Nella prima parte dell’articolo ho raccontato da dove è cominciata l’epopea delle sorelle Fox: colpi (raps) più simili al rumore dello schiocco delle dita che del classico bussare. I primi spettacoli spiritici nei quali la sorella maggiore Leah aveva preso sotto la sua ala le due sorelle minori Kate e Maggie e, infine, la rivelazione di quest’ultima della frode; nessuno spirito, una burla di ragazzine che ha perso il controllo e ha dato ispirazione ad un movimento spiritualistico senza precedenti. Maggie era stata costretta a dichiarare il falso e accusare la sorella maggiore di frode perché pagata dai detrattori dello spiritualismo? O realmente si è trattato di uno scherzo che ha fatto cogliere la palla al balzo da una cinica sorella bisognosa di attenzioni? Per scoprirlo dovete proseguire con la lettura di questa seconda parte.
Gli spiritualisti indignati
La debolezza delle sorelle Fox per l’alcool e, si vociferava, anche per la droga, avevano imbarazzato per qualche tempo gli spiritisti; molti aderenti conservatori e borghesi del movimento, preoccupati per la propria credibilità, si sentirono a disagio anche con altri aspetti del movimento, comprese le idee radicali spesso associate allo spiritualismo e manifestazioni stravaganti come le materializzazioni. In realtà, fuori dalla comunità spiritualista, erano tutti erano a disagio per quella che sembrava essere una frode dilagante. I medium sottoposti a processo in quegli anni per aver presumibilmente ingannato spettatori paganti, erano davvero tanti.
Nel frattempo sua sorella Kate lottava per uscire dall’alcolismo, fino a che la situazione non precipitò per la sua famiglia. Nel maggio del 1888, la Society for the Prevention of Cruelty to Children, la prima agenzia di protezione dei bambini al mondo, dispose l’incriminazione nei confronti di Kate per aver trascurato i propri figli: il quattordicenne Ferdie e il dodicenne Henry. Fu arrestata e trattenuta per una cauzione di trecento dollari presso il tribunale di polizia di Harlem. In realtà la società aveva avuto pressioni dagli spiritualisti che ce l’avevano con lei e la sorella Maggie. Ferdie ed Henry, i figli di Kate, sembravano ben curati e visibilmente provati per l’arresto della madre, ma Kate era innegabilmente ubriaca. I ragazzi furono inviati all’asilo minorile, un istituto per bambini, in quanto si ritenne che non potevano avere casa migliore, viste anche le condizioni delle zie.

Il giorno dopo la sua incriminazione, Kate rilasciò un’intervista al quotidiano newyorkese The World, in cui scoppiò a piangere e confessò al giornalista che i ragazzi erano stati a scuola a Rochester, negando di averli maltrattati, ammettendo le sue cattive “abitudini intemperanti”.
La notizia della detenzione dei suoi nipoti giunse rapidamente a Maggie, che elaborò un piano: inviò un cablogramma firmato (un messaggio telegrafico che veniva inviato da condotti sottomarini), non con il proprio nome, ma con quello di Edward Jencken, il fratello di Henry, che viveva in Australia, sostenendo di fosse il tutore legale dei ragazzi e si ordinava il rilascio di Henry e Ferdie. Lo stratagemma funzionò.
Una nota carina è che quando i ragazzi arrivarono a Londra, Maggie li salutò ironicamente «Ecco vostro zio Edward, ragazzi!» e loro risposero «Ciao zio Edward!». Con i suoi ragazzi di nuovo al suo fianco, Kate prenotò immediatamente un passaggio per l’Inghilterra. Secondo Maggie, al loro arrivo a Londra i suoi nipoti l’hanno salutata con gioia, e lei li ha abbracciati, scherzando: “Ecco i vostri zio Edward ragazzi”.
