul paranormale
Si sente parlare molto di ghost hunting e investigazione sul paranormale. Più o meno sono la stessa, ma la differenza risiede principalmente nelle metodologie e nelle finalità con cui operano. In alcuni testi ho letto che fra i due tipi di ricercatori dovrebbe esserci una differenza, ma in Italia soprattutto, non è presa in considerazione: i ghost hunters andrebbero a caccia di prove in luoghi, dove non necessariamente ci sono state testimonianze di apparizioni o fenomeni paranormali, mentre gli investigatori del paranormale non andrebbero in cerca di fantasmi, ma per verificare quale sia la fonte dei fenomeni insoliti segnalati.
Un Ghost Hunter (letteralmente cacciatore di fantasmi) è una persona che si dedica alla ricerca di prove di attività paranormali, principalmente focalizzandosi sulla raccolta di prove visive, audio e di altre evidenze fisiche della presenza di fantasmi o entità sovrannaturali. Generalmente utilizzano strumenti tecnologici come termometri, sensori di movimento, telecamere termiche e registrazioni audio per rilevare eventuali attività paranormali. Il loro obiettivo principale è documentare e registrare la presenza di spiriti o fantasmi.
Un Investigatore del Paranormale è qualcuno che analizza, studia e cerca di comprendere fenomeni paranormali o inspiegabili. Questo tipo di investigatore può utilizzare diverse metodologie, come la ricerca storica, l’interazione con esperti di diverse discipline e tecniche di indagine scientifica forense per cercare di identificare le cause dei fenomeni osservati. La loro attenzione si concentra più sull’investigazione e sulla ricerca delle potenziali cause razionali o spie scientifiche dietro ai fenomeni paranormali, piuttosto che cercare di raccogliere prove visive o audio di presenze sovrannaturali.
Eppure, nella maggior parte dei casi, gli investigatori del paranormale operano come i ghost hunters. E nonostante molti team di investigazione sul paranormale affermino di non cercare fantasmi, quando fanno una sessione di metafonia (spesso ripresa in video) chiedono al presunto spirito se fosse morto lì e in quale circostanza. Se è morto e aspetti che ti risponda, allora credi sia uno spirito e se si manifesta è un fantasma. Quindi aleggia una sorta di incoerenza in molti investigatori, spesso il risultato di poca conoscenza dell’argomento e del loro operato.
Scorgere i ricercatori più seri è impresa un po’ ardua, ma basta focalizzarsi su come si espongono. Se un video è ricco di suspense e accennano ai fantasmi, allora siamo di fronte ad un ghost hunter (che magari si spaccia per investigatore del paranormale per darsi un tono parlando di entità anziché di fantasmi, ma non fa alcuna differenza), diversamente, se ci sono dati analitici, report e i video sono solo di spiegazione del fenomeno (anche se non si comprendesse la reale causa), saremmo di fronte ad un investigatore del paranromale.
In sintesi, la differenza principale sta nel fatto che il Ghost Hunter si focalizza sulla documentazione delle presenze paranormali, mentre l’Investigatore del Paranormale si propone di analizzare e capire le cause di tali fenomeni.
Chi ha creato confusione e contrasti fra ghost hunting e investigazione?

Nonostante la maggior parte degli investigatori del paranormale operino come i ghost hunters, è nata una certa diatriba tra i due gruppo di ricerca. E questa diatriba nasce da un team che ha ispirato moltissime persone in tutto il mondo: The Atlantic Paranormal Society (TAPS), un’organizzazione che indaga presunte attività paranormali con sede Warwick, Rhode Island, negli USA e fondata, così dichiara, nel 1990 da Jason Hawes e Grant Wilson.
La TAPS diventa popolare grazie ad una serie televisiva che approda nei palinsesti italiani solo nel 2010 e alla sua terza stagione (che in Italia si pensava fosse la prima). Dopo il successo ottenuto, molte persone hanno iniziato a emularli. Poco tempo dopo arriva un’altra serie televisiva con un altro team: i Ghost Adventures di Zak Begans & Co.
Rispetto alla TAPS, i Ghost Adventures sembrano più investigatori d’assalto, sfrontati e impavidi, che affrontano gli eventuali spiriti e demoni come gladiatori. Questo atteggiamento piace a molti loro sostenitori che non mancheranno di imitarli. A quel punto la TAPS decide un’operazione di marketing: dichiarare che loro sono più seri, non nel senso di come si pongono con gli spiriti, ma intendendo che le loro indagini sono serie e non un gioco, tra l’altro pericoloso. E per affermare questo scrivono una frase sul loro sito web: «We are Paranormal Investigators, Not Ghost Hunters», ovvero, “Siamo investigatori paranormali, non cacciatori di fantasmi”.
A quel punto nasce la diatriba tra chi emula la TAPS e chi i Ghost Adventures. E questa diatriba continua ancora oggi, dove gli investigatori del paranormale prendono le distanze dai ghost hunters.
Quando dico spesso che nella maggior parte degli investigatori del paranormale/ghost hunters vi è incoerenza, questa inizia proprio dai loro beniamini. La serie televisiva che ha lanciato la TAPS si intitola Ghost Hunters. Buffo, non è vero?
Il K2 che rileva la frequenza degli spiriti
Non si può parlare di ghost hunting moderno senza citare il famigerato KII-Meter, altresì conosciuto come K2. Il misuratore K2 ha guadagnato la sua notevole reputazione dopo essere apparso nella terza stagione del programma televisivo di caccia ai fantasmi, Ghost Hunters. È stato affermato che il dispositivo consentisse la comunicazione dagli spiriti manipolando le luci a LED sul contatore. In un episodio che copre un’indagine sugli omicidi di Manson, Grant Wilson afferma:
«The K2 meter measures magnetic fields, and it’s been specially calibrated for paranormal investigators»
che tradotto significa: “Il misuratore K2 misura i campi magnetici ed è stato appositamente calibrato per gli investigatori del paranormale”.

Devo ancora scoprire esattamente come questo dispositivo possa essere “calibrato appositamente” per gli investigatori del paranormale (ma è in TV, quindi deve avere ragione… giusto?). L’affermazione non è solo falsa, è assurda! Come è assurdo credere che questo gadget misuri campi elettromagnetici (EMF) alla stessa maniera di un serio misuratore di EMF. Ricordo un’indagine in cui si accendevano le lucine di un K2, ma il Trifield 100XE EMF Meter non stava rilevando nulla.
Quanta ignoranza c’era… E, purtroppo, c’è ancora! Perché la maggior parte di chi si cimenta a fare “indagini paranormali” non sa niente di tecnico, basta solo che lo strumenti rilevi qualcosa per gridare al fantasma e il pubblico che segue il team, più ignaro dei loro beniamini, metta likes e scriva commenti di stupore non sapendo neppure cosa siano veramente i campi elettromagnetici e come funziono questi strumenti.
Ma qual’è la teoria sulla presunta comunicazione con l’altra parte usando un K2?
Si accende lo strumento, si pongono domande agli spiriti (o altre entità) e questi risponderebbero facendo lampeggiare i LED. E se all’estero l’accensione dei LED ha una differente risposta in base a quante luci si accendono, da noi basta che si accendano. E questo teatrino è andato avanti per un oltre un decennio, andando a scemare solo di recente, ma ci sono ancora tanti di team che lo usano per rilevare presenze ultraterrene.
Questo strumento Safe Range (K2) che non manca nello zaino della maggior parte degli indagatori di fantasmi, nasce da una piccola azienda newyorkese, la K-II Enterprises, con sede a Syracuse. Ha prodotto per oltre trent’anni una serie di dispositivi misuratori EMF e non solo, anche il Dog Dazer, un dispositivo che scoraggia i cani aggressivi con segnali radio acuti. Analizzando le varie descrizioni e recensioni del K2, diventa chiaro che è un misuratore di campo elettromagnetico relativamente inaffidabile. Funziona su un solo asse (devi agitarlo per ottenere una lettura corretta) ed è non schermato, il che significa che può essere attivato da un cellulare, una radio ricetrasmittente o praticamente qualsiasi tipo di dispositivo elettronico che occasionalmente emette onde elettromagnetiche.
Si è scoperto anche che può rilavare persino un mouse per computer e una batteria per fotocamera, queste ultime sempre in dotazione ai cacciatori di fantasmi. Non solo è uno strumento iIrregolare, incline a falsi positivi, ma è anche facilmente manipolabile e internet contiene una pletora di siti web e video tutorial che mostrano come modificarlo, portando alcuni venditori di equipaggiamento da ghost hunting a costruire K2 che garantiscono buone rilevazioni.
Eviterò di spiegarvi io la parte tecnica, meglio lasciarlo fare a chi è più competente: l’Associazione Culturale Orizzonti Paranormali, che diversamente da tante altre, investiga in maniera sperimentale e con una metodologia dai protocolli più scientifici.
Storia della ricerca del paranormale: Fantasmi nella Bibbia?
La caccia ai fantasmi, in senso di ricerca di prove sull’esistenza sulle attività paranormali e non il cacciare i fantasmi in senso stretto, è un’investigazione in luoghi che sono stati indicati come infestati dagli spiriti. Solitamente è composta di un team di persone e utilizzano una varietà di dispositivi elettronici, fra i quali misuratori di campi elettromagnetici, videocamere full spectrum (quindi infrarosso e ultravioletto), termometri digitali, termo camere e registratori audio.

