Cerchio di Goligher

Il Cerchio di Goligher: Fenomeni Spiritici tra Fede e Frode

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La storia del Cerchio di Goligher rappresenta uno dei capitoli più intriganti e controversi dello spiritismo. Nato nella Belfast degli inizi del XX secolo, questo circolo medianico prometteva un collegamento diretto con l’aldilà e la manifestazione di fenomeni paranormali fisici, come la levitazione di tavoli, la produzione di colpi misteriosi e l’apparizione di ectoplasmi. Tuttavia, accanto al fascino per i presunti poteri paranormali di Kathleen Goligher (1898-1972), la medium principale, emersero critiche, accuse di frode e una rete di scetticismo che avvolge tutt’oggi questa vicenda.

In questo articolo, esamineremo non solo i dettagli degli eventi che caratterizzarono il Cerchio di Goligher, ma anche il contesto culturale e sociale dello spiritismo di quell’epoca. Rifletteremo sul rapporto tra fede e scienza, sulle dinamiche che portarono a frodi clamorose, e sulle figure, sia illustri che comuni, che cercarono di trovare la verità dietro a questi fenomeni. Infine, ci interrogheremo sull’eredità lasciata dal Cerchio di Goligher, tra delusioni e insegnamenti, nel contesto più ampio dello studio del paranormale.

Le Origini del Cerchio di Goligher

Cerchio di Goligher
Cerchio di Goligher

La famiglia Goligher viveva a Belfast e lavorava per lo più nell’industria tessile, come tanti altri in quel periodo. Secondo William Jackson Crawford (1881-1920), docente di ingegneria meccanica alla Queen’s University di Belfast, erano persone sincere e devote, frequentatori abituali della loro chiesa spiritualista. Intorno al 1912, iniziarono a riunirsi ogni settimana con l’obiettivo di entrare in contatto con gli spiriti dei defunti. Ben presto, ottennero risposte attraverso colpi (rapping) e suoni misteriosi, fino a sperimentare quelli che Crawford definì fenomeni “potenti e ben regolati”. Fu proprio da queste sedute che nacque quello che sarebbe diventato noto come il Cerchio di Goligher, un gruppo medianico che attirò l’attenzione degli studiosi dell’epoca per la natura impressionante dei fenomeni riportati.

Il gruppo era composto dal signor Goligher, tre delle sue figlie, il figlio e il genero. Dopo una serie di osservazioni, si scoprì che la più giovane delle figlie, Kathleen, sembrava essere la vera fonte della loro attività medianica. Si diceva che avesse ereditato questo “dono” dalla madre, anche se quest’ultima non partecipava alle sedute. Crawford, che la difese con fermezza dagli scettici, la descrisse come una ragazza onesta e rispettabile, che non aveva mai ricevuto denaro per le sue capacità e che offriva il suo aiuto “per la causa della scienza”.

Kathleen nacque il 27 giugno 1898 a Belfast in una famiglia numerosa, composta da cinque figli che crebbero in una serie di piccole case a schiera, spesso costretti a trasferirsi di frequente. Nonostante le loro condizioni modeste, Belfast offriva uno standard di vita migliore rispetto ad altre città industriali britanniche come Liverpool, Glasgow o Manchester. Fin da piccola, Kathleen contribuì al bilancio familiare lavorando nel settore tessile, tagliando camicette per le grandi fabbriche della città, famosa per la sua produzione di lino. Le donne dell’Ulster erano note per la loro abilità con ago e filo, anche se è probabile che i Goligher si occupassero soprattutto del taglio e della preparazione dei tessuti piuttosto che del ricamo. Il lavoro era mal pagato, ma almeno garantiva alla famiglia un tetto sopra la testa e un minimo di sicurezza economica grazie alle case fornite dai datori di lavoro.

Nel corso degli anni, il Cerchio di Goligher divenne uno dei casi più discussi della ricerca psichica del tempo, con sedute documentate da Crawford attraverso esperimenti e fotografie. Tuttavia, come sarebbe emerso in seguito, le manifestazioni del gruppo avrebbero suscitato forti controversie, sollevando interrogativi sulla loro autenticità. Quando Kathleen venne al mondo, sembra che la sua famiglia fosse già attratta dallo spiritualismo. Con il tempo, però, sarebbe stata proprio lei a diventare il fulcro del famoso Cerchio di Goligher, il cui nome sarebbe entrato nella storia della ricerca sui fenomeni paranormali.

Kathleen Goligher: un Mistero Spirituale

Kathleen Goligher
Kathleen Goligher

Perché proprio Kathleen è diventata la figura centrale della sua famiglia nel mondo dello spiritismo, fino a diventare una delle medium più conosciute a livello internazionale? Difficile dirlo con certezza, ma possiamo fare qualche ipotesi. Immaginate di poter viaggiare nel tempo e prendere una tazza di tè con lei negli anni Settanta del secolo scorso, poco prima della sua morte. Sarebbe incredibile chiederle cosa sia successo davvero tra il 1914 e il 1920, quando William Jackson Crawford la studiava con tanta dedizione. Non c’è dubbio che proprio le sue ricerche abbiano trasformato il Cerchio di Goligher da una curiosità locale a un fenomeno conosciuto in tutto il mondo.

La famiglia Goligher sosteneva che Kathleen fosse semplicemente più dotata degli altri membri del circolo: era lei a incanalare gli spiriti con i fenomeni più eclatanti e convincenti. Non era insolito, all’epoca, che la medianità fosse un’attività prevalentemente femminile. Gli uomini rischiavano di compromettere la loro reputazione se venivano associati a pratiche così insolite, soprattutto quando si parlava di fenomeni bizzarri come voci disincarnate o strane secrezioni ectoplasmatiche. Per le donne, invece, era diverso: in un’epoca in cui avevano pochi spazi di autonomia e influenza, lo spiritismo poteva rappresentare un’opportunità unica.

E il Cerchio di Goligher divenne proprio questo: una possibilità per Kathleen di ottenere attenzione, credibilità e un ruolo centrale all’interno della sua famiglia e della comunità spiritista. Essere una medium non significava solo attrarre attenzione e rispetto, ma anche ottenere una certa indipendenza economica. Non è difficile immaginare perché una giovane come Kathleen potesse preferire le luci soffuse di una seduta spiritica piuttosto che passare ore e ore a tagliare lino in una fabbrica, ripetendo sempre gli stessi gesti. Ma la sua era una scelta libera o un’imposizione? Forse la famiglia la spingeva a esercitare il suo “dono”, oppure si trattava della pressione sociale tipica di ambienti molto religiosi, dove crescere circondati da credenze forti e assolute poteva rendere difficile distinguere realtà e suggestione.

