Possessioni ed Esorcismi

55 minuti di lettura
Start

Archaeus non si occupa solo della storia del paranormale, in special modo cercando di raccontarla attraverso un perno chiamato “Fantasmi”, ma si occupa anche dell’aspetto antropologico che lega una serie di fenomenologie e di credenze popolari all’uomo. Ed è proprio cercando di riesaminare le analisi antropologiche delle varie forme di possessione in maniera interculturale, che ho potuto attingere a varie documentazioni del passato sino a quelle recenti sui progressi della psicologia cognitiva, cercando di stare nel mezzo e di spiegare le caratteristiche che ricorrono nella possessione spiritica, che essa sia benevola o malevola. Gli esorcismi sono esercitati su persone con una forte fede religiosa, seppur si racconti che anche atei e protestanti siano stati posseduti. Le possessioni e gli esorcismi sono purtroppo fenomeni che si sostengono su alcuni fatti tangibili e moltissime storie solamente raccontate. Se si crede di essere posseduti e che quindi un esorcismo sia la cura, molto probabilmente “funziona”.

Possessione spiritica e Possessione psichiatrica

Innanzitutto i concetti di possessione da parte di uno spirito si suddividono sostanzialmente in due tipologie:

  • Possessione Esecutiva: implica un cambiamento del comportamento della persona che si ritiene posseduta, talvolta con una trasformazione caratteriale e la sostituzione della propria identità;
  • Possessione Patogena: nella quale la persona che crede di essere posseduta da uno o più spiriti, vive la situazione come una sorta di malattia o sventura della quale è vittima.

Le caratteristiche transculturali possono essere spiegate, almeno in parte, con riferimenti ai vari processi di psicologia umana: quello che si occupa della rappresentazione dell’identità di una persona e l’altro che si occupa delle nozioni sulla contaminazione, in altre parole delle conseguenze su altre persone vicine al posseduto.

Possessione Spiritica

S’intende la possessione indotta in cui un medium invoca uno spirito che riesce a entrare nel corpo e a usarlo per compiere azioni o comunicare. In questo caso siamo strettamente in campo spiritico, quindi nella credenza che esistono gli spiriti dei defunti che possono comunicare dall’Aldilà, informandoci di fatti avvenuti o che devono avvenire, oppure per rispondere a domande, o ancora, per chiedere aiuto. La medianità spiritista esiste di due categorie: quella mentale e quella fisica.

  • La medianità mentale si distingue a sua volta in altre forme, come la chiaroveggente, la telepatica e la trance, nella quale il medium è temporaneamente “occupato” da un’apparente entità spirituale.
  • La medianità fisica, invece, sarebbe la presunta capacità del medium di incanalare energie sconosciute che gli permetterebbero di creare, nell’immediato, cambiamenti fisici nell’ambiente.

Possessione Psichiatrica

In termini clinici si parla esattamente di Trance dissociativa e possesso di spirito (PTD), uno stato di “perdita temporanea del senso d’identità personale e piena consapevolezza dell’ambiente circostante”. Così è riportato al codice F44.3 nell’ICD-10 (dall’inglese International Classification of Diseases). Per dissociazione s’intende la perdita delle normali funzioni integrative della mente, che influenzano aspetti come la memoria, la coscienza e la propria identità, provocando diverse manifestazioni: amnesia, trance e disturbo della personalità multipla. Nei soggetti con possesso e trance, vi è la sostituzione della propria identità con un’altra, nella quale possono manifestarsi variazioni del linguaggio, diversi toni vocali e riferiscono falsi dettagli autobiografici. Accomunare tutti questi stati dissociativi presenta alcune problematiche correlate alle variazioni interculturali. Per questo motivo le scienze sociali e l’antropologia sono spesso molto utili per ottenere un quadro più completo della diagnosi.

San Francesco Borgia assiste un moribondo impenitente nel dipinto di Francisco de Goya y Lucientes (1746-1828)

L’influenza culturale e religiosa nel mondo

La difficoltà per la psichiatria di poter fornire un unico quadro clinico è correlata alle diverse culture e religioni nel mondo. La religione gioca, infatti, un ruolo decisivo sui casi di possessione. Alcune importanti statistiche hanno rilevato che le donne siano più credenti nel paranormale rispetto agli uomini. Non c’è da stupirsi se gli studi sui casi di possessione, di qualsiasi etnia e fede, hanno riscontrato che le maggiori vittime di possessioni siano le donne. A Zanzibar, infatti, esisteva un culto in voga nell’Ottocento fra le donne Hadimu, che venerava lo spirito di Kitimiri, considerato il protettore del mare. Questo culto è andato perdendosi già nei primi anni Venti fino a scomparire negli anni Sessanta.

In Sudafrica, il popolo degli Xhosa, crede nella possessione di donne sposate. Quando una donna entra in Inwatso, questo è il nome dello stato di possessione, riesce a divinare il futuro. Per questo motivo le possedute ricevono un buon trattamento, così da poter meglio predire il futuro. Anche nel Vodou gli spiriti chiamati Loa, userebbero l’uomo come mediatore per comunicare ciò che il Creatore Supremo, chiamato Bondye (pronunciato alla francese Bon Dieu, in italiano Buon Dio), possa profetizzare eventi imminenti.

Nella cultura Wicca, l’Alta Sacerdotessa della congrega entrerebbe in trance per permettere allo spirito della Triplice Dea, simboleggiata dalla Luna, di parlare attraverso di lei e fare previsioni.

