Helen F. Stuart
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Helen Stuart: la fotografa spiritista dimenticata

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Helen Stuart è una figura affascinante e complessa nella storia della fotografia spiritica. Pur restando nell’ombra rispetto a nomi come William H. Mumler e William Hope, il suo contributo allo sviluppo della fotografia spiritica è straordinario. Helen Stuart non fu solo testimone dell’evoluzione di questo fenomeno, ma anche protagonista attiva e innovatrice. Questo articolo esplora la vita e le opere di Helen F. Stuart, mettendo in luce le sue connessioni con Mumler e il suo ruolo pionieristico.

La Fotografia Spiritica

La fotografia spiritica è un fenomeno controverso nato nella seconda metà del XIX secolo, durante l’epoca vittoriana, un periodo caratterizzato da un forte interesse per il paranormale e il soprannaturale. Questa pratica consiste nella produzione di immagini fotografiche che presumibilmente mostrano entità o spiriti di defunti accanto ai vivi.

William H. Mumler

Tra i pionieri più noti della fotografia spiritica figura William H. Mumler (1832-1884), un fotografo americano che affermava di essere in grado di catturare le immagini di spiriti su pellicola. Le sue fotografie, spesso ritraenti figure spettrali accanto ai soggetti ritratti, destarono un grande scalpore e alimentarono il dibattito tra scettici e credenti. Le immagini spiritiche divennero estremamente popolari nei circoli dello Spiritualismo, un movimento che cercava di dimostrare l’esistenza di un aldilà attraverso fenomeni fisici e comunicazioni medianiche.

Tuttavia, la pratica fu anche oggetto di critiche e accuse di frode: molti fotografi spiritici, incluso lo stesso Mumler, furono accusati di manipolare le lastre fotografiche o utilizzare trucchi come esposizioni multiple per creare le apparizioni spettrali. Nonostante ciò, la fotografia spiritica continuò a prosperare, grazie alla sua capacità di rispondere al bisogno di conforto e connessione con i propri cari defunti, soprattutto in periodi di grande perdita, come durante la Guerra Civile Americana e la Prima Guerra Mondiale.

Oggi, le fotografie spiritiche rappresentano non solo un interessante capitolo della storia del paranormale, ma anche una testimonianza delle speranze, delle paure e dei desideri di un’epoca in cui scienza, religione e occultismo spesso si intrecciavano in modi complessi e affascinanti.

Chi era Helen Stuart

La fotografia spiritica nacque durante il fervore spiritualista del XIX secolo. Sebbene William H. Mumler sia universalmente riconosciuto come il primo fotografo spiritista, il coinvolgimento di Helen Stuart nella sua scoperta aggiunge un’importante sfumatura a questa narrazione.

Non si conoscono le origini di Helen F. Stuart; ciò che sappiamo è che operava a Boston, Massachusetts. Alcune fonti ipotizzano che la “F.” del suo secondo nome stia per “Frances”, suggerendo una possibile connessione con Hannah Frances Green (1839-1897), la moglie di William H. Mumler. Questa teoria sostiene che Stuart e Green potrebbero essere state la stessa persona, ma non ci sono prove concrete a supporto di questa ipotesi. Al contrario, appare più probabile che Helen Stuart sia effettivamente esistita come figura indipendente e che il suo contributo sia stato oscurato dal successo di Mumler, forse anche a causa di una visione patriarcale delle arti tecniche diffusa all’epoca.

Bambino "spirito" con fotografia e figurina sul tavolo
Bambino “spirito” con fotografia e figurina sul tavolo

Secondo documenti dell’epoca, Helen Stuart era una medium e una creativa che gestiva un’attività a Boston legata alla creazione di gioielli intrecciati con capelli umani. Dal 1861 al 1865, i registri cittadini la indicano come produttrice di “lavori per capelli” o “gioielli per capelli”. Successivamente, si afferma come fotografa presso il 258 di Washington Street, lo stesso studio dove Mumler realizzò le sue prime fotografie spiritiche.

Questa attività combinava memoria e arte, incorporando capelli di defunti e immagini fotografiche per creare oggetti commemorativi. Stuart si dedicava a intrecciare queste due forme d’arte, sfruttandone il valore emotivo e simbolico.

