Hafsteinn Björnsson

Hafsteinn Björnsson: la storia del grande Medium di Trance islandese del XX Secolo

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Hafsteinn Björnsson (1914-1977) è stato uno dei più grandi medium di trance del XX secolo e il più rinomato dell’Islanda. La sua attività medianica, caratterizzata da fenomeni come i comunicatori occasionali e intrusivi, e la xenoglossia (o xenolalia – la presunta capacità paranormale di parlare o scrivere una lingua al soggetto sconosciuta), fu oggetto di studio negli anni Settanta del secolo scorso da parte del parapsicologo islandese Erlendur Haraldsson (1931-2020) sia a Reykjavík che presso la American Society for Psychical Research (ASPR) di New York.

Hafstein nacque nei pressi di Syðri-Hofdalur, nella regione di Viðvíkursveit, situata nello Skagafjörður. La sua carriera nel mondo dei media ebbe inizio quando, durante la Pentecoste del 1937, si recò a Sólvallagatu dal romanziere e poeta Einar Hjörleifsson Kvaran (1859-1938), dove tenne il suo primo incontro con altri medium. La Pentecoste è una festività cristiana che celebra la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli, avvenuta cinquanta giorni dopo la Pasqua, segnando l’inizio della missione della Chiesa nel mondo. È considerata il giorno in cui nasce la Chiesa cristiana.

Due libri hanno trattato la chiaroveggenza di Hafsteinn Björnsson: Life is After This di Jónas Þorbergsson (1885-1968), pubblicato nel 1962, e Midillinn Hafsteinn Björnsson di Elínborg Lárusdóttir (1891-1973), uscito nel 1952. Nel 1972, Haraldsson e lo psichiatra Ian Stevenson (1918-2007) hanno condotto esperimenti scientifici per studiare le capacità spiritiche e psichiche di Hafsteinn.

Hafsteinn Björnsson e il suo dono medianico

Da bambino, Hafsteinn Björnsson giocava con i bambini Huldufólk che abitavano in una collina vicino alla sua fattoria. Gli Huldufólk (o Persone Nascoste) rientrano nel folklore islandese e faroese (delle Isole Faroe). Erano esseri soprannaturali simili a elfi che vivevano nella natura. Avevano un aspetto e si comportavano in modo simile agli umani, ma vivevano in un mondo parallelo. Potevano rendersi visibili a piacimento. Lo storico Konrad Maurer (Konrad von Maurer, 1823-1902) citava una fonte islandese del XIX secolo che affermava che l’unica differenza visibile tra le persone normali e gli Huldufólk dall’aspetto esteriore umano era ciò che definiva filtro, ovvero la parte che divide il naso dalle labbra superiori: gli umani lo avevano concavo e gli Huldufólk lo avevano convesso.

Anche la madre di Hafsteinn era sensibile verso il mondo invisibile e sosteneva il figlio nelle sue esperienze. Da adolescente Hafsteinn, lottò contro la cattiva salute e trascorse gran parte del suo tempo in ospedale. Anche nei momenti migliori, i suoi disturbi gli rendevano difficile svolgere lavori pesanti. Da giovane, Hafsteinn si trasferì a Reykjavík nella speranza di trovare un lavoro che gli si addicesse di più dei lavori agricoli. Per questo motivo, fu molto contento di ottenere un lavoro come ascensorista nel grande edificio della compagnia telefonica di Austurvöllur. Durante il suo soggiorno a Reykjavík, incontrò il devoto spiritista Einar H. Kvaran che lo incoraggiò a perseguire le sue capacità di comunicare con l’invisibile.

Hafsteinn Björnsson seguì il consiglio di Kvaran e iniziò a lavorare per la società spiritica islandese come trans-medium (o medium di trance). Proprio come qualsiasi altro medium, Hafsteinn Björnsson aveva un controllo ultraterreno. Nel suo caso, il controllo si rivelò essere Rúnólfur Rúnólfsson (1827-1879), noto anche come Rúnki. Durante il suo periodo come medium, aiutò migliaia di islandesi a entrare in contatto con il regno dei morti.

