Munaciello

Munaciello: Mistero e Fascino del Folletto Napoletano

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Marina del Cantone

Torre di Montalto a Marina del Cantone (NA) - foto di Cesare Scorcioni
Torre di Montalto a Marina del Cantone (NA) – foto di Cesare Scorcioni

La leggenda popolare afferma che uno dei rifugi del Munaciello si trovi a Marina del Cantone, nella Torre di Montalto (nota anche come Mont’Alto), una storica fortificazione costruita nel 1570 e situata nella località Sant’Agata sui Due Golfi a Massa Lubrense. La torre si erge tra i picchi di Montalto e Mortella, dominando un’ampia porzione di mare che spazia da Capri a Li Galli e al Capo di Conca. Equipaggiata con potenti cannoni, la torre era strategica per sorvegliare sia la Baia di Jeranto che quella di Nerano. Oggi, purtroppo, la Torre di Montalto è ridotta a un rudere e può essere visitata solo esternamente.

Secondigliano

Panoramica del Corso Secondigliano (Pubblico dominio)
Panoramica del Corso Secondigliano (Napoli)

Così come a Secondigliano, un quartiere residenziale e commerciale nella parte settentrionale di Napoli, dove si racconta di una donna che, aprendo un cassetto prima di cena, vide una strana luce, poi trovò un topo che tentò di catturare. Ignara di quello che sarebbe accaduto, mise l’animale in un vaso e lo coprì con una piantina. Il topo si rivelò essere il Munaciello, poiché la piantina si sollevò e l’animale scappò velocemente.

Un’altra testimone racconta una storia diversa sempre a Secondigliano.:

«Quando avevo circa dieci anni, vivevamo a corso Secondigliano. All’inizio del corso, sulla destra, c’era un vecchio palazzo dove abitava una mia amica. Lei mi diceva spesso: “Puoi venire a casa mia, ma fai attenzione perché qui c’è il munaciello!”. Io non le credevo e ci scherzavo su. Un giorno, però, mentre ero a casa sua, vidi qualcosa di strano. Un piccolo uomo, con un saio marrone e una cintura in vita, camminava sul terrazzo. Poco dopo lo vidi anche in bagno, seduto sul water. Io e le mie amiche, spaventate, attraversammo di corsa il corridoio e fuggimmo giù per le scale. La gente diceva che erano solo fantasie e suggestioni. Anni dopo, una zia che abitava in quella zona mi raccontò che sotto quel palazzo si era stabilito un gommista. Ogni mattina trovava tutte le gomme delle auto fuori dal negozio, rotolando in mezzo alla strada. A quanto pare, il munaciello non voleva quel negozio sotto il suo palazzo…»

Castellamare di Stabia

La leggenda del Munaciello è così radicata a Napoli che a Scanzano, una frazione di Castellammare di Stabia, è stata intitolata una strada come Via Monaciello. Si dice infatti che proprio su quella strada, situata nella parte alta della città vicino all’antico quartiere, apparisse il Munaciello ai passanti. Curiosamente, i racconti popolari degli anni Cinquanta affermano che il Munaciello non solo apparisse, ma aggredisse e malmenasse i malcapitati.

Via Monaciello a Castellammare di Stabia (NA)
Via Monaciello a Castellammare di Stabia (NA)

Il Munaciello nella cultura popolare

Un uomo con la gobba
Un uomo con la gobba

Il Munaciello è una celebre figura spettrale di Napoli, tanto conosciuta quanto lo Scartellato, ossia il gobbo con il cornetto rosso, le cui origini risalgono al Medioevo.

La leggenda del Munaciello ha ispirato diverse forme d’arte, tra cui teatro, cinema, poesia e letteratura. Dopo che Matilde Serao ha raccontato la leggenda del Munaciello, nel corso dei secoli questa figura è stata spesso citata in altre opere letterarie, in particolare teatrali.

Il Munaciello nelle opere teatrali e musicali

Antonio Petito (1822-1876), è stato un attore teatrale, drammaturgo e regista italiano. Era famoso per la sua interpretazione di Pulcinella, una delle maschere più amate e riconosciute del teatro. In famiglia era conosciuto come Totonno ‘o pazzo per la sua grande vitalità. Petito è considerato una delle figure più rilevanti del teatro napoletano dell’Ottocento.

