Rosemary Brown

Rosemary Brown e il viaggio musicale tra genio e soprannaturale

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Rosemary Brown (nata Rosemary Isabel Dickeson, 1916-2001), medium britannica del XX secolo, si specializzò nella composizione musicale. In oltre due decenni, creò diverse centinaia di pezzi, principalmente di genere classico, affermando che le fossero dettate da compositori defunti. Le sue dichiarazioni generarono controversie, ma molti riconobbero il merito artistico elevato delle opere prodotte.

Negli anni Settanta, suscitò un certo interesse mediatico presentando composizioni che sosteneva le fossero ispirate da (AchilleClaude Debussy (1862-1918), Edvard Grieg (1843-1907), Franz Liszt (1811-1886), Franz Schubert (1797-1828), Frédéric Chopin (1810-1849), Igor Stravinsky (1882-1971), Johann Sebastian Bach (1685-1750), Johannes Brahms (1833-1897), Ludwig van Beethoven (1770-1827), Robert Schumann (1810-1856) e Sergej Vasil’evič Rachmaninov (1873-1943).

Biografia di Rosemary Brown

Rosemary Brown nel 1980 (fonte: Wikimedia Commons)
Rosemary Brown nel 1980

Rosemary Brown, nata il 27 luglio 1916, ha trascorso la sua infanzia a Balham, nel sud-ovest di Londra, dove i suoi genitori gestivano una sala riunioni. La sua formazione si è svolta presso il liceo classico, dove ha ottenuto una borsa di studio. I suoi inizi furono ordinari. Suo padre era un elettricista e sua madre era una responsabile della ristorazione e vivevano sopra una sala da ballo. Da giovane, ha preso lezioni di pianoforte intermittenti. Sebbene le fonti non siano d’accordo su quanto fosse musicalmente talentuosa, nessuno sostiene che fosse un prodigio o una professionista. 

Nonostante un’infanzia segnata da un padre irascibile, la sua vita ha preso una piega più serena con un matrimonio armonioso con Charles Brown (da cui prese il cognome), un giornalista e divulgatore scientifico e compagno spiritista, da cui sono nati due figli.

Fin dalla sua infanzia, Rosemary Brown aveva dimostrato una sensibilità speciale nei confronti del soprannaturale. In un’occasione, riflettendo sulla sua esperienza, dichiarò: «Ho sempre posseduto la capacità, fin da quando posso ricordare, di percepire e interagire con presenze che altri consideravano defunte.» La scomparsa di Charles nel 1961 ha portato ad anni difficili segnati dalla povertà e questi eventi hanno catalizzato l’interesse di Brown per lo Spiritismo. Inizialmente impiegata nella cucina di una scuola, la sua crescente notorietà le ha poi permesso di dedicarsi a tempo pieno alle attività medianiche e musicali.

Fu in questo momento di vulnerabilità che le apparizioni di un uomo in tonaca si fecero nuovamente presenti nella sua vita. Questo enigmatico incontro segnò l’inizio di una fase particolarmente intensa del suo percorso spirituale. L’uomo in tonaca, simbolo di una connessione con il divino, divenne una guida per Rosemary in un viaggio oltre i confini della realtà quotidiana. Attraverso queste interazioni, Brown iniziò a ricevere ispirazioni musicali da compositori deceduti, aprendo una finestra su un mondo che trascendeva il nostro piano terreno.

Questo nuovo capitolo della sua vita non solo la portò a esplorare il mistero della vita oltre la morte, ma la spinse anche a condividere con il mondo le sue esperienze straordinarie. La sua storia diventò un testimone affascinante di come la sensibilità e l’apertura alle dimensioni spirituali potessero trasformare la vita di una persona, portandola a creare opere musicali che sfidavano le spiegazioni razionali.

Le ispirazioni psichiche

Franz Liszt
Franz Liszt

Nel suo toccante libro di memorie del 1971, intitolato Unfinished Symphonies: Voices from the Beyond (tradotto, Sinfonie Incomplete: Voci dall’Oltre), Rosemary Brown dipinse un ritratto avvincente della sua infanzia, descrivendosi come una bambina che, fin da giovane, «vedeva gli spiriti dei cosiddetti morti». A soli sette anni, un incontro straordinario con un’entità che successivamente identificò come il celebre compositore ungherese Franz Liszt cambiò il corso della sua vita. Liszt le promise di ritornare quando sarebbe stata più grande e di «darle la musica». Questo patto segreto divenne il nucleo delle sue esperienze extrasensoriali (ESP), che la accompagnarono mentre cresceva.

