Tavola Ouija

Tavola Ouija: tra falsi significati e autentici segreti da scoprire

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Premessa

Penso che tutti sappiate cosa sia e come venga utilizzata la tavola Ouija, ma non tutti forse conoscono quale sia la sua reale storia e quali leggende andrebbero sfatate perché senza alcun fondamento. Innanzitutto c’è da sapere che la tavola Ouija non fu né la prima né l’unica tavola costruita per un uso paranormale, ma semplicemente quella che alcuni uomini d’affari pensarono di mettere sul mercato nel momento giusto: durante l’eco che il movimento spiritista delle sorelle Fox aveva innescato e che si era evoluto nell’epoca Vittoriana oltre oceano in Europa.

Quali sono le vere origini della tavola Ouija

Falsi Storici

Che la tavola Ouija sia nata negli Stati Uniti verso la fine dell’Ottocento è oramai noto, ma non tutti, forse, sanno quali siano le sue reali origini. I primi tentativi di transcomunicazione strumentale e medianica si possono ritrovare in Cina, secoli prima della nascita di Confucio attorno al 550 a. C.. Si trattava di una forma di comunicazione spirituale cinese, chiamata Fu Chi, nome che cambia secondo le aree cinesi interessate, con la variante, quindi, di Fuluan, Fuji o Jiangbi; questo metodo non si serviva di una tavola, era più una sorta di scrittura automatica.

Pitagora - Tavola Ouija - Archaeus, studio e ricerca sul paranormale
Pitagora

Secondo l’occultista scozzese Lewis Spense (vero nome di James Lewis Thomas Chalmbers Spence, 1874-1955), una tavola era in uso ai tempi del filosofo Pitagora verso il 540 a.C.. Parrebbe, infatti, che l’antico filosofo greco tenesse frequenti sedute spiritiche durante alcuni incontri nella sua scuola (era più una setta mistica-religiosa) e che durante questi circoli venisse usata una “tavola mistica che si muoveva su ruote e si spostava verso segni”; le risposte della tavola venivano poi interpretate dall’allievo di Pitagora, Filolao, e lo riferiva ai presenti.

Purtroppo, quest’affermazione dell’occultista scozzese, contenuta nella sua Enciclopedia dell’Occultismo del 1920, è priva di alcun fondamento storico. Altra sua affermazione, falsa, è che la planchette, il puntatore utilizzato nella tavola Ouija, prenda il nome dallo spiritista francese M. Planchette (M.? E il nome? Mistero!).

Questa è un’affermazione che spesso circola in rete riferita da bontemponi che si credono esperti e conoscitori della storia dello spiritismo e che non hanno fatto alcuna seria ricerca nei documenti storici. Planchette in francese significa piccola tavola e non c’è nessun riferimento storico a una persona spiritista francese con lo stesso nome. Non basta leggere un antico tomo sull’occultismo o libri sul paranormale per credere di sapere fatti reali: bisognerebbe, innanzitutto, informarsi sui relativi autori delle opere e capire cosa si dica sul loro conto.

A prescindere che la tavola Ouija funzioni davvero per mettersi in contatto gli spiriti, ci sono fatti che dovrebbero essere rivelati dagli stessi sostenitori dello spiritismo, ma che raramente accade perché “l’esperto” è solo chi decanta studi decennali, che non metto in dubbio, ma che bisognerebbe capire cosa abbia realmente letto e studiato. Sono convinto che per avere un panorama di una fenomenologia non basta scendere in campo armati di soli strumenti, ma occorra una conoscenza di cosa si sia studiato in passato e quali di questi strumenti o approcci, siano stati accantonati. A prescindere dal mio personale pensiero, il mondo antico possedeva e conosceva indubbiamente tecniche di divinazione, ma non ci sono prove che la tavola Ouija avesse avuto dei precedenti prima del XIX secolo.

Le tavole non sono nate per uso spiritico

Lo Psicografo e altre tavole prima della tavola Ouija

Il quadrante spirituale telegrafico di Isaac T. Pease (fonte: Mysterious planchette) - Tavola Ouija - Archaeus, studio e ricerca sul paranormale
Il quadrante spirituale telegrafico di Isaac T. Pease (fonte: Mysterious planchette)

Prima che la produzione di tavole “parlanti” avesse il suo apice verso la fine dell’Ottocento, già nel 1853 qualcosa di simile era già nella mente di alcuni sperimentatori. Il primo di cui voglio parlarvi è Isaac T. Pease, considerato fra i primi inventori di strumenti per la comunicazione spirituale. Stando alle date storiche sembrerebbe proprio che abbia anticipato persino l’invenzione e il brevetto del professor Wagner che fu il perno da cui tutto poi si è mosso e sviluppato fino ad arrivare alla tavola Ouija.

