Il caso del Poltergeist di Battersea è uno degli episodi più noti e controversi di presunta attività paranormale avvenuti nel Regno Unito durante il XX secolo. Questo evento straordinario ha attirato l’attenzione di ricercatori del paranormale, giornalisti e curiosi di tutto il mondo, diventando un vero e proprio enigma che ha sfidato le spiegazioni razionali e scientifiche dell’epoca. La storia ruota attorno alla famiglia Hitchings, che abitava al numero 63 di Wycliffe Road, nel quartiere di Battersea, a Londra.
La documentazione più dettagliata sul Poltergeist di Battersea fu raccolta dal ricercatore psichico Harold Chibbett (1900-1978). I suoi archivi furono infine consegnati a Shirley Hitchings, che da adolescente era stata al centro degli eventi, e furono utilizzati nel suo libro del 2013, The Poltergeist Prince of London, scritto in collaborazione con James Clark.
I primi fenomeni paranormali a Battersea
Alcuni dei casi di presunti poltergeist più strani e inquietanti si sono verificati in anonime case bifamiliari in strade apparentemente tranquille. Forse è proprio questo a renderli ancora più inquietanti: ci aspettiamo di sentire storie di fantasmi in vecchie dimore signorili o monasteri e castelli in rovina, ma in un contesto urbano o suburbano, gli eventi inspiegabili sembrano molto più vicini a noi. La casa “infestata” appare simile alla nostra, le persone coinvolte non sono diverse da noi.


(foto di Paul G. Adams)
I fenomeni del Poltergeist di Battersea si sono verificati al numero 63 di Wycliffe Road a Battersea, un quartiere centro-occidentale di Londra. Battersea, oggi un quartiere elegante e ricco di pub gastronomici e caffè chic, nel 1956 era un distretto industriale piuttosto modesto. Nella casa a Wycliffe Road vivevano gli Hitchings. Wally, il capofamiglia, era un quarantenne snello e alto che lavorava come macchinista per la metropolitana di Londra. Sua moglie Catherine (chiamata Kitty), di pochi anni più grande, era una ex impiegata d’ufficio ora costretta su una sedia a rotelle a causa di un’artrite cronica. La loro figlia quindicenne Shirley, che stava per entrare in una scuola d’arte e lavorava come sarta part-time presso il grande magazzino Selfridges, sembrava essere al centro dell’insolita attività domestica e dell’attenzione dei media.

Le sue immagini negli articoli di giornale sul caso rivelano una ragazza affascinante con capelli neri e occhi ancora più scuri. Altri abitanti della casa erano la madre di Wally, Ethel, una donna energica conosciuta localmente come Old Mother Hitchings (L’anziana madre Hitchings), e John, il figlio adottivo ventenne di professione geometra, che Shirley considerava come un fratello. Verso la fine di gennaio del 1956, sul letto di Shirley apparve una chiave color argento che nessuno riuscì a identificare, nonostante il padre la provasse in ogni serratura della casa. La lasciò in cucina e la mattina dopo fu ritrovata di nuovo sul letto di Shirley. Un fenomeno, quello degli oggetti che compaiono e scompaiono, che sono stati chiamati JOTT, termine coniato dalla parapsicologa inglese Mary Rose Barrington (1926-2020).
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Rumori di colpi iniziarono a farsi sentire disturbando il sonno della famiglia di notte e continuando durante il giorno, soprattutto in presenza di Shirley. Rumori così forti che risuonavano in tutta la casa, facendo tremare muri e pavimenti.