Esistono anche tradizioni nelle quali la possessione è indotta, come avviene nell’isola indonesiana di Bali. Le divinità dette Hyang, sono fatte ospitare temporaneamente nel corpo di alcuni prescelti, per poterlo purificare e ripristinare l’equilibrio spirituale. La possessione indotta è anche una tradizione cinese: una sorta di sciamani, chiamati Jitong, canalizzerebbe delle divinità cinesi a prendere il controllo del proprio corpo o quello dei prescelti, per comunicare con i mortali.

Potrei citare molti altri esempi di possessione spiritica molto simile a quella praticata in Occidente dai medium, ma più la tradizione si avvicina a culture e religioni di maggiore espansione e più la possessione spiritica è accostata a quella diabolica.

Nel Buddismo, ad esempio, i “sequestratori”, divinità dall’aspetto per lo più di animali, sarebbero responsabili delle improvvise scomparse di bambini.

Rituale di esorcismo colombiano – fonte: Getty Images

Nell’Islam, le possessioni potrebbero avvenire sia da parte di spiriti benevoli che da veri e propri demoni. In Marocco, per esempio, un posseduto dagli Jinn, creature con il libero arbitrio create dal fuoco senza il fumo di Allah, può acquisire poteri soprannaturali. Qualora il posseduto dovesse divenire violento, sarebbe esorcizzato. Nell’Islam come nel Cristianesimo, non si crede nella possessione delle anime dei defunti.
Difatti, sia l’Islam sia il Cristianesimo sono due religioni che discendono dallo stesso patriarca, Abramo, quindi dall’Ebraismo. Questo è il motivo di molte similitudini e di contrasti.

Nella religione Cristiana la possessione non ha gli stessi aspetti per ciascuna dottrina. Spesso solamente un allontanamento dagli insegnamenti e dalla comunità cristiana, è visto come tentazione diabolica in alcune dottrine protestanti. Nella Chiesa Cattolica, in quell’Ortodossa e in alcune chiese Evangeliche di alcuni pastori, la possessione assume invece gli aspetti che conosciamo e che porta all’intervento di un prete esorcista con dei rituali specifici di liberazione.

La possessione diabolica per la Chiesa Cattolica

Nel 1999 sono state stipulate delle linee guida vaticane, in cui “la persona che afferma di essere posseduta deve essere valutata dai medici per escludere una malattia mentale o fisica”. Il Vaticano stesso riconosce che la maggior parte delle segnalazioni NON HA origine spiritica e che quindi non richiede un esorcismo, perché “gli attuali funzionari cattolici considerano il vero possesso demoniaco come un fenomeno veramente raro che può essere facilmente confuso con disturbi mentali naturali.”

La Chiesa, attraverso l’Associazione Internazionale degli Esorcisti (AIE), stabilisce degli indizi, una volta chiamati segni, che caratterizzerebbero le vittime di attacchi demoniaci. In una relazione pubblicata a fine marzo 2019 dalla Penitenzieria Apostolica per il Corso sul foro interno, sono spiegate le varie differenze di aggressioni da parte del maligno: vessazione, ossessione e possessione; stadi che non avverrebbero in maniera successiva, ma indipendentemente l’uno dall’altro.

Vessazione

Le aggressioni demoniache non riescono ad assumere il totale controllo della persona, quindi la vittima può ricevere graffi, tagli, morsi, punture e bastonate, tutte azioni violente che lasciano evidenti segni fisici. L’elenco di violenze non si limita a quelle elencate, ma prosegue con possibili tumefazioni, piaghe di sangue, fratture alle ossa e incisioni nella pelle che formerebbero delle lettere per un breve periodo. Questo ci riporta alla memoria il film L’Esorcista di William Friedkin del 1973, tratto dall’omonimo romanzo di William Peter Blatty, che nel film ne è anche sceneggiatore e produttore. Nel film la ragazzina protagonista, manifesta dei segni sull’addome che assumerebbero la frase “Help Me“, “aiutami”. La storia raccontata nel film sarebbe ispirata a un fatto “realmente” accaduto, ma che non ha fonti sufficientemente valide per essere dimostrato. Esiste una forma di dermatite, chiamata dermatografia, che rende la pelle molto sensibile, lasciando dei segni ben visibili, a volte simili a scritte, che possono scomparire anche dopo una trentina di minuti. Non essendoci report ufficiali della Chiesa che dimostrino le differenze con i segni descritti nelle vessazioni, è molto difficile capirne le reali caratteristiche.

Le persone vessate, sempre secondo l’AIE, potrebbero essere anche spinte e scaraventate a terra o contro una parte e… “altri fatti simili”: una frase che dice tutto e niente. Questi “altri fatti simili” non sono elencati in via ufficiale, bensì ufficiosa: si tratterebbe di perdita o mancanza di appetito, sensazione di freddo nella stanza e ancora… dell’ “altro!”
Solo da questo lungo elenco, s’instaurerebbe nel soggetto, molto credente e in difficoltà, uno stato ansioso e ipocondriaco perché in apprensione per la propria salute mentale. Il rischio è che questa forte ansia possa trasformarsi in un disturbo ossessivo (nulla a che vedere con la fase di ossessione demoniaca), che porterebbe il soggetto a sopravvalutare ogni minimo segno descritto o non descritto dalla Chiesa. L’AIE, attraverso un comunicato del 22 aprile 2019, rassicura comunque che uno psichiatra all’interno del gruppo di ausiliari nella loro associazione, ha il compito di stabilire se si tratta di problemi psicologici e/o psichiatrici o segni del male. Come può uno psichiatra, quindi medico, stabilire una vessazione demoniaca? La risposta è che esistono degli psichiatri molto religiosi, seppur scienza e teologia non vadano d’accordo; il gesuita Giandomenico Mucci, in un articolo del 2014 su Civiltà Cattolica, una rivista storica d’informazione cattolica, ci ricorda che gli “scientisti” e i teologi, dovrebbero essere meno rigidi e accettare i risultati della ricerca sperimentale.

