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Gli Spiriti di Halloween

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Festa di origine pagana o satanica?

Da tempo si dibatte spesso sulle reali origini della festa di Halloween. Più volte si è letto su blog e messaggi virali su vari social network che Halloween avrebbe origini pagane o addirittura sataniche. Forse si pensa che la festa abbia a che fare con il diavolo per via della leggenda del personaggio Jack O’Lantern, ma andiamo un passo alla volta e arriveremo anche a Jack.

Mi sembra scontato spiegare che è una festa americana celebrata il 31 ottobre in molte parti del mondo in cui si sfila in costumi macabri e i bambini bussano alle porte di molte case recitando la frase rituale ricattatoria trick-or-treat (dolcetto o scherzetto)… Ops! Oramai l’ho spiegato.

Prima di arrivare a spiegare l’errata derivazione pagana o satanica, si è anche detto che la festa di Halloween derivi da feste antiche romane per lo più private come Parentalia in cui si celebravano i parenti defunti, oppure dedicate alla dea dei frutti Pomona (Patrona pomorum).

Halloween festa del diavolo? NO!

Che Halloween sia la festa del diavolo è una tesi strettamente cattolica, in cui “sarebbe meglio gioire coi santi che giocare con i diavoli”. Ma diavoli e santi non sono sempre figure strettamente cattoliche?
E’ vero, una delle festività sataniche coincide con Halloween, ma basta dare un’occhiata in un blog o sito satanista per scoprire che anche loro spiegano l’origine celtica della festa di Halloween, in cui ci si traveste di mostri inventati nel cinema. Perché forse le streghe ai tempi dell’inquisizione andavano vestite con cappelli a tesa larga e abiti stracciati viola o neri, con verruche sul naso e scopa in mano? Forse gli zombie e le mummie che camminano sono esseri demoniaci di cui nostro Signore ci ha messi in guardia? Quindi, prendiamo tutti un bel respiro e analizziamo la questione oggettivamente.

Halloween è una festa che celebrano le persone di alcune culture sociali e religiose. Anche i satanisti festeggiano Halloween, ma questo cosa c’entra? E’ sorprendente che la Chiesa scriva di questa festa come pericolosa per il proprio passato quando il passato della Chiesa stessa è macchiato di vittime innocenti.
Indubbiamente Halloween è un enorme business commerciale, perché forse la Pasqua e il Natale no?
Direi che il Natale forse ha il più alto indice di business che possa avere Halloween. C’è una diceria strettamente cattolica dettata da un esorcista che ha scritto un libro sulle origini pagane e sataniche di Halloween, in cui al numero verde del Vaticano arriverebbero telefonate di famiglie preoccupate perché i propri figli sono stati circuiti da persone di religioni occulte e sette sataniche. Davvero? Conoscete famiglie a cui questo è accaduto?
Forse ci potrebbero essere altre spiegazioni, ma dubito la festa in sé.

Halloween è una festa pagana? NO!

Halloween non è una festa pagana. Carnevale è una festa pagana. Non facciamoci prendere in giro. Cercate voi stessi la verità. Ma per evitarvi la noia, Archaeus ve la riporta qui.

Non ci sono riferimenti di Halloween nelle antiche feste pagane. Bensì ci sono riferimenti al Carnevale. Il Carnevale deriva infatti da feste antiche greco-romane. E già potrei fermarmi qui. Ma spieghiamo meglio.

Si tratta di antiche feste di varia origine: da quelle greche in onore del dio del vino Dionisio, in cui lo scopo era raggiungere il massimo stato di ebbrezza per lasciarsi andare in esaltazioni di ogni tipo anche a sfondo sessuale, ai riti di purificazione celebrati a febbraio dai sacerdoti detti luperici in onore del dio Fauno (al tempo Luperco o Lupercus in latino), ai saturnali che erano antiche feste popolari romane in onore di Saturno, in cui sfilavano per la città dei carri festosi trainati da animali conciati in maniera bizzarra, per poi continuare con tavolate e danze.

Non solo, le origini del Carnevale sono ancora più antiche, addirittura legate agli antichi riti Egizi. Infatti gli antichi Egizi celebravano feste con rituali e manifestazioni pubbliche in onore della dea Iside. Alcuni studiosi affermano che già 10.000 anni a.C. i celebranti festività simili al carnevale di oggi, usavano dipingersi il viso e il resto del corpo, e festeggiavano con ricchi banchetti e danze rituali.

