Processus Sathane (Il Processo di Satana) è un dramma medievale in cui un rappresentante di Satana chiede a Dio il suo diritto di traviare l’umanità. Il Processus Sathane, o Gioco di Masscheroen, come è anche noto, risale al XII secolo, un’epoca in cui la mariolatria, o la devozione alla Beata Vergine Maria, era al culmine.
L’epoca della Mariolatria
La mariolatria è un termine utilizzato per riferirsi a un eccessivo o idolatrico culto della Vergine Maria nella tradizione cristiana, in particolare all’interno del cattolicesimo. La parola è composta da due elementi: “Maria” (riferendosi alla madre di Gesù) e “latria” (che significa adorazione o culto).
Mentre il cattolicesimo onora e venera la figura di Maria come madre di Gesù e figura centrale nella storia della redenzione, la mariolatria indica un atteggiamento eccessivamente enfatico o distorto di adorazione nei confronti di Maria. Questo termine può essere utilizzato in modo critico da coloro che ritengono che alcune pratiche o devozioni mariane superino la giusta venerazione e si avvicinino a una forma di adorazione che dovrebbe essere riservata esclusivamente a Dio.
È importante notare che la Chiesa cattolica insegna la distinzione tra “latria” (adorazione dovuta a Dio) e “dulia” (venerazione o onore riservato ai santi), sostenendo che la venerazione di Maria e dei santi non deve essere confusa con l’adorazione divina. Mentre alcuni possono utilizzare il termine “mariolatria” per criticare aspetti specifici delle pratiche mariane, è fondamentale considerare il contesto e il rispetto per le diverse espressioni di devozione all’interno delle tradizioni cristiane.
La versione più antica del Processus Sathane

La versione più antica conosciuta del Processus Sathane risale al 1260 in Maerlant, nell’isola di Oostvoorne, dallo scrittore fiammingo Jacob van Maerlant (1235-1300) e dalla traduzione di Robert de Boron (fine XII secolo-inizio XIII secolo).
La forma originale del Processus Sathane era quella di un dibattito. Col tempo, furono aggiunte citazioni dal diritto canonico. Fu messo in scena come un corteo nel XIV secolo in varie lingue. La trama generale è la seguente: «Ora che l’umanità può essere perdonata per i peccati, Satana e i suoi Demoni temono di essere ingannati del loro diritto di tentare le persone a peccare. I diavoli decidono di eleggere un rappresentante per andare al Tribunale del Cielo a sostenere la loro causa. Masscheroen, l’eletto, chiede a Dio di convocare l’umanità davanti al tribunale e di accusarla. Dio acconsente, stabilendo che il giorno sarà il Venerdì Santo. Masscheroen obietta, ma Dio lo rassicura che gli sarà concessa una dispensa.»
Masscheroen appare presto il Venerdì Santo e studia il tribunale per trovare il posto migliore per fare la sua accusa. È armato della Bibbia per riferimento. Non succede nulla: nessun rappresentante dell’accusato arriva, e, a mezzogiorno, Masscheroen è impaziente. Dio gli dice di avere pazienza. Masscheroen sbotta: «Ho passato tutto questo giorno nel regno della giustizia, ma non c’è giustizia». Dio sospende il tribunale fino al giorno seguente.
Nel frattempo, Maria viene a sapere della situazione e si offre di difendere l’umanità. Il giorno dopo, arriva in tribunale con un seguito di Angeli, patriarchi e profeti, a dispetto di Masscheroen. Maria si siede al fianco di Gesù, il giudice. Masscheroen protesta, ma Maria è autorizzata a rimanere.
Masscheroen estrae la sua Bibbia e legge un versetto che Dio disse ad Adamo ed Eva: «Questo devi sapere: puoi mangiare da tutti i frutti tranne questo e ti pentirai dell’ora in cui ne mangerai, perché morirai l’uno dopo l’altro».