Uno dei lavori incompiuti di Björnsson risaliva al 1977, quando si era incontrato con il Dipartimento dei trasporti in merito alla costruzione di una strada che stavano per fare. La futura strada avrebbe dovuto attraversare un’area nota per il suo habitat di Huldufólk e non doveva essere disturbata. Per costruire la strada, una grande roccia, che molti credevano fosse una chiesa degli elfi, doveva essere rimossa. Questa strada si trovava su Tröllaskarður, a Hegranes, Skagafjörður. Nella seduta spiritica con i rappresentanti del dipartimento, scoprirono tramite il contatto ultraterreno di Hafsteinn, Rúnki, che una donna di nome Gríma aveva lanciato un incantesimo sulla zona chiamata Tröllaskarður e che ci sarebbe stata vendetta su coloro che avessero fatto saltare in aria la roccia.

Hafsteinn Björnsson morì prima che il Dipartimento dei trasporti terminasse di comunicare con i Huldufólk tramite lui.

Fantasmi sul letto di morte e gli albori da medium

Indriði Indriðason
Indriði Indriðason

I ricercatori nel campo della psichica distinguono due principali forme di medianità: quella prevalentemente fisica e quella principalmente mentale. Tra i medium fisici, lo spiritista Indriði Indriðason. Björnsson era un medium di trance, una caratteristica che lo distingueva dai medium psichici con cui venivano condotte molte delle ricerche contemporanee sulla medianità mentale.

In Islanda, non esistono veri e propri cognomi, ma solo patronimici, nomi che derivano dal nome del padre, usati per indicare la discendenza, spesso aggiungendo un suffisso come “figlio di” o “figlia di.”. Hafsteinn, figlio di Björn, era quindi chiamato Björnsson. Nato il 30 ottobre 1914, i suoi poteri psichici si manifestarono fin dalla prima infanzia e rimasero forti per tutta la vita. Da adulto, lavorò come esattore per la Radio Nazionale di Reykjavík. Il direttore generale della radio incoraggiò lo sviluppo delle sue capacità medianiche, ma resta Einar Hjörleifsson Kvaran il suo principale mentore, che in passato aveva addestrato lo spiritista islandese Indriði Indriðason (1883-1912), considerato il più rilevante che l’Islanda abbia mai prodotto, mentre Hafsteinn Björnsson emerge come il più importante medium mentale del paesedurante le sedute spiritiche.

Fantasmi sul letto di morte e gli albori da medium

Hafsteinn Björnsson
Hafsteinn Björnsson

Nel 1937, il poeta e spiritista Einar Hjörleifsson Kvaran, ormai anziano, invitò Hafsteinn Björnsson, allora ventiduenne, a casa sua. Hafsteinn, che fin da piccolo aveva avuto contatti con esseri ultraterreni, si trovava ora nella dimora del celebre poeta. Essendo un semplice contadino, Björnsson era nervoso e già si pentiva di aver accettato l’invito.

Kvaran lo invitò a sedersi e, appena Björnsson si accomodò, gli chiese se vedeva qualcuno nella stanza. Spaventato, Hafsteinn Björnsson rispose a bassa voce di sì. Curioso, Einar H. Kvaran gli domandò chi avesse visto. Björnsson lo guardò e disse: «Haraldur Níelsson». Il Rev. Níelsson era uno dei padri fondatori della Experimental Society e guardiano del medium Indriði Indriðason.

Non appena Björnsson pronunciò quelle parole, Kvaran lo fissò severamente e gli chiese bruscamente: «Come puoi provarlo!?» Questo spaventò Björnsson al punto che non riuscì a dire altro. La moglie di Einar, Gíslína, vedendo quanto fosse terrorizzato il giovane, suggerì di tenere una seduta spiritica. Einar pensò che fosse un’ottima idea… e così iniziò la vita di Hafsteinn come medium.

