666, Il numero del Diavolo

666, Il Numero del Diavolo? Esaminiamo le Teorie

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Introduzione al numero 666

«Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: è infatti un numero di uomo, e il suo numero è 666»

— Apocalisse 13:18 Nuovo Testamento – Bibbia CEI 2008

Il versetto Apocalisse 13:18 suscita un dibattito accanito all’interno del Libro dell’Apocalisse, poiché presenta un’enigmatica profezia riguardante il numero 666, noto come “il numero della bestia” (greco: Ἀριθμὸς τοῦ θηρίου). La sua interpretazione ha alimentato numerose teorie e discussioni.

Il numero 666

Un approccio interpretativo ampiamente diffuso si basa sulla gematria, una pratica comune nell’antichità in cui le lettere dell’alfabeto venivano utilizzate per rappresentare numeri. Questo concetto è affascinante, poiché il nostro moderno sistema numerico deriva da successivi sviluppi matematici degli studiosi arabi. Quindi, in questo contesto, ogni lettera assume un valore numerico specifico.

Tuttavia, la comprensione del significato del numero 666 e della sua connessione con “un uomo” rimane aperta a varie interpretazioni. Alcuni ritengono che ciò potrebbe riferirsi a una figura storica o contemporanea, mentre altri vedono in esso un simbolo più ampio del male o del potere corrotto. Ma in questo articolo cercherò di affrontare ogni possibile interpretazione e vi parlerò anche di un altro numero, il 616, identificato come il reale “numero della bestia”.

Il libro dell’Apocalisse (Rivelazione)

Il Libro dell’Apocalisse (o Apocalisse di Giovanni), è un testo biblico di straordinaria importanza, poiché offre uno sguardo profetico sulle visioni apocalittiche vissute dall’apostolo Giovanni durante il suo esilio sull’isola di Patmos, situata nel Mar Egeo. Questo libro, che costituisce l’ultimo capitolo del Nuovo Testamento, è carico di simbolismo e profezie che hanno affascinato e stimolato la riflessione di generazioni di studiosi e credenti.

Una rappresentazione delle Bestia descritta in Apocalisse

Una delle visioni più intriganti e misteriose descritte in Apocalisse riguarda l’apparizione di una bestia che emerge dal mare. Questa bestia, con le sue sette teste, dieci corna e dieci corone, è un simbolo di potere e autorità sovrumane. Tuttavia, le teste portano il nome di blasfemia, suggerendo una natura ostile e sacrilega. La visione si fa ancora più complessa quando si rivela che una delle teste aveva subito una ferita mortale ma era stata miracolosamente guarita, evocando una sorta di resurrezione.

L’elemento più enigmatico di questa visione è la dichiarazione che risuona: «Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: è infatti un numero di uomo, e il suo numero è 666». Questa affermazione misteriosa ha generato un’enorme quantità di interpretazioni e dibattiti teologici nel corso dei secoli. Il numero della bestia, noto come numero della bestia di Apocalisse, è rappresentato dal simbolo 666. La sua connessione con il numero di un uomo indica un profondo mistero, lasciando spazio a varie interpretazioni riguardo al significato di questo numero e alla sua implicazione nell’identificazione di figure o eventi specifici.

L’Apocalisse di Giovanni rimane uno dei testi più affascinanti e complessi della Bibbia, e queste visioni apocalittiche offrono uno spunto per la riflessione e lo studio profondo sulla natura del bene e del male, la soprannaturale lotta tra le forze divine e demoniache e la profezia riguardo al futuro dell’umanità. Le diverse interpretazioni di questi simboli e visioni servono a perpetuare la sfida intellettuale e spirituale che l’Apocalisse continua a rappresentare per le menti curiose e devote.

Visione di Giovanni a Patmos - Xilografia di Julius Schnorr von Carolsfeld, 1860
Visione di Giovanni a Patmos (J. Schnorr von Carolsfeld, 1860)

Tuttavia, la questione dell’autore della Apocalisse è oggetto di dibattito tra gli studiosi biblici e gli storici. Alcuni sostengono che l’autore potrebbe essere un altro Giovanni o un altro individuo con lo stesso nome, diverso dall’apostolo Giovanni. Le ragioni di questo dibattito riguardano principalmente lo stile e il linguaggio del testo, che differiscono da quello dei Vangeli attribuiti a Giovanni. Inoltre, l’Apocalisse è stata scritta in un genere letterario diverso rispetto ai Vangeli.

Nonostante ciò, la tradizione cristiana ha generalmente accettato l’attribuzione dell’Apocalisse a Giovanni, l’apostolo, e quindi è considerato come un libro canonico nella maggior parte delle denominazioni cristiane. Ma è importante capire chi fosse l’autore per comprendere a cosa o a chi si riferisse il numero 666.