Nonostante i ghost hunters siano molto criticati nell’ambito scientifico per il loro modo di operare, l’interesse dei fantasmi è in rapida crescita, soprattutto da quando alcuni format d’intrattenimento televisivo sono sbarcati anche sui nostri canali italiani. Nonostante questa nuova ondata di ricerca ispirata a questi format, la ricerca dei fantasmi non è per niente un avvenimento moderno e isolato. La genesi della caccia ai fantasmi è molto profonda e radicata nel nostro passato. Ho già trattato l’argomento del passato con articoli dedicati ai fantasmi nella Bibbia o nella vicenda di Plinio il Giovane (61-113 d.C.), o ancora nell’investigazione su un “poltergeist” nel 1662 noto come Il Tamburo di Tedworth.
La Bibbia è forse uno dei più antichi testi in cui si citano i fantasmi, anche se dopo un’attenta analisi sull’Antico Testamento, le cose non stanno proprio così. Qualche traccia più precisa però l’abbiamo nel Nuovo Testamento, in cui la comprensione dell’enigma dell’oscurità e della luce, porta Gesù stesso a insegnare che l’oscurità equivaleva a “non capire”. Si deduce quindi che non possiamo conoscere, o meglio appunto, capire, la verità di chi siamo… sia nel caso fossimo tutti connessi a un’unica energia universale, sia come esseri speciali, o “animici”.
Gesù diceva di “far risplendere la nostra luce” in questo mondo. E’ sicuramente una metafora, ma quindi questo implicherebbe che abbiamo luce dentro di noi? La nostra anima può essere vista dagli altri? Da qui inizia un percorso filosofico che si tramanda nel tempo e che ha visto i fantasmi “apparire” in numerosissimi racconti del passato, dalla mitologia greco-romana sino a oggi.
Gli albori del Ghost Hunting
Rispetto al passato, oggi concettualizziamo il ghost hunting come un’attività “immersiva” che si basa su strumenti tecnologici utilizzati nelle escursioni notturne allo scopo di scoprire la “verità” con prove che potrebbero far ricredere gli scettici. Questo desiderio di scoprire se oltre la morte ci sia una nuova esistenza, ha sempre incuriosito l’essere umano.
La morte è l’ultima frontiera che dà innumerevoli interpretazioni a un luogo dove tutti andiamo, ma di cui non abbiamo per certo la sicurezza del “dove” o del “cosa” sia. Mi sono sempre chiesto, sin da quando provai a cimentarmi nel ruolo di ghost hunter: a che livello siamo della ricerca? Cosa abbiamo lasciato alle nostre spalle? Quali storie, miti e superstizioni hanno preso nuova vita? E soprattutto, per la gioia delle sedute spiritiche, a che punto è la ricerca scientifica su questo grande mistero? Questo mi dà lo stimolo per cercare ogni giorno tracce nei testi del passato, piuttosto che cercare il passato nei luoghi ancora presenti.

Quando si parla di ghost hunting, non possiamo dimenticare che sia strettamente legato allo spiritismo moderno e ai suoi derivati. Il primo periodo storico dal quale bisogna partire è senz’altro l’Era Georgiana, quando l’Inghilterra fu regnata da Giorgio I a Giorgio IV, quindi fra il 1714 e il 1830. In quel periodo nella Gran Bretagna e anche negli altri luoghi sotto l’impero britannico, ci fu un’enorme rivoluzione sociale, fatta di riforme e di cambiamenti. Il Cristianesimo ebbe una nuova rinascita con la Chiesa anglicana. Insomma, c’erano già le basi per la nascita dell’Era Vittoriana, periodo caldo per le fondamenta dello spiritismo moderno.
Prima ancora che si parlasse delle sorelle Fox e di Allan Kardec (1804-1869), uno dei primi fenomeni fu il caso del poltergeist della Strega di Bell ad Adams, Tennessee, fra il 1817 e il 1828. Eravamo proprio in piena epoca georgiana. La storia della Strega di Bell però è solo una leggenda, uno dei tanti racconti che si sono tramandati nel tempo, il cui fondo di verità risale a due libri.
Il primo è History of Tennessee dei fratelli Goodspeed pubblicato nel 1886, circa sessant’anni dopo il periodo in cui sarebbe avvenuto l’episodio della leggenda. Il secondo libro è An Authenticated History of the Bell Witc di Martin Van Buren Ingram pubblicato nel 1894, ben settantacinque anni dopo il caso Bell. Nel primo libro vi è un intero paragrafo che tratta gli eventi della contea di Robertson.
A parte queste due fonti, non c’è traccia alcuna prima del 1886, il che è molto strano, data la grande nomea di questa donna-strega ritenuta infame durante la sua esistenza. Probabilmente avrebbero potuto esserci articoli di giornale degli anni ’20 dell’Ottocento, ma non ve n’è alcuna traccia. In concomitanza con l’anno della Strega di Bell, uno scienziato di cui non c’è traccia del suo vero nome, pare indagò sui presunti fantasmi nella Torre di Londra.
L’approccio del Ghost Hunting: quale connubio tra scienza e religione?
Ho letto un libro di James Houran, Hauntings and Poltergeists: Multidisciplinary Perspectives (Infestazioni e Poltergeist: Prospettive multidisciplinari) in cui l’autore ritiene che il nostro moderno approccio alla caccia ai fantasmi sia iniziato con il matrimonio fra la scienza e la religione. Nasce da questo connubio il voler usare strumenti di rilevazione di base scientifica per la ricerca della spiritualità. Houran afferma che mentre i filosofi dell’Illuminismo pensassero che la ragione e la scienza avrebbero prevalso sulla superstizione e sulla religione, le credenze mistiche avrebbero creato un legame con l’indagine scientifica.
Perciò, la nascita della scienza moderna è andata a coincidere con l’ibridazione di due correnti di pensiero prevalenti. Dopotutto perché sostituire un paradigma con un altro? In sostanza i fantasmi e la scienza non si escludono a vicenda. Ho voluto trattare la storia dello spiritismo moderno perché è base da cui partire per comprendere la credenza dei fantasmi ancora oggi.
Houran indica, infatti, che il mesmerismo (o magnetismo animale) del tardo XVIII secolo, sia un primo esempio di questo improbabile mix di credenze. Mentre scrivo quest’articolo, sto raccogliendo quante più informazioni possibili sul magnetismo animale che ho già iniziato a raccontare con qualche articolo dedicato e ce ne sarà uno esclusivamente dedicato appunto a Franz Mesmer (1734-1815), un medico e autoproclamato membro dell’Illuminismo. I suoi seguaci associavano spesso il suo lavoro alla chiaroveggenza.

Per farla breve, il suo lavoro è iniziato nel campo della medicina ed è finito nel regno del misticismo. Il culto dell’elettromagnetismo fra il 1820 e il 1830, in cui l’elettricità era riverita come principio universale divino, creò questa fusione fra religione e scienza influenzando gran parte del misticismo del XIX secolo. In seguito, lo spiritismo che emergeva nel 1850 sulla scia di attività di presunti poltergeist, rappresentò il passo successivo verso l’evoluzione della ricerca sul sovrannaturale.
Gli spiritualisti del tempo credevano che l’anima potesse essere empiricamente quantificata attraverso la scienza. Allora come oggi, le persone erano curiose e ricercavano con mezzi scientifici a portata di mano, ovviamente con le tecnologie e i metodi del tempo, possibili prove vivendo particolari esperienze.
Chi ha coniato il termine Ghost Hunter e il primo cacciatore di fantasmi
Restando nel 1830, Marie Laveau (1801-1881), che praticava il voodoo presso il creolo della Louisiana, ottenne il titolo di Regina voodoo a New Orleans. Tre anni più tardi, lo scrittore irlandese Michael Banim (1796-1874) pubblica il suo romanzo The Ghost-Hunter and His Family. Parrebbe che il termine “cacciatore di fantasmi” non abbia altri precedenti.