Masscheroen esige che queste parole siano eseguite in ogni momento. Maria replica che il Diavolo è colpevole di falsità per aver ingannato Adamo ed Eva, e lo incolpa per la Caduta. Masscheroen viene deriso dal tribunale. Dice che le offese devono essere punite anche se non c’è accusatore. L’umanità ha peccato pubblicamente, e né lui, Masscheroen, né Maria possono influire sul caso. Questo preoccupa Maria, e lei fa un appello compassionevole al tribunale. Si strappa i vestiti e mostra il seno, ricordando a Gesù come lo ha partorito e nutrito. Piangendo, gli chiede di scegliere tra lei e Masscheroen. Gesù rifiuta Masscheroen.
Masscheroen risponde: «La carne e il sangue ti hanno consigliato e non la giustizia del cielo. Lo sapevo che sarebbe successo. È difficile avere la madre del Giudice come avversaria». Ma non si arrende e cambia la sua strategia. Propone di dividere l’umanità. Lui dovrebbe avere la parte del leone, perché le persone buone sono solo un granello di senape. Maria risponde rivolgendosi a Gesù: «Questo fu fatto molto tempo fa, quando tu fosti appeso alla croce, e comprasti l’umanità. Non dovremo, quindi, fare ulteriori pesature». Masscheroen urla di rabbia. Chiede due avvocati, e gli vengono dati Giustizia e Verità. Gli angeli consigliano a Maria di scegliere degli avvocati, e lei sceglie Misericordia e Pace. I quattro avvocati proseguono il dibattito. Alla fine, tutti e quattro si schierano con Maria, e Masscheroen fa una ritirata umiliante.
Processus Sathane e la correlazione col paranormale
Processus Sathane è un dramma medievale che rappresenta il processo tra Dio e il Diavolo per il destino dell’umanità, con l’intervento della Vergine Maria come avvocato della difesa. Il dramma, di origine latina, risale al XII secolo, e si inserisce nel contesto della mariologia, ovvero lo studio e la devozione alla figura di Maria, madre di Gesù. Il dramma ha avuto diverse versioni e traduzioni in varie lingue, tra cui l’olandese, il francese, il tedesco e l’inglese.
Il dramma si articola in tre parti:
- La prima parte del Processus Sathane mostra il Diavolo che si lamenta con Dio per aver perso il dominio sull’umanità dopo la redenzione operata da Cristo. Il Diavolo chiede a Dio di restituirgli il suo diritto, sostenendo che l’umanità è ancora peccatrice e ingrata. Dio accetta di ascoltare il Diavolo, e gli concede di scegliere il suo avvocato. Il Diavolo sceglie Masscheroen, un angelo caduto che era stato il capo della sua ribellione.
- La seconda parte mostra il processo vero e proprio, in cui Masscheroen accusa l’umanità di aver violato la legge divina e di meritare la condanna eterna. Dio ammette che le accuse sono fondate, ma si riserva di pronunciare la sentenza. La Vergine Maria interviene e si offre di difendere l’umanità, invocando la misericordia di Dio e la sua maternità spirituale.
- La terza parte del Processus Sathane mostra la vittoria di Maria, che riesce a convincere Dio a perdonare l’umanità e a respingere le pretese del Diavolo. Il Diavolo e Masscheroen sono sconfitti e umiliati, e l’umanità è salva.
La correlazione tra il Processus Sathane e il paranormale si può individuare in diversi aspetti. Ad esempio con la presenza di Satana, il maligno, l’angelo che si oppone a Dio. Il “diavolo” diá-bolos è colui che “si getta di traverso” al disegno di Dio e alla sua “opera di salvezza” compiuta in Cristo. Il Diavolo è una delle figure più note e ambigue del male, che si manifesta in vari modi, tra cui la tentazione, l’inganno, l’accusa, la possessione, la malattia, la morte. Il Diavolo è anche il capo di una gerarchia di demoni, che sono angeli caduti che hanno seguito la sua ribellione contro Dio. Il Diavolo e i suoi demoni sono considerati esseri sovrannaturali, che possono influenzare il mondo naturale e la vita degli uomini, ma che sono soggetti al potere di Dio e alla sua giustizia.