Da quel momento in poi, Einar H. Kvaran si prese cura del giovane e divenne il suo mentore nella nuova vocazione di medium. Hafsteinn Björnsson trascorreva spesso la notte nella casa di Kvaran, soprattutto dopo sedute spiritiche difficili, poiché si sentiva a disagio a tornare nel suo appartamento dove viveva da solo.

Gli studi sulla medianità di Björnsson

Erlendur Haraldsson
Erlendur Haraldsson

Il parapsicologo Erlendur Haraldsson venne a conoscenza di Hafsteinn attraverso un libro di Elínborg Lárusdóttir, una scritttrice prolifera che si era appassionata di fenomeni mistici e conobbe il medium Björnsson. Elínborg scrisse due libri sul medium, entrambi con lo stesso titolo: Il medium Hafsteinn Björnsson (Miðillinn Hafsteinn Björnsson), pubblicati rispettivamente nel 1946 e nel 1952.

Haraldsson contattò Björnsson e scoprì che il medium era disponibile a sottoporsi a studi sulla sua medianità. Anche Ian Stevenson, interessato a fenomeni come i comunicatori occasionali, la xenoglossia e altri aspetti della medianità di Björnsson, partecipò ad alcune delle indagini di Haraldsson. Hafsteinn Björnsson era noto per la sua cortesia, puntualità e ordine, qualità che lo resero molto apprezzato. Dopo il lavoro in radio, si recava a piedi alla vicina Icelandic Society for Psychical Research (ISPR), dove conduceva due sedute ogni sera, spesso non tornando a casa prima delle 22:00.

Le sedute si svolgevano in una stanza illuminata da una tenue luce rossa, iniziavano con preghiere e inni, e subito dopo si udiva un forte colpo che segnava l’entrata in trance di Björnsson. Le voci dei suoi spiriti guida e dei comunicatori occasionali si distinguevano chiaramente dal suo tono di voce usuale, e sera dopo sera appariva un flusso costante di comunicazioni, spesso rivolte a specifici partecipanti e complete di nomi e dettagli precisi.

Hafsteinn Björnsson utilizzava le sue vacanze per recarsi in località lontane da Reykjavík, dove poteva condurre fino a cinque sedute al giorno. Organizzava anche eventi su larga scala, chiamati incontri di chiaroveggenza, tenuti in sale comunitarie in campagna e in grandi cinema a Reykjavík. Questi incontri si differenziavano dalle sedute spiritiche poiché Björnsson entrava in uno stato di semi-trance, durante il quale era consapevole di ciò che accadeva intorno a lui, ma contemporaneamente percepiva la presenza di spiriti disincarnati. In genere, circa centocinquanta comunicatori occasionali si manifestavano durante questi incontri. Hafsteinn Björnsson iniziava descrivendo alcune persone e i loro parenti, amici o colleghi, e chiedeva ai presenti se riconoscevano le descrizioni; di solito qualcuno lo faceva. Tra marzo e aprile 1972, Erlendur Haraldsson documentò più di cinquanta sedute spiritiche e vari incontri di chiaroveggenza condotti da Björnsson.

Haraldsson accompagnò Björnsson in un viaggio verso l’Islanda orientale durante la Pasqua. Il loro volo fu ritardato a causa del maltempo, e mentre aspettavano, Björnsson disse a Haraldsson che gli spiriti della costa orientale si erano già radunati intorno a lui in attesa degli incontri. Giunti a destinazione, Hafsteinn Björnsson condusse cinque incontri al giorno, senza avere alcun coinvolgimento nelle prenotazioni e senza sapere chi avrebbe partecipato a ciascun incontro. Erlendur Haraldsson osservò che Björnsson evitava il contatto con i partecipanti prima e dopo gli eventi, preferendo trascorrere il breve intervallo tra un incontro e l’altro bevendo caffè e rilassandosi. Alcuni critici sostenevano che Björnsson raccogliesse informazioni sui partecipanti prima delle sedute spiritiche e degli incontri di chiaroveggenza, ma Haraldsson non trovò alcuna prova di ciò.