E se Kathleen si fosse ritrovata intrappolata nel suo stesso ruolo? Magari, col tempo, ha iniziato a credere sinceramente nei fenomeni che provocava, oppure ha dovuto convivere con il peso di una verità scomoda che non poteva confessare. Non lo sapremo mai! Quel che è certo è che la sua storia rimane avvolta nel mistero, proprio come il mondo degli spiriti che affermava di evocare.

Il ruolo di Samuel Morrison e il controllo della famiglia

I famosi incontri spiritici del Cerchio di Goligher erano guidati dal cognato di Kathleen, Samuel Morrison, un idraulico di bordo e commerciante di materiali idraulici, sposato con la sorella maggiore di Kathleen, Rebecca. Questo dettaglio è piuttosto interessante perché, storicamente, le sorelle maggiori spesso hanno avuto un ruolo cruciale nella gestione delle carriere di giovani sensitivi. Un esempio lampante è quello delle sorelle Fox, considerate le pioniere dello spiritismo nell’America dell’Ottocento. Anche loro provenivano da un contesto religioso molto rigido e, come Kathleen, furono “guidate” da una sorella maggiore, Leah (1813-1890), che le trasformò in una sorta di fenomeno da baraccone, portandole in giro per gli Stati Uniti e guadagnando cifre considerevoli grazie ai loro presunti poteri medianici.

Sorelle Fox
Le sorelle Fox

C’è però un piccolo problema: le sorelle Fox, in realtà, non avevano alcun potere! Margaretta (chiamata anche Maggie, 1833-1893), una delle due, in seguito confessò che tutto era nato come uno scherzo: inizialmente usavano delle mele per simulare i colpi spiritici e, con il tempo, impararono a far “scricchiolare” usando solo i muscoli sotto il ginocchio per creare l’illusione di comunicazioni dall’aldilà. Il successo era stato tale da renderle prigioniere della loro stessa bugia. Una storia simile si verificò anche con le famose Fate di Cottingley, dove due ragazzine (cugine) finirono intrappolate in una truffa che inizialmente avevano vissuto come un semplice gioco.

Edmund Edward Fournier d'Albe
Edmund Edward Fournier d’Albe

È possibile che Kathleen sia stata manipolata allo stesso modo dai membri più anziani del Cerchio di Goligher? Potrebbe essere facile pensarlo, ma sarebbe un errore sottovalutare la sua intelligenza e il suo talento. Non dovremmo ripetere l’ingenuità di William Crawford, che sembrava considerare impossibile che una ragazza potesse ingannarlo. Tuttavia, c’è un elemento che fa riflettere: dal 1919, Samuel e Rebecca ricevevano denaro per le sedute spiritiche, prima da Crawford e poi da Edmund Edward Fournier d’Albe (1868-1933). Alcuni potrebbero trovare curioso che un idraulico di bordo e sua moglie abbiano di fatto “gestito” la giovane Kathleen come medium, traendone vantaggi economici.

Un altro dettaglio interessante emerge dai racconti dei discendenti di Kathleen: pare che Rebecca Morrison (nata Goligher) non fosse una figura particolarmente amata in famiglia. Secondo quanto riportato, aveva un carattere freddo e distante, e con il tempo il rapporto tra lei e Kathleen si sarebbe logorato. Se sia stata davvero una figura di controllo o solo una sorella più anziana con un carattere difficile, non possiamo saperlo con certezza. Ma la dinamica di potere all’interno del Cerchio di Goligher lascia aperte molte domande su quanto Kathleen fosse davvero libera nelle sue scelte.

Sedute Spiritiche e Fenomeni Misteriosi

Le sedute del Cerchio di Goligher si tenevano principalmente nella soffitta della casa di famiglia, uno spazio dedicato esclusivamente a questo scopo. Secondo William Crawford, i fenomeni si manifestavano con la stessa intensità anche in altre location, inclusa la sua abitazione. Nella soffitta, l’ambiente era essenziale: ogni partecipante sedeva su una semplice sedia di legno su un pavimento nudo, mentre gli unici arredi presenti erano un tavolo e qualche ornamento da caminetto. Quando Crawford portava con sé strumenti per le sue indagini, questi venivano sistemati con cura per non interferire con le manifestazioni. L’unica fonte di luce era una lanterna a gas con un vetro rosso, che creava un’atmosfera soffusa e misteriosa.

William Jackson Crawford
William Jackson Crawford

Le sedute iniziavano con l’intonazione di inni e una preghiera, seguite, dopo pochi minuti, dai primi colpi misteriosi. Entro un quarto d’ora, i fenomeni raggiungevano il loro apice. I membri della famiglia si sedevano in cerchio, tenendosi per mano, e Crawford assicurava che in nessun momento c’era contatto fisico tra loro e gli oggetti che si muovevano “psichicamente”. Secondo il ricercatore, i fenomeni si dividevano in due categorie principali: suoni e movimenti.

I suoni durante la sedute del Cerchio di Goligher variavano da leggeri colpi a rumori intensi, simili a martellate. Alcuni erano semplici rap singoli o doppi, mentre altri sembravano seguire schemi complessi, come sequenze ritmiche che imitavano melodie, passi di danza o persino suoni riconoscibili come una palla che rimbalza, un fiammifero che si accende, un uomo che cammina o un cavallo al trotto. C’erano persino suoni che sembravano riprodurre il rumore di una gamba di tavolo segata o del pavimento strofinato con carta vetrata.

Per quanto riguarda i movimenti, il fenomeno più comune era la levitazione del tavolo, che non solo si sollevava in aria, ma ruotava e compiva movimenti precisi. In alcune occasioni, un visitatore veniva invitato a spingere il tavolo levitante sul pavimento, ma si rendeva presto conto che era impossibile muoverlo. In un’altra dimostrazione, il tavolo sembrava “spingere” il malcapitato fuori dal cerchio, premendo con forza contro il suo corpo. Per gli osservatori dell’epoca, questi fenomeni rappresentavano un enigma affascinante e inquietante, rafforzando la fama del Cerchio di Goligher come uno dei gruppi spiritisti più straordinari del tempo.

Fenomeni straordinari e la misteriosa “Materia”

Durante le sedute del Cerchio di Goligher, accadevano cose ancora più strane. Una tromba di metallo si sollevava e ondeggiava nell’aria come se fosse sospinta da una forza invisibile, un piccolo campanello veniva afferrato e fatto suonare da mani misteriose e, a volte, i partecipanti sentivano chiaramente di essere sfiorati o toccati.

