Il Poltergeist di Amherst, conosciuto anche come Il Grande Mistero di Amherst, è un’insieme di presunte manifestazioni paranormali registrate ad Amherst, Nuova Scozia, Canada, nel periodo 1878-1879. Walter Hubbell (1851-1932), un attore con un interesse per il paranormale, descrive la sua esperienza diretta di quello che è stato ritenuto uno dei casi di poltergeist più documentati nella storia.
Hubbell ha assistito a questi fenomeni e ha osservato la famiglia nella loro abitazione da giugno 1879 ad agosto 1879. Hubbell si considerava un esperto degli “effetti illusori” che gli artisti del teatro, come lui, utilizzavano per divertire e ingannare il pubblico, facendogli credere che fossero stati compiuti atti magici. Con un’esperienza nel campo della recitazione professionale, era convinto di poter svelare qualsiasi trucco o strategia di inganno utilizzata nel Poltergeist di Amherst largamente riportato, e di poter dimostrare che il mistero era un atto fraudolento orchestrato dalla famiglia coinvolta. Quindi condusse una vera e propria indagine e tenne un registro degli avvenimenti strani che affermava si verificassero nella casa, che in seguito divenne la base per una serie di libri di successo.
«La verità, è stato detto, è spesso più strana della finzione. Ciò che ho scritto è la verità, e non la finzione, ed è molto strano.»
Walter Hubbell
Contesto famigliare e storico
Amherst, una piccola località canadese nella provincia della Nuova Scozia, è situata specificamente nella contea di Cumberland. Attualmente, la città ospita una popolazione di circa deicimila abitanti. Durante il periodo in cui Esther Cox risiedeva lì, Amherst era un centro industriale vivace, noto per la produzione di pianoforti, calzature e una varietà di altri articoli. In quel periodo, molti residenti costruivano case grandi e affascinanti. Oggi, nonostante alcuni edifici non siano più presenti, la città è famosa per l’hockey e mantiene la stessa atmosfera. Gli edifici mostrano ancora i segni dei rigidi inverni della Nuova Scozia.
Il Poltergeist di Amherst è famoso e ampiamente documentato in numerosi libri e articoli, rendendolo uno dei casi di poltergeist più noti non solo in Canada, ma in tutto il mondo. Questa fama è dovuta al gran numero di testimonianze scritte da testimoni autenticati durante gli eventi, così come alla copertura completa della storia da parte dei media locali. Tutti coloro che hanno assistito personalmente agli strani eventi hanno confermato che si trattava di un autentico fenomeno poltergeist.
La figura centrale di questa storia è Esther Cox, una giovane donna di diciannove anni, un po’ timida e introversa, che preferiva trascorrere il suo tempo con i bambini più piccoli. Contrariamente a quanto alcuni credono, Esther non è nata ad Amherst, ma a Stewiacke. Era la più piccola di sei fratelli e aveva solo tre settimane quando sua madre morì. Archibald Cox, il padre, si risposò poco dopo la morte della moglie, ma anche la seconda morì dopo tre o quattro anni. La sua terza moglie si trasferì a Mattias, nel Maine. Dopo la morte della sua prima moglie (la madre di Esther), la famiglia si sparse per Stewiacke: i bambini furono cresciuti in città da diversi parenti e amici di famiglia. Esther fu cresciuta dai suoi nonni. Fu solo quando aveva circa quindici o sedici anni che sua sorella Olive sposò Daniel Teed (che era di Malagash), e finirono ad Amherst. Daniel lavorava presso l’azienda di stivali e scarpe.
Daniel e Olive stavano cercando di riconciliare di nuovo la famiglia, riunendo i fratelli sotto lo stesso tetto, come avevano fatto quando erano molto piccoli. All’epoca del Poltergeist di Amherst, c’erano nove persone che vivevano sotto lo stesso tetto. Olive, suo marito e i figli (Willie e George che erano bambini), Jenny (considerata la bellezza della famiglia che lavorava come sarta) e un altro fratello di Esther, John. Poi c’era la sorella Nellie e il suo ragazzo. Infine, in casa viveva anche il fratello di Daniel, John Teed.