A meno di dieci anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, quei rumori riportarono alla mente i ricordi del Blitz; un bombardamento di rumore così intenso che i vicini venivano a lamentarsi, pensando che Wally stesse martellando o strappando le assi del pavimento nel cuore della notte. Il frastuono era udibile anche in strada. Fu l’inizio di un incubo che avrebbe preso il sopravvento sulla vita della famiglia.
La notte successiva accadde la stessa cosa, e poi ancora la notte dopo. Presto divenne un evento quotidiano, non solo notturno, ma anche diurno. Gli Hitchings, privati del sonno e spaventati, chiamarono la polizia e vari esperti, ma nessuno riuscì a determinare l’origine dei rumori. I suoni variavano tra un forte rumore e uno sfregamento che sembrava provenire dall’interno dei mobili, addirittura dalla testiera del letto mentre cercavano di dormire. I disordini si verificarono anche sul luogo di lavoro di Shirley, costringendola a prendersi due settimane di ferie.
Dopo i suoni, il passo successivo è solitamente quello di vedere oggetti che si muovono, come se il poltergeist volesse aumentare la tensione e dimostrare veramente le sue capacità. In questo senso, il caso di Wycliffe Road non delude. Molti testimoni hanno dichiarato di aver visto lenzuola volare fuori dai letti, ciabatte che camminavano da sole e sedie che si spostavano. Col passare del tempo, questi fenomeni sono diventati sempre più aggressivi. In un incidente del 18 febbraio, un guanto che Shirley aveva lasciato cadere volò in aria e colpì il padre in faccia.
Dopo i suoni, il passo successivo è solitamente quello di vedere oggetti che si muovono, come se il poltergeist volesse aumentare la tensione e dimostrare veramente le sue capacità. In questo senso, il caso di Wycliffe Road non delude. Molti testimoni hanno dichiarato di aver visto lenzuola volare fuori dai letti, ciabatte che camminavano da sole e sedie che si spostavano. Col passare del tempo, questi fenomeni sono diventati sempre più aggressivi.




In un incidente del 18 febbraio, un guanto che Shirley aveva lasciato cadere volò in aria e colpì il padre in faccia. Mentre in un’altra occasione, i membri della famiglia furono svegliati dalle urla di Shirley che tentava di trattenere le lenzuola che lo spirito Donald tirava verso di sé; lo spettro era così forte che anche l’aiuto della famiglia sortì poco effetto e a quel punto Shirley si irrigidì, inarcò la schiena e si sollevò di diversi centimetri dal letto.
«Stavo fluttuando sopra il letto. Quando John mi ha tirata giù ero rigida. Mia nonna, che era cattolica, pensava che potessi essere posseduta dal diavolo. Pensavo di impazzire. Piangevo tutto il tempo, molto traumatizzata.»
Shirley Hitchings, da The Poltergeist Prince of London (2013)

La famiglia, terrorizzata, si rivolse a parenti, amici e vicini, nella speranza di trovare una spiegazione o un aiuto. Nonostante il supporto ricevuto, i fenomeni continuarono ad intensificarsi, culminando in episodi in cui i membri della famiglia sentirono una presenza invisibile e minacciosa nelle loro immediate vicinanze. Fu ingaggiato anche un medium di loro conoscenza, Harry Hank, collega di Wally. Il medium cercò di esorcizzare la casa e condusse alcune sedute spiritiche con la famiglia.
Il caso attirò presto l’attenzione dei media locali e dei ricercatori del paranormale. Il Poltergeist di Battersea iniziava ad essere fonte di curiosità per molti. La notizia divenne importante a livello nazionale ed il caso fu persino discusso in Parlamento. I reporter presenti hanno osservato eventi come il lancio di sedie e ciabatte e l’orologio da polso di Shirley che si è improvvisamente staccato dal suo braccio.
«Shirley ha detto che le lenzuola venivano tirate sotto di lei, quindi le abbiamo prese e abbiamo sentito che venivano tirate con la forza. Mentre ciò accadeva vedemmo che Shirley veniva sollevata dal letto. Era rigida e si trovava a circa quindici centimetri sopra il letto quando la sollevammo e la mettemmo sul pavimento.»
da una dichiarazione del padre di Shirley, Wally Hitchings
Uno dei principali investigatori sul Poltergeist di Battersea fu Harold Chibbett, un noto esperto di fenomeni paranormali, che dedicò molto tempo ed energie alla ricerca di una spiegazione per gli eventi che affliggevano la casa degli Hitchings. Chibbett documentò accuratamente gli avvenimenti, intervistando i membri della famiglia, i vicini e altre persone coinvolte. Nonostante i suoi sforzi, non riuscì a trovare una spiegazione logica e razionale per i fenomeni osservati.
L’investigatore dell’occulto Harold Chibbett
Harold Chibbett, noto anche come Chib, era un ricercatore psichico e scrittore britannico specializzato in spiritualismo e fenomeni paranormali. Nato il 19 febbraio 1900 in Inghilterra, Chibbett dedicò la sua vita a comprendere i fenomeni occulti e incontrò personalità di spicco come l’esoterista Aleister Crowley (1875-1947) ed era amico sia di Sir Arthur Conan Doyle (1859-1930), appassionato di spiritismo e creatore di Sherlock Holmes, sia del ricercatore psichico Harry Price (1881-1948).