Kathleen Goligher con ectoplasma
Kathleen Goligher con ectoplasma

Uno degli aspetti più inquietanti delle sedute, però, era la comparsa di una sostanza anomala, che Crawford descrisse come “materia biancastra, traslucida e nebulosa”, fuoriuscita dal corpo di Kathleen. Secondo lui, era molto simile a quella che veniva osservata nelle sedute di materializzazione con altri medium: l’ectoplasma. Era questa sostanza, secondo Crawford, a rendere possibili i fenomeni fisici: una sorta di “ponte” tra il mondo spirituale e quello materiale. Tuttavia, lo studioso ipotizzava che vi fosse anche un altro componente, ancora più misterioso, invisibile e impalpabile, qualcosa di completamente fuori dalla nostra comprensione fisica.

Per Crawford, questa scoperta era rivoluzionaria: stava forse assistendo alla prova concreta che gli spiriti potevano manipolare il mondo materiale? O si trattava di un’illusione straordinariamente ben orchestrata?

Indagini ed Esperimenti di Crawford

Gambe di Kathleen Goligher ed -ecloplasma
Gambe di Kathleen Goligher ed -ecloplasma

Durante le sedute del Cerchio di Goligher, le entità che si manifestavano – che Crawford chiamava “operatori” – comunicavano attraverso una serie di colpi, utilizzando un codice semplice: tre colpi per il , uno per il no e due per indicare incertezza. Per messaggi più complessi, uno dei partecipanti pronunciava lentamente l’alfabeto fino a quando un colpo segnalava la lettera giusta.

William Jackson Crawford cercò di comprendere la dinamica della levitazione del tavolo, conducendo una serie di esperimenti nel contesto del Cerchio di Goligher. Notò che, ogni volta che il tavolo si sollevava o si muoveva, il peso di Kathleen aumentava leggermente in modo prevedibile. Non trovò alcuna variazione nell’aria circostante o sotto il tavolo, ma la bilancia posizionata sotto di esso registrava un incremento di peso durante le levitazioni parziali. Quando il tavolo era completamente sollevato, il peso misurato era quasi lo stesso del peso normale dell’oggetto. Da questi dati, concluse che sul tavolo agivano due tipi di forze: una verticale e una orizzontale, che sembravano essere parte di un’unica forza più complessa, la cui intensità cresceva con l’altezza della levitazione.

Un altro aspetto curioso che emerse durante le sedute del Cerchio di Goligher fu la variazione di peso dei partecipanti. Ogni membro del cerchio perdeva qualche decina di grammi di peso durante la seduta, ma nel caso di Kathleen la situazione era più estrema: il suo peso diminuiva rapidamente per poi tornare lentamente alla normalità. Crawford ipotizzò che questa oscillazione fosse legata direttamente ai fenomeni medianici e ai processi energetici coinvolti.

Per investigare ulteriormente sul Cerchio di Goligher, utilizzò strumenti che rilevarono una sorta di “linea di forza” tra Kathleen e il tavolo, che si attivava poco prima della levitazione. Descrisse questa energia come una sensazione «viscida, fredda, quasi oleosa», difficile da spiegare con parole comuni, ma che gli dava l’impressione di essere in presenza di qualcosa simile alla pelle di un rettile, una consistenza particolare, quasi oleosa e scivolosa, che dava l’impressione di qualcosa di alieno o innaturale., quasi come se l’aria fosse intrisa di particelle di materia morta.

Sperimentando con i rap – i colpi misteriosi – Crawford concluse che erano prodotti da “barre psichiche”, prolungamenti invisibili che si estendevano dal corpo di Kathleen e che, secondo lui, erano composte da filamenti della sostanza biancastra capace di moltiplicarsi ed espandersi. Teorizzò che questa sostanza avesse una struttura molecolare e fosse ricavata dai corpi del medium e degli altri partecipanti alla seduta.

Frontespizio del libro The Psychic Structures at the Goligher Circle (1921) di W. G. Crawford
Frontespizio del libro The Psychic Structures at the Goligher Circle (1921) di W. G. Crawford

Allo stesso modo, cercò di spiegare la levitazione del tavolo, ipotizzando che una “struttura psichica” simile a una trave a sbalzo si estendesse dal medium fino a pochi centimetri sopra il pavimento sotto il tavolo, sostenendolo come una sorta di forza invisibile. Nei suoi libri successivi, Crawford approfondì queste teorie, aggiungendo fotografie e illustrazioni per supportare le sue affermazioni.

Nel suo terzo libro, The Psychic Structures at the Goligher Circle (1921), incluse immagini di impronte su argilla, presumibilmente lasciate da queste misteriose “bacchette” e dalla sostanza ectoplasmatica emessa dal corpo di Kathleen. In un esperimento, cercò di dimostrare che se questa sostanza entrava in contatto con un materiale fisico prima di smaterializzarsi, tracce di esso sarebbero rimaste nel corpo della medium. Per verificare la teoria, legò strettamente le caviglie di Kathleen alla sedia con una corda da frusta e mise un piatto di argilla morbida sotto il tavolo. Dopo la seduta, trovò notevoli quantità di argilla sulle scarpe, sulle calze di Kathleen e persino sulla corda.

Questi risultati furono per lui la conferma che i fenomeni osservati nel Cerchio di Goligher non erano semplici trucchi, ma manifestazioni genuine di una forza sconosciuta. Tuttavia, per gli scettici, le sue conclusioni erano tutt’altro che convincenti e lasciavano spazio a molte domande senza risposta.

La Testimonianza di Whately Smith (Carington)

Nel dicembre del 1916, Walter Whately Carington (Walter Whately Smith, 1892-1947), membro della Society for Psychical Research (SPR), partecipò a una delle sedute del Cerchio di Goligher e ne rimase profondamente colpito. Tre anni dopo, nel 1919, pubblicò una recensione del libro di Crawford The Reality of Psychic Phenomena, raccontando nei dettagli la sua esperienza e le incredibili manifestazioni a cui assistette.

Walter Whately Carington nel 1940
Walter Whately Carington nel 1940

Fin dai primi minuti della seduta, Carington osservò una serie di colpi misteriosi, che variavano da suoni appena percettibili a forti colpi così intensi da far vibrare il pavimento. Secondo lui, quei rumori non potevano essere prodotti senza strumenti a percussione o senza calci violenti contro il pavimento, eppure tutti i membri del Cerchio di Goligher si tenevano per mano, con le mani ben visibili, e nessuno sembrava muoversi in modo sospetto.