Hafsteinn Björnsson è il terzo da destra nella foto
Hafsteinn Björnsson è il terzo da destra nella foto

Hafsteinn Björnsson era sposato e visse per molti anni con sua moglie Thordis, ma la coppia divorziò quando entrambi erano di mezza età. Björnsson si risposò e visse con la sua nuova moglie fino alla sua morte improvvisa per un infarto nel 1977. Quando Thordis morì nel dicembre 1985, Erlendur Haraldsson e sua moglie Margret parteciparono al funerale, poiché la conoscevano bene.

Durante la cerimonia accadde qualcosa di straordinario: l’atmosfera della chiesa si riempì improvvisamente di una sensazione peculiare, simile a quella che caratterizzava le sedute spiritiche di Björnsson. Sembrava che lo spirito del medium e il suo seguito spirituale fossero presenti, accompagnati da un suono che, dopo un po’, svanì. Quando Erlendur e Margret lasciarono la chiesa, lui chiese a lei se avesse percepito qualcosa di insolito, e lei descrisse la stessa esperienza. Questo fu l’ultimo contatto di Erlendur Haraldsson con Hafsteinn Björnsson e la sua cerchia spirituale.

I Comunicatori Occasionali Spiritici (OCS) di Hafsteinn Björnsson

Hafsteinn Björnsson aveva numerosi spiriti guida, alcuni dei quali entrarono in contatto con lui casualmente, come intrusi durante le sedute spiritiche. Ecco i più importanti Comunicatori Occasionali Spiritici (OCS) di Björnsson:

Gudni Magnusson

Gudni Magnusson è stato un comunicatore occasionale descritto da Elínborg Lárusdóttir e successivamente esaminato da Erlendur Haraldsson e Ian Stevenson. Gudni apparve solo in una seduta spiritica nel gennaio del 1941. Durante questa sessione, lo spirito guida controllore di Björnsson, Finna, riportò che Gudni voleva contattare Hjalmar Gudjonsson, un partecipante, poiché era un conoscente dei suoi parenti. Finna descrisse Gudni come un giovane biondo, con i capelli radi, morto in un incidente in una zona vicino a Eskifjörður, una città portuale islandese con una grande industria della pesca, e Reyðarfjörður, nel comune di Fjarðabyggð. Gudni era morto a ventiquattro anni dopo che il suo camion era rimasto senza benzina su un passo di montagna. Il pesante sforzo per procurarsi del carburante aveva provocato un aggravamento di una precedente operazione intestinale. Sebbene fosse riuscito a tornare a casa, morì durante il trasporto in barca verso l’ospedale, dato che era ormai buio e i voli non erano possibili.

Eskifjörður oggi
Eskifjörður oggi

Nonostante queste informazioni non avessero significato nulla per Hjalmar Gudjonsson, le indagini a Eskifjörður confermarono l’esistenza di un giovane di nome Gudmundur (chiamato Gudni) Magnussen, che corrispondeva alla descrizione di Finna. Erlendur rintracciò i testimoni ancora vivi e raccolse documenti dell’epoca che confermarono il racconto, ma non aggiunsero nuove informazioni. Il legame tra Gudni e i parenti di Hjalmar Gudjonsson non fu mai confermato, anche se entrambi vivevano nella stessa area dell’Islanda e potrebbero essersi conosciuti. Non è chiaro se Gudni si fosse davvero ferito mentre tentava di riparare il camion o se durante il percorso a piedi. Tuttavia, molti dettagli del racconto di Finna furono confermati.

Lo Sciamano Inuit

Svend Fredriksen
Svend Fredriksen

Nel 1966, Svend Fredriksen, un danese originario di Sisimiut in Groenlandia, partecipò a una seduta spiritica con Hafsteinn Björnsson durante una visita in Islanda. Cresciuto giocando con bambini Inuit e imparando la loro lingua, Fredriksen si trasferì successivamente in Danimarca e lavorò a Copenaghen, dove incontrò lo scrittore islandese Jon Björnsson (1898-1986). Più tardi, si unì alla facoltà della Catholic University di Washington, DC, come professore di lingue e antropologia Inuit. Nel settembre del 1966, tornando a Copenaghen da Washington, Fredriksen si fermò a Reykjavík per visitare Jon Björnsson e partecipò a una seduta spiritica con Hafsteinn Björnsson. Al termine della seduta, Fredriksen tornò a casa molto emozionato, avendo avuto contatti con uno sciamano Inuit che aveva conosciuto da bambino in Groenlandia e con il quale conversò in inuit.