Chibbett fondò The Probe, un gruppo pionieristico britannico di investigatori di fenomeni psichici (psi) e occulti. Era anche membro del primo club di fantascienza di Londra e amico del romanziere Eric Frank Russell (1905-1978), con cui condivideva un interesse per i fenomeni di Forteana, che prendono il nome da Charles Fort (1874-1932), un ricercatore e scrittore statunitense noto per la sua raccolta di casi anomali e inspiegabili.
Uno dei lavori più noti di Chibbet riguarda proprio il caso del Poltergeist di Battersea. Il resoconto più dettagliato del caso fu realizzato da Chibbett, i cui documenti furono successivamente affidati a Shirley Hitchings.

Nonostante la sua salute precaria, Chibbett continuò a perseguire la sua passione per l’occulto fino alla sua morte, avvenuta il 23 febbraio 1978 a causa di un attacco cardiaco. La sua vita e il suo lavoro hanno lasciato un segno indelebile nel campo della ricerca psichica e paranormale. Purtroppo, questo investigatore è stato quasi completamente dimenticato dalla storia, ma negli anni Cinquante era un noto cacciatore di fantasmi. Di giorno lavorava come ispettore delle tasse e di notte si dedicava alle indagini paranormali, trascorrendo le notti nelle cucine e nei salotti di case apparentemente normali ma inquietanti, cercando di comunicare con l’aldilà.
Avendo prestato servizio nella Prima Guerra Mondiale, aveva sviluppato un forte desiderio di provare l’esistenza della vita dopo la morte.
Chib dedicò il resto della sua vita ad aiutare gli Hitchings e a scoprire chi o cosa fosse Donald, il presunto spirito del Poltergeist di Battersea.
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La presenza inquietante di Donald
I suoni percussivi sembravano provenire da una fonte intelligente che comunicava attraverso un codice alfabetico primitivo, affermando di essere un ragazzo defunto di nome Donald con cui Shirley aveva giocato in gioventù. Ora le comunicazioni del Poltergeist di Battersea apparivano anche sotto forma di note manoscritte, apparentemente non scritte da Shirley. Nel corso di mesi e anni, la famiglia Hitchings ha elaborato un metodo per interagire con lui, cercando di scoprire la sua identità o la sua natura, mentre i giornali sostenevano in modo inquietante che fosse ossessionato da Shirley. Molti credevano che il poltergeist fosse frutto dell’immaginazione della quindicenne e che lei stesse deliberatamente fomentando la storia per attirare l’attenzione.

