Ada Emma Deane
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Ada Emma Deane: la Medium Fotografa che ha svelato il mondo degli Spiriti

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L’incontro con Hereward Carrington

Hereward Carrington
Hereward Carrington

Il parapsicologo Hereward Carrington (1880-1958), noto investigatore del paranormale, ha riportato le sue esperienze con Ada Emma Deane nel Journal of the American Society for Psychical Research (maggio 1925), descrivendo un incontro avvenuto il 5 settembre 1921. Deane, celebre per le sue fotografie spiritiche, fu sottoposta a un esperimento controllato per verificare l’autenticità delle sue capacità.

Durante la sessione, Carrington predispose rigorose condizioni per evitare frodi, includendo l’uso di apparecchiature fotografiche fornite da lui stesso e la presenza di testimoni neutrali. Le immagini sviluppate rivelarono alcune anomalie; contrariamente a quanto spesso erroneamente riportato su molti siti web, non si trattava di volti, ma di segni che non erano fisicamente presenti al momento dello scatto.

«Su tre delle mie sei lastre, tuttavia, apparivano segni curiosi (non volti). Sulle tavole M e N questi segni sono semplici macchie, che anch’esse non sono probatorie, sebbene, penso, curiose.»

Experiences in Psychic Photography – articolo di Hereward Carrington (ASPR Journal vol. 19, maggio 1925)

Pur affascinato dai risultati, Carrington mantenne un atteggiamento prudente, sottolineando l’impossibilità di escludere manipolazioni tecniche o errori di interpretazione senza ulteriori indagini. Questo approccio scientifico e critico segnò un passo importante nella ricerca sui fenomeni spiritici, contribuendo al dibattito sull’autenticità delle manifestazioni paranormali.

L’anno successivo, Carrington ottenne risultati intriganti, tra cui l’apparizione di particolari luci simili a comete e il volto di una donna su lastre fotografiche precedentemente segnate in segreto con raggi X. Tuttavia, poiché queste lastre erano rimaste sotto la custodia di Ada Emma Deane per un certo periodo, Carrington non ritenne valide le immagini come prove conclusive.

La collaborazione con Frederick Bligh Bond

Frederick Bligh Bond (1864-1945), archeologo e ricercatore psichico, si interessò alla fotografia spiritica, indagando la possibilità di catturare forme-pensiero attraverso l’obiettivo. Lavorò con la fotografa Ada Emma Deane per esplorare questa teoria.

I risultati delle loro ricerche furono menzionati nel libro Thought Forms: A Record of Clairvoyant Investigation (1908) dell’esoterista Annie Besant (1847-1933) e del teosofo Charles Webster Leadbeater (1854-1934), un testo fondamentale per lo studio delle manifestazioni energetiche e spirituali. Questa collaborazione contribuì ad ampliare il dibattito sulla realtà delle forme-pensiero e sulla loro rappresentazione visiva, posizionando Bond come una figura chiave nell’intersezione tra Spiritualismo, fotografia e scienza esoterica.

Un Ponte tra Sacro e Paranormale

Ada Emma Deane aveva una tecnica davvero particolare per imprimere ritratti di spiriti sulle lastre fotografiche. Posizionava i palmi delle mani direttamente sulla superficie della lastra, un gesto che ricorda molto l’imposizione delle mani usata nei rituali religiosi. Ad esempio, i pentecostali e i ministri revivalisti impiegavano questa pratica come metodo di benedizione, invocando lo Spirito Santo durante cerimonie come le ordinazioni, le guarigioni e i battesimi. Ada, però, reinterpretò questo gesto per adattarlo alla sua missione: evocare e comunicare con gli spiriti attraverso un medium umano, lei stessa.

Questo approccio ricorda anche fenomeni storici e religiosi come la formazione dell’immagine di Cristo sul Velo della Veronica o sulla Sindone di Torino. In quei casi, l’immagine sacra si sarebbe formata attraverso un contatto diretto e miracoloso, proprio come avveniva con le fotografie spiritiche di Ada Emma Deane. In alcuni ambienti, queste fotografie erano considerate miracolose quanto quelle reliquie: entrambe catturavano un’immagine che, secondo la scienza, non sarebbe dovuta esistere. E proprio come le reliquie, le fotografie spiritiche erano viste come prove tangibili della presenza e della natura soprannaturale dei soggetti rappresentati.

