La planchette

La Planchette: Il Ponte tra il Mondo Reale e la Comunicazione con gli Spiriti

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Cos’è una planchette?

Una planchette è un dispositivo destinato a facilitare la comunicazione con gli spiriti dei morti. La planchette è costituita da una sottile piattaforma di legno a forma di cuore con tre “piedini”, due dei quali sono su ruote e il terzo è una matita con la punta rivolta verso il basso. L’utente posiziona la punta delle dita sulla planchette e invita gli spiriti a guidare i movimenti della stessa per scrivere messaggi o disegnare immagini. In questo modo, si dice che i disincarnati comunichino con i vivi. In alcuni casi, si presume che i medium che utilizzano la planchette riproducano esattamente la calligrafia delle persone decedute.

Falsi storici sulla planchette

Lewis Spense e la sua Enciclopedia dell’Occultismo
Lewis Spense e la sua Enciclopedia dell’Occultismo

Ci sono molte false storie attorno alla planchette, due delle quali sono state scritte dall’occultista scozzese Lewis Spense (vero nome di James Lewis Thomas Chalmbers Spence, 1874-1955) nella sua Enciclopedia dell’Occultismo del 1920.
La prima è che la planchette fosse già in uso ai tempi del filosofo greco Pitagora verso il 540 a.C., usata nelle frequenti sedute spiritiche durante alcuni incontri nella sua scuola (come se fosse una sorta di setta mistica-religiosa). Secondo Spense, questa “tavola mistica che si muoveva su ruote e si spostava verso segni”, veniva interpretata dall’allievo di Pitagora, Filolao, che comunicava ai presenti il responso della tavola. La seconda fandonia è che il nome planchette derivi dallo spiritista francese M. Planchette che la inventò nel 1853. Planchette in francese significa piccola tavola e non c’è alcun riferimento storico a una persona spiritista francese con lo stesso nome.

Storia della Planchette

Le Planchette, così come i quadranti e le “tavole parlanti” si sono evoluti durante la seconda metà del XIX secolo, in un momento in cui le nozioni religiose secolari hanno trovato una sfida nelle scoperte scientifiche e nei progressi industriali che hanno scosso i solidi punti d’appoggio della fede. Un pubblico formato da decenni di carismatici mesmeristi, guaritori psichici, magnetisti animali e frenologi, si tuffò a capofitto in un nuovo territorio religioso quando le giovani sorelle Fox rivendicarono la comunicazione con gli spiriti attraverso i misteriosi colpi uditi (raps) nella loro casa di Hydesville, New York, all’inizio del 1848. La credenza e la sperimentazione con le comunicazioni spirituali si diffuse a un ritmo mai visto prima all’epoca, aiutato indubbiamente dai progressi nella tecnologia del telegrafo e da un mezzo cooperativo senza precedenti.

Le sorelle Fox
Le sorelle Fox

In questo contesto, la sperimentazione spirituale locale divenne il più popolare dei passatempi da salotto. Il ribaltamento del tavolo o la sua levitazione erano di gran moda. La popolarità del passatempo creava dipendenza e si diffondeva rapidamente. Nel 1851, un osservatore di Filadelfia riferì che in città si erano formati circa 50 o 60 circoli di sedute spiritiche e un editore di un giornale di Cincinnati stimava che più di 1200 medium operassero solo nella sua città. Anche quelli lungo la frontiera occidentale ne furono catturati e nel 1853 un altro giornalista osservò che “non era affatto insolito entrare in una capanna di tronchi per trovare le persone perbene e semplici sedute attorno ad un rozzo tavolo da cui si udivano dei colpi.”

Il ribaltamento dei tavoli e il rapping spirituale raggiunsero presto l’Inghilterra e si diffusero nel continente, e su entrambe le sponde dell’Atlantico, nuovi modi inventivi per comunicare con i “cosiddetti morti” furono immaginati e realizzati.

Con l’affermarsi della credenza negli spiriti disposti e capaci di comunicare con i vivi attraverso speciali medium dotati, era solo questione di tempo prima che venissero apportati miglioramenti al modo di comunicare. I resoconti fin dai primi giorni dei medium rappanti raccontano di carte e tessere alfabetiche usate per facilitare una comunicazione più veloce. Dati gli antecedenti così vicini alla classica forma della tavola parlante e il fervore con cui gli inventori hanno perseguito i dispositivi per sfruttare questa crescente mania, sono state prese strade alternative, forse perché la proliferazione di popolari carte per l’apprendimento dell’alfabeto (e scatole dell’alfabeto piene di tessere con lettere) erano strumenti di apprendimento comuni per i bambini e prontamente a portata di mano per sedute spiritiche improvvisate.

