William Mumler rappresenta una delle figure più enigmatiche e discusse nella storia della fotografia e del movimento spiritualista del XIX secolo. La sua fama è legata alla fotografia spiritica, una pratica controversa che iniziò quasi per caso, quando sviluppò una foto che sembrava mostrare non solo la propria immagine, ma anche quella della cugina defunta. Da quel momento, Mumler divenne il primo fotografo a specializzarsi nella rappresentazione degli spiriti, sostenendo che le sue immagini catturassero la presenza di esseri ultraterreni.
Il contesto storico in cui visse e operò William Mumler era caratterizzato da un interesse diffuso per il soprannaturale e il mistero della vita dopo la morte. Nel XIX secolo, molti americani erano affascinati dallo Spiritualismo, un fenomeno che prendeva piede specialmente tra coloro che cercavano conforto dopo aver subito perdite personali, soprattutto a seguito della Guerra Civile Americana (1861-1865). Durante questo periodo, la fotografia spiritica sembrava offrire una “prova” tangibile dell’esistenza dell’aldilà. Per molti, Mumler rappresentava un ponte tra i vivi e i morti.
La fotografia spiritica divenne rapidamente popolare, attirando una clientela composta da persone in lutto e alla ricerca di speranza. Tra i suoi ritratti più noti figura quello di Mary Todd (1818-1882) accanto allo spirito del marito Abraham Lincoln (1809-1865), un’immagine che fece molto discutere e accrebbe la sua notorietà. Tuttavia, la carriera di Mumler non fu priva di controversie. Molti lo accusarono di frode, sostenendo che le sue fotografie fossero semplici trucchi. Alla fine, le accuse portarono Mumler a un processo per truffa, durante il quale la sua integrità e le sue abilità furono messe in discussione.
In questo articolo, esploreremo le origini e il contesto della carriera di William Mumler, il suo controverso processo, il ruolo della moglie Hannah e l’impatto culturale che la sua opera ha avuto, analizzando come un fotografo autodidatta sia riuscito a trasformare un presunto errore tecnico in un fenomeno sociale che continua a suscitare interesse e dibattiti fino ai giorni nostri.
Le Origini della Fotografia Spiritica
Nel 1862, William Howard Mumler (1832-1884) era un incisore di gioielli e praticava la fotografia solo nel tempo libero. Tuttavia, un giorno, mentre si trovava nello studio della fotografa Helen F. Stuart (1817–1888) a Boston e sperimentava con la tecnica della lastra umida al collodio, accadde qualcosa di straordinario. In un autoritratto apparve, accanto alla sua figura, una sagoma spettrale che ricordava una sua cugina defunta. Inizialmente, Mumler pensò a un difetto della lastra, ma la notizia della “fotografia spiritica” si diffuse rapidamente, attirando l’attenzione degli spiritualisti.
L’immagine fu descritta in un articolo pubblicato sul The Herald of Progress (vol. 3, n. 37, 1 novembre 1862), un giornale spiritualista di New York. Il 5 ottobre 1862, di domenica, Mumler si trovava nello studio fotografico della signora Stuart, situato al numero 258 di Washington Street, per sistemare alcune sostanze chimiche deteriorate.
Dopo aver preparato una lastra fotografica e posizionato una sedia accanto al fuoco della camera per regolare l’inquadratura, William Mumler decise di scattare una fotografia formato tessera di sé stesso. Si posizionò rapidamente e rimase immobile per il tempo necessario all’esposizione.La fotografia fatta pervenire alla redazione è accompagnata da una nota di Mumler:
«Questa fotografia è stata scattata da me, a me stesso, di domenica, quando non c’era nessuna anima viva nella stanza accanto a me, per così dire. La figura alla mia destra la riconosco come mia cugina, morta circa dodici anni fa.»
W.H. Mumler
L’articolo descrive la figura emersa durante lo sviluppo della fotografia, citando il Dr. Henry F. Gardner, rinomato spiritualista di Boston e investigatore del paranormale, come garante dell’autenticità degli scatti. Viene inoltre riportato che William Mumler subì una significativa perdita di energie durante il processo, limitandolo a un massimo di tre o quattro sessioni giornaliere. Sebbene i dettagli delle figure risultassero talvolta sfumati, queste immagini venivano spesso riconosciute dai familiari come rappresentazioni fedeli dei loro cari defunti.
