Jack della lanterna
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La magia e l’origine della figura di Jack della lanterna (Jack-O’-lantern)

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Jack della lanterna del folclore britannico

Nell’articolo dedicato agli Spiriti di Halloween, in cui racconto l’origine celtica della festa di Ognissanti, abbiamo visto che le zucche intagliate hanno molta similitudine con le cipolle intagliate dai Celti. Ed è proprio dalle zucche intagliate che prende vita la leggenda irlandese Jack della lanterna, noto a livello internazionale come Jack-O’-lantern (o Jacky lantern). Non c’è immagine di Halloween più classica di un jack-o’-lantern luminoso appollaiato su una finestra o su un portico, creando un’atmosfera allegramente macabra. Per decenni, intagliare una zucca è stata un’amata tradizione autunnale in America, celebrata con feste, festival e gare televisive.

Il retroscena delle lanterne, incluso il modo in cui sono diventate protagoniste dell’arredamento di Halloween e il motivo per cui sono scolpite in primo luogo, è una storia che vale la pena raccontare. Sebbene il leggendario Cavaliere senza testa e la sua Zucca intagliata abbiano spaventato per generazioni di varie parti del mondo, i jack-o’-lantern in realtà risalgono alle tradizioni del Vecchio Mondo in paesi come Irlanda, Inghilterra e Scozia. Lungo la storia ci sono stati anche rituali pagani, bizzarri racconti popolari e fenomeni naturali che si sono intrecciati per creare una storia affascinante che è in parte realtà e in parte finzione (ma spaventosamente divertente).

Nel folklore britannico, il jack-o’- lantern è una luce spettrale che si sposta di notte, spaventando i viaggiatori e invitandoli a seguirla finché non si perdono. Il Jack-o’-lantern è un tipo di Ignis Fatuus, altresì noto come fuoco fatuo. Secondo la tradizione, il Jack della lanterna, è un’anima a cui è stato negato l’ingresso sia in paradiso che all’inferno. È condannato a vagare per la terra con indosso una veste luminosa o portando un filo di paglia acceso.

Un po’ di storia prima della leggenda

L’uso di rape intagliate prima delle zucche

Il concetto di utilizzare un frutto o un ortaggio rotondo per rappresentare un volto umano risale a migliaia di anni fa in alcune culture celtiche dell’Europa settentrionale. Halloween potrebbe aver avuto origini anche precristiane che si sono evolute.

La festa americana ha radici nella festa celtica di Samhain, originariamente celebrata il 1° novembre e che ha ispirato molte tradizioni. Alla vigilia di Samhain, il 31 ottobre, si pensava che gli spiriti dei morti si mescolassero ai vivi. Per allontanare le anime irrequiete, le persone indossavano costumi e scolpivano volti spaventosi in ortaggi a radice come barbabietole, patate e rape, di solito abbondanti dopo il recente raccolto. Le lanterne di metallo erano piuttosto costose, quindi le persone svuotavano le rape e scolpivano dei “volti” per consentire alla luce di risplendere attraverso i fori senza spegnere la brace.

Le origini di Jack dela lanterna non si limitano alla realizzazione delle zucche intagliate e luminose, ma si riferivano anche alle persone. Nella Gran Bretagna del XVII secolo era comune chiamare Jack un uomo di cui non conoscevi il nome, un po’ come oggi in America sarebbe un John Doe. Quindi, un guardiano notturno di cui non si conosceva il nome, divenne noto come Jack-of-the-Lantern, poi accorciato in Jack-o’-lantern. Il racconto popolare irlandese arrivò un secolo più tardi, nel XVIII secolo, in cui un tipo sgradevole che spesso si dice fosse un fabbro, aveva una predilezione per il male e l’alcol. Esistono molte versioni della leggenda, ma la trama ricorrente è che Stingy Jack ha ingannato il diavolo due volte.

E quando Jack morì, si ritrovò escluso dal paradiso e dall’inferno. Ma il diavolo ebbe pietà di Jack, dandogli una brace di carbone per accendere la sua lanterna di rapa mentre vagava tra i due “mondi ultraterreni” per l’eternità, ispirando ancora una volta il soprannome Jack-o’-lantern. La morale di questo racconto è che se ti comportavi come Jack potevi fare la stessa fine.