Ossessione

Si tratterebbe di tormenti e aggressioni, non corporali, ma a livello psichico. Questo stato porterebbe la vittima ad andare contro i tre ambiti interni (intellettivo, affettivo e organico), facendole compiere azioni contro la propria volontà. Nell’ossessione diabolica, il soggetto colpito potrebbe ragionare in termini avversi la cristianità e avere pensieri o comportamenti importuni che andrebbero a stravolgere la sua personalità. Nel documento si citano stati di angoscia e disperazione, nervosismo e rabbia, apatia e odio, addirittura desiderio di uccidere senza motivo le persone amate. Non potrebbe esserci ancora una volta un’origine di natura psichiatrica? A rispondere a questa domanda è sempre l’AIE: poterlo capire non è facile; l’origine degli insoliti comportamenti potrebbe essere di natura patologica, poiché le “malattie mentali” spesso sono scambiate per “malattie dell’anima”.

Un’immagine da un esorcismo – fonte Getty Images

Possessione

E’ uno stato in cui uno o più demoni avrebbero il totale controllo su un corpo umano, riuscendo quindi a comunicare e a compiere azioni per mezzo della vittima. Alcune delle caratteristiche della possessione diabolica sono: il cambiamento della fisionomia, in particolare degli occhi e della bocca; la capacità di assumere posture innaturali, una grande forza fisica sproporzionata rispetto l’età e la corporatura del soggetto, e un’avversione al sacro. La voce del posseduto, secondo l’AIE, subisce un’alterazione; inoltre potrebbe menzionare fatti di cui non è a conoscenza e parlerebbe lingue sconosciute. Altri fenomeni citati sono la levitazione e la telecinesi, quindi la capacità di spostare oggetti, o peggio, espellerli dai propri orifizi. Non mi sorprende che l’espressione del viso possa cambiare per via delle distorsioni dei muscoli facciali, in particolare quelli legati agli occhi e alla bocca, perché è proprio attraverso le espressioni del viso che noi umani comunichiamo il nostro stato d’animo. Esistono persone capaci di cambiare notevolmente la propria fisionomia e ne hanno fatta un’arte, come ad esempio Jim Carrey o ancora prima Jerry Lewis (1926-2017). Sono le posture innaturali, la capacità di parlare lingue sconosciute (questione che sarebbe da appurare) e quella della telecinesi a lasciarmi basito. Purtroppo anche in questi casi non esiste una documentazione ufficiale della Chiesa che lo possa confermare.

Padre Gabriele Amorth – fonte Getty Images

Padre Gabriele Amorth (1925-2016), fondatore dell’AIE nel 1990 assieme a padre René Chenesseau (1924-2010), ha raccontato di chiodi che sarebbero usciti dalla bocca dei posseduti da lui esorcizzati; a parte il racconto e i chiodi mostrati durante un suo intervento al format “A sua immagine” su RaiUno nel novembre del 2010, non sono mai stati forniti filmati che mostrerebbero questo straordinario fenomeno. Esistono alcuni testimoni che hanno assistito a un esorcismo durante una preghiera di liberazione, solitamente svolta in luoghi privati, dove partecipa una piccola comunità, come ad esempio quella del Rinnovamento nello Spirito.

Papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio, classe 1936), nel suo libro Gaudete et Exsultate del 2018, è molto preciso nell’affermare che “Non ammetteremo l’esistenza del diavolo se ci ostiniamo a guardare la vita solo con criteri empirici e senza una prospettiva soprannaturale”. Per ammettere l’esistenza del diavolo bisogna quindi crederci. Se non crediamo, siamo quindi salvi? Secondo padre Amorth, nel suo libro Esorcisti e Psichiatri (ed. 1996), “tutti possono essere colpiti da possessione diabolica, tanto più gli agnostici, gli atei, i non praticanti, perché sono più indifesi”. Se il diavolo è sempre più presente e siamo tutti in grave pericolo, non sarebbe più facile dimostrare la sua esistenza attraverso la sua straordinaria potenza documentata dalle videocamere? Non è possibile per garantire la privacy dei malcapitati? Siamo nel Terzo Millennio, nel pieno dell’evoluzione tecnologica e digitale, quindi non penso sia difficile celare un’identità mostrando la verità così da poter salvare anche i più scettici.

Ci sono esorcisti ed esorcisti

Nel 2016, la regista Federica Di Giacomo, ha realizzato Liberami, un docu-film che racconta l’incontro fra la pratica esorcista e la vita quotidiana palermitana di molti fedeli alle prese con il demonio. Il film è stato candidato al David di Donatello e ha vinto il premio come Miglior Film nella sezione Orizzonti alla 73ª Mostra del Cinema di Venezia nel 2016. La regista non ha mai espresso il reale messaggio del film, a mio parere dimostra che il diavolo esiste per davvero per chi ci crede davvero. Ve ne consiglio la visione, perché si va a toccare la realtà di là dalla fiction hollywoodiana cui siamo abituati.