Alla fine, il Daily Mail si mise in contatto con Shirley; fu invitata alla sede centrale, dove fu perquisita a corpo nudo per assicurarsi che non nascondesse nulla. Il giornale pubblicò un resoconto sensazionale della storia che attirò grande attenzione. La BBC tentò di contattare Donald in prima serata, ma con scarsi risultati.
Una giornalista, Joyce Lewis, una notte ha condiviso il letto con Shirley e ha assistito alla ragazza che veniva graffiata e trascinata fuori dal letto. Poco dopo la pubblicazione di un articolo scettico, gli incidenti hanno assunto un tono più oscuro, comprese le minacce di incendiare la casa. Questi sembravano essere confermati dall’apparizione di un fiammifero acceso che volava nell’aria e dalle lenzuola che venivano incendiate. Wally ha riportato una grave ustione alla mano.
Shirley afferma che Donald divenne più minaccioso nel corso degli anni, una sorta di bullo con continue richieste o, meglio, ordini. Prendeva le vecchie bambole che si trovavano in un baule in soffitta e le portava di sotto. Si divertiva a tagliare le teste delle bambole e a ridurre in pezzi i vestiti di Shirley. Poi lasciava dei messaggi dove invitava la ragazza a realizzare dei nuovi vestiti alle bambole con i pezzi di stoffa dei suoi vestiti. E se qualcuno osava contraddirlo, Donald scriveva su un pezzo di carta la parola “punire” e questo significava che durante la notte avrebbe combinato qualcosa di brutto.
Shirley racconta che era difficile trovare un ragazzo all’epoca dei fatti. Ad esempio, un ragazzo che aveva appena conosciuto si comportava in maniera arrogante con lo spirito Donald, provocandolo a farsi avanti, quando all’improvviso una ciotola di noci non gli volò sopra la testa e da quel giorno non vide più quel ragazzo che era sicuramente terrorizzato. Col passare del tempo, gli Hitchings si abituarono alla presenza di Donald, accettandolo come uno di famiglia, seppure irrequieto. Durante le feste natalizie, lo spirito fece trovare dei biglietti di auguri di Natale “scritti di suo pugno”.
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Lo spirito di James Dean
Col passare del tempo, il comportamento di Donald divenne sempre più violento e beffardo, tant’è che le stanze venivano presumibilmente trovate devastate e, nel 1957, si manifestò dicendo di essere un altro spirito, la celebrità cinematografica James Dean (1931-1955), morto a soli ventiquattro anni in un incidente automobilistico il 30 settembre 1955. Quel giorno, Dean stava guidando la sua Porsche 550 Spyder verso una gara automobilistica a Salinas, in California. L’incidente avvenne all’incrocio tra la Route 466 (ora State Route 46) e la Route 41 vicino a Cholame, sempre in California.




Lo spirito, probabilmente sempre Donald sotto mentite spoglie, esigeva che Shirley contattasse un attore britannico ampiamente noto per il suo lavoro nel cinema e in televisione dalla fine degli anni Quaranta alla metà degli anni Sessanta, Jeremy Spenser.
Donald era francese

Harold Chibbett ha avviato un’indagine sul Poltergeist di Battersea all’inizio di marzo 1956. Suggerì alla famiglia di provare a mettersi in contatto con il poltergeist, usando delle carte come una tavola Ouija: l’investigatore indicava una carta con una lettera e lo spirito toccava la carta quando raggiungeva le lettere giuste per formare le parole. Dopo alcuni esperimenti, Chibbet concluse che lo spirito doveva essere francese ed era molto spaventato. Una delle tante scritte trovate sulle pareti di casa riportava «Viva France» (Viva la Francia).

Chib lasciava gli strumenti di scrittura nel salotto familiare, l’unico con serratura, e si portava la chiave a casa. Questo spazio era conosciuto come la stanza di Donald, poiché il fantasma era solito ascoltare la musica dalla televisione e sistemare le bambole in cerchio. Il primo messaggio che Donald lasciò era inquietante: «Shirley, arrivo». Molti altri sono indecifrabili, o un curioso mix di francese e inglese, a volte indirizzati a “mon cherie Chibbett”. Sosteneva di essere Luigi XVII di Francia (1785-1795), il delfino perduto, erede al trono di Francia, deceduto a soli dieci anni dopo la condanna a morte dei suoi genitori, Luigi XVI (1754-1793) e Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena (1755-1793), entrambi decapitati alla ghigliottina.
Come morì il piccolo Luigi XVII