Il Movimento Spiritista divenne inizialmente inarrestabile e, di medium come le Fox, vere o presunte, ne uscivano fuori uno alla settimana. Dare ragione a Maggie significava, per gli spiritualisti, autoaccusarsi di credulità e frode, quindi decisero un’altra strada: svalutare la confessione di Maggie come i deliri di una donna malata. La testata giornalistica che avrebbe dovuto pubblicare l’intervista, la denigrò:
«C’era una vedova vestita di nero e dalla faccia tosta, che muoveva l’alluce affermando che fosse il modo con cui aveva creato l’eccitazione che ha spinto così tante persone al suicidio o alla pazzia. Un momento era ridicolo, quello dopo era strano.» Maggie ha insistito sul fatto che sua sorella Leah sapesse che i rap erano finti fin dall’inizio e ha sfruttato avidamente le sue sorelle più giovani.
Le affermazioni di Kate Fox
Gli spiritisti italiani di oggi, che cercano di portare l’acqua al proprio mulino affermando che Maggie Fox ammise le frodi per poi ritrattare la sua deposizione, mentre le altre sorelle non lo avrebbero mai fatto, sappiate che mentono! Ma lo fanno perché non si sono documentati abbastanza e raccontano la versione accomodante che si diffonde con il copia-incolla. Non solo Maggie restò ferma nella sua dichiarazione, ma la seguì anche Kate, anche per riconoscenza per quanto avesse fatto per i suoi figli quando era incriminata.
«Beh, ho esplorato l’ignoto fin dove può la volontà umana. Sono andata dai morti per ottenere da loro un piccolo segno. Non ne è venuto fuori niente… niente di niente!»
Catherine (Kate) Fox
Ecco cosa affermò Kate Fox nella sua denuncia contro lo spiritismo; il suo stato d’animo proveniva, non solo dalla sua rabbia condivisa con Maggie nei confronti della sorella maggiore Leah, ma anche dalla sua profonda delusione per la mancata risposta degli spiriti. Kate ritornò negli Stati Uniti dall’Inghilterra a metà ottobre 1888, senza dubbio per presentare un fronte comune con Maggie nell’attaccare Leah e lo spiritismo. Maggie pubblicò una lettera sul New York Herald nella qualedenunciava l’ascesa di falsi medium e, come aveva fatto Kate, criticava i fanatici che credevano ciecamente a qualsiasi cosa. Un giornalista che seguì tutta la vicenda scrisse che erano “due donne innamorate l’una dell’altra, in un’estasi di affetto e gioia per essere di nuovo insieme”. Kate sembrava piuttosto “affascinante”, ha osservato, aggiungendo che aveva giurato “con sincera serietà” che “aveva chiuso per sempre con l’alcol e lo spiritismo”.
La denuncia delle due sorelle contro lo spiritismo era forte. Maggie scrisse che «tali fanatici volevano che “lo spirito” venisse da loro in piena forma, camminasse davanti a loro, li abbracciasse, e tutte queste sciocchezze, e con quale risultato? Come affermarono il giudice Edmonds e il signor Seybert di Filadelfia, sono dei veri folli». E aggiunse: «gli sciocchi hanno perso i loro soldi, la loro sanità mentale e altro che è abbastanza per le loro vite».
Attribuiva la colpa delle sue disgrazie e di quelle di Kate, in maniera inequivocabile, tanto ai membri del movimento spiritualista quanto ai creduloni che li stavano ad ascoltare. Fu una vera e propria denuncia contro l’ossessione di alcuni spiritisti per gli effetti sempre più eclatanti, contro la volontà di medium senza scrupoli di produrre i desiderati effetti pirotecnici e, il terrore dello scandalo di altri spiritualisti, portò sempre di più a sgattaiolare via dal rapping. Secondo Maggie, le aspettative del Movimento Spiritista avrebbe portato anche il medium più onesto e sobrio, all’inganno e a commettere frodi.
