Faust

Faust: il lato oscuro dell’opera tra realtà e fantasia

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Il Faust nella versione di Goethe

Il Faust di Johann Wolfgang von Goethe è considerata una delle più grandi creazioni della letteratura universale. Goethe vi dedicò gran parte della sua vita, dal 1774 al 1832, anno della sua morte, lasciando incompiute alcune scene che furono pubblicate postume. Il Faust si basa sulla leggenda di un sapiente tedesco del XVI secolo, che avrebbe stipulato un patto col diavolo per ottenere conoscenza e piacere illimitati.

Il Faust è anche una sorta di alter ego di Goethe, che esprime le sue vaste erudizioni e le sue inquietudini filosofiche e religiose. Il Prologo in cielo, che apre l’opera, è ispirato al poema epico Paradiso Perduto di John Milton (1608-1674), che Goethe ammirava. In questo prologo, Dio conversa con i tre arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele, che gli riferiscono le meraviglie della creazione. Poi appare Mefistofele, il diavolo, che si presenta come uno spiritoso e ironico critico della condizione umana. Dio gli fa notare Faust, “il mio servo”, come esempio di un uomo che cerca sempre di superare i propri limiti. Mefistofele scommette con Dio di poter corrompere Faust e ottiene il permesso di tentarlo.

Faust è un dottore che ha studiato tutte le scienze e le arti, ma si sente insoddisfatto e infelice. Ha un’alta concezione di sé e della sua missione, ma anche una parte oscura che lo spinge a cercare il potere e il piacere. Faust rappresenta il conflitto tra il bene e il male, che secondo Goethe è necessario per il progresso dell’umanità. Goethe credeva che nel male potessero celarsi le possibilità del bene, ma anche che nel bene potessero insinuarsi le tentazioni del male.

Nella prima parte dell’opera, Faust vive una profonda crisi esistenziale. Si rende conto che la conoscenza libresca non gli basta e vuole sperimentare la magia, ma neanche questa gli dà la risposta che cerca. Viene respinto dallo Spirito della Terra, una divinità inferiore che incarna la vita naturale. Faust si sente umiliato e frustrato, perché lui, «l’immagine della divinità», «più d’un cherubino», è stato “infranto” dallo Spirito della Terra. Faust decide di uccidersi, ma viene fermato dal suono delle campane e dal canto degli angeli che annunciano la Pasqua. Mefistofele, che simbolizza la brama di ricchezza e di sesso, fa la sua comparsa, accompagnato da spiriti che chiama “i miei ariosi Cherubini”. Inizia così la sua opera di seduzione su Faust, che gli cede la sua anima in cambio di soddisfare ogni suo desiderio.

Per opera di una strega, Faust riacquista la giovinezza e si lascia travolgere dalla passione, che causa la rovina di Gretchen (Greta), una ragazza innocente che lo ama. Faust assiste a un sabba di streghe. Assistendo alla morte di Gretchen, implora le potenze celesti di soccorrerla. Una voce celeste proclama che è salva, mentre Mefistofele sostiene che è dannata.

William Shakespeare
William Shakespeare

Alla partenza della seconda parte, sembra che siano passate vite intere. Faust si sveglia in un posto incantato con le Fate e Ariel (lo stesso spirito dell’aria della pièce di William Shakespeare, 1564-1616). Mefistofele lo porta poi in Grecia per vedere un imperatore, innamorarsi di Elena di Troia e divertirsi con gli dei, i satiri, i fauni e le ninfe. Il suo cammino senza fine verso la perdizione si oppone alle meraviglie della conoscenza e del piacere. Dopo la morte di Faust, angeli e demoni lo seppelliscono.

Nel quinto atto della seconda parte, gli angeli del cielo combattono con Mefistofele e i suoi diavoli per strappare l’anima di Faust e portarla via. Nell’epilogo, santi e sante e bambini beati celebrano il progetto di Dio, mentre le legioni angeliche contemplano l’ascesa dell’essenza immortale di Faust. Gretchen si aggiunge al coro delle donne pentite, e l’anima di Faust è ricevuta da una “Donna Eterna” simile a Sophia.