Mentre frequentava la scuola, Brown continuò a percepire visioni di “spiriti” e ad avvertire presenze paranormali. Tuttavia, questa connessione speciale con il mondo oltre il velo della vita la rese consapevole della sua unicità, portandola a custodire gelosamente le sue esperienze.

L’influenza musicale nella vita di Rosemary Brown fu innescata dalla madre, occasionalmente pianista, e dalle melodie leggere trasmessi dalla radio di casa. Le prime lezioni di danza classica durante l’infanzia e l’accesso a opere musicali più leggere la introdussero al mondo della musica classica. Sebbene le lezioni di pianoforte fossero state interrotte temporaneamente a causa di restrizioni finanziarie, Brown persistette nel suo desiderio di apprendimento, riprendendo le lezioni da adolescente e dedicando un intero anno di studio all’età di trentacinque anni.

Il suo talento musicale la portò a suonare l’organo per la Balham Spiritualists’ Church, un impegno che richiedeva notevole pratica e coinvolgeva diversi servizi ogni settimana. Tuttavia, fu durante un pomeriggio di marzo 1964, mentre Brown si riprendeva da un incidente sul lavoro, che la sua vita prese una svolta straordinaria. Liszt le apparve in modo vivido, prendendo il controllo delle sue mani mentre suonava il piano e producendo melodie che Rosemary non avrebbe mai potuto immaginare. Questa esperienza fu descritta come un’interazione fluida, «come indossare un paio di guanti».

Da quel momento in poi, Rosemary Brown iniziò a scrivere composizioni sotto la dettatura di Liszt. La sua fama si diffuse rapidamente tra i circoli spiritisti, e la sua straordinaria abilità musicale, ora canalizzata attraverso la collaborazione con compositori deceduti, divenne una testimonianza tangibile del mistero e delle possibilità che il mondo spirituale potrebbe offrire.

Claude Debussy
Claude Debussy

In seguito, Liszt agì anche come un sorta di tramite per altri compositori. Alla fine, trascrisse brani “di” Debussy, Rachmaninoff, Schubert, Chopin, Stravinsky e altri ancora. Sosteneva che ciascun compositore avesse uno stile di trasmissione unico; alcuni manifestavano la loro influenza premendo le mani sulla tastiera (un metodo che Rosemary apprezzava particolarmente, poiché le permetteva di percepire effettivamente ciò che scrivevano), mentre altri preferivano dettare direttamente su carta.

Successivamente, dovette consegnare le composizioni scritte ai pianisti, poiché non aveva la tecnica necessaria per eseguirle personalmente. Tra una sessione di trasmissione e l’altra, i compositori interagivano con lei a un livello più umano. Affermava che Liszt mostrava interesse per il prezzo delle banane, mentre Chopin era orripilato dalla televisione e Debussy era descritto come “un tipo hippie”.

Composizioni musicali dall’Aldilà

Liszt divenne il veicolo attraverso il quale Rosemary Brown entrò in contatto con numerosi compositori defunti, aprendo le porte a un ricco repertorio di influenze musicali provenienti da famosissimi musicisti defunti e persino da John Lennon (1940-1980), l’ex Beatles assassinato l’8 dicembre 1980 dallo squilibrato fan Mark David Chapman.

Quella che segue è una composizione di Rosemary Brown che sarebbe stata dettata da Chopin grazie al tramite Liszt.

Non solo Rosemary si trovò coinvolta in questa singolare interazione con i grandi della musica passata, ma Liszt la incoraggiò a condividere questa ricchezza di composizioni con un pubblico più vasto. Questo desiderio divenne realtà grazie a Sir George Trevelyan (1906-1996), pioniere dell’istruzione britannico che fu di spicco nel movimento New Age, allora membro della Church Fellowship (oggi International Christian Fellowship, un’associazione cristiana carismatica internazionale di chiese con sede a Zurigo, in Svizzera), che presentò le partiture di Rosemary Brown a Mary Firth, direttrice musicale di un college per l’istruzione superiore. Colpita dalla straordinaria creatività di Brown, Firth contribuì a istituire un fondo nel 1968, consentendole di dedicare tutto il suo tempo alla musica.

