Ballechin House

I fantasmi di Ballechin House

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La storia di Ballechin House

Ballechin House era una tenuta georgiana vicino a Grandtully, nel Pertshire, in Scozia. Costruita nel 1806, divenne di proprietà della famiglia Steuart dal XV secolo. Questa casa, che si trova nel bosco di Ballechin, è nota per una popolare storia di fantasmi.

Nel 1834 il maggiore Robert Steuart (1806-1876) ereditò la casa e la affittò ad inquilini mentre prestava servizio nell’esercito della Compagnia delle Indie Orientali. Durante la sua permanenza in India, Steuart arrivò a credere nella reincarnazione e nella trasmigrazione. In quel periodo Ballechin House fu affittata da alcuni nobili.

Ballechin House (foto scattata nel giugno 1964)
Ballechin House (foto scattata nel giugno 1964)

Quando tornò in Scozia nel 1850, visse in un cottage per diversi anni, finché Ballechin House non fu libera dai suoi inquilini. Il Maggiore, come veniva chiamato, zoppicava notevolmente ed era conosciuto come un personaggio locale ed eccentrico. Decise di prendere con sé dei cani, che in breve tempo divennero ben quattordici cocker spaniel. Steuart era talmente amante dei cani che una volta disse che quando fosse morto sarebbe tornato reincarnato in un cane.

Il maggiore Steuart non era sposato, Il maggiore non era sposato e per 26 anni visse da solo a Ballechin House, fatta eccezione per la compagnia della sua giovane governante, Sarah, che morì improvvisamente e misteriosamente all’età di ventisette anni nel 1873 e il suo corpo fu trovato nella camera da letto principale. Questo alimentò pettegolezzi sulla loro possibile relazione.

L’unica famiglia del Maggiore era composta da due fratelli e sei sorelle, una delle quali la quale, Isabella, divenne suora. In un testamento redatto nel 1853, il Maggiore lasciò la casa ai cinque figli di sua sorella sposata, Mary.

Il figlio maggiore della sorella morì senza eredi e Steuart in seguito escluse i tre figli più piccoli in un codicillo del testamento. Quando il Maggiore morì nel 1876, fu sepolto accanto alla giovane Sarah. La tenuta fu ereditata dal secondo figlio di Mary, John Skinner, che era sposato e aveva diversi figli. La famiglia detestava l’idea che il Maggiore potesse tornare in vita reincarnato in uno dei suoi quattordici cocker e così John ordinò che venissero fucilati tutti.

Le infestazioni a Ballechin House

Da qui nasce la leggenda secondo cui Robert Steuart fu costretto a infestare la casa come uno spirito disincarnato. Il primo fenomeno di infestazione fu segnalato nella casa nel 1876 da una domestica della casa. Si sentiva l’odore del pelo di cane bagnato, si udivano colpi e suoni come esplosioni, oppure il vociare di persone che litigavano. Un giorno, la moglie di John Skinner (che cambiò il suo cognome in Steuart) era nello studio del maggiore quando sentì un odore opprimente di cani. A volte sentiva che qualcuno la spingesse. Questi e altri eventi erano così spaventosi che servi e governanti non volevano saperne di restare in casa.

Una delle camere che sembrava fosse la più infestata di Ballechin House, era la camera da letto principale. Qualche domestico disse di aver sentito i passi zoppicanti del Maggiore. Sebbene la famiglia di Skinner riuscì a vivere nella tenuta per poco più di vent’anni, John fu costretto a costruire una nuova ala a Ballechin House nel 1883, per far vivere i suoi figli fuori dall’area infestata. Mentre il cottage, dove aveva vissuto il Maggiore, fu ceduto come ritiro delle suore, anche dietro la spinta della sorella Isabella che divenne suora (come scritto qualche paragrafo prima) col nome di Suor Frances Helen. La monaca morì in un convento il 23 febbraio 1880 e, secondo il fratello, dopo la sua morte sarebbe diventata una frequentatrice abituale della casa.

Planimetrie di Ballechin House
Le planimetrie di Ballechin House

Una mattina del 1895, John stava parlando al telefono con un suo assistente prima di partire con destinazione Londra per affari di famiglia. La loro conversazione fu interrotta da tre colpi forti e violenti. Più tardi quel giorno, John fu investito a morte da uno dei primi veicoli urbani della storia in una trafficata strada di Londra. Coloro che credevano nei fantasmi interpretavano i colpi come un avvertimento di sventura. A questo punto, Ballechin House si era guadagnata la reputazione di una casa infestata, poiché nella comunità circolavano storie spaventose raccontate da ex ospiti.