Un articolo del New York Sun del 26 febbraio 1869 descrive il contesto in cui Mumler scoprì accidentalmente la fotografia spiritica. Mentre era impegnato in esperimenti nel laboratorio di Stuart, sviluppò una lastra che mostrava la vaga figura di un parente defunto. Helen Stuart, riconoscendo immediatamente il potenziale del fenomeno, dichiarò che si trattava di uno spirito che tentava di comunicare con i vivi.

Questa narrazione evidenzia come Helen Stuart non fosse una semplice spettatrice, ma una mente creativa che cercava costantemente di ampliare i confini delle sue conoscenze artistiche e tecniche.

Hannah F. Green e Helen F. Stuart: intrecci di destini e misteri

Hannah Frances Green incontrò William H. Mumler dopo il divorzio da Thomas Miller Turner, con cui si era sposata a vent’anni e da cui aveva avuto due figli. Secondo il Boston Post dell’8 ottobre 1864, i registri mostrano che nel 1859 Turner abbandonò Hannah e i loro bambini. Nello stesso periodo, mentre affrontava la vita come madre single, una certa A. M. Stuart iniziava a comparire negli elenchi commerciali di Boston come “artista dei capelli” al 191 di Washington Street, specializzata anche nella produzione di elaborati ornamenti realizzati con capelli.

L'elenco di Boston 1861
L’elenco di Boston 1861

Nel 1861, Helen Stuart – forse la stessa persona o una parente – era indicata come gioielliera al 221 di Washington Street. Nel 1862, si ampliò aprendo uno studio fotografico professionale al 258 della stessa via, un luogo legato all’origine della fotografia spiritica. Tuttavia, Helen Stuart continuò a produrre gioielli per capelli, come testimoniato dai timbri presenti sul retro di alcune sue carte-de-visite, un popolare formato fotografico dell’epoca.

Hannah F. Green e Helen F. Stuart: due identità o una sola persona?

Hannah Frances Green, conosciuta come “medico chiaroveggente”, pubblicizzava le sue abilità medianiche, una pratica comune tra le donne coinvolte nei movimenti spiritualisti dell’epoca. Alcuni studiosi ipotizzano che Helen F. Stuart e Hannah F. Green fossero la stessa persona, basandosi su due elementi principali: il nome Helen compare negli elenchi commerciali nello stesso periodo in cui Hannah non è documentata, e le iniziali H.F. coincidono.

L’ipotesi è stata avanzata dal New York Sun nel 1869, suggerendo che le due identità fossero unite nella figura della futura signora Mumler. Tuttavia, l’unico anno in cui entrambe risultano documentate è il 1864: Hannah nei documenti del divorzio e del successivo matrimonio, mentre Helen Stuart negli elenchi commerciali.

Lo stile fotografico di Mumler appare più vicino a quello di Helen Stuart che a quello di Hannah Green, suggerendo che potrebbe aver collaborato o appreso da Helen. Nel 1861, Mumler e Stuart risultano entrambi registrati allo stesso indirizzo, un dettaglio che potrebbe indicare un legame professionale o personale tra i due.

Durante un processo contro Mumler nel 1869, venne menzionata una donna con “straordinari poteri magnetici”, presente durante lo sviluppo della fotografia spiritica. Anche se identificata come la signora Mumler, non è chiaro se si trattasse di Hannah o Helen, alimentando ulteriormente il mistero intorno a queste enigmatiche figure.

In conclusione, la storia di Hannah Green e Helen Stuart intreccia destini, segreti e ipotesi, lasciando aperte domande sulla loro vera identità e il ruolo nella nascita della fotografia spiritica e delle arti commemorative.

L’arte commemorativa dell’intreccio di capelli nell’età vittoriana

Durante l’epoca vittoriana, la lavorazione dei capelli divenne una forma d’arte commemorativa molto apprezzata. Questa pratica consisteva nel trasformare ciocche di capelli in gioielli, decorazioni o ornamenti artistici, destinati a ricordare persone care, vive o defunte. Un esempio di questa tradizione è rappresentato dalla signora Stuart, che si guadagnò la reputazione di abile artigiana in questo settore.

