Ectoplasma

Ectoplasma: la sostanza degli spiriti

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I Test su Helen Duncan

Già nel 1931 la London Spiritualist Alliance (LSA) prese sotto esame la medium scozzese Helen Duncan e, dopo aver analizzato il presunto ectoplasma, si rivelò come della garza mescolata a cellulosa (carta igienica) bagnata nell’albume bianco dell’uovo. La Duncan ingoiava e rigurgitava i suoi “ectoplasmi” e quindi la LSA convinse la medium a ingoiare prima di una delle sue sedute, una compressa di blu di metilene, un composto organico della classe degli eterociclici aromatici, per poter escludere qualsiasi trucco. Infatti, durante quella seduta non si manifestò alcun ectoplasma. In un’altra occasione un frammento di ectoplasma della Duncan fu consegnato a Price, all’epoca direttore presso il National Laboratory of Psychical Research. Le analisi rivelarono che era un mix di sostanze chimiche e albume d’uovo. Price pagava cinquanta sterline la Duncan per sottoporsi ai vari test.

La medium Helen Duncan mentre manifesta dell'ectoplasma con un'immagine spiritica impressa (fonte: Bollettino I del National Laboratory of Psychical Research, Harry Price, 1931).
Le fotografie sono conservate al Ashmolean Museum di Oxford
Helen Duncan mentre manifesta l’ectoplasma (1931)

Quando Price decise di sottoporla a una radiografia, la medium cadde in trance (ovviamente era una farsa), per poi riprendere conoscenza poco dopo. Helen Duncan si rifiutò di sottoporsi alla radiografia nonostante suo marito la tranquillizzasse sulla semplicità del test completamente indolore. Dopo aver dato un ceffone al marito, cercò di rifilarne uno allo psichiatra presente William Brown (1881-1952), membro del Royal College of Physicians, ma senza alcun esito. Stiamo parlando di una donna di centoventi chili, accanita fumatrice, madre di nove figli e dal fare molto rozzo. La medium era solita svenire e cascare dalla sedia durante le trance nelle sue sedute spiritiche, uscire nuda solo avvolta da un velo “ectoplasmatico” dai gabinetti medianici e recitare frasi da pessima attrice teatrale. Eppure era diventata lo spettacolo più bollente per spiritisti voyeuristici.

La medium uscì dal laboratorio inscenando un attacco d’isteria per strada, aggrappandosi alle inferriate delle case circostanti, urlando come una disperata e strappandosi la vestaglia indossata per la seduta. Dopo l’intervento della polizia, i due ricercatori, i medici e gli assistenti, cercarono di spiegare la situazione alle forze dell’ordine evitando di chiamare un’ambulanza. Dopo tutta questa sceneggiata, Helen Duncan decise di tornare al laboratorio, convinta anche dal marito che cercò in tutti i modi di tranquillizzarla, e finalmente accettò di sottoporsi alla radiografia. La medium però si rifiutò di collaborare, come il non voler estrarre nulla dalle tasche, di non essere perquisita e il non voler rispondere ad alcune domande.

Qualsiasi cosa potesse avere con sé, sicuramente era stata passata al marito o fatta sparire durante la messinscena in strada. In una seconda seduta concessa dalla medium, la stessa rigurgitò dell’ectoplasma che fu consegnato ai dodici ricercatori presenti che riuscirono a prenderne un pezzo, mentre il resto fu inghiottito dalla Duncan: era della carta cellulosa. Spesso la Duncan era aiutata dal marito, che ammise i rigurgiti di materiali ingoiati prima delle sedute spiritiche, oppure dalla sua cameriera, Mary McGinlay, che confessò a Price molti trucchi nei dettagli.

Il processo alla medium (e all’ultima strega?)

Helen Duncan è nota per essere stata una delle ultime persone processate ai sensi del Witchcraft Act del 1735, una legge approvata dal Parlamento del Regno di Gran Bretagna che accusava di crimine chi affermasse di avere poteri magici o di praticare la stregoneria. Questa legge era contenuta nel Fraudulent Mediums Act del 1951 promosso da Walter Monslow (1895-1966), membro laburista del Parlamento britannico. Nonostante una notissima enciclopedia in rete riporti che la Duncan sia stata l’ultima strega processata, va detto che in realtà l’ultima persona a essere processata e condannata dal Witchcraft Act, fu la medium inglese Jane Rebecca Yorke (1872-1953) nell’ottobre del 1944, accusata di frode e di spaventare il suo pubblico. Quando fu condannata, aveva circa settant’anni e a causa della sua età ricevette solo una sentenza relativamente mite e fu multata.