A un certo punto, una tromba di metallo cominciò a scivolare da sola all’interno del cerchio, come se fosse mossa da una forza invisibile. Quando raggiunse Kathleen Goligher e suo padre, i due alzarono le mani per lasciarla passare, prima che cadesse sotto il tavolo e si dividesse in due parti. Poi, con grande sorpresa di Carington, le due metà della tromba si sollevarono nell’aria e si proiettarono verso di lui. Quando provò a prenderle, notò qualcosa di strano: riusciva a muovere facilmente l’estremità che teneva in mano, ma quando cercò di ruotarla lungo il suo asse, trovò una resistenza estrema, come se la base fosse ancorata in una sorta di cemento invisibile.

Poi fu il turno del tavolo, che iniziò a muoversi avanti e indietro prima di iniziare a ruotare rapidamente su se stesso, raggiungendo una velocità di 15-20 giri al minuto. Su richiesta di Crawford, il tavolo invertì il senso di rotazione senza alcuna esitazione. Carington notò che il movimento era piuttosto a scatti, probabilmente perché gli “impulsi” che lo facevano girare non erano continui, ma sembravano arrivare in successione.

Kathleen nel Cerchio di Goligher
Kathleen nel Cerchio di Goligher

A quel punto, il fenomeno divenne ancora più sorprendente: il tavolo si sollevò completamente da terra, arrivando a un’altezza di 30 centimetri. Carington si assicurò che nessuno lo stesse toccando e, con la luce della stufa a gas che proiettava un bagliore rossastro, controllò attentamente ogni gamba del tavolo per verificare che non ci fosse alcun contatto con il pavimento. In due occasioni, tutti i partecipanti alzarono persino le mani sopra la testa per dimostrare che nessuno poteva essere responsabile del sollevamento.

Dopo aver assistito a diverse levitazioni, Carington fu invitato a entrare nel cerchio per provare lui stesso. Quando afferrò il tavolo con entrambe le mani e cercò di impedirgli di muoversi, si rese conto che era impossibile. Nonostante esercitasse una pressione notevole – che stimò intorno a 100 libbre di forza (circa 45 kg) – il tavolo continuava a muoversi in un’altra direzione con una resistenza che sembrava mutare rapidamente. In alcuni momenti il tavolo diventava incredibilmente pesante, tanto che Carington non riusciva a sollevarlo, mentre in altri momenti si alzava da solo nell’aria.

A un certo punto, decise di sedersi direttamente sul tavolo per testare il fenomeno. Nonostante il suo peso, il tavolo lo sollevò di alcuni centimetri dal pavimento e lo inclinò più volte fino a farlo quasi cadere. Infine, il tavolo iniziò a spingere Carington fuori dal cerchio, muovendosi da solo per una distanza di quattro piedi (circa 1,2 metri) dal medium, senza che nessuno lo toccasse.

Queste testimonianze contribuirono a rendere il Cerchio di Goligher uno dei casi più discussi dello spiritismo dell’epoca, alimentando sia il fascino del mistero che le perplessità degli scettici, destinati a interrogarsi ancora a lungo sulla vera natura di quei fenomeni. Carington concluse il suo resoconto affermando che non poteva spiegare razionalmente quello a cui aveva assistito. Il tavolo sembrava rispondere a una forza solida e intelligente, impossibile da attribuire a un’illusione o a un trucco. Secondo lui, chiunque non avesse vissuto quell’esperienza in prima persona avrebbe trovato difficile crederci, ma per quanto lo riguardava, non aveva alcun dubbio sulla realtà dei fenomeni del Cerchio di Goligher.

La Testimonianza di Sir William F. Barrett

Nel dicembre del 1915, Sir William F. Barrett (1844-1925), fisico irlandese e cofondatore della Society for Psychical Research, partecipò a una delle sedute del Cerchio di Goligher, accompagnato da un medico identificato come “Dr W.”. Dopo l’esperienza, Barrett pubblicò un breve rapporto in cui descrisse nel dettaglio ciò a cui aveva assistito.

La stanza era illuminata da una luce rossa e i fenomeni iniziarono quasi subito. Come già osservato da altri testimoni, i colpi misteriosi rispondevano alle domande con il consueto codice: tre colpi per , due per dubbio e uno per no. A volte i rap sembravano provenire direttamente dal tavolo, altre volte sembravano risuonare al di fuori del cerchio.

A un certo punto, un colpo estremamente forte scosse l’intera stanza, simile al rumore di una mazza che batte su un’incudine. Il Dr. W. chiese che il suono si ripetesse con ancora più forza e la richiesta fu accolta con un altro fragoroso colpo, talmente potente da far vibrare l’ambiente. Al termine della seduta, Barrett e il medico esaminarono i piedi di tutti i presenti: tutti indossavano pantofole o scarpe leggere, quindi sarebbe stato impossibile produrre quei rumori con semplici calci o battiti sul pavimento.

Poi, la tromba di metallo posta sotto il tavolo cominciò a muoversi. Lentamente, l’estremità più piccola spuntò da sotto il piano del tavolo e si avvicinò a Barrett e al Dr. W. Quando tentarono di afferrarla, la tromba si ritirò, scivolando via in modo apparentemente autonomo. Sembrava giocare a nascondino con loro, spostandosi rapidamente ogni volta che cercavano di prenderla. Kathleen era seduta sul lato opposto del tavolo, e per garantire che nessuno stesse manipolando l’oggetto, tutti i partecipanti alzarono le mani sopra la testa, permettendo ai due ospiti di vedere chiaramente che nessuno stava toccando la tromba.

Poco dopo, il tavolo iniziò a levitare, sollevandosi tra i 30 e i 45 centimetri da terra e rimanendo sospeso in modo perfettamente livellato. Barrett e il Dr. W. furono invitati a mettersi sotto le mani giunte dei partecipanti e provare a spingere il tavolo verso il basso, ma non ci riuscirono. Nonostante tutti i loro sforzi, il tavolo sembrava opporre una resistenza inspiegabile, come se fosse sostenuto da una forza invisibile.

Deciso a testare ulteriormente il fenomeno, Barrett si sedette direttamente sul tavolo mentre era sospeso in aria. Dopo qualche istante, il tavolo cominciò a oscillare, fino a farlo cadere. Ma non era finita: mentre Barrett e il medico si trovavano fuori dal cerchio, il tavolo si capovolse completamente, con le gambe rivolte verso l’alto, e iniziò a muoversi su e giù.