Forse è l’etimologia del termine Carnevale ad avere qualche incertezza sulla propria origine. Per alcuni deriverebbe da carrus navalis, ovvero carri dalla forma di nave che venivano usati nell’antica Roma durante le  processioni di purificazione. Per altri deriverebbe invece da carnem levare, una tradizione medioevale nella quale veniva bandito il consumo della carne dalla dieta. In pratica la sera precedente il mercoledì delle Ceneri veniva allestito un banchetto di addio alla carne, in cui ci si saziava prima del digiuno quaresimale.
Non dimentichiamo che a partire dal Quattrocento, il Carnevale fu mirino di attacchi da parte di moralizzatori in quanto consideravano troppo pagani i festeggiamenti di quel periodo. Molte delle festività pagane oltre il Carnevale, come il Natale e l’Epifania, sono state cristianizzate. Quindi, se c’è una festa che ha origini pagane fra Halloween e il Carnevale, è senz’altro quest’ultimo.

Halloween è una festa di origine celtica? SI!

Halloween non nasce in America, bensì ha origini antichissime nella verde Irlanda, quando col nome Erin era dominata dal popolo dei Celti. Halloween infatti corrisponde al capodanno celtico Samhain. Secondo gli studiosi di fine Ottocento Rhŷs e Frazer, il calendario celtico in uso più di due mila anni fa tra i popoli dell’Inghilterra, dell’Irlanda e della Francia settentrionale, iniziava il nuovo anno proprio il 31 ottobre.

A seguito della terribile carestia dell’800 che spinse gli irlandesi a migrare negli Stati Uniti, la leggenda di Halloween fu esportata oltreoceano. I Celti erano un popolo di pastori che occupavano la maggior parte del tempo nell’allevamento del bestiame o nella coltura dei campi. Finita la stagione estiva, i pastori celti riportavano i greggi nelle proprie valli e iniziavano a prepararsi all’arrivo del nuovo anno che iniziava per loro il 1° novembre. Per celebrare l’inizio del lungo inverno, i celti si davano ai festeggiamenti. Questo periodo di feste era chiamato Samhain (si pronuncia sow-in). Notate l’assonanza fra sow e cow che in inglese è il bestiame. Samhain deriverebbe dal gaelico Samhuinn (ovvero Summer’s End, la fine dell’estate). In altre parti dell’Irlanda la festa era nota anche come La Samon, la festa del Sole. Come molte feste antiche, lo Samhain serviva anche per esorcizzare gli eventuali pericoli che celava l’inverno alle porte.

Per i Celti il tempo era suddiviso in cicli. Uno era appunto lo Samhain (31 ottobre), poi c’era lo Yule (21 dicembre), successivamente Imbolc (1-2 febbraio), Ostara (21 marzo),  Beltane (30 aprile – 1 maggio), Litha (21 giugno), Lughnasadh (1 agosto) e infine il Mabon (21 settembre), per poi ricominciare con lo Samhain. Ogni ciclo era considerato importante e carico di fascino e magia. Ricordiamoci che i Celti credevano nelle divinità legate alla natura. Forse nasce qui l’accostamento con le streghe che celebravano i sabba in mezzo ai boschi. Quindi è vero pensare che Halloween sia la festa della morte, ma nel senso naturale, in quanto l’inverno era sicuramente “la morte della natura”. Durante l’inverno le foglie cadono morte a terra, cade la neve e la vita sembra morire, perché inizia a tacere. In realtà la natura si sta rinnovando sottoterra. E chi riposa sottoterra? I morti. Ecco spiegato in parole semplici l’accostamento dello Samhain con il culto dei morti. Infatti i Celti credevano che alla vigilia di ogni nuovo anno, quindi il 31 ottobre, lo Samhain richiamasse a sé tutti gli spiriti dei morti che, secondo la loro credenza, vivevano nel Tir nan Oge, un luogo fisico  in cui regna la felicità e un’eterna giovinezza. Durante lo Samhain le forze degli spiriti potevano unirsi a quelle dei viventi, facendo dissolvere temporaneamente le leggi del tempo e dello spazio, in modo che l’aldilà si potesse fondere con il mondo dei vivi e permettendo quindi agli spiriti di “camminare” indisturbati sulla Terra. Per cui lo Samhain era una celebrazione che nasceva dall’unione della paura della morte con la gioia e allegria dei festeggiamenti della fine del vecchio anno.

