La Bella ‘Mbriana è una figura folkloristica e spirituale che risiede nel cuore della cultura napoletana. È un’entità benigna, un fantasma o uno spirito domestico, che si dice protegga la casa e i suoi abitanti. La sua presenza è avvertita con un senso di calore e comfort, un’aura di amore e sicurezza che pervade l’ambiente domestico.
La Bella ‘Mbriana rappresenta l’essenza dell’ospitalità e della generosità, incarnando l’importanza della famiglia e della comunità nella società napoletana. È un simbolo di protezione e benedizione, un guardiano silenzioso che veglia sulla casa e su coloro che vi abitano.
La leggenda della Bella ‘Mbriana è profondamente radicata nella storia e nella tradizione di Napoli e si dice che sia sempre presente, invisibile, ma sentita in ogni angolo della casa. Quando la casa è piena di gioia, risate e amore, la Bella ‘Mbriana è felice. Ma quando c’è discordia, litigi o tristezza, si dice che la Bella ‘Mbriana soffra.
Chi è la Bella ‘Mbriana
Secondo la leggenda, la Bella ‘Mbriana era una bellissima giovane donna, una principessa dal viso dolce e sereno, un’apparizione chiara e solare. Ma era infelice e sola a causa di un amore non corrisposto e per questo abbandonata sull’altare. Per questo dolore perse la ragione e iniziò a vagare senza meta per le strade della città, alla ricerca di quell’amore che le era sfuggito. Entrava nelle case dei napoletani per osservare la loro vita quotidiana.
Il padre, uomo falcoltoso, sconvolto dallo stato della figlia, cercò di proteggerla in maniera discreta. Offriva gratificazioni a chiunque avesse accolto la ragazza nelle proprie abitazioni, nella speranza di lenire il suo dolore. Da qui nacque la leggenda della Bella ‘Mbriana, il cui spirito lascerebbe doni nelle case delle persone oneste, diventando così un simbolo di prosperità e fortuna per coloro che la ospitavo, un emblema di protezione e armonia domestica. Viene invocata nei momenti di difficoltà per preservare la tranquillità familiare. I napoletani le dedicano storie, sonetti e canzoni, e la sua presenza è celebrata con devozione e rispetto.
«Le fate, invece, sono naturalmente benefiche. Esseri soprannaturali , immortali , sottoposti a leggi speciali, onde il poeta le fa dolere di non poter morire. Fanno diventar bello un brutto, arricchire un povero, ringiovanire un vecchio. Nel bel numero è la Bella ‘Mbriana, un vero augurio della casa. Qualche popolana, ritirandosi, la saluta: «Bona sera’, bella ‘Mbriana!» E, così, se la propizia.»
Curiosità popolari tradizionali (1890) di Giuseppe Pitrè (1841-1916)

Nel corso dei secoli, e ancora oggi, la Bella ‘Mbriana è considerata l’antagonista del Munaciello e, insieme alla Janara, era il tema principale delle storie raccontate durante le serate d’inverno, quando le donne si riunivano attorno al braciere (‘a vrasera) per conversare.
Incontrare il fantasma della Bella ‘Mbriana
Incontrare la Bella ‘Mbriana è raro e le sue apparizioni durano solo pochi istanti. Si dice che, se vista, si trasformi in un geco o una farfalla e svanisca nel vento. La Bella ‘Mbriana è capricciosa e potente, favorisce chi ama e si vendica di chi offende la casa sotto la sua protezione. Le case trascurate e disordinate la irritano, e i napoletani superstiziosi evitano di discutere di traslochi o ristrutturazioni all’interno della casa, per non attirare la sua ira.