Rosemary Brown

Rosemary accettò con gratitudine questa opportunità, ma dopo due anni decise di porre fine all’accordo, sentendosi in qualche modo obbligata. Nel 1969, Mary Firth stessa registrò una selezione delle opere per pianoforte di Rosemary.

I produttori televisivi iniziarono a interessarsi alla tranquilla vedova, che pazientemente raccontava la sua storia ai vari intervistatori che si susseguivano. Ha composto davanti alle telecamere per la BBC e ha anche recitato per Johnny Carson (1925-2005), conduttore televisivo e comico statunitense, noto per aver condotto per oltre trent’anni il popolare The Tonight Show, per l’emittente statunitense NBC. Rosemary Brown ha scritto diversi libri sulle sue esperienze. Sia i musicisti che gli psicologi erano affascinati dalle composizioni della Brown. (La sua fama negli anni Sessanta e Settanta era tale che il noto maestro d’orchestra statunitense Leonard Bernstein (1918-1990) andò a trovarla e, non solo condivise una cena con lei presso il noto Savoy Restaurant, ma ascoltò anche alcune delle sue trascrizioni, dimostrando particolare entusiasmo per le interpretazioni di Rachmaninov.

Risalendo nuovamente la scala delle lezioni di piano, Rosemary Brown perseguì l’obiettivo di eseguire le composizioni a un livello più elevato. Con un contratto discografico firmato con la Philips, le sue composizioni furono portate alla vita dal pianista Peter Katin (1930-2015). Nel maggio 1970, una trasmissione su BBC Radio 3 con Geoffrey Skelton (1916–1998) e Daniel Snowman contribuì a diffondere la sua straordinaria storia. Durante l’intervista, Rosemary Brown descrisse l’inizio del suo lavoro con Liszt in questa intervista alla BBC:

«In realtà ero a casa perché avevo avuto un incidente sul lavoro e mi ero rotta alcune costole, e l’ospedale mi aveva mandata a casa dicendomi che dovevo riposarmi, che non dovevo fare lavori domestici pesanti. E il tempo passava molto lentamente perché non potevo fare molto. E ho deciso di andare al vecchio pianoforte, che non veniva toccato da anni, e ho pensato di sedermi lì e cercare di ricordare qualche melodia che avevo imparato da bambina. Così mi sono seduta e ho iniziato a cercare di ricordare questa melodia. E poi all’improvviso le mie mani furono controllate da quelle di Liszt e cominciarono a suonare la musica più bella, una musica molto difficile.»

tratto dal documentario della BBC “Music from the Beyond – the Mediumship of Rosemary Brown”, 1976

Affrontando le critiche che suggerivano che le sue composizioni fossero basate sulla criptomnesia, Rosemary accettò di essere studiata da Wilhelm Tenhaeff (1894-1981), direttore dell’Istituto di Parapsicologia presso l’Università di Utrecht nei Paesi Bassi. Tenhaeff concluse che non vi era alcuna aberrazione mentale e che il suo esame psicodiagnostico non rivelò deviazioni di sorta.

Negli anni successivi, Rosemary Brown ricevette sostegno da noti musicisti come il pianista John Lill e il compositore Richard Rodney Bennett (1936-2012),  autore di colonne sonore cinematografiche come Assassinio sull’Orient Express (Murder on the Orient Express) del 1974 e Quattro matrimoni e un funerale (Four Weddings and a Funeral) del 1994, ma anche di serie televisive, opere teatrali e di musica sinfonica e corale. Nel 1975, Alan Hovhaness (1911-2000) orchestrò la prima parte della Sinfonia di Beethoven utilizzando la partitura di Rosemary Brown. Tuttavia, la mancanza di dettagli tecnici musicali nella sua trascrizione, dovuta alla sua limitata conoscenza tecnica, evidenziò il carattere unico delle sue creazioni.