Il film non è piaciuto molto, ovviamente, ai membri dell’Associazione Internazionale Esorcisti (AIE), che si appresa a scriverne un comunicato ufficiale così da prenderne le distanze. Nel documento, però, è citato il film e la regista, ma stranamente non il parroco protagonista dell’opera. Nonostante la ferma presa di posizione e distanza presa da quel modo di esorcizzare, mi sorprende e mi preoccupa quello che non è invece scritto.

Non tutti gli esorcisti sono autorizzati dal vescovo e non tutti quelli che sono autorizzati fanno necessariamente parte dell’AIE. Molto probabilmente il protagonista del docu-film, padre Cataldo Migliazzo, non ne fa parte e quindi osserva un altro approccio. Non esiste quindi, a oggi, un controllo istituzionale ed è questo il motivo per cui ho inteso specificarlo: dimostrare che quando si parla di Chiesa cattolica, esistono in realtà varie sfumature che non si riescono a unificare, se pur a mio avviso, si dovrebbe.

L’Avvocato del Diavolo

Leggendo quest’articolo, qualcuno potrebbe pensare che io stia facendo l’avvocato del diavolo, ma quando si fa un’analisi, si prendono in considerazione tutti gli aspetti. Forse non lo sapete, ma fare l’avvocato del diavolo è un’espressione che viene proprio dalla Chiesa, perché l’advocatus diaboli era una figura ecclesiastica istituita nel 1587 da Papa Sisto V (al secolo Felice Piergentile, 1521-1590). Si trattava di un promoter dei (dal latino, un promotore della fede), che aveva il compito di intervenire ed esaminare le varie canonizzazioni della Chiesa stessa, per evitare che fossero eletti nuovi beati e santi con troppa facilità. Fu Karol Józef Wojtyla (1920-2005), in altre parole Papa Giovanni Paolo II, che nel 1983 sostituì la figura del promoter dei, “l’avvocato del diavolo”, con quella di un redattore della Positio super Virtutibus, una relazione stilata sulla dichiarata Venerabilità di una persona, uno dei requisiti fondamentali per la santificazione.

Rituale e crocifisso, gli strumenti che assieme all’acqua benedetta vengono usati negli esorcismi cattolici – fonte Getty Images

Possessione ed esorcismi: i conti non tornano

Secondo la Chiesa, il fenomeno delle possessioni è in aumento in tutto il mondo tanto quanto il numero di associazioni diocesane dedite all’esorcismo. Se il 70-75% degli americani crede nel diavolo, percentuale molto più alta rispetto gli anni ’90, in Italia sono stati segnalati più di 500 mila casi di possessione. Cerchiamo di capire meglio questi dati.
Quel 70-75% di americani, secondo la Chiesa, soffre di patologie di origine psichiatrica, poiché 80% di quei casi ha subito abusi sessuali o traumi infantili.

Per quanto riguarda l’Italia, non ci sono stati 500 mila posseduti, ma 500 mila segnalazioni di presunte possessioni. Lo conferma in un’intervista per Panorama un esorcista di Olbia, il parroco Gianni Sini: solo l’uno o due per cento sono casi da esorcista, di cui il sessantacinque per cento, sono donne del Centro e Sud dell’Italia. Ancora una volta ritroviamo le donne al centro della questione. Indubbiamente qualcuno penserà che sono più sensibili o sensitive, qualcun altro ci vedrà un aspetto più antropologico. Nel Centro e nel Sud d’Italia c’è un folklore più sentito. Come ho già scritto nell’articolo dedicato al Giorno dei Morti, una tradizione non è altro che il trasmettere nel tempo, da una generazione a quelle successive, importanti memorie, notizie o testimonianze. Le tradizioni generano il Folklore, fatto di miti, leggende, racconti, proverbi, indovinelli, giochi e persino di superstizioni.

C’è una data che emerge nella storia degli esorcismi: il 2012. In quell’anno il cardinale Angelo Scola raddoppiò il numero di esorcisti a Milano per rispondere alle numerose richieste d’interventi. Il 2012 fu un anno particolare, sia per la profezia, che avrebbe visto la fine del mondo il 21 dicembre, sia perché nei due anni precedenti, soprattutto nel nostro paese, ci fu un exploit d’investigatori del paranormale e ghost hunters ispirati dai nuovi format americani d’intrattenimento che vedevano ricercatori dell’occulto riuscire a rilevare presenze spiritiche e demoniache. Questo fenomeno si è riversato su internet, con un enorme aumento di pagine e gruppi di discussione dedicati al paranormale. Dubito che tutta questa influenza non abbia fatto gridare “al Diavolo” molte persone. Già negli anni Ottanta, l’esorcismo è pubblicizzato molto di più rispetto il passato, attraverso interventi televisivi e pubblicazioni editoriali. L’atteggiamento degli esorcisti, soprattutto nel momento in cui doveva essere pubblicizzata la nuova associazione fondata da padre Amorth e padre Chenesseau, è stata di vera propaganda e continua a esserlo ancora oggi attraverso la stampa. L’impressione è che sembra più una manovra “teologico-politica” piuttosto che un avvertimento per il pericolo che ignoriamo. La pressione sul “far credere” è un tentato recupero di fedeli e di un antico rito, che ricordo fa parte della Chiesa Tridentina, capace di contrastare anche la “concorrenza” protestante. Dopo il Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica ha subìto un colpo di coda che non le ha più permesso di esercitare il controllo sociale e il suo potere in ambito istituzionale. Negli ultimi anni, secondo una statistica del Centro studi sulle nuove religioni (CESNUR), i credenti nella dottrina Cattolica sono diminuiti, mentre sono aumentati i protestanti e quindi le conversioni, non solo in altre dottrine cristiane, ma anche in altre religioni e filosofie come ad esempio il Buddhismo.