Circa due settimane prima del poltergeist, Nellie si sposò e si trasferì a Sackville, New Brunswick. Se tutti erano fidanzati o sposati, Esther era una giovane donna single, che non aveva un lavoro esterno. Era fondamentalmente una domestica per sua sorella Olive, viveva infatti nella sua piccola casa. Lavorava preparando i pasti e prendendosi cura dei nipoti, e pulendo la casa. Non aveva una grande vita fuori casa, perché era molto impegnata. Credevano che Esther vivesse con lo spettro della morte sempre incombente su di lei, come accadeva a molti giovani in quel periodo. Non aveva mai conosciuto sua madre, che era morta poco dopo la nascita di Esther. Abigail, una sorella maggiore, era morta da bambina. La matrigna di Esther era morta quando lei era una ragazzina.
Così tanti giovani uomini morirono durante la guerra civile, e lo spiritualismo era diventato una cosa piuttosto importante a quel tempo. C’erano così tanti genitori, fratelli e coniugi che non volevano credere che quegli uomini se ne fossero andati del tutto. Ci furono molti casi in cui queste persone in lutto credettero e parlarono del fatto che potevano vedere o contattare queste persone, e che non erano mai veramente “andate” di per sé, poiché potevano ancora contattare il loro fantasma o spirito. Lo spiritualismo era al massimo storico, includendo cose come medium, sedute spiritiche e spettacoli itineranti con persone che affermavano di avere poteri specifici e abilità soprannaturali. Quegli aspetti soprannaturali erano piuttosto popolari fra gli anni Sessanta e Ottanta dell’Ottocento.
Anche prima del Poltergeist di Amherst, la famiglia Teed aveva già coltivato un forte interesse per il mondo paranormale. Organizzavano sedute spiritiche nella loro abitazione, cercando di entrare in contatto con gli spiriti, ma questo non avveniva solo in casa Teed, perché la credenza nel soprannaturale era diffusa nella cultura popolare dell’epoca in tutto il Nord America.
L’inizio dei fenomei paranormali
Bob MacNeil era un giovane di Amherst e lavorava insieme a Daniel Teed presso l’azienda di stivali e scarpe. Alcuni pensavano fosse un suo lontano parente poiché entrambi provenivano da Malagash. Non si conosce la natura del rapporto tra Bob MacNeil ed Esther Cox all’epoca, né se fossero intimi. Esther era considerata leggermente immatura, non troppo mondana e un po’ banale. A volte le persone avevano commentato che si comportava un po’ da ragazzina per la sua età. Quando Esther instaurò una relazione con il giovane Bob, forse una sorta di amicizia da parte della ragazza e qualche intenzione diversa da parte del ragazzo. Il comportamento di Bob era molto discutibile; un giorno le disse di non volerla vedere più per poi rifarsi vivo la sera successiva.
Nel pomeriggio del 28 agosto 1878, Esther fece un giro in carrozza con Bob. Secondo il racconto dell’autore del libro di cui vi scriverò nei prossimi paragarafi, Bob portò Esther nelle paludi e, giunti in un luogo isolato, fermò bruscamente la carrozza, minacciandola di scendere. Esther, spaventata e incerta sulle sue intenzioni, rifiutò. È probabile che Bob avesse intenzione di violentarla. Il rifiuto di Esther fece infuriare Bob, ma fortunatamente, i rumori di un’altra carrozza in avvicinamento la salvarono. Temendo di essere scoperto, Bob nascose la pistola e riportò Esther a casa. Gli abitanti del posto descrivevano Bob McNeal come un individuo crudele, capace di strappare la pelle ai gatti vivi per il puro piacere di vederli soffrire. Si dice che Bob abbia lasciato Amherst poco dopo l’incidente, ma che fosse ancora vivo nel 1879.
Non si sa con certezza cosa sia successo davvero, perché non è mai stato accusato di nulla. Lei potrebbe essersi sentita estremamente frustrata nel vedere il suo aggressore farla franca, e sarebbe diventata molto triste e depressa a causa di quell’incidente. Magari non è successo nulla di grave e il ragazzo potrebbe averle chiesto di sposarlo. Bob scomparve il giorno dopo quella uscita, tornò a Malagash. La sera deu fatti, Esther pianse fino ad addormentarsi e rimase nella sua stanza per un’intera settimana. Lei e Jenny condividevano un letto matrimoniale.