Inoltre, nel Processus Sathane è presente la pratica dell’esorcismo, che è l’atto di liberare una persona o un luogo dall’influsso del Diavolo o dei suoi demoni. L’esorcismo è un ministero della Chiesa, che viene esercitato da sacerdoti autorizzati dal vescovo, con l’uso di preghiere, segni e simboli sacri. L’esorcismo si basa sulla fede in Cristo, che ha vinto il Diavolo con la sua morte e risurrezione, e che ha dato ai suoi discepoli il potere di scacciare i demoni in suo nome. L’esorcismo è anche una forma di carità, che mira a liberare le persone dal male e a restituirle alla grazia di Dio.
Infine, c’è anche una parte soprannaturale legata al ruolo della Vergine Maria, che nel Processus Sathane è vista come la mediatrice tra Dio e l’umanità, la madre di misericordia, la regina del cielo e la vincitrice del male. Maria è la donna che ha detto “sì” a Dio, accogliendo in sé il Figlio di Dio fatto uomo. Maria è la madre di Cristo e della Chiesa, che intercede per i suoi figli e li protegge dal Diavolo. Maria è la donna vestita di sole, che combatte contro il drago, simbolo del Diavolo, nella visione dell’Apocalisse. Maria è la donna che schiaccia la testa del serpente, simbolo del peccato originale, nella profezia della Genesi. Maria è la donna che viene invocata con vari titoli e devozioni, tra cui l’Ave Maria, il Rosario, il Magnificat, le Litanie, le apparizioni, le medaglie, le immagini.
Maria tra Dio e il Diavolo

Il Processus Sathane è un testo del XIV secolo in cui Maria difende l’umanità da Satana per recuperare la specie umana. Contrariamente alla versione popolare tra il XV e il XVI secolo, l’Urtext risale alla prima metà del XIV secolo e fu tradotto in versi basso-normanni. Il testo attribuito al giurista italiano Bartolo di Sassoferrato (o Bartholo Sentinati, 1313-1357), è una redazione quattrocentesca. Dopo un’attenta ricerca ed esaminando precursori e progenie, non senza evidenziare come le immagini facciano parte di una tendenza più ampia della metafora, il contesto teologico dell’uso della causa di Satana per discutere di giustizia e misericordia viene esplorato, così come due predecessori diretti del Processus Sathane, fornendo un riassunto approfondito del testo stesso, analizzando l’immagine della causa di Satana riappropriata dalla professione legale.
Avete presente l’espressione “avvocato del diavolo”? Si riferisce a una figura o a una persona che assume deliberatamente un punto di vista o un ruolo contrario a quello generalmente accettato, al fine di sfidare o contestare un’opinione, una decisione o una proposta. In altre parole, un “avvocato del diavolo” cerca di argomentare in favore di un’opinione o di un lato dell’argomento che può essere impopolare o contrastante con la maggioranza delle opinioni.
Si conclude che il Processus Sathane, per avere senso giuridico, presume che l’umanità sia sui juris e non posseduta da Satana o Cristo. Il testo è collocato nella storia del dramma europeo e della letteratura comica, spiegando la sua popolarità al di fuori dei contesti teologici e legali. La mia riflessione sul declino di popolarità del Processus Sathane e delle sue immagini vivide, riconosce la loro sopravvivenza attraverso la riappropriazione in nuove forme.
L’interesse rinnovato per i diritti di Satana coincide con cambiamenti nel diritto civile e canonico. Il Processus Sathane incorpora citazioni del crescente corpus giuridico e ritrae la Vergine Maria come avvocato in un dramma giudiziario. Esiste un trattato specifico del genere Processus Sathane del XIV secolo, intitolato Processus Sathane infernalis contra genus humanurri, dove la Vergine Maria utilizza abilità legali e retoriche contro un procuratore demoniaco.

Inizialmente, si riteneva che il testo fosse stato attribuito a Bartolo solo nel 1472 o 1473, ma un manoscritto del XV secolo contesta questa affermazione, minando l’idea che l’attribuzione sia stata un trucco editoriale. Successivamente, l’opera fu pubblicata in varie edizioni, ma l’autenticità attribuita a Bartolo non fu seriamente messa in discussione fino al XIX secolo. Il filologo Gaston Raynaud (1850-1911) sollevò dubbi sulla paternità di Bartolo, basandosi su un poema normanno e un manoscritto che dettaglia dispute tra il vescovo di Bayeux e il visconte di Costanza, indicando la possibile data di composizione precedente al 1324, quando Bartolo era ancora in vita. Tuttavia, questi argomenti non sono conclusivi e presentano debolezze intrinseche.