Nato Luigi Carlo di Borbone, alla morte del padre nel 1793, fu riconosciuto come re di Francia e di Navarra con il nome di Luigi XVII dai monarchici francesi e dalle corti europee, nonostante fosse ancora imprigionato dai repubblicani. Soffriva di un’infezione scrofolosa presente nel suo corpo da molto tempo. Dopo il 10 agosto 1792, fu incarcerato nella prigione del Tempio, parte di una fortezza costruita dai Templari. In attesa di essere trasferiti nella torre principale, Luigi XVII e la sua famiglia furono sistemati in una torretta adiacente.
La stanza di Luigi Carlo fu blindata, lasciando solo una piccola apertura nella porta per il passaggio del cibo; nessuno si preoccupò delle sue condizioni di vita e di salute. La permanenza in quell’ambiente malsano gli causò una forte febbre, e la malnutrizione, insieme all’incapacità di difendersi dai parassiti, compromise irrimediabilmente la sua salute. Luigi XVII morì a dieci anni, nel 1795, a causa delle dure condizioni di prigionia cui era stato sottoposto per oltre due anni. Il giorno seguente alla sua morte, il dottor Philippe-Jean Pelletan eseguì un’autopsia sul corpo del giovane principe, confermando che la causa del decesso era l’infezione scrofolosa e la tubercolosi.
Le minacce e gli incendi
La nuova presenza divenne sempre più esigente: voleva che Shirley portasse i capelli in un certo modo e minacciava la famiglia di appiccare incendi o rovinare la casa, tanto da spingere Wally, il padre di famiglia, a chiudere a chiave tutti i fiammiferi e i coltelli nel loro rifugio antiaereo. Questo, però, non fermò lo spirito, che appiccò incendi “spontanei” in varie parti della casa, uno dei quali era così grave che Wally fu ricoverato in ospedale con alcune ustioni dopo aver tentato di spegnere il fuoco.
La cosa inquietante era che dove c’era la scottattura sembravano esserci dei segni, come quelli di sgorbia, tipici della xilografia su legno, segni simili a graffi provocati da una mano artigliata. Inoltre Donald avrebbe cercato di spingere la nonna di Shirley, la signora Ethel, giù per le scale. Sui muri cominciarono ad apparire scritte, simboli di croci e gigli.
Dopo pochi giorni la famiglia Hitchings sentì bisbigliare, erano dei sussurri con un accento irlandese e Ethel disse che si trattava della voce di sua madre. Qualche giorno dopo, la signora Ethel fu colputa da un ictus e morì poco tempo dopo.
Shirley fu licenziata dal suo lavoro part-time come sarta da Selfridges perché sparivano strumenti di lavoro, come alcune forbici e fu costretta ad ammettere di essere la ragazza del Poltergeist di Battersea.
Il nuovo spirito esortava Shirley a diventare una celebrità del cinema, ma la ragazza cominciò a svolgere il ruolo di assistente amministrativa per un’azienda di articoli di cancelleria. Nel 1959, si iscrisse a una scuola d’arte per la creazione di costumi teatrali, ma abbandonò dopo che l’impegno richiesto per il volontariato si rivelò eccessivo in combinazione con il suo lavoro.


(credito: Fortean Times)


Dopo alcuni anni, Shirley trovò l’amore in Derek e nel 1961 unirono le loro vite in matrimonio. Nel 1964 la famiglia Hitchings si trasferì a Latchmere Road, a 15 minuti a piedi dalla vecchia casa e nel 1965, Shirley e Derek si trasferirono a Bognor Regis, nel West Sussex, dove nacquero i loro due figli, David e Karen. Donald, il poltergeist di Battersea, li seguì nella nuova casa, anche se i suoi fenomeni stavano iniziando a diminuire.
Lasciava messaggi che descrivevano le attività dei genitori di Shirley nella loro casa e viceversa. Tuttavia, nel 1968, Donald cessò ogni comunicazione. Lasciò un ultimo messaggio ai genitori di Shirley, promettendo di lasciare la famiglia in pace e dicendo “addio”. Il ruolo centrale che Donald aveva nella vita della famiglia era così importante che la madre di Shirley entrò in un periodo di lutto, vestendosi di nero e continuando a piangere, al punto che Wally, suo marito, si trovò disorientato su come gestire la situazione.
Negli anni Ottanta, un medium avvicinò Shirley a una fiera dell’artigianato e le riferì che lo spirito che l’aveva perseguitata era quello di «un ragazzino, vestito in modo elegante, di raso blu, e con i capelli rossi». Shirley ricordò che l’investigatore Chib le aveva dato una cartolina in cui era raffigurato Luigi Carlo di Borbone che indossava un tailleur di raso blu e aveva i capelli rossi.
«Sono felice che se ne sia andato. Non vorrei mai più affrontare una cosa del genere.” Ha un brivido involontario e sento un altro piccolo brivido lungo la schiena»
Shirley Hitchings
L’influenza del Poltergeist di Battersea sui media
Il fenomeno paranormale noto come il Poltergeist di Battersea del 1956 è tornato alla ribalta nei media britannici a seguito dell’uscita del libro scritto da Shirley Hitchings e James Clark. Questo evento ha riacceso l’interesse del pubblico per la vicenda. Nel periodo compreso tra gennaio e aprile 2021, un podcast di grande successo di BBC Radio 4, The Battersea Poltergeist, condotto da Danny Robins, ha approfondito il caso. Il trailer del podcast è disponibile online e gli episodi (in lingua inglese) possono essere ascoltati scaricandoli dal web.