Ada Emma Deane, tra l’altro, sembrava ispirarsi consapevolmente a questa iconografia sacra. In un suo ritratto degli anni Trenta del secolo scorso, appare con un’espressione serena, il viso incorniciato da un drappo traslucido che si diceva fosse ectoplasma. Questa immagine ricorda il fazzoletto del Velo della Veronica raffigurato nell’arte sacra, ma ha anche un richiamo biblico: il velo che Mosè usava per coprire il volto dopo aver incontrato Dio sul monte Sinai.

George Henslow
George Henslow

Oltre a queste fotografie straordinarie, nel mondo del paranormale esisteva un altro fenomeno intrigante legato alla fotografia: gli psicografi. Questi erano messaggi scritti che comparivano sulle lastre fotografiche sviluppate al buio o senza l’uso di una fotocamera. Potevano essere sermoni, passaggi della Bibbia o lettere. George Henslow (1835-1925), sacerdote e scienziato anglicano, riteneva che questi testi non si formassero al momento dello sviluppo, ma che fossero preparati su tavolette prima della loro “trasmissione”.

Questi fenomeni evocano anche altre storie legate a rivelazioni soprannaturali. Ad esempio, le lastre sottili e malleabili che, secondo la tradizione mormone, furono donate nel 1827 dall’angelo Moroni a Joseph Smith (1805-1844) e che contenevano il testo originale del Libro di Mormon (uno dei testi sacri del mormonismo). Anche nella preistoria della fotografia troviamo parallelismi: nel XVIII secolo, lo scienziato tedesco Johann Heinrich Schulze (1687-1744) aveva scoperto che il cloruro d’argento si scuriva alla luce, riuscendo a trasferire scritti su superfici trattate con questo composto.

Insomma, il lavoro di Ada Emma Deane e la fotografia spiritica in generale sembrano intrecciarsi con miti, scienza e religione, creando un ponte affascinante tra mondi visibili e invisibili.

Conlcusioni

La storia di Ada Emma Deane si colloca al confine tra spiritualismo e scetticismo, in un’epoca in cui il desiderio di contattare i defunti era alimentato dal trauma collettivo della Prima Guerra Mondiale. Le sue fotografie, considerate da alcuni come testimonianze di fenomeni ultraterreni, hanno catturato l’immaginazione di una società ancora segnata dalla perdita e dalla sofferenza. Tuttavia, la controversia legata alla presunta falsificazione di uno dei suoi scatti più famosi ha sollevato dubbi sull’autenticità del suo lavoro e, più in generale, sulle pratiche dello spiritualismo fotografico.

Da un lato, Ada Emma Deane è stata vista come una figura capace di offrire conforto a chi cercava segni di continuità tra la vita e la morte, proponendo immagini che evocavano la possibilità di un legame eterno con i propri cari scomparsi. Dall’altro, le accuse di frode e la scoperta di elementi sospetti nelle sue opere hanno fatto di lei un esempio delle ambiguità che circondano il mondo del paranormale. La vicenda della fotografia del Giorno dell’Armistizio del 1924, in particolare, ha messo in evidenza quanto fosse sottile la linea tra fede e inganno in quel contesto storico.

Il suo caso riflette anche il fervore mediatico dell’epoca. Il fatto che un tabloid come il Daily Sketch abbia prima promosso il suo lavoro per poi demolirne la reputazione dimostra come i media abbiano avuto un ruolo cruciale sia nel costruire che nel distruggere la figura pubblica di Ada Emma Deane. La vicenda, tuttavia, non si limita a essere una semplice questione di autenticità o frode: è anche una testimonianza del bisogno umano di speranza e significato in un periodo di incertezza e dolore collettivo.

Nonostante il colpo subito alla sua credibilità, Ada Emma Deane rimane una figura intrigante nella storia dello Spiritualismo, un esempio emblematico di una stagione culturale in cui il paranormale e il soprannaturale venivano visti come risposte possibili alle domande fondamentali sull’esistenza e sull’aldilà. Il suo lavoro, pur controverso, ha aperto un dibattito che continua ancora oggi, alimentando discussioni su temi quali l’autenticità delle esperienze spirituali, l’influenza della suggestione e il ruolo delle emozioni nella percezione del soprannaturale.

A distanza di un secolo, la storia di Ada Emma Deane e delle sue fotografie resta un capitolo affascinante di quel vasto intreccio tra scienza, fede e mistero. Che si tratti di una pioniera mal compresa o di una truffatrice abile, il suo nome è destinato a essere ricordato come parte di una narrazione più ampia che esplora i confini dell’umano e l’eterno desiderio di guardare oltre il velo dell’invisibile.

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