Un angelo avverte Giovanni

Secondo l’Apocalisse, il numero 666 verrebbe segnato sulla fronte o sulla mano destra dei fedeli. Un angelo dice a Giovanni:

9E un altro angelo, il terzo, li seguì dicendo a gran voce: “Chiunque adora la bestia e la sua statua, e ne riceve il marchio sulla fronte o sulla mano, 10anch’egli berrà il vino dell’ira di Dio, che è versato puro nella coppa della sua ira, e sarà torturato con fuoco e zolfo al cospetto degli angeli santi e dell’Agnello. 11Il fumo del loro tormento salirà per i secoli dei secoli, e non avranno riposo né giorno né notte quanti adorano la bestia e la sua statua e chiunque riceve il marchio del suo nome”. 

Apocalisse 14:9-11 (CEI 2008)
Il numero della Bestia, William Blake, 1805
Il numero della Bestia, William Blake, 1805

Il numero 666 ha attraversato molte epoche della storia e spesso è stato associato a figure considerate avverse o nemici. Nel corso dei secoli, si sono verificati vari tentativi di manipolare i nomi per ottenere un valore numerico di 666, contribuendo così a creare una sorta di simbolismo intorno a questo numero.

Nell’Apocalisse, si fa riferimento a imperatori romani che avevano pretese di divinità, e un esempio notevole è Nerone Cesare, che affronterò nei prossimi paragrafi, la cui somma delle lettere nel suo nome arriva a 666. Gli gnostici, considerati avversari dalla Chiesa, sono stati anch’essi collegati al numero 666, con il concetto dell’Ogdoad come la Rappresentazione del Numero della Bestia.

In generale, il numero 666 rappresenta un simbolo ricco di significati e interpretazioni che attraversano diversi periodi storici e contesti, spesso utilizzato per esprimere disapprovazione o avversione nei confronti di figure o istituzioni.

I numeri in greco

La sfida di identificare chiaramente il significato di 666 in relazione a un nome storico antico rimane un enigma avvolto nella nebbia della storia e della tradizione. Numerosi tentativi sono stati fatti nel corso dei secoli per associare questo numero a figure storiche, cercando di adattare l’ortografia o incorporare titoli al fine di giungere a una conclusione definitiva. Tuttavia, nonostante tali sforzi, non è emersa alcuna identificazione definitiva.

Il Libro dell’Apocalisse è stato composto originariamente in greco, la lingua predominante nel mondo cristiano durante il I e il II secolo d.C. È importante notare che il greco antico non disponeva dei numeri che utilizziamo oggi, noti come numeri arabi (0, 1, 2, 3, 4 e così via), che sarebbero diventati parte integrante dei sistemi numerici diversi secoli più tardi. Nel greco antico (così come nell’ebraico), ogni lettera dell’alfabeto aveva un valore numerico specifico. Per esempio, la lettera α (alfa) rappresentava il numero 1, β (beta) il numero 2, π (pi) corrispondeva a 80, e φ (psi) indicava il valore 700.

Distruzione descritta nell'Apocalisse 6:12
Distruzione descritta nell’Apocalisse 6:12

Già con il numero seicentosessantasei troviamo qualche problema linguistico. Il numero 666, ovvero χξϛ, non è rappresentabile dalla ripetizione di 6 o ϛ, tre volte. Mi spiego meglio.
Se 6 in greco è ϛ, seicentosessantasei non è ϛϛϛ. Il papiro 115 (che è il più antico manoscritto conservato dell’Apocalisse (a partire dal 2017), così altre fonti antiche come il Codice di Efrem (o Codex Ephraemi Rescriptus), un manoscritto su pergamena del V secolo della Bibbia in greco onciale (cioè in maiuscolo), danno il numero della bestia come χιϛ (666) o χιc (616). Le edizioni critiche del testo greco, come il Novum Testamentum Graece, danno 616 come variante. Ma di questo numero lo tratterò in un paragrafo successivo.

I lettori cristiani di lingua greca, affrontando il testo dell’Apocalisse, avrebbero avuto familiarità con questa pratica di assegnare valori numerici alle lettere. Sarebbero stati altresì capaci di invertire il processo, trasformando i numeri in lettere grazie a un’usanza nota come isosefia. Questa abilità linguistica ha aperto la porta a una vasta gamma di interpretazioni e speculazioni riguardo al significato del numero 666, poiché i lettori dell’epoca erano abili nel riconoscere correlazioni nascoste e simbolismi all’interno del testo.

Prima di addentrarci nelle varie interpretazioni del numero 666, bisogna capire come ci si è arrivati.

Come già accennato, nell’isosefia greca e nella gematria ebraica, ogni lettera ha un valore numerico corrispondente. La somma di questi numeri dà un valore numerico a una parola o un nome. L’uso dell’isosefia per calcolare il numero della besti” è usato in molte delle interpretazioni seguenti. l’isosefia, è una pratica con radici nel mondo greco, letteralmente significa “uguale in valore numerico”.