Il nostro paese è comunque in assoluto quello con il maggior numero di preti esorcisti al mondo, sicuramente perché c’è il Vaticano, ma anche per l’aumento di team d’investigazione sul paranormale; ce ne sono molti che puntano al cliché horror piuttosto che alla ricerca vera e propria. Sono, infatti, 240 gli esorcisti italiani iscritti all’AIE, cui si aggiungono altri 164 esorcisti stranieri e 124 ausiliari, fra i quali sessantadue sono italiani. Il numero degli esorcisti è sempre molto preciso, ma il numero degli esorcismi “ufficiali” invece è sempre molto approssimativo! Ho sempre pensato che gli esorcismi fossero registrati, ma a quanto pare non tutti gli esorcismi sono approvati da un vescovo. A confermarlo è il medico psichiatra Valter Cascioli, quale portavoce e consulente scientifico dell’AIE, che alla rivista cattolica online Aleteia, afferma che “non ci sono ancora cifre ufficiali sul numero di persone che ricevono assistenza e rituali di esorcismo da parte dell’Associazione”.

Un’altra domanda che mi sono posto è se l’esorcismo abbia un costo. Il bresciano don Oliviero Faustinoni, a capo del Collegio degli esorcisti diocesani, ha ricordato al Giornale di Brescia che un esorcismo non costa assolutamente nulla ed è vietato ricevere denaro. E’ vietato come il ricevere donazioni, spesso sotto richiesta di offerta, per celebrare battesimi, comunioni o la semplice richiesta di benedizione di un ambiente?

Esorcismo o Psicoterapia?

In un articolo pubblicato nel 1994 sul British Journal of Medical Psychology, il professor Samuel Pfeifer, che ha diretto per venticinque anni la cristiana Clinica Sonnenhalde a Riehen, in Svizzera, ha costatato che la richiesta di esorcismo e rituali di liberazione, proveniva da chi apparteneva a chiese carismatiche libere, anziché a quelle statali tradizionali. L’esito negativo, come lo scompenso psicotico, è associato all’esclusione del trattamento medico e alle forme coercitive di esorcismo. Benché molti pazienti abbiano vissuto soggettivamente i rituali di esorcismo come positivi, i risultati nella sintomatologia psichiatrica non sono andati migliorando

Nel libro Il Diavolo del 1994 del monsignore Corrado Balducci (1923-2008), il paziente nel suo comportamento esteriore, potrebbe manifestare una fenomenologia molto simile a quella dei disturbi mentali, innescando così una sorta di sdoppiamento della personalità. A questo punto come si fa a distinguere se l’individuo è posseduto da un’entità o ha problemi psichiatrici o psicologici?

Monsignor Corrado Balducci a Piazza S.Pietro – fonte: Getty Images

Nonostante la maggior parte dei sacerdoti indirizzi il fedele della propria parrocchia a seguire un percorso terapeutico a secondo i casi (abuso di droga, violenza, problemi psicologici o psichiatrici, etc.), altri sacerdoti scelgono solamente il percorso spirituale. In alcuni casi un aiuto spirituale può risolvere, perché molte persone hanno bisogno di essere ascoltate e trovare un po’ di serenità. Ci sono casi più gravi, soprattutto quelli che sono trapelati sulla stampa, in cui il sacerdote decide assieme alla famiglia di sospendere le cure farmacologiche e le psicoterapie, per intraprendere esorcismi non ufficializzati dalla diocesi di riferimento o dall’AIE. Questi casi si sono rivelati tutti come delle truffe a discapito di alcune persone, spesso non maggiorenni, che hanno portato a complicare il quadro clinico.

C’è uno psichiatra, però, che sta facendo molto discutere perché credente nella possessione diabolica: il dottor Richard Gallagher, psichiatra a New York, che durante un’intervista al DailyMail, ha affermato che le possessioni sono causate da angeli caduti, esseri veramente brillanti, molto più luminosi degli esseri umani e che vagano sulla Terra da millenni; questo sarebbe, secondo il dottor Gallagher, il motivo per cui conoscono tutte le lingue. Lo psichiatra afferma di aver sentito dei posseduti parlare in cinese, latino e greco antico, poiché sono lingue da lui studiate in passato. Sono affermazioni che lasciano basita la comunità scientifica, ma il dottor Gallagher è un devoto cattolico, quindi sarebbe “come chiedere al panettiere se il pane sia buono”. Inoltre sostiene che gli scettici non sanno cosa siano le possessioni perché non ne hanno mai vista una. Affermazioni straordinarie comportano prove altrettanto straordinarie; ciò che è stato mostrato sino a oggi, fiction a parte, sono deliri, urla e bestemmie. C’è un’ultima affermazione del dottor Gallagher a lasciarmi perplesso: il suo primo caso fu una vittima della “oppressione”, così l’ha definita lo psichiatra, una madre casalinga ispanica in preda alla possessione. Secondo Gallagher la signora era una cattolica incredibilmente devota e caritatevole, caratteristiche che a volte possono aprire la porta al male.
Essere “lontani” da Dio e vivere nel peccato, secondo la Chiesa, aprirebbe dunque le porte al Diavolo così come l’essere troppo cristiani? Mi domando, quindi, se esista una via di mezzo! Non preoccupiamoci perché oggi c’è il nuovo rituale di esorcismo!