Nel 1986, Rosemary Brown affermò di aver trasmesso oltre seicento composizioni di compositori defunti. Registrazioni tedesche si aggiunsero a quelle precedenti con la Philips. Si esibì in prestigiosi luoghi londinesi come la Queen Elizabeth Hall, una sala da concerti sita sulla riva sud del Tamigi a Londra, la Purcell Room (sala da concerto che fa parte del Southbank Centre, uno dei più importanti centri culturali di Londra) e la Wigmore Hall, conquistando l’attenzione del pubblico e comparendo in programmi radiofonici popolari.

Rosemay Brown ricevette consigli dala musicista jazz Fats Waller (1904-1943), contributi non specificati dal direttore d’orchestra statunitense George Gershwin (1898-1937) e una canzone attribuita all’attrice, cantante e comica inglese Gracie Fields (1898-1979). Le comunicazioni arrivarono persino sotto forma di una partitura incompiuta del compositore Viktor Ullmann (1898-1944) intitolata Der Kaiser von Atlantis (in italiano, L’Imperatore di Atlantide), consegnata a Kerry Woodward, direttore del Coro da camera olandese, per eventuali modifiche sotto la guida del compositore defunto. Questo straordinario capitolo della vita di Rosemary Brown continua a suscitare meraviglia e interrogativi sulla possibilità di connessioni tra il mondo terreno e quello ultraterreno attraverso la musica.

Negli anni successivi all’inizio del suo straordinario percorso, Rosemary Brown ricevette una crescente serie di comunicazioni non solo da compositori, ma anche da personalità al di là del mondo della musica. Tra le testimonianze da lei fornite, emergono:

  • Conversazioni avvenute con l’eclettica attrice Diana Dors (1931-1984), nota per il suo volto appare sulla copertina dell’album discografico dei Beatles Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band. Altre conversazioni di Rosemary Brown furono con il valoroso asso dell’aviazione Douglas Bader (1910-1982), appartenente alla Royal Air Force durante la seconda guerra mondiale, creando con lui un ponte tra mondi diversi.
  • La ricezione di poesie dettate da illustri figure letterarie come Emily Brontë (1818-1848), nosta per il suo romanzo Cime tempestose del 1847; Elizabeth Barrett (1806-1861), poetessa e moglie del poeta Robert Browning (1812-1889).
  • E ancora, i poeti e scrittori: Rupert Brooke (1887-1915), William Blake (1757-1827), Samuel Taylor Coleridge (1772-1834), John Keats (1795-1821), Edward Lear (1812-1888), Percy Bysshe Shelley (1792-1822), William Wordsworth (1770-1850) e John Betjeman (1906-1984). Le opere poetiche provenienti da questi autori defunti, divennero parte integrante dello straordinario repertorio di Rosemary Brown.
  • Spiegazioni filosofiche sul mondo degli spiriti direttamente da Bertrand Russell (1872-1970), il famoso filosofo, che fornì un’ulteriore dimensione intellettuale al suo dialogo con il soprannaturale. Russell, in particolare, potrebbe essersi sorpreso, considerando che nel suo saggio Do We Survive Death? aveva concluso in modo negativo sulla sopravvivenza dopo la morte.
  • Saggi specificamente destinati ai musicisti, consegnati dal musicologo britannico Sir Donald Tovey (1875 – 10 July 1940), arricchirono il suo bagaglio di conoscenze musicali e teoriche.
  • Rosemary Brown non si limitò al mondo della musica e delle parole, ma ricevette anche ispirazione dal drammaturgo e linguista George Bernard Shaw (1856-1950), con la produzione di due opere teatrali: Caesar’s Revenge, esibita all’Edinburgh Fringe Festival nel 1978, e The Heavenly Maze. Questa estensione delle sue interazioni spirituali nel campo del teatro aggiunse ulteriore diversità alla sua straordinaria esperienza.
  • Rosemary non si fermò alle arti performative, ma ampliò il suo orizzonte anche nel campo delle arti visive dopo aver iniziato lezioni d’arte. Ricevette comunicazioni da maestri dell’arte come William Turner (1775-1851), William Blake (1757-1827) e Vincent van Gogh (1853-1890), offrendo una prospettiva unica su come l’ispirazione artistica potesse transcendere il confine tra i mondi.
  • La sua esperienza si estese persino alla guarigione, come da lei stessa affermato, offrendo una dimensione ancor più complessa e completa al suo legame con il soprannaturale.