Qualunque sia il caso, molto prima che le tavole parlanti dominassero nelle sedute spiritiche, la planchette ha rubato i cuori e le menti del pubblico “necromantico”.

Sia la cultura francese, sia quella tedesca, erano particolarmente pronte ad accettare il salto di fede dalla loro credenza popolare dal mesmerismo alla comunicazione spirituale. Infatti, nonostante si pensi che sia stato un fenomeno unicamente americano e britannico, è in Francia che i dispositivi come la planchette, non solo ne prendono il nome, ma ne hanno origine. Siamo abbastanza fortunati da avere una data di nascita anche per questi primi dispositivi.

L’invenzione della planchette e le sedute con Allan Kardec

Allan Kardec
Allan Kardec

A prova di questa storia ci sono i resoconti dello spiritista Allan Kardec, pseudonimo di Hippolyte Léon Denizard Rivail (1804-1869), che partecipò alla seduta spiritica di Parigi in cui avvenne l’invenzione della planchette. Era il 10 giugno 1853. Secondo Kardec, un “fervente sostenitore dei nuovi fenomeni” presente alla seduta spiritica ha suggerito, come alternativa al laborioso e noioso processo di “chiamate alfabetiche” con risposte a suon di colpi, di fabbricare un piccolo cestino rovesciato dove inserire al suo interno una matita, in modo che diversi partecipanti potessero partecipare alla stesura dei messaggi dai loro spiriti guida.

Kardec fu presente alla prima risposta scritta di uno spirito che scrisse “Vi proibisco espressamente di ripetere a chiunque ciò che vi ho appena detto. La prossima volta che scriverò, lo farò meglio”.
Non si è a conoscenza di chi sia stato a coniare quella frase, ma fu in quell’occasione che il dispositivo fu chiamato semplicemente “piccola tavola”, planchette in francese.

George W. Cottrell, che in seguito sarebbe stato responsabile della produzione delle prime planchette americane, ma di cui non c’è traccia di chi fosse nella vita, affermò nel suo libro The Boston Planchette (First Made in Boston in 1860) pubblicato nel 1868, che una setta di monaci francesi era responsabile dello sviluppo delle tecniche di scrittura delle planchette in un monastero parigino.

Secondo Cottrell, il processo della loro scrittura spirituale è stato testimoniato dal nipote del vescovo di Parigi, che lo ha poi introdotto nella scena della seduta spiritica sempre a Parigi, il che affermerebbe alcune testimonianze di Kardec. Tutto ciò che sappiamo con certezza è che in una lettera pastorale scritta dal vescovo di Viviers nel 1853, questi si scagliava contro l’uso della planchette da parte del clero. Se le vere origini della planchette siano migrate dai monasteri al salotto delle sedute spiritiche, o viceversa, forse non lo sapremo mai.

A sinistra, la copertina di Revelations of the Great Modern Mystery Planchette and Theories Respecting di Boston. A destra, il volantino con i prezzi di The Boston Planchette

Le sedute spiritiche e i circoli spiritici dell’epoca vittoriana, erano anche un pretesto dai fini sessuali di molti aristocratici per entrare in contatto con le donne. Molte medium, o loro collaboratrici, passavano sulle varie ginocchia di uomini presenti alle sedute spiritiche, spesso nude con indosso solo una veste semitrasparente, convinte che al buio non sarebbero state riconosciute. Anche se fossero state scoperte, lo spettacolo era gradito e gli uomini presenti tacevano. Anche il solo sfiorare o poggiare le mani delle donne presenti alle sedute spiritiche, spesso in condizioni di scarsa illuminazione, era un modo per avere un contatto con l’altro sesso.

Altri dispositivi di comunicazione spirituale

I fuochi appassionati della cultura popolare non erano ancora così scoppiettanti da permettere più resoconti sulla planchette. Per questo motivo abbiamo solo pochi frammenti di notizie per diversi anni dio quel periodo.

Il magnetiscopio, il telegrafo spiritico, lo spiritoscopio e lo psicografo

Un facsimile dello psicografo di Wagner del 1854 - (fonte: mysteriousplanchette.com)
Un facsimile dello psicografo di Wagner del 1854

Mentre altri dispositivi di comunicazione spirituale hanno avuto il loro tempo sotto i riflettori della stampa, come il magnetoscopio di John Rutter, il telegrafo spiritico di Isaac T. Pease e lo spiritoscopio del famoso chimico Robert Hare, vere e proprie meteore che durarono pochissimo tempo sulla scena del contattismo spiritico, un professore di musica e compositore tedesco di nome Adolphus Theodore Wagner iniziò a sperimentare i fenomeni di ribaltamento del tavolo e i raps che stavano dilagando in Europa.

