Quando pensiamo ai politici, l’ultima cosa che ci viene in mente è l’immagine di uno statista seduto a un tavolino, circondato da candele, intento a comunicare con i fantasmi attraverso una tavola Ouija. Eppure, William Lyon Mackenzie King (1874-1950), il più longevo primo ministro della storia canadese, era esattamente quel tipo di persona.
Dietro l’immagine pubblica di leader serio e pragmatico, King nascondeva un lato misterioso e decisamente fuori dall’ordinario: era convinto di poter ricevere consigli dall’aldilà. Dai lunghi dialoghi con la madre defunta a consulti con figure storiche come Leonardo da Vinci e Franklin D. Roosevelt, la sua vita privata era una serie di incontri paranormali documentati con precisione maniacale nei suoi diari.
Ma come è possibile che un leader di tale spessore fosse anche un fervente spiritista? Beh, è una storia che merita di essere raccontata…
Le origini e la carriera politica di Mackenzie King

William Lyon Mackenzie King, noto semplicemente come Mackenzie King o WLMK, nacque il 17 dicembre 1874 a Berlin, nell’Ontario (oggi conosciuta come Kitchener). Cresciuto in una famiglia di solide radici scozzesi, King si formò come avvocato e politologo, dimostrando fin da giovane un interesse marcato per le questioni sociali e il benessere dei lavoratori. La sua carriera politica decollò nel 1919, quando venne eletto leader del Partito Liberale canadese. Due anni dopo, nel 1921, divenne primo ministro per la prima volta, inaugurando una serie di mandati che, tra alti e bassi, lo avrebbero mantenuto al potere per un totale di ventidue anni, fino al suo ritiro nel 1948.
Ma mentre la sua vita pubblica era segnata da strategie politiche abilmente orchestrate e riforme sociali, la sfera privata di King fu profondamente segnata dal lutto. Tra la Prima Guerra Mondiale e gli anni immediatamente successivi, perse il padre, la madre, un fratello, una sorella e un caro amico. Questi eventi dolorosi, oltre a scuoterlo nel profondo, gettarono le basi per un legame sempre più intenso con lo spiritismo, pratica che avrebbe svolto un ruolo centrale nella sua vita segreta.
I primi contatti con l’Aldilà
Il punto più delicato della sua passione per l’aldilà era legato alla madre, Isabel Grace Mackenzie, a cui era profondamente affezionato. Dopo la sua morte nel 1917, William sembrava aver perso ogni voglia di creare legami profondi con gli altri. Forse proprio per questo non si sposò mai e non ebbe legami familiari stretti. La sua amica più cara, la scrittrice Violet Markham (1872-1959), definì questa sua fissazione per la madre una vera tragedia. Scrisse addirittura che, secondo il gergo degli psichiatri, il “complesso materno” era stata una vera sfortuna per lui. Insomma, un legame forse un po’ troppo ingombrante.



Helen McNee (1893-1967), una medium di Glasgow, nota col cognome da sposata come Helen Hughes, fu la confidente spirituale di Mackenzie King per diversi anni durante i suoi viaggi in Gran Bretagna. Nel 1951, ricordando quei momenti, disse:
«Era come se avesse avuto sua madre che viveva qui in Gran Bretagna. Cosa avrebbe fatto un figlio in visita per lavoro? L’avrebbe cercata, avrebbe voluto vederla e parlarle. Non cercava consigli sugli affari pubblici — su quelli ne sapeva più di lei. Voleva solo sapere come stava e parlarle di questioni familiari.»
Le parole di Helen Hughes dipingono un’immagine più intima di King: non quella di uno statista in cerca di strategie politiche dall’aldilà, ma di un figlio che desiderava semplicemente mantenere un legame con la madre perduta.