A quei tempi non era noto cosa fosse un ignis fatuus, un fenomeno naturale che si verifica nelle paludi e negli acquitrini, spesso visti sia nelle campagne irlandesi, sia nei cimiteri, quelli che oggi chiamiamo fuochi fatui. Oggi sappiamo che quelle luci tremolanti sono prodotte dai gas che bruciano la materia organica in decomposizione. Dato che seguire i fuochi fatui poteva farti finire in una dolina o in una palude e, quindi, perderti o annegare, era meglio starci lontani. Da qui la leggenda che la fiammella fosse l’anima persa di Jack della Lanterna o un fantasma.

Sleepy Hollow spinge il fenomeno Jack della Lanterna

Nel 1820 veniva pubblicato per la prima volta, una delle prime storie dell’orrore conosciute a livello internazionale, il romanzo di Washington Irving (1783-1859), The Legend of Sleepy Hollow, poi ripubblicato nel 1858, che ha spinto la zucca nella cultura americana come mai prima d’ora. Nel culmine del racconto, il Cavaliere senza testa lancia una zucca (non scolpita) a Ichabod Crane, uno strano maestro di scuola del Connecticut, che non verrà mai più rivisto. Ma la maggior parte delle immagini del terrificante cattivo Cavaliere, lo ritraggono con in mano un infuocato jack-o’-lantern, che ha aiutato la storia a diventare una delle preferite di Halloween.

Negli ultimi dieci anni, la popolarità del Jack della lanterna non è diminuita. Anche in Italia vengono racconte ogni anno circa quaranta milioni di chilogrammi di zucche e, la maggior parte finiscono sugli scaffali in autunno, dove la vendita aumenta esponenzialmente verso fine ottobre.

Ma adesso occupiamoci della leggenda di Jack della lanterna o, se vi piace di più, Jack-o’-lantern.

Tra i diversi racconti popolari sull’origine del Jack della lanterna, il più noto è senz’altro quello irlandese dell’uomo buono a nulla di nome Jack, noto per la sua ubriachezza e meschinità.

La leggenda di Jack-o’-lantern

Jack O'Lantern su un tetto

Jack era un ubriacone molto avaro, un fabbro che in una notte di Ognissanti (All Hallows Eve, poi diventato Halloween) era giunto alla sua fine. Un attacco di cirrosi epatica lo stava per uccidere. Ma ecco che arriva il “Diavolo” pronto a reclamare la sua anima. Perché le virgolette? Continuate a leggere la storia e vi chiederete che razza di Diavolo era.

Jack non era molto d’accordo nel lasciargli la sua anima, e così decise di chiedere al Diavolo un ultimo desiderio cercando di persuaderlo e impietosirlo. Stranamente, visto la nomea del Diavolo, questi accettò. L’ultimo desiderio espresso da Jack era di farsi un ultimo bicchiere di birra.

«Purtroppo non ho con me nemmeno un penny» disse Jack al Signore dell’Inferno. «Quindi, signor Diavolo, puoi trasformarti in una moneta da sei penny così da permettermi l’ultima bevuta ed esaudire il mio desiderio?»

Quel giorno il Diavolo doveva essere davvero di buon umore, o forse era ubriaco pure lui, quindi si trasformò in una moneta da sei penny. Immediatamente il furbo Jack prese la moneta e la infilò velocemente nel suo portamonete accanto ad un crocefisso d’argento, così che non si potesse ritrasformare nel Diavolo. Jack, prima di lasciarlo andare, propose al Diavolo un patto: posticipare di un anno la presa della sua anima. Il Diavolo accettò nonostante il primo inganno e se ne tornò da dove era venuto.

Intanto Jack pensava di migliorare il proprio comportamento così da evitare che il Diavolo si ripresentasse l’anno successivo. Invece da lì a poco, Jack tornò ai suoi brutti vizi fatti di avarizia e stati di ebbrezza.

La notte di Ognissanti successiva arrivò e il Diavolo si ripresentò nuovamente al suo cospetto. Ancora una volta Jack cercò di persuadere questo “povero diavolo”, forse poco esperto e sciocco, con un’ennesima richiesta. «Senti, signor Diavolo, prima di morire vorrei mangiarmi quella mela che si trova sull’estremità di quel ramo d’albero. Potresti aiutarmi a prenderla?» Per una richiesta così poco rischiosa, il Diavolo non perse tempo e si mise sulle spalle di Jack per afferrarla.