Da pioniere dello Spiritualismo a detrattrici dello stesso
Le frasi al vetriolo non erano finite lì, perché Maggie e Kate sospettavano che dietro l’incriminazione di quest’ultima e l’allontanamento dei suoi figli, ci fosse la vendetta della sorella maggiore Leah. Sebbene Leah avesse certamente legittime preoccupazioni per l’alcolismo di Kate, le sue sorelle più giovani credevano che avesse agito puramente per gelosia e dispetto nel tentativo di ottenere il controllo dei ragazzi e che avrebbe potuto osare di farlo nuovamente. Temevano anche che altri spiritisti, amici di Leah, l’avessero sostenuta. Questi presunti complici, ha affermato Maggie, avevano paura di essere smascherati di frode e stavano usando i figli di Kate come ricatto. Quindi era giunto il momento, pensavano Maggie e Kate, di distruggere il potere di Leah sulle loro vite.
Mentre Maggie partì per New York nel settembre 1888 e prima che potesse intraprendere qualsiasi azione, Kate si mise nuovamente nei guai, conducendo una seduta spiritica in Inghilterra che anche i non spiritualisti trovarono ridicola e che finì sulla popolare Pall Mall, perché un giornalista era presente alla seduta.
Questo fu un passo falso che venne usato dal movimento per gettare ancora più fango sulle due sorelle Fox, come due deliranti in preda agli effetti dell’alcol.
E in questa lunga serie di colpi e contraccolpi, Kate e Maggie, a lungo disprezzate da molti spiritualisti borghesi per il loro modo di porsi nei confronti dello spiritualismo e per l’alcolismo, furono attaccate esplicitamente dall’establishment britannico, ancora prima di quello americano.
Kate fece molta eco alla denuncia di Maggie sullo spiritualismo, definendolo “un tessuto di bugie e un imbroglio dall’inizio alla fine”. Leah uscì di sorpresa con un libro che portava avanti la sua missione spiritualista, ma secondo Kate era tutto inventato. Affermarono anche quanto guadagnasse la loro sorella ad ogni seduta fraudolenta: dai cento ai centocinquanta dollari a seduta. Secondo le due sorelle, Leah era a conoscenza dei trucchi che faceva loro ripetere, ma era intenzionata a fondare una nuova religione e, per riuscirci, aveva detto alle sue sorelle che lei stessa riceveva veri messaggi spirituali. Un gioco malato: Leah si definiva l’autentica medium mentre forniva alle due sorelle istruzioni di come e quando emettere i raps durante le sedute spiritiche.

Maggie e Kate confessarono le proprie responsabilità, quali vittime dell’ambizione e dell’avidità della sorella maggiore Leah. Non c’è dubbio che entrambe, da bambine, meritassero di essere protette meglio, ma le domande su chi avrebbe potuto o dovuto farlo, resta più complesso stabilirlo. I genitori, sicuramente, ma anche la comunità spiritualista che ha sfruttato la loro storia per crescere.
Il perché queste ragazze, Leah in primis, si siano comportate in maniera fraudolenta e perché finirono nell’alcol, è presto detto: il padre delle ragazze, John Fox, era un alcolista, da alcune testimonianze pare avesse anche abusato fisicamente di Kate e Maggie. Forse solo una teoria di alcuni che si basava in parte sull’idea che gli “spiriti” rappresentassero la risposta immaginaria delle sorelle ai maltrattamenti.
Un’altra grave accusa fu quella verso Margaret Fox, la madre delle note spiritiste: una donna superstiziosa, spesso ingenua e spaventata, che ha sempre ceduto a chi ha spinto più forte, colei che ha pressato sul fantomatico poltergeist e che ha sostenuto con forza la figlia maggiore.
Leah, che come età era più vicina a quella di sua madre che delle sue sorelle minori Kate e Maggie, era cresciuta negli anni Venti dell’Ottocento in una città in piena espansione; desiderava ardentemente la sicurezza ed era disposta a correre dei rischi per guadagnarsela. Quello che sembra aver intravisto nel caso del presunto poltergeist è stata la possibilità di ricreare sé stessa e di darsi quell’opportunità che le potesse permettere di barattare la rispettabilità marginale di una madre single a Rochester, prima con la fama e la fortuna e poi con un vita di comodità borghese.