Mackenzie King non era molto legato neanche ai suoi fratelli e tendeva a mantenere una certa distanza dai suoi colleghi. Forse è anche per questo che era così affezionato ai suoi cani, dei Terrier irlandesi: ne ebbe tre durante la sua vita adulta, tutti chiamati Pat (sì, non brillava proprio per fantasia nei nomi). I suoi amati cani gli offrivano affetto e attenzione senza chiedere nulla in cambio. E così, con pochi legami umani, King cominciò a interessarsi sempre di più al mondo spirituale, annotando regolarmente le sue esperienze nei diari.
Era convinto che le coincidenze fossero segni della presenza dei suoi cari defunti e interpretava i sogni come messaggi dall’aldilà. Un esempio lampante di questa sua fede lo troviamo nel febbraio del 1940. John Buchan (1875-1940), scrittore ed ex Governatore Generale del Canada, ebbe un malore e morì pochi giorni dopo. Circa una settimana dopo, il 18 febbraio, King andò in chiesa e fu colpito dall’inno liturgico numero 629 dal titolo Forever with the Lord, di James Montgomery (1771-1854). In particolare, lesse le parole “Faints to reach the land I love” e fu sicuro che fosse un messaggio diretto da Buchan. Nei suoi diari scrisse:
«Se non fosse nel libro davanti ai miei occhi, non potrei credere che questo possa essere vero. Chiaramente era per farmi vedere che Buchan mi stava inviando il messaggio che il suo svenimento lo aveva portato nella luminosa eredità dei santi che giacciono appena sopra.»
Mackenzie King sommava poi i numeri di 629, ottenendo come risultato 17, un numero che riteneva avesse avuto grande importanza nella sua vita. Insomma, King vedeva messaggi dall’aldilà ovunque, ma a lui andava bene così. Sotto l’immagine impeccabile da politico tutto d’un pezzo, in realtà nascondeva una parte più sensibile (e parecchio superstiziosa). Come tanti che cercano conforto dopo la perdita di persone care, King iniziò presto a rivolgersi a medium e cartomanti per ricevere messaggi dall’aldilà.
E attenzione, non lo faceva mica per passatempo! Anzi, registrava tutto nei suoi diari con una precisione quasi ossessiva, come se stesse prendendo appunti per un consiglio dei ministri. Ogni seduta spiritica, ogni messaggio captato, ogni sogno particolarmente vivido finiva nero su bianco. Insomma, se i fantasmi avessero avuto un ufficio stampa, Mackenzie King sarebbe stato il loro cronista ufficiale!
I primi contatti con i Medium
Negli anni Venti del secolo scorso, ad esempio, consultò Rachel Bleaney, una cartomante di Kingston, Ontario, che divenne la sua medium preferita per un lungo periodo. La incontrò nel centro della città nello storico Hotel Belvedere, nel mezzo delle elezioni federali del 1925.
«Il primo giorno di marzo del 1925, una minuta quarantottenne di Kingston… arrivò a Laurier House per vedere il primo ministro. Ciò che rese questa visita così memorabile, un incontro a cui King dedicò cinque pagine del suo diario, fu che Rachel Bleaney era una cartomante con poteri di chiaroveggenza apparentemente sorprendenti. Nacque a Milford, in Inghilterra, nel 1877. A parte questo, si sa poco del suo background o dei suoi veri talenti mistici. King l’aveva incontrata quattro anni prima, ma la menziona per nome per la prima volta in questo giorno (nel suo diario).»
King: A Life Guided by the Hand of Destiny (2012) di Winnipeg Allan Levine

Mackenzie King descrisse quella seduta come «un’esperienza davvero straordinaria» e annotò minuziosamente ogni parola pronunciata dalla signora Bleaney. Quello che lo colpì di più furono i messaggi di conforto su sua madre e le previsioni riguardanti le sfide politiche che avrebbe dovuto affrontare nelle elezioni successive.
King, che era abituato a registrare ogni dettaglio nei suoi diari, aggiunse che le parole della Bleaney erano «incredibilmente vere per il passato» e, se fossero risultate vere anche per il futuro, sarebbero state «stupefacenti oltre ogni dire, perché così audaci e temerarie in ciò che profetizzano“. Insomma, per King quella non fu una semplice seduta, ma qualcosa di molto più profondo e inquietante.
Ma il vero salto nel mondo del paranormale arrivò durante un viaggio a Londra, quando incontrò Sir Oliver Lodge (1851-1940), uno scienziato che sosteneva che le nostre vite fossero influenzate da spiriti superiori. Lodge gli spiegò quanto fosse importante avere fede, sia per i medium che per chi partecipa alle sedute spiritiche. Insomma, Mackenzie King tornò in Canada con la testa piena di teorie spiritiche. Ma non si fermò qui: nei suoi diari, racconta di aver ricevuto messaggi non solo dalla madre, ma anche da personaggi illustri come Leonardo da Vinci (1452-1519) e l’ex presidente americano Franklin Delano Roosevelt (1882-1945). E sì, segnava tutto con maniacale precisione.



La prima vera Seduta Spiritica
La sua prima vera seduta spiritica ufficiale ci fu nel 1932 a Brockville, nella casa della signora Mary Wilder White, vedova dell’ex senatore canadese George Taylor Fulford (1852-1905). Fu lì che conobbe la medium americana Etta Wriedt (Henrietta Wriedt, 1862–1942), famosa per parlare con gli spiriti direttamente, senza bisogno di microfoni, che divenne subito la sua preferita. Negli anni Trenta, Mackenzie King si faceva spesso un salto a Detroit solo per partecipare alle sue sedute e ascoltare i consigli degli spiriti.