E’ buffo pensare che la mela, quale frutto simbolo del “peccato originale” indicato proprio dal Diavolo ad Adamo ed Eva sia, questa volta, il Diavolo stesso a coglierlo. Mentre il Diavolo afferrava la mela, il furbo Jack sotto di lui, incise rapidamente sul tronco dell’albero una croce, così che il Diavolo non riuscì più a scendere, rimanendo appeso al ramo come un babbeo.

Una stretta di mano tra un uomo e un "diavolo"

A questo punto fu proprio il Diavolo a impietosire Jack e gli promise di lasciarlo stare per dieci anni. Jack, furbo com’era, rilanciò l’offerta come una partita a poker e disse: «Se ti faccio scendere mi devi promettere che non pretenderai mai più la mia anima». Non avendo scelta, il Diavolo accettò. Quindi Jack visse per tutti i dieci anni con serenità? No! Perché il suo fegato non era interessato agli accordi presi con il Diavolo, e una cirrosi epatica lo stroncò.

Chiaramente Jack non andò in Paradiso, ma si ritrovò alle porte dell’Inferno. Il Diavolo era ancora così offeso che non lo fece entrare e disse al furbo ubriacone: «Una promessa è una promessa. Quindi mio caro Jack, io qui non ti voglio!». Voltandosi alle spalle Jack vedeva solo buio: «Signor Diavolo, aiutami a ritrovare la strada del ritorno…». Impietosito ancora una volta, ma si direbbe l’ultima, il Diavolo gli diede un tizzone infuocato.

Jack, che non si sa per quale motivo avesse con sé una grossa rapa, la intagliò e ci mise dentro il pezzo di carbone ardente, in modo che potesse illuminare la strada del ritorno. Quindi nella notte di Halloween, aguzzate bene la vista… potreste vedere una fiammella che si muove nell’oscurità. Quello è Jack O’Lantern (Jack della Lanterna) che vaga in cerca della sua casa.

Jack-ma-lantern o Jack-O’-lantern?

Il nome ufficiale e internazionale è Jack-O’-lantern, ma ci sono anche tracce di un Jack-ma-lantern in America. Nel 1935 ci fu una grave crisi economica e finanziaria che sconvolse l’economia mondiale alla fine degli anni Venti, che portò a forti ripercussioni anche nei primi anni del decennio successivo e venne chiamata la Grande depressione (o Crollo di Wall Street). In quel periodo il governo federale formò la Works Progress Administration (WPA), ribattezzata quattro anni più tardi come Work Projects Administration, ma tanto l’acronimo non cambiò. Era un’agenzia che impiegava milioni di persone in cerca di lavoro, per lo più uomini non ben istruiti, per realizzare progetti di lavoro pubblici.

Questo sarebbe servito per combattere gli effetti devastanti della depressione sulla nazione. Il progetto più grande e di maggior successo fu la Tennessee Valley Authority, che, attraverso la costruzione di dighe idroelettriche, modernizzò la regione e creò posti di lavoro disperatamente necessari. Uno dei progetti meno noti dell’amministrazione era il Federal Writers Project. Questo progetto impiegò migliaia di insegnanti, ricercatori, bibliotecari e storici disoccupati registrarono storie orali e folclore americani.

Laura Virginia Hale
Laura Virginia Hale

Una delle opere più note dei era Slave Narratives: A Folk History of Slavery in the United States (letteralmente, Narrazioni di schiavi: una storia popolare della schiavitù negli Stati Uniti), che comprese oltre duemila interviste con persone precedentemente schiavizzate. I lavoratori sul campo impiegati dal programma federale Virginia Writers Project, sovvenzionò il progetto permettendo ai ricercatori di catturare ogni sorta di folclore della Virginia attraverso interviste con i residenti, che si estesero dal comune di Cumberland Gap, situato nello Stato del Tennessee, fino alla città britannica di Winchester.

Una di queste interviste fu condotta dalla straordinaria ricercatrice Laura Virginia Hale (1911-1987) il 29 giugno 1942 a Catherine Newman, una residente di Front Royal, una città degli USA.

«Ricordo come i vecchi raccontavano di jack-ma-lanterns (il mio informatore insisteva che la sillaba centrale fosse “ma”) che ti portava via di notte. Sai, a quei tempi, non c’erano mai luci per farti strada come quelle di oggi. Se partivi per andare da qualche parte di notte, provavi a individuare una luce nella casa di qualche vicino e a seguirla.