Kathleen cerca di sollevare il tavolo con l'ectoplasma
Kathleen cerca di sollevare il tavolo con l’ectoplasma

Quando rientrarono nel cerchio e provarono a sollevare il tavolo capovolto, scoprirono che era impossibile muoverlo, come se fosse incollato al pavimento. Appena si allontanarono, però, il tavolo fluttuò nuovamente verso l’alto e si girò da solo, tornando alla posizione normale.

Per tutta la durata della seduta, i partecipanti continuarono a tenere le mani alzate, permettendo a Barrett e al Dr. W. di verificare che nessuno toccasse il tavolo. Anzi, gli ospiti ebbero modo di camminare tra i presenti e il tavolo, confermando che nessuno era fisicamente in contatto con l’oggetto mentre questo fluttuava nell’aria.

Alla fine del suo rapporto, Barrett sottolineò quanto questi eventi fossero impossibili da spiegare razionalmente e si unì alla lunga lista di testimoni che rimasero sconcertati dalle manifestazioni del Cerchio di Goligher.

Altre testimonianze e conferme dei fenomeni

Oltre alle osservazioni di William Crawford e Sir William F. Barrett, altre testimonianze sui fenomeni del Cerchio di Goligher sono riportate nel resoconto di Fournier d’Albe, che raccolse esperienze dirette di diversi testimoni. Tra queste, una delle più dettagliate arriva da un testimone anonimo, che descrisse con estrema enfasi le manifestazioni a cui aveva assistito.

Secondo il racconto, i fenomeni osservati non potevano essere il risultato di una frode. La luce nella stanza era sufficiente per notare qualsiasi movimento sospetto, eppure non c’era mai alcun segno che qualcuno nel cerchio toccasse il tavolo o manipolasse gli oggetti. La levitazione del tavolo, in particolare, fu descritta come completamente autonoma: non solo il testimone lo vide sollevarsi in aria, ma provò anche, senza successo, a tirarlo giù con tutte le sue forze.

Un altro esperimento prevedeva che il tavolo venisse “fissato” al pavimento, impedendo a chiunque di spostarlo. Il testimone, che si dichiarava un uomo forte e abituato a sollevare pesi, tentò con tutte le sue forze di muovere il tavolo, anche utilizzando ginocchia e piedi come leva. Nonostante questo, il tavolo rimase immobile, come se fosse ancorato al suolo. Dopo la seduta, il pavimento fu ispezionato per verificare la presenza di eventuali trucchi o dispositivi nascosti, ma non fu trovata alcuna anomalia.

Kathleen solleva il tavolo con l'ectoplasma
Kathleen solleva il tavolo con l’ectoplasma

In un’altra occasione, la levitazione del tavolo avvenne in modo ancora più spettacolare: il tavolo si sollevò sopra le teste dei partecipanti, rimanendo sospeso per circa due minuti. Durante quel tempo, oscillò leggermente, si capovolse più volte e, su richiesta del Dottor Crawford, cambiò posizione volontariamente. Anche quando Crawford provò ad afferrarlo e a tirarlo giù, la forza che lo sosteneva era troppo potente. Solo dopo alcuni istanti, il tavolo tornò dolcemente a terra.

Ma il fenomeno più impressionante fu quello che coinvolse direttamente Kathleen Goligher. Il testimone raccontò di averla vista, insieme alla sua sedia, sollevarsi di circa 23 centimetri dal pavimento e fluttuare nell’aria, fino a quando la sedia fu posizionata esattamente nel punto desiderato.

Secondo il racconto, i fenomeni del Cerchio di Goligher erano molteplici e ripetibili. Mentre i partecipanti sedevano tenendosi per mano, il tavolo si sollevava da solo, si inclinava, girava su se stesso e addirittura si ancorava al suolo. In alcuni casi, anche con un uomo di oltre 88 kg seduto sopra, il tavolo riusciva comunque a sollevarsi.

Un dettaglio interessante è che il tavolo sembrava rispondere a domande con colpi intelligenti, indicando la sua “disponibilità” con tre tocchi e la sua incertezza con due. Se non voleva o non poteva eseguire un’azione, dava un solo colpo come risposta negativa. Questo suggeriva una qualche forma di intelligenza o volontà dietro i fenomeni.

Il testimone concluse il suo racconto dicendo di ritenersi privilegiato per aver potuto assistere a tali manifestazioni e di aver visto tutto chiaramente grazie alla luce rossa della lampada a gas. Secondo lui, gli oggetti nella stanza – dal tavolo alla tromba, fino alla campana – erano perfettamente visibili e i movimenti non potevano essere spiegati con trucchi o illusioni ottiche.

Critiche e Controversie: il Declino del Cerchio di Goligher

Non tutti rimasero convinti dell’autenticità dei fenomeni del Cerchio di Goligher, e con il tempo emersero dubbi sempre più concreti. Whately Smith, dopo la sua prima esperienza positiva nel 1916, tornò nel 1920 per un’ulteriore visita e notò un netto deterioramento dei fenomeni. Questa volta, gli eventi gli sembrarono meno spontanei e più meccanici, tanto da spingerlo a concludere che la medianità di Kathleen fosse ormai diventata fraudolenta.

Un altro colpo alla credibilità del cerchio arrivò poco dopo con la morte improvvisa di William Crawford, avvenuta il 20 luglio 1920. Il ricercatore si tolse la vita avvelenandosi con il cianuro. Nella sua ultima lettera dichiarò che il suicidio era dovuto a un crollo mentale e non aveva alcuna connessione con le sue ricerche sul Cerchio di Goligher, ma la sua scomparsa sollevò comunque speculazioni.

Dopo la sua morte, il suo esecutore letterario incaricò lo scienziato irlandese E. E. Fournier d’Albe di condurre un’indagine indipendente sul Cerchio di Goligher per verificare le conclusioni di Crawford. Tra maggio e agosto del 1921, Fournier d’Albe partecipò a venti sedute, cercando di ripetere gli esperimenti di Crawford ma aumentando progressivamente i controlli per rendere le condizioni più rigorose. Il risultato? I fenomeni si ridussero drasticamente, fino a scomparire del tutto.

