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Esperienze di Pre-Morte (NDE): Cosa sono e come cambiano la Vita di chi le sperimenta

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Le Esperienze di Pre-Morte, o NDE (dall’inglese Near-Death Experiences), sono fenomeni che si verificano in persone che si trovano in uno stato di vicinanza alla morte o in condizioni critiche che potrebbero portare al decesso. Questi racconti, che spaziano dall’esperienza di un’uscita dal corpo alla percezione di una luce intensa e amorevole, attraversano una vasta gamma di temi che abbracciano la spiritualità, la reincarnazione, e persino le tesi scientifiche legate alla coscienza e al cervello.

Le NDE sono complesse e multifaccettate, e sono state raccontate in contesti e culture diverse, dal medioevo fino ai giorni nostri. Le testimonianze variano, ma alcuni elementi ricorrenti includono la sensazione di galleggiare sopra il proprio corpo, l’incontro con entità o persone decedute, e una revisione della propria vita, spesso accompagnata da un forte senso di pace o amore.

Esplorare appieno il fenomeno delle Esperienze di Pre-Morte (note anche come Esperienze ai confini della morte) richiede un’analisi approfondita e articolata. Scrivere un singolo articolo su questo argomento sarebbe riduttivo e incapace di catturarne tutte le implicazioni. Per questo motivo, dedicherò una serie di articoli a questa tematica, affrontando gradualmente le diverse sfaccettature, dalle implicazioni scientifiche alle interpretazioni spirituali, per offrire un panorama il più esaustivo possibile su un fenomeno che continua a interrogare l’umanità.

In questo primo articolo sulle NDE verranno esplorate le caratteristiche fondamentali del fenomeno, offrendo una panoramica generale sull’argomento.

Cosa sono le Esperienze di Pre-Morte

Le Esperienze di Pre-Morte sono fenomeni riportati da persone che, dopo essere state dichiarate clinicamente morte o in condizioni molto gravi per incidenti o malattie, sono state rianimate. Questi individui raccontano stati alterati di coscienza, come la sensazione di viaggiare attraverso un tunnel verso una luce brillante o di fluttuare fuori dal proprio corpo osservando i tentativi di rianimazione.

Le NDE si verificano spesso durante condizioni di morte clinica reversibile, come l’arresto cardiaco o l’encefalogramma piatto. Alcuni riferiscono queste esperienze anche dopo situazioni in cui erano in pericolo di vita, come durante interventi chirurgici o gravi incidenti. Le sensazioni descritte durante le NDE variano da percezioni positive, come la pace, la serenità, la visione di una luce calda e l’incontro con parenti defunti, a esperienze negative, come angoscia e visioni infernali.

Le interpretazioni delle NDE variano: i neuroscienziati le attribuiscono a processi fisiologici, come la confusione sensoriale causata dal trauma, mentre chi ha credenze religiose o trascendentali tende a vederle come prove di un’esistenza oltre la morte o della sopravvivenza dell’anima. Le teorie scientifiche includono spiegazioni psicologiche e biologiche, come la ridotta ossigenazione del cervello che potrebbe causare visioni di tunnel, mentre altre ipotesi si focalizzano su esperienze psichiche come il ricordo del passaggio attraverso il canale del parto.

Le NDE hanno attirato l’interesse di studiosi di diverse discipline, come psicologi e sociologi, e sono state studiate approfonditamente a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, anche grazie a organizzazioni come l’International Association for Near-Death Studies (IANDS). Alcuni ricercatori, come Kenneth Ring (professore di psicologia all’Università del Connecticut) e Melvin L. Morse, hanno esplorato il fenomeno in modo dettagliato, specialmente tra i bambini. In generale, circa il 17% delle persone che hanno vissuto esperienze di quasi morte riferisce di aver avuto una NDE, e il fenomeno è documentato in numerosi paesi e tra persone di diverse credenze, inclusi religiosi e atei.