Il nuovo rituale di esorcismo

Prima del nuovo rituale di esorcismo, era in uso quello Tridentino (o Concilio di Trento) del 1614, frutto della riforma liturgica tridentina – iniziata nel 1568 e conclusa nel 1614, ed era costituito dal Rituale Romanum di Papa Pio V. Il testo era la prima raccolta tratta da diverse documentazioni precedenti che erano già utilizzate dai sacerdoti nel medioevo. Il tentativo di una nuova riforma cattolica si era già sentito dal XV secolo, quando ci fu una crisi dell’autorità papale che portò a una spaccatura della Chiesa che vide papi e antipapi scontrarsi nel tentativo di esercitare il controllo del soglio pontificio. Nel 1414 erano ben tre i papi che regnavano sui propri sogli pontifici: papa Gregorio XII a Roma, papa Benedetto XIII ad Avignone e papa Giovanni XXIII a Pisa; da non confondere quest’ultimo con papa Roncalli (1881-1963) che divenne papa Giovanni XXIII nel 1958. All’imperatore del Sacro Romano Impero, Sigismondo di Lussemburgo, questo “trittico” non gli andava bene per niente, così costrinse papa Giovanni XXIII a riunire un Concilio ecumenico a Costanza e a far dimettere papa Gregorio XII con una condanna per eresia. Gli altri due fuggirono da Costanza e continuarono a usurpare dei poteri pontifici. Fu il secolo con più antipapi della storia.

Il Concilio di Trento nella Chiesa di Santa Maria Maggiore (dipinto di Elia Naurizio del 1633 – Museo Diocesano Tridentino)

Con il movimento protestante sempre più presente in Europa, il Cattolicesimo stava quindi affrontando uno dei periodi più bui della sua storia. Papa Paolo III cercò un confronto fra luterani e cattolici scegliendo Trento come città dove riunire il concilio ecumenico. Questa controriforma permise alla Chiesa Cattolica di riorganizzarsi e di assumere un atteggiamento più politico per contrastare il movimento protestante. Un “revival” del Rito di Esorcismo avrebbe quindi sicuramente dato nuova vita alla Chiesa Cattolica. Dopo qualche modifica al Rituale Romanum nel 1952 per volere di papa Pio XII e nel 1998 da papa Giovanni Paolo II, fu approvato il De Exorcismis et Supplicationibus Quibusdam (DESQ), dal latino “Esorcismi e altre preghiere”. In quell’anno ci fu una pressante richiesta da parte di una commissione di vescovi che ne richiedevano addirittura l’abolizione. Si tratta di un rituale di ottantaquattro pagine in cui c’è un costante avvertimento a non confondere i sintomi di un disagio psicologico o di una malattia mentale, con quelli di una possessione demoniaca. Inoltre è apportata una revisione al culto di san Michele Arcangelo voluto da Papa Leone XIII, dove sono rimosse alcune descrizioni di Satana, perché infondate e insostenibili.

De Exorcismis et Supplicationibus Quibusdam (DESQ) – fonte: Getty Images

Padre Amorth non fu molto d’accordo sul nuovo rituale perché era stato elaborato da un gruppo di sacerdoti che non avevano alcuna esperienza con gli esorcismi e limitava così le diagnosi di possessione. Inoltre fu eliminata l’esorcizzazione delle “fatture” che, secondo Amorth, sarebbero la maggiore causa delle possessioni diaboliche. Nonostante ci sia un nuovo rituale, molti esorcisti continuano a utilizzare il vecchio. L’approccio di Amorth ha spianato la strada a un’indipendenza sul rito esorcistico, cosa non gradita all’associazione stessa di cui è stato fondatore e presidente. Amorth ha creato troppa enfasi su un terreno già fertile. Non sono pochi i sacerdoti in Italia che praticano l’esorcismo senza permesso vescovile e quindi lontani dalle normative espresse dall’AIE e contenute nel DESQ. A questi si aggiungono i laici che partecipano ai riti di esorcismo, quando in realtà dovrebbero solo utilizzare preghiere che non rientrano nel rito ufficiale. Nonostante le riforme, pare che esista ancora un conflitto teologico-politico che vede diverse prese di posizione nel mondo cattolico.

Chi si rivolge a un esorcista vive in serie difficoltà sociali e psicologiche che possono andare a peggiorare nel venire a contatto con rituali magici o sedute spiritiche in grado di aumentare l’ansia e la suggestione. Prima di rivolgersi all’esorcista, queste persone o i loro parenti, si rivolgono alla medicina, ma non dando totale fiducia perché probabilmente già convinte di avere attacchi da spiriti maligni.

Il culto di San Michele

Secondo le Sacre Scritture, Lucifero si sarebbe paragonato a Dio e quindi un Arcangelo sarebbe intervenuto gridando in ebraico antico “Mi ka El ?”, che significa “Chi è come Dio?”. Questo grido di battaglia portò al nome dell’Arcangelo Michele, spesso rappresentato con un’armatura, mentre brandisce una spada o lancia contro un drago. I rettili, fra cui i serpenti e i leggendari draghi, sono rappresentazioni molto ricorrenti soprattutto nel medioevo, periodo nel quale prolificavano molti “santi sauroctoni”, uccisori di draghi, come ad esempio Teodoro, Margherita, Silvestro, Marta (lei non lo uccise, ma lo placò) e San Giorgio, divenuto patrono d’Inghilterra e Portogallo. Gli uccisori di draghi non sono mancati neppure nelle raffigurazioni alchemiche, come nei Rebis, che rappresentano in fondo la pietra filosofale, l’unione degli opposti, il compositum de compositiis.