High Street a Belfast nel 1906
High Street a Belfast nel 1906

Fournier d’Albe notò diversi dettagli sospetti:

  • Le sedute venivano interrotte bruscamente, spesso con scuse poco convincenti.
  • Gli “operatori” insistevano perché la luce fosse sempre molto fioca o completamente assente, e quando la luce veniva aumentata, i fenomeni cessavano immediatamente.
  • Quando chiese di essere toccato dagli spiriti, la sensazione che provò fu molto simile a quella di un piede umano.
  • Le impronte lasciate nell’argilla mostravano chiaramente segni di calze, ma quando chiese a Kathleen di toglierle, le impronte scomparvero del tutto.
  • L’ectoplasma che appariva nelle fotografie gli sembrò identico al tessuto di chiffon, un materiale spesso usato nei trucchi da seduta spiritica.

Durante una seduta, lo stesso Fournier d’Albe affermò di aver visto Kathleen Goligher sollevare uno sgabello con il piede, un’osservazione che minò seriamente la credibilità dei fenomeni attribuiti al Cerchio di Goligher. Inoltre, notò che i movimenti del tavolo erano sincronizzati con impercettibili contrazioni muscolari nelle gambe di Kathleen e di suo padre, suggerendo che fossero loro a muovere gli oggetti.

Il test finale fu quello più rivelatore: nell’ultima seduta, Kathleen fu legata alle gambe e tutti i partecipanti furono fatti sedere voltati dall’altra parte rispetto al centro del cerchio. In queste condizioni, non si verificò alcun fenomeno. Neanche un singolo colpo, il metodo con cui gli “operatori” avevano sempre comunicato.

Alla fine della sua indagine, Fournier d’Albe dichiarò apertamente che i fenomeni del Cerchio di Goligher erano stati falsificati. Sostenne che Crawford aveva lavorato in un’atmosfera di completa fiducia, sviluppando un’abitudine mentale che lo aveva reso cieco anche di fronte alle prove più evidenti di artificialità.

Con questa indagine, la credibilità del Cerchio di Goligher crollò definitivamente, lasciando aperto il dibattito su quanto fosse stato reale e quanto fosse stato costruito dalla suggestione e dalla fede incrollabile di chi voleva credere.

Le risposte a Fournier d’Albe: un caso ancora aperto

Dopo la pubblicazione del suo rapporto, Fournier d’Albe divenne una figura chiave per chi voleva screditare le ricerche di William Crawford e dimostrare che il Cerchio di Goligher fosse una frode. I critici della parapsicologia citano spesso d’Albe per sostenere che Crawford fosse un ingenuo entusiasta, ingannato dalla famiglia Goligher. Alcuni arrivarono persino a ipotizzare che il suicidio di Crawford fosse dovuto alla consapevolezza di essere stato raggirato, e alla paura di perdere la reputazione. Tuttavia, questa teoria contrasta con la lettera d’addio di Crawford, in cui lui stesso affermava chiaramente che la sua depressione non aveva nulla a che fare con il suo lavoro sui Goligher, di cui continuava a essere orgoglioso.

Anche coloro che considerano il lavoro di Crawford con un occhio più critico, però, riconoscono che le sue precauzioni contro le frodi erano insufficienti. Uno degli errori più grandi, secondo questi commentatori, fu quello di lavorare da solo, senza consultare prestigiatori o altri ricercatori esperti, il che lo avrebbe aiutato a proteggersi da possibili inganni. Inoltre, non contestualizzò mai i suoi studi rispetto a precedenti indagini e teorie simili, limitandosi a documentare i fenomeni osservati senza cercare collegamenti con il lavoro di altri scienziati psichici.

D’altra parte, anche il rapporto di Fournier d’Albe sul Cerchio di Goligher non è privo di critiche. Eric John Dingwall (1890-1986), un esperto ricercatore psichico, sottolineò che molte delle sue affermazioni si basavano più su congetture e movimenti sospetti, piuttosto che su prove dirette. Secondo Dingwall, se davvero la stanza era illuminata da una buona luce rossa, come affermava d’Albe, allora non si spiega come mai non abbia visto direttamente Kathleen compiere le presunte manipolazioni.

Dingwall concluse la sua recensione affermando che, sebbene il libro di Fournier d’Albe fosse spesso considerato una confutazione definitiva del lavoro di Crawford, in realtà questa conclusione non era giustificata né dal libro stesso, né dal buon senso. Secondo lui, per quanto Crawford potesse essere stato ingenuo, rimanevano fenomeni inspiegabili che rendevano difficile liquidare il tutto come un semplice inganno.

Un altro punto sollevato dai critici di d’Albe è la plausibilità della frode. Dingwall si chiese se fosse realistico pensare che una famiglia di lavoratori umili potesse dedicarsi per quattro anni a mettere in scena trucchi complessi senza alcuna retribuzione. Se si trattava di una truffa, a chi giovava?

Anche alcuni ricercatori favorevoli alla parapsicologia difesero Crawford, facendo notare che le sue osservazioni sull’ectoplasma erano coerenti con quelle di altri scienziati. Michael E. Tymn (1937-?) evidenziò come gli esperimenti di Crawford sulla variazione di peso durante le levitazioni fossero molto simili a quelli condotti in precedenza da William Crookes con il medium D.D. Home (Daniel Dunglas Home 1833-1886), e che Charles Richet (1850-1935) e Sir Oliver Joseph Lodge (1851-1940) avevano riportato fenomeni analoghi.

Inoltre, il biologo e parapsicologo tedesco Michael Nahm sottolineò che esperimenti di pesatura quasi identici a quelli fatti nelle sedute del Cerchio di Goligher erano stati condotti in passato con la medium Eusapia Palladino (1854-1918), ottenendo lo stesso risultato: durante la levitazione del tavolo, il peso corporeo del medium aumentava esattamente della stessa quantità.

Insomma, il dibattito sul Cerchio di Goligher rimane aperto. Se da un lato è innegabile che Crawford non adottò metodi scientifici sufficientemente rigorosi, dall’altro, la confutazione di Fournier d’Albe non è stata del tutto convincente. La verità, come spesso accade nel mondo del paranormale, sembra essere sfuggente e avvolta nel mistero.

Il tramonto del Cerchio di Goligher: inganni svelati e fine di un’era

Dopo il suicidio di William Jackson Crawford avvenuto il 30 luglio 1920, Kathleen Goligher continuò a tenere sedute spiritiche, nonostante l’ondata di scetticismo che si stava abbattendo sul Cerchio di Goligher. Sempre più opuscoli e articoli mettevano in dubbio le conclusioni di Crawford, ridicolizzando sia i suoi metodi che le sue motivazioni. Il dibattito si faceva sempre più acceso, e la credibilità della giovane medium iniziava a vacillare.

