I Fantasmi di Dickens

Il lato oscuro di Charles Dickens: i fantasmi che lo ispirarono

31 minuti di lettura

La Vigilia di Natale e il lato oscuro di Charles Dickens

Nell’epoca georgiana e in seguito in quella vittoriana, era tradizione raccontare storie spaventose intorno al focolare proprio alla vigilia del Natale e gli editori sfruttarono questo momento “magico” per chiedere agli scrittori di produrre storie del terrore. Pare che l’origine risalga a qualche giorno prima di Natale nel 1642, dove una leggenda raccontava di pastori testimoni dell’apparizione spettrale di soldati della guerra civile mentre combattevano ancora, ma nel cielo.

A quei tempi il Natale non era una festa molto sentita in Gran Bretagna, tant’è che era una giornata lavorativa come altre. Il paese era in piena rivoluzione industriale e quindi con molti meno giorni di riposo per tutti e il Natale non era considerato così importante da lasciare i lavoratori a casa. La storia di Dickens, infatti, inizia proprio con il suo dipendente costretto a lavorare molto proprio alla vigilia di Natale.

Christmas Story-Telling di John Everett Millais, 1862 - I Fantasmi di Dickens - Archaeus, studio e ricerca sul paranormale
Christmas Story-Telling di John Everett Millais, 1862

La scelta di lavorare a Natale si doveva al protettore d’Inghilterra Oliver Cromwell (1599-1658), che tentò di sradicare del tutto il Natale perché la Bibbia non menziona nessun “giorno santo” diverso dal sabato e quindi non esorterebbe i cristiani a celebrare la nascita di Gesù il 25 dicembre.

Cromwell era consapevole che il 25 dicembre era una data scelta con astuzia dai primi funzionari della cristianità che volevano sostituire i riti pagani con quelli cristiani. Il 25 dicembre fu, infatti, un giorno scelto per la sua associazione con due festività pagane: lo Yule, la festa del solstizio d’inverno che nel paganesimo e nel neopaganesimo (soprattutto in quello germanico) e il Sol Invictus (o per esteso, il Deus Sol Invictus), un appellativo che era usato per diverse divinità nel tardo Impero romano.

Si tratta di due feste in concomitanza con il solstizio d’inverno, la notte più lunga dell’anno, nella quale i confini tra il mondo fisico e quello spirituale erano considerati particolarmente permeabili. Si credeva, infatti, che gli spiriti sarebbero tornati sulla Terra per completare ciò che avevano lasciato in sospeso, così come avviene per l’ex socio di Scrooge nel romanzo di Dickens.

La popolarità delle ghost stories era molto legata ai cambiamenti economici dell’epoca. La rivoluzione industriale aveva portato, infatti, alla migrazione di molte famiglie che si spostavano dai villaggi rurali per andare a vivere in città, creando così una nuova classe media nella popolazione.

A Christmas Carol di Charles Dickens - I Fantasmi di Dickens - Archaeus, studio e ricerca sul paranormale
A Christmas Carol

La passione per i fantasmi di Dickens si deve alla sua tata, Miss Mercy, che gli raccontava storie spaventose di fantasmi prima di andare a dormire. Uno dei racconti che lo spaventò maggiormente fu Capitan Murderer, tanto da divenire un altro racconto di fantasmi dello stesso Dickens pubblicato nel 1860: Captain Murderer and the Ghost’s Bargain. L’amore e odio per i fantasmi si alimentò poi durante l’adolescenza, divorando avidamente ogni numero della collana a puntate The Terrific Register, una rivista di racconti horror.

Nonostante Dickens visse in un’epoca piena di speculazioni soprannaturali, riuscì tuttavia a sviluppare costantemente la mente di uno scettico; invece di farsi coinvolgere dalla mania dello spiritismo, accettò e abbracciò la teoria scientifica del suo tempo, in quanto, secondo Dickens, quel fenomeno paranormale doveva avere una base fisiologica, quindi che le apparizioni dovessero essere il risultato, per così dire, di “una condizione disordinata dei nervi o dei sensi”. Il Ghost Club non era visto molto bene neppure dalla stampa, tant’è che persino The Times lo ridicolizzò in un suo articolo. Dickens iniziò a partecipare a numerose sedute e, il più delle volte, a sfatare l’esistenza dei fantasmi, comprendendo il business che gli spiriti riuscivano a produrre anche al di fuori della carta stampata.