Le prime edizioni stampate di Bartolo, contiene incongruenze nelle date di composizione indicando una possibile inconsistenza. Entro il XIX secolo, sembrerebbe che il popolo avesse una revisione romantica di una forma neoclassica o un riflesso della tardo medievale della Madonna; e poiché la figura neoclassica della donna parzialmente denudata sembra essere il prodotto evolutivo di Vergini apertamente naturalistiche, suggerirei che la seconda opzione sia più vicina alla verità. Nei primi anni dell’espansione cristiana, la Maria Lactans (la Madonna del Latte), nota anche come Virgo Lactans, l’iconografia cristiana ricorrente in arte, potrebbe essere emersa come risposta copta alle immagini di Iside che allatta Horus; ora, dopo le Riforme – protestante e cattolica – il fiume tende a invertire la direzione. L’immagine, la metafora, non viene realmente abbandonata: viene nuovamente riciclata.
Conclusioni
Devo essere sincero: il Processus Sathane mi ha colpito più di quanto mi aspettassi. Non è solo un antico dramma in latino del XII secolo, ma una vera e propria messa in scena dell’eterno conflitto tra bene e male, con Dio e il Diavolo in aula di tribunale e Maria come avvocato difensore dell’umanità. Già solo questa immagine dice tanto.

Quello che mi ha sorpreso di più è come un testo così antico riesca ancora oggi a farci riflettere su temi che non invecchiano mai: la giustizia, il perdono, il potere, l’ipocrisia, la speranza. Maria, qui, non è solo la figura dolce e devota della tradizione: è una vera combattente, la voce della compassione in un sistema che sembra incatenato alla legge e alla condanna. E vince. Riesce a ribaltare il verdetto, a far emergere la misericordia sopra ogni cosa. Non è un dettaglio da poco.
Certo, tutto è immerso in un clima medievale, con i suoi simboli, le sue allegorie, i suoi diavolacci grotteschi e i suoi richiami teologici. Ma sotto quella superficie, si sente una critica tagliente alla società del tempo. Il Diavolo e Masscheroen fanno ridere, sì, ma sono anche caricature del potere corrotto, dell’arroganza e della stupidità umana. E in qualche modo, sembra che il dramma ci stia dicendo: “Non puntare il dito troppo in fretta… forse un po’ di quel diavolo è anche in te.”
Un altro aspetto che ho apprezzato molto è il modo in cui questo testo riesce a divertire ed educare insieme. Era pensato per un pubblico popolare, e si vede: ci sono effetti scenici, dialoghi brillanti, momenti comici e passaggi di grande intensità drammatica. Ma c’è anche una costruzione logica serrata, un uso sapiente della retorica, una capacità rara di tenere insieme spettacolo e riflessione.
E non dimentichiamolo: il Processus Sathane ha lasciato il segno. Ha ispirato opere come il racconto di Mary di Nemmegen, che rielabora la leggenda di Faust al femminile, e persino la Divina Commedia di Dante Alighieri (1265-1321). Non è solo un testo interessante: è un nodo culturale, un ponte tra teatro, religione, satira e filosofia.
Per me, il vero cuore del dramma è questo messaggio: l’umanità non è perfetta, è fragile, spesso ridicola, ma non è irredimibile. E se c’è qualcuno disposto a credere nella nostra salvezza, a lottare per essa… beh, quella figura è Maria. Ed è bello pensare che, in mezzo alle grida del Diavolo e ai giudizi divini, la voce più potente sia proprio quella della misericordia.
Ecco perché, ancora oggi, il Processus Sathane non è solo un documento del passato: è una lente per guardare noi stessi, le nostre paure, le nostre debolezze, ma anche la nostra possibilità di redenzione.

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Mary di Nemmegen: la donna che sfidò il Diavolo
In copertina: un frammento della rielaborazione moderna de La Madonna che sferra un pugno nell’occhio del demonio (di William Brailes, XIII° secolo) e nello sfondo la prima pagina del Processus Sathane.