Il celebre ricercatore psichico americano di origine britannica Hereward Carrington (1880-1958) fu tra i critici dell’indagine di Crawford. Nel suo libro The Story of Psychic Science (1930), osservò che le fotografie scattate durante l’esperimento avevano un aspetto discutibile. Tuttavia, l’aspetto più rilevante della sua critica riguardava il fatto che nessun altro studioso fosse riuscito a confermare i risultati di Crawford attraverso test indipendenti sulla medianità di Goligher. Questa mancanza di conferme sollevava seri dubbi, poiché gli studiosi erano costretti a basarsi esclusivamente sulla veridicità delle conclusioni di Crawford.

Nel 1921, per cercare di riportare il caso alla ribalta e dimostrare l’autenticità dei fenomeni del Cerchio di Goligher, gli editori delle opere di Crawford ingaggiarono lo scienziato e spiritualista E. E. Fournier d’Albe. La sua missione era semplice: proseguire il lavoro di Crawford e confermare che Kathleen possedesse davvero capacità straordinarie. Tuttavia, l’indagine non andò affatto come sperato.

In una lettera indirizzata al celebre illusionista Harry Houdini (1874-1926), d’Albe manifestò il suo stupore per “l’incredibile cecità di Crawford”, sottolineando quanto fosse stato facile ingannarlo nel fargli credere che le manifestazioni fisiche di Goligher fossero genuine.

Secondo il rapporto finale di d’Albe, Kathleen e la sua famiglia furono sorpresi a usare trucchi per creare i fenomeni. Le sedute vennero analizzate con maggiore rigore rispetto agli esperimenti di Crawford, e quando furono adottate condizioni più restrittive – come legare le gambe di Kathleen o aumentare la luce nella stanza – gli eventi cessarono completamente. Questo portò il ricercatore a concludere che i fenomeni del Cerchio di Goligher non erano altro che illusioni ben orchestrate.

A rendere la situazione ancora più difficile, in quello stesso periodo morì Anne (o Annie) McGonigle, la madre di Kathleen, un evento che aumentò la pressione emotiva sulla giovane medium. Il clima tra la famiglia Goligher e Fournier d’Albe si fece teso, con lo scienziato che si mostrava sempre più sospettoso e deluso, mentre i Goligher cercavano di difendere la propria reputazione.

La fine del Cerchio di Goligher: tra scuse e misteri

Nel 1923, la famiglia Goligher sembrava aver raggiunto il limite, e le sedute spiritiche del Cerchio di Goligher si avviavano verso una conclusione naturale. A conferma di ciò, troviamo una lettera di Kathleen Goligher indirizzata a F. W. Warrick, l’esecutore letterario di William Jackson Crawford, in cui spiegava le difficoltà che stavano portando alla fine del cerchio:

Lettera di Kathleen Goligher (1923)
Lettera di Kathleen Goligher (1923)

«Belfast, 11 agosto 1923
Caro signor Warrick,
Da quando le ho promesso le sedute, sono accaduti eventi che non avrei potuto prevedere. Il signor Morrison ha trasferito la sua attività in un’altra parte di Ormeau Road e noi ci siamo appena spostati all’indirizzo sopra indicato. Siamo molto impegnati a sistemare tutto e, a causa della mancanza di una stanza adatta alle sedute spiritiche e della distanza che ora separa i membri, il nostro cerchio probabilmente verrà sciolto del tutto.
Oltre a questo, a breve partirò per le vacanze e potrei non tornare prima della prima o della seconda settimana di settembre. Inoltre, non credo sia il caso di concentrare un numero eccessivo di sedute in un breve periodo: ricordo una situazione simile in passato, e finì con la delusione di tutti.
Cordiali saluti,
Kathleen Goligher»

Warrick, aggiungendo la sua postilla, sembrava oramai rassegnato:

«Dal mio punto di vista, ottenere ulteriori prove sui fenomeni del Cerchio di Goligher è diventato un’impresa impossibile. Non mi resta che lasciare ad altri il compito di proseguire l’indagine.»

Questa lettera è significativa perché mostra chiaramente come, nel 1923, il Cerchio di Goligher fosse in declino. Kathleen era ormai una figura molto discussa, soprattutto dopo le indagini condotte da Crawford. Anche il tono di Warrick lascia trasparire una certa resa: sembra aver perso ogni speranza di ottenere prove definitive sui fenomeni paranormali che tanto avevano affascinato il mondo spiritista.

Eppure, le sedute non finirono affatto. La famiglia Goligher continuò a organizzare incontri. Dopo la pubblicazione del rapporto di d’Albe, Warrick contattò il Cerchio di Goligher per richiedere ulteriori indagini e chiarimenti. Tuttavia, la famiglia rifiutò categoricamente ogni nuova verifica. Le sedute spiritiche proseguirono per circa un decennio anche dopo il matrimonio di Kathleen, celebrato il 3 giugno 1925 con Samuel Donaldson, un erborista e fervente appassionato di spiritismo. Fu proprio Donaldson a incoraggiarla a continuare, assumendo il ruolo di intermediario per coloro che desideravano partecipare alle sessioni.

Kathleen Goligher e Samuel Donaldson in Francia
Kathleen Goligher e Samuel Donaldson in Francia

A questo punto, viene naturale chiedersi: Kathleen e la sua famiglia stavano solo prendendo in giro gli investigatori? La storia della medianità è piena di esempi di sensitivi che, dopo aver ammesso di aver imbrogliato, hanno poi giustificato l’inganno sostenendo di averlo fatto solo per abbellire le proprie vere capacità, così da soddisfare le aspettative di chi partecipava alle sedute. C’è sempre uno spazio tra i fatti e la fede, e questo spazio sembra resistere, indipendentemente da quante prove emergano per smentire i fenomeni paranormali.

Nonostante ciò, con il passare del tempo, il ricordo del Cerchio di Goligher e di queste sedute svanì all’interno della famiglia. I figli di Kathleen, ormai scomparsi, ricordavano vagamente eventi misteriosi avvenuti al piano superiore della casa. Alcuni raccontavano di origliare di nascosto le sedute dalla base delle scale, senza però comprenderne il significato.