Capelli intrecciati

Gli oggetti creati avevano un forte significato emotivo: spesso erano progettati per essere indossati o esposti in casa come simboli di amore e ricordo. I capelli potevano essere utilizzati anche per creare pigmenti destinati a dipingere scene commemorative. Alcuni gioielli includevano ciocche di capelli sul retro, come simbolo di legami profondi e duraturi. Questi manufatti si inserivano in un complesso sistema di rituali di lutto ottocenteschi, che comprendeva abbigliamenti elaborati e fotografie postume.

Oltre a commemorare i defunti, queste creazioni celebravano anche la vita. Alcuni pezzi rappresentavano alberi genealogici o simboli di amicizia, mentre altri incorniciavano fotografie di famiglia con intricati motivi di capelli, rafforzando i legami visivi ed emotivi con i propri cari.

Le protagoniste e il mistero

Edificio oggi al 221 di Washington Street a Boston (Google Maps)
Edificio oggi al 221 di Washington Street a Boston (Google Maps)

L’ascesa dello spiritismo era spesso accompagnata da figure femminili carismatiche, che attiravano clienti con le loro presunte capacità medianiche. Hannah Mumler e Helen Stuart sono esempi significativi. Hannah, con il suo fascino e le sue abilità, rafforzava il legame tra il pubblico e il mondo spirituale. Helen, invece, rimane una figura enigmatica, pur essendo documentata come una delle fotografe più prolifiche di Boston e probabilmente un’anticipatrice della fotografia spiritica.

Gli archivi attestano la presenza di Helen Stuart a Boston dal 1859 al 1867, ma la sua identità è avvolta nel mistero. Non ci sono tracce di nascita, matrimonio o morte legate a questo nome, né registrazioni nei censimenti ufficiali. Nonostante il suo ruolo documentato come artista e imprenditrice, la connessione tra Helen, Hannah e William H. Mumler resta poco chiara. È possibile che Mumler si sia ispirato a Helen Stuart o abbia lavorato per lei, rendendola la vera pioniera della fotografia spiritica.

Il contributo tecnico e artistico di Stuart

Sebbene spesso oscurata dalla figura di Mumler, Helen Stuart dimostrò una competenza tecnica e un’estetica distintiva che influenzarono la fotografia spiritica e il suo sviluppo. Molte delle cartes de visite di Stuart riportano il timbro “fotografato da H. F. Stuart”, un’affermazione audace che sottolinea il suo orgoglio come fotografa professionista. Al contrario di molti fotografi dell’epoca, Stuart utilizzava questi spazi pubblicitari per promuovere non solo la possibilità di ristampe, ma anche i suoi gioielli commemorativi, offrendo ai clienti in lutto oggetti che univano fotografia e capelli.

Le Cartes de Visite

André-Adolphe-Eugène Disdéri
André-Adolphe-Eugène Disdéri

Le cartes de visite erano piccoli ritratti fotografici stampati su cartoncino, estremamente popolari nel XIX secolo. Originariamente introdotte in Francia nel 1854 dal fotografo parigino André-Adolphe-Eugène Disdéri (1819-1889), divennero rapidamente un fenomeno internazionale. Erano utilizzate come biglietti da visita personalizzati o come ricordi da scambiare tra amici e familiari.

Solitamente misuravano circa 6,4 × 10,2 cm (2,5 × 4 pollici), un formato compatto e facilmente trasportabile. La fotografia veniva stampata su carta albuminata e incollata su un cartoncino rigido. La tecnologia del tempo permetteva di stampare più immagini contemporaneamente su un’unica lastra, rendendole meno costose rispetto ai ritratti tradizionali.

Le cartes de visite avevano un utilizzo molto versatile. Venivano spesso scambiate tra amici e familiari come gesto di cortesia o come ricordo affettuoso. Inoltre, molte persone le collezionavano, in particolare quelle raffiguranti figure celebri come politici, attori o scrittori dell’epoca. Un altro uso diffuso era quello commemorativo: durante l’epoca vittoriana, periodo in cui il lutto rivestiva un profondo significato culturale, le cartes de visite diventavano strumenti preziosi per onorare e ricordare i defunti.