In questo modo, la storia straordinaria di Rosemary Brown si arricchì di una vasta gamma di interazioni, attraverso le quali fu in grado di comunicare con figure di spicco appartenenti a diverse sfere creative e intellettuali.

Il successo e la popolarità

Rosemary Brown si affermò nel panorama pubblico in modo straordinario, esattamente come lo spirito di Franz Liszt aveva predetto. La sua fama raggiunse vette notevoli, con apparizioni di rilievo, tra cui il programma televisivo del pianista jazz Oscar Peterson (1925-2007) e il The Tonight Show, un talk show che ebbe ben trenta stagioni sulla NBC, condotto da John Carson (1925-2005) e che lanciò personaggi come Robin Williams (1951-2014), Steve Martin, Richard Pryor (1940-2005), Bill Cosby, David Letterman, Dom DeLuise (1933-2009) e Rodney Dangerfield (1921-2004).

L’influenza di Rosemary si estese anche a eminenti direttori d’orchestra, come Colin Davis (1927-2013), che le chiese di ottenere informazioni direttamente dal compositore francese Hector Berlioz (1803-1869) riguardo ai tempi musicali per Les Troyens. Questo evidenziò il rispetto e l’ammirazione che i professionisti del settore nutrivano per le capacità di Rosemary Brown di comunicare con compositori defunti.

Non limitò le sue comunicazioni al mondo della musica, ma affermò di aver instaurato un dialogo con spiriti illustri come il fisico Albert Einstein (1879-1955) e lo psichiatra e psicoanalista Carl Gustav Jung (1875-1961).

Durante la sua vita, l’origine autentica della musica di Rosemary Brown rimase un tema di accesa controversia. Inizialmente, persino i suoi sostenitori di lunga data, il Dottor e la Signora Firth, manifestarono dei dubbi, suggerendo che le sue opere potessero essere semplicemente influenzate dagli stili dei grandi compositori. Tuttavia, in seguito ritrattarono tali osservazioni, aprendo la strada a una riflessione più approfondita sulla straordinaria provenienza di questa musica unica.

Il fotografo Vernon Harrison (1912-2001), presidente della Royal Photographic Society e un “ricercatore professionista di documenti controversi”, era stato sia membro autorevole della Liszt Society che della Society for Psychical Research (SPR), e proprio per questo condivise il proprio scetticismo riguardo ai pezzi di Liszt attribuiti a Rosemary Brown. Egli commentò che tali composizioni «non erano abbastanza convincenti per ritenere che provenissero dalle fonti a cui li attribuisce… ma sono troppo splendidi per essere licenziati con leggerezza». Il brano di Liszt intitolato Grübelei, in parte dettato il 29 maggio 1969, fu eseguito alla presenza di una troupe televisiva della BBC che documentava il processo creativo di Rosemary Brown.

L’approvazione autorevole di Rosemary Brown giunse da rinomati musicisti professionisti, tra cui il pianista John Lill e il compositore Richard Rodney Bennett. Essi sottolinearono come sarebbe stato impossibile per una persona con le limitate capacità musicali di Brown produrre opere di tale raffinatezza in modo indipendente. La pianista e attivista Hephzibah Menuhin (1920-1981) sorella del violinista Yehudi Menuhin (1916-1999), suggerì che la musica sembrava attingere alle radici dei primi giorni dei compositori, mentre Leonard Bernstein rimase colpito dal capolavoro di Chopin, la Fantaisie Impromptu. Il compositore Humphrey Searle (1915-1982) elogiò il pezzo di Schubert intitolato Moment Musical in sol minore, dichiarando che il brano di Liszt, Grübelei, rappresentava «il tipo di composizione che Liszt avrebbe potuto scrivere, soprattutto durante gli ultimi quindici anni della sua vita».