Negli anni Settanta, Erlendur Haraldsson cercò di incontrare Fredriksen a Washington, ma scoprì che era già deceduto. Tuttavia, Haraldsson riuscì a intervistare Jon Björnsson e due partecipanti alla seduta, confermando le informazioni riportate da Elínborg Lárusdóttir nel suo libro. Elínborg aveva documentato le osservazioni della seduta. Poiché Fredriksen non parlava islandese, un altro partecipante, che conosceva il danese, funse da interprete. Durante la seduta, numerosi comunicatori si rivolsero a Fredriksen direttamente in danese, e successivamente anche uno spirito chiamato Runki, che divenne nel tempo il controllo di Hafsteinn, descrisse un gruppo di groenlandesi vestiti in modo tradizionale, con slitte trainate da cani e kayak. Furono menzionati nomi che stupirono Fredriksen, in quanto erano persone che conosceva dalla sua gioventù in Groenlandia. Poi, Runki cedette il posto a un comunicatore a voce diretta che parlò nella lingua Inuit groenlandese, e Fredriksen rispose nella stessa lingua, scambiandosi alcune frasi con gioia.

Runólfur Runólfsson (Runki)

Runólfur Runólfsson
Runólfur Runólfsson

Runólfur Runólfsson (chiamato Runki), era un comunicatore occasionale, apparso per la prima volta alle sedute spiritiche di Hafsteinn Björnsson alla fine degli anni Trenta. La sua storia è stata narrata da Elínborg Lárusdóttir in suo libro e successivamente approfondita da Erlendur Haraldsson e Ian Stevenson, con un articolo di giornale. Nell’autunno del 1937, un comunicatore occasionale e sconosciuto iniziò a manifestarsi durante le sedute spiritiche regolari di Björnsson presso la casa del romanziere e poeta Einar Hjörleifsson Kvaran (1859-1938) a Reykjavík. Questo comunicatore rifiutava di rivelare il proprio nome e spiegava enigmaticamente di cercare la sua gamba che diceva si trovasse nel mare. Questo messaggio sembrava incomprensibile fino a quando, nel gennaio del 1939, un nuovo partecipante si unì al gruppo e il comunicatore accusò quest’uomo di avere la sua gamba a casa. Il nuovo partecipante non comprendeva il significato dell’accusa e fu detto al comunicatore di rivelare la propria identità se voleva continuare a essere ascoltato.

Il comunicatore scomparve per alcune settimane e poi riapparve, rivelandosi come Runólfur Runólfsson. Raccontò la sua storia: dopo una notte di bevute, era tornato a casa da solo lungo la spiaggia e, dopo essersi ubriacato su una roccia, era stato trascinato via dalla marea. La maggior parte del suo corpo fu ritrovata e sepolta, ma la sua gamba rimase dispersi e fu trovata solo successivamente. Era stata erroneamente messa nel muro di una casa in costruzione. Quando il custode della casa venne interrogato, indirizzò gli investigatori a una parrocchia dove furono trovati i registri di Runki. Il custode fece aprire i muri e scoprì il femore, che fu poi seppellito cerimoniosamente, soddisfacendo Runki. Conclusa questa faccenda, il suo atteggiamento burbero scomparve e divenne il principale controllo spiritico di Hafsteinn Björnsson.