Altre versioni del Faust

Il mito di Faust, il sapiente che vende la sua anima al diavolo in cambio di conoscenza e piacere, ha ispirato numerosi autori di diverse epoche e culture, che ne hanno dato interpretazioni originali e significative. In questa ricerca, analizzerò tre opere letterarie che si basano sulla leggenda di Faust, confrontandole tra loro e con le fonti principali del mito, cioè il Faustbuch del XVI secolo, il dramma di Christopher Marlowe del XVII secolo e il poema di Johann Wolfgang von Goethe del XVIII-XIX secolo.

Le opere che prenderò in considerazione sono: il romanzo Doktor Faustus del 1947 di Paul Thomas Mann (1875-1955), il racconto Il diavolo e Daniel Webster del 1937 di Stephen Vincent Benét (1898-1943) e il musical The Devil and Daniel Mouse del 1978 di Nelvana, uno studio di animazione canadese, fondato nel 1971 e sito in Toronto. Queste opere traspongono la storia di Faust in contesti storici e sociali diversi, riflettendo le problematiche e i valori delle loro epoche. Inoltre, introducono elementi innovativi e originali, come la figura del compositore, del politico e del cantante, che sostituiscono quella del sapiente, e la presenza di personaggi femminili, che influenzano il destino dei protagonisti.

Il Faust di Thomas Mann

Thomas Mann
Thomas Mann

 Inizierò con il romanzo di Thomas Mann, Doktor Faustus, che è considerato una delle sue opere più importanti e complesse. In questo romanzo, Mann trasferisce la leggenda di Faust nel contesto della Germania del XX secolo, in particolare del periodo tra le due guerre mondiali. Il protagonista, Adrian Leverkühn, è un geniale compositore che, dopo aver contratto la sifilide in un bordello, decide di vendere la sua anima al diavolo per avere 24 anni di ispirazione e successo artistico. Il romanzo è narrato da un suo amico, Serenus Zeitblom, che testimonia la sua ascesa e la sua caduta, e che cerca di interpretare il significato della sua opera e della sua vita. Il romanzo di Mann si basa sul poema di Goethe, ma ne introduce delle varianti e delle novità. Per esempio:

  • Il personaggio di Mefistofele è presentato come un uomo misterioso che si fa chiamare Wendell Kretzschmar, e che appare a Leverkühn in diverse occasioni, offrendogli il patto e influenzando le sue scelte.
  • Il personaggio di Gretchen è sostituito da una serie di figure femminili che hanno un ruolo marginale nella vita di Leverkühn, e che spesso muoiono o impazziscono a causa della sua influenza. L’unica donna che lo ama veramente è la sua nipote Nepomuk, detta Echo, che si suicida dopo aver scoperto il suo segreto.
  • Il personaggio di Elena di Troia è rappresentato da una statua di marmo che Leverkühn acquista da un antiquario, e che simboleggia la sua aspirazione alla bellezza ideale e alla fusione tra arte e vita.
  • La musica ha un ruolo fondamentale nel romanzo, e Mann si avvale della collaborazione di Theodor W. Adorno (1903-1969), un famoso filosofo e musicologo, per descrivere le opere di Leverkühn, che anticipano le tendenze della musica moderna e atonale.
  • Il finale del romanzo è diverso da quello di Goethe: Leverkühn, dopo aver perso la ragione e aver confessato il suo patto, muore in solitudine, senza alcuna redenzione o salvezza. Il suo destino è legato a quello della Germania, che cade sotto il regime nazista e la guerra.

Queste sono alcune delle caratteristiche principali del romanzo di Mann, che lo rendono un’opera originale e profonda, che esplora i temi della genialità, della follia, della colpa, della responsabilità, della storia e della cultura.

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