Nel 1933, durante una visita a Winnipeg, King incontrò anche il dottor Thomas Glendenning Hamilton (1873-1935), con cui chiacchierò degli esperimenti psichici condotti dallo stesso Hamilton. Un episodio interessante fu il racconto di Lady Aberdeen (Isabel Maria Marjoribanks, 1857-1939), che giurava di aver ricevuto messaggi dal marito defunto tramite scrittura automatica. King, ovviamente, non poteva resistere: tentò subito di mettersi in contatto con Lord Aberdeen (John Campbell Hamilton-Gordon, 1847-1934), usando i colpi sul tavolo (il classico table-rapping), pratica che proseguì per anni insieme alla sua cara amica Joan Patteson. Secondo i suoi diari, i due ricevevano messaggi frequenti dalla madre di King, dal fratello Max e dal vecchio amico ed ex primo ministro Sir Wilfrid Laurier (1841-1919).
Nel 1936, Mackenzie King decise di fare le cose in grande e andò a Londra per visitare la London Spiritualist Alliance (oggi si chiama College of Psychic Studies), un’organizzazione non-profit dedicata allo studio dei fenomeni psichici e spiritualisti, per approfondire ancora di più la sua conoscenza del mondo dello spiritismo. Insomma, per uno che in pubblico si mostrava pragmatico e razionale, King aveva un lato nascosto decisamente… soprannaturale!

Tra Medium e Foglie di Tè
Negli anni Quaranta, Mackenzie King non solo continuò a governare il Canada, ma proseguì anche con le sue… chiamiamole attività extracurricolari nel mondo dell’occulto. Tra una decisione politica e l’altra, trovava infatti il tempo per consultare alcune delle più famose medium dell’epoca in Inghilterra. Tra questi c’erano Lilian Bailey (1895-1971), Hester Dowden (1868-1949), Gladys Osborne Leonard (1882-1968) e Geraldine Cummins (1890-1969).



A proposito di Geraldine Cummins, nel novembre del 1947, King era nel Regno Unito per partecipare a un matrimonio piuttosto importante: quello dell’allora principessa Elisabetta (sì, proprio lei, quella che sarebbe diventata la regina Elisabetta II, 1926-2022) con Filippo Mountbatten (Filippo di Edimburgo, 1921-2021). Tra un brindisi e l’altro, Mackenzie King colse l’occasione per una bella seduta spiritica con la medium irlandese, famosa per la scrittura automatica. La seduta si svolse La prima seduta si tenne al 25 di Jubilee Place.
La Cummins aveva una certa fama nel settore, visto che sosteneva di ricevere manoscritti direttamente dall’aldilà. E mica da gente qualunque! Nei suoi appunti c’erano messaggi attribuiti a nientemeno che Frederic WH Myers (1843-1901), parapsicologo britannico, e all’ex primo ministro britannico Arthur James Balfour (1848-1930). La cosa impressionante è che questi manoscritti rispecchiavano alla perfezione lo stile e la personalità di questi illustri defunti, tanto che molti non sapevano se restare affascinati o scappare via urlando.



Come accennato, pare che l’ex presidente Roosevelt abbia deciso di fare una capatina dall’aldilà per comunicare con Mackenzie King di rimanere in carica per guidare il Nord America e la comunità internazionale. Insomma, una sorta di lettera di referenze direttamente dagli spiriti! Le sedute spiritiche continuarono e dopo quella al Dorchester Hotel di Londra, nell’ottobre del 1948, la situazione si fece più… movimentata. Geraldine Cummins e Bea Gibbes, che dedicò la sua vita al lavoro della medium, dovettero sgattaiolare fuori dall’hotel per evitare i giornalisti appostati fuori. Sì, perché evidentemente anche i fantasmi facevano notizia! Tra un messaggio e l’altro, Roosevelt apparve di nuovo, questa volta per avvertire King di futuri problemi in Asia. Un po’ come quei parenti che ti dicono «mi raccomando, attento ai raffreddori» ma su scala geopolitica.
Ma non è finita qui: Mackenzie King rimase colpito anche da un’altra comunicazione, stavolta apparentemente proveniente dall’appena deceduto James J. Donnelly (1866-1948), nominato senatore a vita del Canada. Una bella sorpresa, se non fosse che l’articolo funebre di Donnelly era apparso sul Times due giorni prima. Insomma, un tempismo sospetto. Certo, bisogna sempre fare i conti con l’entusiasmo dell’epoca e con una sana dose di scetticismo moderno. Quando si tratta di valutare queste storie, un po’ come per i pettegolezzi di quartiere, ci vuole sempre un pizzico di sale.
Dopotutto tra le opere della Cummins, c’erano anche testi che descrivevano il periodo di Cristo e degli Apostoli. All’epoca erano piuttosto popolari, ma oggi vengono considerati meno impressionanti, un po’ come quei vecchi film che da bambini sembravano capolavori e ora sembrano solo un po’ imbarazzanti. Insomma, per King l’incontro con la Cummins fu una specie di ciliegina sulla torta di un viaggio già parecchio movimentato.
Di lei scrisse che era «una donna intelligente, interessata agli affari pubblici, dotata di una memoria tenace e maturata durante l’alta estate dell’Impero edoardiano».
E poi prendeva molto sul serio queste sedute spiritiche, appuntando ogni dettaglio nei suoi diari con la stessa precisione con cui probabilmente prendeva nota dei bilanci di stato. Non si limitava certo a chiedere cose banali come «C’è qualcuno?», ma faceva domande mirate, cercando di ottenere consigli politici direttamente dall’altro mondo. Forse sperava che qualche anima illuminata potesse suggerirgli la mossa giusta per la prossima legge finanziaria… chissà!


