Demonologia Apocrifa
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Demonologia Apocrifa: i demoni Tartaruchi

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I Tartaruchi nell’Apocalisse di Pietro

Dipinto di Pietro mostrato con il pallio e le chiavi del cielo (dipinto tra il 1610 e il 1612 da Peter Paul Rubens) - fonte: Wikimedia Commons
Simon Pietro detto Pietro

L’Apocalisse di Pietro è un antico testo cristiano del II secolo, rappresentante della letteratura apocalittica con influenze ellenistiche. Non fa parte del canone standard del Nuovo Testamento, ma è menzionato nel frammento muratoriano etiope, in versioni apocrife del Nuovo Testamento che differiscono notevolmente. Si classifica come parte di due versioni incomplete di un testo originale greco perduto: una versione greca successiva e una versione esistente. È il più antico elenco sopravvissuto dei libri del Nuovo Testamento, che indica che alcune autorità non avrebbero permesso la sua lettura in chiesa.

L’autore dell’opera è sconosciuto, anche se si presume che possa essere stato scritto dal discepolo Pietro (pseudopigrafo). L’Apocalisse di Pietro descrive una visione divina di Cristo. Dopo aver chiesto segni della seconda venuta di Gesù (parousia), l’opera esplora un viaggio nell’Aldilà (katabasis) e dettaglia sia la beatitudine celeste dei salvati sia le punizioni infernali dei dannati.

Dante Alighieri, ritratto da Sandro Botticelli 1495
Dante Alighieri

In particolare, le punizioni sono descritte in modo vivido e fisico, seguendo vagamente il principio del “occhio per occhio” della legge del taglione: i blasfemi sono sospesi per la lingua, i bugiardi che falsificano testimonianze hanno le labbra mozzate, i ricchi insensibili sono costretti a indossare stracci e ad essere trafitti da pietre affilate e infuocate, come se fossero mendicanti, e così via. Quest’opera rappresenta uno dei primi esempi dello stesso genere della celebre Divina Commedia di Dante Alighieri (1265-1321), in cui il protagonista viaggia attraverso i regni dell’Aldilà.

La menzione di Temeluchus La menzione di Temeluchus nel capitolo 40 dell’Apocalisse di Paolo è prefigurata nell’Apocalisse di Pietro, precedente e frammentaria:

«E tutti coloro che sono nel tormento diranno con una voce sola: abbi pietà di noi, perché ora conosciamo il giudizio di Dio, che ci aveva dichiarato prima, e non abbiamo creduto. E l’angelo Temeluchus verrà e li castigherà con tormenti ancora più grandi e dirà loro: Ora vi pentite, quando non è più tempo per il pentimento, e nulla della vita rimane.»

Apocalisse di Pietro

Il nome di Temeluchus è a volte reso come Aftemelouchos, Aftemeloukhos, Tartaruchus, Tatirokos, Temelouchos e T’ilimyakos. Si tratta della stessa figura e ciascuno di questi nomi rientra nella demonologia apocrifa.

I Tartaruchi nel Secondo Libro dei Maccabei

Temeluchus appare nuovamente nel Secondo Libro dei Maccabei al versetto 13 del capitolo 12 (considerato canonico nella Chiesa ortodossa etiope), mentre il malvagio re Tsirutsaydan sta proclamando la propria immortalità:

«E prima che finisse di dire questa cosa, l’Angelo della Morte chiamato T’ilimyakos scese e colpì il suo cuore. Morì in quell’ora. Poiché non lodò il suo Creatore, fu separato dal suo bellissimo stile di vita e perì, venendo dalla sua abbondante arroganza e dalla malvagità delle sue opere.»

2Maccabei (etiopi) 12:13

I Tartaruchi nel Libro di Enoch

Il Libro di Enoch è un’antica opera apocalittica attribuita tradizionalmente a Enoch, un personaggio biblico menzionato nel libro della Genesi nell’Antico Testamento. Enoch è descritto come un antenato biblico, figlio di Iared e padre di Matusalemme, vissuto prima del Diluvio.

Il Libro di Enoch è una raccolta di testi che include diverse sezioni principali, tra cui il Libro dei Veggenti, il Libro dei Giganti e il Libro delle Parabole. Si tratta di un insieme di scritti apocrifi che narrano visioni, rivelazioni cosmiche e dettagli sul mondo celeste, offrendo una prospettiva sulla creazione, la caduta degli angeli ribelli, il giudizio divino e il destino finale dell’umanità.