Qualche giorno dopo questo evento terribile, Esther chiese a Jenny se fosse il 4 settembre. Quando Jenny confermò la data, Esther osservò che era trascorsa esattamente una settimana dal suo disastroso appuntamento con Bob MacNeil. Mentre si preparavano per andare a dormire, una delle ragazze sentì qualcosa e pensò che ci fosse un topo sotto il letto. Si alzarono per controllare, utilizzando una lanterna, ma non riuscirono a vedere nulla. Stavano per tornare a letto, quando Jenny notò qualcosa e disse di aver visto un topo muoversi nel materasso di paglia.
Decisero di tornare a letto, spensero la luce e andarono a letto. Quello fu il primo evento. Fu un evento così piccolo che non ci pensarono. Tuttavia, divenne rapidamente uno dei tanti, che gradualmente si trasformarono in una frenesia a tutto campo che travolse l’intera città. Questo piccolo avvistamento di “topo” fu considerato il primo incidente.
L’incalzare dei fenomeni
La notte successiva, quando Esther e Jenny andarono a letto, sentirono qualcosa muoversi sotto il letto. Esther pensò che fosse di nuovo il topo. Tirarono fuori la scatola con i pezzi della trapunta patchwork (perché credevano di aver visto qualcosa muoversi dentro la scatola), ma quando andarono a prenderla, la scatola saltò in aria da sola e cadde di lato. Andarono ad afferrare la scatola, ma questa saltò di nuovo in aria. Il loro cognato corse nella stanza quando sentì le due ragazze urlare, ma a quel punto la scatola non si muoveva più. Le ammonì di smetterla di essere così ridicole e di tornare a dormire, e spinse di nuovo la scatola sotto il letto.
La terza notte, Esther non si sentiva bene e aveva la febbre. Jenny e Olive le suggerirono di andare a letto presto, anche se erano solo le otto e mezza di sera. Lei obbedì e salì al piano di sopra per dormire, cosa di cui aveva tanto bisogno. Quando Jenny la raggiunse verso le dieci, Esther dormiva solo da circa quindici minuti e si addormentò subito anche lei.
Poco dopo, Esther saltò giù dal letto e corse al centro della stanza. Si fermò lì, aggrappata allo schienale di una sedia di legno, iniziando a urlare: «Oh, mio Dio! Cosa c’è che non va in me? Sto per morire!» ripetendolo più volte. Le sue urla terribili svegliarono Jenny, che fissò la sorella sotto shock, notando il viso rosso sangue di Esther e i suoi capelli che si rizzavano. Jenny urlò chiedendo aiuto, e Daniel, Olive e i loro due fratelli corsero nella stanza.
Esther cominciò a urlare che stava andando a fuoco. Tutto il colore le svanì dal viso, diventando pallida. Cadde a terra e dovettero aiutarla a tornare a letto. La rimboccarono con le coperte mentre lei continuava a urlare di essere in fiamme e sul punto di scoppiare. Era agitata e inconsolabile, insistendo più volte che si stava gonfiando e stava per esplodere. Daniel notò che le mani di Esther si stavano effettivamente gonfiando. Le afferrò la mano e la sollevò perché tutti la vedessero. Erano così gonfie che sembravano essere il doppio del normale, ed estremamente calde al tatto, quasi come se fosse in fiamme. Esther continuò a dimenarsi, digrignando i denti per il dolore.
All’improvviso, il gruppo rimase scioccato da un forte botto. Non riuscivano a capire cosa l’avesse causato e si chiesero se un fulmine avesse colpito la casa. Guardarono fuori dalla finestra, ma non c’era nulla di strano; era una notte limpida. Poi, sentirono tre forti botti provenire da sotto il letto. Subito dopo, Esther si calmò e cadde in un sonno profondo. Daniel notò che, quando Esther aveva afferrato la sedia di legno, l’aveva stretta così forte da lasciare segni delle sue unghie nel legno.