Il rispetto verso lo spirito della Bella ‘Mbriana è una tradizione radicata. Molte case sono adornate con statuine e figure del presepe a lei ispirate. La sua statuetta è diventata un simbolo del folklore napoletano, rappresentando anni di storia e tradizione.
Una testimonianza interessante è quella di Vincenzo Pagnani, proprietario dell’Antica Pizzeria Brandi pizzeria Brandi in via Chiaia a Napoli. Egli raccontò che il suo locale, datato 1780, è stato teatro di numerosi eventi strani e misteriosi. I fantasmi nel suo locale erano di casa. Come quello di un morto suicidia in una delle sale al piano di sopra o come la Bella ‘Mbriana che negli anni Cinquanta fu vista in cantina da una cliente.
«A quei tempi accadevano tante cose. Negli anni passati, tutto il coro del Teatro San Carlo frequentava questo locale. Ricordo ancora un episodio avvenuto durante gli anni ’50. Alcuni clienti scesero giù, in cantina, per recarsi alla toilette, laggiù è tutto un labirinto. Una signora di Trieste, tale Ferrara, disse di aver visto la Bella ‘Mbriana. Si diffuse una tale voce per il San Carlo, che una lunga fila di persone accorse per vedere il posto dove la Ferrara disse di aver visto questa bella signora. Personalmente non l’ho mai vista, ma a volte ho sentito dei rumori, aperture di porte. Mio zio, Pasquale Brandi, mi raccontò tante altre situazioni avvenute in questo posto, costruito in un palazzo vecchio di circa seicento anni. Nelle salette di sopra, per esempio, nel 1925-26 circa, si suicidò un uomo che voleva somigliare a Mussolini, scrisse di volersi uccidere in quanto non poteva essere come lui. Raccontò anche, se è per questo, episodi raccapriccianti inerenti teschi di morte, pugnali, scene di violenza risalenti al periodo dei movimenti carbonari. Era particolarmente predisposto a tali cose, tramandandole poi a me. La storia di queste mura, infatti, la conosco più io di chiunque altro. […] Qui dentro esiste qualcosa, anche se io non l’ho mai vista. Arriva sempre un attimo prima degli altri, prevede i pericoli, ma se qualcuno la fa arrabbiare guai a lui! Il suo nome è Chiara. La chiamai così dopo che trovai, per terra, un biglietto su cui vi era scritto proprio tale nome».
Vincenzo Pagnani, proprietario della pizzeria Brandi
Le origini
Il termine Bella ‘Mbriana ha origini che risalgono probabilmente all’etimologia latina della parola meridiana. Questa interpretazione suggerisce un legame con il mezzogiorno, l’ora in cui il sole è al suo zenit, evocando l’immagine di una presenza luminosa e benefica. Tuttavia, esistono anche altre teorie sull’origine del termine.
Alcuni studiosi ritengono che possa derivare dalla parola mariana, che si riferisce all’ombra sotto cui trovare riparo. Questa interpretazione evoca un senso di protezione e sollievo dal calore del sole. Le due etimologie non si escludono a vicenda e offrono una comprensione ricca e sfaccettata del termine. Inoltre, esiste una connessione ancora più antica e mistica che associa Bella ‘Mbriana a un significato etereo dell’essere, richiamando l’idea di uno spirito che va oltre la semplice protezione fisica.

