Bambole del Diavolo
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Bambole del Diavolo sulle fattezze del figlio di Satana

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La storia delle bambole del Diavolo inizia a New Orleans, una città con una storia ricca di folclore e voodoo (vudù), è stata a lungo avvolta da una leggenda inquietante. Si racconta che nel 1800, la figlia di una famiglia benestante sposò un ricco scozzese. Tuttavia, un ex amante geloso e arrabbiato cercò vendetta e si rivolse alla regina del voodoo, Marie Catherine Laveau, nota semplicemente come Marie Laveau (1804-1881), una religiosa, maga e praticante di voodoo statunitense.

Marie Laveau
Marie Laveau

Laveau, con il suo potere oscuro, maledisse la sposa. La maledizione si manifestò quando la giovane donna morì dando alla luce il suo primo figlio, una creatura grottesca che si diceva fosse la progenie di Satana. Laveau, nonostante la natura del bambino, lo portò a casa e lo allevò come suo fino alla sua morte. Si racconta che il bambino, noto come Diavolo Bambino di Bourbon Street (o Devil Baby), fu sepolto accanto a lei nel primo cimitero di Saint Louis.

Il Diavolo Bambino divenne una figura temuta tra i cittadini di New Orleans. Si diceva che si nascondesse nell’ombra, seminando il terrore ovunque andasse. Per proteggersi, i cittadini iniziarono a creare bambole di zucche che assomigliavano al Diavolo Bambino, sperando di spaventare la creatura reale. Queste bambole del Diavolo, sebbene rare, sarebbero ancora oggi considerate preziose reliquie.

Marie Delphine LaLaurie
Marie Delphine LaLaurie

Con l’avvento del XX secolo, nuove versioni delle bambole del Diavolo iniziarono a comparire in tutta New Orleans. Queste bambole erano così somiglianti al vero Diavolo Bambino che si credeva fossero possedute. L’artista Ricardo Pustiano, afferma di aver acquistato i resti dell’ultima di queste bambole del Diavolo e di ricrearle per la vendita. Molti dei suoi clienti sostengono che queste bambole del Diavolo siano malvagie, che seguano con i loro occhi di vetro e si muovano da sole.

La leggenda del Diavolo Bambino di Bourbon Street persiste ancora oggi. Si dice che il figlio mostruoso di una decana creola, adottato da Marie Laveau e battezzato da Marie Delphine LaLaurie (1787-1849), una famosa serial killer statunitense, continui a infestare il quartiere francese e i suoi dintorni. Alcuni sostengono che le sue ossa riposino accanto a quelle di Marie Laveau nel cimitero di St. Louis.

Origini della storia

Diavolo Bambino
Una raffigurazione del Diavolo Bambino

In passato, esistevano numerose rappresentazioni di questa celebre figura oscura, noto come uomo nero o bambino nero (o bambino oscuro), legata alla mitologia di New Orleans. Le prime incarnazioni erano scolpite da zucche essiccate e vuotate. Queste rudimentali bambole del Diavolo venivano frequentemente appese alle finestre degli antichi cottage dei francesi creoli, ovvero tutti coloro che nascevano in America da genitori entrambi nati in Europa o in Africa, per tenere lontano il vero Diavolo Bambino, che si credeva si nascondesse nell’oscurità appena fuori dalla portata delle luci a gas.

Altre bambole del Diavolo, scolpite in modo primitivo e complete di corna e coda di iuta annodata, apparivano occasionalmente sulle scale delle vittime sfortunate dei praticanti locali dell’Hoodoo, una forma di magia popolare sviluppatasi presso la popolazione afroamericana del Sud degli Stati Uniti.

Si racconta che Marie Laveau disapprovasse l’uso delle effigi del Diavolo Bambino, poiché rivelavano le “afflizioni”, come lei le chiamava, del suo protetto adottivo, il vero Diavolo Bambino. Oggi, queste prime bambole del Diavolo, intagliate a mano, sarebbero estremamente rare. Le famiglie che possiedono un tale reperto di solito lo conservano ben nascosto e lo passano di generazione in generazione, rendendo difficile stimare quanti di questi piccoli simulacri fossero effettivamente in circolazione.