Tecniche e Stile di Helen Stuart

Le fotografie di Stuart si distinguono per l’uso avanzato della tecnica di stratificazione, che le permetteva di creare immagini complesse con figure eteree. I suoi ritratti a figura intera mettevano in risalto abiti vittoriani e uniformi militari, mentre i suoi “extra psichici” – spesso teste disincarnate – aggiungevano un elemento di mistero e spiritualità.

Le prime opere di William H. Mumler mostrano una chiara somiglianza con quelle di Helen Stuart, suggerendo che lui possa aver emulato il suo stile o addirittura appreso da lei. Alcuni oggetti di scena ricorrenti, come tavoli e sedie, erano presenti sia nelle fotografie di Stuart che in quelle di Mumler, rafforzando l’idea di una stretta collaborazione iniziale.

La relazione tra Stuart e Mumler

La relazione professionale tra Helen Stuart e William H. Mumler appare complessa e sfaccettata. Le somiglianze stilistiche nelle loro opere suggeriscono che Stuart abbia avuto un ruolo di mentore per Mumler, insegnandogli tecniche fotografiche e introducendolo alla fotografia spiritica. Stuart dimostrò una profonda comprensione delle potenzialità del mercato dei ritratti commemorativi, unendo la fotografia alle sue competenze come creatrice di gioielli commemorativi. Il fatto che fosse l’unica donna elencata come fotografa tra i settantaquattro professionisti registrati a Boston nel 1864 testimonia la sua eccezionalità in un settore dominato dagli uomini.

Fotografia Spiritica

Un elemento interessante che emerge è l’accordo economico tra Stuart e Mumler, rivelato in una lettera pubblicata sull’Herald of Progress. Questo accordo garantiva a Stuart una parte dei guadagni derivanti dalla fotografia spiritica e impediva a Mumler di operare al di fuori dei suoi studi. Inoltre, un articolo dello stesso periodico ipotizza che alcune apparizioni spiritiche nelle fotografie di Mumler derivassero da negativi di Stuart. Questo supporta l’idea che Mumler abbia utilizzato non solo gli oggetti di scena, ma anche risorse fotografiche della Stuart, incluse pose già archiviate.

Nonostante il suo ruolo centrale nello sviluppo della fotografia spiritica e il fatto che gestisse lo studio in cui Mumler scattò la sua prima immagine spiritica, Helen Stuart scompare dai documenti pochi anni prima del trasferimento di Mumler. È curioso che Mumler non le abbia attribuito alcun riconoscimento, preferendo invece menzionare Hannah Green Turner, sua futura moglie, come figura chiave nel suo lavoro. Questo mancato riconoscimento evidenzia le difficoltà che le donne incontravano nel ricevere il giusto credito per i loro contributi, anche quando erano protagoniste nel loro campo.

Conclusione

Helen F. Stuart fu una figura straordinaria in un’epoca in cui le donne erano spesso escluse dai riconoscimenti ufficiali nei campi innovativi. La sua capacità di combinare arte commemorativa, fotografia e spiritualità la colloca tra le personalità più affascinanti e, allo stesso tempo, sottovalutate del XIX secolo. Sebbene il suo contributo sia stato fondamentale nello sviluppo della fotografia spiritica e abbia avuto un’influenza significativa su figure come William H. Mumler, il suo nome è rimasto ai margini della storia, oscurato dai pregiudizi di genere e dall’attenzione riservata principalmente ai suoi contemporanei maschili.

Riscoprire la figura di Helen Stuart non significa solo restituire dignità a una pioniera dimenticata, ma anche aprire una finestra su un periodo di fermento culturale e tecnologico in cui arte, scienza e spiritualità si intrecciavano in modi inaspettati. La sua opera non rappresenta solo un contributo innovativo alla nascita della fotografia spiritica, ma testimonia anche la determinazione di una donna che sfidò le convenzioni del suo tempo, trovando nella fotografia un mezzo per esplorare e rappresentare il mondo invisibile.

Celebrare Helen Stuart non è solo un atto di giustizia storica, ma un’opportunità per approfondire la comprensione di un’epoca e di un movimento che continuano a influenzare la nostra percezione del mistero e dell’arte.

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