Da lì a poco anche altri membri del Ghost Club iniziarono a seguire il suo pensiero scettico sui fantasmi. Per Dickens le sedute spiritiche erano di certo meno spaventose dei racconti sui fantasmi che erano pubblicati in quel periodo. Pare che i vittoriani desiderassero fervidamente essere spaventati. Beh, visto il “boom” di ghost hunting dell’ultimo decennio, forse l’epoca vittoriana sta avendo il suo momento revival.

Dickens e il mesmerismo

Sebbene Charles Dickens abbia condotto una battaglia contro gli spiritisti criticando pesantemente le loro affermazioni sulle riviste o le sedute spiritiche, credeva invece nella cosiddetta nuova scienza del mesmerismo. Quando Dickens incontrò il mesmerismo nel 1830, la pratica era ben radicata nella comunità medica. Era convinto, infatti, di poter guarire gli altri provocando nei pazienti una sorta di trance ipnotica. Se volete approfondire l’argomento del mesmerismo, da Franz Anton Mesmer (1734-1815) noto anche come Magnetismo Animale, potete leggere l’omonimo articolo dedicato.

John Elliotson - I Fantasmi di Dickens - Archaeus, studio e ricerca sul paranormale
John Elliotson

Dickens assistette per la prima volta da vicino a una seduta di mesmerismo durante una dimostrazione del chirurgo londinese John Elliotson (1791-1868), diventato noto perché fra i primi a utilizzare lo stetoscopio di René Laennec (1781-1826) e la pratica dell’agopuntura; Elliotson fu una delle figure più prolifiche del magnetismo animale ed era anche molto amico di Dickens.

La dimostrazione si tenne all’University College Hospital di Londra nel 1838. Dickens ne fu talmente colpito da supplicare Elliotson di istruirlo per praticare egli stesso il magnetismo su pazienti di sua conoscenza. Dickens sembrava essere molto portato, riusciva ad avere molta presa sui propri pazienti, tanto che alcuni anni dopo scrisse, ironicamente, di essere così bravo da poter riuscire a magnetizzare anche una padella.

Dickens rimase comunque un fedele amico leale di Elliotson, tanto da chiedergli persino di essere il padrino del suo secondo figlio. Dickens era sempre convinto che il mesmerismo funzionasse e quindi anch’egli continuò a esercitarlo sui propri pazienti. Nel 1842, mentre era a Pittsburgh con sua moglie Catherine Hogarth (1815-1879), le chiese di fare da cavia. Gli esperimenti furono poi annotati nel suo diario di viaggio American Notes for General Circulation. Dopo diversi minuti passati ad agitare le mani sopra la testa della moglie, proprio come gli aveva insegnato Elliotson, Catherine iniziò a blaterare con isteria frasi sconclusionate e si addormentò.

Dickens si convinse allora del suo potere e se ne entusiasmò a tal punto da divenirne ossessionato. Esercitò il mesmerismo con chiunque fosse disposto a fare da cavia. Sua cognata Georgina Hogarth, reagì in maniera simile a Catherine, scivolando quasi immediatamente in un episodio isterico per poi perderei sensi. La notizia che riusciva a curare molti problemi si sparse fra parenti e amici che chiedevano a Dickens di poter essere guariti. Persino l’illustratore dell’originale A Christmas Carol, John Leech (1817-1894), chiese a Dickens di potergli curare la commozione cerebrale procurata da un colpo alla testa durante una nuotata.

Leech affermò di sentirsi molto meglio dopo la sessione e Dickens si prese il merito della sua guarigione. Un giorno anche l’attore e imprenditore teatrale William Charles Macready (1793-1873) chiese aiuto a Dickens ma questa volta la seduta non diede i risultati promessi: l’attore descrisse l’esperienza come “molto spiacevole” e che Dickens non riuscì a metterlo a suo agio e a influenzarlo nell’esperimento.

error: Content is protected !!