Nel frattempo, le case di produzione televisiva britanniche Blumhouse Television e Maniac Productions hanno ottenuto i diritti per trasformare questa affascinante storia in una serie televisiva. Queste due società hanno collaborato per creare una serie TV che si preannuncia avvincente, chiamata Blumhouse’s Ghost Story. Questa serie promette di portare il mistero e l’intrigo del Poltergeist di Battersea direttamente nelle case degli spettatori.
Quanto c’è di vero sul Poltergeist di Battersea
Alcuni media dell’epoca espressero dubbi sulla veridicità del fenomeno del Poltergeist di Battersea, come illustrato da un articolo del Weekend Mail del 15 marzo 1956 intitolato Spook Was In Girl’s Big Toe! (ovvero, “Lo spettro era nell’alluce della ragazza!”).

Alcuni sostengono che i rumori provenienti dalla casa si trovassero in una zona paludosa e scomoda, mentre altri hanno suggerito che l’acido nel terreno avrebbe potuto portare alla follia. Il gatto di famiglia, chiamato Jeremy (in onore di Jeremy Spenser), finì addirittura per essere analizzato dai sostenitori del poltergeist nel disperato tentativo di dimostrare l’esistenza di Donald. Ma c’è anche ci sostiene che Shirley fosse un’adolescente sognatrice ma in fondo annoiata, che conduceva una vita piuttosto protetta e che potrebbe aver creato Donald e attirato gli altri per attirare l’attenzione su di sé e avanzare richieste che avrebbero funzionato a suo vantaggio.
Il padre di Shirley, Wally, prendeva spesso appunti su quanto accadesse in casa o alla figlia. Come ad esempio quello scritto dopo aver visto dei segni che il presunto Donald aveva lasciato sul viso della ragazzza.
«18.30 – Shirley ha di nuovo un segno sulla fronte dalla sommità del sopracciglio al centro dell’occhio destro. Segni sul viso di Shirley sotto la pelle. 22.15 – Devo vedere Jeremy, glielo prometto domani. Shirley va a casa ancora segnata sul viso.»
Appunti di Wally Hitchings