La prima vera caccia ai fantasmi fu condotta dal maggiore Edward Moor (1771-1848), un soldato e indologo britannico, in una casa di un piccolo villaggio chiamato Great Bealings nei pressi di Suffolk, in Inghilterra, nel 1834. Il maggiore Moor indagò nella casa in seguito al misterioso tintinnare delle campane usate per chiamare i domestici, che avevano preso a suonare spontaneamente in modo incontrollato.
Edward Moor fu tra i primi a trattare obiettivamente i fenomeni insoliti, come mi piace chiamarli, e non affermò che il fenomeno avesse un’origine soprannaturale, bensì cercò invece di stabilirne la causa razionalmente, perché solo trovando la risposta logica al fenomeno si poteva escludere l’origine spiritica.
Oggi invece avviene per lo più l’esatto contrario: non si appura in maniera esaustiva la causa naturale, studiando il caso da un punto di vista scientifico, ma si bolla per “anomalia” un dato perché sconosciuto, spesso per propri limiti nei confronti delle conoscenze scientifiche e tecniche. Ho potuto leggere il resoconto di questa indagine nel libro Bellings Bells che è ancora reperibile in forma cartacea in una delle tante ristampe.
Le indagini del Ghost Club
A seguito del nascente movimento spiritista nella metà del XIX secolo, nel 1862 nasce il Ghost Club, la più antica organizzazione di ricerca di fantasmi al mondo. Fra i propri membri si annovera Charles Dickens (1812-1870), Sir Arthur Conan Doyle (1859-1930), Henry Sidgwick (1838-1900) e altri sacerdoti e accademici fra cui i futuri membri della Society for Psychical Research (SPR), fondata nel 1882, i fisici Sir William F. Barrett (1844-1925), Lord Rayleigh (1842-1919) e il futuro primo ministro Arthur Balfour (1848-1930).
Una delle prime indagini del Ghost Club fu condotta sui fratelli Davenport, inizialmente conosciuti come prestigiatori. Una delle loro specialità, fornita peraltro anche ad altri medium di spicco, era l’Armadietto degli Spiriti, un meccanismo per mettersi in contatto con i morti. Il risultato delle indagini del Ghost Club, però, non fu mai reso pubblico. Durante uno spettacolo tenutosi a Cheltenham, nei borghi di Gloucestershire, in Inghilterra, nel giugno del 1865, fu il prestigiatore John Nevil Maskelyne (1839-1917), assieme all’amico George Alfred Cooke (1825-1905), a ricostruire una versione dell’armadietto svelando il trucco senza interpellare il soprannaturale.
Anche il mago John Henry Anderson (1814-1874) e il prestigiatore Jean Eugène Robert-Houdin (1805- 1871), lavorarono per scoprire i trucchi dei Davenport, scrivendo documenti rivelatori ed eseguendo un duplicato dei trucchi. Il pubblico, quindi deluso e sconcertato, chiedeva il risarcimento del denaro speso durante gli spettacoli dei fratelli truffaldini.
Il motivo di tale accanimento, non fu per distruggere la fama dei fratelli Davenport, ma per smascherare le frodi vendute come effetti causati dai fenomeni soprannaturali. Da lì a breve, i fratelli Davenport furono scoperti più volte dei loro bluff e denunciati come frodi in più paesi. Secondo il mago Harry Houdini (1874-1926), Ira E. Davenport, uno dei due fratelli, gli aveva confessato che fosse una frode attraverso una lettera in cui affermava di non credere nello spiritismo.
I primi ricercatori indipendenti

Quando il Ghost Club si sciolse nel 1870 dopo la morte di Charles Dickens, le indagini dei ricercatori e di altre società simili, si concentrarono maggiormente sui medium piuttosto che sui luoghi presumibilmente infestati. Iniziarono ad essere pubblicati i primi libri di ricercatori indipendenti, fra cui Ghost World del reverendo Thomas Firminger Thiselton-Dyer (1848- 1923) pubblicato nel 1893, in cui si teorizza la capacità di un fantasma di attraversare l’acqua, e Haunted Houses di Charles George Harper (1896-1943), pubblicato nel 1907, una cronaca di luoghi presumibilmente infestati.
Nel 1837 finisce l’era georgiana e inizia quella vittoriana. Tre anni più tardi, un medico di Sunderland, siamo sempre in Inghilterra, indaga su una casa infestata a Willington Mill, vicino a Newcastle, che era di proprietà del quacchero Joseph Procter. I quaccheri erano i fedeli di un movimento cristiano nato nel XVII secolo in Inghilterra. Il dottor Edward Drury, investigatore del caso, apparve su una rivista del gennaio 1860, The Spiritual Magazine, con l’appellativo di ghost detector, il rivelatore di fantasmi.
In quel periodo, la parte da leoni la ebbero senza ombra di dubbio le sorelle Fox, che vivevano nell’allora Hydesville, a New York, oggi chiamata Lily Dale, spesso accreditate come le promotrici del Movimento Spiritista (o Spiritualista). Il libro Spiritualism: A Popular History From 1847 scritto dal francescano Joseph McCabe (1867-1955), pubblicato nel 1920, di cui possiedo una copia nella mia libreria, a pagina dieci, parla di questo movimento come nascente in un periodo antecedente l’evento delle Fox. McCabe cita, infatti, il Burned-over District (ovvero, il Distretto Bruciato) del 1840, come luogo e tempo di origine del movimento spiritista.
Il primo ghost hunter
La verità sull’interesse dell’investigazione sui fenomeni paranormali, è riconducibile all’enorme numero di morti provocati dalla prima guerra mondiale. Anche il diffondersi del trasporto automobilistico ha sicuramente facilitato le indagini, perché era più facile spostarsi da un sito a un altro.

Il primo uomo ad auto definirsi “cacciatore di fantasmi” fu Elliott O’Donnell (1872-1965), che sostenne di aver visto un fantasma all’età di cinque anni, descrivendolo come una figura elementale coperta di macchie. Affermò anche di essere stato strangolato da un misterioso fantasma durante gli anni di educazione alla Queen’s Service Academy, a Dublino, in Irlanda. Per circa cinquant’anni O’Donnell visitò moltissime dimore presumibilmente infestate, ma nella descrizione dei suoi resoconti poi divenuti libri, non sono mai stati descritti i metodi che applicava nelle sue investigazioni, tanto da far sospettare una scrittura molto romanzata.
Nonostante i suoi numerosi libri e articoli anche su giornali e riviste nazionali, e le sue numerose conferenze e trasmissioni radiofoniche e televisive dell’epoca fra Gran Bretagna e Stati Uniti, hanno sempre portato l’opinione pubblica a spaccarsi in due. C’erano gli invasati credenti che lo sostenevano da una parte e gli scettici, ma anche ricercatori importanti, che ne screditavano l’autorevolezza e l’affidabilità. Durante una conferenza stampa, O’Donnell dichiarò:
«Ho investigato, a volte da solo, a volte con altre persone e con la stampa a seguito, in molti casi di presunti fantasmi… Io credo nei fantasmi, ma non sono uno spiritualista».