L’articolo esortava la comunità scientifica a indagare sul fenomeno, sospendendo il giudizio ma evidenziandone il potenziale interesse per lo spiritismo e la fotografia chimica. Questo metodo, sviluppato a partire dal XIX secolo, si basa sull’esposizione della luce su una superficie fotosensibile, generalmente una lastra o una pellicola trattata con composti d’argento, seguita da una serie di trattamenti chimici per sviluppare, fissare e rendere permanente l’immagine.
La pubblicazione dell’articolo segnò l’inizio della notorietà di Mumler tra i sostenitori della vita dopo la morte. Un anonimo sostenitore del movimento spiritualista, profondamente colpito dall’immagine, si recò da Mumler per ottenere una copia firmata della fotografia, contribuendo così a diffondere ulteriormente la sua fama.
Convinto del potenziale della fotografia spiritica, William Mumler abbandonò il lavoro di incisore per dedicarsi interamente a questa nuova attività. Inizialmente scettico sulla natura delle apparizioni, con il tempo, sia per convinzione personale sia per esigenze economiche, divenne un fervente sostenitore dell’autenticità dei suoi ritratti spiritici.
Il Successo tra i Sopravvissuti della Guerra Civile
La scelta di William Mumler di specializzarsi nella fotografia spiritica si rivelò particolarmente fortunata dal punto di vista commerciale. Nel contesto della Guerra Civile Americana, molti americani avevano perso cari e cercavano conforto. Le fotografie spiritiche di Mumler rispondevano a un bisogno collettivo di riconciliazione con il lutto, offrendo una sorta di consolazione visiva che sembrava dimostrare la vicinanza degli spiriti.
Oltre a Mary Todd Lincoln, altre figure spiritualiste di rilievo si fecero ritrarre da Mumler, tra cui la medium Hannah Frances Green, che divenne sua moglie e collaboratrice, e il giovane Master Herrod, un medium di Bridgewater, Massachusett, che attirò l’attenzione del pubblico per le sue capacità di evocare apparizioni in trance. Il successo di Mumler era ormai tale che le sue fotografie venivano vendute non solo come testimonianze di presunti fenomeni soprannaturali, ma anche come oggetti di culto per i devoti al movimento spiritualista.
La Fama e il Processo Controverso di Mumler
Nonostante il crescente successo, le immagini di William Mumler non passarono inosservate ai critici. Nel 1869, l’ufficio del sindaco di New York organizzò il suo arresto con l’accusa di frode. Le autorità sostenevano che Mumler approfittasse delle emozioni di coloro che avevano perso i propri cari, vendendo fotografie spiritiche come prova dell’aldilà. Il processo attirò una notevole attenzione mediatica e si svolse in un clima di grande interesse pubblico. Tra i principali testimoni a favore dell’accusa vi era il celebre impresario e showman P.T. Barnum (Phineas Taylor Barnum, 1810-1891), noto per i suoi spettacoli di fenomeni “curiosi” e spesso falsi. Barnum accusò William Mumler di sfruttare il dolore della gente, e presentò una fotografia manipolata che ritraeva il “fantasma” di Abraham Lincoln come prova di quanto fosse facile ingannare il pubblico.
Nonostante le accuse, Mumler riuscì a ottenere l’assoluzione. La difesa sostenne che non esistevano prove definitive che dimostrassero la manipolazione delle sue immagini. Molti dei suoi clienti testimoniarono a suo favore, affermando di aver ottenuto un profondo conforto dalle sue fotografie, poiché credevano sinceramente che contenessero la presenza dei loro cari defunti. La decisione di assoluzione non fu però sufficiente a riparare completamente la reputazione di Mumler, che uscì dal processo con un’immagine fortemente compromessa agli occhi di molti.
Lo Sviluppo del “Processo Mumler”
Nonostante le difficoltà legali e la reputazione compromessa, William Mumler continuò a lavorare nella fotografia. In questo periodo sviluppò una tecnica innovativa, che divenne nota come il Processo Mumler. Il metodo era pensato per semplificare e velocizzare la produzione delle lastre fotografiche, rendendo il processo di stampa più accessibile e rapido. Grazie a questa tecnica, Mumler fu in grado di realizzare immagini a costi ridotti, il che le rese appetibili non solo per la fotografia spiritica ma anche per il fotogiornalismo emergente dell’epoca. Con il Processo Mumler, le immagini potevano essere riprodotte facilmente su carta da giornale, una pratica che contribuì a trasformare la fotografia in un potente strumento di informazione e persuasione.