Il 25 novembre 1941, la nave da guerra HMS Barham, era sulle tracce di un convoglio di rifornimenti italiani che sarebbero dovuti essere destinati ai militari impegnati durante la guerra sul fronte libico. La Barham fu però intercettata dal sottomarino tedesco U-331 e quindi silurata. HMS sta per Her Majesty’s Ship, ovvero, Nave di Sua Maestà. Affondò con tutti suoi 861 uomini a bordo. A Portsmouth, i genitori di un marinaio che era a bordo della nave, preoccupati dalla mancanza di notizie da parte del giovane, ne sospettarono la morte e quindi si rivolsero alla Duncan, perché si vociferava che si erano rivolti a lei anche personaggi illustri come re Giorgio VI e il primo ministro Winston Churchill. Durante la seduta, la medium entrò nello stato di trance così da permettere allo spirito del giovane marinaio, di manifestarsi e comunicare notizie di quanto era successo.

La Royal Navy, la HMS Braham, 1914 (fonte U.S. Naval Historical Center)
La Royal Navy, la HMS Braham, 1914

La medium, quindi, cominciò a essere tenuta d’occhio dai servizi segreti inglesi e dalla Royal Navy. Probabilmente volevano capire come la medium riuscisse a procurarsi simili informazioni.
Durante la guerra quest’affermazione preventiva risuonava come una falla nel sistema di sicurezza nazionale. Fu arrestata il 19 gennaio 1944 durante una sua seduta spiritica interrotta da un raid della polizia e fu portata al commissariato assieme a tre complici del suo pubblico. Inizialmente per trattenerla in prigione si invocò il Vagrancy Act del 1824, che tuttavia condannava chi praticava la chiromanzia e la negromanzia al solo pagamento di una multa; si decise allora di incriminarla sulla base del Witchcraft Act e cioè della Legge sulla Stregoneria approvata dal parlamento britannico nel 1735, che era stata impugnata per l’ultima volta un secolo prima.

Un’ennesima sciocchezza che ho letto in alcuni blog è che la detenzione della Duncan era dovuta al timore delle autorità che la medium rivelasse dettagli sugli imminenti sbarchi del D-Day e, data la rivelazione sulla nave da guerra HMS Barham che le costò l’arresto, anche dalla paura che la medium fosse considerata potenziale pericolosa e quindi le sue dichiarazioni molto rischiose. Ovviamente chi scrive questo nonostante gli atti pubblicati e le relazioni sulle frodi, sostiene uno spiritismo fraudolento che, mistero affascinante a parte, non giova di certo allo spiritismo stesso. Comunque, il primo ministro Winston Churchill (1874- 1965) scrisse al suo segretario di bollare queste affermazioni della stampa propagandistica come “l’obsoleta stupidaggine” poiché poi si seppe dai testimoni che il racconto non era così dettagliato ma a grandi linee solo simile a fatti immaginabili. Dopotutto si era in piena Seconda Guerra Mondiale.

Helen Duncan - (fonte: Bollettino I del National Laboratory of Psychical Research, Harry Price, 1931)
Helen Duncan nel 1931

Helen Duncan fu rinviata in custodia dai magistrati di Portsmouth, in Inghilterra. La prima accusa ai sensi della sezione 4 del Vagrancy Act (1824), riguardò le sue pratiche di chiromanzia, astrologia e spiritualismo, perseguite dai magistrati di quel periodo. Fu però l’accusa più insignificante perché ha comportato solo un’ammenda, una multa. Fu processata al Central Criminal Court, conosciuto meglio come Old Bailey, un edificio nel centro di Londra che ospita la Corte della Corona e il Tribunale Penale Centrale di Londra.
La medium e le tre persone coinvolte, sono state accusate di fingere “di esercitare o usare la convinzione umana che attraverso la medianità di Helen Duncan, gli spiriti di persone decedute sarebbero apparsi ai presenti”. Inoltre Helen Duncan fu accusata anche di reati ai sensi del Larceny Act del 1916 per aver prelevato denaro “fingendo falsamente di essere in grado di provocare le apparizioni degli spiriti dei defunti”.

Ovviamente la difesa promise che la Duncan avrebbe sicuramente dimostrato le sue reali facoltà, in altre parole conducendo una seduta spiritica in tribunale. La proposta fu naturalmente rifiutata dai magistrati perché c’erano fin troppe prove e testimoni contro l’imputata. Fu resa colpevole per aver violato la sezione 4 del Witchcraft Act, che comportò una pena detentiva di nove mesi nella prigione di Holloway, a Londra. Alla fine del processo, dopo essere stata resa nota la condanna, la Duncan urlò di non aver fatto nulla di male, chiedendo se esistesse un dio, perché si sentì accusata ingiustamente. Il Witchcraft Act fu abrogato nel 1951 e sostituita con la legge sui falsi medium a seguito di una campagna dello spiritista e membro del parlamento Thomas Brooks (1608-1680).

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