Gli Spiriti del peschereccio July

Erlendur Haraldsson riuscì a organizzare due sedute spiritiche, scegliendo personalmente i partecipanti. La prima si tenne nell’ottobre del 1972 e vi parteciparono cinque persone che Haraldsson conosceva bene, tra cui Sveinn Freyr Rognvaldsson (1936-2022) e sua moglie Álma Benedikta Andrésdóttir (1934-2016). Durante la seduta, un gruppo di comunicatori si rivolse a Sveinn, identificandosi come uomini morti sui banchi di pesca di Terranova e fornendo i loro nomi completi. Questi uomini facevano parte dell’equipaggio del peschereccio July, affondato al largo di Terranova il 12 febbraio 1959 con trenta uomini a bordo. Sveinn li conosceva da precedenti viaggi su un’altra barca della stessa compagnia. In realtà, Sveinn avrebbe dovuto accompagnarli, ma si era ritirato a causa della forte opposizione di Álma, che aveva avuto la premonizione che non sarebbe tornato vivo se fosse partito quel giorno.

Sveinn non aveva mai incontrato Hafsteinn Björnsson, che non aveva motivo di sapere chi fosse. Björnsson avrebbe potuto aver sentito parlare della tragedia del July, poiché era ben nota in Islanda, o aver letto i nomi dei membri dell’equipaggio sui giornali dell’epoca. Tuttavia, Haraldsson si chiede perché quegli uomini dell’equipaggio del peschereccio si siano rivolti a Sveinn e non a un altro partecipante quel giorno o in un altro momento. Sveinn era l’unico partecipante con legami con l’equipaggio del July. Dopo aver scritto una bozza del suo resoconto, Erlendur Haraldsson telefonò a Sveinn, che ricordava ancora l’incidente e glielo descrisse nuovamente. Sveinn lesse il testo finale di Haraldsson e lo approvò. Haraldsson depositò una registrazione sonora di questa seduta presso la Biblioteca nazionale islandese.

Esperimenti negli anni Settanta

Negli anni Settanta, Erlendur Haraldsson condusse vari esperimenti per far identificare ai partecipanti le letture a loro destinate. Questi esperimenti si svolsero presso l’American Society for Psychical Research (ASPR) a New York e a Reykjavík, e i risultati furono pubblicati sul Journal of the American Society for Psychical Research.

Il primo esperimento fu il più riuscito. Haraldsson invitò Hafsteinn Björnsson a New York e, con l’aiuto del consolato islandese, reclutò dieci cittadini islandesi residenti in città per un incontro di chiaroveggenza. Nella stanza sperimentale, Björnsson era separato dai partecipanti da tende spesse. I partecipanti, uno alla volta, si sedevano su una sedia con tappi per le orecchie e cuffie con musica ad alto volume mentre il medium Björnsson dava le sue letture. Haraldsson scelse i partecipanti, ma l’ordine di ingresso fu casuale, determinato da Ian Stevenson, che non conosceva le loro identità. Le letture di Björnsson furono registrate e trascritte, e ogni partecipante cercò di identificare la lettura a lui destinata. Quattro su dieci riuscirono, un numero superiore a quello atteso per caso.

Dopo l’esperimento, Erlendur Haraldsson notò che tutti i partecipanti erano giovani e chiese loro di far valutare le letture ai genitori. I genitori ottennero risultati migliori, suggerendo un maggiore successo di Hafsteinn Björnsson rispetto a quanto indicato dal test formale.

Haraldsson condusse altri dieci esperimenti simili con Björnsson, sia a Reykjavík che a New York, ma i partecipanti non riuscirono a identificare costantemente le letture a loro destinate. Haraldsson ipotizzò che la presenza di troppi partecipanti potesse confondere il medium. Organizzò quindi un esperimento in cui ogni partecipante ricevette venti letture, dieci dal proprio esperimento e dieci da un esperimento precedente. I risultati mostrarono che i partecipanti tendevano a selezionare le letture dal proprio esperimento piuttosto che dall’altro, con una probabilità statistica di una su mille che ciò fosse dovuto al caso.