Furono però le parti più autobiografiche dei suoi libri a rivelare l’enfasi dei suoi racconti. Raccontava spesso di una sua precedente povertà e il desiderio di approfondire quanta più conoscenza per sentirsi e trovarsi fra i ricchi e le persone più influenti dell’epoca. Si scoprì poi, che nei suoi resoconti video apparivano attori, se pur non così famosi, come Charles Aubrey Smith, che lo aiutò a mettere in scena alcune indagini e inscenare i fantasmi. La dichiarazione di Smith e il non rilascio di documentazioni di studio da parte dello stesso O’Donnell, suggerirono che i suoi resoconti fossero molto arricchiti da idee studiate a tavolino, quindi inventate per suggestionare il pubblico.
Non è un caso che la tipologia di narrazione dei suoi libri fosse molto romanzata piuttosto che tecnica. Tutto questo portò Elliott O’Donnell a essere ricordato più come autore di fiction piuttosto che come investigatore del sovrannaturale. Forse non è un caso che la Society for Psychical Research non lo abbia mai menzionato, né invitato a farne parte, nonostante conoscesse molto bene Everard Feilding (1867-1936), un investigatore noto per aver indagato sulla famosa medium italiana Eusapia Palladino, alla quale presto dedicherò un articolo.
Investigazione del Paranormale
I primi investigatori del paranormale moderno sono spesso associati alle prime organizzazioni e società fondamentali dedicate alla ricerca e all’indagine dei fenomeni paranormali. Alcuni dei primi investigatori del paranormale includono:
- Ghost Club: Costituito nel 1862 a Londra, il Ghost Club è uno dei club più antichi dedicati alla ricerca dei fantasmi e degli eventi paranormali. Ha coinvolto influenti scrittori, studiosi e personalità dell’epoca.
- Society for Psychical Research (SPR): Fondata nel 1882 a Londra, la SPR è stata una delle prime organizzazioni dedicate allo studio scientifico dei fenomeni paranormali. I suoi membri hanno condotto ricerche su telepatia, medium, apparizioni e altri fenomeni.
- American Society for Psychical Research (ASPR): Fondata nel 1885 a New York, l’ASPR si è concentrata sulla ricerca scientifica delle esperienze psichiche e paranormali. Ha collaborato con numerosi ricercatori di spicco nel campo.
- Association for the Scientific Study of Anomalous Phenomena (ASSAP): fondata nel 1981 nel Regno Unito, il cui obiettivo è quello di studiare e indagare in modo scientifico i fenomeni paranormali e anomali, cercando una spiegazione razionale e sostenibile per tali eventi.
I primi Investigatori del Paranormale
Quando si parla di investigazione del paranormale non bisogna confonderla con il ghost hunting per in motivi spiegati all’inizio di questo articolo. I primi a distinguersi nella ricerca furono due personaggi che oggi definiremmo più dei debunkers piuttosto che dei veri e propri ricercatori. Ma in un modo o nell’altro, hanno contribuito a porre una linea di confine fra il cercare prove a sostegno dell’esistenza degli spiriti e indagare sulla veridicità dei fenomeni per comprenderne la reale natura. Per comprendere meglio la differenza tra le due caterogie non posso che citare William Crookes come scienziato che si è lasciato trascinare dalle frodi dello spiritualismo e Michael Faraday che cercò di comprendere il fenomeno.
William Crookes

Qualche anno più tardi, nel 1861, il chimico e fisico britannico Sir William Crookes (1832-1919), inventore del precursore del tubo catodico e autore delle prime prove sperimentali sull’esistenza dell’elettrone, condusse la sua prima indagine paranormale su Kate Fox, una delle tre famose sorelle del movimento spiritista.
Si occupò anche di studi su altri presunti medium dell’epoca: Florence Cook e DD Home (Daniel Dunglas Home). Nel 1862 a Londra viene rifondato il Ghost Club con l’aggiunta di nuovi membri che hanno fatto la storia del paranormale, come Peter Cushing, Sir Shane Leslie, Eric Maple, il ricercatore Peter Underwood (1923-2014), noto per la sua teoria che lega i fantasmi ai buchi spazio-temporali e più tardi anche da Maurice Grosse, che diverrà noto per la sua indagine con la Society for Psychical Research (SPR) sul poltergeist di Enfield. Il Ghost Club è attivo ancora oggi.
Fra le indagini più famose del Ghost Club, voglio ricordare anche quella alla Queen’s House a Greenwich, in cui fu scattata nel 1966 una delle più famose fotografie di un presunto fantasma e quella al Glasgow Royal Concert Hall, in cui ancora oggi molti gruppi d’investigatori, chiedono la possibilità di poter fare un’indagine, divenendo un luogo di pellegrinaggio per moltissimi di loro.
Michael Faraday

A metà dell’Ottocento del secolo scorso, il fisico e chimico britannico Michael Faraday (1791-1867) ha contribuito allo studio sull’elettromagnetismo e sull’elettrochimica. Fra le sue principali scoperte ci sono i principi alla base dell’induzione elettromagnetica, quelli del diamagnetismo e dell’elettrolisi. Per quanto sia ricordato nell’ambito della ricerca sul paranormale per la cosiddetta Gabbia di Faraday (o Scudo di Faraday), inventata nel 1836, utilizzata per bloccare i campi elettromagnetici, si dimentica forse che nel 1850, Faraday lanciò una campagna pubblica contro la pseudoscienza e lo spiritismo, dilaganti in quel periodo soprattutto in Inghilterra.
Faraday obiettò in particolare alle affermazioni che le forze elettriche o magnetiche erano responsabili dei fenomeni paranormali, come la rotazione dei tavoli nelle sedute spiritiche e la comunicazione con i morti. Faraday smascherò gli inganni di spiritisti, chiaroveggenti e medium e scoprì anche la credulità di un pubblico che per scarsa conoscenza scientifica si faceva ingannare facilmente. Mi chiedo quanto in realtà sia cambiato da allora a oggi. Infatti, nonostante i suoi sforzi, il fascino sul paranormale in epoca vittoriana, aumentò considerevolmente. Faraday in sostanza diventa il pioniere di controversie che ancora oggi esistono sull’educazione scientifica e il divario fra scienza e religione.
Harry Price
Forse il più importante investigatore del paranormale è sicuramente Harry Price (1881-1948), che ha operato nella SPR dal 1920 al 1924, operando da scettico ed esperto di magia da palcoscenico divenendo il più famoso investigatore di fantasmi del primo Novecento. Fu il primo ricercatore a cercare di applicare una metodologia scientifica al ghost hunting. I casi studiati da Price, che meriteranno senz’altro un articolo dedicato, sono rimasti agli archivi, e nonostante molti ricercatori menzionino Price, non ho ancora visto sino a oggi un articolo da parte loro, o da blogger italiani sostenitori del paranormale, dedicato a uno di quei casi. Probabilmente quest’articolo, stuzzicherà loro la voglia di saperne di più.
Una delle sue indagini più note fu uno studio condotto dal 1929 al 1947 sulla Borley Rectory, allora considerata la casa più infestata d’Inghilterra. Come parte di questo studio, Price pubblicò un opuscolo, pubblicato nel 1937 che descriveva le sue tecniche di indagine e offriva suggerimenti per altri che potrebbero voler studiare il fenomeno dei fantasmi. Uno dei suoi libri più conosciuti sul ghost hunting è stato pubblicato nel 1936 col titolo Confessions of a Ghost Hunter (ovvero, Confessioni di un Ghost Hunter).

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Harry Price: il detective del soprannaturale
Nel 1926, Price fondò il ben finanziato National Laboratory of Psychical Research, che comprendeva una sala di laboratorio e una vasta gamma di strumenti scientifici, alcuni dei quali adatti alla ricerca sul campo, come una ciotola di mercurio per rilevare eventuali movimenti e tremori in una stanza, oppure per rilevare eventuali passaggi di ombre.
Fra gli strumenti di Price, vi erano elettroscopi, utilizzati per rilevare le eventuali presenze/entità che avrebbero potuto sprigionare una propria carica elettrica su un corpo; il galvanometro, usato per rilevare corrente elettrica; il barografo che andava già scomparendo nelle attrezzature dell’epoca, usato per la ricodifica della pressione atmosferica; il termografo, utilizzato per fare letture continue della temperatura; l’Air Tester, per monitorare e registrare la circolazione dell’aria.
Harry Price ci teneva molto alla notorietà, tanto da far sempre pubblicizzare le proprie indagini. Non era molto distante quindi da un investigatore da social network di oggi. Una delle indagini più pubblicizzate fu quella al Chiswick Museum nel 1932, nella quale Price e il filosofo CEM (Cyril Edwin Mitchinson Joad, 1891-1953), trascorsero una notte su un letto che si diceva fosse infestato. Grazie a Price il Ghost Club ritornò a funzionare nel 1936. Nonostante i suoi casi fossero molto discussi perché giustificabili scientificamente, contribuì a smascherare la fotografia spiritica di William Hope (1863-1933) nel 1922.
Hans Hozler
Un altro ricercatore, forse uno dei più importanti cacciatori di fantasmi dei giorni nostri, è Hans Hozler (1920-2009), che ha scritto più di cento libri su fantasmi, luoghi infestati, vita ultraterrena, stregoneria, esseri extraterrestri e altri fenomeni associati al regno che ha chiamato l’altro lato (The Other Side of Life), anche se fosse già in uso nello spiritualismo ottocentesco. Il suo primo libro, Ghost Hunter, pubblicato nel 1963, gli ha portato molta pubblicità e ha ispirato molte persone comuni a dedicarsi alla caccia ai fantasmi.
Le investigazioni sui fenomeni paranormali lo hanno portato nelle case infestate di tutto il mondo, in particolare nel 1977, quando assieme alla medium Ethel Johnson-Meyers ha indagato nella casa più nota al mondo, quella di Long Island che ha ispirato The Amityville Horror, in cui un giovane, Ronald DeFeo Jr. (1951-2021) aveva assassinato i suoi genitori e quattro fratelli nel 1974. La casa era diventata famosa dopo che i suoi successivi proprietari affermarono di essere stati tormentati da una serie di rumori agghiaccianti e visite inquietanti.
Nel 1970, Holzer pubblicò uno studio sulla fotografia dello spirito intitolato Psychic Photography: Threshold of a New Science? Il libro includeva fotografie scattate dal fotografo degli spiriti John Myers, accusato di frode da da John B. McIndoe, l’allora presidente della Spiritualists’ National Union.