Nel 1901, Antonio Petito scrisse Nu Munaciello dint a’ casa ‘e Pullecenella (Un Munaciello a casa di Pulcinella), una commedia fantastica che celebra il personaggio del Munaciello, offrendo un contributo significativo alla tradizione teatrale napoletana e alla diffusione del mito di questa figura spettrale. Nel 1995, l’attore e regista teatrale Tato Russo (Antonio Russo), in quel periodo sovrintendente e direttore artistico del Teatro Bellini di Napoli, ha creato la sua reinterpretazione dell’opera. Russo ha raccontato che questo lavoro gli fu commissionato durante il Festival di Benevento, celebre per le sue leggende di streghe, e che lo spettacolo debuttò tardivamente, poco prima delle 23:00, sfruttando l’atmosfera misteriosa del luogo per creare un’esperienza particolarmente suggestiva.

«’O Munaciello è un personaggio della tradizione esoterica napoletana, e durante la prima dello spettacolo, avvennero numerosi episodi strani che quasi mi convinsero della sua esistenza. Mi sono spesso chiesto se il Munaciello fosse uno spirito o solo una metafora delle azioni di qualcuno intorno a noi.»

Tato Russo

Anche Eduardo De Filippo, celebre drammaturgo del Novecento (1900-1984), ha trattato questo argomento in una delle sue commedie più famose, Questi Fantasmi!. Scritta nel 1945, questa commedia in tre atti debuttò il 7 gennaio 1946 al Teatro Eliseo di Roma con la Compagnia Il Teatro di Eduardo, guidata dalla sorella Titina De Filippo (pseudonimo di Annunziata De Filippo, 1898-1963). È stata la prima delle opere teatrali di Eduardo a essere rappresentata anche all’estero, con una prima al Théâtre de la Ville – Sarah Bernhardt di Parigi il 7 giugno 1955, nel contesto del Festival internazionale d’arte drammatica.

I fratelli De Filippo: Peppino, Titina e Eduardo
I fratelli De Filippo: Peppino, Titina e Eduardo

Da questo lavoro è stato tratto un omonimo film diretto dallo stesso Eduardo, con Renato Rascel (nome d’arte di Renato Ranucci, 1912-1991), Erno Crisa (nome d’arte di Ernesto Crisà, 1914-1968), e Franca Valeri (nome d’arte di Franca Norsa, 1920-2020). Nel 1962, Eduardo diresse e interpretò una produzione televisiva della commedia. Successivamente, nel 1967, il regista Renato Castellani (1913-1985) adattò la storia per il grande schermo con Vittorio Gassman (1922-2000) e Sophia Loren, trasformandola in una farsa all’italiana che differiva significativamente dall’originale di Eduardo.

Nell’autunno del 1981, Enrico Maria Salerno (1926-1994) diresse e adattò personalmente l’opera in italiano, mantenendo il dialetto solo per il personaggio del portinaio, interpretato dall’attore Antonio Casagrande (1931-2022), membro della compagnia di Eduardo De Filippo.

Ogni giorno, Pasquale trova nuovi oggetti e persino soldi in casa, soprattutto nella giacca del pigiama, ma sua moglie Maria non è affatto felice. La vera fonte dei loro guadagni è Alfredo, l’amante di Maria, che provvede a lei e, indirettamente, anche a Pasquale. Eduardo, con la sua abilità, lascia il pubblico nel dubbio se Pasquale sia realmente ignaro o semplicemente finga di esserlo, sfruttando la situazione a suo vantaggio.

Nel 1891, il giornalista e drammaturgo Roberto Bracco (1861-1943) compose la canzone ‘O Munaciello. Nel 1976, Roberto De Simone scrisse l’opera teatrale in tre atti intitolata La gatta Cenerentola, ispirata all’omonima fiaba del 1634 di Giambattista Basile (1583-1632). In questa versione, De Simone sostituì le fate della Sardegna con il Munaciello e introdusse nuovi personaggi come le lavandaie e i femmenielli. La Canzone del Munaciello è inclusa nell’opera. Il Munaciello è anche il protagonista di un racconto di Anna Maria Ortese (1914-1998) intitolato Il Monaciello di Napoli, pubblicato nel 1940 e ristampato nel 2001.

Il Munaciello al Cinema

Ornella Muti e Giancarlo Giannini in 'o Re
Ornella Muti e Giancarlo Giannini in ‘o Re

Il Munaciello è stato rappresentato anche sul grande schermo, debuttando nel film ‘o Re del 1989 diretto da Luigi Magni (1928-2013) e interpretato da Ornella Muti e Giancarlo Giannini. Questo film ha vinto due David di Donatello: uno per il miglior attore non protagonista (Carlo Croccolo, 1927-2019) e l’altro per i migliori costumi (realizzati da Lucia Mirisola, 1928-2017, che ha anche vinto il Nastro d’Argento). Nel film, il Munaciello è l’anima di un bambino mai nato che rivendica il suo diritto di esistere.