Senza più il sostegno di Crawford e con le accuse di frode che si accumulavano, Kathleen abbandonò completamente lo spiritismo, smettendo di praticare sedute intorno ai trent’anni e il Cerchio di Goligher scomparve gradualmente dalla scena pubblica. Kathleen non lasciò alcuna testimonianza scritta della sua esperienza e non ne parlò ai suoi discendenti, contribuendo a far cadere nell’oblio la sua fama di medium. L’unico legame rimasto con il suo passato spiritico fu il nome che la famiglia Donaldson diede alle proprie case nel corso degli anni: Nacoma, lo stesso nome che Kathleen attribuiva al suo spirito guida.

Il ricercatore psichico F. McCarthy Stephenson, che aveva partecipato alle sedute del Cerchio di Goligher sia prima che dopo la morte di Crawford e aveva presenziato a sette incontri con Fournier d’Albe, non condivideva le conclusioni di quest’ultimo. Kathleen permise a Stephenson di condurre ulteriori esperimenti, che lui documentò nel 1936. Kathleen Goligher morì nel 1972 a causa di un cancro al seno.

Conclusioni: la Necessità di una Ricerca più Solida

Ancora una volta, mi ritrovo davanti alla solita delusione: lo spiritismo, troppo spesso, si rivela un terreno fertilissimo per falsificazioni e inganni. E proprio per questo è sempre maledettamente difficile riuscire a individuare quel piccolo fondo di verità che, forse, è stato il punto di partenza prima che tutto degenerasse. È come se i protagonisti di ogni grande storia paranormale — dai casi di poltergeist (come quello di Enfield, dove Janet Hodgson confessò di aver simulato alcuni fenomeni) fino ai medium dell’epoca vittoriana (persino le sorelle Fox ammisero le loro frodi) — avessero sempre avuto bisogno di attenzione, riscatto o riconoscimento… finendo per varcare il sottile confine tra credibilità e smascheramento.

E il Cerchio di Goligher? Beh, non fa eccezione!

Quello che inizialmente sembrava un caso straordinario di manifestazioni spiritiche, studiato con tanta dedizione da William Jackson Crawford, si è rivelato, alla fine, una messa in scena. Dopo la sua morte, E. E. Fournier d’Albe riuscì a smascherare i trucchi messi in atto dalla famiglia Goligher, ponendo fine a una delle storie più controverse dello spiritismo. Eppure, Kathleen Goligher continuò a tenere sedute per anni… segno che, nonostante tutto, il bisogno di cercare un contatto con l’ignoto non si era mai davvero spento.

Kathleen Goligher e Samuel Donaldson con un presunto spirito
Kathleen Goligher e Samuel Donaldson con un presunto spirito

Ma qui sta il vero punto: se davvero c’era qualcosa di genuino nei fenomeni del Cerchio di Goligher, perché non è mai stato possibile replicarlo in condizioni di controllo rigoroso? E come mai, ogni volta che si provava a stringere un po’ il cerchio attorno ai medium, puff, i fenomeni svanivano?

Anche oggi, malgrado gli smascheramenti di ieri, la storia si ripete. Basta farsi un giro sui social: racconti inventati, aspiranti sensitivi che dicono di aver ereditato i loro “doni” da madri, zie o nonne… insomma, la confusione regna sovrana. E questo, invece di aiutare la credibilità del paranormale, lo svilisce: eventi che dovrebbero essere straordinari diventano qualcosa di banale, ripetitivo, e pure un po’ noioso. Perché, diciamocelo, se certi fenomeni fossero davvero così comuni, oggi avremmo prove inequivocabili. E invece no: il paranormale resta sempre un gioco di luci e ombre, un continuo “vedo-non-vedo” fatto di testimonianze ambigue e dimostrazioni mai davvero convincenti.

Ma io ci spero ancora. Mi piacerebbe davvero vedere, un giorno, una vera ricerca accademica anche qui in Italia, come succede altrove. Una ricerca che permetta a tutti di scegliere tra diverse chiavi di lettura: scientifica, spiritista, parapsicologica… e non, come purtroppo accade ora, solo amatoriale e discutibile, senza istituzioni o società di ricerca serie alle spalle.

Eppure, qualcosa di buono, in passato, l’abbiamo avuto. Ernesto Bozzano (1862-1943), per esempio, ha raccolto e analizzato sistematicamente centinaia di testimonianze. Cesare Lombroso (1835-1909), sì, proprio lui, il famoso criminologo, si appassionò allo spiritismo e studiò a lungo il caso di Eusapia Palladino. Ferdinando Cazzamalli (1887-1958), neuropsichiatra, provò a spiegare la telepatia ipotizzando un’origine biofisica dei fenomeni. E Emilio Servadio (1904-1995) cercò di collegare la percezione extrasensoriale all’inconscio.

Ferdinando Cazzamalli con il dispositivo attraverso il quale ha potuto provare la presenza di onde elettromagnetiche generate dall'attività cerebrale.
Ferdinando Cazzamalli con il dispositivo attraverso il quale ha potuto provare la presenza di onde elettromagnetiche generate dall’attività cerebrale.

Il problema? Questi studiosi sono rimasti ai margini. Ignorati o sminuiti. Mentre nel mondo anglosassone gente come William F. Barrett, Frederic W.H. Myers (1843-1901), James H. Hyslop (1854-1920), Joseph B. Rhine (1895-1980) e Oliver Lodge aveva il supporto di istituzioni accademiche e società serie come la Society for Psychical Research (SPR), da noi i ricercatori erano soli, senza risorse né appoggio. Ma l’obiettivo era lo stesso: dare dignità scientifica allo studio del paranormale.

E senza quel supporto, in Italia, ci si è limitati soprattutto a raccogliere testimonianze, invece di organizzare esperimenti controllati come quelli portati avanti nei paesi anglosassoni. È forse anche per questo che, ancora oggi, la ricerca italiana sul paranormale fatica a essere presa sul serio, bloccata in un limbo tra scetticismo, creduloneria e mancanza di metodo.

Ma nulla è perduto!
Se c’è una cosa che la storia dello spiritismo ci insegna, è che la curiosità umana non si spegne mai. Ogni epoca ha avuto i suoi entusiasti e i suoi detrattori, e il confine tra scienza e credulità è sempre stato più sottile di quanto si creda.

Forse non abbiamo ancora trovato tutte le risposte che cerchiamo… ma il desiderio di indagare l’ignoto è ancora qui. E chissà, magari un giorno, qualcuno riuscirà davvero a portare questa ricerca fuori dalle ombre, dando finalmente al paranormale la serietà e il metodo che merita.

Nel frattempo, il consiglio è sempre lo stesso: occhi aperti, mente critica, ma mai chiusa alla possibilità che l’ignoto possa ancora sorprenderci.

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