La differenza tra Harry Price e Hans Hozler è che quest’ultimo credeva molto nella vita dopo la morte e nell’esistenza di fantasmi. Secondo Hozler, i fantasmi erano impronte lasciate nell’ambiente che potevano essere “raccolte” da persone sensibili, quindi “spiriti intelligenti” che potevano interagire con i vivi, mentre altre infestazioni erano i restanti, coloro che si trovavano legati alla terra dopo la morte e che ripetono sempre le stesse azioni.
Oggi, i moderni cacciatori di fantasmi, credono che questo genere di infestazioni sia dovuto a tracce energetiche residuali che ripetono in loop azioni svolte durante la vita terrena. Hozler però credeva anche nella reincarnazione e nell’esistenza di vari livelli di coscienza.
Hozler fu il primo ghost hunter a “usare” dei medium nella caccia ai fantasmi, molto criticata dalla Society for Psychical Research in quanto avrebbe “Sè stata criticata in un articolo per il Journal for the Society for Psychical Research che “gettato notevoli dubbi sull’obiettività e l’affidabilità del suo lavoro nel suo insieme”.
Il collega Peter Underwood ha scritto un necrologio per Holzer su The Guardian, in cui contestava l’affermazione di Holzer (fatta nel suo libro del 1979, Murder in Amityville ), secondo cui la casa su Ocean Avenue ad Amityville, era stata costruita sul sito di un cimitero di Shinnecock.
Un anno prima della morte di Hozler, la figlia Alexandra ha scritto un libro Growing Up Haunted, basato sulla sua vita con il padre e la sua ricerca del paranormale. Nel 2019, una serie TV dal titolo The Holzer Files, che riporta gli attuali cacciatori di fantasmi ad alcuni dei casi documentati di Hans Holzer, dimostra che egli fu più un ghost hunter che un investigatore del paranormale.
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La nascita della Society for Psychical Research (SPR)

Verso la fine dell’Ottocento, due britannici molto colti che avevano osservato la sofferenza di William Crookes con molta simpatia e molta credenza sul sovrannaturale, erano il filosofo britannico Henry Sidgwick (1838-1900) e lo psicologo e parapsicologo Frederic WH Myers (1843-1901). Myers era reduce di una seduta spiritica del 1873 diretta dallo scrittore e poeta inglese Charles Williams (1886-1945), durante la quale si era sentito toccare la mano dal presunto spirito guida John King.
Questa esperienza, combinata con le accuse verso Crookes, convinse Myers, Sidgwick e un amico comune, lo psicologo e parapsicologo Edmund Gurney (1847-1888), a formare un’associazione di persone interessate a indagare sul paranormale. Nonostante l’importanza del Sidgwick Circle, fu il fisico e parapsicologo inglese Sir William Fletcher Barrett (1844-1925) a istigare formalmente la procedura per l’istituzione di una nuova società. Insieme a Edmund Dawson Rogers (1823-1910), giornalista e spiritualista, Barrett organizzò un incontro presso la sede della British National Alliance of Spiritualists a Londra il 6 gennaio 1882 e il 20 febbraio dello stesso anno fu fondata ufficialmente la Society for Psychical Research (SPR) con Henry Sidgwick alla presidenza.
Tra i primi membri della SPR figuravano Barrett, il futuro premio Nobel per la fisica Lord Rayleigh alias John William Strutt (1842-1919), il futuro primo ministro britannico Arthur Balfour (1848-1930), suo fratello Gerald William (1853-1945), la sorella Eleanor, e il medium spiritista inglese William Stainton Moses (1839-1892).
Le prime indagini della Society for Psychical Research

Una delle prime indagini della SPR fu quella a discapito del medium Henry Slade (1835-1905) nell’autunno 1876, in cui lui e un altro medium furono accusati d’inganno. Questo primo fallimento non scoraggiò comunque la novella Society for Psychical Research a proseguire nella ricerca di fenomeni genuini. Nel corso dei successivi sei anni, il gruppo continuò le indagini trovandosi presto coinvolto da spiritisti e da persone interessate al paranormale che tentavano anch’esse di condurre indagini sul paranormale.
Alla fine, nel 1882, il team al completo fondò la società. Fra gli amici del gruppo entrarono anche: il “papà” di Alice nel paese delle meraviglie, lo scrittore e matematico Lewis Carroll (pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson, 1832-1898), lo scrittore e umorista Mark Twain (pseudonimo di Samuel Langhorne Clemens, 1835-1910) e il politico William Gladstone (1809-1898). Formarono sei comitati di ricerca per investigare l’ipnotismo, la chiaroveggenza, la telepatia, i sensitivi, i medium (che al contrario di oggi ne capivano la differenza), i fantasmi e i poltergeist, e infine chi si occupava degli archivi storici.
L’idea di base era di fare ricerca scientifica per documentare il paranormale nella maniera più tecnica e dettagliata possibile. Il loro primo fascicolo Phantasms of the Living (Fantasmi dei viventi) era lungo oltre duemila pagine e dettagliava con meticolosità le presunte prove di fantasmi di persone viventi. (Sono riuscito a reperire due volumi che contano complessivamente circa 1500 pagine, quindi non integro ma quasi). Nonostante sia esistente ancora oggi con la dichiarazione pubblica di essere “la prima organizzazione fondata per esaminare presunti fenomeni paranormali usando principi scientifici”, non c’è alcun dubbio che la pratica e la fede verso lo spiritismo abbiano letteralmente creato la necessità di indagare sul paranormale.
La difficoltà delle indagini
Personaggi come Houdini e Harry Price, erano odiati dagli spiritualisti per lo smascheramento dei medium fraudolenti. Infatti, a un certo punto scelsero di non investigare più gli spiritualisti a causa della loro mancanza di fiducia, soprattutto all’esistenza di fantasmi. Furono le loro indagini scientifiche a stabilire lo standard per i futuri cacciatori di fantasmi, anche se in maniera completamente travisata. Purtroppo lo spiritismo è stato crivellato da deliberati casi di frode, nei quali sono state ingannate migliaia di persone in cerca di un miracolo, dando così modo a molti medium e praticanti dell’occulto a riempire le proprie tasche.

A prescindere dalle buone intenzioni di alcuni spiritualisti, il movimento fu presto esaminato dagli investigatori. Molti di loro erano semplicemente interessati a denunciare i casi di frode, mentre altri erano abbastanza incuriositi da dare un’occhiata più da vicino ai fenomeni segnalati associati alle sedute spiritiche. Sarebbe da qui che molti dei primi cacciatori di fantasmi hanno avuto il loro inizio. Se non fosse stato per lo spiritualismo, molto probabilmente l’indagine paranormale non avrebbe progredito fino a oggi. Non è stato però un inizio facile!
L’establishment scientifico, risentito per il fatto di essere riusciti a rompere la presa che la religione aveva sulla società solo per perdere il proprio appoggio allo spiritismo, incoraggiò il ridimensionamento dei medium e mostrò un palese disprezzo per tutto ciò che lasciava intendere il soprannaturale. Nonostante ciò, c’era un piccolo numero di scienziati che avevano avuto il tempo di partecipare alle sedute spiritiche e che credevano che potesse esserci qualcosa per gli strani fenomeni che erano segnalati. Hanno deciso di provare ad applicare le leggi della scienza nell’investigare queste relazioni.
L’American Society for Psychical Research (ASPR)

Sebbene un approccio così meticoloso non piacesse a molti membri spiritualisti, la SPR continuò a crescere, conquistando nuovi membri sia dai campi scettici sia da quelli soprannaturali, tra cui il fisico britannico Oliver Joseph Lodge (1851-1940), il “papà” della psicoanalisi Sigmund Freud (1856-1939), lo psicologo e antropologo Carl Gustav Jung (1875- 1961) e i già citati William Crookes e Arthur Conan Doyle. Due anni più tardi, nel dicembre del 1884, viene fondata a New York, la sorella della stessa società, la American Society for Psychical Research (ASPR), in cui figureranno appunto anche Jung, Freud e lo scienziato e inventore del primo telefono pratico, Alexander Graham Bell (1847-1922).
Per due anni le due società, sia quella britannica sia quella americana, riuscirono a superare sia l’imbarazzo sia gli scandali per via dei medium cialtroni che sostennero a spada tratta. Frederic WH Myers, ad esempio, fu coinvolto in uno scandalo sessuale con un’investigatrice psichica che si rivelò poi, essere una cialtrona, così come accadde a Crookes con la medium Cook; Edmund Gurney fu trovato morto in strane circostanze se pur le voci di corridoio gridassero al suicidio per vergogna; e nel 1888, i fondatori del movimento spiritista, in altre parole le stesse sorelle Fox, dichiararono pubblicamente le loro frodi.