Messaggeri dall’Aldilà: le Guide di Hafsteinn Björnsson

Hafsteinn Björnsson
Hafsteinn Björnsson

Durante le sedute condotte da Hafsteinn Björnsson, spesso c’era un’entità di controllo come Finna o Runki che trasmetteva messaggi ai partecipanti, ma a volte altri spiriti comunicavano direttamente attraverso di lui. In questi casi, Björnsson prendeva la mano del partecipante che lo spirito voleva contattare. Una volta accadde con Erlendur Haraldsson, che era presente solo come osservatore e non partecipava attivamente alle sedute. Inizialmente, Haraldsson non riconobbe lo spirito, ma poi una voce sicura disse: «Che succede, amico, non mi riconosci? Sono Stefan, non ti ricordi di me in piscina?» Questo richiamò alla memoria di Haraldsson un paziente, di nome proprio Stefan, che aveva conosciuto durante il suo lavoro come massaggiatore in un sanatorio.

Stefan era un uomo energico con un’anca rigida, ma era anche molto vigoroso e cordiale. Erlendur Haraldsson lo vedeva spesso in piscina, dove Stefan era sempre il primo ad entrare la mattina. Il medium Hafsteinn, in trance, strinse la mano di Erlendur nello stesso modo deciso in cui Stefan era solito fare. Poi, con un’espressione tipica di Stefan, disse: «A loro piaceva che le pizzicassi, le signore», confermando così la sua identità. Questo episodio colpì profondamente Haraldsson, poiché Björnsson non avrebbe potuto sapere nulla di Stefan o del suo legame con Haraldsson.

In un’altra occasione, durante una comunicazione rivolta a una babysitter di Gardur, lo spirito attraverso Hafsteinn Björnsson si girò improvvisamente verso Erlendur Haraldsson e disse: «Conoscevo quest’uomo quando era giovane». Questo spirito era l’ex marito della sorella del padre di Haraldsson, che egli conosceva da quando era ragazzo e trascorreva le estati con la famiglia. Anche in questo caso, Haraldsson rimase perplesso su come Björnsson potesse sapere di questa connessione.

Conclusioni

Se devo essere sincero, Hafsteinn Björnsson è uno di quei personaggi che non si dimenticano facilmente. Più lo si conosce, più ci si rende conto di quanto fosse fuori dal comune, nel senso più profondo del termine. Non era solo un medium, era anche un uomo che, pur vivendo in un contesto difficile, riuscì a ritagliarsi uno spazio tutto suo nel mondo della medianità islandese. Un mondo che, a volte, può sembrare persino più “magico” di quello di altri paesi, se pensiamo al legame con il popolo invisibile e con la tradizione degli elfi islandesi.

Certo, per noi dell’Europa meridionale, alcune sue convinzioni possono suonare strane, magari persino folkloristiche. Ma a me sembra che in questo ci sia anche il suo fascino: non cercava consensi, non voleva impressionare. Semplicemente, viveva ciò che sentiva, in un modo che oggi forse ci siamo disabituati a considerare autentico.

La sua morte ha lasciato un vuoto – e non solo per l’Islanda. Björnsson rappresenta un tipo di medianità rara, fatta di passione genuina, di esperienze che non sembravano cercare spettacolo ma verità, e di un forte senso del dovere verso quel “mondo altro” con cui si metteva in contatto. Non era perfetto, certo. Ma aveva una forza tranquilla, quasi ostinata, nel continuare le sue sedute anche quando le prove mancavano, quando lo scetticismo cresceva, quando forse lui stesso dubitava.

E questo, secondo me, vale più di mille apparizioni clamorose o di comunicazioni stupefacenti. Perché mostra quanto la medianità, in certi casi, non sia solo un “dono”, ma anche una scelta di vita, fatta di costanza, ascolto, e talvolta di solitudine.

Il fatto che oggi pochi conoscano il nome di Hafsteinn Björnsson fuori dai confini nordici è quasi un paradosso. Ma forse è anche giusto così. Era un uomo che apparteneva al silenzio, al sussurro, al margine. E a volte sono proprio queste figure laterali a raccontarci qualcosa di autentico su cosa significhi davvero comunicare con l’invisibile.

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