Nel corso dei primi anni del XX secolo, si diffusero a New Orleans e nelle zone limitrofe diverse varianti della temibile bambola del Diavolo. Queste versioni erano più simili a veri e propri giocattoli, indossavano vestiti da neonato e potevano stare in piedi autonomamente, con un corpo imbottito e braccia leggermente mobili. Il volto delle bambole del Diavolo era invariato, caratterizzato da occhi vitrei e lascivi e piccole corna sulla fronte. Si raccontava che queste bambole del Diavolo avessero volti straordinariamente simili al vero Diavolo Bambino, come confermato da una donna che affermava di aver giocato da bambina con una bambola raffigurante il Diavolo Bambino.

Queste furono le prime bambole del Diavolo ad acquisire una reputazione di “infestate”. Erano un prodotto del “mercato nero” della vecchia New Orleans, e per possederne una era necessario avere forti legami con le società segrete e la comunità praticante del voodoo. Poiché sembrava che la sfortuna inseguisse le bambole (alcuni ritengono a causa di una maledizione gettata su tutte da Marie Laveau), nessuna di esse sembra essere sopravvissuta a quel periodo. Di una bambola rimanevano solo pezzi che erano stati conservati fino a poco tempo fa.

Ricardo Pustanio
Ricardo Pustanio (fonte: New Orleans Healing Center)

Di recente, grazie alle storie sul Diavolo Bambino pubblicate su New Orleans’ Haunted History e Haunted America Tours, l’artista locale e designer della parata del Carnevale di New Orleans noto come Mardi Gras (Martedì grasso), Ricardo Pustanio, è riuscito a recuperare i resti dell’ultima bambola Diavolo Bambino conosciuta (datata ai primi del Novecento). Da questi ha potuto ricostruire la bambola, rispettando le dimensioni e lo stile dell’originale, per utilizzarla nelle storie del sito infestato. Queste nuove bambole del Diavolo sono repliche fedeli a grandezza naturale delle bambole di inizio secolo prodotte nella vecchia New Orleans e, come i loro predecessori, emanano un’aura inquietante.

Le bambole del Diavolo, scolpite a mano, sembravano aver acquisito una vita propria. I loro occhi parevano seguirti mentre ti muovevi nella stanza vicino a loro, e quando erano riunite insieme a volte si sentiva il suono di sussurri e fruscii tra di loro. Dato che le bambole erano state costruite senza un reale intento magico, il fatto che sembrassero animate da qualche entità ultraterrena ha spinto Pustanio a sperimentare cosa sarebbe successo se le avesse separate.

Nonostante a nessuno piaccia avere le bambole del Diavolo in casa, Pustanio è riuscito a persuadere alcuni dei suoi amici a prendere ciascuno una delle bambole per custodirla. Non passò molto tempo prima che gli amici di Pustanio iniziassero a lamentarsi di avere le bambole e tutti erano impazienti di restituirle. Evidentemente, anche separate, c’era qualcosa di malefico nelle bambole del Diavolo. O forse, più semplicemente, solo una grande suggestione.

Attività paranormali delle Bambole del Diavolo

Uno degli amici di Pustanio avrebbe riferito che la bambola del Diavolo fosse posseduta perché sembrava muoversi autonomamente in assenza di persone. Era riposta in un armadio nella stanza degli ospiti e ogni giorno, al ritorno del custode dal lavoro, la porta dell’armadio era aperta e il Diavolo Bambino era steso a metà sul tappeto. Parrebbe che anche un’altra delle bambole del Diavolo di Pustanio si sia “liberata” durante la notte nella casa di una coppia di amici, rovesciando i posacenere e disperdendo perline da un kit artigianale sul pavimento della cucina. La coppia non aveva né animali domestici né figli; non c’era altra spiegazione per questi eventi insoliti.

Bert Reese
Bert Reese

Una terza bambola del Diavolo è stata posizionata presso il noto medium americano-polacco Bert Reese (1851-1926), noto soprattutto per le sue dimostrazioni di lettura dei biglietti (o trucco della busta), un effetto mentalista in cui un artista finge di usare la chiaroveggenza per leggere messaggi su fogli piegati o all’interno di buste sigillate. A Reese, che collezionava bambole rare, il Diavolo Bambino non piaceva inizialmente, ma alla fine accettò di tenerlo. Durante le due settimane in cui la bambola rimase con lui, fu continuamente svegliato dal pianto di un bambino. Alla fine della seconda settimana, l’uragano Katrina colpì, inondando la casa con oltre due metri di acqua torbida. Quando Reese tornò alla sua proprietà devastata, fu sconvolto nel scoprire che la bambola del Diavolo era uno dei pochi oggetti mancanti all’interno della sua casa. MA… tutto questo sarebbe molto affascinante se Bert Reese non fosse morto ben settant’anni prima dell’evento raccontato.