Rappresentazione della celebrazione celtica al Fuoco Sacro

La celebrazione consentiva anche in un cerimoniale, in cui nella notte del 31 ottobre i Celti si riunivano sulle colline per l’accensione del Fuoco Sacro in cui venivano sacrificati animali. Durante questa cerimonia indossavano maschere grottesche, spesso in corteccia d’albero, poi nel tempo sostituite con quelle di cuoio o pelle. Nel ritorno verso i villaggi si facevano luce con delle lanterne costruite con delle grosse cipolle intagliate al cui interno ardevano le braci del Fuoco Sacro. Mi chiedo quanto lacrimassero gli occhi… Scherzi a parte, non erano solo le grandi cipolle ad essere intagliate, ma anche altri frutti della natura come i cavoli di rapa. Le festività proseguivano poi per altri tre giorni, sempre mascherati e coprendosi con le pelli degli animali sacrificati. Questo mascheramento serviva per spaventare gli spiriti e scacciarli. Nel tempo in Irlanda si prese l’abitudine di accendere fiaccole fuori dalle porte di casa e di lasciare dei doni in natura, come frutta o latte, per gli spiriti che avrebbero fatto visita ai propri parenti, così da potersi rifocillare e quindi contenti, non pensare di spaventare i viventi.

Quando nelle Isole Britanniche arrivò l’evangelizzazione, il concetto della vita cambiò quasi radicalmente, allontanandosi da quello celtico. La Chiesa fece di tutto per sradicare i culti pagani, anche se non ci riuscì del tutto. Il culto della festa di Halloween non fu completamente soppiantata da un’altra festa cristiana, ma in qualche modo la Chiesa riuscì a cristianizzarla grazie all’intervento a Odilone, quinto abate di Cluny, che nel 998 d.C. istituì la festività di Ognissanti il primo giorno di novembre, e il giorno successivo il pro requie omnium defunctorum, l’Eucarestia offerta al Signore per la commemorazione dei defunti. Da lì a poco tutta l’Europa cristiana iniziò a celebrare queste feste, giungendo infine anche nella capitale italiana. La festa di Ognissanti venne celebrata per la prima volta a Roma il 13 maggio 609 d.C. per il Pantheon alla Vergine Maria. Il Pantheon all’epoca costituiva uno dei luoghi più significativi del culto pagano, anche questo convertito al cristianesimo. Fu Papa Gregorio III a stabilire che anche in Italia la festa di Ognissanti si celebrasse il primo giorno di novembre. Così nel IX secolo d.C., grazie al volere del nuovo pontefice Papa Gregorio IV venne ufficializzata la data del 1 novembre per la festa di Ognissanti e quindi estesa a tutta la Chiesa. Solo i cristiani Ortodossi non celebrano questa festività a novembre, bensì in primavera nella domenica successiva alla Pentecoste.

Tornando ai migranti irlandesi verso gli Stati Uniti, la festa di Halloween fu molto presto un’usanza celebrata anche in America. Poi successivamente, grazie all’avvento dei media come la televisione e il cinema, Halloween fu diffuso nel resto del mondo. E le zucche intagliate sono così arrivate anche da noi, quelle zucche che gli americani hanno sostituito alle cipolle degli antichi Celti, ma il simbolismo è lo stesso.

La leggenda di Jack O’Lantern

Abbiamo visto che le zucche intagliate hanno molta similitudine con le cipolle intagliate dai Celti. Nonostante tutto in America arrivò anche la leggenda irlandese di Jack O’Lantern.

Jack era un ubriacone molto avaro, un fabbro che in una notte di Ognissanti (All Hallows Eve, poi diventato Halloween) era giunto alla sua fine. Un attacco di cirrosi epatica lo stava per uccidere. Ma ecco che arriva il “Diavolo” pronto a reclamare la sua anima. Perché le virgolette? Continuate a leggere la storia e vi chiederete che razza di Diavolo era.

Jack non era molto d’accordo nel lasciargli la sua anima, e così decise di chiedere al Diavolo un ultimo desiderio cercando di persuaderlo e impietosirlo. Stranamente, visto la nomea del Diavolo, questi accettò. L’ultimo desiderio espresso da Jack era di farsi un ultimo bicchiere di birra.

«Purtroppo non ho con me nemmeno un penny» disse Jack al Signore dell’Inferno. «Quindi, signor Diavolo, puoi trasformarti in una moneta da sei penny così da permettermi l’ultima bevuta ed esaudire il mio desiderio?»

Quel giorno il Diavolo doveva essere davvero di buon umore, o forse era ubriaco pure lui, quindi si trasformò in una moneta da sei penny. Immediatamente il furbo Jack prese la moneta e la infilò velocemente nel suo portamonete accanto ad un crocefisso d’argento, così che non si potesse ritrasformare nel Diavolo. Jack, prima di lasciarlo andare, propose al Diavolo un patto: posticipare di un anno la presa della sua anima. Il Diavolo accettò nonostante il primo inganno e se ne tornò da dove era venuto.

Intanto Jack pensava di migliorare il proprio comportamento così da evitare che il Diavolo si ripresentasse l’anno successivo. Invece da lì a poco, Jack tornò ai suoi brutti vizi fatti di avarizia e stati di ebbrezza.