Prestigiosi pianisti come Robin Stone e Howard Shelley non esitarono a eseguire la musica di Rosemary Brown, con quest’ultimo affermando che il suo adattamento di Schubert conteneva “l’essenza stessa” del celebre compositore. Anche il critico musicale Derek Watson (1948-2018) rimase sbalordito dalla profonda conoscenza di Brown riguardo la musica di Anton Bruckner (1824-1896), sottolineando ulteriormente l’ecletticità e la vastità delle sue ispirazioni musicali.

Anche il professor Ian Parrott (1916-2012), compositore e scrittore di musica anglo-gallese e primo premio della Royal Philharmonic Society per il suo poema sinfonico Luxor, ne fu un sostenitore. Secondo Parrott, Rosemary non possedeva la capacità intellettuale per contraffare le trascrizioni che aveva ricevuto, come dichiarato nel documentario della BBC.

Secondo il necrologio di Parrot pubblicato sul The Guardian nel 2001, Rosemary Brown credeva che la sua formazione limitata, che includeva solo alcune lezioni di pianoforte, le avesse fornito una sorta di libertà da vincoli formali e teorici. Parrot sosteneva che questo la metteva in una posizione privilegiata per ricevere la musica da fonti al di là della sua esperienza personale. Aggiunse anche che Rosemary Brown riteneva non fosse abbastanza dotata di intelligenza per manipolare o falsificare le opere musicali che le venivano comunicate dall’aldilà.

Controversie sul caso Brown

Rosemary Brown al piano
Rosemary Brown al piano

Le valutazioni nei confronti di Rosemary Brown da parte di musicisti e critici sono state varie, oscillando tra cautela e scetticismo totale. Il pianista e critico Denis Matthews (1919-1988) ha descritto la sua musica come principalmente charming pastiches con manifestazioni di uno stile ingenuo. Il termine pastiche si riferisce a un’opera, solitamente artistica o letteraria, che imita o emula uno stile o una tecnica specifica di un’altra opera, autore o periodo storico. Una pastiche può essere creata con l’intenzione di omaggiare o celebrare il lavoro originale, oppure può essere un tentativo di imitazione o parodia.

Matthews suggeriva che, lontana dal ricorrere a fonti psichiche, Rosemary Brown stesse ricreando composizioni utilizzando le sue competenze musicali convenzionali. Ad esempio, il suo giudizio riguardava il movimento largo e maestoso di Beethoven, che riteneva fosse un ricordo vago e mal interpretato di un brano specifico, evidenziando una mancanza di autenticità nelle trascrizioni.

Il giornalista e parapsicologo David Scott Rogo (1950-1990), anche musicista e investigatore psichico, tentò un esperimento chiedendo a Rosemary di produrre musica al di fuori dei suoi gusti personali, senza successo. Rogo criticò la similitudine nelle forme musicali e l’eccessivo utilizzo di sequenze nelle composizioni della Brown.

Il paramusicologo Melvyn Willin, condusse uno studio sulle opere di Rosemary Brown, sottolineando la mancanza di trame e dettagli caratteristici dei presunti compositori. Anche importanti musicologi britannici contattati da Willin non furono impressionati dalle composizioni di Rosemary.

Nonostante l’essenza della musica del XIX secolo fosse l’armonia, le composizioni della Brown, ispirate a compositori come Edvard Grieg (1843-1907) e Schumann, mostravano una maggiore dipendenza dalla melodia. Rosemary Brown ammise di dover scrivere gli accompagnamenti per alcune opere, rivelando lacune nelle sue conoscenze armoniche.

Il presunto contatto con John Lennon risultò controverso, con il figlio Julian che rifiutò di coinvolgersi, mentre un esperto dei testi di Lennon criticò le canzoni come al di sotto degli standard del celebre musicista.

Rosalind Heywood (1895-1980), scrittrice di ESP e membro della Society for Psychical Research, elaborò un profilo psicologico della Brown, suggerendo che la sua abilità medianica potesse derivare da sentimenti di frustrazione artistica inutilizzata. Lo psicologo Robert Kastenbaum (1932-2013) ipotizzò che le personalità identificate da Rosemary come compositori defunti potessero essere costruzioni della sua mente inconscia.