In ogni caso, Bella ‘Mbriana è considerata una sorta di spirito benefico. La tradizione popolare napoletana la descrive come una presenza che si manifesta soprattutto durante le prime ore del pomeriggio, nella cosiddetta controra, un periodo caratterizzato da quiete e riposo. Questo spirito viene visto come un guardiano delle case, che porta benessere e armonia agli abitanti. Si crede che la sua presenza sia più percepibile quando il sole splende alto nel cielo, irradiando calore e luce, che la Bella ‘Mbriana trasforma in protezione e conforto per chi la invoca.
Un tempo si credeva che ristrutturare l’appartamento potesse offendere lo spiritello benevolo. Un proverbio recitava infatti: «Casa annunziata morte napparata» (Casa ristrutturata, morte improvvisa). Oggi, purtroppo, la gente si è allontanata dal mito della Bella ‘Mbriana, abbandonando l’idea di una casa pulita, ordinata e piena d’amore. Le famiglie vivono principalmente nell’egoismo, nella distrazione e nell’agitazione. Gli anziani raccontano ancora che la Bella ‘Mbriana non abita nella case, infastidita e impaurita dalla frenesia della vita moderna, specialmente in quelle famiglie dove amore e armonia sono spesso assenti. Tuttavia, i napoletani credono fermamente che dove manca l’amore, questo possa sempre ritornare. Con il ritorno dell’amore e della serenità, si può sperare anche nel ritorno dell’influsso benevolo della bella ‘mbriana.
La Bella ‘Mbriana nell’arte
La Bella ‘Mbriana è stata una fonte d’ispirazione sia in ambito musicale che letterario. Ad esempio, il celebre cantautore Pino Daniele (1955-2015) ha dedicato a questa figura un album del 1982 intitolato Bella ‘Mbriana, che include una canzone omonima.
«Bonasera bella ‘mbriana mia
Le parolde del ritornallo di Bella ‘Mbriana (1982) di Pino Daniele
Cca’ nisciuno te votta fora
Bonasera bella ‘mbriana mia
Rieste appiso a ‘nu filo d’oro
Bonasera aspettanno ‘o tiemppo asciutto
Bonasera a chi avanza ‘o pere c’o’ core rutto»
In ambito letterario, invece, la Bella ‘Mbriana è stata menzionata da diversi autori di spicco. Tra questi, Giambattista Basile (1583-1632), letterato napoletano dell’epoca barocca e da altri, come il poeta e drammaturgo Giovanni Emanuele Bidera (1784-1858), i romanzieri Carlo Tito Dalbono (1817-1880) e Gaetano Amalfi (1855-1928), e la scrittrice e giornalista italiana Matilde Serao (1856-1927).




Conclusioni
La Bella ‘Mbriana non è solo una figura del passato: è un’anima viva, che ancora oggi respira tra le mura delle nostre case e nei racconti della nostra gente. È protezione, è speranza, è quel tocco invisibile che ci ricorda che, anche nei momenti più difficili, c’è sempre qualcosa di buono che ci veglia. Nei rumori, nei piccoli segni della casa, lei è lì, a raccontarci che le nostre radici sono più forti di qualsiasi tempesta.

Ogni storia che la riguarda è un invito a vivere con rispetto, gratitudine e amore per ciò che ci circonda: le persone, i luoghi, i legami. È come se la Bella ‘Mbriana ci sussurrasse di non perdere mai di vista quello che davvero conta… le nostre radici, la nostra cultura, la bellezza autentica di chi siamo.
La sua leggenda è uno scrigno prezioso dentro il grande mosaico del folklore italiano, un patrimonio che non solo arricchisce il nostro modo di vedere il mondo, ma ci insegna a camminare nel presente con la saggezza di chi non ha dimenticato il passato. In un’epoca dove tutto corre veloce, dove i ricordi rischiano di svanire come polvere al vento, la Bella ‘Mbriana è lì a dirci: “Fermati. Ricorda chi sei. E portalo con te.”
Il folklore è molto più di storie antiche: è la linfa che scorre nelle vene della nostra identità. È il ponte invisibile che unisce quello che siamo stati a quello che saremo. Non possiamo — e non dobbiamo — lasciarlo svanire. Perché lì, tra le pieghe delle leggende, c’è la verità più profonda di noi stessi.
Alla fine, la Bella ‘Mbriana non è solo un mito da raccontare. È un modo di vivere, un modo di sentire. È quella voce che ci chiama a credere ancora nell’amore, nella famiglia, nella comunità. È speranza, è protezione, è quella carezza silenziosa che, come dicono a Napoli, “sta sempre dalla parte di chi tiene il cuore buono.”
E ricordiamolo sempre: «’a Bella ‘Mrbiana è contro chi ce vo’ male!»