Etimologia del termine e primi studi

Il termine francese Expérience de mort imminente (Esperienza di morte imminente) fu introdotto dal psicologo ed epistemologo Victor Egger (1848-1909) negli anni 1890, durante discussioni tra filosofi e psicologi in merito ai racconti degli scalatori che riferivano di rivivere momenti della loro vita durante cadute pericolose. Nel 1892, il geologo svizzero Albert Heim (1849-1937) documentò diverse esperienze di individui che si erano trovati in situazioni di pericolo di vita, tra cui lavoratori caduti da impalcature, soldati feriti, e persone coinvolte in quasi annegamenti e incidenti. Fu il primo a descrivere tali esperienze come una sindrome clinica.

Nel 1968, la filosofa e parapsicologa Celia Green pubblicò uno studio su quattrocento resoconti di esperienze extracorporee (OBE o OOBE, acronimi inglesi per Out-of-Body Experience), proponendo una classificazione di tali fenomeni, considerati all’epoca come percezioni anomale o allucinazioni. Nel 1969, la psichiatra Elisabeth Kübler-Ross (1926-2004) pubblicò La morte e il morire (On Death & Dying), un libro pionieristico sul tema della morte e su ciò che i morenti possono insegnare ai professionisti sanitari e alle loro famiglie.

Il termine Esperienza di Pre-Morte fu utilizzato per la prima volta nel 1972 dallo psicoanalista e neuroscienziato statunitense John Cunningham Lilly (1915-2001) e reso popolare nel 1975 dal parapsicologo Raymond A. Moody Jr. con il suo libro Life After Life. In esso, Moody descrisse una serie di fenomeni comuni alle esperienze di pre-morte (NDE), tra cui esperienze extracorporee (OOBE), la revisione della vita, la visione di una luce e il passaggio attraverso un tunnel. Queste esperienze sono coerenti in diverse culture e spesso ricordano i viaggi sciamanici e astrali.

Dopo la pubblicazione di Life After Life, il concetto di NDE guadagnò sempre più attenzione e accettazione. Nel 1982, un sondaggio Gallup (una multinazionale americana di analisi e consulenza), rivelò che circa otto milioni di americani avevano vissuto una NDE. Kenneth Ring e colleghi individuarono diversi tratti comuni nelle NDE, tra cui la sensazione di lasciare il mondo materiale, il cessare del dolore, una pace profonda, il viaggio verso una luce, e incontri con spiriti o parenti defunti. In alcuni casi, le persone ricevono una revisione della propria vita da una guida spirituale, senza giudizi negativi.

Sebbene la maggior parte delle NDE sia descritta come positiva e trasformativa, circa il 3% viene vissuto come negativa o spaventosa. In questo caso si parla di Esperienze di Pre-Morte Angoscianti (dNDE, acronimo inglese per Distressing Near-Death Experience).

Le NDE non sono limitate a persone religiose, ma spesso conducono a una maggiore spiritualità e alla perdita della paura della morte. Molti sviluppano un senso di scopo nella vita e, in alcuni casi, percepiscono poteri intuitivi o psichici accresciuti. Tuttavia, alcuni faticano ad adattarsi alla vita dopo un’esperienza di pre-morte, provando sentimenti di rabbia, depressione o disillusione.

Secondo Ring, le persone con un’infanzia difficile potrebbero essere più predisposte a vivere una NDE a causa della loro struttura psicologica. Ha inoltre suggerito che le NDE possano avere un impatto positivo globale se abbastanza persone ne fanno esperienza o ne comprendono le lezioni profonde.

Caratteristiche delle NDE

Bruce Greyson
Bruce Greyson

I ricercatori hanno individuato caratteristiche comuni nelle esperienze di pre-morte (NDE). Bruce Greyson, uno dei principali studiosi del fenomeno, sostiene che tali esperienze comprendono solitamente una sensazione di separazione dal corpo fisico, visioni di figure religiose o parenti defunti, e una trascendenza dei confini di tempo, spazio e ego.