Sylvia Cross, un’investigatrice del paranormale specializzata in oggetti posseduti, avrebbe acquistato la sua bambola del Diavolo direttamente da Pustanio tramite internet. Credeva che sarebbe stata un’aggiunta perfetta alla sua collezione di bambole spettrali; non sapeva di aver acquistato qualcosa di autentico. In breve tempo notò cambiamenti nella posizione della bambola dal mattino alla sera; riferì di singhiozzi e pianti provenienti dalle vicinanze della bambola; e raccontò anche che i suoi due gatti evitavano la bambola, rifiutandosi persino di stare nella stessa stanza con essa. Cross avrebbe detto che «alcuni oggetti sembrano “nascere”, per mancanza di un termine migliore, con un’anima oscura. Credo che il Diavolo Bambino sia uno di questi oggetti. Se lo guardi negli occhi, puoi quasi percepire il bagliore di un’anima intrappolata e infelice». Interessante… se non fosse che non esiste nessuna investigatrice del paranormale di nome Sylvia Cross.

Altri ritengono che quel bagliore sia stato messo lì dal Diavolo stesso e che rivendichi ogni incarnazione del Diavolo Bambino come sua. Questa fantomatica Sylvia Cross avrebbe anche acquistato una bambola Voodoo Queen da Pustanio e sosterrebbe che anche quella sia infestata. Pustanio afferma che solo il suo talento e nulla di magico o spettrale è stato utilizzato nella creazione delle sue bambole, ma molti credono ancora che siano possedute da qualcosa di inspiegabile e strano.

È interessante notare che si dice che le precedenti incursioni di Pustanio in altre forme d’arte negli ultimi quindici anni, tra cui pittura e scultura, contengano qualcosa di soprannaturale. Oltre al suo negozio online, Ricardo Pustanio ha recentemente permesso che le sue bambole del Diavolo fossero messe all’asta su eBay come prima esposizione di una vasta collezione di opere d’arte ispirate a New Orleans. Una bambola del Diavolo è già stata venduta su eBay diverse volte; sembra che il vecchio detto “caveat emptor” (una sorta di avvertimento) non sia mai stato più appropriato! Alla domanda sulla possibilità che le sue opere d’arte siano infestate, Pustanio semplicemente alza le spalle e dice: «Ho sentito parlare di bambole infestate fin da quando ero piccolo. Nella nostra famiglia ne abbiamo avute diverse che sono venute da noi. Ma non avrei mai pensato che anche le mie bambole potessero essere infestate.»

Le bambole del Diavolo di Ricardo Pustanio, infestate o meno, sono molto richieste. Ogni pezzo è unico e può essere personalizzato e vestito con abiti per bambini forniti dall’acquirente.

Conclusioni

La leggenda della bambola del Diavolo di Ricardo Pustanio è immersa nel ricco folclore e nella storia del voodoo di New Orleans. Secondo la leggenda, queste bambole sono ricreazioni del famigerato Diavolo Bambino di Bourbon Street, un mostruoso bambino di una famiglia creola adottato dalla Regina del Voodoo, Marie Laveau.

Bambola del Diavolo (foto di Ricardo Pustanio)
Bambola del Diavolo (foto di Ricardo Pustanio)

Ricardo Pustanio, un artista locale e designer di carri allegorici del Carnevale di New Orleans (il Mardi Gras), avrebbe ottenuto resti dell’ultima bambola del Diavolo conosciuta sopravvissuta dai primi anni del XX secolo. Utilizzando questi resti, ha ricreato la bambola del Diavolo, così come repliche. Si dice che queste bambole manifestino comportamenti strani, come muoversi da sole, rovesciare portacenere e piangere quando sono separate.

Questi racconti sono in gran parte aneddotici e non sono stati scientificamente verificati; non solo, alcune di queste storie non le conosce neppure l’artista stesso. Mentre alcuni credono che le bambole siano possedute da qualcosa di inspiegabile e bizzarro, altri attribuiscono questi fenomeni al potere della suggestione e al ricco sfondo culturale di New Orleans.

In conclusione, la verità dietro la leggenda delle bambole del Diavolo di Ricardo Pustanio dipende largamente dalle credenze personali e dalle interpretazioni delle prove aneddotiche disponibili. Come per molti aspetti del folclore e del paranormale, la prova definitiva rimane sfuggente.

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