Agli inizi del 1900, la reputazione della società era piuttosto offuscata, ma nonostante tutto, ancora intatta. Così negli anni a seguire la SPR si concentrò sul ridimensionamento dei medium, finché l’interesse per lo Spiritualismo cominciò a spegnersi, e poi si rivolse più verso il lavoro di laboratorio, piuttosto che sulle indagini sul campo, come aveva già fatto il ramo americano del gruppo. Le indagini sul campo continuarono per pochissimi autodidatti e fanatici del sovrannaturale che divennero nel tempo delle “rarità”, almeno fino alla ribalta dei format d’intrattenimento americani sul ghost hunting.
C’è da dire che la SPR dovette nel tempo cercare di recuperare attendibilità per essere accettata dalla comunità scientifica, perché fu afflitta da problemi causati dalle polemiche sullo spiritismo e da campagne diffamatorie lanciate da scienziati che erano arrabbiati dalle loro regole d’indagine. I primi membri accademici erano, infatti, fortemente influenzati dallo spiritualismo, mentre gli altri erano semplicemente pseudo-scienziati che non avevano nulla a che fare con le tecniche scientifiche. Purtroppo a oggi, l’idea sbagliata di accademici credenti e dilettanti è quella di credere che il paranormale non sia compreso dalla Scienza perché scettica.
Association for the Scientific Study of Anomalous Phenomena (ASSAP)
La Association for the Scientific Study of Anomalous Phenomena (ASSAP) è un’organizzazione indipendente con sede nel Regno Unito, fondata nel 1981. Il suo obiettivo principale è quello di studiare e indagare in modo scientifico i fenomeni paranormali e anomali, cercando di non farsi suggestionare dalle ipotesi sovrannaturali, ma cercando una spiegazione razionale per i fenomeni insoliti. L’ASSAP adotta un approccio scientifico nel suo lavoro di ricerca, utilizzando metodi e strumenti scientifici per analizzare le testimonianze, raccogliere dati e condurre esperimenti controllati. La loro filosofia è quella di cercare prove oggettive dei fenomeni paranormali, al fine di promuovere una maggiore comprensione e consapevolezza di tali eventi.
L’organizzazione svolge attività di ricerca in diversi campi, tra cui fantasmi, esperienze di morte imminente, poltergeist, criptozoologia e fenomeni psichici (psi), etc. I membri dell’ASSAP vengono formati dalla stessa organizzazione, così come per la SPR e la ASPR, partecipando a indagini sul campo, intervistando testimoni, raccogliendo dati e utilizzando strumenti come fotocamere, apparecchiature elettroniche, rilevatori di campi magnetici e termometri per registrare dati e segnalare eventuali anomalie.
La nascita di una nuova ricerca

Il momento clou dello Spiritismo Moderno viene consacrato in concomitanza con la nascita della tavola “parlante” più famosa: la Ouija. Nel 1891 fu pubblicato uno dei libri più singolari dell’epoca, Revelations of a Spirit Medium: Spiritualistic Mysteries Exposed (letteralmente: Rivelazioni di uno spirito medium: misteri spiritualistici svelati), scritto da un autore anonimo che usava lo pseudonimo di “A Medium”.
Questo libro svelava i trucchi utilizzati da falsi sensitivi e medium dell’epoca, poi in seguito rieditato e ristampato nel 1922 da Harry Price e dall’antropologo e ricercatore psichico britannico Eric John Dingwall (1890–1986). Il libro divenne importante storicamente perché fu fonte d’ispirazione per il mago Harry Houdini ad assumersi il compito di scovare i falsi sensitivi nei primi anni ’20 del secolo scorso.
Un altro pioniere del giornalismo investigativo fu il britannico William Thomas Stead (1849-1912), autore del libro Real Ghost Stories, pubblicato anche questo nel 1891. Nel 1894, lo psicologo e filosofo statunitense William James (1842-1910), se pur originario irlandese, è eletto presidente dell’American Society for Psychical Research e considerato il “padre della psicologia americana”. Nel 1912 è pubblicato postumo il suo libro La volontà di credere e altri saggi nella filosofia popolare.
Peter Underwood e Andrew Green
Dopo il grande interesse e l’eccitazione della ricerca sul sovrannaturale avvenuta fra le due guerre, la caccia ai fantasmi è in gran parte crollata. Nel 1948 le attività del Ghost Club iniziarono a subirne il colpo di coda. La SPR, nel frattempo, stava diventando più un’organizzazione posta alla formazione d’investigatori che all’investigazione stessa. Il malessere generale causato dall’austerità del dopoguerra, ha fatto sì che negli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale, le attività di caccia ai fantasmi non erano più promosse da enti o organizzazioni legalmente riconosciute, ma svolte da dilettanti che si autofinanziavano per passione e che di tanto in tanto pubblicavano qualche libro.

Fra questi voglio ricordare sia il parapsicologo e ghost hunter, Peter Underwood, sia il suo collega Andrew Green (1927-2004), soprannominato “Ispettore degli spettri”. Underwood si occupò di ricerca soprattutto durante la sua presidenza al Ghost Club dal 1962 al 1993, mentre Green fondò nel 1949 la Ealing Society for Psychical Research e nel 1952 sia la Lewisham Psychic Research Society che la National Federation of Psychic Research Societies.
Nonostante furono numerose le indagini di Green sulle Percezioni Extrasensoriali (ESP) e i test sui medium, nulla degno di nota è purtroppo emerso dalla sua ricerca. Nel 1996, Green fu ingaggiato dal consulente del teatro Royal Albert Hall, Mark Borkowski, a seguito di testimonianze singolari di fenomeni insoliti.
Le indagini al Royal Albert Hall e il ghost hunting moderno
Mark Borkowski si riteneva scettico ed estraneo ai fatti, ma chiedeva di fare luce sul caso per placare le voci di presunta infestazione del teatro. Ma cosa accadde di così singolare da interpellare degli investigatori del paranormale?
Il portiere di un ristoratore affermò di aver visto due donne scomparire nello scantinato del teatro e alcuni tecnici addetti alla manutenzione degli organi, riferirono di essere stati molestati da un vecchio signore. Andrew Green promise di esorcizzare o comunque scacciare le entità infestanti, così Borkowski invitò per l’occasione, spinto dalla curiosità, alcuni media per assistere e documentare l’evento. Peccato però che invece di cercare i fantasmi, Green passasse tutta la notte a rispondere alle domande poste dai cronisti inviati dai media.