Epilogo
Maggie non si riconciliò mai con la sorella Leah, che morì il primo novembre del 1890. Kate continuò a bere fino a spegnersi il 2 luglio 1892, all’età di 55 anni. Il suo corpo fu ritrovato da uno dei suoi figli. Maggie morì l’8 marzo 1893, all’età di 59 anni, a casa di un amico a Brooklyn; era malata e indigente. Quell’anno gli Spiritualisti formarono l’Associazione Spiritualista Nazionale, che oggi è conosciuta come National Spiritualist Association of Churches, l’Associazione Spiritualista Nazionale delle Chiese.
Il 21 novembre 1904, degli scolari che giocavano nella casa d’infanzia delle sorelle a Hydesville, conosciuta localmente come “la casa degli spettri”, scoprirono la maggior parte di uno scheletro tra la terra e le fatiscenti pareti di cedro. Fu consultato un medico, il quale stimò che le ossa avessero circa cinquant’anni, dando credito al racconto delle sorelle sui messaggi spirituali di un venditore ambulante assassinato. Ma non tutti ne furono convinti.

«Uno scalpore divertente sproporzionato rispetto a qualsiasi significato necessario della scoperta. […] Le tre sorelle erano state semplicemente abbastanza intelligenti da sfruttare un mistero locale. Anche se le ossa fossero quelle del venditore ambulante assassinato, rimarrà ancora quella terribile confessione di Maggie Fox, che riduce l’intero caso a una farsa».
24 novembre 1904, New York Times
Cinque anni dopo, un altro medico esaminò le ossa e stabilì che erano costituite da «solo poche costole con alcune stranezze, tra queste una sovrabbondanza di alcune e una carenza di altre. Tra queste c’erano anche alcune ossa di pollo.» Inoltre aggiunse che seppe di un uomo che abitava lì vicino che nascose le ossa per uno scherzo alimentando la storia dei Fox, ma si vergognava troppo per confessare.
E fin qui potremmo pensare che potrebbe esserci un fondo di verità in tutta questa storia: forse per davvero, le sorelle Fox, avevano iniziato qualcosa di incredibile dando vita ad un movimento religioso senza neppure rendersene conto.
Ma la storia non finisce qui.
Le opinioni di Kate e Maggie sono variate così come variano spesso quelle di molti presunti medium che leggiamo nei social media. Diversi decenni dopo la morte delle sorelle Fox, due antagonisti particolarmente memorabili hanno contribuito al dibattito sullo spiritismo: l’illusionista Harry Houdini (1874-1926) e il suo caro amico e scrittore Arthur Conan Doyle (1859-1930), creatore del maestro detective Sherlock Holmes. Negli anni Venti del secolo scorso, Houdini cercò di convincere Doyle che lo spiritualismo fosse una frode smascherando falsi medium, mentre Doyle persisteva nel tenersi stretto alle sue convinzioni spiritualiste.

La controversia sulle sorelle Fox spiega in parte la frequente rivisitazione della storia delle ragazze nel corso degli anni: ci sono così tante possibilità e versioni… Per gli spiritualisti, la vicenda ha la risonanza di una storia sacra, che aiuta a illuminare le origini, o almeno un aspetto della loro fede, che continua ad espandersi. Altri trovano intrigante la storia delle sorelle perché suona come un classico racconto di fantasmi o perché ha innescato un’indagine così diffusa e colorata sulla natura della vita dopo la morte. Altri ancora sono interessati a esplorare come le ragazze potrebbero aver simulato le loro manifestazioni spirituali.
Cosa accadde realmente quella notte di fine marzo a Hydesville? Se fosse stata una burla innocente di due ragazzine, come avrebbero potuto perpetuare una tale frode per quarant’anni? Forse lo scherzo aveva innescato una qualche potente illusione condivisa? Oppure, come suggeriscono alcuni teorici a proposito degli adolescenti in generale e di coloro che scatenano strani fenomeni in particolare, lo stress della pubertà aveva forse liberato forze inconsce, energie sessuali capaci di trasformare la più comune famiglia in un orrore? Si era di fronte ad un effetto poltergeist dalla parte subconscia delle ragazzine? O, ancora, Kate e Maggie erano davvero delle medium spirituali, così come credevano molte persone rispettabili dell’epoca? Quante domande… Ma di risposte ne abbiamo?