Era una forma popolare di gioco con le parole nel I secolo, che coinvolgeva la somma dei valori numerici di una parola o frase, al fine di scoprire un’altra parola o frase che produceva lo stesso risultato numerico. Le parole che condividevano lo stesso valore numerico avevano una connessione speciale, spesso utilizzata per creare giochi di parole o rivelare messaggi nascosti.

L’isosefia greca

Per capire come si è giunti alle varie interpretazioni del numero biblico 666, bisogna comprendere le varie tecniche utilizzate. Come già accennato, una di queste è l’isosefia greca, un sistema numerico nel quale le lettere dell’alfabeto greco vengono utilizzate per rappresentare valori numerici. Funziona assegnando un valore numerico a ciascuna lettera dell’alfabeto greco in modo che le parole possano essere sommate in base ai valori delle lettere che le compongono. Questo sistema numerico può essere utilizzato per calcolare il valore numerico di una parola o di una frase.

Le assegnazioni di valori numerici alle lettere possono variare leggermente tra le diverse varianti dell’isosefia greca, ma una delle assegnazioni più comuni è la seguente:

  • Alpha (Α) = 1
  • Beta (Β) = 2
  • Gamma (Γ) = 3
  • Delta (Δ) = 4
  • Epsilon (Ε) = 5
  • Zeta (Ζ) = 7
  • Eta (Η) = 8
  • Theta (Θ) = 9
  • Iota (Ι) = 10
  • Kappa (Κ) = 20
  • Lambda (Λ) = 30
  • Mu (Μ) = 40
  • Nu (Ν) = 50
  • Xi (Ξ) = 60
  • Omicron (Ο) = 70
  • Pi (Π) = 80
  • Qoppa (Ϙ) = 90
  • Rho (Ρ) = 100
  • Sigma (Σ) = 200
  • Tau (Τ) = 300
  • Upsilon (Υ) = 400
  • Phi (Φ) = 500
  • Chi (Χ) = 600
  • Psi (Ψ) = 700
  • Omega (Ω) = 800
  • Sampi (ϡ) = 900

Con l’isosefia greca, è possibile calcolare il valore numerico di una parola o di una frase sommando i valori delle lettere che la compongono. Questo sistema è stato utilizzato nell’antica Grecia per scopi matematici e simbolici, comprese interpretazioni mistiche o religiose dei testi basate sulle somme dei valori numerici delle parole.

Un esempio noto di isosefia risale allo storico romano Gaio Svetonio Tranquillo, noto semplicemente come Svetonio (69 circa-122): «Un calcolo nuovo: Nerone uccise sua madre». Si riferiva a Lucio Domizio Enobarbo (Lucius Domitius Aenobarbus, 49-25 a.C.), politico e generale dell’impero romano.

In questo caso, il nome dell’imperatore Nerone aveva un valore numerico di 1.005, che corrispondeva esattamente al valore numerico della frase «uccise sua madre». Per i Romani che sospettavano che l’imperatore Nerone avesse commesso l’atrocità di uccidere sua madre, questa isosefia rappresentava una sorta di prova. Ciò dimostra quanto l’isosefia fosse utilizzata per esprimere sospetti, satire o persino accuse velate in modo creativo.

Secondo Thomas A. Wayment, professore di lettere classiche alla Brigham Young University, persino gli archeologi hanno scoperto graffiti romani antichi che sostituivano i nomi con i valori numerici. Wayment afferma: «Ci sono graffiti a Smirne e Pompei che dicono: “Amo lei il cui numero è 1.308”. Questo era un fenomeno abbastanza comune, e si spera che coloro che l’hanno creato abbiano fatto i conti correttamente e siano riusciti a stabilire i collegamenti numerici con successo.»

In matematica la magia non sta nei numeri speciali, ma nella struttura dei sistemi numerici , nelle meravigliose relazioni che legano insieme i numeri. Ma nel Libro dell’Apocalisse, come spesso nella letteratura mistica, ad alcuni vengono attribuiti poteri speciali. Oltre al 666, ci sono altri numeri in quella fantastica visione dell’Apocalisse: 4 Cavalieri, 7 Trombe, 24 Anziani e così via… Ma il 666, che difficilmente ricorre altrove nella Bibbia, richiama particolarmente l’attenzione: «Qui sta la sapiena»“, «un numero di uomo», alludendo a qualche codice segreto: forse il numero identificativo nascosto del Diavolo?

Nel corso dei secoli le persone hanno cercato il temuto numero 666 e lo hanno trovato ovunque! Dal Papa alla cultura pop, dai numeri romani al Viagra. Sì, perché il Viagra ha un peso molecolare di 666.
Qualcuno ci ha anche giocato su, come Mel Gibson per il suo film La passione di Cristo (The Passion of the Christ) del 2004, quando i biglietti della premiere avevano numeri di serie che iniziavano con tre 6. Per quanto riguarda i numeri romani, somma I, V, X, ecc.: uno e cinque, dieci e cinquanta, cento e cinquecento: fai i conti.

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