L’unica cosa che Green affermò è che prima dell’arrivo dei giornalisti, riscontrò un’anomalia nella temperatura del piano superiore e che il suo registratore di ultrasuoni aveva ripreso strani rumori. Come non notare, quindi, una gran bella differenza dalle indagini meticolose dei suoi predecessori? Erano già le prime avvisaglie di quello che sarebbe diventato il ghost hunting del XXI secolo.
Le scarse o quasi assenti sperimentazioni e la meticolosità nel fornire fascicoli di numerose pagine per ciascun caso, erano il primo tassello che avrebbe ispirato il moderno ghost hunting. Anche le attrezzature di oggi s’ispirano al ghost hunting di Green, composto da registratore audio, macchina fotografica, metro a nastro, carta millimetrata per disegnare i piani del sito, mappe di rilevamento dell’area e altri strumenti forse più idonei a raccogliere informazioni del luogo d’indagine. Underwood invece costatò che un ghost hunter iper equipaggiato non aveva resoconti più dettagliati di chi utilizzava equipaggiamenti più semplici.
Quando un investigatore si lascia troppo coinvolgere

L’investigazione del paranormale Verso la fine degli anni Settanta un caso divenuto molto famoso segnò la memoria collettiva del XX secolo: il Poltergeist di Enfield in Inghilterra, investigato da Maurice Grosse (1919-2006) e Guy Lyon Playfair (1935-2018) della SPR londinese.
Nel corso dei due anni d’indagine, la coppia registrò un gran numero di suoni anomali quali raps (colpi) e voci, e furono testimoni di molti eventi insoliti. Pur restando molto discusso e controverso, il poltergeist di Enfield rappresenta ancora oggi un esempio di veridicità dei fenomeni per i ghost hunters. La storia del caso però riporta anche di una terza investigatrice inviata dalla SPR a indagare sul caso e sui due investigatori che, per motivi diversi, molto probabilmente si stavano lasciando travolgere dal caso.

Questa fu Anita Kohsen Gregory (1925-1984) che scoprì la piccola Janet Hodgson simulava alcuni fenomeni e fornisce la SPR di un video in cui Janet piega un cucchiaio e altri in cui salta su e giù dal letto agitando le braccia. La Gregory dichiara quindi che le prove raccolte dai suoi colleghi erano ridicole, esagerate e soprattutto molto discutibili. Molti anni più tardi, Janet oramai adulta e madre di tre figli, dichiara a un giornalista di Telegraph che c’erano momenti in casa nei quali accadevano strani fenomeni insoliti e altre volte non succedevano.
Il giornalista, riferendosi al video in cui Janet simulava i fenomeni paranormali, chiede quanto in casa sua fossero simulati? La Hodgson rispose «I’d say 2%» (Direi il 2%). Evidentemente lasciando alludere che nei casi in cui i fenomeni non c’erano, li simulava lei o la famiglia per non deludere le persone coinvolte nell’investigazione. Fra i tanti medium accorsi in casa Hodgson c’erano anche due investigatori divenuti oggi ancora più popolari per una serie di film ispirati alle loro indagini: i coniugi Warren (Ed e Lorraine).
Il ghost hunting di oggi
Ed eccoci nel XXI secolo, dove il ghost hunting riceve uno stimolo soprattutto mediatico che fa rinascere il genere in una versione più moderna. Se fino alla fine del secolo scorso esistevano pochissimi team di ghost hunters, a due anni dalla pubblicazione della prima serie Ghost Hunters in TV, di cui ho già parlato all’inizio, l’attività del cercare prove sui fantasmi diventa un vero e proprio passatempo comune. Anche internet contribuisce alla promozione di questi team che, grazie soprattutto ai social network, riescono a farsi un gruppo di seguaci. Anche gli autori televisivi capiscono che è la moda del momento e iniziano a proliferare programmi televisivi sull’argomento.
Prima che la TAPS e i Ghost Adventures facessero tappa nei palinsesti televisivi italiani, nelle TV inglesi e americane c’erano già dei precursori del genere.

Una delle prime serie televisive di documentari degne di nota è senza dubbio la britannica Strange but True? (Strano ma vero?), che è stata trasmessa per la prima volta nel Regno Unito nel 1993. La serie è stata creata da Arthur C. Clarke (1917-2008) e condotta da Michael Aspel (Battersea, Londra, 1933). La trasmissione si occupava di esplorare e indagare su fenomeni paranormali, inspiegabili e misteri del mondo, come fantasmi, avvistamenti UFO (Unidentified Flying Object o Unknown Flying Object), in italiano, Oggetto Volante Non Identificato (OVNI), creature leggendarie e altro ancora. Ogni episodio presentava interviste, testimonianze, ricostruzioni e prove per cercare di spiegare o svelare i misteri affrontati. La serie è stata molto popolare ed è stata trasmessa in diversi paesi in tutto il mondo.

L’idea invece di documentare il ghost hunting viene per la prima volta presentata televisivamente da Most Haunted condotto da Yvette Fielding (Manchester, 1968): un programma britannico che ha indagando su presunte attività paranormali in una serie di luoghi presumibilmente infestati. La serie prodotta da Antix Productions è trasmessa dal maggio 2002 al luglio 2010, anno in cui la rete decide di sospendere il programma. A seguito di denunce, il regolatore della trasmissione, Ofcom, ha stabilito che si trattava di uno spettacolo di intrattenimento, non di un’indagine legittima sul paranormale, e “non dovrebbe essere presa sul serio”.
È proprio Most Haunted a spingere il fenomeno dei cosiddetti ORBS come energie spirituali. Una bufala che circola in rete ancora oggi nonostante il fenomeno sia stato ampiamente studiato e classificato come piccole particelle di polvere dal ricercatore Philip Carr del Ghost Club e da Steve Parsons di Parasearch e dalla Society for Psychical Research. La scarsa informazione sia dei ricercatori che dei sostenitori di fantasmi, porta gli stessi a diffondere e sostenere che alcuni “globi” non siano causati da pulviscolo, ma da qualche entità energetica o spiriti di defunti.

In Italia, soprattutto in rete, non ho mai letto ricercatori nostrani parlare di questa serie, considerata la capostipite, ma solamente di Ghost Hunters (indagini del gruppo TAPS), la cui serie originale è andata in onda dal 2004 al 2016 su Syfy ed è giunta da noi in Italia solo dalla terza stagione nel 2010, la stagione ion cui si presentarono per la prima volta il noto KII-Meter attribuendolo a un rilevatore calibrato sui campi elettromagnetici dei fantasmi. Un’altra serie andata molto di moda è stata Ghost Adventures, prodotta da Zak Bagans e Nick Groff che approda in Italia poco dopo Ghost Hunters.
Le controversie su queste ultime due serie TV sono state tante, dalla metodologia adottata ai falsi mostrati in TV o a leggende inventate di sana pianta come quella dell’Isola di Poveglia. Visto il successo delle due serie, anche Most Haunted avrebbe dovuto tornare in TV nel 2014, ma ad oggi non ci sono ancora notizie sicure.
Il rigore scientifico degli strumenti utilizzati, è completamente assente. Se si utilizzano strumenti scientifici, il minimo che bisognerebbe avere è una competenza all’utilizzo di tali strumenti e soprattutto una buona dose di conoscenze fisiche per escludere falsi positivi.
I falsi positivi “emulati” da incuranti Ghost Hunters
Con l’avvento di questi nuovi format televisivi d’intrattenimento, anche il kit di strumenti dei ghost hunters subisce un’altra evoluzione con l’introduzione di equipaggiamenti elettronici non raffinati, ma a prezzi accessibili. Il parapsicologo William G. Roll (1926-2012) e Andrew Nichols dell’American Psychological Association, hanno dimostrato che nella maggior parte delle rilevazioni di campi elettromagnetici durante le investigazioni paranormali in alcuni luoghi presumibilmente infestati, erano propagati dal sottosuolo in modo naturale. Roll fu il primo a coniare l’acronimo RSPK (Recurrent Spontaneous PsychoKinesis (Psicocinesi Spontanee Ricorrenti) per spiegare i casi di poltergeist.