Ebbe così l’idea di depositare il brevetto del suo Psicografo o, come lo coniò in modo più fantasioso, il suo “apparecchio per indicare i pensieri della persona, mediante l’elettricità nervosa”. Questo brevetto unico nel suo genere, poiché un dispositivo simile a una planchette, arrivato subito dopo la scoperta della stessa in Francia. La descrizione del brevetto fu andata persa, ma per fortuna, un primo tenente tedesco in pensione di nome Alexander Freiherr von Forstner, pubblicò nel 1854 un resoconto dettagliato del funzionamento del dispositivo, nonché una descrizione minuziosa di una copia del dispositivo fornita da Wagner.

E, infine, il 1858 segna una pietra miliare per i dispositivi di comunicazione spirituale. In quell’anno la planchette attraversò l’Atlantico entrando in America. A quel tempo, l’eminente spiritualista, legislatore e riformatore sociale Robert Dale Owen (1801-1877) si recò a Parigi, poi a Londra, infine di nuovo in America, accompagnato dal suo compagno H.F. Gardner (non ci sono notizie sul suo nome), noto spiritualista di Boston e investigatore del paranormale. Ecco il resoconto di Gardner, come riferito dal suo amico Cottrell, raccontato in una lettera datata 5 maggio 1859:

«A Parigi, ho assistito a un metodo di comunicazione di cui non avevo sentito parlare in America. Lo strumento usato da loro lo chiamano Planchette. Il metodo di comunicazione è per iscritto… Ho invitato i produttori dello strumento sopra menzionato ad acquistarne uno da portare a casa con me, e Gardner ha informato il signor Owen, che era con me, che ne aveva realizzate e vendute diverse centinaia solo a Parigi.»

La planchette non fu un successo immediato

Thomas Welton Stanford
Thomas Welton Stanford

Un’altra testimonianza ci viene riportata dall’uomo d’affari, nonché spiritualista e filantropo australiano di origine americana Thomas Welton Stanford (1832-1918), in una sua versione leggermente diversa del viaggio di Owen e Gardner e della successiva importazione delle planchette sulle coste americane.

Racconta che durante lo stesso viaggio del 1858, a Londra poco prima del loro ritorno a Boston, il signor Owen ricevette una comunicazione scritta assieme ad una planchette datagli da un conoscente e che riportava: «Vai da mio figlio e digli che io sarò con lui questo giorno e mese, per indurlo a fare le modifiche che desidero nel libro che sta scrivendo». La firma era del padre di Owen.

Owen ha affermato che la calligrafia era quella di suo padre e che era recentemente scomparso e si riferiva al progetto di un libro precedentemente tenuto strettamente confidenziale. Secondo Welton, fu questo il vero motivo che convinse Owen ad acquistare sei planchette e portarle a Boston.

Poco importa se Gardner o Owen siano responsabili dell’importazione del dispositivo in America. Ciò che è importante è che al loro ritorno a Boston, il libraio Cottrell si fece produrre cinquanta copie di planchette che mise in vendita nella sua cartoleria a partire dal 1860. Parrebbe che non presero subito piede, tant’è che uno scrittore osservò che queste prime copie erano “come le moderne planchette, sebbene non così eleganti nell’aspetto”. Forse non erano a forma di cuore, ma piuttosto della forma distintamente britannica di Welton, con il retro piatto e la punta arrotondata. Ma se erano così efficaci, perché oggi non si usano più? Bella domanda, non è vero. Forse perché in realtà non funzionavano affatto?

Ma anche a Boston la popolarità delle planchette non prese piede. Forse le immense distrazioni della guerra civile americana presero il sopravvento sulla coscienza pubblica e la sperimentazione spirituale iniziò lentamente ad evolversi dai suoi innocenti giorni di passatempo da salotto nella religione più unificata dello spiritualismo moderno, con tutta la polarizzazione e il risentimento che una setta separatista può sollecitare.

L’attenzione dei media si spostò quindi sulle notizie più serie che riguardavano la guerra, e le sedute spiritiche che prima erano più intime e celate, diventarono sempre più sensazionali, con l’ascesa di medium superstar, manifestazioni fisiche e voci spirituali. Per farla breve, iniziò ad essere in prima linea la voglia di essere popolari piuttosto che cercare un contatto con un’anima in pena. E nel frattempo la planchette stava aspettando dietro le quinte il suo momento per tornare sotto i riflettori, e presto si accesero con le prime tavole parlanti e infine con la tavola spiritica come la Ouija.

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