Nel 1892, padre Hayden, un prete gesuita, pernottò a Ballechin House in due stanze diverse dopo aver sentito forti rumori costituiti da suoni animali, colpi e grida. L’anno successivo, il gesuita incontrò una donna che era stata governante nella casa per una dozzina d’anni, ma che se n’era andata a causa degli strani rumori uditi nelle stesse due stanze. Nel 1896 una famiglia affittò la casa per un anno, ma se ne andò dopo sole undici settimane. I membri della famiglia riferirono di essere stati terrorizzati da attività di poltergeist che includevano il suono di sonagli, colpi inspiegabili, passi, coperte strappate dai letti da mani invisibili, fruscii, gemiti, respiro pesante, abbassamento della temperatura e persino due apparizioni, una strana nebbia e quella di uomo.

Le indagini sui fenomeni

John Crichton-Stuart
John Crichton-Stuart

John Crichton-Stuart (1847-1900), terzo marchese di Bute, alias Lord Bute, era un appassionato di fantasmi, quello che oggi definiremmo ghost hunter e affittò Ballechin House per tre mesi. Assieme a lui indagarono il colonnello Lemesurier Taylor e la medium Ada Goodrich-Freer (1857-1931), più conosciuta come Miss X, il nome usato spesso per le sue pubblicazioni. Ma una persona ospite durante le indagini, scrisse un forte articolo sul quotidiano britannico The Times e la Goodrich-Freer venne indagata dalla Society for Psychical Research (SPR) e, sotto forte sospetto di frode, fu rinnegata dalla società.

Quello che segue è una ricostruzione dei fatti attraverso vari articoli di giornale che potete visualizzare scorrendoli. Tutti gli articoli possono essere visionati nella galleria seguente.

Le polemiche scaturite dall’indagine

Lettera da un corrispondente al The Times

L’articolo che infiammò la polemica, scritto da qualcuno identificato solo come “un corrispondente”, descrisse le indagini del colonnello Taylor e della medium Goodrich-Freer, come «superficiali e assurde» per la loro breve durata. A ragion del vero, anche lo stesso corrispondente si trattenne a Ballechin House solo un paio di giorni. Sebbene Lord Bute sia stato intelligente nell’estendere questa indagine «per un periodo considerevole», suggerisce il corrispondente, ha commesso un errore nell’assegnare a Goodrich-Freer la supervisione delle indagini. Perché è stato un errore? Ebbene, «semplicemente perché è una signora, e poiché aveva i suoi doveri di ospite di cui occuparsi, non è idonea a svolgere il lavoro vero e proprio di investigazione dei fenomeni in questione», così scrisse il corrispondente.

Un frammento del lungo articolo del corrispondente anonimo - 8 giugno 1897
Un frammento del lungo articolo del corrispondente anonimo – The Times, 8 giugno 1897

Il corrispondente prosegue l’articolo attribuendo le manifestazioni di Ballechin House (la maggior parte delle quali erano solo udibili), a rumore di tubature, squittii di ratti, rumori provenienti dalle stanze adiacenti e forse anche l’opera di un burlone anch’egli ospite durante le indagini. Superstizione e fattori simili spiegano le segnalazioni di fenomeni visivi. L’articolo si conclude con un feroce attacco alla Society for Psychical Research, accusata di utilizzare metodi «estremamente ripugnanti. Ciò che chiama prova è un pettegolezzo non vagliato, sempre sconsiderato e spesso maligno; quella che chiama indagine susciterebbe disprezzo nella stessa Bedlam…». Per Bedlam intendeva il Bethlem Royal Hospital, dove dalla metà dei Seicento fino ai primi del Novecento, le condizioni in cui vivevano i malati divennero un’attrazione di pessimo gusto; i molti londinesi di quell’epoca trovava divertente assistere agli accessi dei malati internati, tanto che si pagava persino il biglietto per vedere lo “spettacolo”. Probabilmente non sapremo mai perché la caccia ai fantasmi a Ballechin House abbia provocato una tale invettiva.

Lettera di risposta della medium Ava Goodrich-Freer al The Times

Nei giorni successivi arrivò un’ondata di lettere al redattore in risposta all’articolo. Una delle prime era della medium Ava Goodrich-Freer, che si identificava come la padrona di casa, ma firmandosi col suo pseudonimo (Miss X). Nella lettera la medium difende il merito dell’indagine e rimprovera lo scrittore (il corrispondente) di aver esposto il nome della casa, Ballechin House. (C’è una nota dell’editore alla fine che dice che al corrispondente non è stato detto di mantenere le cose riservate).

Lettera di Ada Goodrich-Freer (Miss X) su The Times - 9 giugno 1897
Ada Goodrich-Freer (Miss X) e parte della sua lettera pubblicata su The Times – 9 giugno 1897

Pochi giorni dopo, un’altra lettera di un altro visitatore si apre negando che agli ospiti fosse stato chiesto di mantenere segreto sul nome della casa. Alla fine, lo scrittore attribuisce i fenomeni alla falsità e all’allucinazione, e tutto ciò che rimane ne è il risultato: «terremoti (Ballechin è a sole venti miglia da Comrie, il principale centro di disturbi sismici in Scozia), dal cigolio e dal riverbero di una vecchia casa dalla costruzione un po’ curiosa, o da qualche altra semplice causa naturale.»

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