Enoch in una litografia di William Blake (1806)
Enoch in una litografia di William Blake (1806)

Nella tradizione ebraica e cristiana, Enoch è considerato un uomo giusto e un profeta, descritto come colui che camminò con Dio e fu traslato in cielo senza vedere la morte. La sua figura è citata nel Nuovo Testamento nella Lettera di Giuda e viene menzionata anche nella Lettera agli Ebrei per la sua fede.

Il Libro di Enoch è stato riscoperto e riacquistato interesse nel corso dei secoli, influenzando diverse correnti di pensiero religioso e filosofico. Tuttavia, non è incluso nel canone ufficiale delle Scritture ebraiche o cristiane, essendo considerato un testo apocrifo, anche se alcuni gruppi ebraici ed etiopi lo considerano parte della loro tradizione religiosa.

Nel Libro di Enoch è menzionato Abaddon, considerato un principe dei tartaruchi in una versione arcana del Libro di Enoch dove il demone è descritto anche come guardiano del Tartaro.

L’interpretazione di Giovanni Cassiano

Uno dei maggiori interpreti della demonologia apocrifa è senza dubbio l’abate Giovanni Cassiano (ca. 360-433 d.C.), noto anche come Giovanni l’Asceta e Giovanni Cassiano il Romano, originario presumibilmente della Dobrugia, regione della Scizia (o Scitia). Fu sacerdote e fondatore di monasteri ed è commemorato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa.

Come Sant’Antonio che lo precedette nello stesso secolo, Giovanni Cassiano fu uno dei primi autori significativi sulla natura e sulle caratteristiche dei demoni e sui rimedi contro le loro vessazioni e possessioni. Tuttavia, la Chiesa alla fine rifiutò la sua opera ritenendola apocrifa.

Giovanni Cassiano
Giovanni Cassiano

Le credenze di Cassiano riguardo ai demoni e al Diavolo sono centrate su tre fonti di origine per gli esseri umani. Secondo lui, i pensieri provengono da Dio, dal Diavolo e da noi stessi. I pensieri divini mirano a elevare l’umanità verso uno stato superiore di sviluppo spirituale. Al contrario, i pensieri demoniaci, associati al Diavolo, cercano di distruggere le persone attraverso il piacere del peccato, attaccandole con astuzie segrete e inganni mascherati da “angeli di luce” per convincere che il male sia bene.

Cassiano, così come Sant’Antonio, considera i demoni simili ai daimones dell’antica Grecia, creature che risiedono nell’aria e possiedono poteri soprannaturali. Questi esseri sono onnipresenti nell’aria stessa, ma per fortuna, restano invisibili agli occhi umani, poiché la sola visione potrebbe spingere gli individui alla pazzia. I demoni, simili agli esseri umani, condividono pensieri e percezioni simili e sono in grado di identificare le fragilità interiori e le vulnerabilità delle persone osservando il loro comportamento esteriore.

I libri 7 e 8 delle Conferenze (o Convegni), dedicati a Papa Leone I (ca. 400-461 d.C.), al vescovo di Fréjus e al monaco Elladio, riepilogano le importanti discussioni avute da Cassiano con gli anziani del monastero di Scete (oggi la regione di Wadi El-Natrun (Valle del Natrun) riguardo ai principi della vita spirituale e dell’ascetismo. Quest’opera si occupa di questioni specifiche legate alla teologia spirituale e alla pratica ascetica. In seguito, veniva letta nelle comunità benedettine dopo il pasto serale. Il titolo latino, Collationes, deriva dalla parola collation, nel senso di un “pasto leggero”.

Questi testi trattano delle conversazioni con l’abate Sereno (di Scete), concentrandosi ampiamente sul tema dei demoni. Attraverso la sua fede, il digiuno e la preghiera, Sereno riusciva a reprimere i suoi desideri sessuali e a resistere alle tentazioni demoniache. Secondo lui, i demoni non possono infiltrarsi direttamente e fondersi con lo spirito interiore degli esseri umani, ma sono capaci di individuare le inclinazioni naturali presenti al loro interno e sfruttarle per suscitare pensieri impuri. Ad esempio, se rilevano una predisposizione naturale alla gola, la utilizzano a proprio vantaggio. Tuttavia, prima di poter prendere possesso di un corpo, i demoni devono prima assumere il controllo della mente e dei pensieri dell’individuo.