Nelle notti davvero buie e nebbiose, uno di quei jack-ma-lantern appariva di fronte a qualcuno che viaggiava lungo una strada o un sentiero solitario, in modo da far sì che la persona lo seguisse. Poi lo avrebbe portato da qualche parte nei boschi o nelle paludi. Perché, ho sentito di persone che si sono perse tutta la notte seguendo uno di quei jack-ma-lanterns. Quindi, se qualcuno doveva andare da qualche parte di notte e non voleva essere portato via da un jack-ma-lantern, si rivoltava le tasche lasciando la fodera a penzoloni. Questo li avrebbe tenuti lontani, dicevano.»

Versioni alternative della leggenda

Quando si parla di Jack O’Lantern, l’immagine che viene subito in mente è quella di una zucca intagliata con un ghigno inquietante e una candela all’interno. Ma la leggenda che sta dietro questa figura – simbolo per eccellenza di Halloween – non è affatto semplice né univoca. Anzi, nel corso del tempo, Jack ha assunto volti e tratti diversi, a seconda del paese, della tradizione popolare e perfino dell’immaginazione di chi raccontava la storia.

Di seguito vi presento le varianti meno note, che – pur mantenendo gli elementi chiave della leggenda – offrono sfumature e significati molto diversi. Perché, come spesso accade con i racconti folklorici, più ci si addentra… più si scopre che non esiste una sola verità, ma tante storie che convivono sotto la stessa luce tremolante.

Versione Sudamericana

Esiste una versione popolare nella cultura nera che ricorda la versione raccolta da Laura Virginia Hale.

Racconta di un nonno che si perse nel bosco, vide una luce e iniziò a seguirla. La luce lo portò fuori strada e quando l’anziano si rese conto di essere stato ingannato da un Jack della lanterna, si infuriò. Non si perse d’animo perché sapeva bene cosa fare. Si rovesciò le tasche, disegnò un cerchio e una croce per terra e disse: «Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, scaccia queste streghe con il loro malvagio jack-ma-lantern». Le tasche rovesciate servivano per mostrare che non c’era nulla per i jack-ma-lantern.

Versione Statunitense

Ci sarebbe un’altra versione americana della leggenda di Jack della lanterna, in cui Jack avrebbe venduto la sua anima al diavolo a mezzanotte ad un incrocio. Il contratto prevedeba sette anni di grazia in cui poteva fare tutto ciò che voleva, ma allo scadere di quel periodo, il Diavolo sarebbe tornato a prendere la sua anima. Jack però era furbo e mise la suola di una vecchia scarpa sopra la sua porta e chiese al Diavolo di recuperarla per lui.

Quando il Diavolo si allungò, Jack inchiodò la sua mano al muro e lo lasciò appeso. Dopo una lunga trattativa tra i due, Jack avrebbe rilasciato il Diavolo solo dopo aver estorto la promessa di non disturbarlo mai più. Ma quando Jack morì, non poté entrare né in paradiso né all’inferno. Il Diavolo gli lanciò un pezzo di fuoco, dicendo che Jack era troppo intelligente per lui. Jack era costretto a vagare per l’eternità e il suo unico divertimento era condurre le persone nelle paludi e nelle pozze fangose ​​di notte.

Come proteggersi da Jack della lanterna

Jack della lanterna divenne così noto che un tempo temevano potesse essere pericoloso e pertanto si portava un oggetto fatto di ferro perché avrebbe respinto gli spiriti maligni. Nella tradizione irlandese, si avvertiva i bambini di non stare fuori dopo il tramonto e, per evitare ogni rischio, i genitori raccomandavano i figli di rovesciare le fodere delle giacche per non essere attirati fuori strada da Jack. Nella tradizione scozzese, invece, infilavano un coltello di ferro nel terreno per evitare di incontrare lo spirito di Jack. Questi rimedi furono trapiantati in America con il buttarsi a terra, chiudere gli occhi, trattenere il respiro e tapparsi le orecchie finché non fosse passato Jack della lanterna.