Negli ultimi tre decenni, gli storici hanno prodotto una mole di documenti significativa, esplorando lo spiritualismo sia come riflesso che come espressione delle tensioni inerenti all’America del XIX secolo.
Non sorprende che esista una documentazione meno consistente per ciò che accadde prima delle vicende spiritualiste di Kate e Maggie Fox. La loro sorella maggiore, Ann Leah Fox Fish Brown Underhill, giusto per citare correttamente tutti i cognomi che si è portata appresso per essere convolata a nozze ben tre volte, scrisse un libro di memorie che credo sia molto utile per alcuni passaggi cronistici, ma resta inaffidabile ed egoistico per essere preso sul serio, motivo per il quale andrebbe letto con distacco e attenzione. Il libro, scritto nel 1885 sotto la firma di Ann Leah Underhill (ovvero, Leah Fox) è ancora reperibile edito dalla Kessinger Publishing che ne ha curato un’edizione nel 2010. Si tratta di oltre cinquecento pagine, un vero e proprio diario di Leah e si intitola The Missing Link In Modern Spiritualism (L’anello mancante dello spiritismo moderno).
Per quanto sia una storia del passato, quello che scopro nelle mie ricerche, è che per chiunque ne sia davvero interessato, ci sono ancora molte scoperte da fare… anche in relazione alle sorelle Fox!

Ogni qual volta mi documento a fondo su un tema del paranormale, mi sento come forse si sentivano i partecipanti alle sedute spiritiche delle sorelle Fox più di un secolo e mezzo fa, ponendomi probabilmente le stesse domande, per capire la possibile spiegazione di un fenomeno considerato paranormale. Domande, è questo che un ricercatore deve farsi. Se si hanno già le risposte, del tipo “è tutto vero” o “è tutto falso”, non siamo di fronte ad un vero cercatore della verità, ma ad un credente fanatico o ad un detrattore a priori.
E.E. Lewis, che ha intervistato la famiglia Fox nel 1840, concluse la sua introduzione con un invito che ora rivolgo a voi lettori:
«Lasciate che si facciano avanti e che risolvano questo mistero, se dovessero collegarsi allo spiritismo moderno».
E non potrei essere più d’accordo. Spesso, nei vari casi del paranormale, più persone ci sono di mezzo e più diventa noto il caso… E più diventa noto e meno verità vengono a galla. Non so se Lewis avesse cercato i riflettori per un tornaconto commerciale, non mi è possibile saperlo, ma ciò che so e sappiamo perché documentato, che prima dei Fox, in quella casa a Hydesville, ci avevano abitato i Weekman, che non mancarono di farsi avanti quando il fenomeno dei raps si era diffuso nella zona.
Dichiararono a Lewis di essere stati anche loro terrorizzati dai colpi, ma prima non ne avevano mai parlato con nessuno o, forse, non avevano avuto la stessa idea delle Fox di poterci lucrare sopra.
La domestica dei Weekman, la diciannovenne Lucretia Pulver, andò anche lei a testimoniare e aggiunse che quando serviva la famiglia in quella casa, ha visto un uomo che «indossava pantaloni grigi, una redingote nera (una sorta di giacca lunga fino al ginocchio) e un berretto nero». Era certa che si trattasse di uno spettro. Come si alimentano facilmente le storie di fantasmi, non è vero?
Ma ecco da dove saltò fuori l’idea del venditore ambulante assassinato…
La leggenda di John Bell
Lucretia Pulver confidò anni prima, di aver lavorato per la famiglia Bell. Un giorno, un giovane venditore ambulante si presentò alla porta di casa. Era amichevole e portò con sé una cassa di merce. Questi beni erano costituiti da pentole, padelle e altri oggetti utili per la casa. Rimase con la famiglia per diversi giorni ed è stato suggerito che forse godeva di un rapporto più stretto del dovuto con la signora Bell. Poco tempo dopo, Lucrezia si ritrovò licenziata dalla sua posizione in casa. Nessuna spiegazione le fu mai data, ma a quanto pare non ci erano stati rancori per il suo licenziamento. La signora Bell accompagnò la ragazza a casa sua con il proprio carro e prima che uscisse di casa, Lucretia acquistò un piccolo coltello da cucina dalla selezione del venditore ambulante, lasciando all’uomo l’indirizzo e le istruzioni per consegnare l’oggetto alla fattoria di suo padre, ma il coltello arrivò mai.