Raffigurazione di un demone

Cassiano affermò che non tutti i demoni possono istigare ogni peccato all’interno di una persona: ognuno ha le sue specialità e sfrutta le opportunità in base ad esse. Inoltre, i demoni non riescono ad incitare molti peccati contemporaneamente, ma preferiscono concentrarsi su uno o due alla volta. Anche la forza e le capacità dei demoni variano individualmente: quelli più deboli cominciano prima, lasciando spazio a quelli più forti man mano che una persona oppone resistenza.

Secondo Cassiano, i demoni non possono affliggere le persone senza il consenso divino; non sono invincibili e hanno le loro preoccupazioni e incertezze nelle battaglie contro gli individui. Quando vengono sconfitti, si ritirano confusi e disperati. Cassiano osservò che già ai suoi tempi il potere dei demoni si era ridotto rispetto ai primi monaci del deserto, i quali non osavano addormentarsi contemporaneamente di notte per evitare l’attacco dei demoni.

Ci sono tanti termini e nomi per i demoni, disse, troppi da elencare:

«Ma sarebbe troppo lungo ricercare il tutto della Scrittura e percorrine i diversi tipi, come li chiamano i profeti, onocentauri, satiri, sirene, streghe, urlatrici, struzzi, monelli; e aspidi e basilischi nei Salmi; e sono chiamati leoni, draghi, scorpioni nel Vangelo e sono nominati dall’Apostolo il principe di questo mondo, i governanti di questa oscurità, e spiriti della malvagità.»

L’importanza delle prospettive di Cassiano emerge chiaramente nel suo forte convincimento riguardo alla presenza diffusa dei demoni, intenti ad attaccare le persone sfruttando la loro capacità di influenzare pensieri e desideri. Egli sottolinea che tali forze possono essere contrastate tramite la preghiera, il digiuno, il segno della croce e l’invocazione del nome di Cristo. Inoltre, Cassiano ha enfatizzato il legame tra i demoni e la pratica della magia, evidenziando come le arti magiche insegnate dai Guardatori alle “figlie di Caino” siano state corrotte dai demoni per scopi profani. Le arti magiche, gli incantesimi e le superstizioni venivano utilizzati per allontanare le persone dal sacro culto della Divinità, indirizzandole invece a onorare gli elementi, il fuoco o gli stessi demoni dell’aria.

Secondo Cassiano, la magia si tramandò oltre il diluvio grazie a Ham, figlio di Noè, che acquisì conoscenze magiche dalle discendenti di Caino. Ham, consapevole che Noè non avrebbe mai permesso libri di magia sull’arca, registrò i segreti su piastre metalliche e rocce resistenti all’acqua. Cassiano affermò: «Una volta che il diluvio terminò, Ham li cercò con la stessa curiosità con cui li aveva nascosti, trasmettendo così ai suoi discendenti un serbatoio inesauribile di profanità e peccato.»

Cassiano osservò che i primi cenobiti (menbro di una comunità di monaci) garantivano che un monaco recitasse costantemente preghiere, salmi o letture, poiché credevano che i demoni fossero particolarmente attivi durante la notte. Egli sottolineò il ruolo dello spirito maligno descritto da Davide nel respingere la preghiera secondo il Salmo 35:1-3, poiché i demoni ostacolano attivamente la vita virtuosa, ma possono essere respinti tramite la preghiera.

1 Di Davide.

Signore, accusa chi mi accusa,
combatti chi mi combatte.

2Afferra scudo e corazza
e sorgi in mio aiuto.

3 Impugna lancia e scure contro chi mi insegue;
dimmi: “Sono io la tua salvezza”.

Salmo 35:1-3 (CEI 2008)

Nonostante queste informazioni, non si sa molto sulla vita di Giovanni Cassiano, se non che il suo nome era probabilmente solo Cassianus, mentre l’aggiunta di Johannes sarebbe avvenuta successivamente in onore del teologo greco antico Giovanni Crisostomo (344/354-407). Cassiano morì nel 435 e le sue resti furono inizialmente custodite nell’abbazia da lui fondata, dedicata a San Vittore. Tuttavia, durante la Rivoluzione francese, l’abbazia fu distrutta e con essa andarono perdute le reliquie di Cassiano. Nonostante sia stato fatto santo, il suo trattato sui demoni è considerata demonologia apocrifa.

Le informazioni per questo paragrafo su Giovanni Cassiano sono state possibili grazie alla Oxford University Press (per il volume Tradition and Theology in St. John Cassian del 2007) e a The Encyclopedia Of Demons and Demonology (2009) di Rosemary Ellen Guiley (1950-2019), una scrittrice americana su argomenti legati alla spiritualità, all’occulto e al paranormale.

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