Pease passò dal produrre lana all’occuparsi di casse in legno per orologi da muro, fino a quando l’ondata dello spiritismo non si diffuse in tutta l’America e i medium, che ancora adottavano il classico metodo delle sorelle Fox, in altre parole la comunicazione con i morti attraverso i colpi (raps), non lo ispirarono a tal punto da sfruttare la sua arte nei quadranti numerici degli orologi per fabbricarne di alfanumerici per il suo primo quadrante spirituale telegrafico.

Un facsimile dello psicografo di Wagner del 1854 (fonte: Mysterious planchette) - Tavola Ouija - Archaeus, studio e ricerca sul paranormale
Un facsimile dello psicografo di Wagner del 1854

Nello stesso periodo, un compositore e professore di musica, il tedesco Adolphus Theodore Wagner, iniziò a sperimentare il suo Psicografo, o come lo ha definito lui nel suo brevetto depositato a Londra, un “apparato per indicare i pensieri della persona da parte dell’Agenzia per l’elettricità nervosa”. Detto in parole povere “trasmettere i pensieri psichici sulla tavola”. Nel brevetto dello psicografo di Wagner e in tutte le tavole successive ispirate all’invenzione del professore tedesco, non veniva assolutamente menzionato l’occulto e la possibilità di comunicare con gli spiriti. L’intento era quello di ricevere messaggi creati dalla mente; nessun inventore e nessun brevetto di tavole alludeva alla possibilità di comunicare con il regno dei morti.

Allan Kardec ribalta il concetto di tavola parlante

Allan Kardec (fonte:  biblioteca digitale Gallica, immagine di Pubblico dominio) - Tavola Ouija - Archaeus, studio e ricerca sul paranormale
Allan Kardec

Le cose cambiarono sette anni più tardi, quando il movimento spiritista si diffuse in Europa. In quel periodo, un filosofo pedagogista conosciuto come Allan Kardec (pseudonimo di Hippolyte Léon Denizard Rivail), iniziò a far parlare di sé per via della sua opera letteraria Il Libro degli Spiriti (Le Livre des Esprits) del 1857. Il libro si struttura in oltre mille domande con altrettante risposte, una trascrizione di dialoghi, avvenuti secondo Kardec, fra lui e alcuni spiriti. Kardec era un forte credente cattolico e nel suo libro non è difficile cogliere le innumerevoli citazioni ai vangeli canonici della Bibbia. Kardec è considerato da molti il pioniere dello spiritismo francese.

Qualche anno più tardi, nel 1861, Kardec pubblica Il Libro dei Medium (Le livre des médiums), conosciuto anche come la Guida dei medium ed evocatori (Guide des médiums et des évocateurs). Questo sarà il testo che cambierà per sempre l’uso e l’intento delle tavole “parlanti”.
Il libro dello spiritista francese presenta una serie di fenomeni paranormali che la scienza ritiene di origine naturale o di fantasia, spiegati da Kardec attraverso teorie e metodi che decretano senza alcun dubbio, secondo l’autore, l’origine spiritica o medianica.

Ne Il Libro dei Medium, Kardec stravolge completamente la descrizione sull’uso della tavola “parlante”; quindi lo psicografo, costruito con l’intenzione di trasferire pensieri psichici sulla tavola, diventa per Kardec «Al fine di rendere le comunicazioni spirituali indipendenti dalla mente del medium, sono stati ideati vari strumenti. Uno di questi è una specie di quadrante…», etc.

Kardec sembra, quindi, contraddire completamente l’ultima riga del brevetto di Wagner (e la descrizione di altri brevetti di tavole ispirate allo piscografo): «Quando una persona possiede elettricità nervosa posizionando la sua mano su uno dei dischi, lo strumento funzionerà immediatamente e il tracciante scriverà sull’alfabeto ciò che passa nella mente dell’operatore».

Così la tavola parlante diventa spiritica e ben presto alcuni uomini d’affari coglieranno la palla al balzo per produrne una a tale scopo: la tavola Ouija.

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