Studio della demonologia
Quando si parla di demonologia si pensa spesso al mondo del paranormale e alle credenze cristiano-evangeliche. Ma cosa studia la demonologia? Innanzitutto non ci si può definire demonologi se non si ha un titolo di studio che riconduce a materie che la racchiudono, come ad esempio storia, teologia, mitologia, archeologia, sociologia, medicina e psicologia. Un medico, ad esempio, presuppone che abbia affrontato studi di medicina e che quindi conosca tale materia.
Questo concetto si può estendere a qualsiasi titolo: dal disegnatore all’architetto, dal pittore al musicista, dal teologo al biblista, ma anche in materie legate alle passioni. Ebbene sì perché un cinefilo si presuppone conosca la storia del cinema e la cinematografia, così come un ricercatore e studioso di fantasmi conosca la storia dello spiritismo e tematiche affini. Sfortunatamente questi ultimi così come la demonologia non condividono questo stesso beneficio, sebbene siano e dovrebbero essere un vero e proprio campo di studio.
Il cristianesimo trasformò vari esseri e antichi déi in entità malevole, così gli antichi démoni divennero i demòni tentatori dell’uomo. Verso la metà del 1500, il termine demonologia inizia a circolare in concomitanza alla persecuzione delle streghe, nata per la fine del feudalesimo. La “caccia alle streghe” e l’inquisizione causò la tortura e la morte di migliaia di persone, per lo più donne, grazie anche alla pubblicazione del famigerato Malleus Maleficarum, il Martello delle Streghe (1487) dei frati domenicani Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer, un testo che ho potuto sfogliare con mano in una sua versione originale.
A tal proposito, vi consiglio la visione di un film italiano del 2000, dal canovaccio teatrale, che racconta le accuse di stregoneria praticate dalla Chiesa: Gostanza da Libbiano di Paolo Benvenuti, girato in un contrastato bianco e nero. Nel film, e forse peggio nella realtà, le accuse di stregoneria venivano spesso stabilite attraverso la cosiddetta “prova” che avrebbe confermato o meno un patto con il Diavolo o con qualche demone. Bastava qualche traccia insolita trovata sul corpo della donna accusata di stregoneria, per condannarla ad atroci torture e a probabile pena di morte. Spesso la ricerca delle prove stesse finiva con il torturare e uccidere l’imputata.
Le Daemonologie di re Giacomo VI
Fra i testi di demonologia posso citare come primo esempio la Daemonologie di re Giacomo VI di Scozia pubblicato nel 1597, un testo in cui faceva chiaramente riferimento agli schiavi del diavolo, alle streghe e ai cosiddetti incantatori. Gli scrittori successivi avrebbero quindi preso queste idee e persino creato gerarchie di demoni in grande quantità, tutti chiaramente sotto un unico “capo” chiamato Diavolo. Quindi prendendo in prestito nomi di alcuni antichi déi mesopotamici e altre antiche divinità, iniziano a formarsi varie correnti di pensiero.
Talvolta i nomi dei démoni venivano storpiati o addirittura venivano sdoppiati, come nel caso di Baal e Ba’ al Zebub, molto probabilmente due démoni tratti dalla stessa fonte ma con caratteristiche differenti. Come è stato già affrontato nell’articolo sulle origini della demonologia, nella scienza religiosa un demone non indica più una divinità, bensì un essere sovrannaturale malevole. Il termine greco dáimōn (δαίμων) infatti, che indicava originariamente il genio o lo spirito, tant’è che Socrate sosteneva di aver avuto rapporti sessuali con il suo dáimōn, con l’avvento del cristianesimo divenne un’entità spirituale malvagia. Così, soprattutto durante il Medioevo, lo studio sulla demonologia venne sviluppato con contesti sempre in contrasto con la Chiesa.