Appena una settimana dopo, Lucretia fu sorpresa di scoprire che la signora Bell avesse nuovamente bisogno dei suoi servizi. Grata di riavere il suo lavoro, si presentò in servizio la mattina dopo. Il venditore ambulante che aveva lasciato in casa dei Bell, se n’era andato. Notò però che un numero spropositato di oggetti che il venditore teneva nella sua valigia, erano in possesso della signora Bell. La prima cosa che pensò è che la signora li avesse acquistati dal venditore ambulante prima che partisse e tutto sembrò normale. Ma col passare del tempo, Lucrezia iniziò a notare che stavano accadendo cose particolarmente strane. Rumori inspiegabili, come bussare e picchiettare, e che provenivano dalla stanza che un tempo aveva occupato il venditore ambulante, si susseguirono per giorni e in diverse occasioni. La domestica udì anche dei passi che attraversavano la casa e poi scendevano le scale fino alla cantina. Non sorprende che Lucrezia abbia iniziato a sentirsi spaventata e nervosa quando un giorno rimase sola in casa. Suggestionata, spesso mandava a chiamare suo fratello, o un amico, per venire a stare con lei e farle compagnia e, solitamente i sinistri suoni cessavano. Tuttavia, in un’occasione, continuarono per ore e spaventarono così tanto il fratello di Lucrezia che se ne andò declinando ulteriori inviti.
E ora attenzione a questo particolare evento.
Un pomeriggio, mentre si trovava in cantina, Lucrezia inciampò e cadde su un pezzo di terra che era stata appena spianata. Si fece leggermente male e il signor John Bell le spiegò che il cumulo di terra era stato gettato per coprire le “buche dei topi”.
Quando i Bell si trasferirono e subentrarono i Weekman, con loro c’era inizialmente una parente, una certa signora Lafe. Lucrezia Pulver non poteva spostarsi nella città in cui si trasferirono i Bell, perché era troppo lontana da casa sua. Così, quando subentrarono i Weekman, Lucretia si presentò come domestica e venne assunta. Durante la sua permanenza nella casa, la signora Lafe vide l’apparizione di un uomo con una redingote nera in piedi, dall’altra parte della stanza. Urlò di terrore e la figura svanì. Presto, tutti iniziarono a sentire i colpi e i passi in casa. Spesso erano di notte, ma era possibile sentire quei rumori anche di giorno. Alla fine, gli strani avvenimenti si rivelarono troppo inquietanti e disturbanti e i Weekman pensarono di trasferirsi.

E la casa rimase vuota fino al 1848, quando la famiglia Fox si trasferì nella casa. John Fox era un contadino canadese che andò a New York per aver acquistato un terreno nelle vicinanze. La casa era ancora in costruzione e, quindi, pensò di trattenersi temporaneamente nel cottage fino a quando l’altra casa non fosse completata. Pochi giorni dopo il trasloco, iniziarono i rumori. E cosa successe poi lo sappiamo già.
C’è solo un piccolo particolare: la storia di Lucretia Pulver, dei Weekman e dei Bell, è totalmente di fantasia, una leggenda che si è arricchita col passare del tempo e dopo gli eventi delle Fox.
Come facciamo ad esserne sicuri?
Conclusione e riflessioni personali
Ancora una volta, la storia e l’antropologia ci tornano in aiuto, per capire meglio questo intricato caso.