Tuttavia, l’interpretazione di questi eventi tende a riflettere le credenze culturali, filosofiche o religiose dell’individuo che li vive. Per esempio, in Occidente, dove molti credono negli angeli custodi, la Luce viene spesso identificata come angeli o cari defunti, mentre gli indù la interpretano come messaggeri del dio della morte.

Tra gli elementi ricorrenti nelle NDE vi sono:

  • La consapevolezza di essere morti.
  • Una sensazione di pace, benessere e assenza di dolore, accompagnata da emozioni positive e un intenso sentimento di amore incondizionato.
  • Esperienze extracorporee (OOBE), durante le quali si osserva il proprio corpo da una prospettiva esterna, a volte notando i tentativi di rianimazione da parte dei medici.
  • L’attraversamento di un tunnel o movimento verso una luce potente, spesso percepita come un’entità vivente che comunica telepaticamente.
  • Il ricongiungimento con parenti o amici defunti.
  • Una revisione della propria vita, conosciuta come life review (revisione della vita), dove si rivivono momenti del passato, anche episodi dimenticati o insignificanti.
  • L’avvicinamento a un confine o la scelta, da parte dell’individuo o di altre entità, di ritornare nel proprio corpo fisico, spesso con una certa riluttanza.

Inoltre, chi ha vissuto queste esperienze riferisce difficoltà nel descriverle, poiché sono caratterizzate da suoni, colori e sensazioni non paragonabili a quelli del mondo terreno. L’incontro con “esseri di luce”, spesso identificati come angeli o figure simili, trasmette un senso di amore e accoglienza totale. Il ritorno alla vita è accompagnato da sentimenti contrastanti: da una parte, la sofferenza fisica per il rientro nel corpo; dall’altra, la perdita della paura della morte, percepita come un felice passaggio a una realtà superiore. Le persone tendono inoltre a riconsiderare i valori della vita, privilegiando l’amore e l’armonia con tutti gli esseri viventi.

Anche se non tutte queste caratteristiche si manifestano in ogni NDE, esse ricorrono frequentemente, riflettendo un’esperienza che, pur variando nei dettagli, appare sorprendentemente coerente.

NDE nel Medioevo

Carol Zaleski (Photo credit: Jim Gipe / Pivot Media)
Carol Zaleski (Photo credit: Jim Gipe / Pivot Media)

Racconti di esperienze visionarie, simili alle moderne esperienze di pre-morte (NDE), sono presenti nella letteratura tardo-medievale europea. Questi racconti, che mostrano sia somiglianze che differenze rispetto alle NDE odierne, sono stati ampiamente esaminati dalla studiosa Carol Zaleski nel suo libro del 1987, Otherworld Journeys: Accounts of Near-Death Experience in Medieval and Modern Times (Viaggi nell’aldilà: resoconti di esperienze di pre-morte nei tempi medievali e moderni), da cui sono tratte molte delle informazioni di questo testo introduttivo.

«Enoch, San Paolo e i pellegrini al Purgatorio di San Patrizio potrebbero aver visitato l’altro mondo mentre erano ancora nella carne, ma il tipico viaggiatore medievale verso il Paradiso e l’Inferno trova necessario prima distardare la sua vita mortale.»

Otherworld Journeys: Accounts of Near-Death Experience in Medieval and Modern Times (1987) di Carol Zaleski

Racconti di persone che, dopo essere apparentemente morte, tornano in vita e descrivono viaggi in un “altro mondo” durante uno stato di incoscienza, si trovano in tutto il mondo, nel folklore e nella letteratura religiosa. In Europa, questi racconti fiorirono soprattutto tra il X e il XIII secolo, spesso in forma di lunghe narrazioni simili a romanzi, per poi diminuire con la Riforma. Zaleski nota diverse influenze letterarie che hanno contribuito a questa tendenza medievale, come la Bibbia, i racconti apocalittici dell’antichità, opere classiche come l’Eneide di Virgilio (Publio Virgilio Marone, 70-19 a.C.) e i Moralia di Plutarco (46/48-125/127 d.C.), oltre a precedenti scritti medievali.

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