Classificazione e gerarchia dei demoni nella demonologia
L’idea medievale dei demoni, naturalmente, si è evoluta dall’antica credenza cristiana e gnostica, specialmente dai resoconti dei demoni nella Bibbia. Tra gli ebrei, gli déi delle nazioni circostanti erano chiamati démoni, e quelle nazioni erano quindi condannate per aver fatto sacrifici ai demoni invece che all’unico Dio, Yahweh. Nel Nuovo Testamento cristiano invece si parla di demòni come spiriti inferiori che operano come sudditi del diavolo. Tali demòni possono prendere possesso di un essere umano causando varie malattie e disturbi fisici.
Non è un caso che nell’età prescientifica, i demoni fossero considerati fattori causali nelle malattie. Sempre nel Nuovo Testamento, i démoni (che in questo caso col cristianesimo divengono quindi demòni) erano in grado di influenzare persino gli animali, come possiamo leggere nel vangelo di Matteo:
³⁰ A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; ³¹ e i demòni lo scongiuravano dicendo: “Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci”. ³² Egli disse loro: “Andate!”. Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque.
Matteo 8:30-32 (CEI 2008)
Lucifero, Satana e il De Operatione Daemonum Dialogus
Gli autori biblici credevano che i demoni fossero presenti nel mondo e pensavano che gli apostoli li volessero ovviamente cacciare via. Ma considerare i demoni come se avessero una vera e propria consistenza, come se fossero un’esistenza oggettiva, poneva molte domande sulla natura della loro origine. Fu così che la domanda ricevette “immediatamente” risposta entro il terzo secolo, quando il termine Lucifer (l’astro del mattino portatore di luce) diviene l’angelo Lucifero cacciato dal regno di Dio assieme ad altri angeli ribelli (demòni) dall’Arcangelo Michele, assumendo la duplice figura di Satana capo dei demoni.
Iniziarono così a nascere varie e differenti gerarchie, dalla classificazione degli gnostici basata su quella degli spiriti decisa da Platone, a quella secondo Michele Costantino Psello (1018-1096), un filosofo e storico bizantino autore di De operatione daemonum dialogus, nella quale i demoni sarebbero suddivisi in sei corpi principali: i demoni del fuoco, quelli dell’aria, quelli della Terra, i demoni delle acque e dei fiumi (che causavano tempeste e inondazioni), quelli del mondo sotterraneo (responsabili di terremoti ed eruzioni vulcaniche) e infine gli ombrosi che sarebbero simili a fantasmi.
Sant’Agostino, ovvero Agostino d’Ippona (354-430 d.C.), pensava che quelli dell’ultima categoria fossero tutti demoni. La classificazione di Psello non è poi diversa da quella elaborata nel Medioevo che divideva tutti gli spiriti in riferimento ai quattro elementi naturali: fuoco, aria, terra e acqua; basti pensare rispettivamente alle Salamandre, ai Silfi, agli Gnomi e alle Ondine.
La classificazione dei demoni non gradita dalla Chiesa
La classificazione degli gnostici non era molto gradita dalla Chiesa cristiana, in quanto apparivano le stesse categorie degli angeli del cielo; ma dopotutto non erano gli stessi che prima stavano in cielo nel regno di Dio? Cosa sarebbe cambiato? Ribelli ma pur sempre angeli. No, la Chiesa censurò quella classificazione anche se riuscì a sopravvivere ai pneumatologi (scienziati dello spirito) del Medioevo, che studiando il racconto della lotta fra l’angelo Lucifero e l’arcangelo Michele, si domandarono quale classificazione dunque dovevano avere gli angeli “caduti” in quell’occasione.
Alla lunga, l’opinione prevalente fu che Lucifero appartenesse all’ordine dei serafini, ma che altri angeli caduti come Agares, Belial e Barbatos, appartenevano all’ordine delle virtù; Bileth, Focalor e Phoenix a quello dei troni; Goap all’ordine dei poteri; Purson sia a quello delle virtù che dei troni; e che Murmur apparteneva sia all’ordine dei troni che all’ordine degli angeli. Allo stesso modo descrissero anche il “pedigree” di molti altri demoni considerati importanti per pericolosità.