Il Munaciello appare due volte anche nel film autobiografico È stata la mano di Dio (2021) del regista napoletano Paolo Sorrentino.

Munaciello, il videogame

Munaciello - The San Carlo Theatre Adventure

Munaciello – The San Carlo Theatre Adventure è un videogioco gratuito per dispositivi Apple e Android, pubblicato a fine novembre 2023 e progettato per avvicinare i giovani al mondo dell’opera e della musica. Questa iniziativa del Teatro San Carlo di Napoli, in collaborazione con Stranogene srl, offre un’avventura ispirata ai classici videogame degli anni Ottanta, con una storia suddivisa in quattro mondi, ciascuno composto da cinque livelli.

Nel gioco, il protagonista Faustino, un orfanello del XIX secolo tornato in vita come Munaciello, si avventura nel Teatro San Carlo del 2024, afflitto da un’infezione che ne compromette la gestione e i ricordi. Faustino, nonostante la sua natura timida e ansiosa, deve intervenire per salvare il teatro, incontrando personaggi storici come i compositori Gaetano Donizetti (1797-1848) e Gioachino Rossini (1792-1868), Carlo III di Spagna (1716-1788), la cantante soprano Fanny Tacchinardi (1812-1867) e l’impresario teatrale Domenico Barbaja (1778-1841).

Durante l’avventura, Faustino collabora con un gruppo di esperti del soprannaturale intrappolati nel teatro, i quali credono che un poltergeist sia la causa dell’infestazione. Utilizzano droni con fotocamere speciali per catturare entità spirituali, costringendo Faustino a muoversi con cautela. Guidato dallo stesso teatro, Faustino impara a utilizzare i suoi poteri per liberare i ricordi e riportare in vita artisti e musicisti, esplorando aree come il foyer (l’atrio prospiciente la platea), i palchetti e il golfo mistico (detto anche buca d’orchestra – lo spazio riservato all’orchestra che suona dal vivo). La trama, arricchita dalla musica del teatro, stimola l’interesse per la storia del melodramma e intrattiene un pubblico di tutte le età.

Conclusioni

In conclusione, il Munaciello è un personaggio che incarna la dualità della natura umana: la capacità di essere sia benevolo che malevolo, a seconda delle circostanze. Questo piccolo essere mostruoso, con le sue scarpe con fibbie argente, l’abito da monaco e il cappuccio, è un simbolo potente della cultura popolare napoletana. È uno dei tanti fantasmi del folklore napoletano, come Bella ‘mbriana e la Janara.

Il Munaciello rappresenta l’incertezza della vita, la speranza e la paura che coesistono nel cuore umano. La sua presenza nelle case altrui può portare prosperità e buona sorte se viene accolto con rispetto, o può causare problemi e dispetti se viene trattato con disprezzo.

Immagine rappresentativa del Munaciello (proprietà esclusiva di Archaeus © 2024)
Immagine rappresentativa del Munaciello (proprietà esclusiva di Archaeus © 2024)

La sua abitudine di lasciare monete d’oro come ricompensa per chi ha la fortuna di vederlo, con l’obbligo di non rivelarne l’origine, sottolinea l’importanza del rispetto per il mistero e l’ignoto. La trasformazione della ricompensa in escrementi di capra in caso contrario è un monito severo contro l’ingratitudine e la mancanza di rispetto. I doni del Munaciello sono spesso destinati a belle ragazze spaventate dal suo aspetto o a persone che sono vittime delle sue mani “curiose”. Questo suggerisce che, nonostante la sua apparenza mostruosa, il Munaciello ha un cuore capace di compassione e generosità.

Non mancano casi in cui il Munaciello ha favorito persone comuni, dimostrando che la sua benevolenza non è riservata solo ai più vulnerabili. Ancora oggi, la gente nutre la speranza di vederlo di nuovo e di ricevere i suoi favori. Soprattutto gli anziani, che lo aspettano nei bui vicoli di Napoli, attribuendo a lui anche smarrimenti e altri eventi sfortunati, forse per un dispetto finale o forse per un ultimo gesto di bontà.

Il Munaciello, quindi, è molto più di un semplice folletto o spirito domestico. È un simbolo della complessità della vita, della dualità della natura umana e della speranza che persiste anche nelle circostanze più difficili. E, soprattutto, è un vero simbolo di Napoli!

Il suo mito continua a vivere nelle storie che raccontiamo, nelle speranze che nutriamo e nei sogni che sogniamo. E forse, proprio come il Munaciello, anche noi possiamo trovare il coraggio di essere sia gentili che forti, sia generosi che risoluti, sia umani che straordinari.

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