Dall’Irlanda agli Stati Uniti d’America

Quando l’Irlanda iniziò il processo di elettrificazione nazionale negli anni Trenta, la storia di Stingy Jack iniziò a svanire, perché l’immaginazione delle persone non era più così sfrenata. Ma fu proprio in quel momento che la tradizione di Jack della lanterna aveva già messo radici nel Nuovo Mondo, presentandosi nella prima letteratura e nei media americani.

Harper's Weekly, 23 novembre 1867

Il primo riferimento lo possiamo trovare in un racconto del 1835 di Nathaniel Hawthorne (1804-1864) dal titolo The Great Carbuncle e, qualche decennio più tardi in Feathertop del 1852. La prima immagine di una zucca luminosa è probabilmente quella apparsa in un numero del 1867 di Harper’s Weekly (A Journal of Civilization), una rivista politica statunitense che conteneva notizie, racconti e saggi su molti argomenti. Per verificare che fosse vero, mi sono sfogliato un volume di 832 pagine per trovare quell’immagine e, finalmente, a pagina 736 trovo la copertina della rivista datata 23 novembre 1867.

Questa incisione è probabilmente la prima immagine di una zucca di Jack della lanterna, anche se l’articolo non la descriveva come tale né menzionava Halloween. L’immagine appare accanto all’articolo “A Pumpkin Effigy”, scritto da un certo L.W. Atwater e all’inizio si legge quanto segue:

«Molti dei vecchi costumi caratteristici prevalenti nel New England fino a pochi anni fa sono ormai quasi dimenticati, e molti dei vecchi sport autunnali all’aperto e invernali al focolare non sono più osservati dalla generazione emergente, la maggior parte dei quali è stata abbandonata per le più popolari “api”, in cui si cimentano un gran numero di campagnoli in tutte le parti del paese. Tra gli sport minori praticati, ormai solo di rado dai monelli del paese, c’è quello che illustriamo in questa pagina, sotto il titolo di “Effigie della zucca”, e a cui Whittier1 ha fatto riferimento nella sua bella poesia “La zucca”, che riportiamo integralmente.

Il passatempo consiste nel tagliare una zucca in modo che assomigli a una testa umana e nel posizionare una luce all’interno per illuminarla, esponendo improvvisamente il mostro così creato alla vista delle persone di passaggio, spesso con notevole orrore delle persone più giovani e timide. Il passatempo è arrivato in questo Paese dall’Inghilterra, da cui naturalmente derivano, con il nostro sangue e la nostra lingua, molti altri dei nostri costumi.»

1John Greenleaf Whittier (1807-1892) è stato un poeta e giornalista statunitense.

Durante la festività di Halloween vengono accese molte luci colorate, così come accade a Natale. Quest’usanza viene da un’antica tradizione irlandese in cui usavano rape o barbabietole intagliate dove mettevano all’interno piccole candele e le usavano come lanterne. Tali luci rappresentavano le anime dei morti o dei folletti, liberati dagli inferi. Gli irlandesi immigrati in America trovarono nelle zucche un migliore sostituto di rape e barbabietole perché molto più grandi e comode da intagliare. Sin dall’epoca vittoriana le zucche intagliate sono una parte essenziale delle celebrazioni di Halloween.

Conclusioni

Alla fine del suo cammino — e forse proprio perché quel cammino non finisce maiJack della Lanterna continua a parlarci. Non come un semplice personaggio da fiaba di Halloween, ma come un simbolo archetipico, sospeso tra luce e ombra, tra la furba sopravvivenza e la condanna dell’eterno vagare.

Quella sua luce tremolante, accesa in una rapa o in una zucca, non serve a spaventare… serve a guidare, a ricordare. Ricordare che tra i vivi e i morti il confine è sottile. Che ogni leggenda affonda in qualcosa di più profondo: la paura della morte, il bisogno di redenzione, il desiderio di non essere dimenticati.

Jack, con la sua lanterna, diventa così il riflesso di una domanda che ci portiamo dietro da sempre: cosa resta di noi, quando tutto si spegne? Forse solo una fiammella nella nebbia. Ma quella fiammella — se sappiamo ascoltarla — è tutto ciò che abbiamo.

E allora, la prossima volta che intaglierai una zucca o ne accenderai la luce… fallo con consapevolezza. Non è solo un gioco, non è solo folklore. È un gesto antico, un rituale moderno che ci collega — magari inconsapevolmente — a un mondo che non vuole essere dimenticato.

Perché ricordare Jack significa, in fondo, ricordare anche noi stessi.

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