«Non ci sono temi sorprendenti, strutture complesse, profondità di sentimenti o innovazioni armoniche, tonali o ritmiche. Durante la loro vita terrena tutti i compositori non solo crearono musica eccezionale, ma contribuirono anche allo sviluppo di composizioni per tastiera. Una delle caratteristiche che li rendeva così straordinari era la loro imprevedibilità. La loro prossima composizione potrebbe aprire un nuovo dominio nella sensibilità e nella tecnica musicale. Ahimè, ormai sono tutti caduti in desuetudine. Non emerge nulla di nuovo che arricchisca le loro composizioni post mortem, e nulla sorprende, tranne forse la mancanza di sorprese.»

da Is There Life After Death? (1984) di Robert Kastenbaum

Il dottorando Erico Bonfim ha studiato una particolare sonata di Schubert prodotta dalla Brown e ha affermato:

«Ho scelto di indagare su una sonata attribuita a Schubert perché Schubert ha un modo molto speciale e particolare di trattare la forma sonata. Ciò che è davvero impressionante, in questa sonata che ho analizzato, è che si possono vedere tutte le caratteristiche più importanti del modo in cui Schubert tratta la forma sonata. Quindi questa non è certamente un’imitazione superficiale. Quindi quando gli scettici sostenevano che stava facendo solo un’imitazione superficiale, qualcosa forse di improvvisazione e così via, non non credo che fossero accurati, almeno per quanto riguarda alcuni dei suoi pezzi migliori.»

tratto da PhD student tackles enduring mystery of woman’s ghostly compositions (2022)

Accuse dirette di frode furono avanzate, ma senza prove concrete. Brown è stata paragonata a Matthew Manning, un medium britannico, entrambi senza una formazione professionale, ma capaci di produrre opere di qualità eccezionale. Studi successivi condotti da musicologi e psicologi hanno suggerito che le composizioni di Rosemary Brown potrebbero essere state generate dal suo subconscio, rappresentando un caso convincente di composizione inconscia su larga scala, così come sostiene lo psicologo britannico John A. Sloboda.

«(Rosemary Brown) amava la musica da bambina, mentre cresceva c’era un pianoforte a casa sua, sua madre suonava il pianoforte e lei stessa prendeva lezioni di pianoforte. Tutto questo, insieme alla maggiore abilità spesso mostrata in stati alterati di coscienza, sembra sufficiente a spiegare le sue composizioni musicali.»

da Paranormal and Transcendental Experience: A Psychological Examination (2011) dello psicologo André Neher

Conclusioni

Rosemary Brown
Rosemary Brown

Con il tempo, le “visite” dall’aldilà cominciarono a diradarsi, mano a mano che Rosemary Brown si indeboliva. Si è spenta il 16 novembre 2001, a 85 anni. Ma – come spesso accade con personaggi così fuori dagli schemi – non se n’è mai andata davvero. Le domande sulla sua musica, infatti, sono ancora tutte lì.

Una su tutte: perché ha canalizzato solo uomini? Possibile che dall’aldilà nessuna compositrice abbia voluto farsi viva? Barbara Strozzi, Ethel Smyth… ce ne sarebbero state eccome di voci femminili brillanti da evocare! E poi, se era davvero una truffatrice – ipotesi che molti hanno ventilato – perché non ha semplicemente scritto la sua musica? Sarebbe stato molto più audace (e anche più redditizio, forse). Ma la verità è che le sue composizioni hanno qualcosa di strano, di dissonante e allo stesso tempo familiare, tanto da lasciare il dubbio anche nei più scettici.

A volte mi chiedo: e se fosse davvero riuscita a captare qualcosa? Non dico per forza un Beethoven dall’aldilà in collegamento diretto… ma magari un frammento, un’eco, qualcosa che veniva da qualche parte dentro o fuori di lei. O magari era solo il suo subconscio, una parte di sé che improvvisamente ha trovato un canale per esprimersi.

Comunque sia andata, una cosa la penso con certezza: le musiche di Rosemary Brown sono tra le più assurde, affascinanti e inspiegabili che io abbia mai sentito. E forse, in fondo, è proprio questo il bello del mistero: non tanto scoprire se è vero o falso, ma lasciarsi incuriosire da ciò che non riusciamo a incasellare.

Chissà… magari da qualche parte, in un’altra dimensione, Rosemary sta ancora prendendo appunti.

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