Nel corso dei dodici anni di infestazione sono stati recapitati alla famiglia circa quattromila messaggi da parte di Donald, con un numero impressionante di circa sessanta messaggi lasciati al giorno al culmine del caso. Gli esperti di grafia hanno analizzato le lettere e hanno concluso che erano quasi certamente scritte da Shirley. Grazie a queste lettere e all’attenzione che suscitarono, Shirley poté lasciare la stanza che condivideva con i genitori, ricevette denaro per vestiti e acconciature più alla moda e fu oggetto di grande isterismo da parte della stampa.
Andrew Green (1927-2004), un noto cacciatore di fantasmi britannico, è citato nel Guinness dei primati per aver ricevuto l’unica lettera mai conosciuta da un presunto poltergeist (proprio Donald), che riteneva fosse stata scritta da Shirley stessa. Green osservò che Shirley sembrava chiudere gli occhi per un attimo prima di rispondere a ogni domanda, quasi come se stesse invocando “la forza”. Green concluse che si trattava di una sorta di manifestazione esterna della psiche di Shirley, o un caso di Psicocinesi Spontanea Ricorrente (RSPK), che non implicava la presenza di alcun spirito esterno.
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In un’occasione, lo spirito Donald sostenne che Luigi XVII era stato liberato dalla prigione e che un altro ragazzo era stato giustiziato al suo posto. Questa affermazione fu categoricamente smentita nel 2001, quando gli scienziati confrontarono il DNA dei resti del principe con quello dei discendenti viventi di Maria Antonietta e trovarono una corrispondenza molto probabile.
Dopo la prima lunga notte di fenomeni paranormali in casa Hitchings, Wally andò a prendere la chiave che sua figlia Shirley aveva trovato sul proprio cuscino, ma non c’era più sulla mensola dove l’aveva lasciata.
Quando si parla di poltergeist, spesso vengono tirati in gioco forze dell’ordine e vigili del fuoco, come se la divisa in qualche modo fosse una sorta di garanzia. Ma gli agenti di polizia descrissero l’incidente come “eccessivamente strano” e lasciarono la famiglia spaventata senza fornire alcuna spiegazione. Anche i pompieri, nonostante la loro perplessità, non riuscirono a fornire alcun aiuto o consiglio alla famiglia.
Tom Ruffles, un ricercatore e studioso britannico noto per il suo interesse e la sua attività nel campo della letteratura e della storia del mistero, recensendo il libro di Hitchings e Clark per la Society for Psychical Research (SPR), ritiene che Donald non sia una personalità convincente. Sottolinea che le ossessioni del Poltergeist di Battersea per il fascino dei reali francesi e delle star del cinema maschile creano un’atmosfera da adolescente. Le richieste di Donald sembravano sempre favorire Shirley, osserva Ruffles: le è stata data una stanza tutta per lei, le è stato impedito di accettare lavori noiosi e le è stato permesso di restare a casa a giocare con bambole e costumi. Il dominio assoluto di sua nonna Ethel sulla famiglia fu spezzato, soprattutto dopo la sua morte, forse in parte causata dallo stress legato al poltergeist. Inoltre, Shirley ha ricevuto molta attenzione da parte del pubblico, compresa un’apparizione sulla televisione della BBC proprio sul caso del Poltergeist di Battersea.
«Come spesso accade in questi casi, non si può mai dire con certezza cosa sia successo al numero 63 di Wycliffe Road per un decennio, e potrebbe essere una grave ingiustizia puntare il dito contro Shirley, ma, usando quel pratico rasoio, sembra più probabile che lei fosse attivamente e consapevolmente coinvolta nel perpetuare la situazione che ha portato miseria e gravi disagi ai suoi parenti, piuttosto che Donald fosse la coscienza sopravvissuta di un membro della famiglia reale francese.»
Tom Ruffles, dalla recensione sul libro The Poltergeist Prince of London (2013)




Nel podcast di Danny Robins dedicato al Poltergeist di Battersea, dove è accompagnato da due esperti nel campo, il psicologo Ciarán O’Keeffe e Jim Harold, un veterano delle trasmissioni e podcast sul paranormale, c’è un rimbalzo di opinioni tra scetticismo e credenza nel paranormale sul caso del Poltergeist di Battersea. Ciarán esamina inizialmente il fenomeno da un punto di vista psicologico, proponendo che lo stress e l’ansia legati alla costruzione di una nuova abitazione in un luogo isolato potrebbero essere elementi contribuenti. Afferma: «Storicamente, abbiamo sempre collegato i fantasmi a edifici più vecchi, ma percorrerò la via dello scetticismo e dirò che, in realtà, ovunque ci sia una presenza umana c’è il potenziale per generare fenomeni paranormali, perché molti di questi risiedono nella psicologia dell’individuo.»
Jim Harold, invece, equipara gli eventi del Poltergeist di Battersea all’attività tipica del poltergeist, mettendo in risalto l’interazione fisica manifesta nel caso, come oggetti che si spostano e rumori inspiegabili. «Rappresenta una sorta di standard d’oro, nel senso che puoi dare una spiegazione a molte cose, ma non riesco a spiegare gli oggetti fisici che si muovono da soli» afferma Jim, evidenziando l’escalation dei fenomeni di poltergeist da manifestazioni iniziali innocue a episodi più aggressivi.
Ciarán considera la possibilità che alcuni dei rumori del Poltergeist di Battersea possano essere attribuiti a cause naturali come animali o infrasuoni. Riflette anche sul potere della suggestione e della memoria nel plasmare le esperienze della famiglia, proponendo, che «l’unica altra spiegazione potrebbe essere che stiano ascoltando un altro rumore di battito prodotto da un animale e che in realtà stiano discutendo di cosa pensano che sia. Stanno formando quel ricordo.» Jim Harold suppone che il terreno su cui è costruita la casa del famoso Poltergeist di Battersea potrebbe essere infestato a causa dei suoi legami con le deportazioni dei nativi americani o con le attività della guerra civile. «Pensiamo che siano gli edifici ad essere infestati, ma in realtà anche la terra può essere infestata. E sappiamo che questa zona ha un passato macchiato di sangue», spiega.
Comunque sia, le storie sui poltergeist sono sempre molto affascinanti, e anche questa del Poltergeist di Battersea lo è.
Conclusioni
La storia del Poltergeist di Battersea, esplosa nel 1956, è davvero una di quelle vicende che non si dimenticano facilmente. Un mix avvincente di eventi inspiegabili, rumori, oggetti che volano e messaggi misteriosi, che ha lasciato il segno non solo nella memoria collettiva, ma anche nella storia della ricerca psichica. È soprattutto grazie all’instancabile lavoro di Harold Chibbett, vero detective dell’occulto, che oggi possiamo ripercorrere questa storia nei dettagli. Il suo impegno ha dato vita a una delle documentazioni più complete mai realizzate su fenomeni psicocinetici.