Una rappresentazione dell’Arcangelo San Michele

Il culto di San Michele è quindi un insieme di elementi e aspetti simbolici appartenenti a più culti che hanno preceduto il Cristianesimo, come ad esempio quelli pagani della mitologia greco-romana, come Eracle (Ercole), oppure Hermes (Mercurio) o del Mitra persiano. Ed è Mithra ad avere moltissime cose in comune con il Cristo e con il culto di San Michele. La grotta di Monte Sant’Angelo, dove è sorto il primo culto di San Michele, fu occupata da un mitreo. Quello di Mitra è un culto che fu molto fiorente per tutto il periodo dell’Impero Romano, proprio fino al suo momento più forte attorno al III secolo d.C., in altre parole quando poi fu rimpiazzato dal Cristianesimo. Forse non tutti sanno che Mithra, secondo la mitologia, sarebbe nato in una grotta d’Oriente nella notte fra il 24 e il 25 dicembre, figlio di una vergine e di un dio e morto a trentatré anni per ascendere al cielo e risorgere a vita eterna, proprio come fu poi per Gesù. La scelta della notte fra il 24 e il 25 dicembre è un momento che i popoli antichi assegnavano alla nascita di molte divinità perché la durata del giorno riprende a crescere rispetto a quella della notte. Dato che la Luce era sacra per le antiche popolazioni, quello doveva essere il momento in cui sarebbero nati gli déi. Come Mithra e Gesù, ci furono anche altre divinità che nacquero da vergini il 25 dicembre: 3000 anni prima di Cristo, la nascita di Horus è annunciata da una stella proveniente da Est, seguita da tre Re che giunsero al suo cospetto per dargli il benvenuto. Era figlio di una vergine, Isis-meri e del dio Osiride. Assieme a dodici discepoli vagò per l’Egitto compiendo miracoli, come guarire gli infermi e camminare sull’acqua. Fu soprannominato La Luca, che significa agnello di Dio. A trentatré anni fu tradito da Typhon e una volta ucciso resuscitò; a differenza di Gesù non lo fece da solo ma grazie alla madre Iside. Sulle pareti del Tempio a Luxor, ci sono incise le immagini raffiguranti l’Annunciazione della sua nascita da parte di Thoth, l’Immacolata Concezione da parte di Kneph, lo “spirito santo” egizio, e la venuta dei tre Re che portano i doni.

Un pendente di Osorkon II conservato al Louvre di Parigi. Da sinistra: Horus, Osiride e Iside

L’origine del culto di San Michele sembrerebbe longobarda. Il culto, infatti, iniziò a diffondersi dal VI secolo, intorno all’anno 568, a causa dello stanziamento dei Longobardi in Italia. Fu papa Gregorio Magno (590-604), lo stesso che “inventò” il Purgatorio, a convertire i Longobardi al Cristianesimo e a sostituire la figura di Odino in San Michele. Secondo la leggenda tramandata dallo storico Paolo Diacono (720-799), il maggior centro di culto si trovava sul Monte Gargano, in Puglia, dove l’arcangelo guerriero sarebbe apparso a un arciere chiamato appunto Gargano, mentre inseguiva un toro bianco. L’arcangelo avrebbe deviato le frecce contro il toro, rilanciandole contro l’arciere stesso. Fu così che Gargano si sarebbe convertito al Cristianesimo. Non male come prova di convincimento.

Altre similitudini le troviamo ancora nell’antico Egitto, perché una delle rappresentazioni iconografiche di San Michele lo rappresenta con una grossa bilancia pesare le anime dei morenti. E’ inevitabile il parallelismo con il mito di Anubi dell’antico Egitto, che pesava le anime prima di “traghettarle” nell’Oltretomba da Osiride. Questa tradizione, chiamata psicostasia, deve essere giunta in Europa attraverso gli Arabi e i Persiani. Se Anubi pesava cuori e piume, San Michele poneva l’uomo nudo da una parte e un infante dall’altra. L’uomo nudo rappresenta la sua parte corporea e materiale, mentre il neonato, la sua parte spirituale. Ci sono anche alcune raffigurazioni in cui Satana cerca di nascosto di abbassare il piatto in cui vi è l’uomo materiale, nell’intento (secondo la tradizione cristiana) di aggiudicarsi l’anima, ma in quei casi San Michele è pronto e guardingo a difendere le anime destinate a Dio con la sua spada.

L’influenza delle possessioni

Seppur il tema delle possessioni demoniache e dei suoi esorcismi ci faccia pensare a reliquie del Medioevo, gli esorcismi continuano a essere eseguiti, soprattutto su persone che sono disturbate emotivamente e mentalmente. I criteri per diagnosticare una possessione sono divenuti più presenti nel primo periodo moderno e si sostengono sulle speculazioni dei teologi medievali. Tutti gli episodi di esorcismo che si riscontrano nel passato fanno riferimento all’agiografia medievale, la storia dei santi, che sono chiaramente riconducibili a Cristo: i santi sconfissero i demoni con il suo nome e seguendo il suo esempio, usando il sale e l’acqua santa, le preghiere e il segno della croce, l’imposizione delle mani e a volte persino brutali percosse, che erano dirette al demone, ma erano i “posseduti” in realtà a riceverle. Niente di meno di ciò che accade ancora oggi e che apprendiamo solamente quando i casi balzano alla cronaca.