Ebbene, per gli americani del 1840, qualunque fosse la loro religione o classe sociale, gli spiriti erano una credenza popolare, sia quelli spettrali che quelli beati. Alcuni spiriti erano creduti come entità indipendenti, altri come la manifestazione di una persona deceduta. Sebbene la maggior parte degli abitanti dei giovani Stati Uniti si vantasse della propria razionalità e si vantasse di vivere in un’epoca di progresso materiale, in realtà una ricchezza di credenze sul soprannaturale, derivate da tradizioni cristiane e non cristiane, permeava la religione tradizionale e il folclore popolare. Indipendentemente dal fatto che uno sfortunato vagabondo giacesse sepolto sotto la cantina della famiglia Fox o meno, i venditori ambulanti non erano solo figure familiari nello Stato di New York, ma anche fantasmi ben noti nel folclore locale. Arrivando in carrozza o a piedi, questi venditori ambulanti erano perenni outsider e quindi candidati ideali per racconti di arrivi inaspettati e partenze misteriose, avidità e punizione. In molti racconti, i venditori ambulanti minacciavano di maledire un’acquirente, in altri, erano essi stessi vittime innocenti. Una storia, ad esempio, lamentava la sorte di un venditore ambulante in una locanda del villaggio: «Alle tre del mattino, una mezza dozzina di festaioli trascinarono il venditore ambulante fino alla cantina, lo uccisero e gettarono il suo corpo nel pozzo.»
Non è che prima delle sorelle Fox non si parlasse di fantasmi e fenomeni poltergeist, seppur venissero chiamati diversamente, anzi, le ghost stories viaggiavano in lungo e in largo col passaparola e sui giornali che prendevano liberamente in prestito una storia l’uno dall’altro. Perfino John Bell non era l’unico uomo con quel nome, per quanto comune fosse, ad aver lottato con il soprannaturale.
Nel Tennessee all’inizio del 1800, si diceva che una strega avesse spinto a morte un certo John Bell. I suoi travagli, iniziati con i raps, potrebbero essere stati conosciuti nel nord negli anni Quaranta dell’Ottocento. E da quel momento in poi, il fantasma del venditore ambulante ha cercato di guadagnarsi un posto di rilievo a Hydesville.
E anche il rapping non fu inventato dalle Fox, perché il fondatore del metodismo John Wesley (1703-1791), aveva a lungo riflettuto sulla questione della stregoneria quando la sua stessa famiglia aveva sperimentato quella che poteva essere una visita soprannaturale. Nel 1726, infatti, Wesley scrisse che la famiglia di suo padre era stata sconvolta da colpi, passi, gemiti e boati. Il comportamento era caratteristico di un poltergeist, uno spirito distinto per la sua malizia da altri tipi di spettri più dolenti e passivi. I genitori di Wesley e le sue sorelle avevano chiamato l’invisibile piantagrane Old Jeffrey, il vecchio Jeffrey. Questo episodio è riportato nelle Memoirs of the Wesley Family, un libro pubblicato nel 1823 e più volte ristampato. Una nuova edizione fu recensita per il New York Tribune negli anni Quaranta dell’Ottocento dalla critica Sarah Margaret Fuller Ossoli (1810-1850), e presumibilmente provocò vivaci discussioni nei circoli e nei salotti metodisti.

Per quanto l’opuscolo di Lewis includa le testimonianze di oltre quaranta persone sui fenomeni in casa Fox, lo stesso autore commise un grave errore… che poi è lo stesso che commisero tanti giornalisti che si occuparono del caso: nessuno era riuscito a raccogliere le dichiarazioni di Kate e Maggie!
Forse le ragazze avevano evitato di essere intervistate, oppure, i loro genitori le avevano scoraggiate a farne parte. O, forse, nessuno ha pensato di intervistare qualcuno così giovane. In tutto quel trambusto è davvero singolare e sospetto che proprio le protagoniste abbiamo taciuto sui primi eventi.