Ma Chibbett non si è limitato a registrare i fatti. Ci ha creduto davvero, si è messo in gioco, ha cercato di capire, di dare un senso a ciò che, all’apparenza, un senso non ce l’aveva. E per questo ha ispirato – e continua a ispirare – intere generazioni di studiosi e appassionati del paranormale.
Ancora oggi, il caso di Battersea non è stato archiviato. Anzi! È oggetto di nuovi studi, nuove ipotesi, approcci più moderni e scientifici. Le testimonianze, come quelle portate avanti da Shirley Hitchings stessa, ci permettono di vedere quegli eventi da prospettive sempre diverse. Il 1956, con tutta la sua carica di mistero, torna a vivere grazie a ricostruzioni, interviste e analisi che non smettono di sorprendere.

E poi ci sono quei dettagli strani, che sembrano buttati lì ma che forse nascondono qualcosa. Tipo quella famosa chiave trovata sul letto di Shirley: cosa c’entra davvero? Nessuno lo sa. E fa riflettere anche il fatto che tutto si sia fermato dopo il matrimonio. Coincidenza? Forse Shirley voleva solo lasciarsi alle spalle quella storia per costruirsi una vita nuova, più “normale”. O magari, semplicemente, crescendo non aveva più modo – o voglia – di alimentare certi fenomeni. Chi lo può dire con certezza?

Interessante anche la riflessione di Tom Ruffles, nella sua recensione al libro The Poltergeist Prince of London (2013). Parlando del coautore, scrive:
«James Clark deve essersi sentito un po’ limitato in ciò che poteva dire avendo Shirley come coautore, ma ha fatto un lavoro chiaro nell’esporre la narrazione. Non raggiunge, e non può a questo punto, raggiungere alcuna conclusione definitiva, ma espone le possibilità, da Donald come entità disincarnata o entità, di Louis-Charles o di un comunicatore drop-in, all’idea di Green del poltergeist. come una creazione psicocinetica del subconscio di Shirley, alla frode (quest’ultima naturalmente affrontata con una certa cautela). Il risultato è un caso di studio affascinante, anche se c’è da chiedersi perché Shirley, proprietaria dei file su cui si basa il libro, abbia accettato che fosse scritto. Un epilogo si riferisce alla sua riluttanza a sollevare la questione negli anni successivi dopo che lei e suo marito avevano lasciato Londra, quindi ci si deve chiedere cosa sia cambiato per indurla a volere che la questione fosse risolta adesso.»
dalla recensione sul libro The Poltergeist Prince of London (2013) di Tom Ruffles
Ecco, forse è proprio questo il punto: la verità potrebbe essere cambiata nel tempo, o semplicemente Shirley ha sentito il bisogno di raccontare la sua versione prima che fosse troppo tardi.
Che sia stato un vero spirito malintenzionato, una proiezione dell’inconscio, o una messinscena ben orchestrata, il caso del Poltergeist di Battersea resta uno dei più affascinanti e controversi della storia del paranormale. Non è solo una storia di rumori e scritte sui muri: è un simbolo, un enigma che continua ad accendere la nostra immaginazione, a farci discutere, a farci domandare se davvero conosciamo tutti i meccanismi della mente… o dell’aldilà.
E finché ci sarà qualcuno che se lo chiede, Donald – chiunque o qualunque cosa fosse – continuerà a vivere nelle pieghe più misteriose della nostra realtà.