Possessione e religione, dunque, sono strettamente connesse perché furono le religioni abramitiche a prosperare la paura della possessione demoniaca. Medioevo e Rinascimento sono i momenti cruciali nei quali il cattolicesimo e il culto della santità avevano una forte presa sulle masse ignoranti d’Europa. Epoche nelle quali gli esorcisti erano membri del clero e dei laici: solo essere cristiani permetteva di scacciare i demoni, diversamente non era possibile. Questo il motivo per cui molti esorcisti sono diventati santi e viceversa, post-mortem, nel senso che le tombe dei santi o le loro reliquie erano spesso utilizzate durante gli esorcismi: ogni santo doveva avere un demone con il quale instaurare una lotta. Accadeva quindi che un individuo creduto posseduto fosse portato nella tomba di un santo e lasciato lì finché il demone non avrebbe lasciato il suo corpo, a volte rimanendoci per molti giorni; oppure, l’individuo era fatto entrare in contatto con le reliquie del santo e portato in luoghi che furono importanti per lui, come ad esempio dove si narravano i suoi miracoli o dove furono martirizzati.

Il cinema ha trovato terreno fertile nelle vicende di alcuni esorcismi, soprattutto quelli finiti con la morte del presunto posseduto, come il caso dei primi anni Settanta di Anneliese Michel che ha ispirato tre film fra cui L’Esorcismo di Emily Rose del 2005 e Requiem del 200. Il film che ha segnato la storia delle possessioni e degli esorcismi al cinema è L’Esorcista del 1973, tratto dall’omonimo romanzo del 1971, indubbiamente quello entrato nell’immaginario collettivo e che ha posto un pericolo sull’uso della tavola Ouija.

Una scena tratta dal film L’Esorcista – fonte: Warner Bros.

Non è solamente l’esorcismo di Anneliese Michel ad aver avuto conseguenze mortali, ma mi occuperò di tutti questi casi in un altro articolo e nei miei podcast. Vorrei però citarne alcuni molto recenti. Nel 2003, Torrance Cantrell, un bambino autistico di soli otto anni, residente nella contea di Milwaukee, nel Wisconsin, fu ucciso durante un esorcismo dai membri della chiesa che incolpavano un demone per la sua disabilità. Nel 2005, Maricica Irina Cornici, una giovane “suora” (imposta, non per scelta), è morta in Romania per un esorcismo sfuggito di mano a un sacerdote: fu imbavagliata e legata a una croce per giorni, senza cibo e acqua, nel tentativo di espellere i suoi presunti demoni. Esiste anche un film ispirato a questa vicenda (ma solo ispirato, poiché la storia è stata completamente stravolta): The Crucifixion del 2017.
Un altro recente caso è del 2010 e avviene a Londra, in Inghilterra, il giorno di Natale: un ragazzo di quattordici anni di nome Kristy Bamu, è stato picchiato e annegato dai parenti che cercavano di esorcizzare uno spirito malvagio che, secondo loro, lo aveva posseduto.

Il pope con le monache dell’esorcismo a Maricica Irina Cornici nel 2005 in Romania

Il più recente caso, fortunatamente con un esito diverso, è tutto italiano ed è accaduto nel 2018 in provincia di Caserta, a Casapesenna, in Campania, balzato sui giornali a seguito del servizio de Le Iene, nel quale una ragazza ha riferito delle violenze subite dalla sorella minore. Questa ragazzina, cui hanno assegnato il nome fittizio Giada, era stata presa sotto “cura” da un sacerdote esorcista, noto per i suoi interventi in trasmissioni televisive su temi quali possessioni ed esorcismi. Il sacerdote, con la complicità della madre della ragazza, aveva deciso di sospendere psicoterapie e psicofarmaci, in cambio di una pratica esorcista non necessaria e non richiesta alla diocesi o al Vaticano stesso. Il vescovo di riferimento ne era informato. Se la sorella maggiore non fosse intervenuta tempestivamente a portare sui media quest’assurda storia, probabilmente avremmo avuto lo stesso epilogo di Anneliese Michel, morta a soli ventitré anni per forte debilitazione causata da una malnutrizione e disidratazione, tant’è che quando morì pesava solo trenta chilogrammi. I genitori invasati dall’idea della possessione, il parroco e l’altro sacerdote che assisteva agli esorcismi, furono indagati per omicidio colposo e nel 1978 furono condannati a sei mesi di reclusione. Anche il caso della ragazza italiana ha portato all’arresto del sacerdote e di alcune persone che hanno ostacolato le corrette cure della ragazza. Potete approfondire anche attraverso il secondo servizio de Le Iene e cercando in rete i vari articoli correlati.

C’è davvero il diavolo dietro l’utero in affitto, nelle coppie gay e nell’aborto, così come monsignor Luigi Nieri, arcivescovo di Ferrara ha dichiarato in una videoconferenza? Può davvero un sacerdote identificare il diavolo in due ragazze lesbiche sedute in aereo nello stesso volo, così come il messicano padre Cesare Truqui, allievo di padre Amorth, ha affermato a Radio Maria? (rif. articolo su Repubblica) Come disse Peter Pan: se ci credi, esiste!

error: Content is protected !!