Che avessero undici o dodici anni Kate e quattordici o quindici Maggie (poco importa se la madre sbagliò nelle varie dichiarazioni sulla loro età), erano comunque in quella fascia d’età in cui l’infanzia si fonde con l’età adulta, un periodo che i romantici avevano dipinto come una linea di confine tra innocenza ed esperienza e un tempo in cui le paure e le fantasie infantili coesistono con la realtà delle mestruazioni e dei sentimenti sessuali. Maggie aveva quasi la stessa età di Leah quando questa rimase incinta di Lizzie, ma stava anche crescendo in un ambiente diverso. La società signorile della metà del XIX secolo incoraggiava le ragazze a rimanere bambine molto più a lungo che in passato e, almeno in apparenza, era più pudica in materia di sesso.
Sebbene molti critici abbiano liquidato le due sorelle come abili creatrici di malizia, ragazzine birichine e fantasiose che si sono intrappolate in una vita di frodi, è improbabile che la verità sia così semplice.
Kate e Maggie, che contenevano mondi dentro di loro e sperimentavano molti mondi all’esterno, erano indubbiamente soggette a impulsi potenti e contrastanti. Come avrebbero dimostrato gli eventi successivi, erano anche dotate di insolita apertura e sensibilità, sia ai messaggi degli spiriti che ai desideri espressi e non espressi di altri mortali.
È interessante notare che lo spiritualismo non è mai stato concepito per trasformarsi in una fede o in un vero e proprio movimento religioso. All’inizio era poco più di un popolare passatempo e l’idea di comunicare con gli spiriti era un modo divertente per trascorrere una lunga serata invernale.

C’erano un paio di fattori che hanno lavorato indipendentemente per far sì che lo spiritualismo fosse gonfiato di importanza tale da essere accettato come una vera fede religiosa. Uno di questi fu l’ascesa della Chiesa Apostolica in America, che iniziò a New York. Oltre al movimento apostolico, lo spiritualismo ha visto un enorme aumento di popolarità dopo la guerra civile e poi, dopo un periodo più tranquillo, ha visto un’altra incredibile rinascita dopo la prima guerra mondiale.
Già nei primi del Novecento, lo spiritualismo si era in gran parte estinto come movimento popolare, poiché non era mai stato veramente abbastanza organizzato per continuare, grazie al dissenso nei ranghi e alla politica interna tra i leader. Anche l’esposizione di molte frodi ha avuto il suo pedaggio e con la scienza che non è stata disponibile a legittimare la prova dei principi spiritualistici, il movimento ha iniziato a crollare. Poco più di un decennio dopo, però, la prima guerra mondiale riportò migliaia di persone in lutto alle sedute spiritiche quando il movimento attraversò il suo secondo periodo di massimo splendore. L’interesse del pubblico però presto si raffreddò e negli anni Venti, l’era dei medium era praticamente finita.
Se lo Spiritismo (o meglio una versione distorta e moderna dello stesso) è tornato così prepotentemente di moda negli ultimi anni, lo è stato a causa dei sensitivi televisivi che affermano di essere in grado di comunicare con i morti. E se fino ai primi anni del Duemila, erano personaggi di nicchia, i presunti medium sono rinati e moltiplicati come non mai con la nascita di sempre più social media. Molte polemiche circondano le affermazioni di questi presunti sensitivi; tuttavia, come per i primi giorni dello spiritualismo, molte domande rimangono senza risposta. Seppur questi medium sembrino tanti bazzicando i vari gruppi social dedicati al paranormale, in realtà sono un piccolo numero. Forse quelli che si contano maggiormente sono coloro che affermano di avere un dono, ma che non hanno testimoni a sostenerlo.
Mi auguro che le mie ricerche possano essere utili. Anche cercare una verità passata è una ricerca. E poi, per parafrasare Shakespeare ne L’Amleto, ci son più cose in cielo e in terra di quelle sognate nelle nostre filosofie. Quindi il consiglio che do sempre a chi si avvicina seriamente per la prima volta a questi temi, è di farlo con una aperta e un cuore fermo, perché chissà quali enigmi stanno ancora aspettando di essere risolti. E sta a noi soffermarci su una leggenda che corre veloce come il vento o scavare cercando quel fondo di verità meno allettante, e capirci qualcosa.