L’ingegnere britannico Vic Tandy (1955-2005) che insegnò informatica presso la Coventry University nel Warwickshire, si dedicò per molti anni allo studio sulle relazioni fra infrasuoni e apparizioni spettrali, stabilendo che le onde elettromagnetiche a bassa frequenza, potrebbero potenzialmente creare sensazioni di disagio e allucinazioni all’interno della visione periferica, ampiamente dimostrato con esperimenti sul campo elettromagnetico. Nel 2014, infatti, i ricercatori dell’École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) in Svizzera, hanno sperimentato su queste impressioni, ricreando i “fantasmi” in laboratorio.
Spesso leggo di citazioni a personaggi importanti nella ricerca scientifica a favore della ricerca spiritica. Un esempio fra tutti è Albert Einstein (1879-1955) che, per quanto sia vero che i processi metabolici degli esseri umani e di altri organismi generano effettivamente correnti elettriche di basso livello, queste però non vengono più generate una volta che l’organismo muore, perché la fonte di energia si arresta e la corrente elettrica si interrompe, proprio come una lampadina si spegne quando si spegne l’elettricità. I ghost hunters che citano le teorie di Einstein a favore di una teoria valida sulla prova dell’esistenza dei fantasmi, in realtà forniscono solo una base solida per screditarli.
Questo accade per la scarsa comprensione della scienza di base. Per quanto i fantasmi possano esistere (ma ad oggi a parte le testimonianze non abbiamo prove inconfutabili), né Einstein né le sue leggi della fisica suggeriscono che i fantasmi siano reali.
Il ghost hunting, i medium e il turismo con fantasma
Anche i medium del XXI secolo hanno avuto un rilancio grazie a questi team con cui collaborano molto spesso o ne fanno parte. Un esempio televisivo è proprio il format Most Haunted, oggetto di molte critiche. Nel 2005, il parapsicologo Ciarán O’Keeffe (Norwich, 1971), ha accusato il medium Derek Acorah (1950-2020), uno dei protagonisti del programma, di incantare il pubblico prima della messa in onda per ottenere informazioni sui luoghi delle riprese.
La caccia ai fantasmi ha anche contribuito nel tempo a una particolare forma di turismo, in cui si assiste a veri pellegrinaggi di persone credenti che si recano nelle antiche dimore di proprietà privata o di varie istituzioni in cerca di sensazioni insolite. Mi è capitato di vedere visite ai castelli, cene e tour con “al centro il fantasma” per attirare i visitatori. Una moda che nel tempo è andata calando perché troppo abusata nel periodo in cui i ghost hunters televisivi andavano più di moda.
Molti investigatori del paranormale e ghost hunters ricreano persino l’indagine a beneficio dei partecipanti paganti, spesso novizi che desiderano vivere l’esperienza col desiderio di formare un proprio team, attività sicuramente pubblicitaria, ma che ancora una volta mina il vero scopo di quale dovrebbe essere l’attività stessa.
I Ghost Hunters del futuro
Mentre sui social network la maggior parte dei ghost hunters e degli investigatori del paranormale ci propinano video indagini sempre più somiglianti agli episodi visti nelle serie TV di cacciatori di fantasmi, seppur in sordina, molti nuovi investigatori si stanno affacciando al pubblico con metodologie sempre più vicine ad una ricerca scientifica.

Dave Wood, attuale presidente dell’ASSAP, quindi non uno scienziato scettico, ma un operatore di ricerca sui fenomeni paranormali, ha dichiarato che sono state compiute a oggi migliaia d’indagini da parte di team pressoché preparati, ma che nessuno ha mai dimostrato un collegamento fra i dati rilevati e le esperienze sulle apparizioni o manifestazioni paranormali. L’anomalia, secondo l’ASSAP, dovrebbe essere dimostrata scientificamente con dettagliate relazioni tecniche accettate dalla comunità scientifica e non semplicemente relazioni che di tecnico hanno ben poco. Al momento le stesse grandi organizzazioni di ricerca sul paranormale pensano che il ghost hunting attuale non possa essere considerato accettabile dalla comunità sia scientifica, sia dalle organizzazioni di ricerca psichica, almeno a oggi.
La mancanza di un codice etico

In sostanza, l’ASSAP, così come la SPR, prendono le distanze dal modus operandi dei ricercatori a caccia di likes. Proprio a tal proposito ha costituito nel 2013 una commissione per discutere del futuro del ghost hunting per i vari problemi d’imitazione da format televisivi molto fuorvianti, discutendo soprattutto l’uso non mirato delle attrezzature utilizzate e per una scarsa o per nulla preparazione tecnica.
La maggiori parte dei ghost hunters e degli investigatori del paranormale operano, infatti, con lo stesso approccio sul campo d’indagine, dove i primi «partono da alcune ipotesi, come “i fantasmi sono spiriti”, e quindi cercano prove per confermare tale ipotesi». Ci sono state, quindi, disposizioni speciali previste per questo tipo d’indagine che sono state inserite nel Codice Etico dell’organizzazione ASSAP nel 2012. Un codice etico esiste anche nella SPR ed è stato di recente aggiornato dall’investigatore Steven Parsons.

Quello che mancherebbe è un consiglio normativo che possa vagliare la condotta e le analisi svolte dagli investigatori. Purtroppo nei team non esiste alcun codice di condotta generale né alcuna guida alle giuste pratiche nella ricerca. L’etica è diventata, come abbiamo visto, argomento controverso nella stessa “comunità paranormale”. Mi sono imbattuto in un bellissimo articolo di Hayley Stevens in cui riporta una sorta di Etica del Ghost Hunter che merita di essere letta nel suo blog hayleyisaghost.co.uk. Nel suo articolo scrive che:
«Invece di spegnere le luci e cercare i fantasmi (così come fanno nei programmi televisivi che trattano i fantasmi), cerco invece di trovare le cause razionali per le cose strane che le persone vedono.
dal blog hayleyisaghost.co.uk.
È molto più interessante (e anche più produttivo!)»
La mancanza di corsi sull’uso corretto della strumentazione
Le due organizzazioni, ASSAP e SPR, hanno convenuto che gli strumenti utilizzati nell’investigazione paranormale di oggi siano più un ostacolo che un aiuto alla ricerca e che siano più un’attrazione di un pubblico che si fida vedendo usare strumenti di base scientifica, ma ignaro dell’errata applicazione, in quanto mancante di basi e conoscenze scientifiche e, quindi, per quanto esistano migliaia di risultati, non sono utili alla ricerca stessa, ma più a diffondere la popolarità di tale moda.
Sempre secondo queste società, oggi sono rari gli investigatori che svolgono corsi accademici o che collaborano con gruppi appartenenti alla comunità scientifica. Parrebbe quindi che il fine ultimo non sia la prova certa inconfutabile dell’esistenza del paranormale, così come lo era stato per alcuni ricercatori del passato, bensì il registrare più dati possibili per sostenere la propria ricerca come valida o, peggio, semplicemente per riempire un ego attraverso consensi dei propri followers.

Inoltre, sono contrari a operare in questo modo perché la base deve essere scientifica, altrimenti non ha validità, quindi iniziando a raccogliere le prove in modo neutro (senza condizionamenti) e, dopo attente analisi non lasciate al caso, stipulare varie teorie che devono essere sostenute scientificamente.
Forse il concetto che l’ASSAP vuole esprimere è che se si opera con strumenti scientifici su un piano fisico terrestre, in primis devono vigere le regole e le teorie scientifiche conosciute, altrimenti si sta affermando ipotesi di fantasia.
Anche John Fraser, un attuale membro attivo del consiglio della Society for Psychical Research, ha affermato che le attuali associazioni di team investigativi sul paranormale, non dovrebbero rispondere alle chiamate di persone credenti che affermano di avere fenomeni in casa e poi, spesso puntualmente confermate da anomalie non verificabili tecnicamente da esperti in materia scientifica.
Conclusioni
Ecco, forse è davvero arrivato il momento di staccarsi dall’emulazione televisiva e tornare a guardare al passato, ma con strumenti nuovi e una mentalità più aperta. Penso, ad esempio, a quegli studi serissimi sull’elettromagnetismo e il cervello umano, che hanno messo in luce interessanti correlazioni tra certi impulsi e esperienze psichiche soggettive. Non stiamo parlando di fantasie, ma di dati, di tentativi concreti per trovare una spiegazione razionale prima di azzardare ipotesi alternative. Il problema? È che, nel ghost hunting moderno, queste buone intenzioni rimangono quasi sempre sulla carta.
Molti team parlano di metodo scientifico, ma poi si affidano più alla sceneggiatura che alla strumentazione. E le poche relazioni tecniche che circolano… beh, spesso non sono sostenibili perché mancano di dati verificabili, ripetibili, concreti. In pratica, si dà per dimostrato ciò che, in realtà, non è nemmeno stato davvero osservato.

Il ghost hunting di oggi è figlio del mito, e in fondo va bene così se lo consideriamo intrattenimento. Ma chi, come me, si interessa davvero alla storia e all’antropologia del paranormale, sa che dietro ogni leggenda si nasconde un’eco più antica, spesso deformata ma mai completamente inventata. E proprio lì sta il fascino: scavare non per credere, ma per capire. La ricerca – quella vera – non si fa per compiacere chi spera nei fantasmi, ma per esplorare in modo neutrale quell’enigma enorme e irrisolto che ci accompagna da sempre: cosa c’è oltre la morte?
E voglio concludere con una citazione che, secondo me, dovrebbe essere impressa su ogni taccuino, telecamera o registratore usato durante un’indagine paranormale. È di Ray Hyman, psicologo e scettico intelligente:
«Non cercare di spiegare qualcosa
dello psicologo americano Ray Hyman
finché non sei sicuro che sia successo!»