La notte di Ognissanti successiva arrivò e il Diavolo si ripresentò nuovamente al suo cospetto. Ancora una volta Jack cercò di persuadere questo “povero diavolo”, forse poco esperto e sciocco, con un’ennesima richiesta. «Senti, signor Diavolo, prima di morire vorrei mangiarmi quella mela che si trova sull’estremità di quel ramo d’albero. Potresti aiutarmi a prenderla?» Per una richiesta così poco rischiosa, il Diavolo non perse tempo e si mise sulle spalle di Jack per afferrarla.

E’ buffo pensare che la mela, quale frutto simbolo del “peccato originale” indicato proprio dal Diavolo ad Adamo ed Eva sia, questa volta, il Diavolo stesso a coglierlo. Mentre il Diavolo afferrava la mela, il furbo Jack sotto di lui, incise rapidamente sul tronco dell’albero una croce, così che il Diavolo non riuscì più a scendere, rimanendo appeso al ramo come un babbeo. A questo punto fu proprio il Diavolo a impietosire Jack e gli promise di lasciarlo stare per dieci anni. Jack, furbo com’era, rilanciò l’offerta come una partita a poker e disse: «Se ti faccio scendere mi devi promettere che non pretenderai mai più la mia anima». Non avendo scelta, il Diavolo accettò. Quindi Jack visse per tutti i dieci anni con serenità? No! Perché il suo fegato non era interessato agli accordi presi con il Diavolo, e una cirrosi epatica lo stroncò.

Chiaramente Jack non andò in Paradiso, ma si ritrovò alle porte dell’Inferno. Il Diavolo era ancora così offeso che non lo fece entrare e disse al furbo ubriacone: «Una promessa è una promessa. Quindi mio caro Jack, io qui non ti voglio!». Voltandosi alle spalle Jack vedeva solo buio: «Signor Diavolo, aiutami a ritrovare la strada del ritorno…». Impietosito ancora una volta, ma si direbbe l’ultima, il Diavolo gli diede un tizzone infuocato.
Jack, che non si sa per quale motivo avesse con sé una grossa rapa, la intagliò e ci mise dentro il pezzo di carbone ardente, in modo che potesse illuminare la strada del ritorno. Quindi nella notte di Halloween, aguzzate bene la vista… potreste vedere una fiammella che si muove nell’oscurità. Quello è Jack O’Lantern (Jack della Lanterna) che vaga in cerca della sua casa.

Dalle cipolle e dai cavoli di rapa fino alle zucche. In America le zucche erano sicuramente più grandi e più facili da intagliare rispetto i cavoli di rapa degli irlandesi, così dal 1840 le rape furono sostituite con le zucche. La raffigurazione simbolica di Jack O’Lantern è infatti una figura con un’enorme zucca al posto della testa, intagliata e illuminata dal suo interno.

Dolcetto o Scherzetto (Trick-or-treat)

Di dolci ad Halloween se ne parla dai tempi del Medioevo, quando veniva preparata la soul cake (torta dell’anima), un dolce fatto di pane e decorato con uva sultanina, a volte anche col ribes. Nella tradizione a-souling (o a-soalin), per ogni fetta di torta ottenuta, ciascun bambino doveva dire una preghiera per l’anima di un parente defunto in modo che si liberasse dal Purgatorio per andare in Paradiso. Molto simile al wassailing e al caroling natalizio che si differenzia per le preghiere ai morti al posto delle torte.

I bambini recitavano la canzone della soul cake con queste parole:

«A soul cake!
A soul cake!
Have mercy on all Christian souls, for A soul cake!»
(tradotto suona circa Abbi pietà per tutte le anime Cristiane per una torta dell’anima)

Questa parrebbe quindi l’origine della moderna Trick or Treating, abbreviato poi con Trick-or-treat (in italiano dolcetto o scherzetto):

 «Trick-or-treat, trick-or-treat, give me something good to eat».
(Dolcetto o Scherzetto, dammi qualcosa di buono da mangiare)

… in cui i bambini mascherati da fantasmi o mostri, suonano alle porte delle case chiedendo dei “dolcetti buoni da mangiare” Se non vengono dati i dolci ai bambini, questi faranno senz’altro qualche scherzo.

Concludendo, se la festa di Halloween viene bandita dalla Chiesa perché coincide con una festa celebrata anche dai satanisti, la Chiesa dimentica però che nello stesso giorno, sin dagli anni Cinquanta, l’Unicef (United Nations Children’s Fund) dedica proprio nello stesso giorno la raccolta fondi ai bambini bisognosi… non solo di caramelle. Avrete sicuramente visto Linus dei Peanuts (testimonial dell’operazione di sensibilizzazione) andare a cercare il suo grande cocomero, che nella versione originale era proprio una zucca.

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